*2*
1973, ottobre.
"Jen, che ti succede?"
"Come?" la giovane sollevò il viso ed incrociò lo sguardo perplesso del suo migliore amico; quel pomeriggio, i due giovani avevano approfittato del tempo autunnale stranamente mite per concedersi una passeggiata ad Hyde Park "hai detto qualcosa, Danny?"
"Veramente è da diversi minuti che sto cercando di attirare la tua attenzione, ma sembra proprio che oggi tu sia piuttosto pensierosa. Ti ho chiesto se ti va di prendere e dividere un cartoccio di pesce fritto e patatine ed una birra" rispose l'altro giovane, indicando con un cenno del capo una bancarella poco lontana da loro; Jennifer guardò a sua volta la bancarella e, nonostante l'invitante profumino che proveniva da essa, scosse lentamente la testa lasciandosi andare ad un sospiro.
"No... No, oggi proprio non mi va. Non ho appetito"
"Perché? Stai male?"
"No" Jennifer scosse di nuovo la testa, senza fare alcun cenno agli strani momenti di spossatezza improvvisa che le erano capitati nelle ultime settimane; l'ultimo episodio risaliva proprio a quella mattina stessa: mentre era in negozio, indaffarata a sistemare uno scatolone piuttosto pesante sull'ultimo ripiano di uno scaffale, era stata colta da un attacco improvviso di vertigini che l'aveva costretta a fermarsi, chiudere gli occhi e prendere una serie di lunghi e profondi respiri. Poi, così come era apparso, l'attacco di vertigini era altrettanto sparito "no... No, sto bene, tranquillo"
"Jen, ti prego" insistette Danny, rivolgendo un'occhiata eloquente alla sua migliore amica "ti conosco da quando eravamo bambini e ancora pensi di potermi fregare in questo modo? Credi davvero che non sappia riconoscere quando mi stai raccontando una bugia? Dì pure quello che vuoi, ma tanto io non abbocco: non so di che cosa si tratti, ma so per certo che c'è qualcosa che ti turba. Qualcosa che ti turba profondamente".
Danny attese una risposta che arrivò silenziosamente, tramite lo sguardo di Jennifer.
"Visto? Puoi anche restare con le labbra sigillate, ma i tuoi occhi dicono tutto quanto da soli, soprattutto quando si tratta di qualcosa che vuoi tenere nascosto. Avanti, Jen, cosa c'è che non va? Lo sai che con me puoi parlare di tutto!".
Sì, era vero, con Danny poteva parlare di tutto e poteva confidargli qualunque cosa proprio come Ginger aveva sempre fatto con Richard. Peccato che loro due non si rivolgessero la parola da un mese abbondante.
Rick aveva provato a chiamare diverse volte, ma Ginger aveva sempre rifiutato ogni contatto con lui: come lei stessa aveva ribadito in almeno un paio di occasioni, quando Pam aveva tentato di passarle la cornetta del telefono, non voleva avere nulla a che fare con quel traditore voltafaccia.
La ragazza dai capelli neri, messa alle strette, si lasciò cadere su una panchina.
"Non si tratta di una questione che riguarda me, ma una persona a me molto vicina. E si tratta di una questione molto delicata e personale, che non è stata ancora resa nota"
"Riguarda Ginger?" chiese Danny, sedendosi a sua volta, con uno sguardo incuriosito; dalle parole della sua migliore amica, non poteva che trattarsi di qualcosa che coinvolgesse la sorella maggiore per cui stravedeva "che cosa è successo?".
Jennifer emise un secondo sospiro prima di svuotare definitivamente il sacco.
"Lei e Dave stanno per divorziare"
"Ohh!" Daniel riuscì a malapena a formulare un'esclamazione di sorpresa, perché non immaginava che il matrimonio tra la rossa ed il chitarrista fosse già ai ferri corti dopo appena due anni "ma... Sei certa di questo? Davvero stanno per divorziare? Non c'è la possibilità che si tratti di una crisi passeggera?"
"No, nulla di tutto questo. Nessuna crisi passeggera. Ginger ha scoperto che David la tradiva con una ragazza americana da aprile, hanno discusso e lei se ne è andata di casa coi bambini. Mia sorella ha finalmente trovato un avvocato a cui rivolgersi ed a breve inizierà tutto quanto... E non è intenzionata a mollare la presa fino a quando non avrà ottenuto l'affidamento esclusivo di Demi e tutti i soldi di David. Vuole fargliela pagare molto cara"
"Cazzo... Non è affatto una bella situazione"
"No, non lo è affatto" mormorò la ragazza, fissando una coppia di giovani fidanzati che passò proprio davanti a loro "e chi lo avrebbe mai immaginato che una cosa simile sarebbe accaduta proprio a loro due? Ti giuro che ci sono momenti in cui faccio ancora fatica a credere che tutto questo stia accadendo veramente. Ricordi il giorno delle loro nozze? Ricordi come David guardava Ginger? Quello non era lo sguardo di una persona profondamente innamorata? Perché l'ha sposata e l'ha resa madre di un bellissimo bambino per poi scaricarla per... Per... Per la prima puttanella che gli si è presentata davanti gli occhi? Ma cosa avete voi maschi al posto del cervello? Un sacco di segatura?"
"Ehi, guarda che non bisogna fare di tutta un'erba un fascio! Solo perché nella nostra categoria esistono delle mele marce non significa che siamo tutti quanti così! Io, per esempio, non mi comporterei mai in questo modo" protestò il giovane, sentendosi punto dritto all'orgoglio "mi dispiace molto per Ginger perché non merita quello che ora sta passando, però... E non fraintendere ciò che sto per dirti, Jen... Insomma... Forse da un lato avrebbe dovuto mettere da conto una simile eventualità visto il lavoro di David. Pensaci un attimo: trascorre mesi e mesi lontano da casa, è circondato da ragazze e Ginger non può sempre seguirlo dovendosi occupare di due bambini piccoli... C'erano tutti i presupposti perché prima o poi accadesse qualcosa di simile. Tutti quelli che fanno parte del mondo dello spettacolo difficilmente riescono a rispettare il concetto di fedeltà. Guarda anche Waters, che a te piace così tanto... Sbaglio o ha già un matrimonio fallito alle spalle?"
"Sì, ma nel suo caso si tratta di una faccenda completamente diversa" ribatté prontamente Jennifer, prendendo le difese del cupo bassista; lo faceva sempre, anche e soprattutto quando si trattava di una discussione tra lei e la sorella maggiore "il suo matrimonio è fallito non per colpa sua, ma per colpa di sua moglie! L'ha trovata a letto con un altro uomo, ti rendi conto di cosa significa? Per fortuna che Ginger non ha dovuto subire un'umiliazione simile, ma è comunque una magra consolazione. Non riesco proprio a capire... Ma perché? Come è potuto succedere? David aveva tutto quanto, cosa mai gli dà questa ragazza in più rispetto a mia sorella? E i bambini... Ohh, poveri piccoli!"
"Come hanno preso la notizia?"
"Non sanno ancora nulla" mormorò la ragazza dopo qualche istante di silenzio, giocherellando nervosamente con le mani posate sul grembo "Ginger deve dar loro la notizia proprio oggi. Ha aspettato un po' di tempo a farlo perché prima voleva trovare l'avvocato giusto e... E perché non sapeva come farlo. Demi è ancora troppo piccolo per capire, ma Keith ha già cinque anni ed è un bambino estremamente intelligente e perspicace... Ed ha alle proprie spalle una situazione molto delicata e particolare. David non è il suo vero padre, ma quasi lo considera come tale e non appena saprà che lui e la madre stanno per divorziare... Ecco perché oggi sono così assente. Sto continuando a pensare a questo".
Jennifer abbassò gli occhi sulle mani e non vide lo sguardo profondamente dispiaciuto del suo migliore amico; anche lui voleva fare qualcosa per lei, ma purtroppo si trovava nella spinosa situazione in cui non aveva la più pallida di cosa fare.
Esistevano, d'altronde, le parole giuste da dire in un'occasione come quella che Jennifer e la sua famiglia stavano vivendo?
Daniel ci pensò per un po' in silenzio, anche lui con lo sguardo rivolto verso il basso, prima di scendere alla conclusione che forse qualcosa poteva fare, anche se non era molto e nulla di concreto che potesse aiutarla con la disastrosa situazione famigliare che stava vivendo; prese un profondo respiro, si alzò di scatto dalla panchina e, esibendo un sorriso allegro, porse la mano destra alla giovane dai lunghi capelli neri, che in tutta risposta gli rivolse un'occhiata perplessa.
"Che cosa significa?"
"Vieni con me, dai" la esortò Danny continuando a sorridere "forse conosco un modo per farti sentire subito un pochino meglio".
Tutti erano convinti che Mary Jane Anderson fosse una persona dal carattere estremamente forte, ma mentre la giovane osservava in disparte, con uno sguardo pensieroso, i suoi bambini giocare insieme si sentiva tutt'altro che una persona coraggiosa; e si sentiva tutt'altro che una persona coraggiosa per un semplice motivo: non sapeva come informarli dell'imminente divorzio tra lei e David.
Non sapeva come affrontare l'argomento con Demi, che aveva spento da pochi mesi la sua prima candelina, e soprattutto non sapeva come farlo con Keith: al momento era proprio il suo primogenito a preoccuparla maggiormente, perché non solo stava per perdere l'unica figura paterna presente nella sua vita, ma da un po' di tempo aveva iniziato a fare diverse domande sul conto del suo padre biologico e sulla sua assenza inspiegabile.
Tutta colpa dell'asilo.
Keith si era reso conto che tutti i suoi amichetti avevano un papà ed una mamma, ed aveva fatto presto a fare uno più uno ed a capire che nella sua famiglia c'era qualcosa di diverso dalle altre.
Fortunatamente, per il momento era sempre riuscita ad evitare l'argomento ed a tenere buono Keith con la promessa che un giorno gli avrebbe raccontato tutto quanto, ma crescendo non si sarebbe più accontentato di una scusa simile e presto o tardi avrebbe preteso delle spiegazioni che lei non avrebbe più potuto posticipare in alcun modo.
Ginger decise finalmente di staccarsi dallo stipite della porta e di raggiungere i due piccoli che stavano giocando seduti sulla moquette che ricopriva il pavimento del salotto; prese posto sul divano, appoggiò il gomito destro sul bracciolo, il mento sul palmo della mano ed osservò i suoi due cuccioli con un sorriso sulle labbra.
Aspettò ancora qualche secondo ancora prima di aprire bocca.
"Mi sembra che negli ultimi mesi vada molto meglio tra voi due" commentò la giovane, continuando a sorridere "non c'è più stato nessun litigio da quel giorno del dipinto rovinato"
"Sì!" esclamò Keith, aiutando Demi a sistemare alcuni cubotti colorati l'uno sopra l'altro per formare una torre "ho scoperto che Demi può essere un bravissimo aiutante quando non prova ad assaggiare quello che gli dico di tenere in mano. Lo ha quasi fatto anche con i miei pennelli, mamma, ma sono riuscito a fermarlo appena in tempo. Gli ho spiegato che non si fa, lui si è arrabbiato, ma poi ha capito che non erano cibo. Vuole sempre assaggiare tutto quanto!"
"È perfettamente normale, tesoro, i bambini piccoli fanno sempre così perché sono curiosi e vogliono esplorare e conoscere tutto quello che c'è attorno a loro" le parole del bambino più grande riuscirono nell'ardua impresa di strappare una piccola risata alla madre, che nelle ultime settimane era sempre tesa come una corda di violino, pensierosa e corrucciata "lo sai che anche tu eri un bambino molto curioso? Molto curioso e pestifero, Keith. Il giorno del tuo primo compleanno, senza che nessuno ti vedesse, hai preso la tua fetta di torta, sei sparito in salotto ed hai ben pensato di riempire la gonna di Gala ed un muro di pois viola alla marmellata di mirtilli"
"Davvero?" Keith si guardò attorno, facendo dondolare i riccioli neri, soffermandosi sulle quattro pareti bianche della stanza "però non sarebbe male fare tutto il salotto a pois viola! Mamma, posso farlo? Verrebbe fuori tutto allegro e colorato, e sono certo che a Demi piacerebbe tantissimo!".
Approfittando dell'attimo di distrazione del fratello maggiore, il più piccolo colpì con la manina destra la torre di cubotti, facendola crollare rovinosamente su sé stessa, per poi scoppiare a ridere divertito dalla sua stessa marachella; Keith, al contrario, assunse subito un'aria accigliata alla vista del suo duro lavoro andato in frantumi: ora doveva ricominciare tutto da capo, col rischio che il fratellino pestifero potesse buttare giù la torre una seconda volta.
"E poi ci sono i momenti in cui Demi vuole proprio farmi arrabbiare!" esclamò, indispettito, mentre il bimbo biondo continuava a ridere allegramente "ecco perché non ha il mio permesso di giocare con George e non lo avrà mai. E su questo non cambio idea"
"Non essere così severo con lui, tesoro. Te l'ho già spiegato una volta" disse in tono paziente Ginger, prendendo in braccio l'ultimo arrivato e posandogli un bacio sulla guancia destra morbida e paffuta "lui non fa tutto questo per dispetto, ma perché vuole attirare la tua attenzione. Sono cose da bambini piccoli. E sono certa che presto o tardi Demi riuscirà a dimostrarti di poter giocare anche lui con il tuo riccio George"
"Mmmh, io preferirei che lui avesse un peluche tutto suo" borbottò il primogenito, ricominciando a costruire la torre di cubotti colorati; dopo qualche secondo, e dopo aver sistemato i primi cubi che dovevano fungere da solida base, il bambino sollevò di scatto la testa e rivolse una domanda diretta alla madre "mamma, ma quanto durerà ancora questa vacanza dalla nonna?".
Ginger era stata costretta ad inventare una scusa per giustificare il loro allontanamento dalla casa in cui abitavano insieme a David, e dal momento che non era riuscita a farsi venire in mente una bugia migliore, aveva raccontato a Keith che avrebbero trascorso alcune settimane dalla nonna Pam visto che non si vedevano tanto spesso quanto lei avrebbe voluto; nell'attimo stesso in cui quelle parole le erano uscite dalla bocca, la rossa si era sentita uno schifo totale perché erano una spudorata menzogna, dato che si recavano a pranzo dalla madre adottiva ogni sabato ed ogni domenica.
"Ohh!" esclamò la giovane, colta totalmente alla sprovvista, mentre Keith la stava ancora osservando con uno sguardo incuriosito, in attesa di ricevere una risposta "perché me lo domandi, tesoro? Non sei contento di trascorrere tanto tempo in compagnia della nonna e della zia? Non ti stai divertendo? Guarda Demi Richard, credo proprio che lui si stia divertendo molto... Soprattutto con questi cubotti colorati"
"Sì, mi sto divertendo molto, ma quando torneremo a casa da Dave?"
"Ohh, Keith... Questo... Questo non lo so... Non ti piacerebbe trascorrere dell'altro tempo qui?"
"Sì, mi piacerebbe, ma... Mamma, tu e Dave avete avuto un brutto litigio?"
"Perché me lo domandi, tesoro?"
"Perché siamo venuti qui dopo che voi due vi siete urlati addosso tutte quelle cose e non siamo più tornati a casa. Dave non ha mai chiamato e... E quella mattina che è venuto qui, beh... Devo confessarti una piccola cosa, mamma: io ero già sveglio e vi ho spiati dalla finestra della mia cameretta. Ho visto che avete litigato ancora e poi ti ho sentita piangere. Avete avuto un brutto litigio che non può essere risolto, vero?" chiese il bambino, sgranando gli occhi verdi "e siamo venuti qui perché non vuoi più stare insieme a lui, ho indovinato? So che a volte capita che i genitori non stanno più insieme, me lo hanno raccontato alcuni miei compagni di classe. Anche nel loro caso i genitori hanno avuto un brutto litigio e sono andati a vivere in due case separate, ma in compenso quando arriva il giorno del loro compleanno o Natale hanno doppi regali".
Ginger si ritrovò a fissare il suo primogenito con uno sguardo interdetto, perché ancora non aveva fatto l'abitudine alla sua mente così acuta e perspicace.
Come poteva pensare di rimandare per chissà quanto tempo la verità su suo padre? Era chiaro e palese come la luce del sole che il momento in cui si sarebbe ritrovata con le spalle contro un muro sarebbe arrivato fin troppo presto.
Tempo che arrivasse il periodo dell'adolescenza e non avrebbe avuto via di fuga da quell'argomento così spinoso che ancora la faceva soffrire.
La rossa emise un profondo sospiro, perché il fatidico momento era arrivato e non poteva essere posticipato ancora, mise a terra il piccolo Demi (che riprese immediatamente a giocare con i cubotti colorati che tanto gli piacevano) e prese in braccio Keith, sistemandolo sulle proprie gambe; lo guardò negli occhi e gli sistemò un ricciolo ribelle che ricadeva sulla fronte.
"Purtroppo, tesoro, quando sei una persona adulta non tutto va come vorresti e sfortunatamente questo vale anche per il matrimonio. Ce ne sono alcuni che durano per sempre, altri invece che finiscono. A volte capita che due persone non vadano più d'accordo o che si conosca un'altra persona con cui si va ancora più d'accordo... Ecco, diciamo che nel caso mio e di David è successo proprio questo"
"Stai dicendo che Dave ha conosciuto un'altra persona?"
"Sì, esatto, è successo proprio questo: lui ha conosciuto un'altra persona ed io sono molto arrabbiata con lui perché non me lo ha detto subito ed ha preferito tenermi tutto quanto nascosto. Non si è affatto comportato bene nei miei confronti e non posso proprio perdonarlo"
"Ho capito" annuì il bambino con un'aria sera "ma, mamma, in un caso come questo è proprio impossibile fare pace? Non c'è nessuna possibilità che si sistemi tutto quanto tra te e Dave, e torniamo a vivere a casa nostra?"
"No, tesoro, mi dispiace moltissimo, ma purtroppo in questo caso non esiste nulla di simile"
"E quindi che cosa faremo? Che cosa succederà adesso? Resteremo qui oppure andremo a vivere da un'altra parte? Perché alcuni dei miei compagni di classe che hanno i genitori che non stanno più insieme sono stati costretti ad andare a vivere in un'altra casa, e... E uno di loro è stato perfino costretto ad andare molto lontano da qui, in un'altra città, e infatti non viene più nella nostra classe! Non voglio andare anche io a vivere lontano! E se la nuova città non dovesse piacermi?" vedendo che il figlio stava iniziando ad agitarsi troppo ed era sempre più vicino all'avere un attacco di panico (proprio come era accaduto la mattina del suo primo giorno in asilo), Ginger si premurò di tranquillizzarlo, stringendolo in un abbraccio ed accarezzandogli i folti e ricci capelli corvini, ereditati dal padre.
Demi, che non aveva capito niente di quello che stava accadendo, nel frattempo buttò giù l'ennesima torre di cubotti e scoppiò a ridere come la prima volta, come se al mondo non esistesse cosa più divertente.
"Keith, non ti preoccupare, d'accordo?" mormorò la rossa, posando le mani sulle guance del piccolo e guardandolo di nuovo negli occhi "queste sono faccende che riguardano gli adulti. Tu e Demi non dovete preoccuparvi di niente. Starete entrambi bene perché ci sarò io ad occuparmi di voi due, d'accordo? Andrà tutto bene, te lo prometto. Mamma ti racconterebbe mai una bugia?"
"No, mai" rispose prontamente Keith, scuotendo con convinzione la testa da destra a sinistra, con un'espressione più distesa e rasserenata: il peggio era passato, almeno per il momento; il bambino abbassò gli occhi verdi ed il suo sguardo venne ricambiato da quelli azzurri del fratellino minore "però mi dispiace tantissimo per Demi, mamma, penso che non sarà affatto facile per lui".
Ginger guardò a sua volta il suo secondogenito ed avvertì un groppo alla gola.
No, non sarebbe stata affatto semplice per il cucciolo di casa perché era letteralmente innamorato del padre e lei si era prefissata d'impedirgli di vederlo per sempre. Ma non era lei la cattiva della situazione. Non era lei la stronza. No. La colpa era solo ed esclusivamente di David: era lui che aveva deciso di mandare tutto a puttane per una troietta conosciuta in America.
Ohh, sperava vivamente di non trovarsi mai faccia a faccia con lei, altrimenti niente e nessuno l'avrebbe fermata dall'aggredirla fisicamente per graffiarle gli occhi e strapparle un bel po' di...
I propositi di vendetta personale della giovane vennero interrotti bruscamente dal rumore della porta d'ingresso che veniva aperta e chiusa, e dall'apparizione improvvisa quanto strana di Pamela.
Ginger intuì al volo che c'era qualcosa che non andava: mancava ancora diverso tempo all'orario di chiusura del negozio ed sul volto della madre adottiva c'era un'espressione preoccupata ed agitata; la conferma definitiva arrivò quando la vide salire in fretta al piano di sopra senza aver salutato e senza aver preso in braccio e baciato i due nipotini.
"Keith, bada a tuo fratello, torno subito" la giovane posò a terra il bimbo più grande, che annuì senza porre alcuna domanda, e sparì a sua volta velocemente al piano di sopra, raggiungendo Pam nella sua camera da letto "mommi, va tutto bene? Che cosa è successo? Perché sei tornata così presto e cosa stai facendo?"
"Non lo so ancora... Devo andare..."
"Andare? E dove devi andare?"
"In ospedale"
"In ospedale?" Ginger sgranò gli occhi scuri e chiuse la porta per essere certa che Keith non sentisse qualcosa e non si allarmasse nuovamente "perché devi andare in ospedale? Stai male? Cosa è successo? Dimmi qualcosa!"
"No, sto benissimo, Ginger. Non si tratta di me. Jennifer"
"Jennifer?" ripeté di nuovo la ragazza, questa volta socchiudendo le labbra dallo stupore; avvertì un improvviso quanto sgradevole cerchio alla testa e la sensazione di trovarsi su una nave in balìa di un mare in tempesta, le era accaduto qualcosa di simile quando aveva scoperto il bigliettino con il numero di telefono e l'indirizzo di Virginia ed aveva iniziato a capire che suo marito aveva un'altra donna "che cosa... Io non... Non capisco... Cosa significa che Jennifer è in ospedale? Cosa le è successo? Sta male? Ha avuto un incidente? Io... Non riesco proprio a capire!"
"Non lo so neppure io: ho ricevuto una chiamata da parte di Danny in negozio, e lui per primo non è riuscito a spiegarmi con esattezza cosa fosse accaduto. Sto andando proprio per capire cosa sta succedendo e cosa le è accaduto"
"Vengo con te" disse Ginger senza la minima esitazione, ma venne subito bloccata dalla madre adottiva prima che potesse uscire dalla stanza, preparare in fretta i bambini e sistemarli sui sedili posteriori della macchina.
"No, non se ne parla, devi restare qui con Keith e Demi"
"Ma mommi non posso restare a casa se..."
"Ma non puoi nemmeno costringere due bambini a trascorrere ore ed ore nella sala d'attesa di un ospedale: Demi è molto piccolo mentre Keith si agita facilmente, credi che sia il caso di agire in questo modo?" domandò Pamela con voce ferma ed autoritaria, facendo ritornare subito in sé la figlia adottiva più grande.
No, non poteva rischiare per la seconda volta che Keith avesse un attacco di panico.
Alla fine, la rossa annuì lentamente e concordò con la madre adottiva: era meglio che lei rimasse a casa con i bambini, in attesa di avere notizie su quello che stava accadendo e sulle condizioni fisiche di Jen.
Pamela abbracciò Ginger, accarezzandole la schiena, e prima di uscire di casa, dopo essersi cambiata, si assicurò di rivolgerle alcune parole premurose e tranquillizzanti.
"Non preoccuparti, tesoro: sono certa che non ci sia nulla di cui doversi preoccupare"
"Cerca di tornare presto e di portare buone notizie"
"Sarà di sicuro così".
Ginger sorrise in risposta all'ennesima rassicurazione della madre adottiva, chiuse la porta e tornò in salotto da Keith e Demi; al più grande, ovviamente, non era sfuggito né il trambusto improvviso né alcune parole che la madre e la nonna si erano scambiate e non perse un solo istante di tempo per domandare, a sua volta, cosa stesse accadendo.
"Ohh, non ti preoccupare, Keith!" esclamò la rossa in risposta, rivolgendogli un sorriso rassicurante "non è successo nulla. La nonna è dovuta rientrare un attimo a casa perché ha avuto un piccolo imprevisto, una sciocchezza... Continua a giocare con tuo fratello e fa attenzione a lui mentre io inizio a preparare la cena, va bene?"
"Va bene"
"Bravo il mio piccolo riccio".
Ginger sparì in cucina mentre Keith si occupò di costruire l'ennesima torre di cubotti colorati, perché Demi Richard ancora non si era stancato di quel gioco; non rivolse più nessun'altra domanda incuriosita alla madre, ma non era certo che non fosse accaduto proprio nulla.
Ginger si occupò completamente da sola della cena da preparare e dei bambini da mettere a letto, e quando ritornò in cucina, dopo aver augurato la buonanotte si suoi due cuccioli, Pamela non era ancora rientrata e non aveva chiamato una sola volta per dare notizie di sé e di Jennifer; più il tempo trascorreva inesorabilmente senza che ci fossero novità, né belle né brutte, e più i nervi della ragazza erano sempre più tesi ed a fior di pelle e così, per scaricare la tensione e per non badare al ticchettio dell'orologio in salotto, decise di occuparsi delle stoviglie da lavare.
Mentre passava la spugna insaponata sul primo piatto di ceramica, per togliere una macchia di sugo dell'arrosto, Ginger si ritrovò a ripensare ad una delle numerose sere in cui aveva accompagnato il gruppo alle sue prime esibizioni; per la precisione, le tornò in mente l'episodio legato al famigerato penny di rame che si era abbattuto contro Roger, procurandogli un bruttissimo taglio in obliquo sulla fronte che aveva posto la parola fine all'intera serata: in quell'occasione, i quattro ragazzi si erano fermati a casa sua, avevano rimediato qualcosa come cena e si erano addormentati in salotto.
Sempre in quell'occasione, Syd l'aveva sorpresa alle spalle mentre si stava occupando delle stoviglie sporche, avevano parlato un po' e poi erano saliti sul tetto della casa, tramite una finestrella in soffitta, per parlare ancora ed ammirare il cielo stellato; non lo aveva più fatto da quando la loro storia era finita, e cercava sempre di recarsi in soffitta il meno possibile per non essere aggredita dai ricordi del passato che costituivano un tassello ancora fin troppo doloroso.
Soffriva ancora, e molto, per Syd ed ora a quella sofferenza si era aggiunta anche quella derivata dal tradimento di David.
La rossa lasciò ricadere il piatto nel lavandino pieno d'acqua e sapone ed appoggiò le mani ai lati del mobile.
Ma come erano arrivati a quel punto? Quando il loro rapporto aveva iniziato a puntare verso il basso? Quando c'erano stati i primi segnali che non era riuscita a cogliere in tempo?
Ecco.
Ecco, era proprio quello il problema! Se provava a guardare indietro, sforzandosi di farlo in modo oggettivo ed a mente lucida, non riusciva a scorgere nessun segnale allarmante, niente di strano: David era cambiato al suo ritorno dall'ultimo tour negli Stati Uniti, ma prima si era sempre comportato come un marito ed un padre perfetto; sì, a volte capitava qualche piccola scaramuccia, ma nulla di lontanamente simile ai problemi che avevano portato al naufragio il matrimonio tra Roger e Judith.
I loro matrimoni non potevano essere paragonati in alcun modo.
La rossa distorse le labbra carnose in una smorfia, perché il filo conduttore dei suoi pensieri era andato a concentrarsi sul cupo e scontroso bassista che non vedeva dalla mattina di un mese prima in cui avevano litigato e si erano mandati a quel paese a vicenda.
Aveva dato le proprie dimissioni come fotografa del gruppo tramite un semplice comunicato e non si era ancora recata agli Studi di registrazione di Abbey Road per recuperare i propri effetti personali che aveva lasciato lì non solo perché non desiderava vedere né quello che ormai considerava come il suo ex marito né quello che era già a tutti gli effetti il suo ex migliore amico, ma anche perché non voleva ritrovarsi faccia a faccia con Waters.
Lui non aveva mai chiamato per avere un confronto, ma non era comunque ansiosa di correre un rischio inutile; in compenso, erano state altre le chiamate che aveva ricevuto: c'erano state quelle di Rick che aveva sempre evitato accuratamente, e poi c'erano state quelle di Juliette e Lindy.
Ma erano cessate quasi fin da subito, perché aveva detto che al momento stava affrontando un periodo delicato, aveva ancora molta confusione in testa e non aveva voglia di parlare con nessuno.
E adesso... Adesso si era anche aggiunto lo strano ricovero in ospedale di Jennifer...
Ginger lasciò ricadere dentro il lavandino anche i guanti di plastica quando udì i passi familiari della madre adottiva, e quasi non le diede il tempo di entrare in cucina e sedersi che iniziò subito a porle domande su domande: voleva sapere tutto, ogni singola cosa nei più piccoli ed insignificanti particolari.
"Allora?" domandò per l'ennesima volta, sedendosi di fronte a Pamela con gli occhi sgranati dall'ansia "vuoi dirmi cosa sta succedendo? Quanto è grave la situazione?"
"Ginger, stai tranquilla e cerca di riprendere il fiato: non è successo nulla"
"Nulla? Non è successo niente di niente? Ma... Ma allora perché Jennifer è stata ricoverata in ospedale? E perché adesso non è qui con te?" insistette la giovane, che ancora non si sentiva del tutto rassicurata: se la sorella minore stava bene e non c'era nulla di cui preoccuparsi, allora perché non era rientrata a casa anche lei?
"Ginger, calmati e ascoltami: non c'è nulla di cui dobbiamo preoccuparci. Jen ha avuto un semplice mancamento, ma adesso sta meglio e si è già ripresa da diverse ore. Preferiscono tenerla là per questa notte per dei semplici accertamenti, come precauzione, ma va tutto bene. L'ho vista, ci ho parlato e ti posso assicurare che va tutto bene. Hai capito? Va tutto quanto bene" insistette Pamela, stringendo le mani della figlia adottiva più grande; quest'ultima emise un profondo sospiro di sollievo, tirò indietro le mani di scatto, si coprì il viso e scoppiò nel pianto che aveva trattenuto per tutta la giornata.
Allarmata, Pam si alzò subito dalla sedia, occupò quella alla destra della ragazza e le chiese perché stesse piangendo.
"Perché non ce la faccio più, ho i nervi a fior di pelle e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso" spiegò lei, tirando su col naso rumorosamente "mommi, tutti non fanno altro che ripetermi quanto sia forte e determinata, ma io non mi sento affatto così. Ho tutto quanto contro di me: David mi ha tradita con un'altra donna e vuole stare con lei, Rick mi ha voltato le spalle anziché raccontarmi quello che stava succedendo, non so quello che mi aspetta in tribunale, il malore improvviso di Jen e... E questo pomeriggio ho finalmente detto a Keith che non torneremo più a casa perché io e David ci stiamo per separare. È stato lui a chiedermi cosa sta accadendo tra noi due, ed aveva già capito ogni cosa da solo... Ohh, è un bambino così intelligente, mommi, per quanto tempo ancora riuscirò ad evitare di raccontargli tutto su suo padre visto che ha già iniziato a farmi diverse domande su di lui?".
Ginger si fermò un momento per tirare di nuovo su col naso, e Pamela si premurò di passarle un fazzolettino di carta.
"Poco fa, mentre stavo lavando i piatti, ho ripensato proprio a Syd ed alla nostra storia... E mi sono resa conto di una cosa: non ho ancora capito come sia potuta finire così, e lo stesso sta succedendo tra me e David. Come è potuto succedere? Cosa mi sono persa? Io... Io ho provato a rifletterci, ma non sono riuscita a trovare nessun campanello d'allarme prima che partisse per quel maledetto tour negli Stati Uniti" la rossa soffiò il naso sul fazzolettino di carta e guardò la madre adottiva negli occhi, mentre lei le accarezzava dolcemente la chioma ramata per darle conforto "e vuoi sapere una cosa? Ho evitato di dirla finora per non turbare Jennifer, ma dato che adesso lei non è qui presente posso parlartene in totale tranquillità: David non si sente affatto un coglione per quello che mi ha fatto, perché è convinto che io abbia una storia segreta con Roger"
"Roger? Quel ragazzo alto e magro che se si mette di profilo scompare?" domandò la donna con un'espressione perplessa mentre ripensava all'unica volta in cui aveva visto di persona Waters: era stato in occasione dell'incidente del penny di rame, ed aveva avuto l'impressione che fosse un giovane particolarmente taciturno e chiuso, al contrario del suo migliore amico; solo in un secondo momento, tramite Ginger, aveva scoperto la storia che riguardava la perdita del padre che non aveva mai conosciuto veramente, ed aveva capito il perché di quell'aria così cupa ed imbronciata "quello che piace così tanto a Jen?"
"Sì, esatto, proprio quello... Anche se non riesco ancora a capire cosa ci trovi di così interessante in lui. Se lo conoscesse davvero, cambierebbe subito idea in una frazione di secondo"
"E perché David è convinto che tra voi due ci sia qualcosa?".
Ginger ripensò per un solo istante alla notte trascorsa in compagnia di Waters, ma cancellò immediatamente quelle immagini dalla propria mente.
Che cosa aveva ripromesso a sé stessa? Quella notte non esisteva. Non. Esisteva.
"Non lo so" mormorò infine, scuotendo la testa e fissando il vuoto; non era una menzogna, perché in effetti non aveva ancora capito da dove nascesse la profonda convinzione del chitarrista riguardo una presunta relazione segreta tra lei e Waters "non so proprio perché si sia messo in testa un'idea così assurda. Lui dice che non è vero, ma penso che principalmente lo abbia fatto per sentirsi la coscienza più pulita. Come escamotage. Ma, mommi, ti posso assicurare che tra me e Roger non c'è mai stata alcuna relazione segreta: io non posso sopportare lui tanto quanto lui non può sopportare me. Ricordi che non è neppure venuto al mio matrimonio?"
"Sì, me lo ricordo molto bene" confermò Pam, annuendo con la testa "Jen è rimasta molto delusa quel giorno. Aveva trascorso l'intera mattinata a truccarsi il viso ed acconciarsi i capelli alla perfezione perché sperava di riuscire ad incontrarlo finalmente di persona... Fortuna che alla fine ci è riuscita quest'estate per il suo compleanno!".
Ginger non disse nulla in merito alle ultime parole della madre adottiva: Pamela non sapeva niente dell'incidente della pasticca colorata, della notte che Jennifer aveva trascorso in ospedale e del concerto a cui non aveva mai assistito; sulla strada del ritorno, le due sorelle avevano concordato una versione in comune da raccontare una volta tornate a casa, perché non volevano arrecare a Pam un dolore inutile.
La giovane emise un altro sospiro e si passò il dorso della mano destra sugli occhi, asciugando le ultime lacrime.
"Vorrei potermi svegliare e scoprire che si tratta solo di un grande incubo. Come riuscirò a trovare la forza per affrontare i prossimi mesi quando non so neppure come farò domani mattina ad aprire gli occhi ed alzarmi dal letto? Mi sembra di sentire il peso del mondo intero sulle mie spalle"
"Ce la farai, tesoro" Pamela posò un bacio sulla sommità della testa di Ginger e la strinse a sé in un abbraccio "ci sono io e ci sono anche i bambini pronti a darti la forza necessaria per andare avanti ed affrontare ogni ostacolo a testa alta. E vedrai che domani ti sentirai subito meglio dopo aver visto Jennifer ed esserti accertata di persona che non c'è nulla di cui dobbiamo preoccuparci!".
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