*18*

1977, gennaio.










Nonostante gli voltasse le spalle e si trovasse ad un paio di corsie di distanza dalla sua, Roger riconobbe immediatamente la donna bionda che stava osservando delle bambole di pezza di diverse dimensioni, e si affrettò a raggiungerla, richiamando la sua attenzione quando si ritrovò alle sue spalle.

"Salve, signora Anderson".

Pamela Rose Anderson distolse immediatamente lo sguardo assorto dai numerosi giocattoli colorati e si voltò; sgranò leggermente gli occhi azzurri quando si accorse che le orecchie non le avevano giocato alcuno strano scherzo, e che la persona che aveva pronunciato il suo nome, e che si trovava davanti a lei, era proprio Roger.

Si soffermò ad osservarlo con attenzione: non c'era più alcuna traccia del giovane che aveva visto l'ultima volta, con i capelli lunghi fin quasi a metà petto, il viso tumefatto e l'espressione sofferente di chi gli era appena crollato il mondo intero sulle spalle; adesso il giovane uomo davanti ai suoi occhi aveva i capelli corti e scalati che gli sfioravano la base del collo, con alcuni ciuffi più corti che gli ricadevano sulla fronte, un viso sereno ed un sorriso allegro sulle labbra carnose.

Anche il suo modo di vestire era cambiato completamente: niente vestiti neri, niente maglioni a collo alto, niente stivaletti rialzati e niente pantaloni a zampa d'elefante; al posto loro, indossava un paio di scarpe da ginnastica, dei jeans scuri, ed una giacca in pelle con il colletto in pelliccia nero.

Da sotto la giacca, la donna riusciva ad intravedere il colletto di una camicia bianca ed un maglioncino blu.

Il cambiamento di look era così profondo ed evidente, e contrastava così tanto con quello precedente, da lasciare Pamela sbalordita e senza parole; e se non fosse stato per l'altezza, per il fisico magrissimo e per i tratti facciali così particolari ed inconfondibili, avrebbe fatto fatica a riconoscerlo.

"Mio dio, Roger, ma sei proprio tu?"

"Sì, signora Anderson, sono io" rispose lui, continuando a sorridere, e la donna gli rivolse un altro sguardo da capo a piedi.

"Ohh, giuro che per poco non ti riconoscevo! Ma guardati quanto sei cambiato! Cosa ti è successo?".

Pamela intuì da sola qual'era la risposta a quella domanda appena qualche istante più tardi, dopo aver terminato di pronunciare quella domanda, nell'esatto momento in cui sentì una voce femminile pronunciare ad alta voce il nome del bassista e vide apparire una giovane donna con addosso una vistosa e voluminosa pelliccia bianca; e la sua sorpresa aumentò ancora di più quando si accorse che la donna stava spingendo una carrozzina.

"Eccoti qui, si può sapere perché sei spa..."

"Carolyne, devo presentarti una persona" il bassista non lasciò il tempo alla giovane donna, che lo stava fissando con un'aria contrariata, la frase e le passò il braccio sinistro attorno ai fianchi, per poi indicarle Pam "Carolyne, lei è Pamela. Pamela, questa è Carolyne. Mia moglie".

La sorpresa della donna aumentò ancora di più, se possibile, perché si aspettava che la sconosciuta fosse la compagna del bassista e non la moglie, ma ad un'occhiata più approfondita si rese conto che non poteva essere altrimenti dato che entrambi indossavano all'anulare sinistro la classica fede nuziale dorata: non c'era alcun dubbio a riguardo, non solo si era sposato, ma lui e la moglie non avevano perso tempo ad allargare la famiglia.

"Molto piacere" disse Pam con un sorriso di cortesia che venne ricambiato dalla bionda, che però non disse nulla di rimando; si limitava a fissarla in silenzio, con uno sguardo leggermente corrucciato, come se la stesse studiando "ma mi sembra di capire che ci sia anche qualcun altro qui, o sbaglio?".

Gli occhi del bassista s'illuminarono dinanzi al riferimento indiretto alla carrozzina e distese subito le labbra in un sorriso che era un misto di gioia, commozione ed orgoglio.

"Ohh, sì, proprio così. Il suo arrivo non era previsto, ma si è comunque rivelata una bellissima sorpresa. Quando Carolyne ha scoperto di essere incinta, entrambi eravamo convinti che fosse una bambina, ed infatti..." il bassista si bloccò e si chinò sulla carrozzina per prendere in mano un piccolo fagottino di coperte; ed in mezzo al fagottino di coperte, Pamela scorse il visetto incuriosito e paffuto di un bambino "... Le nostre previsioni si sono rivelate completamente errate. Lui è Harry. Harry William. Ha compiuto da poco due mesi".

La donna osservò il piccolo con attenzione: non riusciva a scorgergli i capelli perché la testolina era riparata da un cappellino di lana azzurra, ma la forma degli occhi e quella delle labbra erano senza alcuna ombra di dubbio le stesse del padre; Harry era un bel bambino paffuto ed in buona salute, e Pamela si ritrovò a sorridere con una punta di malinconia perché Keith e Demi stavano crescendo troppo in fretta e sentiva la mancanza di quando anche loro erano due fagottini così piccoli che emettevano dei versetti incomprensibili.

Stavano crescendo decisamente troppo in fretta.

Pamela allungò la mano destra e diede un buffetto su una guancia al piccolo, anche quello sotto lo sguardo indagatore e perplesso di Carolyne, che a quel punto richiamò l'attenzione del marito sollevando il viso verso di lui.

"Roger, dobbiamo andare. Ci sono ancora delle cose che dobbiamo comprare ed Harry ormai è stanco. Non vorrei mai che scoppiasse a piangere da un momento all'altro. E ricorda anche che ti aspetta una serata molto lunga ed impegnativa"

"Vai pure, Roger, non voglio intrattenerti oltre e farti perdere altro tempo. Mi ha fatto davvero piacere rivederti e sono contenta di vederti così felice e sereno. Hai una famiglia bellissima. Stammi bene, tesoro"

"Anche lei, signora Anderson" il bassista ricambiò il sorriso della donna prima di posare delicatamente il piccolo Harry nella carrozzina ed allontanarsi in compagnia di Carolyne; adesso era lui a spingere il piccolo mezzo di trasporto a quattro ruote, mentre lei era saldamente aggrappata al suo braccio sinistro.

Prima di uscire dal negozio, lanciò un'ultima occhiata alle proprie spalle, ma non riuscì più a scorgere Pamela, evidentemente perché si era spostata più in là.

L'incontro con lei era stato meno imbarazzante del previsto, ma al tempo stesso anche parecchio strano: c'era qualcosa nell'atteggiamento della donna che lo aveva lasciato perplesso, e quando l'aveva salutata, nei suoi occhi non aveva visto solo sorpresa, ma anche altro che non era in grado di spiegare; dopo averci pensato per qualche minuto, mentre lui e la moglie si stavano dirigendo verso una boutique di abiti firmati, il giovane uomo arrivò alla conclusione che si stava scervellando per nulla, e che lo strano comportamento della donna doveva essere sicuramente dovuto al passato che li legava.

Non si erano più visti dalla mattina in cui si era presentato a casa sua con la rivista in mano e se ne era andato dopo averla lasciata cadere sulle assi del pavimento del portico, e Pamela di sicuro l'aveva subito raccolta ed aveva visto quell'articolo e quel servizio fotografico; era logico pensare, dunque, che a distanza di anni non si sentisse ancora a proprio agio in sua presenza.

Sì, era quella l'unica spiegazione plausibile dietro il suo strano comportamento.

Cos'altro avrebbe mai potuto esserci, altrimenti?











"Roger, chi era quella donna?".

La domanda di Carolyne arrivò a bruciapelo, all'improvviso, mentre il bassista stava terminando di prepararsi per l'evento pubblico a cui doveva partecipare, a cui era costretto a partecipare: quella sera c'era la presentazione ufficiale del nuovo album, Animals, alla stampa, e dal momento che tutti gli altri componenti del gruppo erano bloccati da problemi personali, compreso il loro manager Steve, non aveva potuto rifiutarsi a sua volta di partecipare, perché almeno uno di loro quattro doveva essere presente.

E la Sfortuna aveva voluto che quella persona fosse proprio lui per il semplice motivo che non era riuscito ad inventare nessuna scusa convincente per reclinare l'invito, a differenza di David, Rick e Nick; a tutto il resto ci aveva pensato la sua giovane, bella e bionda moglie, che gli aveva fatto notare che non era la fine del mondo se per un paio d'ore avrebbe presenziato ad un evento pubblico.

Purché non iniziasse a litigare con un giornalista, ovviamente.

Nell'esatto momento in cui venne colto alla sprovvista dalla domanda della moglie, Roger realizzò anche l'enorme errore che aveva commesso quel pomeriggio: quando aveva scorto e riconosciuto Pamela in quel negozio, il suo istinto lo aveva spinto ad avvicinarsi, a scambiarci quattro parole ed a presentarla a Carolyne senza pensare che poi lei gli avrebbe rivolto delle domande sulla sua identità; e dal momento che non le aveva mai confessato (e non era intenzionato a farlo in alcun modo per timore di ripercussioni personali) che l'ultima donna che aveva frequentato e l'ex moglie di David erano la medesima persona, adesso si ritrovava con le spalle al muro e senza avere la più pallida idea di cosa dire in risposta.

Carolyne si scostò dallo stipite della porta ed entrò in quella che era la camera da letto che condivideva con il marito; il piccolo Harry non c'era: si trovava al pianoterra in compagnia della tata che avevano assunto subito dopo la sua nascita, come aiuto e supporto alla giovane donna, soprattutto quando lui non c'era od era comunque impegnato nello Studio di registrazione domestico.

Quel particolare non era mai trapelato al di fuori delle mura domestiche, ma Carolyne, subito dopo il parto, aveva avuto un brutto esaurimento nervoso che aveva preoccupato ed allarmato il bassista, ed era quello il principale motivo che lo aveva spinto ad assumere a tempo pieno una tata.

A due mesi di distanza, fortunatamente, la situazione sembrava essersi stabilizzata, e Carolyne sembrava essere tornata la stessa di sempre, sia dal punto di vista mentale che fisico, perché incredibilmente era riuscita già a liberarsi dei pochi chili in eccesso che la gravidanza le aveva lasciato, e quello testimoniava l'enorme forza di volontà che possedeva, soprattutto quando si metteva in testa un obiettivo che voleva raggiungere a qualunque costo.

Carolyne era una persona estremamente determinata, e lo era anche in quel momento perché voleva a qualunque costo ricevere una risposta da parte del marito, una risposta soddisfacente, e non riusciva a capire perché all'improvviso si fosse zittito, addirittura con le mani ferme a mezz'aria perché l'aveva interrotto mentre si stava allacciando la cravatta; quella reazione era strana almeno quanto l'incontro di quel pomeriggio, e contribuì solo ad accigliare maggiormente l'espressione della bionda, che raggiunse il bassista ed incrociò le braccia.

"Roger, non mi sembra di averti rivolto una domanda così difficile, chi è quella donna? E come mai sei così in confidenza con lei che ti chiama tesoro e si permette di accarezzare nostro figlio senza prima chiederci il permesso?"

"Ohh, accidenti, le mie orecchie mi stanno giocando uno strano scherzo oppure qui qualcuno è geloso? Questa è una scenata di gelosia in piena regola, lo sai?" il giovane uomo si voltò a guardare la bionda con un sorriso divertito e compiaciuto sulle labbra, ma non rimase affatto sorpreso quando non venne ricambiato; immaginava che il suo tentativo di alleggerire la tensione non sarebbe servito a nulla, ma aveva comunque voluto provarci lo stesso "andiamo, Carolyne, non dirmi che stai seriamente pensando che quella donna sia la mia amante perché, non so se l'hai notato, ma ha diversi anni in più di me"

"Questo non vuol dire niente: ci sono uomini che preferiscono la compagnia di donne più mature perché sono anche più esperte sotto le coperte"

"E tu pensi davvero che io possa desiderare la compagnia di una donna più matura? Come potrei mai volere un'altra donna quando ho già a mio fianco l'unica che davvero desidero, l'unica che è riuscita a farmi capire che mi sono sempre sbagliato a pensare di non voler essere padre?" dopo aver mormorato quelle parole, Waters provò a prendere per il polso destro Carolyne, per farla sedere sulle proprie gambe, ma lei scostò il braccio bruscamente ed indietreggiò di un passo per essere fuori dalla sua portata, affinché non potesse riprovarci una seconda volta.

"Vuoi farmi credere che non ho nulla di cui preoccuparmi, ma al tempo stesso stai palesemente evitando di rispondere alla mia domanda: perché? Perché se non hai nulla da nascondere stai evitando di rispondere alla mia domanda?"

"Non sto assolutamente evitando di rispondere"

"Allora potresti farlo e basta, prima che inizi seriamente a sospettare il contrario?".

Roger chiuse gli occhi ed emise un profondo sospiro; alla fine decise di optare per il male minore: una mezza verità.

"Quella donna che hai visto oggi pomeriggio, Pamela, è la madre dell'ex moglie di David e nostra ex fotografa. Prima della relazione e del matrimonio con lui, sua figlia ha avuto una breve storia con quello che era il mio migliore amico. Hanno avuto anche un bambino, Keith, di cui ora se ne occupa David. E ci conosciamo così bene perché alcune volte, quando il gruppo era ancora ai suoi inizi, ci siamo fermati a mangiare qualcosa là dopo un'esibizione. Sai, anche se è passato diverso tempo, ricordo ancora molto bene una serata in particolare in cui siamo stati costretti a fermarci a casa di Pamela perché avevo un bruttissimo taglio sulla fronte, e tutto a causa di un cretino che ha avuto la brillante idea di lanciarmi addosso un maledettissimo penny di rame. Ovviamente sa tutto del mio divorzio, ed è per questo che ha detto quelle parole riferite a te ed Harry" avvertì una gradevole morsa all'altezza dello stomaco mentre, con il tono più convincente che aveva, raccontava quella storia, ma si sforzò di ricacciarlo subito indietro: stava raccontando quella serie di mezze verità e mezze bugie solo per il bene del loro rapporto e per quello della sua dolce metà; dopo essersi appena ripresa dal crollo nervoso che aveva avuto nei due mesi precedenti, non era il caso di assestarle un nuovo scossone raccontandole la verità sul perché lui e Pam si conoscevano così bene.

Che senso avrebbe avuto, poi, visto che si trattava di questioni che appartenevano al passato e che aveva lasciato alle proprie spalle per sempre? Era una storia passata e sepolta. Punto. Fine della questione.

"Non me ne avevi mai parlato"
"Perché preferisco non parlare mai di lui, di... Quello che era il mio migliore amico. Magari un giorno, quando me la sentirò, ti racconterò qualcosa" anche quella si trattava di una mezza verità e di una mezza bugia: era vero che non voleva mai parlare di Syd perché quando accadeva sentiva subito arrivare, con prepotenza, i sensi di colpa, ma in quel caso non voleva proseguire con il discorso perché era un'altra la persona di cui non voleva parlare.

Ne aveva già abbastanza adesso, dopo qualche cenno e senza avere mai pronunciato il suo nome.

Non aveva più pronunciato il suo nome dal fatidico giorno in cui Rick e Nick erano stati costretti a fargli vedere la rivista su cui era stato pubblicato quell'articolo vergognoso.

Ed era solo per pura fortuna che Carolyne era una delle poche persone che non l'avevano visto.

"Perché David si sta occupando di quel bambino?" domandò la giovane donna dopo essere rimasta in silenzio per un po', provocando inconsciamente un'altra stretta allo stomaco al marito, che voleva solo che chiudere il discorso in più in fretta possibile, ed invece così facendo era costretto a rivangare ancora il passato cercando di scacciare le immagini che con prepotenza volevano formarsi nella sua mente.

"Perché la sua ex moglie se ne è andata" spiegò laconico, dicendo solo lo stretto necessario "nessuno sa come mai, ma improvvisamente è sparita, abbandonando due bambini piccoli. Tutto qui"

"Che brutta storia"

"Già, proprio brutta... Allora, le mie spiegazioni ti hanno soddisfatto o nutri ancora qualche dubbio?" anche se lei si era allontanata di un passo, Roger riuscì ugualmente a prendere Carolyne per un braccio ed a convincerla a sedersi sulle sue gambe lunghe e magre; le passò le braccia attorno ai fianchi e la guardò dritta negli occhi con un'espressione supplicante che doveva riuscire a strapparle un sorriso "o sono ancora nei guai?".

Anche se stava sorridendo, dentro di sé il bassista non si sentiva affatto tranquillo; aveva paura che una donna intelligente, scaltra e perspicace come Carolyne capisse che c'era qualcosa di strano, ed aveva anche paura, adesso che la teneva stretta a sé, che sentisse quanto il suo cuore stava battendo forte in quel momento, a causa dell'ansia e della tensione.

Era così teso che sentiva i palmi delle mani sudati ed appiccicosi.

"No, non sei nei guai" disse lei rompendo finalmente il silenzio, ricambiando il sorriso e facendo tirare un sospiro di sollievo mentale al giovane uomo, che ormai si stava preparando al peggio.

"Ohh, meno male, però ti confesso che non mi è affatto dispiaciuto assistere alla tua scenata di gelosia: è stato piuttosto lusinghiero"

"Io sono molto possessiva verso ciò che è mio"

"L'ho notato"

"E so anche essere molto vendicativa se la mia fiducia dovesse essere tradita"

"Ohh, non lo metto affatto in dubbio"

"No, Roger, sono serissima" affermò la giovane donna, con un'espressione che era lo specchio delle sue parole, guardando il bassista dritto negli occhi azzurri "non metto assolutamente in dubbio le spiegazioni che mi hai appena dato perché nei tuoi confronti ripongo la massima fiducia, ma voglio che tu sappia una cosa fin da ora: se mai, in qualche modo, dovessi tradire la mia fiducia, quella sarebbe la fine di tutto. Non ci sarebbe modo di tornare indietro. Sono stata già presa in giro due volte, e non ci tengo a ripetere la stessa esperienza una terza. E ricorda anche che sono molto vendicativa, ed in questo caso potrei esserlo in modo particolare proprio perché sarebbe la terza volta in cui verrei presa in giro in un matrimonio. Hai capito? Se dovessi tradire la mia fiducia non ci sarebbe modo di tornare indietro. Sarebbe la fine di tutto".

Roger ascoltò in silenzio e poi, senza dire una sola parola, posò le mani sulle guance della bionda e l'attirò a sé per baciarla dolcemente sulle labbra; Carolyne di rimando si strinse a lui e rispose al bacio, approfondendolo con la lingua.

E molto probabilmente sarebbero andati oltre se proprio lei non lo avesse fermato perché rischiava di arrivare in ritardo alla presentazione ufficiale del nuovo album alla stampa.

Waters emise un sospiro seccato, ma alla fine si ritrovò costretto ad obbedire all'ordine della moglie, anche perché non aveva nessun'altra opzione a propria disposizione; e prima di salutare lei con un bacio, e di scendere al pianoterra per fare altrettanto con il piccolo Harry, le posò di nuovo le mani sulle guance e la guardò dritta negli occhi con uno sguardo estremamente serio nelle iridi chiare.

"Non succederà mai nulla di simile, riguardo a questo puoi stare tranquilla" disse subito dopo, riferendosi all'avvertimento per nulla velato che Carolyne gli aveva dato riguardo un possibile tradimento "come potrei mai desiderare un'altra donna quando al mio fianco ho già quella perfetta? E ti assicuro che questa non è una frase fatta. Sarei proprio uno stupido senza cervello se gettassi al vento tutto questo dopo l'enorme fatica che ho fatto per riuscire a conquistarti. Dopo che sono arrivato perfino a farmi truccare il viso e ad indossare un bellissimo abito da sera".

Roger sorrise, Carolyne sorrise a sua volta ed entrambi finirono per scoppiare a ridere al ricordo della famigerata festa di compleanno e del travestimento del giovane uomo; ed in quel modo, entrambi accantonarono definitivamente quel discorso così serio che rischiava di rovinare la serata.











Proprio come il bassista aveva previsto, la presentazione ufficiale di Animals alla stampa si rivelò una vera e propria noia mortale, e non appena gli si presentò l'occasione perfetta, scappò immediatamente dall'enorme sala in cui erano radunati tutti gl'invitati ed era stato allestito il buffet; c'era un lungo e stretto corridoio, ai lati del quale c'erano le porte dei numerosi uffici, che portava dritto ad una bellissima terrazza panoramica nascosta da un pesante drappeggio rosso: il giovane uomo scostò il tendaggio, uscì in terrazza, l'attraversò velocemente e si aggrappò alla balaustra con la mano destra, dato che in quella sinistra stringeva un calice di champagne.

Chiuse gli occhi, inspirò, buttò fuori il fiato dalle labbra socchiuse e gli sembrò di tornare a respirare per la prima volta da quando era entrato in quell'enorme edificio e si era ritrovato in mezzo a persone con cui non voleva avere nulla a che fare, a cui era costretto a rivolgere finte parole gentili ed altrettanto finti sorrisi che lo nauseavano; non desiderava altro che tornare a casa da Carolyne e da Harry, e decise che ormai quel momento era arrivato, ma prima si prese qualche istante per osservare il cielo stellato, che quella notte era particolarmente bello e sgombro da qualunque nuvolone grigio e carico di pioggia.

E mentre osservava il cielo stellato, si ritrovò a pensare all'incontro casuale con Pamela ed alla strana sensazione che aveva percepito; c'era stato un momento in cui gli era sembrato addirittura che lei evitasse di proposito il suo sguardo.

Ma non si trattava altro che d'imbarazzo. L'imbarazzo di trovarsi in sua presenza dopo il casino che la figlia adottiva maggiore aveva combinato, i cui effetti collaterali si erano riversati incredibilmente su così tante persone, a partire da lei.

Quella povera donna non meritava di soffrire così tanto dopo il dolore che era stata già costretta ad affrontare con la perdita di una figlia, una figlia giovanissima tra l'altro, per colpa di una malattia senza cura.

Ed i bambini. Keith e Demi. Quei poveri bambini stavano pagando il prezzo più alto. Keith soprattutto, lui che già doveva fare i conti con l'assenza paterna.
Che ferite e cicatrici si sarebbero portati appresso per il resto della propria vita?

Roger scostò lo sguardo dal cielo stellato, scosse la testa e si portò alle labbra il calice di champagne; nell'esatto momento in cui il bordo di cristallo si posò sul labbro inferiore, sentì una voce femminile pronunciare il suo nome in tono interrogativo e s'immobilizzò all'istante.

Non si era immobilizzato perché qualcuno lo aveva chiamato per nome, ma a causa della voce che lo aveva pronunciato.

L'aveva riconosciuta. L'aveva riconosciuta benissimo, immediatamente, al primo istante. Ma non era possibile. Non era possibile che proprio quella voce avesse pronunciato il suo nome.

Doveva essere stato un parto della sua mente.

Forse aveva alzato troppo il gomito, eppure quello era solo il secondo calice che si concedeva nell'arco dell'intera serata.

"Roger?".

No, quella voce era troppo reale per essere un semplice parto della sua mente.

Il giovane uomo si girò lentamente, con gli occhi spalancati, e la conferma ufficiale che non era vittima di un'allucinazione uditiva arrivò quando vide una giovane donna in piedi, vicino alla pesante tenda rossa che separava la terrazza panoramica dal corridoio e dall'enorme sala gremita di gente, che lo stava fissando in attesa di una risposta.

E la giovane donna, che aveva appena pronunciato il suo nome per due volte, era lei.

Era Ginger.

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