*15*

1976 Gennaio.










La relazione tra Carolyne e Roger era ufficialmente iniziata da poche settimane, ma alla giovane donna erano bastati pochi giorni per avere un'idea generale di quello che era il carattere piuttosto spigoloso del bassista.

Carolyne era riuscita a trovare un nuovo appartamento in cui trasferirsi, dal momento che aveva abbandonato per sempre la casa materna, e Roger la raggiungeva quasi sempre alla sera, quando se ne andava dagli Studi di registrazione, e le era sufficiente una sola occhiata per capire qual'era il suo umore ed il genere di serata che l'attendeva; non c'era mai stato nessun litigio acceso tra loro due, ma un paio di discussioni causate da un pessimo umore del bassista erano avvenute nel corso di quelle settimane.

Secondo lei, lui doveva imparare a lasciarsi scivolare addosso di più tutto quello che gli accadeva anziché prendere ogni cosa sul personale, come un'offesa, ma con altrettanta rapidità si era anche resa conto di quanto Waters fosse poco incline a seguire i consigli delle altre persone, e di come in alcuni casi arrivasse ad assumere degli atteggiamenti quasi infantili.

A Carolyne bastò vedere l'espressione sul volto di Roger, quando varcò la soglia d'ingresso del suo appartamento, per rendersi conto che aveva avuto una pessima giornata; la conferma ufficiale arrivò nel momento in cui lo salutò ed in risposta ricevette nient'altro che un basso grugnito, seguito dal giovane uomo che si lasciò cadere sul divano.

"Vuoi raccontarmi che cosa è successo?" gli domandò subito lei, dopo aver emesso un sospiro; per quella sera aveva prenotato un tavolo in un ristorante carino e raffinato, ma data la piega che la serata stava già prendendo, aveva la sensazione che né lei né Roger avrebbero mai visto quel tavolo.

"Non è successo niente"

"Ahh, no, non ci provare per l'ennesima volta, perché quella che ora hai stampata in faccia non è la faccia di una persona a cui non è successo niente. Magari preferisci parlarne da un'altra parte?" Carolyne provò ad ammorbidire il pessimo umore del giovane uomo posizionandosi dietro di lui e passandogli le braccia attorno alle spalle, e proseguì il discorso sussurrandogli all'orecchio destro "per puro caso, ho prenotato un tavolo per due persone in un ristorantino molto grazioso. Sono certa che piacerà molto anche a te"

"Dubito che possa piacermi, dato che odio uscire fuori a cena. Non possiamo mangiare a casa per una volta?"

"Se sei così ansioso di metterti all'opera, accomodati pure" commentò la giovane donna, indicandogli la cucina con la mano destra; abitava lì da diverse settimane, ma i fornelli erano ancora perfettamente lucidi e puliti, perché nessuno li aveva ancora utilizzati per cucinare qualcosa: Roger non era abile ai fornelli perché ai pasti ci aveva sempre pensato o sua madre o Judith, e lo stesso valeva per Carolyne perché in casa sua cucinare era compito delle donne di servizio.

La battutina di lei contribuì solo ad irritare maggiormente i nervi di lui.

"Non possiamo prendere qualcosa e mangiarlo qui, in tutta tranquillità? Dobbiamo uscire per forza? Sai quali sono i motivi per cui non mi piace uscire, quindi perché insistere?" ribatté il bassista, col volto ancora più rabbuiato; le ragioni per cui odiava recarsi in luoghi pubblici come i ristoranti erano direttamente collegati con il successo della band che era cresciuto in modo esponenziale dopo l'uscita di The Dark Side of The Moon: tutti loro non dovevano fare i conti solo con i fotografi che non conoscevano il concetto di privacy, ma anche con le insistenze dei fans; all'inizio ricevere così tante attenzioni da persone sconosciute poteva essere inebriante, ma una volta superata quella fase il piacere e l'eccitazione si trasformavano in irritazione, e Roger non riusciva già più a sopportare da tempo le persone che lo fermavano per un autografo o per una foto. Si irritava anche nel caso di una bella ragazza "e poi questa non è la serata giusta"

"D'accordo" Carolyne sciolse l'abbraccio e prese posto affianco al suo compagno, senza aggiungere che se dipendeva da lui non era mai la serata giusta per uscire per una cena romantica "e quindi che cosa vorresti fare? Restare imbronciato per il resto della serata e non rivolgermi la parola? Un bambino od un ragazzino può comportarsi così, un uomo adulto, invece, parla dei propri problemi per riuscire a trovare insieme una soluzione. Allora, che cosa vuoi fare a questo punto? Continuare così o raccontarmi finalmente che cosa è successo tra te ed i tuoi compagni di band?"

"Non è successo nulla"

"Ahh, quindi hai proprio deciso di continuare con la linea del silenzio?"

"No, non hai capito il senso della mia risposta: ho detto che non è successo nulla perché con loro non è successo proprio nulla"

"Ed allora cosa c'è dietro il tuo malumore? Chi ne è la causa?" chiese la giovane donna, addolcendo la voce ed allungando la mano destra per accarezzare i capelli castani del bassista; lui chiuse gli occhi per qualche istante, lasciandosi cullare dal tocco delicato della bionda prima di riaprirli e rispondere alla domanda con un sospiro rassegnato.

"Mia madre".

Carolyne rimase sorpresa della risposta che ricevette: in quelle settimane, dopo le confidenze reciproche avvenute nella camera d'albergo, il bassista non aveva più menzionato la sua famiglia, e di conseguenza era certa che dietro il suo pessimo umore ci fosse qualche problema lavorativo, non di certo qualcosa che riguardasse la madre.

"Che cosa ha fatto tua madre per renderti così di pessimo umore?"

"Mi ha invitato a pranzo per il suo compleanno" mormorò il giovane uomo con un'espressione contrariata, per poi aggiungere, dinanzi all'espressione perplessa della bionda, che non riusciva a capire come un invito simile potesse avergli rovinato la giornata "è una lunga storia da spiegare"

"Vuoi fare un tentativo?"

"Io... Ecco..." Roger si fermò quasi subito per prendere un profondo respiro e per trovare le parole adatte "non è mia madre il problema diretto. È più che altro... Mio fratello. Io e lui non... D'accordo, diciamo che mesi fa, prima che noi due ci conoscessimo, abbiamo avuto una specie di... Una specie di discussione piuttosto accesa e non abbiamo ancora ricominciato a parlare. Ho provato a fare un tentativo qualche mese fa, ma non appena ha capito che ero io al telefono ha subito riagganciato"

"E da quel momento non hai più riprovato?"

"Mh, no"

"Cosa è successo tra voi due da provocare una rottura così profonda? Per quale motivo avete litigato?" domandò la giovane donna incuriosita; Waters s'irrigidì all'istante: sapeva molto bene per quale ragione lui ed il fratello maggiore non si rivolgevano la parola da mesi e mesi ormai, ma non voleva parlarne né in generale né tantomeno nello specifico con la donna che doveva sposare.

"John in qualità di fratello maggiore ha sempre sentito la responsabilità di comportarsi come l'uomo di casa e di prendere il posto di nostro padre. Ergo, anche lui come nostra madre pensa di avere il diritto di intromettersi nella mia vita e di decidere cosa sia meglio per me. Abbiamo discusso per l'ennesima volta su una mia decisione che non condivideva... Il litigio ha fatto presto ad accendersi ed abbiamo finito per non rivolgerci più la parola"

"Tutto qui? Ma se il motivo è questo perché non siete ancora riusciti a chiarirvi?" domandò a quel punto la bionda, sempre più perplessa, per poi avere un'intuizione improvvisa che salvò il bassista dall'arduo compito d'inventare qualcosa di convincente per non essere costretto a raccontare la verità "ahh, ho capito: orgoglio maschile. Si tratta della solita e stupida questione di orgoglio maschile. Uomini! Restate bambini anche quando avete compiuto trent'anni! E cosa vorresti fare? Rifiutare l'invito di tua madre e perdere l'occasione per recuperare il rapporto con tuo fratello?"

"Senti, io un tentativo l'ho già fatto e lui mi sembra che sia stato molto chiaro con la risposta che ha dato: non è interessato a fare pace con me, e se vado a quel pranzo finiremo per litigare in modo molto acceso. Ci troviamo in una situazione, al momento, in cui non riusciamo neppure a restare nella stessa stanza senza discutere"

"Credi davvero che tuo fratello potrebbe iniziare una discussione davanti una persona che vede per la prima volta?"

"Che vuoi dire, scusa?"

"Tu andrai al pranzo ed ovviamente io verrò con te" l'affermazione sicura della giovane donna fece spalancare gli occhi chiari al bassista "è evidente che le tue non sono altro che scuse dettate dall'orgoglio ed hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a compiere il primo passo in avanti, quello più difficile, e per puro caso questa è anche l'occasione perfetta per conoscere finalmente la tua famiglia, non ti pare?"

"Assolutamente no!" esclamò Waters, alzandosi dal divano, per nulla intenzionato a recarsi al pranzo dalla madre in compagnia della sua promessa sposa; sapeva com'era fatto John, sapeva fin dove era capace di spingersi per vendicarsi e non voleva assolutamente che Carolyne venisse a conoscenza della sua ultima relazione proprio tramite lui.

Non doveva sapere nulla di quello che era successo prima che del loro incontro, punto e basta.

"Perché?" domandò lei, sempre più perplessa riguardo all'intera faccenda che non riusciva a capire, e vide il compagno indossare la giacca e prendere le chiavi della macchina.

"Andiamo? Non hai detto di avere prenotato un tavolo per due persone in un ristorante? Vuoi arrivare in ritardo e vedere che il nostro tavolo è stato assegnato a qualcun altro?"

"Ahh, adesso preferisci andare a ristorante anziché affrontare questa conversazione? Io non ci sto capendo più niente! Quello che mi hai raccontato è la verità oppure mi stai nascondendo qualcosa?"

"Nasconderti qualcosa? E perché mai dovrei nasconderti qualcosa?" domandò lui di rimando, spostando il peso del corpo da un piede all'altro e giocherellando con le chiavi della macchina "è assurdo!"

"Perché ti stai comportando in modo strano. Molto strano. Ed improvvisamente vuoi andare a cenare al ristorante. Vuoi dirmi qual è il problema?"

"Il problema è che non sono affari che ti riguardano" disse il bassista, seccato ed irritato perché non ne poteva più dell'insistenza di Carolyne, e così facendo non si rese conto dell'enorme errore appena commesso; la bionda s'irrigidì, dal momento che non aveva affatto gradito né la risposta in sé né il modo in cui lui le aveva parlato, ma non disse nulla fino a quando si coricarono a letto.

Lasciò al compagno l'illusione che la questione si fosse conclusa lì fino all'esatto momento in cui lo sentì passarle le braccia attorno ai fianchi alla ricerca di un contatto più intimo; solo allora si voltò a guardarlo con un'aria di sufficienza.

"Che cosa saresti facendo?"

"Beh, mi sembra ovvio quello che sto facendo, no?" rispose lui, perplesso a causa della reazione che non si aspettava di ricevere "è stata una giornata lunga e difficile... Adesso siamo a letto... E pensavo che lo volessi anche tu..."

"Ahh, tu pensi? Beh, mi dispiace deludere le tue aspettative, ma si tratta di una cosa che adesso vuoi solo tu. E dato che la vuoi solo tu, sai la mia risposta qual è? Non sono affari che mi riguardano"

"Ohh, per l'amor del cielo!" esclamò il giovane uomo, roteando gli occhi, rendendosi finalmente conto di cosa stava accadendo "sei arrabbiata per quello che ho detto prima? Ascolta, non volevo essere scortese, ma non mi piace quando una persona insiste troppo"

"Ed a me non piace quando qualcuno prova a chiudermi la bocca" replicò la bionda, tirandosi su col busto "Roger, io mi sto sforzando di essere dalla tua parte, ma proprio non riesco a capire qual è il problema in questo caso. Hai la possibilità di recuperare il rapporto con tuo fratello e non vuoi farlo, perché? C'è l'opportunità di farmi conoscere la tua famiglia e non vuoi, perché? Vuoi presentarmi a loro direttamente il giorno delle nozze? O forse questo è un modo per farmi capire che hai avuto dei ripensamenti riguardo il fidanzamento e le nozze?"

"Io non ho avuto nessun tipo di ripensamento, è solo che... Loro sono particolari, e questo non è il momento adatto per le presentazioni ufficiali"

"E non è neanche il momento adatto per ricucire i rapporti con lui?"

"No"

"E quando arriverà?"

"Non ne ho la più pallida idea. Non so neppure se mai arriverà un momento simile"

"Immagino che l'assenza di vostro padre ha reso più forte il vostro legame, vero?" chiese Carolyne dopo un breve silenzio, con un sospiro "nel caso mio e di Willie è stato proprio così. La sua scomparsa improvvisa ci ha avvicinati ancora di più"

"Parli in questo modo perché non conosci mio fratello" commentò il bassista con un sorriso ironico, perché aveva capito quello che la bionda stava provando a fare, ripensando alla propria infanzia "come credi che sia stato crescere con un fratello maggiore che ti faceva scherzi crudeli di continuo, che ti sminuiva in qualunque modo possibile e che ti chiamava principessina perché assomigli molto a vostra madre? Te lo dico io com'è stato: orrendo. E non ha ancora smesso di comportarsi così"

"Ma queste sono i classici comportamenti tra fratelli, credi che io e Willie andiamo sempre d'accordo? Anche noi abbiamo avuto i nostri alti e bassi, anche noi abbiamo avuto i nostri litigi e le nostre sfuriate, ed anche noi abbiamo avuto dei periodi in cui non ci siamo rivolti la parola, ma sappiamo di poter contare sempre l'uno sull'altro. Tu non puoi contare su tuo fratello ogni volta che ne hai bisogno?".

Roger rimase in silenzio.

Carolyne non aveva tutti i torti: anche se John aveva dimostrato in diverse occasioni di essere un pessimo fratello maggiore, in altrettante aveva anche dimostrato l'esatto opposto; si lamentava di lui, lo prendeva in giro ed a volte, di nascosto dalla madre, erano arrivati perfino a picchiarsi, ma poi quando ne aveva avuto bisogno lo aveva sempre aiutato, gli era sempre stato di supporto a modo proprio.

Quando aveva scoperto cos'era accaduto a loro padre gli aveva permesso di dormire nel suo letto per quella notte (anche se gli aveva detto di stare ben lontano da lui), aveva cercato di dargli i giusti consigli quando gli aveva confidato di essere pronto ad avere il primo rapporto sessuale completo con Judith ed era stato a suo fianco anche dopo il burrascoso divorzio.

E mesi prima aveva tentato in qualunque modo di aprirgli gli occhi sull'errore che stava commettendo; come sempre non lo aveva ascoltato, aveva agito di testa propria ed alla fine proprio le sue parole si erano dimostrate veritiere.

Ora John non voleva più rivolgergli la parola, e non poteva dargli torto: se i ruoli tra loro due fossero stati invertiti, probabilmente avrebbe reagito nello stesso modo.

Carolyne interpretò il lungo silenzio del compagno come un segno di cedimento e ciò la spinse a proseguire.

"Vedi? Tu vuoi recuperare il vostro rapporto, ma non riesci a fare il primo passo per colpa del tuo carattere troppo orgoglioso. Immagino che entrambi siete due persone molto orgogliose, e ciò significa che nessuno di voi due farà mai il primo passo se dietro di sé non ha qualcuno a spingerlo, ed in questo caso sarai tu, Roger, e sarò io ad aiutarti. Domani mattina richiamerai tua madre e le dirai che andremo al pranzo per il suo compleanno"

"Lasciami indovinare: continuerai ad insistere fino a quando non cederò, vero?"

"Tu sei testardo, ma io so esserlo di più e sono certa di riuscire a farti cedere in un modo semplicissimo"

"Ahh, e quale sarebbe?"

"Ti auguro una buonanotte" si limitò a dire la giovane donna, sdraiandosi di nuovo e voltando le spalle a Roger, il quale capì immediatamente come era intenzionata ad ottenere una resa da parte sua.

"E quindi il tuo piano sarebbe quello di farmi passare una notte in bianco?"

"Notti, non notte: sarà questo che ti aspetterà i giorni successivi fino a quando non ti deciderai a cambiare idea"

"Stai scherzando?"

"No, e se vuoi possiamo vedere chi sarà il primo a cedere. Che cosa vuoi scommettere?" Carolyne si voltò a guardare Roger negli occhi per fargli capire quanto fosse seria; ci fu ancora qualche istante di silenzio tra i due, interrotto da lui che emise un verso seccato e sollevò lo sguardo al soffitto.

Incredibilmente, si era arreso per primo.

"Sei terribilmente testarda, te l'ha mai detto nessuno?" commentò poi, con un'espressione corrucciata, mentre sul volto di lei faceva capolinea un sorriso soddisfatto ed orgoglioso perché era riuscita ad uscire vincitrice dalla discussione "e va bene, allora. Dal momento che mi hai messo sotto ricatto e non mi lasci altra alternativa, mi trovo costretto a cedere... Ma poi non dire che non ti avevo avvertita quando ti pentirai di avere conosciuto mia madre e mio fratello".











Nessuno dei due disse più una sola parola riguardo quell'argomento, ma quando arrivò il fatidico giorno del pranzo, nel weekend, Roger provò a fare un ultimo tentativo per far cambiare idea a Carolyne dopo aver parcheggiato davanti alla casa materna: si girò verso di lei, che in quel momento era impegnata ad osservare l'abitazioni in mattoni bianchi, e con un'espressione seria ed una voce altrettanto seria le disse che non era troppo tardi per cambiare idea; potevano ancora tornare indietro e trascorrere la domenica in un altro modo più piacevole perché nessuno si era ancora reso conto della loro presenza.

La giovane donna inarcò le sopracciglia e, come lui aveva previsto, non arrivò la risposta desiderata.

"Non possiamo andarcene proprio adesso, dopo che hai assicurato a tua madre che avremo partecipato al suo pranzo. Che figura faresti? E che figura ci farei anche io?"

"Mh".

L'esitazione del giovane uomo ed il fatto che apparisse improvvisamente a disagio, come se ci fosse qualcosa che non sapeva come dire, fecero sorgere un dubbio spontaneo nella bionda, che spalancò gli occhi scuri ed inarcò di nuovo le sopracciglia; sperava di sbagliarsi, ma al tempo stesso aveva il timore che così non fosse.

"Roger, quando hai chiamato tua madre per confermarle la tua presenza al pranzo di oggi ti sei ricordato di accennarle qualcosa della mia presenza?"

"Può essere che mi sia dimenticato di questa parte"

"Come sarebbe a dire che ti sei dimenticato? Non le hai detto che oggi saresti venuto insieme alla donna con cui devi sposarti?"

"Tu non conosci mio fratello, né tantomeno mia madre. Se le avessi dato una notizia simile al telefono, non immagini neppure quale sarebbe stata la sua reazione. Senti, fidati, è molto meglio che scopra direttamente oggi della tua esistenza. Conosco com'è fatta"

"Io ci rinuncio a provare anche solo a capirci qualcosa" sentenziò la giovane donna con un sospiro, prima di prendere in mano lei la situazione e scendere dalla macchina "forza, muoviti, abbiamo perso già troppo tempo. Vuoi essere in ritardo?".

Roger non voleva scendere dalla macchina come non voleva partecipare al pranzo della madre e ritrovarsi faccia a faccia col fratello maggiore, ma arrivato a quel punto che cosa poteva fare? Di certo non poteva chiudersi a chiave all'interno dell'abitacolo e rifiutarsi di uscire.

Ormai era troppo tardi per tornare indietro, ed al bassista non rimase altro da fare se non uscire a propria volta dalla vettura sportiva, aprire il cancelletto dell'abitazione ed avvicinarsi all'ingresso principale, sentendosi come un condannato a morte che camminava volontariamente verso la sedia elettrica.

C'era solo una piccola e flebile speranza alla quale poteva ancora aggrapparsi con tutte le proprie forze, ovvero che per qualche ragione personale John non potesse partecipare al pranzo; pregava con tutto sé stesso che fosse così, perché in caso contrario era certo (assolutamente certo) che il fratello maggiore non si sarebbe fatto alcuna remore a raccontare a Carolyne tutto quello che mesi prima era accaduto.

Roger posò la mano destra sul pomello, lo girò verso destra, socchiuse la porta ed entrò per primo nell'ingresso per guardarsi attorno, con Carolyne che attendeva pochi passi più indietro: il salotto era vuoto, gli unici rumori provenivano dalla cucina ed apparentemente in casa non sembrava esserci nessun altro ad eccezione di sua madre.

Sì, doveva essere così, non c'era alcun dubbio a riguardo. Se ci fosse stato anche suo fratello, li avrebbe sentiti parlare. O discutere.

"Aspetta qui un momento, torno subito" mormorò alla bionda, dopo averle fatto cenno di entrare a sua volta, e si diresse verso la cucina; si affacciò nella stanza e bussò qualche colpo contro lo stipite della porta per avvertirla della propria presenza.

Mary Waters era talmente concentrata a cucinare che si ritrovò a sussultare, colta alla sprovvista dal figlio minore che non aveva sentito arrivare; si portò la mano destra all'altezza del cuore e rivolse al diretto interessato uno sguardo di rimprovero, come capitava quand'era piccolo e combinava qualche guaio in compagnia del fratello o di qualche amico.

"George, dimmi quante volte ti ho detto di non fare così. Vuoi farmi prendere un colpo prima o poi?"

"Come sei esagerata, mamma. Volevo farti una piccola sorpresa, e come ci sarei riuscito se mi avessi sentito arrivare? Come stai?" rispose il giovane uomo, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e porgendo alla madre quello che era il suo regalo: una bellissima composizione floreale a base di rose rosse, per cui non aveva badato a spese "questo è per te, è solo che un piccolo pensiero perché niente è abbastanza per ringraziarti per quello che hai fatto e che continui a fare per un figlio disgraziato come me"

"Mh-mh" Mary prese in mano il bouquet, diede una rapida occhiata alle rose rosse e si concentrò di nuovo sul figlio più piccolo, che stava ancora sorridendo "potrei anche essere quasi commossa dalle tue parole se non fossero così strane come il tuo sorriso. Tu non parli mai in questo modo se dietro non c'è un secondo fine. Andiamo, George, parla: che cosa hai combinato? Cosa devi farti perdonare e quanto devo preoccuparmi?"

"Ohh, ma perché devi sempre pensare che è successo qualcosa? Un figlio non può semplicemente voler fare un bellissimo regalo alla propria madre il giorno del suo compleanno e ringraziarla per quello che ha sempre fatto? Deve esserci per forza uno scopo secondario?" ribatté lui, punto sul vivo, per poi aggiungere, dopo aver lanciato uno sguardo alla tavola apparecchiata per tre persone "John... John ci sarà oggi?"

"Perché tuo fratello non dovrebbe esserci?"

"Ahh, sì... Che domanda stupida in effetti... Altrimenti perché avresti apparecchiato il tavolo per tre persone? E tra quanto arriverà?"

"Dovrebbe essere qui a momenti... Anzi, deve essere arrivato giusto adesso. Mi è sembrato di sentire un rumore dal salotto" disse la donna con un sorriso; posò momentaneamente da parte il bouquet di fiori del figlio più piccolo per andare ad accogliere il maggiore, ma si ritrovò la strada sbarrata da Roger, il quale sapeva benissimo che la persona che si trovava nell'altra stanza non era John "perché non vuoi farmi passare?"

"C'è una piccola cosa che dovresti sapere prima di passare"

"Ahh, lo sapevo di avere ragione. È successo qualcosa" commentò Mary con un sorriso soddisfatto, perché conosceva molto bene i suoi figli, soprattutto quando tentavano di nasconderle qualcosa, per poi diventare improvvisamente seria "non dirmi che hai portato con te i tuoi gatti e che è stato uno di loro a provocare il rumore di poco prima. Guarda che in salotto ho il servizio da the buono, quello per le occasioni speciali"

"No, loro non ci sono. C'è... Ecco... Non è così semplice da spiegare, forse è meglio se prima di andare di là ti siedi un momento che così ne parliamo con calma"

"Hai appena detto che c'è un ospite in più ed io non dovrei andare ad accoglierlo? Ohh, ma per favore, che assurdità!".

Dal momento che Roger, per qualche strano motivo che non riusciva a comprendere, non voleva spiegarle cosa stava accadendo, Mary prese l'iniziativa proprio come poco prima aveva fatto Carolyne: scostò il secondogenito dalla porta ed entrò nel salotto, scoprendo così che l'ospite in questione non si trattava di un amico del figlio, ma di una donna sconosciuta, che vedeva per la primissima volta.

Una donna alta, dal corpo esile, bionda e vestita con estrema eleganza; l'abito che indossava sembrava semplice solo ad una prima occhiata, perché Mary si rese immediatamente conto che si trattava di un capo d'abbigliamento firmato e molto costoso, che non tutte potevano permettersi di comprare.

Carolyne ricambiò lo sguardo della padrona di casa, ed il suo primo pensiero fu che effettivamente lei ed il figlio più piccolo si assomigliavano in modo quasi impressionante.

Prima che una delle due donne potesse parlare, ed in risposta allo sguardo interrogativo della madre, Roger si posizionò prontamente vicino a Carolyne; stava per passare alle presentazioni ufficiali quando venne interrotto dal rumore della porta d'ingresso che si apriva e si chiudeva, seguito dal rumore di passi, e s'irrigidì nell'udire la voce inconfondibile del fratello maggiore.

John non notò la giovane donna bionda, ma in compenso vide il fratello minore, s'irrigidì a sua volta e cambiò completamente espressione.

"Mi era sembrato di sentire un odore sgradevole appena sono entrato, ma non credevo che tenessi la spazzatura in casa, mamma".

Perfetto, pensò il bassista roteando gli occhi azzurri, le parole di John non lasciavano più spazio ad alcun dubbio: non era intenzionato a perdonarlo, ed accettare l'invito a pranzo era stato solo che un terribile errore; adesso era ancora più profondamente pentito di non essersi dimostrato più fermo nelle proprie convinzioni.

Ma Carolyne, maledizione, era terribilmente testarda. E non gli aveva lasciato altra scelta quando lo aveva messo dinanzi alla prospettiva di trascorrere molte notti in bianco, senza consumare alcun rapporto intimo.

"John, dove stai andando?" chiese Mary, per poi passare immediatamente all'artiglieria pesante visto che non ottenne alcuna risposta da parte del primogenito, che nel frattempo era sparito di nuovo nell'ingresso dell'abitazione; in mezzo al dramma famigliare che si stava svolgendo, a Carolyne non rimase altro se non assistere in silenzio "John Duncan Waters torna immediatamente indietro, non sto scherzando. Ti sei dimenticato che siamo qui per festeggiare il mio compleanno? Vuoi rovinare una delle poche ricorrenze in cui riusciamo ad essere tutti insieme?"

"Io non mi sono dimenticato un bel niente, ma non ho alcuna intenzione di ritrovarmi nella stessa stanza con lui. Figuriamoci mangiare insieme" John tornò indietro per puntare l'indice destro contro il bassista, che non aveva ancora aperto bocca; sul volto del maggiore era impressa un'espressione di risentimento e disgusto così profondi da spingere Carolyne a chiedersi per cosa esattamente i due fratelli avevano litigato. Roger le aveva solo accennato ad un'accesa discussione, ma non si era mai spinto a raccontarle che cosa nello specifico l'aveva scatenata. Era rimasto molto sul vago a riguardo. Ed era strano.

"John, per favore"

"No, mamma, non puoi chiedermi questo. Sai benissimo quello che è successo, come lui si è comportato e cosa ha detto, ed io sono stato chiaro: non voglio più avere nulla a che fare con questo grandissimo pezzo di merda"

"John!" esclamò la donna, alzando la voce e spalancando gli occhi in un'espressione minacciosa; e per apparire ancora più minacciosa appoggiò le mani sui fianchi. Peccato che i suoi figli non erano più bambini e non si lasciavano più intimorire da così poco "ritira immediatamente quello che hai detto! Non puoi rivolgerti a tuo fratello in questo modo, soprattutto a casa mia"

"Perché non posso?" ribatté lui in tono di sfida, con un'espressione arrogante che accentuava la somiglianza fisica che c'era tra lui ed il fratello più piccolo "non ho forse detto la verità? Non si è forse comportato come un grandissimo pezzo di merda che ha preferito una sconosciuta alla sua famiglia?"

"Mi dispiace" le scuse che uscirono dalle labbra di Roger erano in parte sincere ed in parte dettate dal panico perché il fratello aveva iniziato a dire troppo, e non gli era affatto sfuggito come l'espressione di Carolyne si era in parte corrucciata alle parole una sconosciuta; John spalancò gli occhi chiari, gli stessi che aveva anche Roger, ed il disgusto sul suo viso si accentuò.

"Ti dispiace?" ripeté a denti stretti, dimostrando nessuna pietà "davvero? E ti aspetti che io creda alle tue parole? Ti dispiace solo perché hai ricevuto un benservito coi fiocchi, razza di coglione che non sei altro! Ti dispiace perché sei rimasto solo, altrimenti nemmeno saresti qui con quella finta aria da cane bastonato. Vuoi sapere una cosa? Vuoi sapere che cosa penso? Ti sta bene quello che è successo! Ohh, non sai nemmeno quanto ho goduto quando ho visto quelle foto, perché sono state proprio la lezione che meritavi. Ma adesso è troppo tardi. È troppo semplice e comodo chiedere perdono a questo punto, ed io non ne voglio sapere nulla. Avresti dovuto ascoltarmi quando ho provato a metterti in guardia nei confronti di quella troia, ed invece tu hai preferito andare contro il tuo stesso fratello per che cosa, poi? Per una donna che non si è fatta alcuno scrupolo di sfruttarti non appena le si è presentata l'occasione ideale"

"Donna?".

L'intervento di Carolyne attirò su di sé finalmente l'attenzione di John, che dopo averla notata, sollevò le sopracciglia; Roger approfittò del silenzio improvviso per affiancarsi di nuovo alla compagna e per passarle il braccio sinistro attorno ai fianchi: quella era la sua unica occasione per evitare che la situazione in cui si trovava precipitasse ulteriormente.

"Mamma, John, vi presento Carolyne. Carolyne, lei è Mary, mia madre, mentre lui è mio fratello" disse, facendo finalmente le presentazioni ufficiali, per poi rivolgersi a John "hai qualunque diritto di essere ancora arrabbiato con me. Sei libero di provare tutto il risentimento che vuoi, ma per favore non possiamo lasciare da parte quello che è successo tra noi due almeno per oggi, visto che siamo qui per festeggiare nostra madre?".

Il per favore del bassista non si riferiva solo ai festeggiamenti che la discussione stava rischiando di rovinare; la sua era una supplica legata alla presenza di Carolyne, e John lo aveva capito sia dal modo in cui Roger aveva parlato, sia da come aveva stretto a sé la giovane donna e sia dallo sguardo quasi disperato che gli aveva rivolto all'insaputa di lei: aveva perfettamente capito che lo stava pregando di chiudere la discussione in quello stesso istante perché non voleva che Carolyne venisse a conoscenza di quello che era successo un mese prima del loro primo incontro.

Spettava a lui decidere che cosa fare, se dimostrarsi comunque clemente nei confronti del fratello che non aveva esitato a pugnalarlo alle spalle o se continuare ad infierire senza alcuna pietà.

Il giovane uomo si avvicinò al fratello minore e, con grande sorpresa di quest'ultimo, gli passò il braccio destro attorno alle spalle; Roger rimase ulteriormente sconcertato quando vide John sorridere, perché quello non era un atteggiamento che gli apparteneva.

"Ti perdono" disse il maggiore, continuando a sorridere "lasciamoci tutto alle spalle e pensiamo solo a festeggiare, d'accordo?"

"D'accordo" mormorò il più piccolo, più perplesso che sollevato.

John non lo aveva mai perdonato così facilmente, né tantomeno lo aveva mai fatto su propria richiesta.

Il suo atteggiamento era strano, come il suo sorriso, ed ora più che mai non aveva idea di quale tiro meschino doveva aspettarsi da parte sua.










"Allora, dunque... Come vi siete conosciuti?" chiese Mary Waters, nel bel mezzo del pranzo, cedendo finalmente alla propria curiosità e rivolgendo un sorriso al figlio più piccolo ed alla donna che aveva portato con sé; quello che aveva sulle labbra era un sorriso di circostanza: non era ancora riuscita ad inquadrare che genere di persona fosse la giovane donna bionda, avvertiva un certo senso di diffidenza nei suoi confronti ed il fatto che avesse toccato quasi nulla di quello che aveva cucinato per l'occasione non giocava a suo favore.

Un'altra di quelle giovani fissate con la dieta, ecco cosa doveva essere.

"È una storia un po' particolare" rispose Roger, girandosi verso Carolyne con un sorriso al ricordo del commento che Nick gli aveva riportato "ma in poche parole, ci siamo conosciuti perché Carolyne ha preso il posto della nostra vecchia segretaria... E direi che abbiamo fatto un grosso affare"

"George non hai mangiato quasi nulla, prendi qualcos'altro" Mary non riuscì più ad ignorare il piatto altrettanto semivuoto del figlio minore e lasciò che il suo lato apprensivo prendesse il sopravvento "sei dimagrito? Sì che sei dimagrito, l'ho notato subito non appena ti ho visto. Guarda come ti stanno sempre più larghi i vestiti! Scommetto che a casa non mangi quasi nulla! Quanto pesi?"

"Mamma, mangio, non ti preoccupare. Non è colpa mia se brucio in fretta tutto quello che metto nello stomaco. E sai benissimo che non voglio essere chiamato George. Il mio nome è Roger"

"Tesoro, abbiamo già affrontato questo argomento tantissime volte: il tuo nome di battesimo è George, Roger lo ha voluto tuo padre. Io non ero d'accordo"

"Ed è così tanto difficile capire perché voglio essere chiamato Roger?"

"Io penso che suo figlio sia grande abbastanza da poter prendere decisioni come questa, e se preferisce essere chiamato col suo secondo nome rispetto al nome di battesimo, allora lei dovrebbe limitarsi ad assecondare la sua volontà. E personalmente trovo che gli stia meglio il nome Roger rispetto a George. George non dice assolutamente nulla" intervenne Carolyne, prendendo le difese del proprio compagno, ricevendo un'occhiata sorpresa sia da parte sua che da parte di John "e come è adulto abbastanza da prendere una decisione come questa, lo è anche per stabilire se ha mangiato abbastanza oppure no, non crede?"

"Certo che è adulto, ma io sono sua madre. Ed una madre si preoccupa sempre per i propri figli" la risposta secca di Mary non tardò ad arrivare dopo i primi attimi di sorpresa, ed ormai la propria idea se l'era fatta: non conosceva quasi nulla della giovane donna bionda, ma già sapeva di non poter tollerare la sua presenza.

In poche parole, la odiava. A pelle.

Credeva di averla rimessa al proprio posto, di averle fatto capire chi era la padrona di casa che comandava, quando in realtà non sapeva che quello era stato solo che un piccolo assaggio del carattere tosto di Carolyne.

"C'è una sottile linea che separa la preoccupazione dall'ossessione. Una madre dovrebbe essere in grado di riconoscere la differenza e di non superare mai quel confine"

"Quindi, tu e Roger state insieme?" l'intervento tempestivo di John evitò il peggio per un soffio, perché Mary aveva già sgranato di occhi ed era pronta a sfoderare ancora di più gli artigli, ma pose la coppia dinanzi al fatidico momento di raccontare quale verità si nascondeva dietro l'anello che Carolyne indossava sempre, ad eccezione di quando si coricava a letto; Roger si schiarì la gola e passò il braccio sinistro attorno ai fianchi della compagna prima di rispondere con un sorriso smagliante sulle labbra.

"Più o meno. Definirci una coppia è un po' riduttivo" disse, suscitando la perplessità sia della madre che del fratello maggiore "un mese fa le ho fatto la proposta. A breve ci sposiamo, dobbiamo solo organizzare il tutto".

Nella stanza calò un silenzio totale dettato dallo sconcerto, che durò fino a quando Mary non si alzò in piedi e, con voce piatta, chiese (ordinò) al secondogenito di seguirla in cucina per aiutarla con il dolce da servire; naturalmente quella del dolce era solo che una scusa, ed una volta rimasti da soli, la donna lo affrontò subito, con il volto serio e le mani appoggiate sui fianchi.

"Si può sapere che storia è mai questa?"

"Di che cosa stai parlando?"

"Ohh, non ci provare, non con me che sono tua madre!" esclamò la donna di mezz'età, togliendo le mani dai fianchi ed incrociando le braccia sotto il seno "avanti, spiegami che storia è questa. Dopo mesi in cui non mi racconti nulla della tua vita personale, scopro in contemporanea che stai insieme ad una donna e che vi state per sposare! Come dovrei reagire, secondo te?"

"Non potresti essere semplicemente contenta per me?".

Mary spalancò gli occhi dinanzi alle parole del figlio più piccolo, dal suo punto di vista non erano altro che vaneggiamenti.

"George, ascolta" disse allora, dopo una breve pausa, ostinandosi a chiamarlo col nome di battesimo ed ignorando la sua reazione seccata "non so se ti rendi conto della situazione: mi hai appena presentato una donna che frequenti da... Da quanto vi frequentate, esattamente?"

"Un mese"

"Un mese" ripeté Mary, ancora più sconcertata e certa che il figlio più piccolo fosse in preda a dei vaneggiamenti; quella donna doveva avergli fatto un vero e proprio lavaggio del cervello "tu mi hai appena presentato la donna con cui ti frequenti da appena un mese e sei seriamente intenzionato a sposarla. Tesoro, io vorrei davvero essere contenta per te, ma... Ma al momento riesco solo ad essere preoccupata, capisci? Sei stato tanti anni insieme a Judith, il vostro matrimonio è finito poco tempo fa ed in modo brusco, e l'ultima frequentazione che hai avu..."

"Ti prego di non finire la frase" Roger impedì alla madre di terminare la frase ed il suo atteggiamento cambiò drasticamente: il suo volto era diventato tutto d'un tratto più pallido, i muscoli della mascella erano tesi ed aveva rivolto lo sguardo da un'altra parte; quella fu una delle rare volte in cui Mary acconsentì ad un suo volere senza protestare, perché sapeva quanto quella brutta storia era stata un duro colpo per il figlio più piccolo, quanto aveva sofferto ed a maggior ragione le sembrava troppo prematuro per lui impegnarsi seriamente con un'altra donna.

Sposarla, poi, era fuori discussione.

"Quello che intendo dire è: non hai l'impressione di correre un po' troppo? Quanto potete conoscere l'uno dell'altra se formate una coppia da appena un mese? Non ti sembra di essere un po' troppo precipitoso?"

"Io e Carolyne ci conosciamo già molto bene a vicenda"

"Tesoro mio, guarda che non si conosce bene una persona solo perché si va a letto insieme con lei. Non è che forse ti sei buttato a capofitto in questa avventura perché Carolyne in qualche modo ti ricorda Judith, e tu non hai ancora superato la fine del vostro matrimonio?".

Roger prima spalancò gli occhi azzurri e poi scoppiò a ridere davanti alla madre; rise così forte da ritrovarsi gli occhi colmi di lacrime.

"Ma chi pensi di essere? Il mio psichiatra? Stai tentando di farmi una specie di seduta terapeutica? Posso assicurarti che non potresti sbagliarti più di così. È perché entrambe hanno i capelli biondi? Si tratta solo di una coincidenza, perché sono l'esatto opposto l'una dell'altra: Judith era una bambina, Carolyne è una donna adulta. Ed io ho bisogno di una donna adulta, che mi capisca, che mi supporta e con cui posso parlare liberamente di qualunque cosa. Resterai sorpresa di sapere che noi due trascorriamo molto tempo a parlare, non passiamo le nostre giornate a letto"

"Sei certo di non esserti lanciato tra le braccia della prima donna che ha dimostrato un certo interesse nei tuoi confronti per non pensare più alle tue ultime delusioni in amore? Non ho hai fatto per dimenticare Judith o per superare..."

"Ti ho già chiesto una volta di non nominare più quella faccenda" tagliò corto di nuovo il bassista, parlando con un tono di voce più brusco rispetto a poco prima: era già la seconda volta che sua madre faceva riferimento a quella cosa, e se fosse accaduto una terza se ne sarebbe andato via all'istante. Tutti sapevano che non dovevano parlare in sua presenza di quella cosa "mi credi così disperato? Guarda che non è stata Carolyne la prima a dimostrare interesse nei miei confronti, sono stato io a fare il primo passo in avanti e pensa che sono stato addirittura rifiutato in un primo momento. Lei non sapeva neppure chi fossi, ti rendi conto, mamma? Non sapeva chi fossi, quando è stata l'ultima volta che mi è capitata una cosa simile? Come minimo devo andare indietro a dieci anni fa per trovare qualcosa di simile. Non ho mai avuto fortuna con le ragazze come John, perché lui è molto più bello di me. Nettamente più bello di me. Ed adesso mi vogliono solo perché sono un personaggio pubblico e perché ho un conto in banca da capogiro, ma se tornassi ad essere una persona qualunque, mi guarderebbero allo stesso modo? Mh? Carolyne si è interessata a me in quanto persona, e non personaggio. Mi sono innamorato di lei a prima vista. Credo di non dover dare altre spiegazioni a riguardo. E comunque, il mio divorzio da Judith non è così recente: sono passati quasi tre anni, e per me è tutto finito dal momento stesso in cui l'ho sorpresa a letto con quel... Verme".

Mary ascoltò in silenzio le parole appassionate del figlio più piccolo ed emise un sospiro; non dubitava della natura dei suoi sentimenti (glielo leggeva nello sguardo che era innamorato. Forse fin troppo innamorato), ma era profondamente diffidente nei confronti della sua nuova compagna.

"Ti capisco, tesoro, e non chiedo altro che di vederti felice, ma non penso che quella donna sia giusta per te"

"E perché?"

"Perché non mi piace. E non è la persona adatta per te"

"Questo è ridicolo!" esclamò il giovane uomo, scoppiando di nuovo a ridere, rendendosi conto che non si trattava altro che di una questione di gelosia: sua madre era gelosa di Carolyne "tu non la puoi sopportare solo perché anche lei ha un carattere forte ed è stata in grado di ridurti al silenzio, tutto qua. Sei così sostenuta nei suoi confronti perché hai trovato una che ti tiene testa, e riesce anche a tenere testa a me, e vuoi sapere una cosa? Mi piace questo aspetto del suo carattere. Judith, a confronto, era una bambina lagnosa. Sentiamo: e secondo te come dovrebbe essere la persona adatta a me?"

"Quella ragazza..."

"D'accordo, basta così. Basta. Basta. Questo è troppo" il bassista alzò la mano destra, facendo intendere alla madre che doveva zittirsi all'istante; non voleva sentire altro a riguardo, e decise che era arrivato il momento di tornare a casa "mamma, è arrivato il momento che tu capisca un concetto molto semplice e molto importante allo stesso tempo: io non sono più un bambino. Sono un uomo adulto e maturo, del tutto in grado di prendere le proprie decisioni che tu devi rispettare. Io amo Carolyne, voglio stare con lei e voglio sposarla, e lo farò. E qualunque cosa tu possa dire, non mi farà cambiare idea: è una mia decisione, ed in quanto tale devi rispettarla, anche se puoi non condividerla. Ti farò recapitare l'invito alle nostre nozze quando finalmente avremo sistemato gli ultimi dettagli, e sarà una libera scelta decidere se partecipare o meno, ma se non sarai presente sappi che andrai incontro a delle conseguenze: Carolyne ha rinunciato alla propria famiglia per stare con me, e se io devo fare lo stesso per stare con lei... Beh, allora sono pronto a farlo senza la minima esitazione"

"Aspetta un momento, io...".

Roger non voleva ascoltare altro, ed uscì dalla cucina con l'intenzione di prendere Carolyne e di andarsene, ma s'immobilizzò appena dopo aver varcato la porta che divideva la cucina dal salotto: la sua compagna non c'era e lo stesso valeva per John.

E se erano spariti entrambi, poteva solo significare che in quel momento si trovavano insieme da qualche altra parte.

A parlare.












Nello stesso momento in cui Mary chiese a Roger di seguirla in cucina con la scusa di aiutarla con il dolce, John ne approfittò per occupare la sedia vuota del fratello minore e per rivolgere la parola a Carolyne.

"Fumi per caso?"

"Sì"

"Allora ti va di venire fuori a farmi compagnia per una sigaretta? Offro io"

"D'accordo" rispose la giovane donna un po' stranita, ma seguì John senza alcuna esitazione; era certa che non le avesse rivolto quella richiesta per caso ed era curiosa di vedere di che cosa doveva parlarle in privato, lontano dagli occhi e dalle orecchie della madre e del fratello minore.

Qualunque cosa fosse, pensò la bionda mentre usciva in giardino, era evidente che doveva avere a che fare con la notizia del suo imminente matrimonio con Roger; aveva intuito all'istante che Mary non aveva preso bene la notizia (come aveva intuito un certo astio nei propri confronti da parte sua), ma non era riuscita a farsi un'idea altrettanto chiara riguardo John.

Eppure era certa che da lì a pochi istanti avrebbe scoperto anche il suo punto di vista.

In tutta calma, il giovane uomo prese prima un pacchetto di sigarette da una tasca dei pantaloni e poi una confezione di fiammiferi; prese una sigaretta, la passò a Carolyne e, dopo che la giovane donna se la portò alle labbra, gliel'accese.

Sempre con estrema calma, ne accese una seconda per sé, l'avvicinò alla propria bocca ed aspirò una profonda boccata di fumo che rilasciò fuori dalle labbra socchiuse; solo a quel punto si girò verso di lei con un'espressione seria.

"Devo confessarti che in un primo momento sono rimasto sconcertato dalla notizia che tu e Roger avete dato. Tu hai fratelli o sorelle, per caso?"

"Uno, più piccolo. Si chiama William"

"Ahh, allora anche tu conosci molto bene la seccatura di avere un fratello minore. Comunque, dicevo, cerca di metterti nei miei panni e prova a pensare se tuo fratello ti presentasse la sua nuova compagna, di cui ignoravi completamente l'esistenza, e ti annunciasse che sono in procinto di sposarsi. Immagino che anche tu saresti sconcertata, giusto?"

"Immagino di sì"

"Però ho osservato anche molto attentamente mio fratello durante il pranzo e non mi sono sfuggite né le attenzioni che ti riservava né gli sguardi ed i sorrisi che ti rivolgeva, né il braccio che di tanto in tanto ti passava attorno ai fianchi. L'ho visto preso come non accadeva da tempo. Credo che sia proprio innamorato di te" improvvisamente l'espressione seria di John si trasformò in un sorriso divertito "e poi, beh, non solo non ti sei lasciata intimidire da nostra madre, ma sei riuscita perfino a zittirla, cosa che in tutti questi anni non è mai accaduto. Ed è stato parecchio forte"

"Stai dicendo che non sei contrario al nostro matrimonio?" domandò la giovane donna, sorpresa ed incredula perché si aspettava parole diverse, e lui annuì, continuando a sorridere.

"Forse state correndo un pochino in fretta rispetto a quelli che sono i tempi consueti, ma in fin dei conti chi sono io per giudicare? So solo che sono passati anni dall'ultima volta che ho visto Roger così felice in compagnia di una donna. Così... Sereno. Sì, credo che la parola giusta sia sereno. Penso che l'ultima volta in cui l'ho visto così contento risalga ai primi tempi della sua relazione con Judith, la sua ex moglie, quando erano solo due ragazzini di sedici anni".

Per un momento la bionda venne colta dall'impulso di chiedere a John qualcosa in più riguardo al matrimonio di Roger ed alla sua ex moglie, dato che si conoscevano fin dall'adolescenza, ma poi ci ripensò e preferì concentrarsi su alcune delle parole che aveva sentito e che le avevano fatto apparire un sorriso sulle labbra.

"Davvero è da tempo che non vedi tuo fratello così felice?" domandò, contenta e sollevata che almeno il suo futuro cognato fosse dalla loro parte; non si sarebbe lasciata comunque abbattere da dei pareri negativi, avrebbero entrambi continuato per la propria strada, ma quello rendeva almeno in parte la situazione più semplice.

Solo in parte, però, perché entrambi avevano la propria madre che non approvava la loro scelta di sposarsi.

"Sì, dico davvero" confermò il maggiore dei fratelli Waters, appoggiandosi alla staccionata dell'abitazione e rivolgendo lo sguardo verso la strada "ed anche se ti conosco da poche ore, e non so quasi nulla sul tuo conto, posso già dire con certezza che sei il toccasana di cui Rog aveva bisogno... Sei arrivata al momento giusto, Carolyne. Aveva bisogno di qualcuno come te che gli facesse dimenticare quella troia che prima lo ha trattato come un burattino e poi gli ha spezzato il cuore senza alcun ritegno, nel peggiore dei modi, vendendo la loro storia... Ohh, beh, sempre se quella che c'è stata tra loro due può essere chiamata storia. Io gliel'avevo detto fin dal principio, fin da quando quella stronza gli aveva chiesto quell'assurdo favore per la sorella malata, di non accettare perché da una cosa simile non poteva uscirne nulla di buono. Lui, come sempre, non ha voluto ascoltarmi ed alla fine, però, si sono visti quali sono stati i risultati"

"Che cosa?".

Il tono interrogativo di Carolyne spinse John a voltarsi di nuovo verso di lei e vide che il suo viso era perplesso tanto quanto lo era la sua voce; di rimando, sul suo apparve un'espressione di sorpresa: era chiaro che la giovane donna stava sentendo quella storia per la prima volta.

"Mio fratello non ti ha raccontato nulla della persona che ha frequentato prima di conoscerti?"

"Solo qualche piccolo accenno" mormorò lei, con le sopracciglia corrucciate, ripensando alla confessione che il compagno le aveva fatto la sera del suo compleanno, quando si trovavano in macchina sul ciglio di una strada deserta e poco illuminata "ma si è rifiutato di scendere nei dettagli".

Le parole di Carolyne suscitarono un sorrisetto ironico in John.

"Non faccio fatica a crederci. Penso che chiunque si ritrovi a vivere un'esperienza simile poi non sia così ansioso di raccontarla a qualcuno. Ma tutto questo avrebbe potuto essere evitato se solo mi avesse ascoltato. Ho cercato in tantissime occasioni di far capire a Roger quale era l'enorme errore che stava commettendo, ma pensi che sia servito a qualcosa? Figuriamoci! Ed infatti è per colpa di quella stronza che gli ha spezzato il cuore se abbiamo smesso di parlarci per mesi e mesi, perché è riuscita a fargli un lavaggio del cervello così profondo e totale da spingerlo a preferire lei alla sua stessa famiglia" il giovane uomo scosse la testa con una smorfia sulle labbra "mi auguro che tu riesca a tenergli testa proprio come oggi ci sei riuscita con nostra madre e che riuscirai a fargli capire quando s'impunta con un'idea sbagliata. Forse sarà più propenso ad ascoltare te perché il tuo parere viene dall'esterno"

"Quindi tu e Roger avete litigato per colpa della sua ultima relazione?"

"Sì, perché?"

"Perché lui mi ha raccontato che avete smesso di parlarvi perché tu hai cercato d'imporre il tuo volere sul suo per l'ennesima volta" spiegò lei, con un'espressione ancora più corrucciata "ma ora che ci penso meglio, anche riguardo questa faccenda non mi ha fornito molti dettagli"

"No, io e Roger non abbiamo litigato per questo motivo, ma perché ha preferito credere alle parole di una sconosciuta che non ha fatto altro che usarlo per mesi, che a quelle di suo fratello. Puoi fidarti di quello che ti sto raccontando".

E Carolyne si fidava delle parole di John, il suo futuro cognato. Anche se quella era la prima volta che si vedevano e parlavano.

"Puoi raccontarmi quello che sai riguardo questa donna?"

"Lo farei volentieri, ma credo che questo compito spetti a qualcun altro" John guardò qualcosa alle spalle di Carolyne e quest'ultima si girò appena in tempo per vedere che Roger li aveva quasi raggiunti; stava camminando a passo veloce, come se volesse cancellare in fretta la distanza che c'era tra loro tre.

Che avesse paura che stessero parlando proprio della sua ultima relazione?

"Ehi" non appena li raggiunse, Roger rivolse un sorriso al fratello maggiore ed alla compagna; il primo ricambiò, ma lo stesso non valse per la seconda, che al contrario gli rivolse uno sguardo serio "mi sono forse perso qualcosa?".











Roger aveva notato come Carolyne non aveva ricambiato il suo sorriso, aveva notato lo sguardo che gli aveva rivolto ed il silenzio assoluto che aveva regnato in macchina per tutto il tempo del viaggio di ritorno gli era pesato sul petto e sulle spalle come un macigno; aspettò, con ansia crescente, che la giovane donna dicesse qualcosa, qualunque cosa, riguardo al pranzo, ma quando arrivarono al suo appartamento ancora non aveva aperto bocca.

Si era trincerata dietro un silenzio che il bassista non sapeva come interpretare e che diventava sempre più opprimente, ed alla fine, per non impazzire, ci pensò proprio lui a spezzarlo dopo aver richiuso la porta d'ingresso alle proprie spalle.

"Mia madre non è stata proprio contenta della notizia che le abbiamo dato, ma lo avevo già previsto e sarei stato sorpreso del contrario. Quando mi ha chiesto di seguirla in cucina, mi ha detto di essere molto preoccupata per me e questo dimostra solo che ancora non riesce ad accettare che adesso io sia un uomo adulto. Secondo lei stiamo correndo tropo in fretta, ma io ho capito che il vero problema è che finalmente ha trovato un'altra donna in grado di tenerle testa e questo proprio non riesce a sopportarlo. È stato forte, sai? Mai nessuna prima d'ora era riuscita a chiuderle la bocca in quel modo"

"Tuo fratello mi ha detto parole molto simili quando siamo usciti in giardino" Carolyne si stava togliendo la giacca e gli dava le spalle, di conseguenza Roger non riusciva a vederle il viso, ma il tono in cui aveva parlato non prometteva nulla di buono; senza rendersene conto, in preda all'agitazione, il bassista iniziò a spostare il peso del corpo da un piede all'altro.

"Ahh, quindi avete parlato di questo? E... Come mai siete usciti? Avete deciso di andare a prendere una boccata d'aria?"

"Abbiamo parlato anche di questo" precisò la bionda, voltandosi finalmente a guardare negli occhi il compagno: l'espressione che aveva stampata in viso decisamente non prometteva nulla di buono "Roger, puoi sederti sul divano un momento?"

"Perché?"

"Perché dobbiamo parlare"

"Ohh!" esclamò il bassista, abbassando lo sguardo sulle chiavi della macchina che aveva ancora in mano e con cui prese a giocherellare nervosamente; un tempo lo avrebbe fatto con i numerosi anelli metallici che era solito indossare, ma da quando facevano ufficialmente coppia fissa, Carolyne gli aveva fatto capire che era il momento di riporli in un cassetto e di non tirarli più fuori perché erano troppo da ragazzino ribelle, e lui ormai era un uomo adulto da diverso tempo. E lo aveva convinto anche a dare un'ulteriore sistemata ai capelli, che ora gli scendevano scalati e più leggeri fino alla base del collo "accidenti... Che pessima scelta di parole... Lo sai che una frase simile non porta mai a nulla di buono? Devo preoccuparmi per qualcosa che non so di avere fatto?"

"Non lo so, dimmelo tu" rispose Carolyne, indicando il cuscino libero del divano; lentamente, al giovane uomo non rimase altro che mettere in tasca la chiave ed andare incontro al proprio destino "Roger, sai perché il mio secondo matrimonio è finito?"

"Perché hai scoperto il tuo ex marito a letto con un'altra donna?" rispose, titubante, lui dopo averci pensato per qualche istante, chiedendosi perché la sua compagna gli avesse rivolto quella strana domanda.

Cosa diavolo si era inventato John per prendersi la propria vendetta?

Ecco perché lo aveva perdonato dopo essersi accorto della presenza di Carolyne: il suo non era stato un atto di clemenza, semplicemente si era reso conto di avere tra le mani l'occasione giusta per pareggiare i conti.

"Sì, ma non è questo l'unico motivo. Era da un po' di tempo che nutrivo dei sospetti nei confronti della fedeltà di mio marito e proprio qualche giorno prima che lo scoprissi in atteggiamenti inequivocabili con una sconosciuta, l'ho affrontato chiedendogli se mi stesse tradendo, e lui, guardandomi dritto negli occhi, ha giurato e spergiurato che non c'era nessun'altra perché amava solo me. Mi ha mentito senza alcun pudore ed io ho perso tutta la fiducia che nutrivo nei suoi confronti, e quando si perde la fiducia nei confronti di una persona, allora non c'è più nulla che possa essere recuperato. È finita, per sempre. Tu sarai sempre sincero nei miei confronti?"

"Sì" mormorò il bassista, con la schiena percorsa da brividi freddi.

"E non vuoi che perda la fiducia che nutro nei tuoi confronti, vero?"

"No" la voce di Roger si era trasformata in un sussurro strozzato, e le labbra gli tremavano così violentemente che si ritrovò costretto a restare in silenzio per qualche istante prima di continuare "ma perché mi stai facendo questi strani discorsi? È una sorta di preludio per dire che vuoi lasciarmi?"

"No, non voglio lasciarti!" esclamò la giovane donna, spalancando gli occhi scuri perché il suo discorso era stato travisato; Roger rilassò un poco i muscoli delle spalle, ma aveva l'impressione che non era ancora finita. Che il peggio doveva ancora venire. E stava proprio per arrivare "ma vorrei che mi dessi prova che le tue non sono solo parole al vento, come quelle di tanti altri uomini, e che per prima cosa mi spiegassi per quale motivo tu e tuo fratello non vi siete parlati per mesi interi".

Eccolo lì, il peggio era arrivato.

Un tranello. Quello di Carolyne era un tranello, e doveva prestare la massima attenzione alle successive parole che avrebbe pronunciato perché poteva cascarci al più piccolo passo falso commesso.

Lei sapeva, glielo leggeva in faccia, ma la vera domanda era: quanto con esattezza sapeva? John le aveva solo che accennato qualcosa in più o le aveva raccontato tutta quanta la verità?

"Che cosa ti ha detto mio fratello?"

"Abbastanza da farmi capire che non sei stato sincero fino infondo nei miei confronti" rispose la bionda, risentita "mi ha detto che non è vero che avete litigato perché ti vede ancora anche lui come un bambino, ma per colpa della donna con cui sei stato prima di me"

"Mh" Roger scostò lo sguardo da Carolyne, lo rivolse verso il pavimento e s'irrigidì, come sempre accadeva quando veniva fatto il più piccolo cenno a quella faccenda che voleva solo che cancellare; peccato che continuasse a dargli il tormento anche a mesi di distanza, anche adesso che aveva trovato una persona con cui voleva davvero stare, diversa da tutte le altre.

Il silenzio del bassista ed il suo cambio drastico di umore spinsero la bionda ad insistere ancora di più per conoscere finalmente la verità su quella storia di cui lui non voleva parlare.

"Mi ha detto che questa persona ti ha fatto un vero e proprio lavaggio del cervello, e mi ha anche detto che prima ti ha usato e poi spezzato il cuore... Ha anche accennato qualcosa riguardo al fatto che questa persona avrebbe venduto la vostra storia e che tutto è iniziato perché hai dovuto fare un favore a sua sorella..." la giovane donna si fermò in attesa di una risposta, ma Roger continuava a fissare il pavimento "ho capito che si tratta di una questione che ti fa soffrire e di cui non vuoi parlare, ma forse ti sentirai meglio proprio a parlarne con qualcuno. Vorrei sapere che cosa è successo, visto che riguarda la persona con cui sei stato prima di me. Se non ne vuoi parlare, potrei anche iniziare a pensare che ti fa soffrire così tanto perché provi ancora dei sentimenti per questa persona".

Finalmente Carolyne riuscì ad ottenere una reazione da parte del compagno, e si trattò di una breve risata sarcastica e vuota.

"Ti assicuro che gli unici sentimenti che provo tutt'ora per questa persona non hanno nulla a che vedere con l'amore. Appartengono di più alla sfera dell'odio e del disprezzo" commentò subito dopo, per poi girare il viso verso Carolyne "per te è così importante sapere quello che è successo con questa persona?"

"Sì, Roger, lo è"

"E va bene, d'accordo" il bassista emise un sospiro, si lasciò andare contro lo schienale del divano ed iniziò a raccontare tutto quanto ad occhi chiusi, perché per lui era più semplice farlo in quel modo. O così voleva illudersi che fosse "la persona in questione di cui stiamo parlando era un'amica d'infanzia di Rick, uno dei miei compagni di band. Non so se ti ricordi di lui: è quello con i capelli castani, piuttosto taciturno. Ho detto era perché per vari motivi hanno troncato il loro rapporto di amicizia. Lei, in realtà, ha voluto troncarlo di netto quando ha scoperto che suo marito la tradiva e che Rick sapeva tutto quanto, ma lo ha coperto perché era anche amico suo... Ad ogni modo, io e lei abbiamo iniziato ad avvicinarci perché ha scoperto che sua sorella era molto malata e siccome aveva un debole per me, voleva che io fossi gentile nei suoi confronti e...".

Ben presto Roger si rese conto che tenere gli occhi chiusi non lo aiutava affatto.

Nella propria mente, all'improvviso, rivide Jennifer seduta sulla spiaggia di Brighton, con il viso rivolto verso le onde del mare, le braccia attorno alle ginocchia ed i capelli mossi dalla brezza fresca; era stato proprio in quella spiaggia che la giovane si era lasciata sfuggire di essere innamorata di lui, ed era stato quella sera stessa che avevano consumato il loro primo rapporto intimo completo.

Jennifer gli aveva confessato di essere innamorata, e lui non le aveva mai dato una risposta in merito; non le aveva mai detto che cosa sentiva di rimando, e se sentiva qualcosa, perché ad ormai due anni di distanza non era ancora riuscito a fare chiarezza dentro sé stesso.

L'immagine di Jennifer seduta sulla spiaggia venne sostituita da quella della giovane seduta su un letto d'ospedale, che lo guardava con un'espressione sofferente e disgustata; quel ricordo risaliva all'ultima conversazione in assoluto che avevano avuto, e lei se ne era andata con la convinzione di essere stata presa in giro.

E non c'era più stata occasione per chiarirsi.

Il giovane uomo riaprì gli occhi con il viso pallido e sudato, poco prima che Carolyne allungasse una mano per sfiorargli una guancia.

"Di questo preferisco non parlare" tagliò corto lui, rifiutandosi di parlare ancora di Jennifer "ad ogni modo, io e lei ci siamo avvicinati dopo la scomparsa di sua sorella, e dato che entrambi eravamo appena usciti da un brutto divorzio, in un primo momento, di comune accordo, abbiamo deciso di vivere la nostra storia alla giornata, ma poi la situazione è cambiata. O almeno per me lo era. Vivevamo la nostra frequentazione di nascosto perché lei preferiva che non fosse di dominio pubblico perché... Perché preferiva così, ma io ad un certo punto mi sono stancato di questa situazione, l'ho messa dinanzi ad una scelta e... Lei ha scelto. Di andarsene. Se ne è andata, dandomi un bel servito coi fiocchi".

Il bassista si ritrovò costretto a fare una pausa prima di proseguire con la parte più dura di tutto il racconto, e ne aveva già omesso parecchie altre per non far emergere troppi ricordi dolorosi; era già abbastanza difficile così, perché stava costantemente lottando contro le immagini che volevano formarsi nella sua testa.

Tutte che avevano a che fare con lei, la persona che aveva tradito la sua fiducia e di cui non voleva sentire parlare; la odiava così tanto per quello che gli aveva fatto, che addirittura non pronunciava il suo nome dal giorno in cui aveva scoperto come aveva chiuso la loro storia.

"Qualche mese prima della fine della nostra storia, abbiamo fatto un viaggio in Grecia, perché lì possiedo una casa. E durante quel viaggio in Grecia ho... Diciamo che ho commesso una cazzata, ma l'ho fatto in buona fede perché allora riponevo ancora la mia fiducia in lei. Ho... Ho accettato di posare per un servizio fotografico spinto, molto spinto, insieme a lei e... E qualche mese dopo, ho appreso che la nostra storia era finita perché in una rivista era stato pubblicato l'intero servizio fotografico. La mia famiglia, i miei compagni di band e gran parte dell'Inghilterra ha visto scatti artistici in cui non indossavano alcun indumento ed altri in cui facevo sesso con lei. Ahh, ed ovviamente insieme alle foto c'era anche un lungo articolo in cui la nostra storia era stata ampliamente descritta nei più piccoli dettagli. Riassumendo il tutto in poche parole: quando si è stancata di me, ha venduto la nostra storia per guadagnarci un bel po' di soldi contanti e da quel momento è sparita dalla mia vita. Ed a distanza di quasi un anno, ancora non so perché lo abbia fatto. Se voleva porre fine alla nostra storia, perché non me l'ha semplicemente confessato? Perché arrivare a tanto dopo tutto quello che ho fatto per lei? Le sono stato affianco in uno dei momenti peggiori della sua vita, ho cercato in qualunque modo di aiutarla ad andare avanti e questo è stato il risultato che ho ottenuto: un bel sputtanamento coi fiocchi"

"Roger, mi dispiace..."

"No, non mi servono queste parole perché non me le merito affatto. Quello che mi merito è stato proprio ciò che lei mi ha fatto, perché in tanti avevano provato ad avvertirmi, ma io non ho voluto dar retta a nessuno. È vero quello che ti ha raccontato John, è andata proprio così: lui più di tutti ha cercato di farmi aprire gli occhi, ma io non ho voluto credergli. Ed ho quasi rovinato per sempre il nostro legame" Roger emise un sospiro e si passò la mano destra sugli occhi, con un gesto stanco; parlare di quei mesi era dura, perché solo adesso si rendeva conto di quanto stupido era stato e si chiedeva perché diavolo non aveva voluto ascoltare il fratello maggiore "non vale molto e non è una giustifica al mio comportamento perché so di avere sbagliato, ma ora capisci perché ho reagito così male quando per puro caso ho scoperto quali erano le tue vere origini? Ho subito ripensato a questa brutta storia, temevo che anche tu volessi prenderti gioco di me ed ho agito di conseguenza. Ma sono stato un vero stupido, perché avrei dovuto parlartene... Solo che... In quel momento..."

"In quel momento ti è sembrato di trovarti di nuovo nella stessa situazione che stavi provando a lasciarti alle spalle" completò la frase Carolyne, in tono comprensivo e con un'espressione dispiaciuta; John le aveva fatto capire molto bene che l'ultima relazione di Roger non era finita affatto in modo piacevole, ma quello che ora lui le aveva raccontato superava di gran lunga ciò che aveva immaginato. E lo capiva. Adesso vedeva in modo diverso il comportamento sbagliato che aveva avuto nei suoi confronti, perché al posto suo con ogni probabilità avrebbe agito nello stesso modo per tutelarsi da altra sofferenza. E per dimostrare che non era arrabbiata con lui e che era dalla sua parte, lo invitò a girare il viso verso di lei e gli accarezzò la guancia destra "perché finora non hai mai voluto parlarmene?"

"Non è una storia piacevole da raccontare"

"Hai sofferto molto?"

"Io mi fidavo di questa persona, Carolyne. Mai e poi mai avrei immaginato che potesse tradirmi in questo modo. Pensavo fosse impossibile, ed invece è riuscita perfino a superare la mia ex moglie".

Carolyne ascoltò il commento sarcastico del compagno, abbassò lo sguardo sull'anello di fidanzamento che le aveva regalato un mese prima, lo sfiorò con le dita della mano destra e sollevò di nuovo gli occhi; sul suo viso era impressa un'espressione seria, ed ebbe un piccolo tentennamento prima di socchiudere le labbra e formulare una domanda riconducibile all'improvvisa stretta che avvertiva all'altezza della bocca dello stomaco.

"E pensi che sia una buona idea procedere con il matrimonio?".

Il bassista sgranò gli occhi all'istante, assumendo un'espressione così buffa che se le circostanze non fossero state così serie, la giovane donna sicuramente sarebbe scoppiata a ridergli in faccia.

"Perché mi chiedi questo?"

"Perché non so se hai davvero superato questa storia, visto che è accaduta poco tempo fa e..." la bionda esitò una seconda volta prima di trovare il coraggio di proseguire "ed ora non riesco a scacciare dalla mia testa l'idea che hai iniziato a frequentare me solo per toglierti dalla testa questa donna che ti ha fatto soffrire così tanto".

Carolyne sentì le mani di Roger sulle proprie guance, ed un attimo dopo le labbra di lui erano posate sulle sue; non oppose alcuna resistenza al bacio, anzi: chiuse subito gli occhi, rilassò i muscoli delle spalle e rispose al bacio.

E lasciò che fosse lui il primo ad allontanarsi per riprendere fiato.

Roger appoggiò la fronte contro quella di Carolyne e le accarezzò il viso con entrambe le mani.

"Non voglio mai più sentire parole simili uscire dalle tue labbra perché non è così. Tu non sei un ripiego, Carolyne, non lo sei mai stata fin dall'inizio. Non immagini nemmeno quanto sia cambiata la mia vita da quando ti ho conosciuta, ed in meglio ovviamente. Quella persona non esiste più per me dal momento stesso in cui ha tradito la mia fiducia in quel modo così disgustoso, e di certo, come ti ho già assicurato, gli unici sentimenti che sento nei suoi confronti hanno a che fare con l'odio ed il disgusto. Per me esisti solo tu, e l'anello che un mese fa ti ho messo al dito dimostra solo quanto siano serie le mie intenzioni nei tuoi confronti. Io voglio stare con te, e con nessun'altra. Per sempre".

La giovane donna sorrise e passò le braccia attorno alle spalle del bassista; nessuno prima d'ora le aveva mai rivolto parole simili e sperava con tutta sé stessa che se qualcuno doveva rivolgergliele, allora doveva essere proprio Roger.

L'uomo di cui era perdutamente innamorata.

"Ti prego, dimmi che non tradirai mai la mia fiducia" mormorò poi, ad occhi chiusi, accarezzandogli il viso lungo e magro, soffermandosi sugli zigomi sporgenti "dimmi che io sarò davvero l'unica per sempre e che non tradirai la mia fiducia. Ti prego, assicurami che sarai diverto dagli uomini con cui sono stata finora, perché non riuscirei mai a sopportare una delusione simile da parte tua"

"Non succederà mai. Te lo prometto, Lyn" disse il bassista, con la massima serietà, usando il soprannome affettuoso con cui William si rivolgeva da sempre alla sorella; fu il turno di Carolyne di appropriarsi delle labbra del giovane uomo, e lo trascinò con sé sopra i morbidi cuscini del divano lasciando intendere che non era intenzionata a fermarsi a qualche semplice bacio, e lui dimostrò di essere perfettamente d'accordo allontanandosi momentaneamente dalle sue labbra per togliersi la camicia e per aiutare lei a liberarsi del vestito che indossava.

C'erano numerosi particolari che Roger aveva volontariamente omesso nel suo racconto, come per esempio il fatto che Ginger per diverso tempo fosse stata la fotografa personale della band e che il suo ex marito era David; per un momento era stato tentato di fare quelle due piccole precisazioni, insieme a molte altre, ma poi qualcosa lo aveva fatto desistere appena in tempo, ci aveva ripensato ed aveva preferito tacere.

Non c'era motivo di creare dell'inutile turbamento in Carolyne, visto che la persona in questione non faceva più parte né della sua vita né delle dinamiche del gruppo.

Era un capitolo chiuso, che apparteneva al passato, e tale sarebbe rimasto.

Per sempre.

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