*15*

John non parlava con suo fratello dalla sera del loro violento litigio; era ancora fermamente convinto di tutto ciò che aveva detto e riteneva di non essere lui quello che doveva fare il primo passo per chiedere scusa. E riteneva anche che Roger meritasse una bella lezione. Si trovava alla guida del proprio taxi, a fumare una sigaretta prima dell'inizio del turno, quando per puro caso la sua attenzione si concentrò su un'edicola all'aperto.

A Mary accadde una cosa simile mentre si stava recando a svolgere alcune commissioni: anche nel suo caso lo sguardo le cadde per pura coincidenza su un'edicola all'aperto.

Nick si stava ancora vestendo in camera quando venne raggiunto da Lindy, visibilmente agitata da qualcosa che il giovane uomo non riusciva a comprendere.

Rick, invece, si trovava già in cucina per la colazione, insieme ai figli, quando Juliette gli si avvicinò in uno stato simile e gli fece capire che doveva parlargli in privato, lontano da Gala e Jamie.

Anche Virginia si trovava in cucina quando vide quella stessa cosa; i suoi occhi azzurri si spalancarono e si ritrovò costretta a sfogliare più e più volte le pagine della rivista che aveva tra le mani prima di realizzare che non si trattava di un'allucinazione, ma della realtà, ed a quel punto girò il viso verso David, che si trovava in salotto ad effettuare una chiamata.

Era visibilmente alterato perché non riusciva a mettersi in contatto con Ginger: la sua ex moglie sembrava essere sparita dal giorno precedente, e difatti Keith e Demi si trovavano momentaneamente da lui; ormai aveva perso il conto di tutte le chiamate che aveva provato ad effettuare, ed anche quella si rivelò essere un enorme buco nell'acqua perché non ottenne alcuna risposta.

Apparentemente, la giovane non era né a casa né in negozio, e Pamela gli aveva già ripetuto diverse volte di non avere la minima idea di dove potesse essere la figlia adottiva.

"Cazzo!" esclamò il chitarrista, sbattendo la cornetta contro il supporto di plastica "niente ancora. Si può sapere questo che cosa significa?"

"David".

David si voltò verso Virginia e la vide seduta sul divano, con una strana espressione in viso, e con stretta nella mano sinistra quella che a prima vista sembrava essere una rivista arrotolata; la giovane posò la mano destra sul cuscino vuoto affianco a quello che lei occupava.

"Siediti qui, c'è una cosa che forse è meglio se vedi" disse, battendo le dita contro la stoffa del cuscino "ma devi promettermi che non andrai fuori di testa non appena te la farò vedere".

A Pamela Rose Anderson andò in modo diverso, ma non per questo migliore: aveva trascorso il giorno precedente e la maggior parte della notte alla ricerca disperata dell'unica figlia che le era rimasta, e proprio a causa della stanchezza, quando scese al pianoterra, in un primo momento quasi non vide la busta bianca posata sopra al tavolo della cucina, indirizzata proprio a lei, salvo poi fiondarsi su essa, non appena riconobbe la calligrafia di Ginger, ed aprirla con mani tremanti e con trepidazione, con la speranza di trovare al suo interno le risposte che stava cercando.

E le trovò, ma non erano quelle che desiderava leggere.











Quando Roger aprì gli occhi, in un primo momento non si preoccupò del posto vuoto affianco al suo; immaginava che Ginger si stesse facendo una doccia o che fosse scesa in cucina per preparare la colazione ad entrambi, ma si ritrovò costretto a ricredersi non appena si accorse che sia il bagno che la cucina erano vuoti, e sopra al tavolo non c'era nulla.

Non c'era neppure una teiera con del the già fatto sopra i fornelli.

Provò a chiamare la giovane per nome, alcune volte, ma non ottenne alcuna risposta se non il silenzio più assoluto, come se fosse completamente solo in casa; si rese conto la sua non era solo che una semplice impressione quando, per puro caso, attraverso la finestra della cucina vide che affianco al garage non c'era più la macchina di Ginger: la giovane se ne era andata senza avvisarlo e senza lasciargli neanche un piccolo bigliettino.

Il giovane uomo sentì subito un moto d'irritazione verso Ginger, ma si costrinse a reprimerlo per cercare di analizzare la situazione in modo oggettivo ed a mente lucida: non avevano litigato, non avevano discusso, non si erano insultati a vicenda e non erano andati a letto arrabbiati. Anzi, avevano perfino fatto l'amore. Quindi, non aveva alcun senso anche solo pensare che Ginger se ne fosse andata così furtivamente perché non voleva avere più nulla a che fare con lui. Non aveva senso pensare che era scappata perché non aveva nessun motivo per farlo. Molto probabilmente se ne era andata senza dirgli nulla perché voleva affrontare la madre adottiva da sola senza metterlo in mezzo, e si sarebbe fatta sentire una volta chiarito tutto quanto con lei.

Quel ragionamento gli appariva così sensato e giusto che il bassista si tranquillizzò immediatamente e si preparò la colazione senza più pensare alla giovane ed alla sua strana 'fuga', ed altrettanto tranquillamente uscì di casa per recarsi agli Studi di Abbey Road; mentre chiudeva la porta d'ingresso a chiave, gli sembrò di sentire il telefono squillare dal salotto, ma non ci fece veramente caso, convinto di essersi sbagliato.

Nessuno, d'altronde, era solito chiamarlo a quell'ora della mattina, e se proprio si trattava di una reale emergenza, allora avrebbero provato a ricontattarlo più tardi.

Iniziò a notare qualcosa di strano solo all'interno di Abbey Road, per la precisione gli sembrò di notare che le persone che incontrava smettessero di parlare nel momento stesso in cui si accorgevano della sua presenza, ma di nuovo non ci fece veramente caso fino a quando non entrò in mensa per sedersi davanti a Rick e Nick: non solo anche loro si zittirono all'istante, ma vide di sfuggita il batterista togliere qualcosa da sopra il tavolo.

Il bassista si girò verso l'entrata della mensa e gli sembrò di vedere qualcuno, forse anche più persone, sparire velocemente; quando tornò a guardare i suoi compagni di band, aveva sul volto un'espressione seria, corrucciata e confusa.

Possibile che tutte quelle persone ce l'avessero con lui o si trattava solo di una paranoia personale?

Adesso era arrivato al punto di pensare che tutti gli nascondessero qualcosa e lo guardassero con sospetto?

"Si può sapere che cosa sta succedendo?" sapeva di non poter chiedere nulla alle altre persone perché aveva l'impressione che non avrebbero parlato perché intimoriti dalla sua presenza, ma sapeva altrettanto bene che invece in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a tirare fuori la verità dai suoi compagni; dallo sguardo che Mason e Wright si scambiarono, però, si rese conto di non trovarsi davanti ad un'impresa semplice: non avevano le facce di chi era intenzionato a svuotare il sacco.

"Di che cosa stai parlando?" domandò, infatti, il batterista, ma Roger aveva già previsto una mossa simile da parte sua.

"Risparmiatemi questi giochetti stupidi perché non ho tempo da perdere. È da quando sono entrato che ho l'impressione che la gente smetta di parlare in mia presenza e che mi guardi in modo strano, e ne ho avuta la conferma quando anche voi vi siete zittiti all'istante non appena mi avete visto avvicinarmi, quindi potete semplicemente dirmi che cosa sta succedendo e basta? Che cosa ho fatto?".

Nick e Richard si scambiarono un'occhiata e rimasero in silenzio; l'uno guardava l'altro perché nessuno dei due aveva il coraggio di parlare per primo.

"È meglio che lo sappia da noi prima che lo scopra da solo" disse infine Mason, parlando sorprendentemente per primo, per poi spostare lo sguardo su Waters "Rog, tu... Tu non hai sfogliato nessun giornale questa mattina?"

"Che cos'è che dovrei sapere? Perché dovrei aver letto un giornale?" chiese Roger, sempre più irritato, ripensando poi a quello che Nick aveva fatto sparire velocemente da sopra il tavolo "se ti stai riferendo alle riviste in generale, sai meglio di me che non leggo quella roba. È solo spazzatura"

"Beh, credo che in questo caso dovresti fare un ec..." Wright si bloccò a metà frase, spalancò gli occhi ed allungò la mano destra "no, no, no, fermo!".
Roger stava per chiedere a Richard perché avesse cambiato improvvisamente espressione e gli avesse detto quelle parole senza senso (non riusciva neanche a capire a cosa si stesse riferendo e perché doveva stare fermo, visto che lo era già), ma non ci riuscì perché venne letteralmente trascinato a terra da qualcosa di simile ad una forza inarrestabile; pensò addirittura che gli fosse crollato addosso un pezzo di soffitto prima di rendersi conto che si trovava a terra perché era stato aggredito da qualcuno, e che le parole di Rick erano rivolte a quella persona, e non a lui.

E quella persona, che ora si trovava sopra di lui e lo teneva bloccato contro il pavimento, era David.

E prima ancora che potesse realizzare quello che stava per succedere, ricevette un pugno in pieno volto.

Seguito subito da un altro.

Ed un altro ancora.

Ed un altro ancora.

David continuava a colpirlo così in rapida successione da non lasciargli il tempo di sentire il dolore dei pugni; in compenso, sentì un'enorme confusione attorno a loro, una voce (forse quella di Rick) che intimava il chitarrista di fermarsi immediatamente e poco dopo non c'era più nessuno a picchiarlo selvaggiamente e ad impedirgli di muovere un solo muscolo del corpo.

A fatica riuscì a tirarsi su col busto ed a sedersi, qualcuno gli posò una mano sulla spalla sinistra e gli chiese qualcosa che suonava come un va tutto bene? Hai qualcosa di rotto?, ma lo ignorò completamente e si portò la mano destra sul viso, che adesso iniziava a pulsare; quando l'allontanò, vide che il palmo era sporco di sangue.

Sangue.

Stava perdendo sangue.

O dalla bocca. O dal naso. O da entrambi. Non riusciva a capirlo.

La persona a suo fianco, Nick, adesso lo stava scrollando per la spalla sinistra e gli stava dicendo qualcos'altro, ma l'ignorò ancora per voltarsi, con occhi spalancati, verso David, trattenuto a fatica da Rick, che stava cercando di farlo ragionare; il sangue ed il dolore che finalmente stava arrivando fecero uscire il bassista dal torpore in cui era sceso e gli fecero anche ritrovare la parola.

"Ma che cazzo hai fatto?" gridò, rivolgendosi al chitarrista "mi hai aggredito! Ma sei completamente uscito fuori di testa? Si può sapere perché cazzo lo hai fatto?"

"Stai zitto!" urlò di rimando Gilmour, tentando per l'ennesima volta di spingere via Wright per potersi scagliare di nuovo contro Waters e terminare quello che era stato costretto a lasciare in sospeso per colpa dell'intervento tempestivo dell'amico "dopo quello che hai fatto non solo hai ancora il coraggio di parlare, ma perfino di fingere di non sapere niente? Mi vuoi prendere per il culo? Credi di avere a che fare con un idiota? Pensi che tutti quanti noi siamo un branco di idioti? Lo sapevo che avevo ragione io! Lo sapevo, e tu hai continuato a mentirmi spudoratamente!"

"Ma si può sapere di che cazzo stai parlando? Si può sapere che vi prende a tutti quanti voi?"

"Questa è la volta buona che ti spacco la faccia. Giuro che ti colpirò così forte da cambiarti completamente i connotati del viso"

"David, calma, calma, calma. Calmati, per favore, prima che la situazione degeneri" insistette Richard, posando le mani sulle spalle dell'amico e costringendolo a guardarlo negli occhi "non sta fingendo. Lui... Non sa nulla di quello che sta succedendo"

"Cosa?" le parole di Richard riuscirono a calmare in parte David, che prima guardò l'amico con un'espressione confusa e poi fece lo stesso con Roger, e così facendo si rese conto che effettivamente non aveva l'aria di uno che stava fingendo: la sua espressione altrettanto confusa sembrava essere proprio reale.

"Ma si può sapere che cosa sta succedendo?" ripeté il bassista per l'ennesima volta, ormai spazientito: non solo nessuno dei presenti voleva dirgli che cosa aveva fatto, ma per quello stesso motivo era stato pure picchiato selvaggiamente da David, e se ora riusciva ancora a stare in piedi sulle proprie gambe era solo per merito dell'intervento tempestivo di Richard e Nick; eppure, non riusciva proprio a capire che cosa aveva fatto per scatenare una reazione così violenta da parte di Gilmour.

Wright lasciò la presa su Gilmour e si allontanò da lui perché sembrava aver ritrovato abbastanza autocontrollo, anche se lo sguardo d'odio che continuava a lanciare a Roger dimostrava solo tutti gli sforzi che stava facendo per trattenersi, per avvicinarsi a Waters, che stava ancora aspettando una risposta da parte di qualcuno; spettava a lui, di solito, farsi carico dei compiti più difficili e gravosi, ed anche quel caso non faceva eccezione: doveva essere lui ad informare Roger, perché nessun'altro avrebbe avuto il coraggio di farlo.

E li capiva benissimo, proprio perché non si trattava di un compito piacevole.

"Roger, non so come dirtelo e non credo nemmeno che esista un modo giusto per farlo. È meglio se guardi e basta" Rick allungò qualcosa, e Roger si rese subito conto che si trattava del giornale che Nick, alla sua vista, aveva fatto sparire velocemente sotto il tavolo; si trattava proprio di una di quelle riviste scandalistiche che evitava accuratamente di sfogliare, perché scrivevano solo falsità su falsità.

Le odiava in modo particolare da quando lui e Judith avevano divorziato, e le odiava così tanto che più volte aveva ordinato alla madre di non comprarle per nessuna ragione al mondo; ma Mary, ovviamente, aveva sempre disubbidito al volere del figlio, anche perché tramite quelle riviste veniva a conoscenza dei numerosi particolari che lui evitava sempre di raccontarle quando riuscivano a sentirsi per telefono od a vedersi di persona.

Waters non riusciva a capire né perché il compagno di band gli stesse porgendo quella spazzatura né perché attorno a sé si era scatenato il caos; negli ultimi tempi non avevano rilasciato nessuna intervista ed ufficialmente non frequentava nessuno, dato che la storia tra lui e Ginger era ancora segreta, quindi non aveva la più pallida idea di cosa dovesse cercare all'interno di quella rivista che ora aveva in mano.

Forse c'era qualcosa che parlava di Syd, pensò mentre sfogliava le pagine con le sopracciglia corrucciate, forse c'era qualcosa che aveva a che fare con la visita a sorpresa del suo vecchio amico, che aveva sconvolto così profondamente tutti quanti loro, inclusa Ginger, perché avevano impiegato diverso tempo prima di riconoscerlo, ma anche quello non aveva alcun senso. Perché mai David avrebbe dovuto picchiarlo selvaggiamente per un articolo che parlava di Syd?

Non sapeva cosa stava cercando, ma lo capì immediatamente dopo aver sfogliato appena che poche pagine; pensava di avere provato la peggior esperienza della propria vita quando, neanche ventiquattro ore prima, aveva rivisto il suo miglior amico trasformato in uno sconosciuto che non aveva più niente della persona con cui era cresciuto insieme, ma si ritrovò costretto a ricredersi non appena vide quello che tutti gli altri avevano già visto: davanti ai suoi occhi c'era un lungo e dettagliato articolo che descriveva la sua lunga relazione con Ginger.

E quella non era la parte peggiore.

Insieme al lungo articolo erano stati pubblicati tutti gli scatti appartenenti al servizio fotografico a luci rossi che per scherzo aveva accettato di fare in Grecia: alcune foto erano nudi integrali suoi, altre erano nudi integrali di Ginger, altre erano scatti artistici di loro due insieme ed in altre ancora erano ritratti sempre loro due mentre facevano sesso.

Roger sfogliò più e più volte quelle pagine con la speranza di essersi sbagliato e che per qualche strano motivo era rimasto vittima di un'allucinazione visiva, ma le foto non sparivano; erano proprio lì, davanti ai suoi occhi, stampate su quella rivista come in altre centinaia di migliaia di copie, e le aveva viste lui, come tutte le persone presenti nell'edificio.

E come tantissime altre in città.

E non solo.

E sua madre? Sua madre le aveva viste? E suo fratello? Cosa stavano pensando? Aveva davvero immaginato il telefono che squillava quando stava chiudendo la porta d'ingresso a chiave, oppure era uno di loro due che aveva provato a chiamarlo per chiedere spiegazioni riguardo quelle strane foto?

Cazzo, almeno metà Regno Unito aveva già visto i suoi gioielli di famiglia.

Ma ancora non era quella la parte peggiore, no.

La parte peggiore non era che quelle foto, assolutamente personali e private, erano state pubblicate su una rivista, ma piuttosto come erano finite per apparire lì; solo due persone possedevano una copia di quel particolarissimo servizio fotografico: una era lui.

L'altra era Ginger.

E lui di certo non aveva concesso alcuna autorizzazione a renderle pubbliche.

David, Richard e Nick stavano aspettando una spiegazione qualunque da parte di Roger (David più di tutti, dato il contenuto dell'articolo), ma solo il tastierista si preoccupò quando vide il viso del bassista iniziare a perdere vistosamente colore e, appoggiandogli una mano sulla spalla destra, gli chiese se si sentisse bene; lui non rispose, si scrollò di dosso la mano di Rick e si allontanò, passò perfino vicino a David senza degnarlo di una sola occhiata, con lo sguardo fisso davanti a sé, provocando in lui un altro moto di rabbia.

"Ehi, pensi di andartene senza prima averci dato delle spiegazioni? Roger! Roger, non sto scherzando!".

Gilmour era serio, ma Waters uscì dalla mensa senza preoccuparsene; e senza preoccuparsi di recuperare il cappotto o di controllare quali erano le condizioni del suo viso, uscì dagli Studi e salì in macchina.

Il tutto sotto lo sguardo allibito dei suoi compagni di band, che non sapevano più cosa pensare.

Poi, dopo un po', Nick diede voce a quello che era il pensiero generale di tutti.

"Ragazzi, secondo voi dove sta andando?".













Quando Pamela Rose Anderson andò ad aprire la porta, dopo aver sentito squillare il campanello, mancò poco che lanciasse un urlo alla vista del viso insanguinato di Roger e, dopo averlo riconosciuto a fatica, grazie solo alla sua altezza e magrezza, si ritrovò a fissarlo con gli occhi spalancati e la mano destra posata sulla gola.

"Mio dio, Roger..." mormorò con un filo di voce "santo cielo, tesoro, cos'è successo al tuo viso?"

"Buongiorno, signora Anderson" rispose lui, ignorando la sua domanda "Ginger è in casa al momento? Avrei bisogno di parlare con lei piuttosto urgentemente, se non le dispiace. E se non è in casa al momento, può dirmi quando posso trovarla?".

Il tono di voce del giovane uomo era estremamente calmo, ma allo stesso tempo inquietante, anche e soprattutto a causa delle condizioni in cui si trovava il suo viso; la sua sembrava più che altro una calma apparente e fittizia, e dava l'impressione di essere pronto ad esplodere in qualunque istante.

Se anche la donna avesse saputo dare una risposta alla sua domanda, di certo gli avrebbe raccontato una bugia perché il suo aspetto non era affatto rassicurante.

"Mi dispiace, Roger, ma non so come rispondere alla tua domanda. Anzi, speravo che tu sapessi qualcosa in più riguardo mia figlia"

"Che intende dire?"

"Non so dove si trovi Ginger e non so neppure quando tornerà... E se... Tornerà" Pamela si allontanò per pochi istanti dall'ingresso per prendere qualcosa che fece vedere al bassista: si trattava della lettera che quella stessa mattina aveva trovato sopra il tavolo della cucina, scritta da Ginger "mi ha lasciato questa. E tutto quello che so è scritto qui. Io... Sono così confusa che ancora non sono riuscita a realizzare cosa...".

Roger non prestò più attenzione alle parole di Pam; prese la busta, tirò fuori la lettera e la lesse riga per riga, trovando riscontro con le parole della donna: si trattava di una lettera d'addio, in cui la giovane diceva che aveva bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti per un po' di tempo, di non cercarla in alcun modo perché tanto non sarebbero riusciti a trovarla, e di cercare di capire il suo gesto.

La lesse in silenzio per un paio di volte e poi la restituì a Pam.

"Ginger se ne è andata" disse in tono piatto "ed immagino che per scomparire così abbia bisogno di avere con sé un bel po' di soldi contanti"

"Roger, io... Che cosa?".

Il bassista lasciò cadere la rivista che ancora aveva in mano, e come si era allontanato dagli Studi, allo stesso modo si allontanò dall'abitazione e risalì in macchina senza più aprire bocca, lasciando la donna visibilmente confusa.

Ma anche a lei risultò tutto molto più chiaro quando, dopo lo sconcerto iniziale, raccolse la rivista dall'uscio di casa e, sfogliandola, trovò quell' articolo.












"Nick! Nick, Nicholas!" a casa Mason non era ancora tornato il sereno da quando Nick era stato riaccolto a fatica da Lindy, si respirava tutt'ora un'aria tesa e non erano rari i momenti in cui i due passavano ore intere senza rivolgersi la parola; spesso, poi, era Nick il primo che si sforzava di dare inizio ad una conversazione, per questo rimase non poco sorpreso quando sentì la moglie chiamarlo a gran voce e precipitarsi da lui dal salotto. Qualche istante prima, aveva risposto al telefono, convinta che fossero i genitori per assicurarle che le bambine stavano bene "era Roger"

"Rog?" il batterista era altrettanto sorpreso ma anche sollevato: lui e gli altri non avevano notizie del bassista da quella mattina, e sapere che aveva appena chiamato significava che stava bene... O che almeno non si era cacciato in nessuna situazione pericolosa; nel corso della giornata, vista la lunga assenza ed il silenzio, era arrivato perfino a formulare le peggiori ipotesi, come quella di un incidente o di qualcosa di ancora più terribile... Ma per fortuna non erano state altro che congetture "e come sta? Cosa ti ha detto? Dove si trova?"

"Non lo so, è stata una strana telefonata" rispose la giovane con un'espressione preoccupata "a dir la verità mi ha chiesto solamente se possiamo raggiungerlo a casa sua... Non mi ha detto il perché".

La villetta a due piani del bassista, ed un tempo anche di Judith, si trovava a poca distanza da quella dei coniugi Mason, e dal momento che le bambine non erano presenti in casa, ed entrambi erano preoccupati per lui, Nick e Lindy si precipitarono subito da Roger, ed una volta arrivati a destinazione si trovarono davanti ad una scena piuttosto singolare: la porta d'entrata era socchiusa, il vetro di una finestra era rotto, ed il giovane uomo era seduto sullo scalino sotto il portico, intento a fumare una sigaretta; aveva lo sguardo perso nel vuoto e non aveva ancora ripulito il sangue dal viso, che nel frattempo si era seccato ed era diventato di un rosso scuro, quasi tendente al nero.

Era uno spettacolo talmente spaventoso che Nick si ritrovò costretto a deglutire un grumo di saliva prima di trovare il coraggio di avvicinarsi all'amico; Lindy, al contrario, si avvicinò alla finestra rotta.

"Ehi?" domandò in tono incerto; aveva così paura che non osava neppure toccare il bassista "ehi, Rog, va... Va tutto bene? Che cosa è successo?".

Finalmente, Roger sbatté le palpebre e concentrò gli occhi sul batterista; girò il viso così di scatto, all'improvviso, che Nick sussultò e mosse un passo all'indietro.

"Sì, sto bene, io... Ecco... Sono stato fuori tutto il giorno..." rispose, poi, voltandosi verso la propria abitazione "e sono tornato solo poco fa, ed ho trovato la casa così. Dentro è un disastro. Credo siano entrati i ladri, ma ora non c'è più nessuno".

Mason guardò in direzione della porta socchiusa, prese nuovamente coraggio, entrò e con la mano destra cercò l'interruttore della luce: quando riuscì a trovarlo ed a premerlo, davanti ai suoi occhi si palesò una scena inimmaginabile, che gli fece scattare la mascella verso il basso; la stanza davanti ai suoi occhi non era stata messa solamente sottosopra, era stata letteralmente distrutta.

Non c'era un solo mobile integro, sul pavimento c'erano diversi cocci di vetro che provenivano da alcune fotografie incorniciate e sul divano c'erano perfino dei lunghi tagli da cui fuoriusciva l'imbottitura; Nick era talmente sconcertato da non sapere neanche dove rivolgere lo sguardo, riusciva solo a guardarsi attorno a bocca aperta e con la mano sinistra tra i capelli.

Alla fine, non gli rimase altro che spegnere la luce e tornare dall'amico, che non si era mosso di un solo millimetro ed aveva ripreso a fumare, consumando in fretta quello che restava della sigaretta, e che nel frattempo era stato raggiunto da Lindy.

"Accidenti!" esclamò il batterista, sconcertato, scuotendo la testa "è... Davvero un bel casino. Non so cosa dire"

"Ecco perché vi ho chiamati. Non me la sento di passare qui la notte dopo la bella sorpresa che ho trovato al mio ritorno"

"Lo capisco eccome. Non c'è nessun problema se passi la notte da noi, la camera degli ospiti è sempre a disposizione" Mason si voltò a guardare la moglie in cerca di conferma, e lei, guardando Roger, si limitò ad annuire con un sorriso rassicurante.

Nessuno dei tre parlò più, e Nick si lasciò andare ad un sospiro solo quando Roger si ritirò nella camera da letto per gli ospiti per riposare.

"Povero Rog, come se non fosse già abbastanza incasinato, i ladri gli hanno pure devastato casa! È proprio vero quando dicono che la Fortuna è cieca ma la Sfortuna ci vede fin troppo bene. Vado a fumare una sigaretta prima di andare a letto anch'io" prima che Mason potesse muovere anche solo un passo, venne prontamente bloccato da Lindy, che gli afferrò il polso destro; in un primo momento pensò che lo aveva fermato perché non era d'accordo che andasse in giardino a fumare, ma dalla sua espressione cambiò rapidamente idea.

"Nicholas, è meglio se vai da Roger a parlare"

"Perché?"

"Perché prima, quando mi sono avvicinata alla finestra rotta, ho visto dei cocci di vetro tra l'erba. Sai questo che cosa significa?" la giovane rivolse al marito un'occhiata seria "significa che il vetro è stato rotto dall'interno, e non dall'esterno perché qualcuno voleva cercare d'introdursi dentro casa. E perché mai dei ladri dovrebbero entrare, supponiamo, scassinando la porta d'ingresso per poi rompere il vetro di una finestra per uscire? Non ha alcun senso"

"Stai insinuando che..."

"Nick, le nocche di Roger erano rosse e piene di tagli. Sanguinavano. Penso che sia abbastanza ovvio cosa è accaduto veramente" se lo sguardo di Lindy era serio, il suo tono di voce esprimeva una profonda preoccupazione "per favore, vai da lui. Accertati che sia tutto apposto".













Nick non era bravo con le parole come Rick, e riteneva anche che l'amico fosse molto più abile e portato a gestire situazioni delicate come quella in cui, suo malgrado, ora si ritrovava incastrato; ma Rick non c'era, e se le supposizioni di Lindy erano fondate, non poteva non andare da Roger.

Ma al tempo stesso era timoroso perché conosceva abbastanza bene il bassista da sapere che quando era di pessimo umore bisognava fare attenzione ad ogni singola parola: quand'era così alterato, bastava il più piccolo passo falso per farlo esplodere completamente; tuttavia, pur essendo a conoscenza dei numerosi rischi a cui stava per andare incontro, il batterista si arrischiò comunque prima a bussare alla porta della camera degli ospiti e poi ad entrare.

Fortunatamente, non era stata chiusa a chiave dall'interno e quello era già un piccolo segno positivo; ma l'ottimismo di Mason svanì nel momento in cui vide Waters seduto sul pavimento, vicino alla finestra, e la sua espressione.

Stava fumando un'altra sigaretta e, con la mano sinistra, stava accarezzando distrattamente il pelo di Fender; naturalmente, aveva portato con sé i suoi due adorati gatti neri.

Mason chiuse la porta e si appoggiò con la schiena al legno chiaro.

Voleva dire qualcosa, ma non sapeva proprio da dove iniziare; ogni volta che provava a pensare a qualche frase adeguata si ritrovava a scartarla da quanto era stupida ed inadeguata.

Decisamente Rick era più portato per un compito simile.

"A Lindy è sembrato di vedere dei cocci di vetro nel tuo giardino, proprio sotto la finestra rotta e dice che è strano che siano all'esterno, perché se qualcuno avesse provato ad entrare, allora avrebbero dovuto essere all'interno e..." Nick concentrò gli occhi sulle mani del bassista e si rese conto che la moglie aveva ragione: sulle nocche erano presenti numerose ferite piuttosto recenti, dato che il sangue era ancora rosso brillante "cosa ti è successo alle mani?"

"Vuoi sapere se è vera la storia dei ladri o se me la sono inventata per non dire che sono stato io a combinare quel disastro? Sì, era tutta una balla. Sono stato io a distruggere buona parte di casa mia" confessò Roger, portandosi alle labbra la sigaretta; Nick scoprì di non essere affatto sorpreso da quella rivelazione, forse anche lui lo aveva sospettato fin dall'inizio, solo che non voleva crederci "lasciami indovinare la tua prossima domanda: perché? Perché l'ho fatto? Tu non faresti lo stesso se la tua vita stesse andando letteralmente a puttane?".

Waters si fermò un momento per aspirare un'altra boccata di fumo che buttò fuori dalle labbra socchiuse.

"Ginger se ne è andata. Ha lasciato una lettera a sua madre in cui le ha scritto che per un po' ha bisogno di allontanarsi da tutti quanti e di non cercarla, perché tanto nessuno di noi sarà in grado di trovarla. Non so se David sia già stato informato o meno di questo, ma penso che sia solo questione di tempo prima che anche lui lo sappia. Per affrontare un viaggio simile, però, servono diversi soldi. E servono anche subito. E quelle foto che avete visto, voi come chissà quante centinaia di migliaia di persone al momento, facevano parte di un servizio fotografico privato che abbiamo fatto durante una vacanza in Grecia. Doveva essere una specie di gioco erotico. Una cosa nostra. Soltanto di noi due" Nick notò un guizzo veloce nella mascella di Roger, una contrazione del muscolo "da un lato riesco anche a capire il tradimento di Judith visto che io per primo le ho messo le corna numerose volte, ma Ginger... Ho cercato di fare qualunque cosa per lei, e cosa ho ottenuto in cambio? Mi ha venduto, capisci? Mi ha venduto. Ha venduto la nostra storia alla stampa per avere subito i soldi di cui aveva bisogno... In confronto al tradimento di Ginger, quello di Judith è una sciocchezza che può essere perdonata all'istante. Sono ancora così frastornato che devo ancora rendermi conto di quello che è successo in realtà".

Era quello a terrorizzare il giovane uomo: il momento in cui avrebbe realizzato tutto quanto; sapeva che sarebbe arrivato il giorno seguente, al proprio risveglio, e con la consapevolezza che non si trattava solo di un incubo sarebbero arrivate le domande, e con le domande sarebbe arrivato anche il dolore, terribile come una mazzata sui denti ed un pugno allo stomaco dati in contemporanea, pronto a spezzargli il fiato in gola.

Mason aveva tantissime domande in testa che voleva rivolgere all'amico, come ad esempio qualche spiegazione in più riguardo a quello che c'era tra lui e Ginger e che loro tutti avevano sempre sospettato, ma preferì lasciarle tutte momentaneamente da parte per l'unica cosa che poteva dire in un momento come quello.

"Mi dispiace, Rog, sono davvero dispiaciuto. Non so cosa dire"

"Io sì, invece" ribatté prontamente Waters, spegnendo il mozzicone dentro un posacenere e non sul pavimento com'era solito fare "non voglio più avere a che fare con le donne per il resto della mia vita. Ho chiuso definitivamente con loro"

"Non essere così pessimista solo perché hai avuto un paio di brutte esperienze" provò a consolarlo Mason, avvicinandosi e dandogli una pacca sulla schiena; adesso che il bassista si era sfogato, ed il pericolo di un'esplosione non era più imminente, si spinse perfino a fare una battuta per vedere se riusciva a strappargli almeno un sorriso "però se sei così sicuro di quello che dici, potresti sempre provare nuove strade. Magari con gli uomini sarai molto più fortunato".

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