*14*

Carolyne era certa di avere preso la scelta migliore perché per la prima volta in vita propria aveva pensato solo ed esclusivamente a sé stessa, e non a quello che gli altri si aspettavano che facesse, ma non si sentiva affatto felice; da quando la sua strada e quella di Roger si erano divise, la giovane donna era sprofondata in uno stato costante di pessimo umore che non faceva altro che peggiorare di giorno in giorno.

Mangiava poco, dormiva altrettanto poco e non provava alcun interesse per le attività che la madre la costringeva fare: proprio in quel momento le due donne, insieme a William, si trovavano in una sala da the all'interno di uno dei circoli più esclusivi di Londra e Carolyne non riusciva a fare altro se non continuare a girare un cucchiaino d'argento dentro la sua tazza di porcellana; non aveva toccato né il the né uno solo dei pasticcini disposti con cura sopra un'elegante alzatina, e soprattutto non aveva ancora spiaccicato una singola parola.

I suoi pensieri erano interamente concentrati sulla decisione presa qualche giorno prima, e non le importava nulla delle occhiate che di tanto in tanto riceveva da parte delle altre persone presenti in sala, a differenza della madre, che non solo le aveva notate, ma era parecchio infastidita da esse; ed il proprio fastidio non era rivolto a quelle persone, ma alla figlia maggiore, che al momento considerava come la vergogna della famiglia.

"Guarda cosa hai fatto" le sussurrò ad un certo punto, non riuscendo più a trattenersi "sarai soddisfatta adesso che sei riuscita nell'intento di rovinare completamente la mia vita. Carolyne, sto parlando con te"

"Lo so, ma non ho capito a che cosa ti stai riferendo"

"A cosa mi sto riferendo? Guardati un po' attorno e lo capirai benissimo da sola".

Carolyne obbedì alla madre, si guardò attorno e finalmente si rese conto di qualcosa di strano quando incrociò lo sguardo di alcune donne sedute poco lontano da loro e le vide subito spostare il proprio e concentrarsi sul the e sui pasticcini, a tutto il resto ci pensò direttamente Lady Jean.

"Ecco cosa hai ottenuto facendo di testa tua per l'ennesima volta. La gente parla, la voce si è sparsa e le conseguenze ricadono anche su di me e tuo fratello. Mi hanno tolto il saluto, te ne rendi conto? La madre di Charles ha già informato accuratamente le sue amiche e tutte loro quando mi vedono, si girano dall'altra parte"

"I miei amici non mi hanno tolto la parola per quello che è successo" intervenne William, ottenendo un'occhiata fulminante da parte della madre, che in quel momento era poco incline a sentire delle battute.

"William, non ti ci mettere anche tu di mezzo, ti prego. E non provare a prendere le difese di tua sorella: è grande abbastanza per poter parlare da sola, senza il bisogno del suo avvocato di fiducia. Allora, Carolyne, sto aspettando delle spiegazioni da parte tua"

"Ed in merito a che cosa di preciso? Dovrei dire che mi dispiace se per questa storia le tue amiche ti hanno tolto la parola? Piuttosto dovresti ringraziarmi, perché questo dimostra che in fin dei conti non erano poi così tanto tue amiche"

"Tu non riesci proprio a renderti conto dell'onta che hai arrecato alla tua famiglia, vero?"

"E tu invece non riesci proprio a renderti conto di quale razza di figlio di puttana che fosse l'uomo che eri intenzionata a farmi sposare?" disse di rimando la bionda, e le sue parole sconcertarono la madre a tal punto da spingerla a voltarsi per verificare se erano state udite o meno anche dai tavoli attorno al loro.

"Carolyne, smettila immediatamente prima di peggiorare ancora di più la situazione in cui ti trovi, che è già abbastanza complicata così com'è" proseguì, poi, a bassa voce Lady Jean; stava usando il suo tono di voce più intimidatorio possibile per riuscire a rimettere al proprio posto la figlia, ma lei si stava dimostrando un vero e proprio osso duro, per nulla intenzionato a spezzarsi "ma si può sapere che linguaggio scurrile è mai questo? È bastato che nella tua vita comparisse quell'uomo per mandare all'aria gli anni di studio nelle migliori scuole inglesi?"

"Quell'uomo, come lo hai appena definito, ha preso le mie difese ed ha restituito quello che si meritava ad una persona che non ha esitato ad alzare le mani contro di me per ben due volte. E definirla persona è anche troppo. Mi sto riferendo a Charles" la giovane donna reagì con sconcerto alla vista della madre che anziché contrarsi, roteò gli occhi e scosse la testa: lo stesso tipo di reazione che ci si poteva aspettare davanti al capriccio di un bambino "tu non... Non credi alle mie parole".

La sua non era una domanda, ma un'affermazione ferita ed amareggiata: tra loro due non c'era mai stato un rapporto stretto e profondo, ma non si aspettava di non essere creduta dalla propria stessa madre.

Eppure era proprio quello che era appena successo.

"Tu non credi alle mie parole" Carolyne era talmente sconcertata che quasi non si rese conto di ripetere quell'accusa una seconda volta.

"So come sei fatta"

"E quindi? Questo cosa vorrebbe dire? Che siccome non ho mai obbedito a tutti i tuoi ordini, questo fa di me una bugiarda? Pensi che mi sia appena inventata questa cosa per screditare Charles? Io non mi sono inventata proprio un bel niente e te lo può confermare anche Willie"

"Ma per favore, voi due vi siete spalleggiati sempre fin da quando eravate piccoli. Certo che non farebbe altro che confermare le tue parole perché vi siete già messi d'accordo in precedenza. E sì, Carolyne, trovo davvero difficile credere alle tue parole perché non mi sono mai giunte voci simili sul conto di Charles, e credo, anzi ne ho la convinzione, che tu voglia far circolare questo falso pettegolezzo per salvarti la faccia, ma potevi pensarci meglio prima di fare per l'ennesima volta di testa tua, causando solo che l'ennesimo problema a tutti noi. Di questo passo non troverai nessun altro partito disposto a sposarti. Sei soddisfatta del risultato che hai ottenuto?" continuò ad infierire la donna, il cui unico intento sembrava essere quello di umiliare il più possibile la figlia maggiore "hai rovinato per sempre la tua vita, e per cosa poi? Per un uomo che adesso è scomparso. Per sempre. E sai perché se ne è andato? Perché ha ottenuto esattamente quello che voleva ed ora è passato alla preda successiva"

"Ti sbagli"

"Mi sbaglio? E dov'è ora quest'uomo? Non mi sembra proprio che sia qui, insieme a te"

"Mi scusi"

"Che cosa c'è?" Lady Jean si voltò seccata verso l'uomo che si era appena rivolto a lei, convinta che si trattasse di un cameriere, ed invece, con proprio sconcerto, si ritrovò davanti ai propri occhi l'uomo che aveva menzionato; anche Carolyne aveva un'espressione sconcertata, ma la sua sorpresa a differenza di quella materna era positiva.

"Mi scusi se l'ho interrotta mentre stava parlando, signora, lei deve essere la madre di Carolyne, giusto?" domandò Roger con voce estremamente gentile e cortese, Lady Jean non disse nulla in risposta perché era troppo sconvolta per aprire bocca; dallo sguardo nei suoi occhi, il bassista riusciva perfino ad immaginarsi che in quel momento si stava chiedendo se era tutto vero o se si trattava di un incubo "sono davvero lieto di fare finalmente la sua conoscenza. Io sono l'uomo che alla festa di compleanno di Carolyne indossava uno dei suoi vestiti, quello rosso per la precisione, ma credo che dalla sua espressione abbia già capito benissimo chi sono. Ahh, ed ovviamente immagino anche che si stia chiedendo se ho sentito o meno le ultime parole che ha detto prima del mio arrivo, e che altrettanto ovviamente erano rivolte a me. Sì, le ho sentite e se permette, vorrei essere io stesso a risponderle: eccomi dove sono, proprio qui. Non sono passato a nessuna preda successiva, come ha detto lei, perché l'unica che mi interessa è sua figlia. Ed anche se non ci conosciamo, so già benissimo che lei non approva questa relazione perché non sono quello che vorrebbe per Carolyne, ma francamente, e mi lasci passare il termine, non mi sembra che lei ci capisca molto in fatto di uomini visto il matrimonio che voleva combinare a sua figlia e quindi non me ne frega proprio un cazzo se non è d'accordo con questa relazione. Ci sono due cose che deve sapere su di me: non sono abituato ad arrendermi facilmente, e di solito riesco sempre ad ottenere quello che voglio. E sua figlia non sarà di certo l'eccezione che conferma la regola. Carolyne".

Il bassista allungò la mano destra verso la giovane donna, e non servì che aggiungesse altro per convincerla ad alzarsi per seguirlo, ma proprio mentre stavano per allontanarsi, al giovane uomo tornò in mente un'ultima cosa che doveva assolutamente dire a Lady Jean.

"C'è un piccolo appunto personale che ci tengo a fare: lei di sicuro non ne è a conoscenza, ma deve sapere che sua figlia è davvero eccezionale a scopare".

Carolyne non riuscì più a trattenersi; scoppiò a ridere in faccia alla madre e si lasciò prendere per mano e trascinare lontano dalla sala da the.

Uscì insieme a Roger dal circolo privato, salì nella sua macchina sportiva e sempre insieme a lui si allontanò da quel posto; non pose nessuna domanda al giovane uomo, neppure quando parcheggiò la macchina nei pressi di uno di quei piccoli alberghi che andavano ad ore, e la prima cosa che fece non appena salirono in una delle stanze, fu d'incrociare le braccia e rivolgergli un sorrisetto compiaciuto.

"Adesso che siamo soli potresti gentilmente ripetermi in che cosa sono eccezionale?"

"Spero che tu non abbia frainteso le mie parole. Non l'ho detto per sminuire quello che c'è stato tra noi due, ma per scandalizzare tua madre"

"Lo so, l'avevo capito" rispose lei, appoggiandosi con la schiena al legno della porta e facendogli un cenno con la mano destra, continuando a sorridere compiaciuta, per poi aggiungere sottovoce "vieni qui".

Roger non se lo fece ripetere una seconda volta.

Si avvicinò alla giovane donna e lei lo attirò a sé, passandogli le braccia attorno alle spalle, per un bacio profondo e passionale; Roger di rimando l'afferrò per i fianchi, la sollevò senza la minima fatica e l'adagiò con delicatezza sul materasso del letto matrimoniale, lasciando così intendere quali erano le sue intenzioni, che non avevano nulla a che fare con un semplice bacio.

Carolyne lo aveva capito nel momento stesso in cui Roger l'aveva portata in quel piccolo albergo appartato e non aveva nulla in contrario perché le intenzioni del giovane uomo combaciavano perfettamente con le sue, e glielo fece capire sfilandogli la giacca ed iniziando a sbottonargli la camicia bianca; il bassista si era presentato nella sala da the vestito con estrema eleganza, e la bionda si appuntò mentalmente di dirgli in un secondo momento che avrebbe dovuto vestirsi più spesso in modo così curato perché era davvero molto affascinante.

Carolyne spogliò Roger, e Roger a sua volta spogliò Carolyne, ma nel momento decisivo si bloccò e disse alla giovane donna di aspettare un momento; l'espressione sul volto di lei si corrucciò (non le era mai capitato prima d'ora che un uomo le dicesse qualcosa di simile in una situazione del genere), si tirò su col busto ed osservò incuriosita quello che il bassista stava facendo: lo vide prendere in mano il paio di pantaloni, frugare all'interno di una tasca e tirare fuori una piccola confezione quadrata di plastica, e solo in quel momento realizzò che si era fermato per prendere un preservativo.
Lui si rese conto di essere osservato e, voltandosi, rivolse alla bionda un sorriso imbarazzato; era la prima volta che lo vedeva sorridere in quel modo.

"Sai com'è... L'altra volta ci siamo fatti prendere dal momento e siamo stati fortunati" disse, a mò di giustificazione, riferendosi al rapporto sessuale che avevano consumato in macchina: in quell'occasione non avevano preso nessun genere di precauzione, ed il bassista se ne era reso conto solo il giorno successivo.

Ed aveva avuto i brividi di freddo.

"Io prendo sempre la pillola del giorno dopo per evitare qualunque genere d'incidente" lo rassicurò subito Carolyne, intuendo all'istante dove lui volesse andare a parare, e lo vide rilassarsi e sorridere in modo più aperto e spontaneo; con ogni probabilità, pensò la giovane donna, doveva aver trascorso gli ultimi giorni nel terrore assoluto di ricevere notizie riguardo a malesseri mattutini o mestruazioni in ritardo.

Quella considerazione la spinse a farsi un piccolo appunto mentale: a quanto pareva, il bassista voleva ben evitare di diventare padre.

"Sì, beh, è sempre meglio essere più prudenti possibile" affermò il giovane uomo, per poi attirare a sé Carolyne e baciarla di nuovo; lei lasciò da parte l'appunto mentale che si era fatta per concentrarsi solo su Roger, sui suoi baci, sul momento che stavano vivendo e sul rapporto sessuale che stavano consumando, completamente diverso da quello che avevano avuto in macchina.

Questa volta non erano scomodi, non si trovavano dentro uno stretto abitacolo e sul ciglio di una strada buia ed abbandonata, e Roger non aveva addosso né del trucco né dei vestiti femminili: erano in una stanza d'albergo, circondati dal silenzio assoluto, fatta eccezione dei loro respiri, e quell'atmosfera così perfetta creava l'illusione che fossero le uniche due persone sulla faccia della Terra; Carolyne scoprì che Roger sapeva essere un amante gentile, dolce e premuroso, tutto il contrario degli uomini con cui era stata in precedenza, e la conferma definitiva arrivò quando si ritrovò stretta tra le sue braccia e con la testa appoggiata al suo petto: non si era mai sentita così protetta tra le braccia di nessun altro.

La giovane donna chiuse gli occhi, prese un profondo respiro, sollevò le palpebre e girò il viso per guardare il bassista.

"Dimmi come hai fatto a capire che dovevi comparire proprio in quel momento"

"Ohh, non è stato così difficile" rispose il giovane uomo, sorridendo ed accarezzandole una ciocca di capelli biondi; la prendeva, l'attorcigliava attorno all'indice destro, la lasciava andare e poi ricominciava da capo "ricordi il nostro ultimo incontro e la conversazione che abbiamo avuto? Hai detto che nessuno ha mai provato a mettersi nei tuoi panni, ed allora è stato quello che ho fatto: ho provato a mettermi nei tuoi panni e, visto quel poco che mi hai raccontato, ho pensato che avresti voluto essere salvata da una situazione simile. Ahh, e non provare a chiedermi come facevo a sapere che ti trovavi proprio lì perché un vero professionista non svela mai i trucchi del mestiere".

Roger si aspettava che a quel punto Carolyne sorridesse e scoppiasse a ridere, ed invece lei si tirò su col busto, con il lenzuolo premuto contro il petto; aveva un'espressione seria e lo sguardo fisso nel vuoto, e quella strana reazione mise subito in allerta il bassista.

"Ho detto qualcosa di sbagliato?"

"Hai idea di cosa possa significare crescere in un mondo come il mio?" domandò di rimando la bionda, con lo sguardo sempre rivolto verso un'altra parte "non essere mai libera di scegliere, essere costretta ad obbedire, comportarsi in un determinato modo, vestirsi e parlare in un determinato modo, cercare di non deludere mai le aspettative delle altre persone. Crescere in un mondo come il mio significa avere già la propria vita decisa da qualcun altro, fin nei minimi particolari, e ritrovarsi ad essere uno spettatore passivo. E ribellarsi non porta a nulla, solo ad essere isolati e trattati come degli appestati. Prima che tu arrivassi, ho provato a spiegare a mia madre che cosa ha fatto Charles, e vuoi sapere qual è stata la sua risposta? Non mi ha creduto. Dal momento che io sono sempre stata una figlia difficile è convinta che abbia inventato tutto quanto perché ho conosciuto te e per screditare lui. l'unica cosa che le interessa davvero sono le sue stupide amiche che le hanno tolto il saluto"

"La tua vita ha tutta l'aria di essere sempre stata una gabbia non poi così dorata"

"Perché è proprio così. È stata una gabbia, punto e basta. Una prigione soffocante"

"E tuo padre in tutto questo che cosa dice?".

Finalmente la giovane donna si voltò a guardare Waters; non solo il suo sguardo non era cambiato, ma ora in esso si era aggiunta una vena di profonda tristezza.

"Mio padre non c'è più da quasi sei anni, ormai. Una malattia che non gli ha lasciato scampo. Lui era l'unico a capirmi, ad eccezione di mio fratello"

"Anche io non ho un padre" disse Roger dopo un po', colpito dalla perdita in comune che condivideva con Carolyne, e proprio quella coincidenza lo aveva spinto a parlare di un argomento di cui di solito preferiva non proferire una sola parola; anche Carolyne stessa rimase sorpresa, proprio perché prima di quel momento lui non le aveva mai accennato nulla a riguardo.

"Anche lui se ne è andato per colpa di una malattia?"

"No, è partito per la guerra e non è più tornato. Avevo appena quattro mesi quando è successo, mio fratello due anni. So che si tratta di una magra consolazione, ma almeno nel tuo caso hai una tomba in cimitero da visitare, il mio è leggermente diverso: ufficialmente mio padre risulta ancora disperso sul campo di battaglia. Tutto quello che mi resta di lui è una fotografia scattata poco prima che partisse ed una lettera mandata da un suo superiore" anche lo sguardo di Roger divenne lontano e distaccato, salvo poi ritornare presente quando si rese conto di avere parlato troppo e che era arrivato il momento di cambiare argomento "comunque ti capisco in fatto di madri pressanti, perché anche la mia è così. Anche adesso che sono un uomo adulto crede di poter decidere al posto mio per la mia vita. Non riesce ad essere meno iperprotettiva"

"Ma tua madre ti vuole bene"

"Anche troppo, credo"

"E scommetto che lei è pronta a credere a tutto quello che le dici. O tra te ed uno sconosciuto crederebbe alle parole di uno sconosciuto?" chiese la bionda per poi fare un mezzo sorrisetto "vedi? È questa la differenza tra tua madre e mia madre: la tua si comporta in questo modo perché ci tiene a te, la mia perché non vuole sfigurare"

"E quindi cosa vuoi fare?"

"Me lo chiedi come se avessi chissà quali scelte. Credo che quello che è successo oggi abbia sancito definitivamente la rottura del rapporto tra me e lei, ma va bene così. Cosa me ne faccio di una madre che non crede nemmeno alle mie parole?"

"Mi dispiace, Carolyne" mormorò Roger dopo aver ascoltato le parole della giovane donna; le si avvicinò per darle un bacio, ma venne bloccato dalla mano destra della bionda che si posò sulle sue labbra "c'è qualcos'altro che non va? Ho sbagliato a dire od a fare qualcosa?"

"No, non hai sbagliato nulla, ma..." il sorriso divertito della giovane donna si trasformò in un'espressione estremamente seria, in preludio alle parole che stava per pronunciare "Roger, io non ho mai avuto un buon rapporto con mia madre, mi è capitato spesso sia in passato che di recente di avere dei forti contrasti con lei, ma non sono mai arrivata al punto di troncare i rapporti con lei. Adesso l'ho fatto. Ho troncato i rapporti con lei, con la mia famiglia, e l'ho fatto per te. Avrò sempre mio fratello dalla mia parte perché lui non mi volterà mai le spalle, ma non è la stessa cosa. Potrei fare un passo indietro per recuperare il nostro rapporto dato che è l'unico genitore che mi è rimasto, ma se faccio un passo indietro per lei dovrei rinunciare a te, ed è una cosa che non voglio fare. Hai capito che cosa ti sto dicendo? Sto rinunciando alla mia famiglia per te, Roger... Non farmi mai pentire di questa scelta".

In tutta risposta, il bassista prese la mano destra di Carolyne, se la portò alle labbra e le posò un bacio sul dorso.

"Io ti prometto..." disse poi in tono solenne, tenendo stretta la mano della giovane donna tra le proprie "che la fiducia che in questo momento stai riponendo nei miei confronti non verrà mai tradita, Carolyne. Da quando ti ho conosciuta, tutte le altre per me non esistono più. Mi sono innamorato di te all'istante. Cancelliamo quello che è stato tra noi due e ricominciamo tutto da capo, da questo preciso istante"

"Anche io credo di essere innamorata"

"Credi? Ahh, ma allora vuol dire che non sei del tutto sicura"

"Accidenti, basta davvero poco per destabilizzarti" commentò lei, con una risata divertita, per poi rassicurarlo con una carezza sul viso "anche io sono sicura delle mie parole, ma..."

"Ma? Ma, cosa?" chiese il giovane uomo, con un'espressione allarmata, chiedendosi già quale ma stava per introdurre Carolyne.

Che avesse avuto un ripensamento improvviso? O c'era altro che non sapeva come dirgli?

"Ma dobbiamo per forza cancellare tutto quanto quello che c'è stato finora?" dinanzi all'espressione perplessa di Waters, Carolyne si affrettò ad essere più precisa "è troppo tardi per dare una risposta alla domanda che mi hai rivolto quella sera in macchina? Una risposta... Affermativa, magari?".

L'espressione perplessa di Roger si trasformò in una incredula.

"Sul serio?" disse sorpreso "tu stai... Ti stai riferendo a quando ti ho chiesto di.."

"Di sposarti?" concluse la frase lei, al posto di lui, con un sorriso sulle labbra e tremando leggermente; il brivido costante che le attraversava tutto il corpo non aveva nulla a che fare con il solo lenzuolo che aveva premuto contro il corpo, era l'eccitazione a farla tremare in quel modo "sì, mi sto riferendo proprio a quello. Abbiamo detto di ricominciare, giusto? Ed allora facciamolo. E visto che ci siamo, facciamolo nel migliore dei modi... Che senso ha aspettare un momento migliore? Potrebbe mai esserci un momento migliore di questo?".

Roger non disse nulla: riprese di nuovo in mano il paio di pantaloni, frugò all'interno di un'altra tasca e sotto lo sguardo sorpreso di Carolyne tirò fuori una piccola scatolina dalla forma quadrata; la sorpresa della bionda aumentò ulteriormente quando lui sollevò il coperchio, rivelando un piccolo quanto grazioso anello di fidanzamento.

"Sono una persona previdente" disse in risposta allo sguardo perplesso della donna che era passata rapidamente dall'essere una semi sconosciuta all'essere prima la sua amante e poi la sua fidanzata "speravo che prima o poi potessi cambiare idea e beh... Così è stato. Ed anche più in fretta di quello che pensavo. Spero ti piaccia. Appena l'ho visto, ho pensato immediatamente che addosso a te sarebbe stato stupendo".

Con delicatezza, il bassista prese in mano l'anello e lo infilò nell'anulare sinistro di Carolyne, che non poteva credere ai propri occhi; il gioiello era semplice, ma al tempo stesso grazioso ed incredibilmente rispecchiava quelli che erano i suoi gusti personali.

"Che ne pensi?" domandò dopo qualche minuto il giovane uomo, leggermente preoccupato dal lungo silenzio della bionda, che continuava a fissare l'anello; sembrava quasi che non fosse in grado di staccare gli occhi dal gioiello di fidanzamento.

"Dico solo che è perfetto" rispose lei con un soffio di voce e con un sorriso così luminoso e felice che il bassista si ritrovò in automatico a ricambiare "è tutto perfetto così com'è. Non vorrei cambiare nulla di questo momento".

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