*13*

1975, maggio.










"Dove stai andando?" la domanda secca di Pamela arrivò dopo che i suoi occhi azzurri si posarono sul bagaglio a mano che si trovava sopra il letto matrimoniale; Ginger, concentrata a mettersi una matita nera sotto gli occhi, ignorò il tono di voce della madre adottiva e le rispose con tranquillità.

"Nel solito posto in cui vado quando non mi devo occupare dei bambini. Ed ora vorrei essere lasciata in pace, visto che lui sarà qui tra poco e non voglio combinare un pasticcio col trucco... Questo è un passaggio molto delicato..."

"Non m'importa, io ho bisogno di parlarti adesso: ma si può sapere per quanto tempo ancora sei intenzionata a portare avanti questa presa in giro?".

La giovane terminò di truccare gli occhi prima di voltarsi verso Pamela con uno sguardo interrogativo.

"Di quale presa in giro stai parlando?"
"Perché se sei furiosa con David ti stai vendicando con Roger?"

"Che cosa?" la giovane sgranò gli occhi scuri, sicura di non avere capito bene; la domanda della madre adottiva non aveva alcun senso, eppure la stava osservando con un'espressione grave "io non sto facendo nulla di simile, perché pensi che stia prendendo in giro Roger?"

"Perché è proprio quello che stai facendo"

"Io non penso proprio"

"Ahh, no? Allora dimmi una cosa: quando tu e Roger state insieme, ti porta mai a mangiare da qualche parte?"

"Usciamo sempre per pranzo e cena. Lui non è molto abile ai fornelli, ed io se posso preferisco evitare di cucinare"

"E chi paga?".

"Beh... Di solito..." la giovane ci pensò per qualche istante, dato che prima d'allora non si era mai soffermata su particolari insignificanti come quello "di solito offre sempre lui"

"E non capita mai che qualche volta ti faccia dei regali... Magari se per caso vedi qualcosa di carino nella vetrina di un negozio?"

"Si può sapere che cosa stai cercando d'insinuare?"

"Voglio solo farti capire, Ginger, che, a differenza di quello che tu continui a pensare, voi due state vivendo questa... Com'è che la chiami tu? Frequentazione libera?... State vivendo questa frequentazione libera sotto due punti di vista totalmente diversi: se per te non ha nulla a che fare con la sfera dei sentimenti, i comportamenti di Roger mi fanno seriamente pensare che per lui vale l'esatto opposto"

"Roger non è innamorato di me, se è questo che credi" disse la rossa, trattenendo a fatica una risata; considerava semplicemente assurde le affermazioni della madre adottiva, e se di solito era molto perspicace, in quel caso aveva preso un enorme granchio "abbiamo già affrontato un argomento simile alcuni mesi fa e mi ha assicurato che per lui non è cambiato nulla"

"E tu gli credi ciecamente?" domandò la donna di mezz'età, incrociando le braccia "non hai pensato che già allora abbia mentito per non rischiare di perderti? Magari è stato costretto a rispondere in questo modo perché immaginava che se ti avesse confessato la verità, tu lo avresti scaricato perché non sei interessata ad una storia d'amore. Andiamo, Ginger, pensaci un momento: pensi che si comporterebbe in questo modo se fosse interessato solo a dei sporadici rapporti sessuali con te? Perché credi che ti offra sempre il pranzo o la cena? Perché credi che se qualcosa ti piace te lo compra subito? Perché credi che ti abbia perfino portata con lui in Grecia per un viaggio? Proprio non riesci a capire che sta cercando di conquistarti o vuoi fingere di non vedere perché ti fa comodo averlo a tuo fianco?"

"Non so davvero perché ti sei messa in testa certe assurdità senza senso, ma io non ho tempo da perdere" proprio in quel momento un rumore attirò l'attenzione della rossa, che girò in automatico il viso verso la finestra che affacciava sulla strada e vide la macchina sportiva di Waters, appena apparsa "ecco, Roger è arrivato. È meglio che vada prima che si irriti per la lunga attesa".

Dopo aver dato un'ultima occhiata al proprio riflesso allo specchio, per essere certa che il trucco fosse apposto, Ginger prese il bagaglio a mano, ma prima di poter uscire dalla camera venne bloccata dalla madre adottiva, che l'afferrò per il braccio destro.

"Lasciami andare" ordinò, seccata, la giovane, provando a divincolarsi dalla presa "che cosa vuoi fare, impedirmi di uscire? Guarda che non sono più una ragazzina, quindi non puoi fare nulla di simile"

"Sono tua madre, Ginger, ed anche se non abbiamo lo stesso sangue ti conosco benissimo, e so quello che stai facendo. Tu non sei affatto una ragazza stupida. Sei una ragazza molto intelligente, ed in quanto ragazza molto intelligente hai capito benissimo che Roger nutre ben più di un semplice interesse nei tuoi confronti, e sai anche benissimo che non stai facendo altro che illuderlo, ma non vuoi dirgli che è meglio interrompere la vostra frequentazione perché altrimenti resteresti sola, e tu sei terrorizzata al solo pensiero di restare sola, non è così? Tu non provi niente per lui, ma lo vuoi avere al tuo fianco perché in questo momento non hai nessun'altra opzione"

"Tutto questo è ridicolo"

"Sì? Ma non sai aggiungere altro, però. E se davvero le mie non sono altro che assurdità, puoi spiegarmi perché non sei in grado di dire altro in tua difesa? Forse perché in realtà non ho detto altro che quello che tu ancora non vuoi ammettere a te stessa?" Pamela rafforzò la presa attorno al polso destro della figlia adottiva "lascia perdere quel ragazzo, vai da lui e digli che è meglio se non vi vedete più finché sei ancora in tempo. Anche lui ha passato un periodo piuttosto difficile, come credi che possa reagire se dovesse rendersi conto di essere stato preso in giro? Non penso che sia saggio far arrabbiare una persona come Roger".

Quello di Pam non era altro che l'avvertimento di una madre preoccupata che voleva evitare alla figlia di commettere un grave errore, ma non venne affatto accolto bene dalla giovane in questione che, dopo averla guardata con occhi spalancati, si liberò dalla sua presa tirando indietro il braccio di scatto ed uscì dalla camera in fretta, senza rivolgerle la parola; allo stesso modo, una volta scesa al pianoterra, indossò le scarpe, prese una giacca, la borsa e se ne andò di casa, con l'intenzione di tornare solo tre giorni più tardi.

Roger intuì che qualcosa era successo nell'udire il tonfo sordo dello sportello del bagagliaio, che era stato chiuso con più forza del necessario, e la conferma arrivò quando la rossa entrò in macchina e, con un'espressione cupa, gli ordinò di partire immediatamente; il bassista obbedì, ma non prima di avere lanciato una fugace occhiata in direzione dell'abitazione bianca a due piani.

Lanciò una seconda occhiata a Ginger, muta ed imbronciata, seduta alla sua sinistra, e vedendo che non sembrava intenzionata ad aprire bocca, si decise a fare il primo passo.

"Brutta giornata, ehh?" tentò un primo approccio, che si rivelò essere un buco nell'acqua "è successo qualcosa con tua madre? Avete litigato?"

"Non ne voglio parlare"

"Ahh, allora mi sa proprio che ho azzeccato: avete avuto un litigio... Ed è stato anche piuttosto violento. Guarda che me ne puoi parlare, sai? A me non scoccia e tu puoi sfogarti".

Ginger si morse il labbro inferiore; poteva continuare ad evitare l'argomento, ma Roger non avrebbe fatto altro che insistere per convincerla a parlare, e quindi l'opzione migliore che poteva scegliere era quella di raccontare una mezza verità ed una mezza bugia.

"Mommi ha detto un sacco di cose ridicole, e mi viene quasi il sospetto che abbia parlato con Richard: anche lei è convinta che sono cambiata... Dice che non mi riconosce più. Io mi sono arrabbiata e... Da cosa è nata cosa... Sì, abbiamo finito per litigare e per fortuna tu sei arrivato al momento giusto"

"Ohh, dunque sono il tuo salvatore? E non mi merito una ricompensa per questo?" commentò il giovane uomo con un sorriso divertito che, però, non contagiò la più piccola "stavo scherzando, Ginger, volevo vedere se riuscivo a strapparti un sorriso, ma a quanto pare si sta rivelando un'impresa più ardua del previsto"

"Scusa, ma non sono dell'umore adatto per ridere ad una battuta. Sono arrabbiata e stanca... Sono terribilmente stanca di sentire ripetere le stesse cose. Tutti continuano a ripetere che sono cambiata, che non sono più la stessa persona di una volta, ma a me non sembra di essere diversa in qualcosa... Secondo te sono gli altri che sbagliano o sono io che non mi rendo conto di essere diventata irriconoscibile? Tu che cosa ne pensi?" domandò la giovane, guardando il suo amante con gli occhi spalancati; era già agitata per la discussione avuta con la madre adottiva, ed il nervosismo non fece altro che aumentare dinanzi al silenzio prolungato di lui.

Perché ci stava impiegando così tanto tempo a rispondere? Non aveva il coraggio di confermare le accuse che tutti gli altri non facevano altro che ripetere in continuazione, fino allo sfinimento, o stava cercando le giuste parole per dirglielo con più tatto possibile?

In ogni caso, quel mutismo non presagiva nulla di buono.

Quando Roger si schiarì la gola per rispondere, i nervi della rossa erano ormai a fior di pelle.

"Sbaglio o mi hai già rivolto questa stessa domanda poco tempo fa? La mia risposta non è cambiata d'allora: a me non sembri affatto cambiata, ma vedi, Ginger, dovresti sforzarti un po' di più di metterti nei panni di Pamela. Sei l'unica figlia che le è rimasta, è profondamente legata a te perché sei stata la prima, quindi è normale che sia preoccupata e che voglia essere certa che non ci siano problemi... Anche mia madre, quando si è ritrovata ad essere una vedova di guerra, è sempre stata terribilmente protettiva nei confronti miei e di mio fratello... Nei miei in modo particolare, visto che ero il più piccolo... Ed anche se in passato molte volte trovavo irritante il suo atteggiamento, ed abbiamo litigato spesso per questo, adesso che sono un uomo adulto vedo l'intera faccenda sotto un altro punto di vista, e capisco le sue ragioni: dopo quello che era accaduto a mio padre, io e John eravamo tutto ciò che le restava, e quindi era spaventata dalla sola idea che potesse accaderci qualcosa di brutto" spiegò con voce calma e con gli occhi sempre puntati davanti a sé, facendo sentire la giovane subito meglio; era sollevata di sapere che Roger aveva un'opinione diversa da quella degli altri, ma era ancora nervosa per le parole di Pamela e c'era ancora qualcosa che non riusciva a capire.

"Ma se secondo te sono la stessa persona di sempre, e se quella di mommi non è altro che semplice preoccupazione materna, perché gli altri si ostinano a dire che sono cambiata? Che non riescono a riconoscermi?"

"Immagino che ti stai riferendo a David e Rick... E ti ostini a prendere in considerazione il parere di queste due persone. Non hai mai pensato che non si tratta altro di una scusa per non guardare in faccia la realtà? Accusano te di essere cambiata perché così non sono costretti a riconoscere di essere loro i responsabili di avere rovinato completamente il rapporto che c'era tra voi. Pensaci, Ginger: tu e Rick non parlate più perché tu sei cambiata o perché lui ha tradito la vostra amicizia? Tu e David avete divorziato perché non ti riconosceva più o perché si è trovato un'amante? Sono sicuro che riuscirai a trovare una risposta senza pensarci troppo".

Ancora una volta, Waters ci aveva azzeccato in pieno.

Il problema non era lei, ma piuttosto loro, che tentavano di farla sentire sbagliata solo perché non volevano prendersi le proprie responsabilità. Ed anziché chiederle umilmente scusa, che era il minimo che potevano fare, insistevano a puntarle l'indice contro.

Non finiva mai di stupirsi di quanto David e Richard si erano dimostrati una profonda e totale delusione.

Ginger era così assorbita dalla conversazione e dalle proprie considerazioni personali da non essersi accorta che la macchina sportiva si stava allontanando sempre di più dal centro di Londra, quella che in teoria doveva essere la loro destinazione; se ne rese conto solo quando vide attorno a sé un paesaggio che non conosceva, perché quella non era neppure la strada che di solito percorrevano per raggiungere l'abitazione del bassista.

La conferma definitiva arrivò non appena superarono un cartello con scritto Cambridge, e gli occhi scuri della giovane si spalancarono in automatico perché erano trascorsi diversi anni da quando era stata in quella città ed ora non aveva voglia di rivedere alcun ricordo di quella notte nella propria mente.

Ma stavano andando proprio lì od erano passati affianco a quel cartello solo per una pura coincidenza?

"Credevo che il programma fosse di pranzare da qualche parte a Londra e poi di andare da te... Ma qualcosa inizia a dirmi che non è così... Dove siamo diretti? C'è un posto in particolare che vuoi provare?" domandò Ginger, illudendosi che Roger avesse imboccato una strada nuova perché voleva portarla a pranzare in un posto particolare, che non aveva nulla a che fare con Cambridge.

E poi perché dovevano andare proprio lì? Per quale motivo? A fare cosa?

"Beh, possiamo dire che stiamo andando a mangiare in un posto particolare, effettivamente, ma non è nulla di simile a quello che puoi immaginare" rispose il giovane uomo, prima di dire qualcosa che lasciò la rossa completamente disorientata perché era molto peggio di quello che lei immaginava "stiamo andando a pranzo da mia madre, a Cambridge".

La risposta di Roger era così assurda che Ginger, dopo un attimo di smarrimento, gli chiede gentilmente di ripetere, ma per sua sfortuna le parole rimasero le stesse: erano davvero diretti a pranzo da sua madre, proprio a Cambridge; quasi automaticamente, Ginger rivide la madre adottiva avvertirla riguardo a quelli che a suo parere erano i veri sentimenti di Roger, e adesso, dopo aver sentito quella risposta, i suoi dubbi non apparivano più come dei vaneggiamenti insensati.

Quand'è che un ragazzo presentava una ragazza alla propria famiglia? Quando faceva sul serio, ovviamente, e non di certo quando era interessato ad avere dei semplici rapporti sessuali con lei... Ma se era così, se le cose stavano proprio in quel modo, perché tutte le volte in cui avevano affrontato quel discorso, lui aveva sempre affermato con estrema sicurezza che nulla era cambiato, e che non era interessato ad avere una frequentazione seria?

Poteva... Poteva essere vero che fino a quel momento aveva sempre mentito pur di starle vicino? Oppure stava scendendo troppo in fretta a delle conclusioni errate, quando la verità era un'altra?

"Perché stiamo andando a pranzo da tua madre?" chiese la ragazza, dopo aver deglutito a fatica un grumo di saliva ed essersi schiarita la gola "non... Non credevo che uno dei nostri weekend potesse iniziare in questo modo. Io non ho mai sentito l'esigenza d'invitarti a pranzo da me e mommi... Penso che sarebbe piuttosto imbarazzante"

"Credimi, neanche io faccio i salti di gioia all'idea di portarti a pranzo da mia madre, ma ho bisogno di chiederti questo favore, Ginger. Ogni volta che vado da lei, non fa altro che tormentarmi di continuo perché si preoccupa ancora di più da quando ho divorziato da Judith, quindi se vedesse qualcuno vicino a me, si tranquillizzerebbe almeno per un po'"

"Quindi, se ho ben capito, mi stai chiedendo di fingere di essere la tua nuova fidanzata?" chiese la rossa, piuttosto perplessa "e non le sembrerà strano non avermi mai vista prima, e non avere mai sentito una sola parola sul mio conto?"

"Credi che io racconti tutti i miei affari personali a mia madre? Se già mi dà il tormento perché sono da solo, pensa a quanto diventerebbe ancora più soffocante se sapesse che mi frequento con qualcuno... E proprio per questo non voglio complicarmi la vita: le dirò che sei semplicemente una mia amica"

"Mi sembri piuttosto infastidito dal suo comportamento, anche se prima hai detto che adesso lo vedi in modo diverso" disse Ginger con un sorriso, perché le parole di Roger andavano in netto contrasto con quelle che aveva pronunciato poco prima, e lui rispose con un altro sorriso ed una rapida occhiata.

"Ho detto di comprendere le sue ragioni, non di condividerle. Mia madre sa essere un tipo piuttosto snervante quando s'impunta... Molto più di me" disse il giovane uomo a mo di battuta, ma la più piccola era troppo tesa perfino per sorridere "ma alla fine non è così male. Sa essere una persona gradevole... Quando vuole".












Anche se Roger le aveva assicurato che dietro quel pranzo in famiglia non vi era alcuno scopo secondario (e riguardo a questo si era ripromessa di credergli), Ginger non si sentiva a proprio agio alla sola idea di essere presentata alla madre del bassista e di doversi accomodare a tavola con lei; e se nel complesso riuscì a nascondere il proprio disagio per il resto del viaggio (che le apparve stranamente interminabile), si ritrovò ad immobilizzarsi a pochi passi di distanza dalla porta d'ingresso della casa d'infanzia del suo amante, mentre lui stava premendo il campanello, perché aveva realizzato sia di non potere più scappare che quello a cui stava per andare incontro.

In più, proprio in quel momento le era venuto in mente un terribile dubbio.

Roger non si era accorto subito di non avere più la giovane a proprio fianco, ma non appena se ne accorse, si voltò e le rivolse un'espressione perplessa, perché non riusciva a capire l'espressione impaurita che all'improvviso era apparsa sul suo volto.

Si chiese perfino se non avesse esagerato nella descrizione della madre.

"Guarda che non devi avere paura di lei. Non ha mai mangiato nessuno... Almeno per il momento, e da quello che mi risulta" il sorriso di Roger non venne ricambiato per la seconda volta "cosa ti preoccupa così tanto?".

Ginger mordicchiò l'unghia del pollice destro e finalmente confessò qual'era il dubbio che adesso non le voleva abbandonare la mente.

"Tua madre sa chi sono?" chiese, ansiosa "le... Le hai mai parlato di me? Di... Noi?"

"Tutto qui? È questo il problema?" chiese a sua volta il giovane uomo con un mezzo sorriso sollevato sulle labbra, perché si era preoccupato inutilmente; per un attimo, vedendo gli occhi sgranati della più piccola, aveva avuto il timore che lo supplicasse di ritornare indietro "Ginger, poco fa ti ho detto che non dico mai a mia madre quando frequento una ragazza perché non farebbe altro che darmi il tormento, e secondo te potrei averle detto di noi due? Ovvio che non le ho parlato di te, ed ovvio che non sa chi sei. Questo ti fa sentire più tranquilla?"

"Più o meno... E se non dovessi farle una buona impressione?"

La titubanza della giovane strappò un altro sorriso divertito al bassista; era strano, per lui, vederla così incerta ed esitante, dato che era abituato ad avere a che fare con una persona dal carattere forte e testardo, che difficilmente finiva per arrendersi.

"Da quando ti preoccupi così tanto del parere delle altre persone? Stai tranquilla, d'accordo? Non è così difficile piacere a mia madre... Anzi, è molto semplice: basta non essere me" rispose il giovane uomo, suonando il campanello per la seconda volta, dal momento che non aveva ottenuto alcuna risposta "solo, ecco... Tieni a mente solo una cosa: ci sarà anche mio fratello, e lui è un tipo un po' particolare"

"Più particolare di te?" chiese lei, perplessa, dato che non aveva capito che cosa il suo amante intendeva dire con quelle parole, ma lui si limitò a scrollare le spalle mentre erano ancora in attesa di entrare.

"Io non ritengo affatto di essere un tipo particolare, ma questo non è il momento adatto per iniziare una discussione... Tu, comunque, tieniti a mente le stesse parole che ti ho detto riguardo mia madre: non hai nulla di cui preoccuparti, fidati di me... D'accordo?".

Ginger annuì in risposta, ma le parole di Roger non erano affatto riuscite nell'intento di tranquillizzarla; pregò che per qualche strano motivo in casa non ci fosse nessuno, visto che la porta era ancora chiusa, ma le sue speranze svanirono quando udì una voce femminile, dall'interno dell'abitazione, gridare che la porta era aperta.

Roger, galantemente, aprì la porta, si voltò a guardare la sua amante ed a quest'ultima non rimase altra opzione se non quella, a malincuore, di entrare; ed anche se il bassista le aveva assicurato, più e più volte col sorriso sulle labbra, che non aveva nulla di preoccuparsi, era tesa e continuava a guardarsi attorno, terrorizzata.

E, soprattutto, continuava a chiedersi perché aveva acconsentito all'assurda richiesta di Roger.

Non voleva conoscere sua madre, né suo fratello. Non voleva avere rapporti con la sua famiglia perché tra di loro non c'era alcun legame profondo. Aveva conosciuto quella di David dopo un paio di mesi che erano una coppia, e proprio per quel motivo.

Roger mica aveva presentato ai suoi famigliari ogni ragazza con cui aveva trascorso insieme una notte, e lei non era così diversa da quelle ragazze, dopotutto... L'unica differenza sostanziale era che lei non era durata una semplice notte.

No, la sua presenza lì non aveva alcun senso...

Ma era davvero troppo tardi per cambiare idea ed andarsene?

La giovane lanciò un'occhiata alla porta d'ingresso.

Era solo a pochi passi di distanza... E nessuno si era ancora accorto della loro (della sua) presenza... Quindi no, non era ancora troppo tardi, doveva solo decidersi di agire prima che...

Ginger non ebbe neppure il tempo di fare un tentativo di fuga che venne preceduta dall'arrivo della madre di Roger, che proprio in quel momento si spostò dalla cucina al salotto per rimproverare il figlio più piccolo.

"No, ti prego, non affannarti a chiedermi se ho bisogno di una mano, George, resta pure dove sei. Ma è mai possibile che in questa casa non si possa avere un po' d'aiuto spontaneo? Che cosa devo fare per sperare che tu o tuo fratello vi rendiate conto di quando vostra madre è in difficoltà? Posso capire quando eravate solo dei ragazzini, ma adesso siete entrambi degli uomini adulti e dovreste vedere da soli se..." Mary aveva dato voce al proprio risentimento senza lanciare un solo sguardo in direzione del secondogenito, che stava cercando inutilmente di attirare la sua attenzione per farle capire che non erano soli, e si bloccò solo quando, dopo aver spostato finalmente gli occhi scuri su di lui, si accorse di una ragazza che non aveva mai visto prima, dai lunghi e folti capelli rossi, che la stava fissando sconcertata.

La donna pensò immediatamente che quello sguardo confuso doveva essere la conseguenza del suo ingresso irruento in salotto, non immaginava che in realtà la giovane la stava osservando in quel modo perché era rimasta sconcertata dalla forte somiglianza che c'era tra lei e Roger; e se lei non riusciva a staccare gli occhi da Mary per quella ragione, quest'ultima era concentrata sulla chioma fiammeggiante di Ginger: un colore particolare che non si vedeva spesso in giro.

Adesso non era più possibile tornare indietro.

"George!" esclamò Mary, distogliendo gli occhi dai capelli della giovane e concentrandoli sul figlio più piccolo "si può sapere per quale motivo non mi hai bloccata per dirmi che abbiamo un'ospite? Guarda che figura mi hai fatto fare!"

"Te lo avrei detto se solo me ne avessi lasciato il tempo, ma come sempre non ti smentisci mai!" replicò immediatamente, piccato, Roger, per poi girarsi verso Ginger; le posò la mano sinistra sulla schiena per invitarla a fare un passo avanti, ma servì solo per irrigidire ulteriormente la giovane, che già si sentiva fin troppo a disagio e rimpiangeva di avere accettato quell'invito così assurdo "mamma, ti presento Ginger. È una mia amica. Immagino che non sia un problema se oggi si ferma anche lei a pranzo, vero?".

Gli occhi scuri di Mary tornarono a concentrarsi sulla ragazza, la scrutarono per un altro paio di secondi, ma prima che potesse dire qualunque cosa si sentì il rumore della porta d'ingresso che veniva aperta e richiusa in fretta, subito seguito da una voce maschile affrettata.

"Scusate il ritardo, ma la mattinata di oggi è stata proprio orrenda, non potete neanche immaginare cosa..." John si bloccò al suo ingresso in salotto, nel momento stesso in cui vide Ginger, come poco prima era accaduto con la madre e, sempre come lei, osservò la giovane in silenzio; Ginger ricambiò lo sguardo del fratello maggiore di Roger ed avvertì subito una forte sensazione di disagio che la spinse a spostare il peso del corpo da un piede all'altro.

C'era qualcosa nello sguardo di quel giovane uomo che non le piaceva affatto, era come se lui già sapesse...

"Ohh, beh!" esclamò all'improvviso la padrona di casa, battendo le mani, dato che l'atmosfera all'interno della stanza era diventata tesa "adesso che ci siamo tutti, possiamo spostarci in cucina prima che il cibo si raffreddi?".












Le pietanze cucinate da Mary avevano un aspetto ed un profumo invitante, tuttavia Ginger riusciva solo a mandare giù qualche piccolo boccone di tanto in tanto; era la tensione nervosa a causarle quel brutto scherzo: non si sentiva a proprio agio in mezzo ai famigliari di Waters, aveva paura delle domande che avrebbero potuto rivolgerle e, più di ogni altra cosa, non le piaceva affatto il modo in cui John si ostinava a guardarla.

Non si era presentato, non le aveva ancora rivolto la parola, ma gli sguardi che le lanciava erano pieni di astio e diffidenza, e la parte peggiore era non poteva neppure fingere di non vederli perché il giovane uomo si era seduto proprio di fronte a lei.

Ma perché doveva avercela nei suoi confronti? Che cosa gli aveva mai fatto? Roger le aveva assicurato di non avere raccontato nulla di loro due alla madre, e dato che non aveva aggiunto altro su quell'argomento era arrivata alla conclusione che anche al fratello maggiore doveva aver taciuto della loro frequentazione... Eppure quando i loro occhi s'incrociavano, aveva la netta sensazione che lui conoscesse la sua identità e che era così freddo nei suoi confronti proprio per quel motivo.

Ma se anche lui conosceva la sua identità ed il rapporto che la legava al fratello minore, perché mai doveva serbare del rancore nei suoi confronti? Poteva essere che nutriva la stessa preoccupazione di Pamela?

Quanto gli aveva raccontato Roger di loro due? E cosa, soprattutto, gli aveva detto in confidenza?

"Il cibo non è di tuo gradimento?".

Ginger girò il viso di scatto verso Mary, e vide che la donna le aveva rivolto quella domanda così diretta perché era l'unica ad avere il piatto quasi del tutto intatto; nemmeno si era accorta del tempo che era già passato da quando si erano accomodati a tavola.

"Ohh... No, no... Non è questo, è tutto buonissimo, ma..."

"Non dirmi che sei a dieta!" proseguì la donna, senza lasciare alla ragazza il tempo di trovare una risposta adeguata "le ragazze di adesso hanno la brutta mania di mettersi a dieta anche quando non ne hanno bisogno, e finiscono solo per rovinare il loro fisico"

"Mamma, basta, per favore" Ginger venne salvata al momento giusto dall'intervento provvidenziale di Roger, che si era accorto sia di quanto lei fosse in difficoltà che dell'invadenza della madre "stai mettendo in imbarazzo la nostra ospite, di questo passo finirai per spingerla a scappare via... John, perché non finisci quello che stavi dicendo quando sei arrivato? Che cosa ti è accaduto d'inimmaginabile questa mattina?".

Il bassista si era rivolto al fratello maggiore in certa d'aiuto, ma quest'ultimo, dopo avergli lanciato uno sguardo di sufficienza, spostò la propria attenzione direttamente alla rossa.
"Nulla di così interessante che può aspettare un secondo momento. Sarebbe molto maleducato se iniziassi a parlare dei miei affari, monopolizzando la conversazione, mentre abbiamo un'ospite a pranzo, non ti pare? È giusto che sia lei a parlare. Allora, Ginger, perché non ci racconti come vi siete conosciuti tu e Roger?".

Ora Ginger era certa che la sua non era stata un'impressione errata: per qualche ragione che le era ancora oscura, John la odiava... Ma non riusciva a capire dove volesse arrivare con quella domanda.
"Anche il mio racconto non è nulla di così interessante: io e Richard, un compagno di band di Roger, siamo cresciuti insieme, e quando il gruppo, ai suoi esordi, aveva bisogno di qualcuno che si occupasse delle foto, ha pensato a me... Fine. Ecco come ci siamo conosciuti"

"Ahh, davvero? È stato in questo modo? Perché ricordo che Roger mi ha accennato qualche volta alla fotografa che si occupava del loro gruppo, ma se non ricordo male mi sembrava che questa stessa persona avesse avuto una storia con qualcuno del gruppo"

"Scusami, non voglio apparire sgarbata, ma la mia vita privata non sono affari che ti riguardano"

"Non volevo apparire invadente, ma mi era sembrato di capire che questa stessa persona e Roger non andavano affatto d'accordo. A quanto pare tu sei questa stessa persona, ma voi due siete amici" proseguì John, ignorando stoicamente i calci che Roger continuava ad assestargli sotto il tavolo, un modo gentile per fargli capire che doveva smetterla immediatamente con quella sceneggiata "e quindi sto cercando di fare un po' chiarezza perché c'è qualcosa che non riesco a capire"

"È vero, tra me e Roger non c'è stata una simpatia reciproca immediata, ma col tempo ci siamo entrambi resi conto di quanto fosse sbagliato il nostro giudizio iniziale. Io gli sono stata vicina nel momento del suo divorzio, e lui ha fatto lo stesso con me quando è finito anche il mio matrimonio"

"E come vi siete stati vicini a vicenda?"

"Dove posso trovare il bagno?" chiese la giovane, nel panico, rivolgendosi al bassista, in cerca di un'ancora di salvezza "ho urgente bisogno di usarlo"

"Vieni, ti accompagno"

"Con permesso" mormorò la giovane alzandosi ed ignorando il sorrisetto irritante di John, che aveva capito immediatamente che quella non era altro che una banale scusa per evitare di rispondere alle domande sempre più spinose; lei e Roger si spostarono al primo piano, ma anziché andare in bagno, entrarono nella vecchia camera da letto che lui aveva condiviso con il fratello maggiore.

Non appena il più grande chiuse la porta, la più piccola andò subito all'attacco.

"Si può sapere qual è il problema di tuo fratello?"

"Non lo so... Forse è così nervoso perché non fa abbastanza sesso con sua moglie?".

Ginger socchiuse le labbra dallo sconcerto.

"Tuo fratello ce l'ha con me per chissà quale motivo, non fa altro che rivolgermi domande inopportune, io ti chiedo spiegazioni e tutto quello che sai dirmi in risposta non è altro che una stupida battuta che non è neanche divertente?" chiese, poi, incrociando le braccia ed inarcando le sopracciglia "Roger, ti sembra che stia ridendo?"

"No, affatto"

"E allora vuoi dirmi che cosa cazzo sta succedendo? Se è vero che tuo fratello non ce l'ha con me, allora perché si è comportato, e non offenderti se te lo dico, come un emerito coglione?"

"Non mi offendo affatto se lo dici, visto che sono il primo a dire che in tante occasioni si comporta proprio così" rispose il bassista, avvicinandosi alla giovane e posandole le mani sulle braccia "il problema principale di mio fratello è questo: dato che nostro padre non c'è più e lui è il maggiore, crede di avere in automatico il diritto di comandare a bacchetta... Non sei l'unica ad avere dei famigliari che si preoccupano in modo eccessivo, Ginger, ma mentre tu devi preoccuparti solo di una madre, io sono costretto ad affrontare sia mia madre che mio fratello. John è solo preoccupato per me e, come accade sempre con mia madre, anche lui ha la brutta abitudine di dimenticarsi che non sono più un ragazzino, ma un uomo adulto"

"Mi ha rivolto quelle domande perché sapeva perfettamente chi sono... Quando mi hai assicurato che tua madre non sapeva nulla di noi due, credevo che lo stesso valesse anche per John... Gli hai raccontato tutto di noi due?"

"No, certo che no" mentì spudoratamente il giovane uomo, non avendo altra scelta "sa di te perché qualche volta gli ho detto qualcosa... Ma stiamo parlando di molto tempo fa, quando Rick ti ha presentata a noi"

"A me ha dato un'impressione diversa"

"Teme solo che il divorzio da Judith possa portarmi a compiere delle scelte sbagliate. Non condivido il suo modo di fare, ma in parte lo capisco... Conosco bene mio fratello e posso assicurarti che, anche se non ha scelto le parole migliori, non era sua intenzione offenderti" nonostante il tono convincente usato dal giovane uomo, Ginger nutriva ancora dei forti dubbi nei confronti della sua versione dei fatti e di quello che era stato l'intento di John, proprio perché le aveva rivolto delle domande fin troppo mirate.

A tutto il resto ci aveva pensato la sua reazione iniziale, insieme agli sguardi che di tanto in tanto le aveva lanciato.

La questione non era conclusa lì, e quasi sicuramente la ragazza sarebbe stata pronta a ribattere se non avesse iniziato ad osservare con più attenzione la stanza in cui si trovavano: si trattava di una camera con due letti singoli, situati affianco a pareti opposti; per un attimo le ricordò quella che per anni aveva condiviso con Jennifer, con l'unica eccezione che quella in cui si trovava ora era appartenuta palesemente a due maschi.

"Questa era la nostra vecchia camera da letto... Mia e di John" disse Roger, intuendo dallo sguardo di Ginger quali erano i suoi pensieri mentre si guardava attorno "nonostante tutto, nostra madre non ha mai impedito a me ed a mio fratello di seguire le nostre strade, ma allo stesso tempo per lei non è stato affatto semplice vedere i suoi due figli andarsene di casa a poca distanza l'uno dall'altro... All'improvviso si è ritrovata completamente da sola in questa grande casa, e credo che lasciare la nostra vecchia stanza così com'era l'ha aiutata a sentirsi meno sola"

"Posso farti una domanda un po' personale e delicata?" Ginger si voltò verso Roger e proseguì dopo che lui annuì "tua madre non ha mai pensato di rifarsi una vita? Non ha mai avuto un altro compagno dopo... Dopo la perdita di tuo padre?"

"Non le ho mai chiesto nulla di simile, sai... Noi non parliamo così spesso di lui" rispose il bassista, serio, sedendosi sul bordo del suo vecchio letto "ma immagino di no, visto e considerando che non ha mai presentato un uomo a me ed a John, e non credo neppure che abbia mai frequentato qualcuno di nascosto da noi due. Credo che nostro padre sia stato il suo grande amore, e quando perdi il tuo grande amore... Insomma, non stiamo parlando di un paio di chiavi di cui puoi tranquillamente fare una copia. È un po' più complicato di così".

Un po' più complicato di così.

Magari fosse stato così semplice.

La rossa girò il viso verso la finestra presente nella stanza per nascondere il velo di lacrime che le annebbiava la vista; erano state le parole di Roger a trasmetterle un'improvvisa voglia di piangere, perché l'avevano fatta riflettere su una questione dolorosa, su cui aveva preferito non soffermarsi mai.

Avrebbe mai trovato qualcun altro dopo David, od era stato lui il suo grande amore? Anche lei, come Mary, in modi diversi, aveva perso il suo grande amore ed avrebbe indossato il lutto a vita, ritrovandosi ad invecchiare da sola, in una casa troppo grande che in qualunque momento del giorno e della notte avrebbe continuato a ricordarle la mancanza di qualcuno al proprio fianco?

Era quello, il suo destino?

"Non è molto appropriato da dire, ma è stato qui che ho avuto la mia prima volta con Judith, che poi è stata anche la mia prima volta in assoluto" disse dopo qualche minuto il bassista, spezzando il silenzio "non so perché mi sia tornato in mente proprio adesso, forse perché a quel tempo credevo davvero che fosse il mio grande amore o forse perché in quell'occasione mia madre è rientrata a casa prima del previsto, ed ha spalancato la porta senza prima bussare... Ti lascio immaginare la scena che si è ritrovata davanti agli occhi".

Ginger si passò la mano destra sul viso, per essere certa che nessuna lacrima le fosse scivolata a tradimento lungo le guance, e si schiarì la gola, per essere certa che non tremasse, prima di voltarsi per rivolgere una domanda al suo amante con estrema serietà.

"Hai voglia di sostituire questo ricordo dolce amaro con uno di gran lunga più piacevole?"

"Che cosa vuoi dire?" chiese Waters, inarcando le sopracciglia; aveva capito benissimo cosa Ginger intendeva, ma voleva sentirlo uscire dalle sue labbra.
E la conferma arrivò subito dopo, alla vista del sorrisetto furbo che apparve sulla sua bocca carnosa; ma la giovane fece perfino di più, spingendosi a sfilarsi la maglietta ed a lasciarla cadere sul pavimento.

Roger guardò l'indumento stropicciato per poi concentrare la propria attenzione su di lei.

"Ti rendi conto che così facendo rischiamo che questo abbia lo stesso esito di quello che ti ho appena raccontato?"

"Me ne rendo perfettamente conto, ma ammetterai anche che è proprio il rischio che corriamo a renderlo ancora più eccitante" rispose la rossa in un sussurro, avvicinandosi "ma se non te la senti perché stiamo correndo un rischio troppo grande, allora non importa... Ma sarebbe proprio un peccato sprecare un'occasione come questa... Se ne approfittiamo ora, possiamo ancora scendere prima che la nostra assenza risulti troppo strana e prolungata, che ne dici?".

In tutta risposta, il bassista afferrò la sua amante per il polso destro e l'attirò a sé; anche se sapeva benissimo che stavano correndo un rischio inutile (com'era accaduto in Francia) al tempo stesso Ginger aveva ragione ad affermare che quella era un'occasione che non poteva essere sprecata, e voleva anche approfittarne per cancellare dalla mente il ricordo del primo rapporto intimo avuto con Judith, sostituendolo per l'appunto con uno molto più piacevole e recente.

Non immaginava neppure lontanamente che lei lo stava usando per cancellare a sua volta i dubbi che proprio le sue parole le avevano inculcato in testa; con un po' di sesso occasionale e sbrigativo, Ginger credeva di riuscire a cancellare momentaneamente le proprie paure, come Roger credeva a sua volta di riuscire a cancellare un ricordo che non era più piacevole, ma alla fine si rese conto che non era così semplice: delle spinte, dei respiri spezzati e qualche carezza veloce non potevano fare nulla contro la realtà che si era aperta davanti ai suoi occhi; e se anche potevano offrirle un aiuto momentaneo, una volta tornata a casa, dove era costretta a stare faccia a faccia con la propria solitudine, quei dubbi sarebbero ritornati con più prepotenza di prima.

Ginger sperava di risolvere i propri problemi con del sesso, ed invece al termine del rapporto si ritrovò a stare peggio di prima ed a rimpiangere ancora più dolorosamente quella che era stata la sua vecchia vita; la libera frequentazione con Roger non la stava affatto aiutando a staccare la spina, tutt'altro: le stava facendo sentire sempre di più la mancanza di David.

Le mancava terribilmente, ecco qual'era la verità: le mancava così tanto e così profondamente che se fosse tornato indietro sui proprio passi lo avrebbe perdonato subito, arrivando perfino a dimenticarsi del suo tradimento.

Se prima la giovane si sentiva già abbastanza a disagio in casa del suo amante, adesso non desiderava altro che essere riaccompagnata nella propria abitazione il prima possibile.

Voleva salutare tutti, ringraziare la padrona di casa per l'ospitalità ed uscire da quella casa che le faceva mancare il respiro, ma, una volta tornata al pianoterra, prima che potesse esternare le proprie intenzioni, Mary posò al centro del tavolo una bellissima e profumata crostata che lei stessa aveva preparato in mattinata.

"Crostata alle pesche con panna" annunciò la donna, soddisfatta del proprio risultato, perché quel dolce, dopo tutte le volte che lo aveva preparato, era il suo cavallo di battaglia "l'hai mai mangiata, Ginger?"

"Credo di avere assaggiato qualcosa di simile una volta o due, ma personalmente preferisco le fragole alle pesche. Non mi fanno impazzire"

"No? Pensa che, invece, questo è il dolce preferito di George fin da piccolo. Gliel'ho preparato così tante volte che proprio non capisco come faccia a non esserne ancora nauseato... Ed ancora glielo preparo adesso. Certo, adesso non glielo preparo così tante volte come tempo fa perché è sempre così impegnato da non avere un solo attimo libero per venire a trovare sua madre..."

"Mamma, ci risiamo?" la riprese di nuovo il giovane uomo, per farle capire che stava rischiando di esagerare ancora una volta; Ginger, comunque, non aveva prestato attenzione alle sue parole, ed aveva sorriso per circostanza, perché continuava a pensare alla porta d'ingresso, che improvvisamente sembrava essersi allontanata di miglia e miglia da lei.

Quel maledetto pranzo sembrava essere diventato interminabile.

"E va bene, e va bene, ho capito: quando si tratta di un argomento spinoso, bisogna sempre parlare d'altro!" esclamò la donna, scuotendo la testa esasperata "almeno vai a chiamare tuo fratello mentre io sparecchio la tavola. È fuori in giardino"

"Vado io!" si offrì volontaria la giovane, cogliendo l'occasione al volo "vado io da tuo fratello, Roger, è meglio se tu resti qui ad aiutare tua madre".

Ginger si allontanò prima che Roger potesse inventare una scusa convincente per uscire lui; non era molto, ma almeno ne avrebbe approfittato per prendere una boccata d'aria e per scambiare qualche parola con John: voleva vederci chiaro per quanto riguardava il suo strano comportamento, perché le spiegazioni che Waters le aveva dato in camera non l'avevano convinta affatto.

John era appoggiato al cancelletto che separava il breve vialetto d'ingresso dal marciapiede: stava fumando ed aveva lo sguardo rivolto verso la strada; quella era un'ottima scusa per iniziare una conversazione, e così la giovane lo raggiunse con passo sicuro e, dopo essersi posizionata di fronte a lui, ed essersi appoggiata a sua volta al cancelletto metallico, gli chiese, tranquillamente e con gentilezza, una sigaretta.

John distolse lo sguardo dalle auto che passavano e lanciò un'occhiata alla giovane.

Un'occhiata di sufficienza.

"No" il giovane uomo pronunciò quell'unico monosillabo e tornò a fissare le macchine; quella era la conferma che la rossa stava aspettando: ormai non aveva più alcun dubbio riguardo la forte antipatia che John nutriva nei suoi confronti, ed il loro incontro assomigliava molto al primo che aveva avuto anni prima con il fratello minore.

Dato che era inutile usare la delicatezza, Ginger decise di calcare subito la mano.

"Qual è il tuo problema con me? Perché è evidente che tu hai un problema con me e vorrei cercare di capire"

"Il mio problema, se così può essere definito, è molto semplice" rispose John, senza staccare gli occhi dalla strada "voglio che sparisci".

Ginger si aspettava di ricevere una risposta per nulla gentile, ma rimase ugualmente sconcertata dalla brutalità delle parole di John.

"Mi auguro di avere capito male, ma mi è sembrato di sentire che vuoi che sparisca? E... E si può sapere per quale motivo? Perché continuo a non capire"

"Roger ti ha raccontato che abbiamo perso nostro padre quando eravamo molto piccoli, giusto? Io avevo appena due anni quando è partito per la guerra e non ha mai fatto ritorno, Roger solo pochi mesi. Anche se ero così piccolo, mi sono reso subito conto che da quel momento in poi, in qualità di figlio maggiore, era mio compito ricoprire il ruolo di uomo della famiglia, e così ho fatto: magari non ci sono sempre riuscito nel modo in cui avrei voluto, ma ho cercato comunque di essere un punto di riferimento sia per mia madre che per mio fratello. Ho cercato di essere una spalla a cui appoggiarsi, la persona che elargiva i giusti consigli..." il giovane uomo fece una breve pausa per buttare fuori una boccata di fumo, ed anche quel gesto ricordò alla giovane il bassista; i due fratelli erano allo stesso tempo sia molto simili che molto diversi "può non sembrare ad una prima occhiata, ma ti assicuro che Roger non è affatto una persona forte come vuole apparire. È molto fragile, in realtà. Non è mai riuscito a superare la perdita di nostro padre, anche se possiamo dire che non lo ha mai conosciuto veramente come me, ed ha subìto un altro duro colpo da Judith... Ovviamente non lo difendo fino infondo perché ha la sua buona parte di colpe per quanto riguarda la fine del suo matrimonio, ma in ogni caso non si è ancora ripreso, anche se lui si ostina a sostenere il contrario. So che sta attraversando un periodo delicato, e non vorrei mai che ricevesse un'altra mazzata sui denti da cui non riuscirebbe a riprendersi. Hai capito cosa intendo?"

"No, francamente non ci ho capito molto, e vorrei che fossi più chiaro: se devi dirmi qualcosa, dillo e basta senza tanti giri di parole"

"Vuoi che sia ancora più diretto? D'accordo, allora lo sarò: io so chi sei e so anche cosa sta succedendo tra te e mio fratello, e proprio per questo motivo ti pregherei di mettere un punto fisso e di sparire per sempre dalla sua vita" non solo John aveva parlato in tono serio perché non si trattava di uno scherzo, ma sperava perfino di riuscire ad incutere un po' di timore in Ginger; sfortunatamente ottenne l'effetto contrario, perché lei scoppiò a ridere come se le avesse detto una battuta divertente.

"Tuo fratello è una persona adulta e libera di fare quello che vuole. Se davvero sei a conoscenza di quello che c'è tra me e lui, perché mi dici che devo farmi da parte? Entrambi siamo due persone libere che hanno deciso di incontrarsi di tanto in tanto per fare del sesso occasionale, senza mettere di mezzo i sentimenti, qual è il problema?"

"Il problema è che per mio fratello non è così, tu lo sai benissimo, ma non t'importa e continui ad usarlo"

"Questo non è... Assolutamente vero"
quella che avrebbe dovuto essere un'affermazione sicura, le uscì dalla bocca con voce tremante: un particolare che non sfuggì agli occhi di John e che lo spinse a continuare con più fervore di prima.

"No? Eppure mi sembra che tu abbia perso improvvisamente tutta la tua sicurezza. Vuoi farmi credere che non ti sei mai accorta del modo in cui ti guarda? Perché pensi che oggi ti abbia portata qui? Roger non si è mai scomodato a portare a casa una delle tante ragazze con cui ha condiviso solo del sesso, quindi la spiegazione deve essere un'altra"

"Anche se non sono affari che ti riguardano, io e lui abbiamo già affrontato questo argomento un paio di volte e lui mi ha sempre assicurato di non provare nulla nei miei confronti e di non essere intenzionato ad avere una relazione seria perché è ancora nauseato dalla fine del suo matrimonio"

"Qui quello ad essere nauseato sono io, e non permetterti a dirmi che non sono affari che mi riguardano perché lo sono eccome, visto che di mezzo c'è mio fratello. E non m'importa nulla di quello che ti ha detto, perché io credo a quello che hanno visto i miei occhi. Probabilmente si tratta solo di bugie e lo sai benissimo anche tu, ma, come ho già detto prima, te ne freghi e continui ad approfittarne di lui... Perché lo fai? Perché non puoi lasciarlo in pace? Sei così disperata che pur di non restare sola preferisci avere a tuo fianco una persona di cui non t'importa nulla?".

Quello era troppo da sentire, e non tanto perché John non aveva usato la minima delicatezza ma quanto piuttosto perché aveva capito tutto, arrivando subito alla stessa conclusione a cui lei era arrivata dopo due anni: un completo sconosciuto era riuscito a leggerle dentro con una semplicità disarmante, laddove lei per prima aveva avuto difficoltà a scavare.

Quello era decisamente troppo.

"Non ho alcuna intenzione di restare qui e farmi insultare gratuitamente da una persona che non conosco e che non mi conosce, come non ho intenzione di rispondere alle sue provocazioni"

"Provocazioni" ripeté il più grande in tono ironico "dì piuttosto che non sei in grado di ribattere perché ho detto la verità"

"Ora basta, sono stanca di continuare ad ascoltare queste cazzate"

"Ehi!" John bloccò Ginger prima che potesse rientrare in casa, afferrandola per il braccio sinistro "anche io sono stanco, d'accordo? Sono stanco di vederti prendere in giro mio fratello, non voglio vederlo crollare definitivamente per colpa di una persona egoista ed arida, quindi mi sento di darti un consiglio".

Il maggiore dei fratelli Waters lasciò cadere il mozzicone della sigaretta e lo calpestò con la scarpa destra; Ginger non riuscì a reprimere un brivido alla vista di quel gesto.

"Per l'ultima volta, lascia stare mio fratello... O mi costringerai ad intervenire in prima persona".












"Beh... In fin dei conti non è andata così male, no?" disse Roger nel corso del viaggio di ritorno, per spezzare il lungo silenzio che era iniziato da quando erano saliti in macchina: Ginger era entrata, aveva allacciato la cintura di sicurezza e, dopo aver rivolto il viso verso il finestrino, non aveva mai aperto bocca; Roger non riusciva a spiegarsi il perché di quel comportamento, sembrava quasi che qualcosa non andasse e voleva accertarsene "ero un po' preoccupato per quanto riguardava mia madre, ma fortunatamente non ha fatto nulla d'imbarazzante. Ci sono state volte in cui..."

"Ferma la macchina"

"Perché?" chiese il bassista, sorpreso dal tono perentorio della giovane, che aveva ancora il viso rivolto verso il vetro "che cosa succede? Ti senti male ed hai bisogno di scendere?"

"Ti ho detto di fermare la macchina" ripeté la rossa, senza fornire ulteriori dettagli, ed a lui non rimase altro che accostare sul ciglio della strada e rivolgerle uno sguardo perplesso in attesa di spiegazioni; quando finalmente Ginger si decise a guardarlo in faccia, dalla sua espressione si rese immediatamente conto che c'era qualcosa che non andava... Il problema era solo uno: non aveva idea di cosa avesse fatto per farla arrabbiare così tanto. Cercò perfino di ripercorrere mentalmente ed in fretta la mattinata appena trascorsa, ma non riuscì a trovare nulla "perché mi hai mentito?"

"Mentito? Quando ti avrei mentito? E riguardo a cosa?"

"Mi hai assicurato di non avere raccontato nulla a tua madre di noi due, e quando ti ho fatto notare lo strano comportamento di tuo fratello nei miei confronti, mi hai assicurato che lo stesso valeva anche per lui... Ma mi hai mentito" spiegò la giovane, sforzandosi di mantenere un tono di voce calmo, mentre Roger l'ascoltava "quando sono uscita per chiamare tuo fratello, ho approfittato dell'occasione per chiedergli spiegazioni, e non solo lui ha confermato quella che era la mia impressione, ma è arrivato perfino al punto di minacciarmi"

"Che vuol dire che ti ha minacciata?"

"Ha lasciato cadere la sigaretta che aveva in mano, l'ha schiacciata con una scarpa e contemporaneamente mi ha detto che se non mi faccio da parte sarà costretto ad intervenire in prima persona. Lui... Lui è fortemente convinto che ti sto usando, e non è tutto" mormorò la rossa, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro "ricordi quando ti ho detto di avere discusso con mommi? Anche io non sono stata del tutto sincera con te, lo ammetto: non ti ho voluto raccontare di cosa abbiamo discusso perché l'argomento in questione era proprio questo. Anche lei è convinta che ti sto usando".

Dopo aver ascoltato attentamente, ed in silenzio, le spiegazioni di Ginger, Roger si passò la mano destra sulla bocca e guardò davanti a sé; era calmo solo in apparenza, perché la mano sinistra stringeva il volante con così tanta forza che le nocche erano diventate bianche.

"Gli ho raccontato di noi due in via confidenziale, non mi aspettavo che potesse accadere qualcosa di simile. Gli è rimasta addosso quella brutta abitudine di pensare che sono ancora un bambino da guidare e controllare in tutto quello che fa, ma sono sicuro che la sua non è stata una vera minaccia... John non sarebbe mai in grado di fare nulla del genere"

"A me è sembrato fin troppo serio quando me lo ha detto. Non mi ha dato l'impressione che le sue fossero semplici parole al vento"

"Gli parlerò io, così chiariremo questa faccenda, va bene?"

"Va bene? No che non va bene, non va affatto bene! Sono stanca di avere attorno a me persone che continuano a ripetermi che a loro parere ti sto usando perché in realtà provi qualcosa per me, quindi voglio una risposta da parte tua: hanno ragione loro o no? Ti sto usando? Ti senti usato da me?"

"No, non mi sento usato..." Ginger tirò un sospiro di sollievo per poi rendersi conto di avere avuto troppa fretta: Roger aveva lasciato la frase in sospeso, stava esitando a continuarla ed aveva rivolto improvvisamente lo sguardo verso il basso; dava quasi l'impressione di essere imbarazzato, e lei sperava che non fosse altro che una semplice impressione errata "ma se ti dicessi che qualcosa è cambiato, tu cosa risponderesti?".

Grazie proprio allo sguardo che aveva ancora fisso sui propri piedi, Roger non vide Ginger sgranare gli occhi in quella che era un'espressione di terrore assoluto, lo stesso provato da una persona che vedeva realizzarsi il peggiore dei propri incubi.

"Che..." la gola della giovane era diventata così secca da non permetterle quasi di parlare "che cosa intendi dire?".

Il bassista sollevò il viso tutto d'un tratto, ed anche la risolutezza che vide nelle sue iridi chiare non piacque affatto alla rossa; la riteneva, anzi, un brutto segno.

"Cerchiamo di essere onesti l'uno nei confronti dell'altro: potevamo parlare di libera frequentazione nelle prime settimane o nei primi mesi, ma adesso non è più così. Non possiamo più dire che c'incontriamo solo per fare del sesso occasionale, e lo dimostra tutto il tempo che trascorriamo insieme. So che abbiamo già affrontato una volta, in Grecia, questo argomento, e tu mi hai detto che non vuoi che quello che c'è tra noi due diventi di dominio pubblico perché temi la reazione di David, e, anche se personalmente credo che dovresti fregartene di lui visto che lui è andato a letto con un'altra donna fregandosene del proprio matrimonio, penso che dovremo comunque andare al passo successivo, e lo renderemo pubblico solo quando te la sentirai" Roger scambiò l'espressione di Ginger per una confusa e provò a semplificare l'intero discorso "sto cercando di dirti che vorrei che la nostra diventasse non solo una vera frequentazione, ma... Una relazione".

Terrore assoluto.

Ginger non trovava altro che un terrore assoluto e la voglia di scappare; lanciò perfino una rapidissima occhiata alla maniglia dello sportello, ma si rendeva conto da sola che non poteva scendere e mettersi letteralmente a correre il più veloce possibile per non dare una risposta al bassista: non solo avrebbe rischiato di essere travolta da una macchina, ma di sicuro sarebbe stata raggiunta in pochi minuti e si sarebbe ritrovata al punto di partenza.

Doveva mantenere la calma, fare chiarezza e guadagnare tempo prezioso per pensare a come uscire da quella situazione.

"Ma... Questo non faceva parte dell'accordo iniziale che abbiamo preso. Quando abbiamo parlato, quel giorno di dicembre, mi sembrava di avere capito che eravamo sulla stessa linea di pensiero: io non desideravo avere una relazione seria perché ero ancora scottata dal divorzio da David ed avevo capito che lo stesso valeva anche per te"
"Sì, all'inizio era così, ma le persone possono cambiare idea col passare del tempo"

"Ed è per questo motivo che in realtà mi hai portata a pranzo da tua madre, oggi? È stata una specie di prova generale, qualcosa di simile?" domandò la più piccola con un filo di voce; adesso tutto le era più chiaro, ed i dubbi iniziali che aveva si erano rivelati assolutamente fondati "e vorresti comunque avere una relazione con una persona che non viene accettata dalla tua famiglia?"

"E quindi? Dovrebbe importarmene? Anche se si tratta della mia famiglia, non significa che hanno ragione in tutto quello che dicono o che fanno, e se mia madre o mio fratello non hanno una buona opinione della persona che sto frequentando, non significa che in automatico io sono costretto a troncare i rapporti con lei... Con te, in questo caso. Ginger, John può anche essere assolutamente convinto che mi stai prendendo in giro, ma io lo so che non è così"

"Non è questo il punto, è che..." Ginger si bloccò, incapace di proseguire.

Come poteva spiegare a Roger qual'era il suo pensiero riguardo la loro libera frequentazione senza fargli credere a sua volta che lo stava prendendo in giro? Non poteva sparire dalla sua vita, altrimenti si sarebbe ritrovata completamente da sola, e poi cosa avrebbe fatto?

Non voleva stare con Roger, ma al tempo stesso lui poteva essere l'unica altra possibilità di avere una persona al proprio fianco.

In mezzo alla confusione che aveva in testa, erano solo due le certezze che aveva: la prima, che il suo punto di vista e quello del bassista avevano preso due binari diversi; la seconda, che era disposta a fare qualunque cosa pur di non restare completamente sola.

"Ginger, non ti sto chiedendo di prendere alcuna decisione affrettata" precisò a quel punto il giovane uomo, posando la mano sinistra sul braccio destro della rossa, ancora convinto che la sua reazione fosse dovuta all'indecisione ed alla paura; non nutriva alcun sospetto nei confronti di quelli che erano i reali pensieri che attraversavano la mente della sua amante "ma, come ti ho detto per introdurre questo argomento, dobbiamo cercare di essere onesti l'uno nei confronti dell'altro: se per entrambi fosse davvero una semplice questione di attrazione fisica, ci troveremo qui adesso, oppure no? Io sono convinto che sarebbe finita molto tempo fa, se si fosse trattato di qualcosa di molto più superficiale... E...".

Al peggio non c'era mai fine, e Ginger imparò quella lezione nel momento in cui vide Roger cercare qualcosa all'interno di una tasca del cappotto e tirare fuori un oggetto apparentemente insignificante, la cui vista bastò a far venire i brividi alla giovane: si trattava di una piccola scatolina, e c'era solo un tipo di oggetto che poteva essere contenuto in una piccola scatolina come quella.

La conferma definitiva arrivò quando il bassista sollevò il coperchio per mostrare il contenuto, che consisteva, ovviamente, in un anello.

Un. Anello.

"E questo è per farti capire quanto serie siano le mie intenzioni" continuò lui, prendendo l'anello e reggendolo tra il pollice e l'indice della mano sinistra; Ginger non sapeva cosa dire: non riusciva a pensare, né a parlare e continuava solo a fissare l'anello che brillava.

Sperava fosse uno scherzo, ma era tutto troppo serio per esserlo, a partire dall'espressione sul volto di Waters, che adesso la guardava in attesa di ricevere una risposta, affermativa o negativa; ed ecco che si ripresentava il dilemma dinanzi a cui non sapeva cosa fare: che cosa doveva dire? Qual'era la risposta più giusta da dare? Ecco che si sentiva di nuovo alle strette, con le spalle contro un muro. Non poteva rifiutare, altrimenti Roger si sarebbe sentito preso in giro ed usato, ma non desiderava neppure avere una storia con lui perché era certa di non provare dei sentimenti. Ma, al tempo stesso, non voleva restare da sola.

E allora che diavolo doveva fare? perché doveva capitare sempre e solo a lei di ritrovarsi in situazioni come quella?

"So a che cosa stai pensando" continuò ancora Roger, sicuro di avere intuito i pensieri della sua amante "la tua indecisione nasce anche dal fatto che sei ancora scottata dal tradimento di David e per tutto quello che è successo tra me e Judith. Capisco la tua diffidenza, Ginger, perché anche io se fossi in te lo sarei, ma se mi darai la possibilità, ti dimostrerò che questa si tratta di una cosa completamente diversa. Non sei costretta a darmi una risposta adesso, comunque: se senti di avere bisogno di un po' di tempo per riflettere, io sono pronto ad aspettare"

"Non sarà necessario" rispose Ginger, titubante e con un filo di voce "perché so già qual è la mia risposta".












John era abituato a quelli che chiamava i comportamenti bizzarri del fratello minore, e pensava di avere visto ormai tutto, ma si ritrovò costretto a ricredersi quando subì una vera e propria irruzione in casa da parte sua: stava cenando in compagnia della moglie quando Roger, utilizzando la copia delle chiavi di casa che aveva per le emergenze, senza neppure preoccuparsi di suonare il campanello, entrò in cucina come una furia, chiedendogli testualmente che cosa cazzo gli passasse per la testa.

"Casomai dovrei essere io a rivolgerti questa domanda" rispose il più grande, altrettanto alterato, dopo essersi ripreso dallo spavento iniziale "perché nessuna persona sana di mente entra senza alcun permesso nella casa di qualcun altro... E prima che tu possa dire qualunque cosa, faccio una piccola precisazione: non funziona in questo modo neanche se si possiede una copia delle chiavi di casa. Stavamo cenando. Ti rendi conto che per un attimo abbiamo pensato che fossi un ladro o qualcuno con intenzioni peggiori?"

"Noi due dobbiamo parlare"

"E non potevi avvisarmi per telefono o degnarti di suonare il campanello, come fa qualunque altra persona normale? Si può sapere cosa c'è di così importante da averti spinto a fare irruzione a casa mia... All'ora di cena, dopo che ho appena staccato dal turno di lavoro?"

"Fai pure finta di non sapere? Ti dicono nulla le parole: lascia stare mio fratello o mi costringerai ad intervenire in prima persona?".

John sollevò gli occhi al soffitto, emise uno sbuffo sonoro e chiese alla moglie di lasciarli da soli perché dovevano parlare in privato; e dal momento che già poteva immaginare quello che lo aspettava, una volta che in cucina rimasero solo loro due ne approfittò per accendersi una sigaretta e per prendere una profonda boccata di fumo.

"Non dirle di questo" disse poi, riferendosi alla sigaretta accesa che aveva in mano "non vuole che fumi in casa. La fa incazzare terribilmente. E se s'incazza e litighiamo prima di andare a letto, capisci che non mi aspetta una notte molto piacevole"

"Non me ne può fregare di meno"

"Ed a me non me ne può fregare di meno di quello che vuoi dirmi, perché in questo momento voglio solo finire questa sigaretta, mangiare la mia cena ed andare a letto con mia moglie a fare quello che una coppia sposata in genere fa in camera da letto... Ti direi che dovresti saperlo molto bene anche tu, ma hai sempre preferito farlo con la prima tipa che ti faceva qualche sorrisetto e ti si strusciava contro, quindi..."

"Stai facendo lo stronzo perché non sai come ribattere. E non sai come ribattere perché sai di essere nel torto" ribatté Roger senza scomporsi minimamente, abituato com'era alle frecciatine che John non aveva mai smesso di lanciargli di tanto in tanto da quando il suo matrimonio con Judith era definitivamente naufragato "adesso smettila prima di farmi seriamente incazzare e spiegami perché hai rivolto questa minaccia a Ginger e cosa significa"

"Non le ho rivolto alcuna minaccia" rispose, annoiato, il più grande, più concentrato a godersi la sigaretta che a dare al fratello minore le spiegazioni che voleva "abbiamo fatto solo una piccola chiacchierata. E per la cronaca, è stata lei ad avvicinarsi a me, sia chiaro. Non so cosa ti abbia raccontato, ma io non sono stato il primo a fare nulla"

"Mi ha raccontato che le hai detto di farsi da parte perché altrimenti ci avresti pensato tu. Vuoi dirmi che questa non è una minaccia in piena regola? E che cosa vuol dire che ci vuoi pensare tu? Che cosa vorresti farle?"

"Proprio un bel niente... A parte il fatto che voglio che si faccia da parte e ti lasci in pace"

"E si può sapere il perché?"

"Perché si sta prendendo gioco di te, cazzo!" esclamò John, alzando la voce "ma porca puttana come fai a non renderti conto che a lei non importa nulla di te e che se ne approfitta della tua compagnia? Avevo questo dubbio già da tempo, e dopo averle parlato oggi ne ho avuta la conferma"

"Che cosa vuol dire?" domandò Roger corrucciando le sopracciglia "lei ti ha detto qualcosa a riguardo?"

"No... Ma l'ho capito dai suoi occhi, dal suo sguardo".

Agli occhi di Roger quell'affermazione apparve così assurda da spingerlo a scoppiare a ridere in faccia al fratello maggiore, che al contrario non ci vedeva nulla di così divertente in quello di cui stavano discutendo già abbastanza animatamente; di solito era Mary ad intervenire a placare gli animi quando una discussione tra i due fratelli diventava troppo forte, ma c'erano anche state molte occasioni in cui John e Roger avevano litigato lontano dagli occhi della madre per non essere interrotti, ed in almeno un paio erano arrivati perfino ad alzare le mani.

"Quindi mi stai dicendo che dalla tua parte non hai nulla di concreto e che si tratta solo di una sorta di deduzione personale... In altre parole, sei prevenuto nei confronti di Ginger per una semplice questione di... Antipatia a pelle?"

"Non si tratta di antipatia, io sono certo che quella ragazza ti sta solo usando"

"Non immagini neppure quanto profondamente ti stai sbagliando" replicò il fratello minore con un sorriso soddisfatto e scuotendo lentamente la testa "mentre stavamo tornando indietro, oltre a dirmi della tua minaccia, io e Ginger abbiamo discusso anche di questo. E quando le ho mostrato l'anello che ho comprato apposta per lei, e le ho chiesto se avesse bisogno di tempo per pensare, mi ha subito risposto che non serviva"

"Stai dicendo che le hai comprato un anello di fidanzamento e adesso sareste una coppia?" il più grande si ritrovò a spalancare gli occhi chiari, rendendosi conto che la situazione era molto più grave del previsto "hai davvero comprato un anello per quella ragazza? Ohh, mio dio, ma si può sapere che cosa ti passa per il cervello? E tu sei convinto che ti abbia detto di perché prov...".

John sgranò ancora di più gli occhi perché mentre parlava era stato colto da un sospetto.

"Tu... Tu sei innamorato di lei" mormorò con un'espressione sconcertata "ti sei innamorato di una ragazza a cui non importa proprio un bel niente di te"

"Non ho mai detto di essere innamorato. Non ho mai parlato di un sentimento così forte, e poi come potrei essere già innamorato di qualcun'altra dopo che è passato così poco tempo dal divorzio da Judith?" replicò immediatamente Roger, ma a John non sfuggì l'altrettanta rapidità con cui girò il viso da un'altra parte, per evitare di guardarlo negli occhi mentre rispondeva "ma sto bene quando sono insieme a lei, e questa è una sensazione che non provavo più da tanto tempo"

"Balle, Roger. Pensi di mentire a tuo fratello e ti aspetti pure che non lo capisca? Tu non stai semplicemente bene con quella ragazza, ti sei innamorato di lei. No, anzi, ti sei perdutamente innamorato di lei, altrimenti non l'avresti mai portata a pranzo da nostra madre e ti saresti accorto già da tempo di quelle che sono le sue vere intenzioni nei tuoi confronti... Sto iniziando a credere che forse sei perfino innamorato di lei da quando vi siete conosciuti, e questo combacerebbe perfettamente alla versione che Judith mi ha raccontato"

"Perché ogni volta che parliamo devi sempre mettere in mezzo la mia ex moglie? Non è che forse, in realtà, sei tu quello che è da sempre innamorato di Judith e non hai mai sopportato l'idea che lei preferiva me? E forse sei perfino geloso della mia vita"

"Ma si può sapere che cosa stai dicendo?"

"Beh, sai com'è, John... Quando eravamo piccoli, tu eri il più bello, il più forte, quello che le ragazze si voltavano sempre a guardare... Ma adesso che siamo diventati adulti, le cose sono cambiate, e tu non riesci a sopportarlo... In fin dei conti, quanto può essere soddisfacente la vita di un banale tassista?".

Fu il turno di John di scoppiare a ridere dinanzi alle assurdità che aveva appena ascoltato.

"E quindi secondo te sarei profondamente invidioso della vita che conduci perché guadagni molto più di me? Stai dicendo questo? Ohh, beh, vediamo un po'..." disse poi il maggiore, accendendosi una seconda sigaretta con un sorrisetto ironico sulle labbra "senza alcuna ombra di dubbio la vita di una rock star è più emozionante di quella di un banale tassista, come mi hai appena definito, ma vedi, non invidio affatto i continui viaggi che sei costretto a fare e la totale mancanza di privacy nella tua vita. E, soprattutto, io so per certo che le persone attorno a me ci sono perché provano dell'affetto sincero, e non perché hanno un secondo scopo... Tu puoi affermare lo stesso? Pensi che quelle ragazze così ansiose di entrare nel tuo camerino al termine di un concerto ti degnerebbero di un solo sguardo se non fossi famoso?"

"Ti ringrazio per questa affermazione così carina" disse a denti stretti il bassista, rivolgendo uno sguardo carico di rancore nei confronti del fratello maggiore, che lo aveva colpito senza alcuno scrupolo in quello che era sempre stato il suo punto debole: l'aspetto fisico.

"Che c'è? Tu puoi fare liberamente lo stronzo nei miei confronti ed io non posso ripagarti con la stessa moneta? Qui non c'è nostra madre pronta a prendere le tue difese ed a dirmi di tacere, quindi sono libero di dire tutto quello che voglio"

"Si può sapere perché ti è così difficile essere felice per qualcosa che riguarda me? Perché vuoi essere sempre e solo tu il migliore?"

"Guarda che ti sbagli, Roger, io non ti sto parlando in questo modo perché sono invidioso, ma perché sono preoccupato per te. Ho l'impressione che se non faccio qualcosa adesso, finché sono in tempo, finirai per prendere una lunga serie di decisioni sbagliate, a partire da questa ragazza" John continuò a parlare anche se Roger sollevò gli occhi con un'espressione esasperata "adesso ti dico quello che è il mio punto di vista in base a tutto quello che tu mi hai raccontato di te e di lei: sono convinto che quella ragazza, Ginger, non solo non prova nessun sentimento nei tuoi confronti, ma che ha accettato il tuo anello per due semplici motivi: primo, non vuole restare da sola dopo il divorzio. Secondo, sa che tu le puoi assicurare uno stile di vita agiato... Ti sta usando, Rog, possibile che tu proprio non riesca a capirlo? Apri gli occhi, guarda in faccia la realtà e tronca con questa ragazza prima che sia troppo tardi, altrimenti finirai per pentirtene"

"E vorresti farmi credere che tutto d'un tratto vuoi comportati da bravo fratello maggiore nei miei confronti?" domandò il più piccolo, che non aveva creduto ad una sola parola "forse oltre ad essere invidioso della mia vita in generale, lo sei anche nei confronti della mia relazione con Ginger perché sei incastrato in un matrimonio piatto tanto quanto la tua vita lavorativa"

"Vaffanculo!" esclamò il più grande, esasperato dalle provocazioni e dagli insulti gratuiti di Roger "adesso mi hai proprio stufato, e ringrazia il cielo che non ti ho messo le mani addosso già da un pezzo solo perché non ci tengo ad andare in mezzo a casini per colpa di un coglione come te! Preferisci dare la tua fiducia ad una sconosciuta piuttosto che a tuo fratello? Benissimo, allora, fai un po' come ti pare, ma ti avverto: visto che hai scelto lei, non provare a venire da me quando ti calpesterà senza alcuna pietà, perché da questo momento in poi non potrai più contare su di me. Anzi, sai che ti dico? Puoi anche scordarti di avere un fratello"

"Ma vaffanculo a te! Vuoi davvero togliermi la parola per questo motivo?" il bassista si rese subito conto che il fratello non stava scherzando non appena lo vide girare il viso da un'altra parte ed ignorarlo apertamente "ahh, è così, allora? Molto bene, se è questa la tua decisione, allora non mi resta che adeguarmi, ma sappi che ti stai sbagliando sul conto di Ginger e quando te ne accorgerai sarà troppo tardi per te! E sai perché? Perché sarò io a non volere più avere nulla a che fare con te. E adesso me ne vado perché è una mia decisione, non perché sei tu a cacciarmi da casa"

"Vattene pure, fai un po' come ti pare perché tanto non me ne frega un cazzo. Non so che farmene di un fratello che sceglie una sconosciuta opportunista alla sua stessa famiglia!" gridò John, ormai fuori di sé dalla rabbia; Roger lo sentì fin dall'ingresso dell'abitazione, ma proseguì ad abbottonare il lungo cappotto come se quelle parole non lo toccassero minimamente, ed era proprio così. La sua scelta l'aveva fatta "e stai pur certo che sarai tu il primo a fare un passo indietro perché quella ragazza ti assesterà una mazzata così tremenda che non riuscirai a dimenticarla per il resto della tua vita, ma ricorda che da me troverai nient'altro che una porta chiusa a chiave, Roger, hai capito? Perché sono stanco dei tuoi atteggiamenti da bambino viziato ed infantile, nostra madre ti ha fatto diventare un mostro, ed a tutto il resto ci ha pensato la strada che hai deciso d'intraprendere, mi hai sentito?".

L'unica risposta che il maggiore dei fratelli ricevette, fu il rumore della porta d'ingresso che veniva sbattuta con forza.

"Che grandissima testa di cazzo" mormorò poi, scuotendo la testa, prima di spegnere il secondo mozzicone sul piatto e nasconderlo tra le pieghe del tovagliolo; non sarebbe servito a molto, dato che sua moglie avrebbe sentito subito l'odore acre e pungente del fumo, ma non gliene importava.

Esattamente come non gliene importava del disastro a cui stava andando incontro Roger: non solo pensava che se lo meritasse, ma era anche ansioso di vedere arrivare presto il giorno in cui avrebbe imparato una lezione indimenticabile.

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