*12* (PARTE UNO)

Quando Ginger era nervosa, iniziava in automatico a tormentarsi una ciocca di capelli fiammeggianti con l'indice destro; quando invece era Jennifer ad essere nervosa, di solito prendeva una spazzola ed iniziava a pettinare la propria chioma corvina, che era ricresciuta più lunga e più folta di prima dopo il drastico taglio a cui l'aveva sottoposta.

Ed era proprio quello che la più giovane delle sorelle Anderson stava facendo da quando lei e Roger erano rientrati in albergo: dopo essere entrata in camera, la ragazza si era fiondata subito in bagno, si era chiusa lì dentro, aveva preso una spazzola e si era posizionata davanti allo specchio con la speranza di riuscire a calmarsi; Roger non aveva detto una sola parola a sua volta, e non aveva neppure bussato alla porta per convincerla in qualche modo ad uscire: dopo qualche minuto di assoluto silenzio, Jen aveva sentito i suoi passi allontanarsi e poi più nulla, segno che molto probabilmente era sceso nella hall per cenare o per uscire a prendere una boccata d'aria e fumare una sigaretta.

Tuttavia, non condannava il suo gesto. Anzi. Lo capiva e lo condivideva.

Da quando la loro frequentazione era iniziata, avevano preferito non definirla in nessun modo, vivendola alla giornata, e lei che cosa aveva appena fatto, spinta da un impulso che non era riuscita a frenare in tempo? Gli aveva confessato di essere innamorata di lui.

Roger non aveva risposto, sul suo volto era apparsa un'espressione sconvolta, e lei aveva accampato in fretta la scusa di rientrare in albergo perché era tardi, dovevano cenare e l'aria in riva al mare, col sole ormai dietro la linea dell'orizzonte, stava iniziando ad essere fin troppo pungente.

Jennifer si fermò e ripose la spazzola sul bordo del lavandino, visto che era tutto inutile e non riusciva a non pensare a quello che era successo poco prima.

Con due semplici parole, nel giro di un breve battito di ciglia, era riuscita a rovinare l'intera vacanza, e adesso... Adesso era semplicemente terrorizzata dal momento in cui sarebbe stata costretta a guardare negli occhi il bassista e ad affrontare l'argomento, perché non aveva la più pallida idea di quello che lui...

Jen sussultò all'improvviso e girò la testa in direzione della porta chiusa a chiave, perché qualcuno aveva appena bussato contro il legno chiaro; rimase in silenzio, continuò a fissare la porta e dopo pochi istanti il rumore si ripeté, subito seguito da una voce maschile.

"Jen?" era Roger, ovviamente "sei ancora lì dentro?".

Non ottenendo alcuna risposta, se non il silenzio più assoluto, il giovane uomo provò a girare il pomello verso destra e scoprì che la porta era ancora chiusa a chiave, segno che dall'altra parte del legno chiaro c'era ancora qualcuno.

"Jennifer, per favore, rispondi prima che possa pensare che ti sia accaduto qualcosa, altrimenti mi costringi a buttare giù la porta di peso. Sono pronto a farlo, se tu non..."

"Non c'è bisogno di scardinare un bel niente" disse la giovane, prima che il bassista avesse il tempo di passare dalle parole ai fatti "sto bene, sto solo...".

Jennifer lasciò la frase in sospeso, senza concluderla, perché non sapeva quale menzogna convincente inventarsi per essere lasciata in pace, e Roger, com'era naturale, le pose la domanda che tanto temeva.

"Potresti uscire, per favore?"

"Non mi sembra il caso"

"A me non sembra il caso che tu continui a restare chiusa a chiave lì dentro, perché se dovessi avere un malore improvviso sarei davvero costretto a scardinare la porta a calci o spallate" il giovane uomo tentò di alleggerire la tensione con una battuta, ma non ci riuscì "non vuoi uscire dal bagno a causa di quello che è successo in spiaggia?".

Di nuovo, la ragazza rispose col silenzio; e di nuovo, non sapeva cosa dire, anche se era ovvio che non voleva uscire dal bagno proprio a causa del disastro che aveva combinato in spiaggia.

Non sapeva neppure com'era riuscita a fare insieme a lui tutta la strada di ritorno fino all'albergo.

"Non credo di essere in grado di sostenere una conversazione a riguardo in questo momento... Figuriamoci il tuo sguardo"

"Beh... In questo momento stiamo parlando, no? E se lo stiamo facendo attraverso la porta del bagno, possiamo farcela anche faccia a faccia. Avanti, Jennifer, esci, non puoi trascorrere quel poco che ci rimane del soggiorno chiusa lì dentro. Vieni fuori, te lo sto chiedendo per favore, ti giuro che non sono arrabbiato. Non ce l'ho con te".

Le parole di Roger riuscirono finalmente a convincere Jennifer ad uscire dal bagno in cui si era barricata: qualche istante dopo aver terminato di parlare, il bassista sentì il rumore della chiave che girava dentro la serratura e vide apparire il volto leggermente arrossato della giovane; notò subito che teneva gli occhi verdi rivolti verso il basso perché non aveva né la forza né il coraggio di ricambiare e sostenere il suo sguardo.

"Ecco, hai visto che non è stato così difficile? E adesso che ne dici che sfruttiamo il servizio in camera ed ordiniamo qualcosa da mangiare, visto che entrambi abbiamo saltato la cena?" Roger provò a rassicurare ulteriormente Jennifer, con delle parole gentili ed un sorriso, ma lei scosse la testa con vigore, mantenendo sempre lo sguardo rivolto verso il pavimento della camera, ricoperto da una morbida moquette viola "no? Non vuoi mangiare nulla? Non puoi non essere affamata, devi mettere qualcosa nello stomaco altrimenti rischi di avere un momento di debolezza"

"Ho lo stomaco completamente chiuso"

"Guarda che se non ordini tu, ordino io per entrambi"

"Ho detto di avere lo stomaco completamente chiuso" ripeté Jen, mostrandosi per la prima volta stizzita nei confronti di Waters, e lui smise immediatamente di sorridere, ritornò ad essere serio ed emise un profondo sospiro; mentre la più piccola delle sorelle Anderson si era rifugiata in bagno, ne aveva approfittato per uscire dall'albergo, prendere una boccata d'aria fresca per schiarirsi le idee e fumare una sigaretta (un paio in realtà, o forse anche di più... Non le aveva contate, non lo faceva più da tempo. Aveva la netta sensazione di fumare molto di più da quando aveva divorziato da Judith, ma francamente non gliene fregava un bel niente), e adesso sentiva di nuovo il bisogno di prendere il pacchetto di Marlboro e quello di fiammiferi che aveva in una tasca dei pantaloni (tasca che improvvisamente si era fatta più pesante, o forse era solo una sua illusione?), ma doveva resistere, perché non poteva fumare davanti a Jennifer, date le sue precarie condizioni di salute.

"Jen, se è per quello che è successo in spiaggia ti assicuro che..."

"No! Non dirmi che è come se non fosse accaduto nulla perché non ci credo!" la ragazza bloccò immediatamente il giovane uomo, ma anche se il suo tono di voce era deciso, i suoi occhi erano ancora rivolti altrove, più precisamente verso la porta finestra che portava al balcone che si affacciava sulla spiaggia e sul mare; Roger aveva prenotato la stanza più bella dell'albergo perché voleva che il loro soggiorno fosse perfetto "lo dici solo per non farmi sentire in colpa, ma non è altro che una bugia. Ho rovinato tutto quanto, e niente sarà più come prima. Adesso stai cercando di tranquillizzarmi, ma sono certa che non appena torneremo a Londra, la nostra frequentazione finirà: prima accamperai la scusa di essere fin troppo impegnato con la registrazione di un nuovo album, poi sfrutterai quella di un nuovo tour, ed infine smetterai di rispondere alle mie chiamate, fino a scomparire del tutto"

"Perché stai dicendo questo?" chiese il bassista, sconcertato, cercando inutilmente un contatto visivo con la mora "credi davvero che possa comportarmi in questo modo? Pensi di essere solo un passatempo per me? Sei tu a crederlo oppure ti è stato messo in testa da qualcuno? È stata tua sorella, vero? È stata Ginger a darti il tormento fino a quando non è riuscita a farti dubitare di me? Perché queste sembrano proprio parole uscite dalla sua bocca"

"No, lei non c'entra nulla in tutto questo, anche se sto iniziando a credere che non abbia tutti i torti. Me ne sono resa conto in spiaggia, quando non ho ricevuto alcuna risposta. La tua espressione parlava già da sola: stiamo vivendo la stessa situazione che si è creata tra me e Danny. Anche nel nostro caso, vediamo questo rapporto in modo diametralmente opposto, ed ormai è inutile mentire e fingere che non sia successo nulla, che io non abbia detto niente" rispose la ragazza, stringendosi nelle spalle; continuava a fissare la finestra anziché il suo interlocutore perché in quel modo era più semplice confessare tutto quanto fino infondo "io sono innamorata di te da sempre, Roger, fin dalla prima volta in cui ti ho visto. Ricordo ancora benissimo quella sera, ed il momento esatto in cui ho visto il tuo viso. È stato in occasione della prima intervista televisiva che tu ed il gruppo avete rilasciato per la BBC, te la ricordi? Ginger doveva essere presente, ma non ha potuto venire con voi perché aveva la caviglia ancora ingessata. Avevo appena quattordici anni quando l'ho vista, adesso ne ho quasi ventuno e non è cambiato nulla, perché non si trattava di una cotta passeggera da adolescenti come credeva Ginger. E non ho mai accettato nessuno degli inviti che mi sono arrivati dai miei compagni di scuola perché... Perché, anche se sapevo che era impossibile, speravo comunque di ricevere un invito simile da parte tua, un giorno. Tutti gli altri non m'interessavano, ai miei occhi era come se neppure esistessero".

Jennifer emise un profondo sospiro prima di continuare.

"Ma è chiaro che per te non è lo stesso, soprattutto con quello che di recente hai passato con la tua ex moglie"

"Quello che è successo tra me e Judith è una faccenda che appartiene al passato. Ho chiuso per sempre con lei. Le ho fatto capire di non essere intenzionato a concederle nessuna seconda possibilità e credo proprio di essere riuscito a far recepire il messaggio forte e chiaro. E non credere che abbia iniziato a frequentarti seriamente solo perché desideravo lasciarmi alle spalle il disastro che è stato il mio matrimonio, perché non è così. Se davvero avessi deciso di dimenticare tutto quanto, mi sarei buttato a capofitto in qualunque avventura di una notte. Te l'ho già spiegato una volta, Jen: ho accettato per fare un favore a Ginger, ma è stato così solo all'inizio, perché l'interesse che nutro nei tuoi confronti è diventato ben presto reale. Mi piace passare il tempo in tua compagnia, sono le uniche ore in cui riesco a rilassarmi completamente ed a staccare la spina dallo stress quotidiano delle mie giornate"

"Ecco, lo vedi? Anche dal modo in cui parli si capisce che abbiamo due visioni opposte. Io ti ho confessato di amarti, e tu mi hai risposto dicendo che ti piace trascorrere il tempo in mia compagnia... Non è la stessa cosa, Roger, e adesso capisci perché continuo a ripetere che con le mie parole ho rovinato l'intera vacanza? Non so davvero come abbia fatto ad illudermi... No, anzi, in realtà so perfettamente come è potuto succedere: è successo perché dentro di me, anche se continuo a negarlo, sono rimasta la stessa ragazzina di un tempo che si atteggia da adulta, ma che in realtà non è mai cresciuta veramente"

"Io non ti considero affatto una ragazzina"

"No?" la giovane alzò di scatto il viso, e per la prima volta da quando era uscita dal bagno incrociò lo sguardo del bassista "non credi che sia una ragazzina? Allora preparati a restare profondamente deluso da quello che sto per raccontarti: fino a qualche mese fa, le pareti della mia camera erano tappezzate da foto tue che avevo ritagliato da numerose riviste e da ritratti che io stessa avevo provato a fare. Quando ho scoperto di essere malata, ho tolto tutte le foto ed i disegni, li ho chiusi dentro uno scatolone ed ho riposto lo scatolone in soffitta. Sai perché l'ho fatto? Perché la scoperta della malattia mi ha riportata coi piedi per terra e mi ha fatto capire che i sentimenti che provo per te non erano altro che un'inutile perdita di tempo, perché non sarebbero mai sbocciati in qualcosa di concreto, questo almeno fino a quando non sei entrato fisicamente a far parte della mia vita... Perché, ovviamente, quando è successo, quando dopo quel disastroso invito per un the pomeridiano mi hai detto che ti sarebbe piaciuto vedermi ancora, sono tornata a fantasticare e mi sono illusa di nuovo, anche se avevo tutto quanto davanti ai miei occhi".

Jennifer voltò le spalle a Roger, e lui pensò subito che alla ragazza dai lunghi capelli neri mancavano un paio di tasselli, in realtà: non sapeva ancora nulla di tutto quello che c'era stato tra lui e Ginger (anche se si era trattato solo di una serie di errori), e forse era meglio che continuasse a rimanerne all'oscuro.

Neppure voleva immaginare alle ripercussioni che una scoperta simile avrebbe avuto sulla sua salute cagionevole; perché anche se Jennifer odiava sentirselo dire, il suo aspetto fisico ispirava una grande fragilità.

Si avvicinò piano ed altrettanto lentamente, dopo averci riflettuto per un momento, le passò le braccia attorno ai fianchi; sentì la giovane irrigidirsi, ma non sciolse l'abbraccio né si allontanò, e quello era già un piccolo risultato.

"Adesso è a me che dispiace deludere le tue aspettative, ma continuo a non considerarti una ragazzina. E non ha alcuna importanza il periodo burrascoso che mi sono lasciato alle spalle, perché se sono qui con te, se ho organizzato tutto questo, è proprio perché non stiamo vivendo una storia su due piani diversi Il nostro caso non è come quello tuo e di Danny"

"Stai dicendo che non stai facendo tutto questo solo perché sono malata?" domandò Jennifer, voltandosi a guardare il bassista negli occhi, senza sciogliere l'abbraccio; Roger scosse la testa.
"No, affatto"

"E quindi ricambi i miei stessi sentimenti?".

Questa volta, il giovane uomo non riuscì a dare una risposta immediata.

Amava Jennifer? Quali sentimenti provava per lei? Era riuscito davvero a lasciarsi il matrimonio fallimentare con Judith alle spalle per sempre, come ripeteva in continuazione a chiunque tirasse fuori quell'argomento spinoso? E Ginger? Come doveva considerare quello che c'era (o non c'era) tra loro due?

Non si era mai posto nessuna di quelle domande, non si era mai soffermato a riflettere su esse, e forse John non aveva tutti i torti ad affermare che si era infilato in una situazione troppo delicata da gestire. Perché una situazione delicata come quella, finiva sempre con qualcuno che soffriva terribilmente. Finiva sempre con qualcuno che si ritrovava ad infliggere dolore anche se in modo del tutto involontario.

Ma ormai era troppo tardi. Aveva avuto la propria occasione di starne fuori quando Ginger gli aveva chiesto quel fatidico favore, ma non lo aveva fatto: aveva accettato, suo malgrado, ed ora doveva andare fino infondo.

E poi... Poi di mezzo c'era comunque la questione che si trovava bene con Jennifer. Le interessava davvero. Non era affatto un peso trascorrere il tempo libero in sua compagnia. Gli piacevano anche i baci che si scambiavano nei momenti d'intimità che riuscivano a ritagliare nella stanza della giovane.

Per assurdo, da quando erano a Brighton ne avevano avuti pochissimi.

"Se tu fossi solo un passatempo passeggero, credi che ora sarei qui con te?".

Jennifer capì che non avrebbe ottenuto nessun'altra risposta più dettagliata e diretta da parte del bassista, che con quelle parole aveva detto tutto e niente allo stesso tempo, e che era inutile insistere riguardo quell'argomento; abbassò per un istante gli occhi e poi li sollevò per porgli un'altra domanda diretta, che le ronzava in testa da un bel po' di tempo, ma che non gli aveva mai fatto prima d'ora perché stava aspettando il momento giusto (e perché era spaventata dalla possibilità di ricevere una risposta negativa).

"E quindi se ora ti chiedessi di fare l'amore con me, tu cosa mi risponderesti?".

Roger rimase di nuovo in silenzio a fissare Jennifer negli occhi e poi, senza dire una sola parola, le posò le mani sulle guance e si chinò in avanti per baciarla sulle labbra; Jen si lasciò baciare senza opporre alcuna resistenza: chiuse gli occhi, si alzò sulle punte dei piedi e passò le braccia attorno alle spalle del giovane uomo, ma quando si sentì sollevare di peso e posare con delicatezza sul letto matrimoniale, allora lo bloccò, posandogli la mano destra sul petto.

"C'è una cosa che devi sapere prima di continuare, anche se forse la immagini già benissimo da solo" sussurrò la ragazza, mentre il bassista la guardava perplesso, a causa dell'interruzione, chiedendosi se avesse involontariamente sbagliato qualcosa "io sono vergine. Questa è la mia prima volta, non... Non so cosa bisogna fare, come ci si comporta, come... A scuola non avevo molte amiche, quindi non ho avuto la possibilità di ascoltare molti resoconti dettagliati di esperienze in ambito..."

"Jennifer, va tutto bene" sussurrò a sua volta Waters, interrompendo il monologo della più piccola "non hai nulla di cui vergognarti o preoccuparti, d'accordo? Tutto ciò che devi fare è seguire me, il resto verrà spontaneo... Perché stai tremando? Hai freddo? Stai male?"

"No, tranquillo" mormorò lei con un sorriso, benché non riuscisse a controllare il tremore costante che le attraversava tutto il corpo "è solo un po' di tensione. Cerca di fare piano"

"Non preoccuparti" la rassicurò di nuovo lui "cercherò di essere il più delicato possibile. Ti prometto che non sentirai più dolore del necessario, ed io sono una persona che mantiene sempre le proprie promesse".

Jennifer annuì piano con il capo e si lasciò andare completamente, dimostrando così l'enorme fiducia che nutriva nei confronti del bassista; anche se lui non aveva dato una vera e propria risposta alla domanda che gli aveva fatto, anche se molto probabilmente non provavano gli stessi sentimenti l'uno per l'altra ed altrettanto probabilmente le sue orecchie non avrebbero mai sentito quel ti amo ricambiato, la ragazza si lasciò andare, sperimentando finalmente la sua prima volta, il suo primo rapporto intimo completo, con un ragazzo.

Poco le importava se quello sarebbe stato il massimo che sarebbe riuscita ad ottenere da lui: andava bene così, perché in quel momento non desiderava essere da nessun'altra parte, in compagnia di nessun'altra persona; era insieme a Roger, il suo grande amore, il suo primo amore, l'unico per cui avesse mai provato dei sentimenti così profondi, erano sullo stesso letto e stavano per consumare un rapporto intimo completo.

Poco importava se per lei quello che stavano per fare era amore e se per lui era sesso, ed aveva altrettanto poca importanza se dietro gli occhi serrati il bassista stava pensando ad altro, se la sua mente era concentrata altrove, magari perfino verso un'altra donna, perché ciò che contava davvero era solo l'attimo che stavano condividendo; tutto il resto era superfluo, nient'altro che un'inutile perdita di tempo.

Se c'era un motivo per cui Jennifer si sentiva in obbligo di ringraziare la malattia che le aveva stravolto completamente la vita dalla mattina alla sera, era per averle insegnato la capacità di distinguere ciò che era importante da ciò su cui era inutile soffermarsi, e difatti la giovane non condivise più nessuno dei propri turbamenti con il suo amante: ad amplesso concluso, mentre giacevano in silenzio sotto le lenzuola, l'uno stretto all'altra, anziché riprendere il discorso laddove era stato lasciato, insistendo per avere una risposta più chiara riguardo la loro frequentazione, si lasciò andare ad una confessione.

"Vuoi sapere perché ti ho chiesto di fare l'amore con me?" domandò Jen, girandosi sul fianco sinistro e stringendosi di più a Roger; lui aprì gli occhi, girò il viso verso destra e si limitò a fissare la ragazza "perché qualcosa dentro di me continuava a ripetermi che se non avessi approfittato di questa occasione, non ce ne sarebbe stata una seconda. Lo dico a te perché, adesso che non c'è più Danny, sei l'unica persona con cui posso parlare liberamente, se facessi questo discorso a casa, mommi reagirebbe male e Ginger ancora peggio: Rog, sento che io non starò mai meglio. Sento che questa brutta storia ben presto si concluderà, ma per me non ci sarà alcun lieto fine"

"Non devi essere così pessimista, Jennifer" rispose il bassista, accarezzando i capelli neri della più piccola per tranquillizzarla e scacciare le sue paure "adesso stai qui, e stai bene. Siamo a Brighton da quasi tre giorni e non è successo niente, non credi che sia un segnale positivo?"

"Anche nei mesi scorsi ci sono stati lunghi periodi in cui sembrava che la mia salute stesse migliorando, ma poi è sempre arrivata una ricaduta. Roger, non è questione di essere pessimisti, è questione di essere realisti: quanto pensi che possa andare ancora avanti in questo modo? I farmaci non stanno portando a nessun risultato, se il medico è arrivato addirittura a consigliarmi di valutare la possibilità di ricorrere all'operazione chirurgica"

"C'è comunque quella, quindi significa che non tutto è perduto"

"Sì, ma l'operazione chirurgica è proprio l'ultima spiaggia perché gli aspetti negativi rischiano di superare quelli positivi: se decido di sottopormi all'operazione, nel tentativo di risolvere il mio problema, ci sono più probabilità che rischi di non svegliarmi, rispetto a quelle che vada tutto liscio come l'olio, per questo ti ho detto che vedo una sola conclusione e non è affatto un lieto fine" il corpo di Jennifer aveva ripreso a tremare, e questa volta la tensione nervosa non c'entrava nulla; dietro quei brividi continui c'era il terrore accecante ed assoluto di essere costretta, in un modo o nell'altro, di dire addio a tutto ed a tutti quanti a neppure ventuno anni compiuti.

Roger strinse ancora di più a sé Jennifer, le posò un bacio sulla fronte e per l'ennesima volta provò a scacciare dalla testa la voce di suo fratello che gli ripeteva di uscire da quella situazione così delicata e complicata finché era ancora in tempo per farlo.

"E quindi stai prendendo in considerazione la possibilità di rifiutare l'operazione chirurgica qual'ora i farmaci risultassero inutili e non rimanesse null'altro da tentare?"

"Non lo so" Jen sollevò il viso, nei suoi occhi verdi c'era uno sguardo che rifletteva la paura espressa dalla sua voce "secondo te che cosa dovrei fare?".

Il bassista guardò la giovane senza rispondere, perché non sapeva cosa dire: con ogni probabilità, Jennifer doveva prendere la decisione più importante della propria vita, e stava rimettendo tale decisione nelle sue mani.

Non in quelle di sua madre o di sua sorella, le due persone più importanti della sua vita, ma nelle sue.

Ancora una volta, per l'ennesima, Roger risentì ronzare nelle proprie orecchie la ramanzina fattagli da John; non gli aveva più raccontato niente riguardo la scelta di continuare a frequentare la più piccola delle sorelle Anderson, e con ogni probabilità non lo avrebbe mai più fatto perché già sapeva che le prime parole del fratello maggiore altro non sarebbero state che un odioso te lo avevo detto.

Ed altrettanto probabilmente si sarebbe sentito dire che avrebbe fatto meglio a concedere una seconda possibilità a Judith, anziché mettersi a giocare con il fuoco, scegliendo di frequentare una ragazza seriamente malata solo per fare un favore alla sorella.

"Una decisione simile spetta solo ed esclusivamente a te, Jen, io non posso influenzarti in alcun modo. Ma se per te è motivo di così tanta angoscia, lascia perdere per il momento. Nessuno ti ha dato una data di scadenza, nessuno ti sta facendo pressione in alcun modo, e può anche essere che non arrivi mai il momento in cui sarai costretta a scegliere se tentare o meno con l'operazione. Adesso, forse, è meglio pensare ad altro, non credi? Dopotutto, siamo venuti a Brighton per festeggiare San Valentino, no? Sarebbe davvero un peccato rovinare un'occasione come questa" disse infine, accarezzandole il viso e la chioma corvina con un sorriso.

Anche quella non era la risposta che Jennifer si aspettava di ricevere dal proprio amante, ma come aveva già fatto quando gli aveva chiesto se anche lui ricambiava i suoi stessi sentimenti, decise di lasciar perdere e sorrise a sua volta.

"Hai perfettamente ragione" mormorò, avvicinando il viso a quello di Roger, fino a sfiorare con il proprio naso quello suo "sarebbe solo che un enorme peccato sprecare un'occasione come questa. Voglio godermi ogni singolo istante che ci resta della vacanza, senza pensare a quello che mi aspetta al mio ritorno a casa".









Quando i due giovani rientrarono dal breve soggiorno a Brighton, a Ginger bastò un solo sguardo per capire quello che era accaduto tra Jennifer e Roger; ma anche se aveva già intuito tutto da sola, quando la conferma arrivò da parte della stessa Jennifer, mentre erano nella sua camera, da sole ed a notte ormai inoltrata, si sentì ugualmente destabilizzata.

Non le importava nulla di Waters: lo considerava un essere arrogante ed insopportabile, si era già pentita da diverso tempo del favore che gli aveva chiesto, si odiava terribilmente perché in un momento di debolezza era finita a letto con lui (neppure considerava il rapporto sessuale che avevano consumato in un momento in cui non era affatto lucida, od il bacio che si sarebbero scambiati in Giappone, di cui altrettanto non conservava alcun ricordo), ma avvertì comunque una strana sensazione nel momento stesso in cui la sorella adottiva minore le confessò che la sua frequentazione con il cupo bassista aveva raggiunto un nuovo punto di svolta, una sensazione simile ad una morsa allo stomaco.

O forse era più simile ad un pugno?

Forse era più simile alla sensazione di ritrovarsi senza fiato, incapaci di respirare, dopo aver ricevuto un colpo a tradimento; ed in un certo senso, la confessione di Jennifer poteva essere paragonata proprio a quello: ad un pugno inaspettato, che l'aveva colta alla sprovvista.

Tuttavia, nonostante il tumulto di emozioni che si agitava dentro di lei, Ginger riuscì comunque a mantenere una parvenza di distacco, onde evitare di suscitare qualche possibile dubbio in Jennifer.

"Ohh!" esclamò la più grande, esprimendo così la propria sorpresa, in risposta allo sguardo preoccupato della più piccola, che temeva di vederla esplodere da un momento all'altro "e come... Come è successo?"

"È accaduto tutto l'ultima sera, dopo una piccola discussione: abbiamo fatto l'amore... E subito dopo, lo abbiamo rifatto una seconda volta"

"Perché avete discusso?" chiese Ginger, preferendo non soffermarsi troppo sul fatto che Jennifer aveva usato l'espressione fare l'amore anziché fare sesso; quest'ultima abbassò lo sguardo su Keith, che stava dormendo con la testa appoggiata alle sue gambe, e gli accarezzò i ricci neri per un paio di secondi, prima di rispondere.

Anche Demi era sdraiato sul materasso singolo che apparteneva alla zia materna, ed aveva la testolina bionda appoggiata sulle gambe della madre, che a sua volta gli stava accarezzando i fini e morbidi capelli chiari.

"Perché, tanto per cambiare, ho commesso l'ennesima stupidaggine" mormorò la ragazza, con lo sguardo fisso sul nipotino più grande, perché non osava guardare la sorella adottiva maggiore negli occhi "mentre eravamo in spiaggia, mi sono lasciata scappare delle parole di troppo"

"Cioè?" chissà per quale strano motivo, il battito cardiaco della rossa era accelerato all'improvviso "di che parole stiamo parlando?"

"Gli ho detto che lo amo".

Era una fortuna che in quel momento l'attenzione di Jennifer fosse tutta rivolta verso Keith, altrimenti anche a lei sarebbe bastato un solo sguardo all'espressione apparsa sul volto di Ginger per scoprire da sola il segreto che lei e Roger si portavano appresso; e quando finalmente sollevò gli occhi per fronteggiare quelli della più grande, quest'ultima era riuscita a ricomporsi nuovamente in fretta, assumendo un aspetto ed un atteggiamento forse fin troppo distaccati.

Ma se con la mano sinistra stava ancora accarezzando i capelli del secondogenito, la destra era ben nascosta dietro la schiena ed era serrata a pugno attorno ad un lembo del candido lenzuolo.

"E cosa è successo quando gli hai detto questo?"

"Subito, in spiaggia, non gli ho lasciato il tempo di rispondere perché ero così imbarazzata che ho detto di voler tornare subito in albergo. Lo ha fatto dopo, mentre eravamo in camera, ma è stata una risposta strana, che non sono riuscita a decifrare del tutto: non ha detto di ricambiare i miei sentimenti, ma ha lasciato intendere che anche per lui non è una semplice frequentazione da prendere alla leggera, dato che ha organizzato il weekend a Brighton. Se non ricordo male, le sue parole sono state che non avrebbe mai fatto nulla di simile se io fossi stata solamente uno sfizio passeggero. Penso che volesse dire che, in un caso come il nostro, i gesti valgono molto di più delle parole".

Ginger rimase in silenzio, ma le sue labbra carnose si trasformarono in una linea sottile, contrariata.

Ecco perché si era pentita quasi subito del favore che aveva chiesto a Roger, una parte di lei aveva provato ad avvisarla, non aveva voluto ascoltarla ed era riuscita a trasformare una situazione complicata in una ancor più complicata: com'era possibile che in così poco tempo, nell'arco di neppure un anno, il bassista avesse già cancellato l'ex moglie e provasse dei sentimenti così profondi per un'altra persona?

Judith poteva anche avergli spezzato il cuore nel peggiore dei modi, ma restava comunque il suo primo amore (conosceva la loro storia perché era stato Richard a raccontargliela, un giorno), e come si poteva cancellare in un battito di ciglia un pezzo così importante della propria vita? Lei ancora non ci era riuscita con Syd, e nel loro caso si era trattata di una veloce storia durata appena un paio di mesi, ed erano trascorsi anni da quando avevano preso due strade diverse.

Ed ovviamente, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, lo stesso valeva per David: lo odiava con tutta sé stessa per la sofferenza che le aveva arrecato, ma purtroppo non aveva cancellato il suo ricordo, perché restava la persona di cui era ancora innamorata, il suo primo marito e soprattutto il padre di Demi Richard.

Quindi no, non credeva affatto che Waters si fosse già lasciato alle spalle la bella e bionda Judith Trim; vista la vendetta personale che si era preso alcuni mesi prima, era più probabile che stesse cercando di dimenticarla in qualunque modo, e si era messo in testa di riuscirci con Jennifer.

Col rischio di farla soffrire terribilmente.

Cosa sarebbe successo se un bel giorno si fosse accorto di non ricambiare affatto i suoi sentimenti? O, peggio ancora, se si fosse reso conto di avere commesso un'enorme cazzata e di rivolere indietro la vita insieme a Judith?

No, quella che si era creata era una situazione che non le piaceva affatto.

E non aveva nulla a che fare con la strana sensazione avvertita quando Jennifer le aveva confessato di avere avuto un rapporto intimo completo con il bassista; quella morsa allo stomaco doveva essere stata solo che un'enorme coincidenza. Probabilmente aveva lo stomaco sottosopra perché i suoi poveri nervi erano sempre a fior di pelle, e riusciva a mettere poco cibo sotto i denti.

A dimostrazione di ciò, c'era la lancetta della bilancia in bagno, che settimana dopo settimana segnava sempre delle tacche in meno; ma non poteva farci nulla se il cibo era la sua ultima preoccupazione.

"Sei arrabbiata con me?" chiese Jen, preoccupata perché il silenzio di Ginger si stava facendo troppo prolungato, ma la rossa ebbe la prontezza di scuotere la testa.

"No, non sono arrabbiata, sono solo preoccupata perché non voglio vederti soffrire per amore. Credimi, vorrei tanto essere felice per te, ma trovo strano che Waters possa aver dimenticato Judith così in fretta. Temo che..."

"Ginger, non devi preoccuparti per me. Mio dio, è da una vita intera che non fai altro che preoccuparti per me, ma si può sapere che cosa devo fare per convincere te e mommi che non sono più una bambina che necessita di protezione, e di essere guidata per mano?" Jennifer bloccò la sorella adottiva maggiore con un mezzo sorrisetto sulle labbra "potrò anche essere ingenua, ma fino ad un certo punto: so che Roger non ricambia i miei sentimenti, so che, anche se non lo dice, ha in mente qualcun'altra, e molto probabilmente quella persona è proprio la sua ex moglie, ma so anche che è stato sincero quando mi ha detto che io non sono uno sfizio passeggero, perché ho visto dai suoi occhi che stava raccontando la verità. Ed a me basta questo. Lui è sempre stato l'unico ragazzo che abbia mai desiderato, e finalmente fa concretamente parte della mia vita, ci stiamo frequentando, ho fatto l'amore con lui, e questo mi basta. Non m'importa se viviamo tutto questo su due piani diversi, perché a me basta questo"

"Jen...".

Ginger stava per dire a Jennifer che non doveva accontentarsi di una persona che amava, ma da cui non era altrettanto amata, che meritava molto di più, infinitamente molto di più, ma venne nuovamente interrotta da un'altra confessione della più piccola.

"Sai, Ginger, questo non è stato l'unico argomento serio che io e Roger abbiamo affrontato durante il soggiorno a Brighton. Nel corso dell'ultima notte, gli ho anche chiesto che cosa dovrei fare con l'operazione. Speravo che mi desse una risposta chiara, ma anche in questo caso non è stato così... Speravo che mi dicesse cosa fosse più giusto fare, ed invece si è limitato a dirmi che la scelta spetta solo a me, e che non può influenzarmi in alcun modo"

"Capisco" commentò la rossa, mandando giù la cocente delusione legata alla decisione di Jennifer di porre una domanda così delicata al bassista e non a lei, che era sua sorella "ma dentro di te sai già qual è l'unica scelta giusta da fare: se mai dovesse arrivare quel momento, devi tentare con l'operazione"

"Ma come posso decidere di fare un tentativo, se i rischi superano i benefici? Hai sentito anche tu che cosa ha detto il dottore quando ha accennato all'eventualità di operarmi: si tratta di un intervento così delicato e complesso che potrei benissimo non risvegliarmi" rispose la più piccola, spalancando gli occhi; non sapeva più che cosa le facesse più paura, se essere consumata lentamente dalla malattia o che i suoi ultimi ricordi fossero legati ad una sala operatoria fredda e sterile.

In ogni caso, quale che fosse il suo destino, l'epilogo sembrava essere uno soltanto.

Ma se Jennifer da un lato era già rassegnata ad accettarlo, lo stesso non valeva per l'animo battagliero di Ginger: la giovane smise di accarezzare i capelli di Demi e strinse le mani della sorella adottiva più piccola.

"Se mai dovesse arrivare il momento di tentare con l'ultima spiaggia, devi accettare di sottoporti all'operazione. Sai perché te lo sto dicendo con così tanta sicurezza? Perché so per certo che non ti accadrà nulla di brutto, Jen. Sei ancora troppo giovane, ed hai un animo troppo buono perché ti accada qualcosa così presto. E sei forte"

"Non mi sento affatto forte"

"Ed invece lo sei. Sei molto più forte di quello che credi, ed è proprio per questo che ti dico che come entrerai in quella sala operatoria, nello stesso modo ci uscirai... Solo che ti sentirai un'altra persona perché i dottori avranno sistemato il tuo problema. Jennifer, sono tua sorella" insistette la rossa, dinanzi allo sguardo incerto ed impaurito della mora "non ti darei mai un suggerimento simile se io per prima non fossi così sicura di quello che dico. Anche se il dottore ha detto che si tratta di un'operazione rischiosa, c'è sempre la possibilità che tutto vada bene. Ad alcune persone è andata bene, perché non dovrebbe essere lo stesso anche per te? Io sono certa che sarà così, devi solo crederci anche tu"

"Grazie" anche se Jennifer era ancora titubante nei confronti dell'operazione, la sicurezza con cui Ginger aveva parlato era riuscita a trasmetterle un po' di speranza e di tranquillità, e la ringraziò a bassa voce e con un sorriso; la più grande, facendo attenzione ai bambini che dormivano profondamente, lasciò andare le mani della più piccola e le passò le braccia attorno alle spalle per abbracciarla e stringerla a sé.

Non disse niente in risposta, e quando sciolse l'abbraccio e ripresero a parlare d'altro di più leggero, perché entrambi non erano né stanche né assonnate, non chiese a Jen né di raccontarle del soggiorno a Brighton né di come era stata la sua prima volta.

Non perché parlare di Roger le causasse qualche sorta di turbamento, non c'entrava assolutamente nulla quello che c'era stato tra loro due, visto che non si era trattato altro che di un errore e poteva essere catalogato come una semplice notte di sesso (due, considerando quella di cui non aveva ricordi).

Ma preferiva evitare di sentire ancora quella sgradevole morsa allo stomaco... Anche se, ovviamente, non aveva nulla a che fare con la confessione della sorella adottiva minore. Riguardo a quello ne era assolutamente certa.

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