*12*
Carolyne si rese conto solo nel giorno del suo compleanno, poco prima dell'inizio ufficiale della festa, quando gli ospiti stavano già iniziando ad arrivare ed a radunarsi nell'ampio salotto della villa, che le conseguenze a determinati comportamenti citate da Charles non erano solo delle parole al vento, ma vere e proprie minacce concrete; lo scoprì quando lui, senza neppure chiederle il permesso o preoccuparsi di bussare, entrò nella sua camera da letto e vide qual'era il travestimento che aveva scelto per l'occasione.
La giovane donna era seduta davanti ad uno specchio, intenta a sistemare gli ultimi ritocchi, e senza nemmeno rendersene conto si ritrovò a terra, con la sedia caduta di lato e la guancia destra che già pulsava dal dolore: senza che avesse avuto il tempo di rendersi conto di quello che stava per accadere e di reagire di conseguenza, il suo compagno le aveva assestato uno schiaffo così forte da farla cadere a terra; e prima di avere il tempo di dire qualunque cosa, si ritrovò in piedi con la forza e sempre con la forza bloccata contro un angolo della stanza.
Il viso di Charles era a pochi centimetri di distanza dal suo, e stava dicendo qualcosa a bassa voce per risultare ancora più minaccioso; Carolyne non prestò la minima attenzione alle sue minacce (che suonavano molto simili ad un: adesso non ti tocco perché c'è la festa e gl'invitati sono già giù che ti aspettano, ma stai pur certa che più tardi faremo i conti), la sua attenzione era tutta concentrata sull'alito del giovane uomo, che già puzzava di alcol.
Allora poco tempo prima non si era sbagliata, il futuro che aveva immaginato prendeva sempre più una forma concreta: solo adesso che sentiva di avere la vittoria in pugno, Charles stava rivelando qual'era il suo vero volto. Ed era quello di un uomo avido, manesco e dedito alla bottiglia. Un uomo pronto ad alzare le mani alla prima buona occasione ed anche quando non c'era nessun motivo, solo per il gusto di farlo.
Quando lui se ne andò, dopo aver rimarcato il concetto del più tardi faremo i conti, scivolò lentamente con la schiena contro la parete, fino a ritrovarsi seduta a terra e con lo sguardo fisso in un punto nel vuoto: l'aggressione subìta aveva poco a che fare con la sua reazione, a provocarla era stata la consapevolezza della prigione a vita a cui si stava condannando da sola.
No, non si trattava della prigione a vita. Stava deliberatamente firmando la propria condanna a morte. Letteralmente. Chi poteva assicurarle che il suo promesso futuro marito non si sarebbe mai spinto a tanto?
Carolyne venne soccorsa da William, che aveva intuito qualcosa quando aveva visto il giovane uomo entrare ed uscire, e la sua espressione in viso; in occasione della festa in maschera, il ragazzo aveva scelto d'ispirarsi al look di David Bowie nel videoclip di Rebel Rebel, e la salopette rossa, la camicia sgargiante, i stivaletti neri, il foulard legato attorno al collo, la parrucca di un rosso acceso e la benda sull'occhio destro creavano un contrasto curioso e quasi buffo con la sua espressione preoccupata; e sicuramente la bionda sarebbe scoppiata a ridere se la situazione non fosse stata così seria e non la riguardasse così da vicino, in prima persona.
"Cos'è successo?" domandò subito William, inginocchiandosi affianco alla sorella maggiore, anche se la vista della sedia rovesciata a terra, della faccia di Carolyne e della sua guancia arrossata riusciva benissimo a dedurre a grandi linee quelle che erano state le dinamiche.
"Ohh, proprio nulla di nulla. Mi sono solo resa conto di quello che è davvero Charles"
"Ti ha aggredita? Ti ha picchiata?"
"Mi ha dato solo che un assaggio di quello che mi aspetta dopo la festa, quando tutti gli ospiti se ne saranno andati, perché non ha gradito questo" rispose la giovane donna, ed anche se aveva lo sguardo fisso nel vuoto era evidente che si stava riferendo al travestimento che aveva scelto; l'occhio sinistro del ragazzo si spalancò ancora di più e le parole gli uscirono di bocca senza la minima esitazione, come era accaduto quando lei gli aveva confessato della prima aggressione fisica e verbale subìta, avvenuta appena che poche settimane prima.
"Devi lasciarlo subito. Questa storia deve finire questa sera stessa, non puoi andare avanti così".
L'imposizione del fratello minore risvegliò Carolyne dal torpore in cui era scesa e la spinse ad alzarsi in piedi.
"No, William, basta. Non voglio più sentire una parola a riguardo" affermò categorica, indirizzandogli uno sguardo fulminante che rendeva ancora più netta la somiglianza con la madre che tanto detestava "ti ho già detto il mio pensiero a riguardo e niente mi farà cambiare idea. Non ho nessun'altra alternativa a cui posso aggrapparmi"
"Ma, Lyn, non..." William non riuscì neppure a terminare la frase che lei se ne era già andata per unirsi ai suoi ospiti, ed in quel modo non aveva fatto altro che ribadire il concetto appena espresso in parole: non voleva ascoltare ciò che aveva da dirle perché niente le avrebbe fatto cambiare idea, il suo era solo che tempo sprecato. Anche se aveva ragione.
Al giovane non rimase altro che alzarsi con un sospiro ed uscire dalla stanza con la speranza che il suo piano funzionasse, per il bene della sorella maggiore; e per accertarsi che il piano funzionasse, evitò accuratamente di rimettere in piedi la sedia.
Sperò che Roger non cambiasse idea, colto magari dal timore di non riuscire a far ragionare Carolyne, e mentre aspettava il suo arrivo, scelse un punto del salotto che gli permetteva di tenere sotto controllo l'intera sala e di rendersi conto immediatamente se stava accadendo qualcosa di strano; non successe nulla di particolare, ma in compenso vide la sorella maggiore intrattenersi con la sua cerchia ristretta di amiche, mentre Charles aveva concentrato tutta le propria attenzione sulla conversazione con una donna sconosciuta, ed alla sola vista di quell'immagine provò un moto di disgusto: a sua volta, aveva già capito tutto quanto, sia qual'era il vero volto di quell'uomo che quella che sarebbe stata la vita che aspettava la sorella maggiore se avesse proseguito su quella strada malsana.
Sempre se quella a cui stava andando incontro a braccia aperte, per una stupida questione di orgoglio femminile, poteva essere definita vita.
C'era un altro motivo per cui William aveva scelto di appostarsi proprio in quell'angolo del salotto e di non muoversi più, ed era che da lì riusciva a sentire se qualcuno suonava il campanello della porta d'ingresso; e quando alle otto in punto squillò, senza neppure andare a controllare chi fosse, perché già sapeva chi c'era dall'altra parte della porta visto che tutti gl'invitati ufficiali erano arrivati già da diverso tempo, andò direttamente dalla sorella maggiore e le sussurrò ad un orecchio che doveva andare ad aprire la porta perché c'era una sorpresa per lei.
"Una sorpresa?" rispose la bionda, voltandosi con un'espressione scettica "e che genere di sorpresa?"
"Se te lo dicessi, che sorpresa sarebbe?"
"Sei proprio certo che non si tratta di uno dei tuoi soliti scherzi?" insistette lei, sempre più scettica, dato che c'era stata un'occasione in cui William le aveva dato un'imposizione simile, e quando era andata ad aprire la porta per vedere cosa c'era dall'altra parte, si era ritrovata a fare i conti con la classica bacinella colma di acqua fredda che le era caduta addosso; ricordava quell'episodio ancora in modo chiaro e vivido non solo perché l'acqua era gelida, ma soprattutto perché indossava per la prima volta un vestitino comprato poco tempo prima e che le piaceva in modo particolare.
Willie assunse l'espressione di una persona che veniva additata come colpevole ingiustamente: spalancò gli occhi chiari e per apparire ancora più convincente, posò la mano destra all'altezza del cuore.
"E tu credi davvero che io sarei capace di farti uno stupido scherzo simile proprio il giorno del tuo compleanno? Non oserei mai tanto, Lyn"
"Saresti capace di questo come di ben altro" commentò la giovane donna con un sorrisetto divertito, il primo vero della serata, perché quelli che aveva elargito fino a quel momento erano stati solo di circostanza, e lasciò momentaneamente la festa alle proprie spalle per spostarsi nell'ingresso della lussuosa abitazione; non sapeva cosa aspettarsi da parte del fratello minore, proprio perché lui aveva dimostrato in numerose occasioni di essere capace di qualunque cosa, e non aveva idea della sorpresa che avrebbe trovato dietro la porta chiusa.
Arrivò perfino a pensare di trovare qualcosa d'impensabile come una nuova macchina sportiva e costosa con tanto di fiocco attaccato al parabrezza, ed in effetti qualcosa d'impensabile trovò dietro la porta, ma non aveva nulla a che fare con un regalo materiale come poteva essere una macchina od altro di simile: in piedi di fronte a lei, vestito con estrema eleganze, c'era Roger.
Roger.
Proprio lui.
Quella era sì una sorpresa, ma non poteva definirsi piacevole.
Ed ovviamente, William aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, e quella sorpresa spiegava alla perfezione i suoi continui tentativi di farle cambiare idea riguardo la relazione con Charles; proprio quella sera alla festa il programma prevedeva che il suo compagno le facesse la fatidica ed ufficiale proposta di fidanzamento, ed evidentemente in quel modo era convinto di annullare tutto.
"Immaginavo che mio fratello mi avesse giocato qualche brutto scherzo, ma non avrei creduto che potesse arrivare a questi livelli" commentò con ironia la bionda, ma Roger non rispose: era troppo impegnato ad osservare come la giovane donna era vestita.
Indossava un paio di jeans, un maglione nero a collo alto, una parrucca di capelli castani ed aveva un aspetto vagamente familiare, e proprio il suo travestimento per la festa a tema funse da spunto al bassista per fare una battuta.
"Non so se qualcuno te l'ha già detto, ma questo cambio radicale di look ti sta veramente bene. I capelli così, poi, ti donano in modo particolare. Come ti è venuta l'ispirazione?"
"È solo per la festa a tema del mio compleanno: dato che si tratta degli animali della fattoria, ho scelto il porco. Sono stata brava?"
"Molto spiritosa, questa te la concedo" commentò il giovane uomo con un sorriso divertito, positivamente sorpreso perché non si aspettava una risposta così rapida e pungente pur sapendo che anche la lingua di Carolyne sapeva essere ben affilata all'occorrenza, e lo aveva appena dimostrato; si appoggiò allo stipite della porta con il braccio sinistro, e, senza dare troppo nell'occhio, si sistemò in modo che se la bionda avesse provato a chiudere la porta, gliel'avrebbe impedito con la scarpa destra.
Carolyne non si era accorta del movimento sospetto perché era troppo impegnata a guardarlo negli occhi con un'espressione tutt'altro che contenta ed a pensare a tutto quello che avrebbe detto al fratello minore al momento opportuno per essersi messo in mezzo ai suoi affari personali: gli aveva espressamente detto che non voleva avere più nulla a che fare con il bassista, lo aveva ribadito anche al diretto interessato, e le sue parole non avevano fatto altro che entrargli da un orecchio ed uscire dall'altro.
Senza contare un altro piccolo particolare, che forse non era neppure poi così piccolo: se Charles l'avesse vista insieme a Roger, le avrebbe fatto passare guai molto più seri di quelli a cui aveva già accennato; doveva liberarsi il prima possibile della presenza molesta del bassista, ma il vero problema era che forse in realtà non era così ansiosa di cacciarlo.
"Che cosa vuoi?" nonostante l'incertezza tra quello che doveva e voleva fare, la giovane donna cercò di dimostrarsi ferma e sicura davanti a Roger "pensavo di essere stata ancora più chiara l'ultima volta che ci siamo visti, ed invece eccoti qui. Ancora una volta, ancora al punto di partenza. E come fai ad essere qui? Come facevi a sapere dove abita mia madre, se non te l'ho mai detto? Che cosa state tramando tu e mio fratello? Perché è più che evidente che dietro a questa storia c'entra lui"
"Non stiamo tramando niente. Vorrei solo parlare con te, in privato, se possibile, perché finora non ho mai avuto la possibilità di farlo come avrei voluto. Se avessi quest'occasione, finalmente potrei spiegarti molte cose di cui finora non sono riuscito a parlarti. E non pretendo che mi perdoni dopo avermi ascoltato, mi basta solo che mi concedi questa possibilità. Per favore"
"E cosa ti fa credere che io voglia rinunciare alla mia festa per ascoltare per l'ennesima volta delle parole che ho già sentito?"
"Non ti sto chiedendo di rinunciare alla tua festa, mi bastano solo che pochi minuti. Sempre se vuoi concedermeli, ovviamente. In caso contrario, sono pronto ad andarmene e ti assicuro che questa volta non sentirai più parlare di me e non vedrai mai più la mia faccia: si può dire qualunque cosa sul mio conto, ma non che non mantengo le promesse".
Le parole di Roger misero Carolyne ancora di più in difficoltà: per la prima volta non stava parlando con arroganza, non stava pretendendo nulla, non stava neppure insistendo; la scelta più saggia sarebbe stata quella di chiudergli la porta in faccia, ma adesso era ancora meno sicura di volerlo allontanare.
Ma al tempo stesso, ciò non voleva dire che avesse cambiato idea; in realtà, non sapeva proprio che cosa pensare, se non che a breve si sarebbe ritrovata a fare i conti con un terribile mal di testa.
"Qui dentro c'è una festa a tema, e tu non sei vestito in modo adatto per l'occasione. Non potrei lasciarti passare, le regole sono chiare"
"Andrei subito a comprare qualcosa per rimediare a questo increscioso inconveniente, ma dubito che a quest'ora riuscirei a trovare un negozio ancora aperto appositamente per me. Tu non hai proprio nulla che possa fare al caso mio?" il bassista prestò attenzione a non lasciarsi scappare nessun sorrisetto compiaciuto o soddisfatto per non spingere la giovane donna a pentirsi ed a fare un passo indietro, ma in quel non potrei aveva intravisto finalmente un piccolo spiraglio di speranza a cui voleva aggrapparsi con tutte le forze; Carolyne, invece, dal canto proprio vide un'occasione che non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire, ed a differenza del giovane uomo non trattenne un sorriso compiaciuto.
"Credo di avere qualcosa che corrisponde alla perfezione con quello che mi hai chiesto. Vieni" la bionda voltò le spalle a Waters, e quest'ultimo, incredulo perché non aveva ricevuto nessuna porta sbattuta con violenza in faccia, si affrettò a seguirla prima attraverso il salotto e poi per le scale che portavano al primo piano della villa; Charles era talmente preso dalla donna che aveva subito adocchiato ad inizio serata da non accorgersi dei due che si stavano spostando in un posto più appartato ed intimo, ma a William quella scena non sfuggì e sorrise, certo che ormai la parte più difficoltosa del piano era stata brillantemente superata dal bassista: se era riuscito a convincere Carolyne a farlo entrare in casa, sarebbe riuscito altrettanto brillantemente a convincerla che quello tra loro due non era stato altro che un grandissimo malinteso.
Tuttavia, come ulteriore sicurezza, non avrebbe abbandonato il posto in cui si era posizionato da inizio serata e sarebbe intervenuto in caso Charles avesse notato l'improvvisa e prolungata assenza della sua fidanzata.
"Entra".
Carolyne non disse altro se non quell'ordine secco, e si diresse subito verso l'armadio; Roger obbedì, ed anche se non aveva ricevuto il permesso, si sedette sul bordo del letto singolo.
I suoi occhi azzurri notarono immediatamente la sedia rimasta a terra: il mobile fuori posto creava uno strano contrasto con il resto della stanza perfettamente in ordine e curato, ed anche se non sapeva cos'era accaduto prima del suo arrivo, riuscì ad immaginarlo benissimo da solo; Carolyne non si accorse che il giovane uomo continuava a fissare la sedia: come lui non riusciva a staccare gli occhi da essa, lei era concentrata a scorrere lo sguardo tra i numerosi vestiti che possedeva, finché non si fermò alla vista di quello che riteneva essere perfetto per il suo caso, e mentre lo prendeva sulle sue labbra apparve un sorriso soddisfatto.
Sorrideva ancora quando si voltò per far vedere al bassista il vestito che aveva scelto: un bell'abito da sera lungo, con le spalline sottili, rosso e ricoperto di pailette.
Se la bionda continuava a sorridere, l'espressione di lui diventò ben presto perplessa e corrucciata perché non riusciva a capire perché gli stava mostrando proprio quell'abito.
"Com'è che nel vostro ambito chiamate quelle ragazzine sempre pronte a seguirvi ovunque, soprattutto nei vostri camerini?"
"Immagino che ti stai riferendo alle groupies" rispose il bassista, lentamente, con uno sguardo circospetto, perché adesso stava iniziando ad intuire qualcosa.
"Ahh, sì, esatto. Ecco qual'era la parola che mi sfuggiva: groupie" disse la giovane donna, sollevando nella mano sinistra l'abito appariscente che aveva scelto "ho deciso che per questa sera tu sarai la mia groupie".
Roger rimase per qualche istante pietrificato: il suo sospetto si era concretizzato, ed era certo che Carolyne non stesse scherzando; non lo stava solo mettendo alla prova per vedere quale sarebbe stata la sua risposta, voleva proprio che lo indossasse.
"Ho capito bene?"
"Hai capito benissimo, lo vedo dai tuoi occhi. Essendo che questa è una festa in maschera, con uno specifico tema, non puoi partecipare se anche tu non sei vestito in modo adeguato. E dal momento che nessuno ha scelto come travestimento quello della groupie, la trovo un'idea stupenda ed azzeccata nel tuo caso. E la trovo ancora più stupenda visto che io indosso dei vestiti maschili... O vorresti forse deludere una mia richiesta proprio il giorno del mio compleanno?"
"D'accordo".
La giovane si aspettava di mettere in difficoltà Roger con una richiesta così assurda, non si aspettava di vederlo accettare senza quasi scomporsi minimamente.
"Sei d'accordo?"
"Se devo fare questo per ottenere la possibilità di spiegarti tutto quanto, allora sono pronto a farlo. Esistono proposte peggiori di questa, in fin dei conti" rispose lui, allungando la mano destra verso la giovane donna, facendole capire di dargli l'abito "devo cambiarmi qui?".
A Carolyne non sfuggì la piccola provocazione, ma si dimostrò irremovibile ed indicò una porta.
"Puoi cambiarti lì dentro, nel bagno"
"Peccato, io ci ho provato" commentò il giovane uomo con un sospiro e con un mezzo sorriso, ma davanti alla porta, con la mano sinistra già posata sul pomello, si girò di nuovo verso la bionda "non sono del tutto sicuro che tu ed io abbiamo la stessa taglia in fatto di abiti, e questo è così bello che sarebbe un vero peccato rovinarlo"
"Ohh, non ti preoccupare di questo. È un abito vecchio, che non indosso più da tanto tempo. Gentile da parte tua preoccuparti così tanto per un semplice vestito, oppure stai cercando di dirmi che hai cambiato idea e non te la senti più di vestirti da groupie? Forse per te è troppo, ma non sai come tirarti indietro"
"Ti sembro uno abituato ad arrendersi facilmente?" ribatté prontamente lui, prima di entrare in bagno; Carolyne scosse la testa, e solo una volta rimasta sola si accorse della sedia ancora a terra e si affrettò a raddrizzarla ed a sistemarla di nuovo davanti a quella che era la sua postazione per il trucco ed i capelli.
Dopo aver sistemato la sedia, lanciò un'occhiata in direzione della porta del bagno e quasi senza accorgersene si ritrovò a mangiucchiarsi le unghie della mano destra.
Roger aveva notato quel particolare o non ci aveva fatto caso? E nel caso lo avesse notato, aveva anche capito in parte cosa poteva essere successo?
La bionda si voltò a guardare lo specchio della postazione trucco per accertarsi delle proprie condizioni: prima dell'arrivo di Roger era salita in camera per assicurarsi che il rossore provocato dallo schiaffo fosse ben mascherato dal fondotinta, e fortunatamente era ancora così; non era possibile che notasse qualcosa di strano dal suo viso, proprio perché apparentemente in esso non c'era nulla di strano.
E quel piccolo livido ancora una volta pose la giovane donna dinanzi al futuro che l'aspettava, se avesse proseguito per la propria strada, colpendola con la stessa forza dolorosa di un pugno allo stomaco: quanti lividi sarebbe stata costretta a nascondere? Quanti soldi avrebbe speso in cipria? E sarebbe sempre riuscita a mascherare i segni che si sarebbe ritrovata impressi sul viso?
"Come procede lì dentro?" Carolyne tornò a concentrare la propria attenzione su Roger, che non era ancora uscito dal bagno, ed in quell'esatto momento la porta si aprì e si ritrovò costretta non poco a trattenere una sonora risata: non solo per la vista in sé del bassista con addosso un abito da sera rosso, ma in modo particolare per la posa provocante che lui assunse di proposito, con il preciso scopo di strapparle almeno un sorriso, con il braccio destro appoggiato allo stipite della porta e con la mano sinistra appoggiata al corrispettivo fianco.
"Allora, come sto? Sei rimasta senza parole, vero?"
"Se non ti avessi visto per la prima volta vestito così, senza alcuna ombra di dubbio ti avrei scambiato per una super modella particolarmente alta. Se fossi in te ci farei un mezzo pensiero a riguardo, sai? Questo abito rosso ti sta divinamente, posso anche regalartelo visto che non lo indosso più da molto tempo"
"Non mi piace in modo particolare il colore rosso, anzi. Diciamo che lo detesto proprio" la risposta, l'espressione e la smorfia assunta dal bassista incuriosirono così tanto la giovane donna che avrebbe chiesto spiegazioni a riguardo se non fosse stata bloccata ancora prima di poter aprire bocca "adesso che sono vestito a tema con la tua festa di compleanno, posso finalmente parlare?"
"E chi ha detto che sei pronto? Io non di certo"
"Ohh, andiamo, e cosa manca ancora? Devo portare della biancheria intima femminile? Delle scarpe col tacco? Non abbiamo la stessa taglia in fatto di vestiti, quindi figuriamoci per quanto riguarda le scarpe" Roger capì meglio a che cosa la bionda si stava riferendo quando la vide prendere un piccolo astuccio grigio e si ricordò che nella loro vecchia camera da letto anche Judith ne aveva uno di simile... Per i trucchi "dimmi che non è quello che penso"
"Vuoi dirmi che le ragazze che tentano in qualunque modo d'infilarsi nei vostri camerini non si truccano per essere più carine? Ma se per te è troppo, lo capisco, sai? Possiamo finirla qui, ma dovrei dirti di cambiarti e di accomodarti alla porta d'ingresso"
"Ripeto quello che ti ho detto prima: ti sembro uno pronto ad arrendersi facilmente?" ribatté il giovane uomo, di nuovo senza scomporsi, sedendosi sul bordo del letto "se devo fare anche questo per essere ascoltato, allora sono pronto a farlo... Solo... Vorrei che nessun altro venisse a conoscenza di questa cosa"
"Ti vergogni?"
"Ohh, no, non si tratta di questo: sono già abbastanza invidiosi di me, quindi figurati quanto ancora crescerebbe la loro invidia se sapessero come sto bene con addosso questo vestito e col trucco. Non sopporterebbero di sapere che sono tanto affascinante da uomo quanto lo sarei se fossi una donna" quello era un altro tentativo per riuscire a strappare un sorriso alla giovane donna e per allentare la tensione; voleva rendere in qualche modo meno ostile il terreno in cui si stava per inoltrare, ma si rese conto che davanti a sé aveva un vero e proprio muro impenetrabile. Almeno per il momento.
"Cerca di stare più fermo possibile ora, altrimenti il trucco sarà un disastro"lo avvertì la giovane donna, per poi occuparsi della base del trucco, costituita dalla cipria "adesso puoi parlare comunque, se non lo avessi capito. Che cosa vuoi dirmi che finora non mi hai detto?"
"Prima di tutto, voglio scusarmi per il mio comportamento: non ci sono giustificazioni, non avrei dovuto insistere ed usare quelle maniere poco gentili. Una donna non dovrebbe mai essere afferrata con la forza o bloccata contro una parete" Roger si fermò appositamente per vedere la reazione di Carolyne, ma non ci fu nessuna variazione di espressione sul suo volto; eppure era certo che avesse colto il riferimento non troppo velato che aveva fatto "e non ci sono scusanti neppure per quello che hai visto al concerto. Non sono stato altro che un coglione e basta. Avrei dovuto chiederti spiegazioni, ma quello che avevo scoperto per caso mi aveva fatto andare fuori di testa. Ero convinto che mi stessi prendendo in giro. Io... Sai già che disastro è stato il mio primo matrimonio, ma non ti ho mai raccontato cosa è successo poco prima di conoscerti perché... Perché non ne voglio parlare, ed appena avrai sentito la storia capirai benissimo il perché. Sei la prima con cui ne parlo, perché da quando è finita non ho più detto mezza parola a riguardo".
Mentre il bassista parlava, Carolyne era passata dalla cipria all'ombretto e poi dall'ombretto al rossetto, ma si bloccò subito e prestò più attenzione al giovane uomo; non le era sfuggito il cambiamento nel suo tono di voce, ed ora appariva visibilmente a disagio come poteva essere una persona costretta a parlare di qualcosa di sgradevole.
Ricordava qualche accenno di un matrimonio finito con la scoperta di un tradimento, ma quello che stava per raccontarle sembrava essere ancora peggio, e poteva davvero esistere qualcosa peggiore di quello?
A quanto pareva, nel caso di Roger era proprio così.
"Io... Ecco... In pratica..." balbettò il bassista, per poi ritrovarsi a scuotere la testa "no, non ce la faccio. Scusami, ma non ce la faccio proprio... Per farla breve, si tratta di una storia finita molto, molto, molto male che mi ha reso molto diffidente nei confronti delle donne, e quindi quando ho visto per caso quell'articolo di giornale ho temuto di essere in procinto di andare incontro ad un'altra mazzata sui denti. Non so il perché, e se adesso ci penso mi suona terribilmente ridicolo ed insensato, ma in quel momento mi sono convinto che anche tu mi stessi prendendo in giro, e che mi avresti abbandonato quando non sarei stato più divertente. Sono stato uno stupido, e capisco che vuoi punire me, ma perché continui a punire anche te in questo modo?"
"Che vuoi dire?"
"Tuo fratello mi ha raccontato tutto quando è venuto a parlarmi" disse Waters, per poi girare il viso verso sinistra; Carolyne seguì il suo sguardo, e vide che stava fissando la sedia che aveva sistemato solo che pochi minuti prima "è successo qualcosa anche prima, non è vero? Pensavi davvero che non avessi notato la sedia a terra? Te l'ha rovesciata addosso?"
"Cosa ti ha raccontato William?"
"Il minimo necessario che dovevo sapere, ed ora vorrei avere una conferma direttamente da te: è tutto vero, oppure ha esagerato? Quando sono entrato qui dentro quella sedia era a terra per puro caso, oppure no?" domandò il giovane uomo con un'espressione estremamente seria, in netto contrasto con l'aspetto che aveva in quel momento con il viso truccato e l'appariscente abito da sera rosso "e vorrei che almeno per questa volta mi rispondessi con sincerità, Carolyne. E se sei tentata di non farlo, pensa a questo: potrebbe essere la tua ultima possibilità per tirarti indietro prima che sia troppo tardi... Prima di andare incontro a conseguenze troppo serie".
Carolyne guardò Roger con un'espressione altrettanto seria; poteva continuare con il proprio atteggiamento sostenuto e non cedere, ed invece si lasciò andare ad un sospiro e strofinò la manica sinistra del maglione nero sulla guancia, quel tanto che bastava per togliere il fondotinta e rivelare il rossore causato dallo schiaffo; ed anche se il bassista aveva già intuito qualcosa da solo, alla vista di quello che la giovane donna aveva provato a nascondere, spalancò gli occhi e s'irrigidì.
Il suo silenzio durò così a lungo che la bionda, ormai a disagio, sentì il bisogno d'interromperlo dicendo qualcosa.
Qualunque cosa, purché non continuasse ancora.
"Quella sedia non era a terra per puro caso, è..." Carolyne non riuscì a continuare perché Roger si alzò di scatto ed uscì a passo spedito dalla camera da letto "Roger? Roger, torna qui!".
Non ottenendo alcuna risposta, la giovane donna uscì a sua volta dalla stanza, scese le scale, ed ancora prima di entrare in salotto sentì le chiacchiere e le risate trasformarsi in esclamazioni di sorpresa ed urla spaventate, e ne comprese il motivo quando entrò a sua volta nella stanza e si fece largo tra le folla che si era radunata a semicerchio: al centro c'era Roger che aveva bloccato a terra Charles e lo stava picchiando senza alcuna remore; continuava a colpirlo, un pugno dietro l'altro in rapida successione, senza fermarsi un solo istante, senza preoccuparsi delle persone attorno a sé e soprattutto senza preoccuparsi del sangue che usciva dal naso e dalla bocca del giovane uomo.
Gli invitati erano sconvolti, lei non riusciva a fare altro che assistere alla scena con le labbra socchiuse, chiedendosi se era tutto vero o se stava accadendo solo nella sua mente, l'unico eccitato era William, perché Roger stava facendo quello che lui per primo avrebbe voluto fare; non solo stava sorridendo, ma ad un certo punto arrivò perfino ad incitare il bassista a mettere ancora più forza nei pugni che assestava a Charles.
Waters si fermò finalmente solo quando si ritrovò senza fiato e con le nocche della mano destra che pulsavano; non disse una sola parola: si limitò ad afferrare Carolyne per il polso destro ed a trascinarla lontana dalla festa che era ormai giunta al capolinea, ed a farla salire sulla sua macchina sportiva.
Lei non oppose alcuna resistenza, e pochi istanti prima di uscire dal salotto riuscì appena in tempo a scorgere il viso soddisfatto del fratello e quello sconvolto e paonazzo della madre.
Sapeva già di doverle molte spiegazioni a riguardo, ma al momento non gliene importava proprio un bel niente.
Roger guidò fino ad un posto isolato, dopodiché parcheggiò la macchina sul ciglio della strada, spense il motore e guardò la giovane donna seduta alla sua destra; si era fermato lì perché c'era già stato la sera in cui aveva lasciato Judith, prima di andare a trascorrere la notte a casa della madre, e lo aveva scelto perché ci passavano pochissime macchine.
"Perdonami per quello che sei stata costretta a vedere. La violenza non è mai la giusta soluzione, ma quel tipo meritava esattamente ciò che gli ho dato. Avrei potuto anche dirgli tutto quello che penso sul suo conto, ma non è degno di una sola parola. Gli abbiamo già dedicato fin troppo tempo" il giovane uomo si fermò per un momento, e lei non disse nulla: i suoi occhi erano ancora fissi in un punto lontano; non sapeva cosa aspettarsi, ed era incerto se sfiorarle o meno un braccio per timore di suscitare una reazione brusca e di ricevere uno schiaffo "sei arrabbiata con me?".
Finalmente, la giovane segretaria riuscì a spiaccicare parola.
"Sì, hai indovinato, sono arrabbiata con te..."
"Immaginavo"
"... E sono arrabbiata con te perché non mi hai lasciato colpirlo nemmeno una volta. Almeno un calcio alle palle avresti potuto concedermelo, tanto per vedere se almeno fisicamente ce le aveva o se gli mancavano anche sotto questo punto di vista".
Roger non si aspettava delle parole simili da parte di Carolyne, e scoppiò a ridere divertito.
"Allora visto che ho deluso le tue aspettative, mi auguro che tu non voglia rimediare dando a me questo calcio" disse poi, e fu il turno di Carolyne di scoppiare finalmente a ridere; risero per diversi minuti, finché non scese di nuovo il silenzio all'interno dell'abitacolo, con entrambi che guardavano il paesaggio al di là del parabrezza: l'unica fonte di luce presente in quella stradina isolata, era costituita dai fanali della macchina accesi, in caso contrario i due giovani si sarebbero ritrovati circondati dal buio assoluto.
C'era una domanda che il bassista voleva porgere alla bionda, ma passarono degli altri minuti prima di riuscire a porgliela, ed il motivo della sua esitazione era molto semplice: temeva la possibile risposta.
"Allora... Questo significa che mi hai perdonato?".
Il sorriso della giovane donna si trasformò in un'espressione seria, e quello già era un segnale nient'affatto positivo.
"Vorrei farlo"
"Ma? Lo sento dal tuo tono di voce che c'è un ma"
"Ma negli ultimi anni non ho fatto altro che liberarmi di un errore per poi gettarmi a capofitto in uno peggiore: sono passata da un marito troppo geloso ad uno infedele, e per poco non mi ritrovavo con uno manesco... Ecco, l'unica cosa che mi manca è sposare un uomo che racchiuda in sé tutte queste tre caratteristiche"
"Io sono geloso quel che è necessario, ho lasciato le infedeltà al passato e posso assicurarti che non oserei mai alzare le mani contro una donna. Mia madre mi ha insegnato cos'è l'educazione"
"Hai davvero lasciato le infedeltà al passato?" chiese la bionda, voltandosi di scatto a guardarlo negli occhi, andando dritta al punto della questione che le premeva più di tutti "Roger, posso anche sorvolare su quello che è successo tra noi due, sul fraintendimento che c'è stato, ma sei stato tu a dirmi che tra te e la tua ex moglie ci sono stati diversi problemi di questo genere. Io ci sono già passata una volta, e credimi: non sono affatto entusiasta all'idea di sorprendere ancora mio marito a letto con un'altra donna"
"Ti capisco benissimo, e ti assicuro che se decidessi di darmi una seconda possibilità non accadrebbe mai nulla di simile. Io e Judith non ci siamo allontanati solo per questo motivo. I tradimenti sono stati solo la punta dell'iceberg. I problemi erano già iniziati da moltissimo tempo. Lei ha sempre saputo che non desidero affatto diventare padre, eppure da dopo il matrimonio ha iniziato a pretendere che da un giorno all'altro cambiassi idea ed allargassimo la famiglia"
"Perché non vuoi diventare padre?".
Roger distese le labbra carnose in un sorrisetto tirato.
"Di questo preferisco parlarne un'altra volta"
"Allora vuoi finalmente raccontarmi dell'ultima storia che hai avuto, quella che è finita ancora peggio del tuo matrimonio?"
"Mh, vale la stessa risposta di poco prima?" ribatté il bassista ancora più a disagio "t'interessa così tanto conoscere la risposta a queste domande o è una tecnica per distogliere l'attenzione da quello di cui stiamo parlando? Carolyne, concedimi una possibilità, e ti assicuro che non te ne pentirai... Anche perché, vuoi che ti dica un piccolo segreto? Ho molta voglia di baciarti in questo momento"
"Chi non vorrebbe baciare una groupie così bella e provocante?" commentò la bionda con una risatina, per poi aggiungere "ti ho appena dato il permesso di procedere, non lo hai capito?"
"Ho sentito le tue parole, ma c'è un piccolo problema: anche se di solito è la groupie a soddisfare le richieste del proprio idolo, rischierei di farti male se ora mi sedessi a cavalcioni su di te. Ho già rovinato la tua festa di compleanno, non credo sia il caso di romperti anche un paio di costole. Forse è meglio se in questo caso facciamo un'eccezione e vieni tu da me"
"Acuta osservazione" commentò la giovane donna con un sorriso divertito prima di fare come le era stato detto dal bassista: slacciò la cintura di sicurezza, si sedette a cavalcioni sulle gambe di lui e gli passò le braccia attorno alle spalle; Roger, di rimando, le cinse i fianchi con le braccia e la strinse di più a sé, affinché i loro corpi combaciassero alla perfezione.
Non erano mai stati così vicini fino a quel momento, ed attraverso la stoffa sottile dell'abito da sera che indossava, Carolyne si accorse che Roger gradiva molto quella vicinanza, e quel particolare non la disturbava affatto.
"Eri bellissima al matrimonio con quell'abito bianco, e lo eri anche quel giorno al ristorante, ma lasciami dire che sei terribilmente femminile e provocante anche con un paio di jeans ed un maglione nero, però..." il giovane uomo si fermò un istante per togliere la parrucca a Carolyne, lasciando che i suoi veri capelli biondi le ricadessero sulle spalle "per quanto possa apparire eccitante essere in intimità con una specie di mio doppione, da un lato è anche abbastanza inquietante".
Il bassista concluse la frase con un sorriso e poi posò la mano destra sulla guancia sinistra della giovane segretaria; le strofinò la pelle con il polpastrello del pollice, togliendo così una parte della cipria, e si avvicinò per posarle un bacio delicato in corrispondenza del livido, lasciandole un'impronta di rossetto rosso.
Lei piegò il viso verso sinistra e lo baciò per prima sulle labbra, trasformando subito un bacio casto in uno profondo ed appassionato.
Carolyne era sempre stata una figlia ribelle, pronta a contestare tutto quello che la madre le diceva ed a scandalizzarla apposta, ma con alcuni limiti, ed uno dei limiti che non aveva mai superato era quello di andare a letto con un uomo al primo appuntamento, o comunque dopo una conoscenza superficiale.
Ma con Roger era diverso, e quando lo baciò sulle labbra si rese immediatamente conto che non si sarebbe accontentata di un semplice bacio e di qualche coccola; voleva di più, voleva molto di più, e durante una breve pausa per riprendere fiato glielo sussurrò ad un orecchio, e dal sorriso che ricevette in risposta era evidente che anche lui desiderava lo stesso.
Gli sussurrò anche di non perdere tempo prezioso con i preliminari perché la circostanza in cui si trovavano non lo permetteva, e lui, dopo essersi accertato che quello era proprio ciò che lei voleva, l'accontentò subito; Carolyne si morse il labbro inferiore per trattenere un piccolo gemito, ma il dolore si trasformò subito in una sensazione di piacere che non aveva mai provato prima d'allora.
Il sesso che aveva praticato all'interno dei due matrimoni falliti che aveva alle proprie spalle non aveva nulla in comune con quello che ora stava facendo con Roger, non poteva essere paragonato in alcun modo, e non voleva neppure immaginare come sarebbe stato fare sesso con Charles se avesse accettato la sua proposta di matrimonio e fosse diventata sua moglie: probabilmente, o forse senza alcuna ombra di dubbio, anche quello sarebbe stato un incubo, ed ogni volta avrebbe pregato che tutto finisse il prima possibile.
Tutto il contrario di quello che stava vivendo adesso.
E quando finalmente arrivò il fatidico momento dell'orgasmo provò una sensazione così totale, avvolgente ed appagante che le sembrò quasi di sperimentare il sesso per la prima volta; ed in un certo senso era proprio così: sentiva che quella era la prima volta che faceva veramente sesso.
O forse quello era fare l'amore?
La giovane riaprì gli occhi e, mentre stava cercando di riprendere fiato, sorrise al giovane uomo perché si sentiva così contenta da poter toccare il cielo con un dito, e poi scoppiò a ridere perché aveva il volto impiastricciato dal rossetto, il fondotinta e l'ombretto, ed era certa che anche il proprio non versasse in condizioni migliori; Roger ricambiò prima il sorriso, poi la risata ed infine avvicinò il viso a quello di Carolyne per baciarla con dolcezza.
Era tutto perfetto, almeno fino a quando, dopo essersi lasciato andare con un sospiro contro il sedile, il bassista non aprì bocca e riuscì nell'impresa di rovinare tutto quanto per l'ennesima volta.
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