*11*

1975, dicembre.








Carolyne ebbe un primo assaggio di quello che era il vero carattere di Charles ad un mese esatto dal loro primo incontro: Lady Jean era così entusiasta dell’improvvisa mansuetudine della sua unica figlia femmina che per il suo ventinovesimo compleanno le aveva dato il permesso di organizzare una festa in maschera a tema, e la giovane stava proprio spiegando in che cosa consisteva la festa che aveva intenzione di organizzare, mentre era impegnata a compilare gl’inviti, quando si ritrovò a fare i conti con una reazione inaspettata da parte del giovane uomo.

Si sentì afferrare per il polso destro e si ritrovò con la penna ferma a mezz’aria e con Charles che la guardava dritta negli occhi, e la sua espressione non era affatto quella di una persona entusiasta; Carolyne, invece, spalancò gli occhi scuri dallo sconcerto, proprio perché mai prima di quel momento era accaduto qualcosa di simile.

C’era stata la brutta discussione che avevano avuto dopo l’incidente al ristorante, ma neanche in quell’occasione il suo compagno (ormai era diventato tale) si era permesso di metterle le mani addosso.

Era talmente tanto lo sconcerto e la sorpresa che si ritrovò costretta a fissare la mano di Charles stretta attorno al suo polso per essere certa che fosse reale e che stesse accadendo veramente.

“Ma che… Cosa…” boccheggiò “cosa stai facendo?”

“Ripeti quello che hai appena detto: che genere di festa è che hai intenzione di organizzare?”

“Una festa in maschera. Lasciami andare il polso”

“E qual è il tema che hai scelto?” proseguì il giovane uomo, ignorando apertamente la richiesta della bionda: non solo non le lasciò andare il polso destro, ma lo strinse con più forza, strappandole un piccolo gemito di dolore.

“La musica… Rock”

“E si può sapere perché hai scelto un tema così stupido e fuori luogo?”

“Perché è stato mio fratello ad insistere, e dato che non avevo in mente nessuna idea in particolare, e lui ha insistito quasi fino allo sfinimento, ho accettato la sua proposta”

“Tuo fratello? Carolyne, mi hai preso per un vero e proprio stupido? Non è che di mezzo c’è ancora quel tipo?”

“Ma che cosa stai dicendo?”

“Carolyne, non prendermi per uno stupido!” ripeté Charles, alzando il tono di voce e facendo trasalire la giovane donna “quel tipo già non mi aveva fatto una buona impressione quando l’ho incontrato nel posto in cui lavoravi, e dopo averlo incontrato di nuovo al ristorante ho capito molte cose su di lui. E su voi due. Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro quando ti ho detto di troncare qualunque rapporto con lui”

“E così è stato” rispose lei, liberandosi dalla presa con un movimento brusco “non ho più alcun rapporto con lui, ho chiuso. Punto. E non provare mai più ad afferrarmi ancora in quel modo, chiaro?”.

Carolyne si pentì delle proprie parole quando si sentì afferrare con forza per i capelli, e questa volta si lasciò scappare un vero e proprio urlo, che era un misto di dolore e sorpresa.

“Non provare a fare la furba con me, Carolyne, hai capito?” disse il giovane uomo in un soffio, così da risultare ancora più minaccioso rispetto a se avesse urlato “forse non ti è ancora chiaro un concetto molto semplice: qui comando io, non tu. Tutto quello che tu devi fare è essere sempre impeccabile e sorridente. Ci sono molte cose che dovranno cambiare da dopo il matrimonio, e se scopro che tra te e quell’individuo c’è ancora una situazione poco chiara, mi costringerai a prendere dei provvedimenti molto seri… E non solo nei suoi confronti, hai capito?”

“Ho capito”

“Brava, Carolyne, hai visto? Non è così difficile il tuo ruolo: sorridere sempre, essere impeccabile e rispondere in modo affermativo alle mie richieste. Sarai una padrona di casa meravigliosa una volta che avremo sistemato qualche piccolo particolare” disse Charles con un sorriso soddisfatto, perché finalmente era riuscito a domare l’animo ribelle della sua futura sposa; le lasciò andare i capelli, le posò un bacio sulla testa e se ne andò dalla villa di Lady Jean perché aveva alcuni impegni personali che non poteva posticipare.

Affari di lavoro di cui non specificò i particolari perché non erano di competenza della sua futura sposa; come le disse lui stesso, mentre infilava la giacca ed indossava un cappello a tesa larga, lei era una donna e le donne non capivano nulla in fatto di affari.

Carolyne non disse nulla, ma una volta rimasta da sola si alzò dalla scrivania e, con un urlo dettato dalla rabbia, rovesciò a terra tutto quello che c’era lì sopra; William apparve quasi subito, attirato dall’urlo della sorella maggiore e dal trambusto improvviso, e spalancò gli occhi alla vista dei numerosi inviti sparsi per il pavimento e della boccetta d’inchiostro per la penna stilografica che si era frantumata ed aveva riversato il proprio contenuto sulle piastrelle di marmo.

“Ohh, mamma non la prenderà affatto bene al suo rientro in casa se non dici ad una delle domestiche di sistemare immediatamente questo disastro” commentò con un sorriso sulle labbra, salvo poi tornare subito serio alla vista dell’espressione della sorella maggiore e del suo viso pallido “Lyn, va tutto bene?”

“No, che non va tutto bene” rispose lei a denti stretti e con i pugni serrati per resistere alla tentazione di distruggere altro, a partire dai numerosi soprammobili costosi che appartenevano alla madre “quel figlio di puttana che è appena uscito mi ha afferrata prima per un polso e poi per i capelli. E mi ha anche minacciata”

“Ti ha minacciata?”.

Carolyne confessò subito al fratello minore quello che era successo, ed anche se lui rimase ad ascoltare in silenzio, dalla sua espressione era fin troppo chiaro che avrebbe voluto partire all’inseguimento di Charles per raggiungerlo e dargli quello che si meritava, ed al tempo stesso era anche sorpreso: quell’individuo non gli era piaciuto fin dal primo incontro, ma mai avrebbe immaginato che nascondesse un lato così oscuro.

“Evidentemente si è ben guardato dal rivelarlo prima d’ora” commentò la bionda, e per il nervosismo iniziò a mordicchiarsi le unghie della mano destra: uno dei tanti difetti che si era portata appresso dall’infanzia e per cui la madre continuava a riprenderla anche adesso “e se quello che mi ha mostrato oggi non è stato altro che un piccolo assaggio, figuriamoci di cos’altro può essere può essere capace”.

La giovane donna si lasciò cadere su una poltrona in vimini dall’alto schienale e girò il viso verso un’ampia finestra, sempre continuando a mangiucchiarsi le unghie; già poteva vedere fin troppo chiaramente qual’era la prospettiva che le offriva il matrimonio con Charles, adesso che si stava rendendo conto di che genere di persona fosse veramente: riusciva a vedere sé stessa intrappolata in una prigione dorata, fatta di feste a cui sarebbe stata costretta a partecipare od organizzare e sorrisi che sarebbe stata costretta a fingere; vedeva Charles quasi sempre lontano da casa con la scusa del lavoro, quando in realtà andava ad intrattenersi con altre donne, per poi fare ritorno ad orari indecenti, completamente ubriaco, pretendere di soddisfare tutti i suoi appetiti sessuali ed arrivare ad alzare le mani se non otteneva subito tutto quello che voleva.

L’attendeva una vita d’inferno, e chissà quante altre donne appartenenti alla sua stessa estrazione sociale si trovavano incastrate in una situazione simile, ed erano costrette a fingere che tutto andava bene per non ritrovarsi con le conseguenze impresse sulla propria pelle.

Anche William riusciva a vedere fin troppo chiaramente qual’era il futuro tutt’altro che dorato che attendeva la sorella maggiore, e le disse quella che era l’unica cosa veramente sensata da dire in una situazione simile.

“Devi troncare immediatamente la relazione con lui. Fregatene di tutto e rompi il fidanzamento prima di accettare la proposta di matrimonio”

“No”.

William si ritrovò inevitabilmente a sgranare gli occhi dinanzi a quella che era una risposta insensata sotto tutti i punti di vista.

“No?” ripeté, visibilmente sconcertato “quel tipo ti ha appena detto, senza tanti mezzi termini, che è pronto ad alzare le mani su di te se lo ritiene necessario, e tu vorresti comunque sposarlo?”

“E cosa dovrei fare? Annullare tutto e litigare con nostra madre per l’ennesima volta? Così mi ritroverei ad andarmene di casa di nuovo ed a non avere più un appartamento dove andare, visto che il mio l’ho appena lasciato e venduto. Potrei sempre trasferirmi momentaneamente in un albergo fino a quando non troverò una nuova sistemazione ed un nuovo lavoro, ma significherebbe ricominciare tutto da capo di nuovo… Vedi, Willie? Ho forse un’altra scelta?”

“Un’altra scelta ce l’hai, ed è quella di tornare al tuo vecchio appartamento ed al tuo vecchio lavoro, perché non è ancora troppo tardi per recuperare entrambi. Ed hai anche un’altra scelta in fatto di uomini” affermò il giovane con uno sguardo fin troppo eloquente; Carolyne capì immediatamente a chi si stava riferendo il fratello minore e roteò gli occhi, esasperata.

“Per favore, non essere ridicolo”

“Ridicolo, io? Forse mi sa che sotto questo punto di vista sei tu quella ad essere ridicola, Lyn, perché hai troncato i rapporti con la persona con cui avresti dovuto stare, e vuoi sposare quello da cui dovresti scappare. Ascolta, lo so che sei arrabbiata per quello che è successo, ma alla fine tra te e Roger si è trattato solo di un enorme fraintendimento”

“Se anche fosse così, è comunque servito per farmi vedere qual è anche il suo vero carattere. Ha dei comportamenti che non mi piacciono affatto, quello che ha fatto non è normale”

“Ahh, perché ritieni che sia più normale un uomo pronto ad alzare le mani sulla propria compagna? Roger che cosa ha fatto in fin dei conti? Ha solo cercato in tutti i modi di avere un confronto con te”

“Per due volte mi ha bloccata contro una parete e mi ha baciata con la forza” insistette la giovane segretaria, per poi esitare e mordersi le labbra “… Però non mi è dispiaciuto”.

Era quella la verità che non aveva confessato a nessuno: non le era affatto dispiaciuto quando il bassista l’aveva baciata in quel modo, e mentre erano nella soffitta del suo vecchio appartamento c’era stato un preciso momento in cui aveva perfino pensato di perdonarlo, dimenticare tutto e concedergli finalmente una seconda possibilità.

Ma poi qualcosa l’aveva bloccata.

“Lyn, quell’uomo ha indubbiamente sbagliato sotto alcuni punti di vista, ma di che cosa stiamo parlando? Lui vuole stare con te tanto quanto tu vuoi stare con lui”

“Se facessi un passo indietro, sarebbe un errore”

“Il vero errore lo faresti se sposassi quello che tu stessa hai chiamato figlio di puttana”

“William, basta!” esclamò la giovane donna, esasperata, senza rendersi conto di avere usato un tono di voce molto simile a quello della madre quando li rimproverava e che odiava “smettila d’intrometterti nella mia vita. Non farò un passo indietro con Roger solo perché stravedi per lui e vorresti che fossimo una coppia. E non ha alcuna importanza quello che penso e quello che sento, perché ho già sperimentato una volta che cosa significa essere legati sentimentalmente ad una persona che fa parte del mondo della musica, e lui mi ha dato piena dimostrazione di non essere così diverso da lui. Non ho altra scelta se non quella di accettare la proposta di Charles: così ho deciso e così farò. Sei mio fratello, ho sempre ascoltato con piacere i tuoi consigli, ma questa volta devi farti da parte, perché si tratta di una questione che riguarda solo ed esclusivamente me… Ohh, mio dio… Ed in tutto questo mi è appena tornato in mente che devo ancora recuperare tutti i miei effetti personali in Studio, e non ho alcuna voglia di andarci perché so per certo che Roger mi darà ancora il tormento”.

Carolyne chiuse gli occhi, chinò la testa in avanti e posò la mano destra sulla fronte; alla vista dell’adorata sorella maggiore così provata dalla situazione in cui si trovava, William si avvicinò subito e le passò le braccia attorno alle spalle.

“Scusami, Lyn, hai ragione: ci sono questioni in cui non dovrei intromettermi e questa ne è un esempio. Non ti darò più il tormento con la storia di chi dovresti o non dovresti frequentare, e non preoccuparti neppure per i tuoi effetti personali: li recupererò io al posto tuo, così non sarai costretta a vedere ancora Roger” la rassicurò William dandole un bacio tra i capelli biondi, e Carolyne lo ringraziò con un sorriso stanco e con qualche parola mormorata con un filo di voce; il giovane aveva parlato in modo così convincente che la sorella maggiore non aveva minimamente messo in discussione le sue parole, ma la realtà era ben diversa: non era assolutamente intenzionato a farsi da parte in una questione così seria, e si era offerto volontario per andare in Studio solo per parlare nuovamente con il bassista e ci riuscì senza la minima difficoltà.

Gli bastò dire ad una segretaria che era il fratello di Carolyne e che desiderava parlare con lui, e dopo qualche istante il più grande lo raggiunse all’esterno dell’edificio, con un’espressione ansiosa stampata sul volto lungo e magro: non si aspettava di ricevere una visita simile e sperava che fosse lì perché aveva delle buone notizie.

“Carolyne?” domandò, difatti, trepidante, senza nemmeno salutare William.

“Possiamo spostarci in un posto un po’ più appartato, così da riuscire a parlare con la dovuta privacy?” chiese il più piccolo, indicando l’angolo dell’edificio, e per puro caso si fermarono nello stesso punto in cui David, sicuro che non ci fosse nessuno che potesse sentirli, aveva confessato a Rick di avere un’amante di cui si era perdutamente innamorato; una volta lì, Willie si accese una sigaretta, e Roger sorprendentemente non seguì il suo esempio: aspettava con così tanta trepidazione di sentire che cosa doveva dirgli il fratello di Carolyne che neppure gli passava per la mente il pensiero di fumare una sigaretta.

Ed era certo che non sarebbe riuscito neanche ad accenderla, talmente era agitato.

“Te l’ho già detto che adoro semplicemente la musica che tu ed il resto del gruppo fate? Cavolo, se qualcuno mi avesse detto che un giorno mi sarei trovato proprio faccia a faccia con te, così, a parlare, non ci avrei creduto. Eppure, eccoci qua”

“Sì, sì, molto interessante, ma dimmi di Carolyne: sei qui per parlarmi di lei, giusto? Che cosa devi dirmi? Ha cambiato idea? Sei qui perché ha cambiato idea e vuole concedermi una seconda possibilità?”

“Mh, non proprio”

“Ahh”

“Però, io sono dalla tua parte” precisò subito William, alla vista dell’espressione delusa del bassista “senti, ti ho già detto che hai avuto dei comportamenti che non mi sono molto piaciuti nei confronti di mia sorella, ma…”

“Io non sono mai stato violento nei suoi confronti, si è trattato di un altro fraintendimento. Un enorme fraintendimento”

“Lo so che non sei tu ad essere violento nei suoi confronti”.

Le strane parole di William fecero subito corrucciare le sopracciglia del bassista.

“Che vuoi dire?”

“Non sei l’unico che non può sopportare Charles, ed ora più che mai avrei voluto che fossi stato tu a dargli un pugno al ristorante… Sì, Lyn mi ha raccontato anche di questo episodio” precisò Willie, prima di fermarsi per aspirare dell’altro fumo “non mi è mai piaciuto, ed adesso che so che non esiterà a mettere le mani addosso a mia sorella se lo ritenesse necessario, mi piace ancora meno. Le ha già stretto un polso con forza, e quando gli ha risposto in un modo che non gli è piaciuto, l’ha addirittura afferrata per i capelli”

“Cos’è che ha fatto?” Roger parlò dopo qualche secondo e con voce stranamente calma, che non prometteva nulla di buono; e difatti, non stava facendo altro che trattenersi dall’impulso di andare da quell’uomo e riempirlo di pugno fino a ridurlo ad una poltiglia informe ed insanguinata: lo stesso impulso che aveva assalito William quando la sorella le aveva raccontato cosa le aveva fatto Charles.

Quella era proprio la reazione che Willie sperava di ottenere: era la conferma dell’interesse che il bassista indubbiamente provava per Carolyne, e lo spinse a gettare altra benzina sul fuoco per alimentare la fiamma.

“Hai capito bene: l’ha prima afferrata per un polso e poi per i capelli, e vuoi sapere qual è la parte peggiore? È comunque intenzionata ad accettare la proposta di matrimonio di quel figlio di puttana

“Ma non può farlo!”

“Ahh, pensi che io non abbia provato a dirglielo? Queste sono state le mie stesse esatte parole quando mi ha detto quest’assurdità, ma lei si è convinta di non avere altra scelta”

“Non ci posso credere! Preferisce sposare quello piuttosto che perdonare me?”

“Posso assicurarti che non è così. Senti, conosco benissimo mia sorella e posso dirti con la massima certezza che lei non vuole sposare quel tipo e che vorrebbe perdonare te. Guarda che tu le piaci, e molto. Dico sul serio: nessun altro prima d’ora le è mai piaciuto così tanto, ma è già rimasta scottata una volta ed ha paura di soffrire ancora visto che il suo ultimo matrimonio è finito l’anno scorso. È questo che la trattiene principalmente, ma cambierebbe subito idea se avesse la certezza che questa volta sarebbe diverso”

“Ormai ho perso il conto di tutte le volte che ho provato a parlare con lei per avere un chiarimento e non ci sono riuscito. Come posso dimostrarle che con me sarebbe diverso se non mi dà nemmeno la possibilità di farlo?” si lamentò il giovane uomo passandosi la mano destra tra i capelli; quello che aveva davanti a sé era un vero e proprio rompicapo, un labirinto di cui non riusciva a trovare l’uscita.

“Sì, le hai provate tutte… Ma sempre nel modo sbagliato” precisò di nuovo il più piccolo; aspirò l’ultima boccata di fumo, gettò via il mozzicone di sigaretta e si spinse a passare il braccio destro attorno alle spalle del bassista, anche se per compiere quel gesto si ritrovò costretto ad alzarsi sulle punte dei piedi. Roger lo lasciò fare solo perché si stava dimostrando disponibile ad aiutarlo con la sorella maggiore “ascolta: tra poco sarà il compleanno di Lyn e verrà organizzata una festa in maschera. È l’occasione migliore per prenderti la tua rivincita su quel figlio di puttana, e vedrai che questa volta, grazie ai consigli che io ti darò, sarà tutto diverso”.

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