*11*

Non c’era cosa più tremenda di essere costretta a fingere col proprio figlio, e Ginger lo sperimentò sulla propria pelle il giorno seguente, quando aprì gli occhi quasi in contemporanea a Keith; si ritrovò a dover sorridere in modo spontaneo ed allegro quando invece avrebbe voluto solo che gridare ed urlare con le mani tra i capelli, e la ragione era molto semplice: anche se, mentre s’infilava sotto le coperte, si era ripromessa di non lasciarsi rovinare la notte dal litigio con Roger, in realtà non era riuscita a chiudere occhio proprio a causa delle parole che lui le aveva rivolto.

Aveva continuato a girarsi e rigirarsi sul materasso, facendo attenzione a non disturbare il sonno sereno di Keith, con la mente concentrata su un'unica domanda, a cui non era riuscita a dare una risposta: quello di Roger era stato solo un bluff, come lei aveva affermato con sicurezza, o si trattava di una vera minaccia che avrebbe messo in atto il prima possibile?

E quando l’avrebbe messa in atto?

E come si sarebbe vendicato?

Avrebbe avuto il coraggio di farlo davanti a tutti, a David in modo particolare, rovinando l’intera vacanza? Oppure le aveva detto quelle parole col semplice scopo di tormentarla? In tal caso, aveva già raggiunto il suo obiettivo.

Il turbamento di Ginger non passò inosservato agli occhi attenti e curiosi del piccolo Keith: non solo il bimbo si accorse subito che c’era qualcosa che preoccupava molto la madre, ma mentre scendevano le scale per andare a fare colazione le strinse con forza la mano destra e si fermò sopra uno scalino per parlare.

Ginger si fermò a sua volta, rivolgendo un’espressione interrogativa al primogenito.

“Mamma, stai bene?”

“Certo che sto bene, tesoro” Ginger si ritrovò costretta non solo a fingere un altro sorriso sereno nel giro di pochissimi minuti, ma di mentire anche in modo spudorato al suo primogenito; ma che altro poteva fare, d’altronde? Mica poteva raccontare i propri problemi personali ad un bambino di appena sei anni “perché mi fai questa domanda?”

“Perché sembri molto preoccupata e pensierosa, mamma… Molto più del solito” rispose il piccolo, con un’espressione dispiaciuta, abbassando gli occhi sulle scarpe da ginnastica che indossava “è colpa mia, vero? Non sei felice perché ho insistito per partire e adesso sei costretta a vedere Dave?”

“Ohh, tesoro, no, tu non hai sbagliato nulla, ed io non sono né preoccupata né pensierosa”

“Ne sei sicura? Perché quando siamo arrivati, ti ho vista parlare con Dave e quindi ho pensato che forse… Che forse avete litigato ancora e che non sei felice per questo”.

Keith era già la seconda persona ad averla notata parlare in disparte con David, forse la sua mossa non era stata così discreta come aveva creduto in un primo momento, e se non era passata inosservata ad un bambino di sei anni, sicuramente lo stesso doveva valere per il resto del gruppo (fatta eccezione di Roger, che aveva ammesso candidamente di avere perfino origliato la loro conversazione).

Non aveva alcuna importanza, ad ogni modo, ma d’ora in avanti doveva prestare più attenzione ai passi successivi, ed accertarsi di agire veramente in modo discreto.

Fortuna che Roger era andato a bussare alla porta della sua camera in piena notte. Fosse accaduto di giorno, probabilmente anche quello non sarebbe passato inosservato agli occhi di qualcuno.

Sì, dare un taglio netto ai loro incontri era stata la decisione più saggia da prendere… Peccato che il bassista non sembrava averla presa bene… A meno che la sua minaccia non fosse stata solo un bluff… Ma poteva davvero essere un bluff dopo il colpo basso che aveva già ricevuto da Judith, oppure si era appena scavata la fossa con le proprie mani?

“Ne sono sicurissima, Keith” mormorò la giovane, inginocchiandosi sullo scalino e sforzandosi di scacciare quei pensieri che continuavano a tormentarla… Tanto non poteva fare nulla al momento. Avrebbe avuto un quadro più chiaro delle intenzioni del bassista solo quando lo avrebbe visto di persona, nel frattempo non aveva alcun senso tormentarsi in quel modo, con domande alle quali era impossibile dare una risposta “sono solo ancora tanto stanca dal viaggio perché non sono più abituata a prendere l’aereo, e puoi stare tranquillo per quanto riguarda quello che credi di avere visto: io e David non abbiamo litigato, anzi, gli ho detto proprio che sono stanca delle continue discussione che nascono tra me e lui, e che è arrivato il momento di… Noi adulti diciamo di sotterrare l’ascia di guerra”.

Negli occhi di Keith si accese una luce di speranza, nonostante la sua giovanissima età aveva già sentito quel modo di dire e sapeva anche qual’era il suo significato.

“Vuol dire che vuoi fare la pace con lui, vero? Quindi questo significa che tra voi due tutto quanto tornerà come prima!”

“Aspetta un momento, Keith, non così veloce” disse la giovane, costretta suo malgrado a frenare l’entusiasmo del figlio maggiore, prendendolo per mano “ecco… Vedi… Tra me e David difficilmente tutto tornerà come prima perché troppe cose sono cambiate, ma entrambi possiamo sforzarci di avere un rapporto disteso e civile, e vogliamo fare il primo tentativo proprio con questa vacanza”

“Ohh” adesso l’espressione di Keith era tornata ad essere seria e corrucciata “e quindi stai dicendo che non c’è possibilità che voi due torniate insieme?”

“Mi dispiace, tesoro, non voglio mentirti a riguardo dandoti false illusioni: non credo che noi due torneremo ad essere una coppia, ma se riusciamo ad andare di nuovo d’accordo potremo ricominciare a fare tante cose insieme a te e Demi… Potremo andare a mangiare fuori insieme, o magari alle giostre od a fare una passeggiata… Potremo perfino fare ancora una vacanza insieme” spiegò la rossa, nel tentativo di rivedere il sorriso sulle labbra del primogenito, ed in contemporanea pensava a quelli che sarebbero stati i risultati se il suo piano fosse andato a buon fine… Magari sarebbero perfino ritornati ad essere una coppia… Ma ecco che si poneva un nuovo problema: se il piano fosse riuscito, se avesse avuto di nuovo l’ex marito ai propri piedi, che cosa avrebbe dovuto fare? Ritornare indietro sui propri passi e dare una seconda possibilità al loro rapporto, oppure dargli il bel servito, così da vendicarsi anche nei suoi confronti. Bel dilemma, soprattutto perché il cuore le suggeriva una cosa ed il cervello un’altra “che ne pensi? Mi sembra un buon compromesso. Non sarà come prima, ma cercheremo di avvicinarci il più possibile”.

Il piccolo assunse un’aria pensierosa e fissò la mano della madre che teneva stretta.

“Io sono contento se sei contenta tu, mamma, perché non vorrei mai che fossi costretta a fare qualcosa che ti rende triste… Però… Però mi piacerebbe anche vedere te e Dave andare di nuovo d’accordo, perché mi manca quando facevamo qualcosa tutti insieme. Mi piaceva quando andavamo a fare un giro da qualche parte e poi mangiavamo in un ristorante… Anche se Demi finiva sempre per fare qualche disastro”.

Le parole di Keith accesero involontariamente una piccola lampadina nella mente di Ginger; senza rendersene conto, il primogenito le aveva appena suggerito il prossimo passo da compiere per riuscire a riavvicinarsi all’ex marito, e si trattava di una cosa così banale, che subito si chiese come non avesse fatto a pensarci prima da sola.

Ohh, beh, forse ce l’avrebbe fatta se non avesse avuto la mente impegnata altrove.

Ginger posò le mani sulle guance del piccolo, sorrise e subito dopo lo strinse in un forte abbraccio.

“Keith, sei un bambino così adorabile… Ma adesso andiamo, forza, o rischiamo di arrivare tardi a colazione” dopo averlo preso per mano, i due ripresero a scendere i scalini, salvo poi fermarsi di nuovo a causa di Keith “cos’altro c’è, tesoro? Sei ancora preoccupato?”

“Mamma, ma le persone adulte finiscono sempre per allontanarsi?” domandò di getto “perché se succede questo, allora che senso ha stare insieme?”.

Non erano affatto rare le volte in cui Keith le rivolgeva delle domande spiazzanti, ma mai nessun’altra l’aveva lasciata senza parole come quella, e dato che Ginger non sapeva come rispondere (anche perché non sentiva di essere la persona più giusta per affrontare un simile argomento), anche se stava commettendo un errore, si limitò a ridere ed a scompigliare i capelli riccioluti al primogenito.

“Sei ancora troppo piccolo per discorsi come questo, è meglio lasciarli per quando arriverà il momento giusto. Adesso pensa solo a goderti la vacanza”

“Va bene” mormorò il piccolo con una strana smorfia; non era soddisfatto della risposta della madre, ma si dimenticò momentaneamente del dubbio che gli era venuto in mente quando entrambi raggiunsero la grande sala dell’albergo in cui venivano serviti i pasti: alla vista di Gala, il piccolo si affrettò a lasciare la mano della madre e corse a raggiungerla.

Ginger lo seguì con lo sguardo sorridendo, ma quando i suoi occhi scuri si posarono sulla lunga tavolata riservata al gruppo ed alle rispettive famiglie, ritornò seria: sembravano esserci tutti ad eccezione di Roger, ed ovviamente era impossibile dire se il bassista fosse già sceso o se invece non si era ancora unito agli altri per fare colazione.

Stranamente, quell’assenza non la faceva sentire più tranquilla perché il fatidico momento del loro incontro era solo che rimandato… Non sapeva di quanto, ma era solo che rimandato.

La rossa emise uno sbuffo seccato  e raggiunse il tavolo a passo veloce.

Doveva smetterla di pensare a quel bastardo che l’aveva minacciata di rovinarle la vita, adesso doveva concentrarsi su altro.

Erano rimasti solo due posti liberi, e per puro caso una sedia libera era alla sinistra di David mentre l’altra era posizionata di fronte a lui; dopo qualche breve secondo d’indecisione, Ginger decise di sedersi di fronte all’ex marito, perché sedersi al suo fianco, dopo avergli appena teso la mano, sarebbe stata una mossa troppo azzardata e precipitosa, e non poteva permettersi nessun passo falso.

Doveva fare attenzione anche a non esagerare con le parole.

“Buongiorno” salutò tutti i presenti, accomodandosi “di che cosa stavate parlando?”.

Ginger avvertì scendere una strana tensione dopo il suo arrivo, il saluto e la domanda gentile che aveva rivolto, ma non ne rimase sorpresa, aveva già previsto una situazione simile: con Lindy aveva discusso appena che ventiquattro ore prima in aereo, David era ancora timoroso di pronunciare involontariamente la parola sbagliata che avrebbe rovinato il rapporto civile che stavano cercando di ricostruire, Richard a sua volta aveva timore di sbagliare, e sia Nick che Juliette non avevano la minima idea di come comportarsi.

Alla fine ci pensò Nick a rompere quella strana tensione, proprio l’ultima persona che Ginger si aspettava.

“Stavamo decidendo cosa fare dopo colazione, e poi si è presentato quello” il batterista indicò con un cenno della testa la reception, e la rossa guardò a sua volta, incuriosita, verso l’ingresso della struttura, visibile dall’arco che lo divideva dalla sala in cui venivano serviti i pasti ai clienti; non vide nulla di particolarmente strano, ad eccezione di una ragazza che stava gesticolando in modo animato con un membro del personale.

“Ti stai riferendo a lei?” chiese, allora, osservandola con più attenzione; il loro tavolo era posizionato poco lontano dall’arco che divideva le due stanze, e quindi riusciva a sentire le voci dei due, ma non riusciva a capire con esattezza di cosa stessero discutendo perché parlavano in francese. Un piccolo suggerimento le arrivò quando vide la ragazza in questione lanciare qualche occhiata proprio in direzione del loro tavolo. O almeno così sembrava “è una vostra fan?”

“Nick lo pensa, ma non è detto che sia così” precisò Lindy, e l’occhiata che successivamente gli lanciò lasciava intuire quanto non fosse contenta delle attenzioni che il marito stava rivolgendo alla sconosciuta.

“Ohh, andiamo, mi sembra ovvio che sia così, no? Continua a guardare verso di noi e non la lasciano passare: è chiaro che sta cercando di attirare l’attenzione perché spera che uno di noi la noti e la raggiunga. Sai cosa possiamo fare per toglierci ogni possibile dubbio? David, tu sai il francese, giusto? Puoi andare da lei, scambiare un paio di parole e chiederle se sta cercando di attirare la nostra attenzione”

“Non mi sembra una buona idea, Nick” rispose Gilmour con un sorriso tirato, facendo intendere in modo indiretto all’amico che non era il caso che facesse qualcosa di simile vista la situazione delicata in cui si trovava.

“Hai visto? Lui sì che ha dato una risposta giusta. E guarda Rick, lui nemmeno ha rivolto uno solo sguardo a quella ragazza”

“Ohh, andiamo, Lindy, credi che io stia guardando per davvero quella ragazza? Ho fatto solo una battuta perché ci sono alcune cose alle quali ancora non riesco ad abituarmi. Insomma… Quando ci esibivamo nei locali, all’inizio, le ragazze neanche ci guardavano e dovevamo fare attenzione ad abbassarci velocemente per schivare i boccali di birra che ci lanciavano addosso, o i penny di rame, e adesso guarda quante cose sono cambiate… Le ragazze provano perfino ad intrufolarsi negli alberghi per riuscire ad avvicinarsi ad uno di noi” il discorso di Mason doveva servire per stemperare gli animi, ma per sua sfortuna ottenne l’effetto contrario con Lindy, che rispose immediatamente e con una frase ad effetto che gli altri non si aspettavano.

Perfino Ginger ne rimase sorpresa.

“Pensi che tutte queste fantomatiche fans ti guarderebbero anche solo mezza volta se non fossi famoso?”.

Anche Nick non si aspettava delle parole simili da parte della moglie, né tantomeno di essere umiliato pubblicamente proprio da lei, e dopo la sorpresa iniziale sul suo volto apparve un’espressione ferita.

“Questo è stato un vero e proprio colpo basso da parte tua”.

Probabilmente la conversazione sarebbe degenerata in un litigio tra i due, se proprio in quel momento non fosse entrato in sala Roger.

‘Al momento giusto e sbagliato’ pensò la rossa, spostando in automatico lo sguardo da un’altra parte: era arrivato al momento giusto per evitare che tra Nick e Lindy potesse scoppiare un violento litigio che avrebbe finito inesorabilmente per attirare l’attenzione delle altre persone presenti in sala, ma era arrivato anche al momento sbagliato perché non si sentiva affatto pronta ad affrontarlo di già ed a scoprire se le sue parole erano un bluff o meno.

Sentiva improvvisamente una forte voglia di the caldo, e concentrò tutta la propria attenzione sulla tazzina in ceramica da riempire; mentre compiva quell’azione con la massima diligenza, aggiungendoci una zolletta di zucchero, non aveva la minima idea se il bassista le aveva già rivolto un’occhiata o se la stava guardando proprio in quel momento.

In realtà, come era accaduto a Saint Tropez dopo che la giovane aveva avuto il coraggio di rivolgergli quelle parole, Roger si stava comportando semplicemente come se lei neppure esistesse: non la guardò neppure per un istante, e chiese a Mason che cosa stava accadendo, dato che mentre si avvicinava al tavolo aveva colto qualche parola della discussione, ma al posto suo rispose Wright.

“Nick pensa che quella ragazza voglia parlare con uno di noi” disse il giovane uomo, riassumendo in modo conciso quello che era accaduto negli ultimi minuti e che aveva turbato gli animi dei coniugi Mason; il bassista si voltò a guardare la giovane in questione, come prima di lui aveva fatto Ginger, ed a sua volta capì subito quale fosse senza bisogno di qualcuno che gliel’indicava: era magra, bionda e bella, ed aveva qualcosa che vagamente gli ricordava Judith.

La stava ancora osservando quando si ritrovò il suo sguardo addosso.

“Qualcuno di voi è già andato a parlare con lei?”

“No” rispose Nick in tono piatto e con gli occhi fissi sulla tovaglia “avevo proposto a David di andare, visto che conosce il francese, ma le mie parole sono state subito fraintese”

“Benissimo!” esclamò il bassista, senza lasciare il tempo a Lindy di replicare alla frecciatina ricevuta di rimando dal marito “allora ci vado io”.

Ginger si era ripromessa di non commettere alcun passo falso, ma si ritrovò a suo malgrado a sollevare gli occhi di scatto dalla tazzina quando udì Roger pronunciare quelle parole con estrema sicurezza; e stava anche per aprire bocca, ma per sua fortuna venne preceduta da Nick, che diede voce a quello che era il pensiero generale di tutti i presenti.

“Che cosa? Dici sul serio? E come pensi di riuscire a parlarle?” nessuna delle domande del batterista trovò una risposta, perché il bassista già si era allontanato in direzione della hall dell’albergo; dal momento che tutti avevano lo sguardo rivolto verso di lui, perché non volevano perdersi un solo istante di quello che stava succedendo, Ginger non si ritrovò costretta a dover lanciare nessuna occhiata di sfuggita per non attirare sospetti su di sé: da quella distanza non riusciva a sentire quello che si stavano dicendo (ed in realtà non aveva neppure idea di come stessero comunicando), ma dall’espressione della ragazza bionda era chiaro che si trovava lì per loro.

E di sicuro non era lì solo per scambiare quattro chiacchiere con loro e chiedere un bell’autografo.

“Va tutto bene, Ginger?”.

La giovane rimase sorpresa della domanda che Lindy le rivolse, ed infatti si girò a guardarla con un’espressione perplessa e con un mezzo sorriso sulle labbra; non si parlavano dalla discussione che avevano avuto in aereo, e ciò rendeva la domanda ancora più strana.

“Certo che sto bene… Perché?”

“Sicura?” Lindy abbassò gli occhi, Ginger seguì il suo sguardo e s’immobilizzò quando capì perché le aveva rivolto proprio quella domanda: non si era resa conto di avere stretto la tazzina con così tanta forza che le nocche della mano destra erano diventate bianche quanto la ceramica “se stai bene, perché sembra che vuoi ridurre quella tazzina in cocci?”.

La rossa venne salvata dall’imbarazzante compito di rispondere a quella domanda dal ritorno di Roger, che aveva sulle labbra un sorriso soddisfatto.

“Non so quali fossero i vostri piani per oggi, ma i miei sono appena cambiati. Ci vediamo”

“Che cosa?” Ginger stava per lasciarsi scappare quella domanda sorpresa, ma per propria fortuna venne preceduta appena in tempo da Nick “come sarebbe a dire che i tuoi piani sono cambiati? Avevamo in programma di trascorrere la giornata insieme!”

“Ma l’hai vista?” con un cenno della testa, il bassista indicò la ragazza bionda che lo stava aspettando nella hall “secondo te posso lasciarmi scappare una così?”

“Ma almeno parlate la stessa lingua?”

“Assolutamente no” rispose il bassista con un sorriso ironico, guardando Nick come se avesse appena detto un’enorme sciocchezza “e non me ne può importare di meno, pensi davvero che passeremo il nostro tempo a parlare?”.

A quelle parole, Ginger lanciò a Roger uno sguardo che non venne ricambiato, perché lui ancora si ostinava a comportarsi come se lei non esistesse; e mentre il giovane uomo si allontanava, la rossa si limitò a stringere le labbra in una linea sottile e contrariata: aveva perfettamente capito quello che stava facendo, ma se credeva di fargliela pagare in quel modo allora si sbagliava di grosso, e dimostrava solo di essere una persona estremamente infantile.

E lei non aveva tempo da perdere con una persona estremamente infantile.

Il programma della mattinata non consisteva altro che in una tranquilla passeggiata… O almeno così avrebbe dovuto essere in un primo momento.

A Ginger non era sfuggita l’improvvisa tensione scesa all’interno del gruppo, ed era certa che ora non avesse più tanto a che fare con lei, ma piuttosto con la discussione nata tra Lindy e Nick, e la conferma le arrivò mentre erano all’interno di un centro commerciale e stavano osservando i bambini impegnati a giocare in un’area costruita appositamente per i più piccoli, con giostre varie, degli scivoli colorati e perfino un’enorme piscina gonfiabile piena di palline di plastica variopinte: Juliette le si affiancò e, senza alcun preambolo, le disse che non tirava affatto una buona aria nel matrimonio dell’amica.

“Lindy ha trovato un bigliettino in una giacca di Nick… Un altro” spiegò, con gli occhi puntati verso Gala e Keith che stavano giocando sull’altalena; poco lontano da loro, c’erano Jamie, Demi e Chloe dentro la piscina delle palline colorate “ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: hanno avuto un violento litigio e Lindy lo ha sbattuto fuori di casa con tanto di valigie lanciate fuori da una finestra. Nick ha impiegato quattro settimane per riuscire ad essere riaccolto in casa, ma non è stato perdonato così facilmente. Lindy gli ha fatto capire che la strada per il perdono è ancora molto lunga ed in salita, e non è neppure scontato che alla fine arrivi”

“Sì, avevo capito che tra loro due c’era qualcosa che non andava, ed immaginavo anche che fosse successo qualcosa di simile” commentò la rossa, per nulla sorpresa; tra i due c’erano già state tensioni simili in passato, e sembrava ormai essere accertato che chi faceva parte del mondo dello spettacolo in generale era destinato prima o poi a tradire la propria partner, od il proprio partner: era successo a Roger, era successo a lei e David, ed ora stava accadendo a Lindy e Nick. Sembravano essere loro i prossimi sulla lista delle coppie pronte a divorziare “ma francamente, dalla frecciatina che gli ha lanciato, non mi sembra proprio che Lindy sia intenzionata a perdonare suo marito”

“Non è semplice per lei”

“Lo so, lo capisco benissimo perché mi sono ritrovata nella sua stessa situazione, ma non ho avuto alcuna esitazione riguardo a quello che dovevo fare… Certo, la mia situazione è stata leggermente differente, ma la mia decisione non sarebbe stata diversa se mi fossi trovata nei panni di Lindy. Non vedo alcuna differenza tra una scappatella ed una relazione extra coniugale”

“In realtà, se ci pensi bene, la spiegazione è molto semplice: non riesce a farlo così su due piedi perché è innamorata”.

Ginger non riuscì a trattenere un sorrisetto ironico dinanzi alla spiegazione di Juliette.

“Anche io ero innamorata, ma ho pure un orgoglio che non permette ad alcuni limiti di essere superati, e questo è proprio uno di essi” la giovane spostò per un momento lo sguardo verso la giovane coppia in crisi: anche se erano l’uno affianco dell’altra, era evidente che tra i due c’era un forte distacco. Non si parlavano, né sorridevano né approfittavano dell’occasione per scambiarsi qualche piccola effusione. Era come se in mezzo a loro si stesse innalzando un muro invisibile “essere innamorata non significa essere cretina. Se questa è solo l’ennesima volta che Nick tradisce Lindy con un’altra donna, allora dopo averlo perdonato sarà solo una questione di tempo prima che accada di nuovo. Si è visto quello che è successo tra Roger e Judith, e come poi è andata a finire. Quante volte lei gli ha dato un’eterna seconda possibilità? E quante volte lui ha promesso che non ci sarebbe più ricascato e poi lo ha fatto ancora? Magari Lindy sta tentennando perché hanno due bambine piccole e non vorrebbe che crescessero in una famiglia di divorziati, ma a questo punto, se il loro rapporto è ormai così danneggiato, forse la miglior decisione che può prendere è proprio quella di dare un taglio al loro matrimonio”

“Però mi è sembrato di capire che tra te e David sia tornato il sereno, e questo va in netto contrasto con il tuo discorso”

“Tra me e David non è tornato tutto rosa e fiori. Non ho dimenticato quello che mi ha fatto, ma ci sono Keith e Demi, e dobbiamo pensare prima di ogni altra cosa a loro due. Ed anche se non è semplice, non è giusto che le conseguenze dei nostri errori ricadano sulle loro spalle”

“E quindi, nonostante tutto, sei riuscita a dargli una seconda possibilità” riassunse Juliette “e perché non riesci a fare lo stesso anche con mio marito?”.

Ginger, che nel frattempo aveva spostato di nuovo la propria attenzione sui figli, si girò verso la giovane e si ritrovò ad incrociare il suo sguardo; solo in quel momento capì che non si era avvicinata solo per scambiare qualche parola dopo tanto tempo, e che il suo scopo era quello fin dall’inizio, aveva solo atteso il momento adatto per introdurre il vero argomento che voleva affrontare.

“Come, scusa? Mi stai chiedendo per quale motivo non l’ho ancora perdonato? Cos’è, adesso non ha più il coraggio di farsi avanti ed ha mandato te al suo posto perché spera che possa cambiare qualcosa?” domandò la giovane con un altro sorrisetto ironico, esasperata perché Richard non aveva ancora capito che non avrebbe mai ottenuto il suo perdono per il semplice motivo che non era intenzionata a darglielo, mentre l’espressione di Juliette rimase impassibile e seria.

“Nient’affatto, lui non mi ha chiesto nulla e non sa neppure nulla della mia iniziativa” disse, sorprendendo la sua interlocutrice, che si aspettava una risposta differente “sai, Ginger, un’altra donna al posto mio avrebbe avuto da molto tempo molti dubbi riguardo il rapporto che vi lega, perché un’altra donna potrebbe non credere all’esistenza dell’amicizia tra un uomo ed una donna, ma io so per certo che non ho nulla da temere, e che quello tra voi due non è mai stato altro che lo stesso affetto che lega un fratello ad una sorella e viceversa. Richard non ne parla quasi mai, ma io so che continua a soffrire per la situazione che si è creata tra voi due”

“Lui soffre?” adesso non era più solo il sorriso di Ginger ad essere ironico, ma anche la sua voce “e come credi che mi sia sentita io quando ho scoperto che Richard sapeva già da tempo del tradimento di David e nonostante ciò mi ha taciuto tutto quanto? Come pretende che possa perdonarlo dopo avermi dato questa pugnalata alle spalle?”

“Non si è trovato in una situazione semplice, Ginger, cerca di capire. Non ti ha detto nulla non perché volesse coprire David, ma perché riteneva giusto che fosse una sua responsabilità confessarti quello che stava accadendo tra lui e Virginia”

“Ed invece no” ribatté, con ostinazione, l’altra giovane, per nulla intenzionata a smuoversi dalla propria posizione, ferma come il momento stesso in cui l’aveva presa all’interno di una cabina telefonica, col cuore che batteva all’impazzata e le mani che tremavano ed a fatica reggevano la cornetta “questa è la motivazione che si ostina a voler dare per sentirsi la coscienza pulita, ma in realtà un vero amico avrebbe agito in modo diverso. Io, se mi fossi trovata nella sua situazione, sarei andata subito a dirgli tutto quanto, non avrei aspettato che scoprisse la verità da solo. Non l’avrei mai tradito in questo modo, assestandogli una pugnalata alla schiena”

“Sei troppo dura nei suoi confronti, Ginger”.

Il peggior difetto di Ginger, fin da bambina, era l’impulsività; lo aveva dimostrato quando, a Saint Tropez, nel corso di un’accesa discussione con Roger si era lasciata scappare una frase irripetibile, che aveva colpito il bassista nel suo punto più debole, e lo aveva portato a non rivolgerle più la parola per mesi e mesi.

Purtroppo, quell’esperienza non le era bastata da lezione riguardo a quando era meglio chiudere la bocca e mordersi la lingua prima di fare danni, ed anziché prendere un profondo respiro ed agire in quel modo, da persona adulta, si ritrovò a socchiudere le labbra ed a parlare a ruota libera; in quel momento non le importava un bel niente se Juliette era sempre stata gentile nei suoi confronti e le era stata accanto nei momenti difficili, non le importava neppure che la conosceva da anni ed anni: in quel momento voleva solo che ferirla, proprio come anni prima aveva fatto con Roger, solo perché l’aveva provocata per l’ennesima volta definendola un’arrampicatrice sociale.

E per un istante, chissà perché poi, si chiese che cosa stesse facendo in quel momento in compagnia della ragazza bionda.

“E forse tu sei troppo fiduciosa nei suoi. Parli di tuo marito come se fosse l’uomo migliore che esista sulla faccia della Terra, ma non è così e lo sai benissimo. Tutti nascondono degli scheletri nell’armadio ed anche Richard non fa eccezione: non è così diverso da Roger, David e Nick… Come ti ha tradita una volta, in passato, anche lui può rifarlo ancora. Ricordatelo”.

Juliette era una persona estremamente calma e tranquilla, ma anche quelle come lei erano capaci di raggiungere il proprio punto di rottura quando venivano toccate sul personale, e Ginger, accennando all’unica crepa che c’era mai stata all’interno della sua relazione col marito, era andata proprio ad infierire senza alcuna pietà sul suo punto debole; il suo viso iniziò gradualmente a cambiare colore, le sue guance diventarono piano piano rosse e per un attimo l’altra giovane temette di essere afferrata per i capelli o presa a schiaffi.

Ma una reazione simile non faceva parte del carattere calmo e tranquillo di Juliette, che si limitò a rispondere con parole altrettanto pungenti.

“Non sono intenzionata a rispondere al tuo colpo basso gratuito perché significherebbe abbassarmi al tuo stesso livello, ma sappi che se continuerai a comportarti in questo modo finirai per allontanare tutti quanti da te e ben presto ti ritroverai completamente da sola, e non ci sarà nulla che potrai fare per tornare indietro perché nessuno vorrà più avere a che fare con te, Ginger” Juliette stava per voltarle le spalle, ma poi ci ripensò, perché c’era un’ultima cosa che doveva dire all’amica, se ancora poteva essere definita tale. La stoccata finale “e comunque, continui a ripetere che non t’interessa e che non c’è niente tra voi due, ma è curioso vedere come, fra tutti quanti, tu abbia nominato per primo Roger e non David”.

Che stronza’ pensò la giovane, mentre l’altra si allontanava, trattenendosi a stento dal replicare solo perché non desiderava che certe insinuazioni venissero fatte ad alta voce; se lo scopo di Juliette doveva essere quello di farla sentire in colpa allora aveva proprio fatto un enorme buco nell’acqua, perché non si sentiva in colpa né per quello che aveva detto a lei né per il litigio che in precedenza aveva avuto con Lindy: non le importava se fino a pochi anni prima erano state tre amiche, adesso che il suo matrimonio con David era finito non era tenuta ad avere nessun tipo di rapporto con loro due, ed aveva scoperto che neppure le importava di avere un rapporto con loro due.

Non era interessata ad intrattenere alcun rapporto di amicizia da quando aveva perso Jennifer, la sua prima confidente ed amica.

Quello sarebbe stato il primo ed unico viaggio che avrebbe fatto con il gruppo, adesso non poteva altro che stringere i denti e concentrarsi sul piano.

“Va tutto bene?”.

A rivolgerle la parola, per puro caso, era stato proprio David, e così facendo, involontariamente, le aveva fornito proprio l’occasione che stava aspettando per procedere col passo successivo.

L’espressione seria della giovane venne subito sostituita da un sorriso.

Forse la parte più difficile del piano era sorridere e parlare all’uomo che l’aveva tradita come se nulla fosse, come se davvero lo avesse perdonato per tutto quanto, ma era un piccolo sforzo necessario che era costretta a compiere.

“Sì, va tutto bene” che cosa doveva fare? Aspettare? Andare per gradi? Od osare e vedere se era vero che la Fortuna aiutava gli audaci? “stavo solo riflettendo su… Una cosa che Keith mi ha detto prima di scendere a colazione”

“Che cosa ti ha detto?” domandò il chitarrista, incuriosito, e la rossa finse appositamente di esitare.

Adesso doveva prestare attenzione ad ogni singola parola che avrebbe pronunciato, proprio perché da ogni singola parola dipendeva l’esito del passo successivo da compiere. Se avesse fallito, difficilmente le si sarebbe presentata un’altra occasione prima della partenza.

“Sai benissimo anche tu quanto Keith sia un bambino intelligente e perspicace. Ed è un bambino così intelligente e perspicace che non gli è sfuggita la conversazione che abbiamo avuto il giorno dell’arrivo. Era molto preoccupato perché temeva che avessimo avuto un altro litigio, così per tranquillizzarlo sono stata costretta a dirgli del tentativo che stiamo facendo… E sai cosa mi ha detto?” un’altra pausa ad effetto ben studiata “che è molto contento del tentativo che stiamo provando a fare, perché sente la mancanza di quando facevamo qualcosa tutti assieme, come uscire fuori a cena in un ristorante”.

Ecco, aveva lanciato l’amo con l’esca in acqua, ora non poteva fare altro che attendere e sperare che il pesce abboccasse.

Con la coda dell’occhio, la giovane spiò il viso dell’ex marito per cercare di capire quali erano i pensieri che gli stavano passando per la testa: dalla sua espressione seria era chiaro che stava riflettendo su ciò che gli aveva appena detto, ma avrebbe risposto nel modo in cui si aspettava od avrebbe intuito qualcosa ed avrebbe fatto un passo indietro?

Mai un’attesa le era sembrata più lunga, anche se in realtà trascorsero appena che pochi secondi dalle sue parole alla risposta di David.

“Te la sentiresti di fare un tentativo?”.

Ginger quasi non riuscì a credere alle proprie orecchie: non solo il pesce aveva abboccato, ma era stato molto più semplice del previsto… Forse da un lato era stato fin troppo semplice.

“Ti riferisci ad una cena con i bambini?” domandò lei, voltandosi verso di lui e fingendo un’espressione sorpresa; il giovane uomo annuì, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e proseguì a parlare con lo sguardo rivolto verso il basso.
Era in evidente stato d’imbarazzo, e quello era solo che un altro punto a proprio favore.

“Forse è troppo presto per chiederti una cosa simile visto che abbiamo appena parlato di fare un tentativo per recuperare un rapporto civile tra di noi, però visto che siamo tutti e quattro riuniti qui, i bambini sembrano essere così sereni, e siamo in vacanza, beh… Forse non è neppure un’idea così assurda, tu che cosa ne pensi?” il chitarrista sollevò finalmente il viso per guardare l’ex moglie negli occhi “credi che si possa fare un tentativo o è troppo presto e rischiamo solamente di bruciare le tappe?”.

Fu il turno di Ginger di abbassare il viso, ma la sua era solo una tattica per nascondere il sorriso soddisfatto che non era riuscita a reprimere perché tutto stava andando esattamente come lei si era prefissata; sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro, prese un profondo respiro e solo dopo essere riuscita a tornare seria sollevò il viso per dare una risposta a Gilmour.

“Sì, direi che date le circostanze straordinarie possiamo fare un tentativo senza preoccuparci di bruciare le tappe… I bambini saranno molto contenti quando glielo diremo. Come minimo faranno i salti di gioia”.









Ginger diede gli ultimi tocchi al trucco con una matita nera per gli occhi, ed indietreggiò di un passo per osservare meglio l’opera finale allo specchio.
Dopo una lunga indecisione, la scelta era ricaduta sull’abito rosso che aveva indossato la Vigilia di Natale di quattro anni prima e non era stata casuale: David aveva ripetuto innumerevoli volte che il rosso era un colore che le donava in modo particolare, e per lo stesso motivo aveva deciso di lasciare sciolti i lunghi capelli ramati; anche il trucco e le scarpe eleganti che indossava rispecchiavano i gusti dell’ex marito, perché ogni più piccolo particolare era stato studiato con lo scopo di colpirlo e riconquistarlo.

Ma ce l’avrebbe fatta?

La giovane cercò di guardarsi da tutte le prospettive, per essere certa di non avere neppure un capello fuori posto.

Non aveva l’aspetto di una donna che aveva già affrontato due gravidanze, non si era lasciata andare, non aveva un fisico trascurato, eppure David aveva comunque perso la testa per quella stupida sgualdrina americana che non aveva ancora incontrato per non rischiare a propria volta di perdere sia la testa che il controllo delle proprie azioni.

Ginger si avvicinò di più allo specchio ed iniziò a lisciarsi i capelli con una spazzola, benché non avessero alcun bisogno di essere lisciati, dato che erano già perfetti così; era tesa come una corda di violino, e quello era un modo come un altro per tentare di scaricare il nervosismo.

Non aveva mai visto la sua rivale, non sapeva com’era fatta, ma non poteva competere. Di fronte al riflesso che le restituiva lo specchio non c’era battaglia. Era riuscita a conquistare Syd, era riuscita a fare altrettanto con David e non era indifferente perfino a Roger: riprendersi suo marito per dare una bella lezione a quella troia sarebbe stato un gioco da ragazzi.

No, tra loro due non poteva esserci alcuna competizione perché lei era una donna mentre la sua rivale solo una sciocca ragazzina che aveva avuto la fortuna di vincere la battaglia, ma non sarebbe stato altrettanto con la guerra.

Fiduciosa della certezza che aveva in testa, la rossa voltò le spalle allo specchio, prese una borsetta dello stesso colore dell’abito che indossava ed uscì dalla camera, chiudendola a chiave; le scale e gli ascensori erano situati dall’altra parte del piano, e per raggiungerli era costretta ad attraversare tutto il corridoio e passare davanti a tutte le porte delle altre camere.
Ginger procedette a passo sicuro fino a quando non si trovò all’altezza della stanza numero 206; a quel punto, si fermò per qualche istante a fissare la porta, stringendo con più forza la borsetta, prima di riprendere a camminare, ma si ritrovò a fare solo che pochi passi prima d’immobilizzarsi una seconda volta.

Già sapeva che stava per commettere una sciocchezza, ma non riuscì a reprimere l’impulso di tornare indietro e bussare alla porta; non ricevendo alcuna risposta, bussò una seconda volta con più forza, incrociò le braccia e finalmente, dopo un paio di secondi, avvertì il rumore di passi che si avvicinavano.

Già sapeva che cosa dire, ma dimenticò tutto quanto non appena la porta si aprì e dall’altra parte vide apparire una ragazza bionda; dopo un attimo di confusione gli occhi scuri della rossa si spalancarono alla vista delle condizioni indecenti in cui versava: aveva i capelli scompigliati, il trucco sfatto, il rossetto sbavato e soprattutto non indossava altro che un paio striminzito di slip bianchi.

Anche la sconosciuta era confusa, ed infatti si voltò a guardare qualcuno alle proprie spalle, permettendo così anche all’altra giovane di sbirciare all’interno della stanza e di concentrare lo sguardo sulla figura solitaria ancora sdraiata sul letto e che apparteneva ad un giovane uomo; la sconosciuta chiamò per nome, in tono interrogativo, il giovane uomo e lui, dopo essersi sollevato col busto per vedere chi c’era dall’altra parte della porta, con un sospiro seccato si ritrovò costretto ad alzarsi, avvolgersi un lenzuolo attorno ai fianchi ed uscire in corridoio, chiudendo la porta dietro di sé e senza dare una spiegazione alla bionda.

Ginger era così sconvolta da quello che aveva visto negli ultimi secondi che impiegò qualche istante prima di riuscire a parlare.

“Avresti potuto indossare qualcosa di più consono prima di uscire in corridoio, non credi?”

“Non mi aspettavo che qualcuno venisse a bussare alla porta della mia camera. E perché dovrei preoccuparmi di indossare qualcosa di più adatto? Perché potrebbe passare chiunque in qualunque momento? Ma questo non è un problema mio, ma piuttosto tuo: sei tu che sei venuta a parlare da me e non viceversa” per una manciata di secondi sulle labbra carnose di Roger apparve un sorriso irritante “a tal proposito, che cosa sei venuta a fare?”

“Sono venuta qui solo per avvisarti: non sono una stupida, ho capito cosa stai cercando di fare e ti dico già che è solo tempo sprecato”

“A cosa ti stai riferendo, prego?” domandò il bassista corrucciando le sopracciglia, e Ginger sbuffò spazientita, certa che la sua non fosse altro che una spudorata presa in giro.

“A tutto questo teatrino, ovviamente. Pensi forse che non abbia capito che stai approfittando di quella ragazza solo per farmi ingelosire? Te ne sei andato con lei e le hai detto di andare ad aprire la porta della camera solo ed esclusivamente per provocarmi” rispose la giovane con un sorriso compiaciuto, sicura di avere scoperto il gioco sporco del bassista; si aspettava di vederlo in difficoltà, di vedere la sua tranquillità vacillare, ed invece anche sulle sue labbra carnose apparve un sorriso altrettanto compiaciuto che non prometteva nulla di rassicurante.

“Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma non potresti avere più torto di così: ho semplicemente approfittato di un’occasione che non potevo sprecare. Non sono più sposato, sono un uomo libero che può frequentare chi vuole e quella ragazza…” Roger indicò la porta alle proprie spalle con il pollice destro “l’hai vista anche tu, no? Solo un idiota potrebbe rifiutare la sua compagnia”

“Casomai, solo un idiota potrebbe accettarla. Pensi che quella ragazza sia interessata a te od a quello che sei? Pensi che ti degnerebbe di un solo sguardo se fossi una persona qualunque che incontra per strada? Apri gli occhi, quelle così hanno un unico scopo in mente”

“E tu credi che non lo sappia? Pensi che sia così ingenuo da non arrivarci da solo? Guarda che so benissimo cosa vogliono le ragazze come lei, ma francamente non me ne frega un cazzo perché in questo momento voglio solo che divertirmi e posso assicurarti che nelle ultime ore ho scopato come non scopavo da tanto tempo… Però trovo molto curioso il fatto che hai tirato in ballo la questione della gelosia: sei convinta che io stia cercando d’ingelosirti quando sei proprio tu che ti stai comportando da persona gelosa, e lo dimostrano sia le tue parole che la tua presenza qui” solo in quel momento, ad un’occhiata più approfondita, il giovane uomo si rese conto del vestito elegante che la giovane indossava “perché sembri una persona che ha appena ricevuto un invito a cena?”

“Perché è proprio così” ribatté lei, preferendo assestare una frecciatina che rispondere a quelle ricevute “sto per andare a cena… Con David”

“Con David?” questa volta era riuscita a segnare un punto a proprio favore perché l’espressione di Waters lasciava intuire che non si aspettava una risposta simile.

“Sì, con David” confermò la rossa “e con i bambini”

“Ahh” il viso del bassista si rilassò e la sua espressione tornò ad essere ironica “ora è tutto più chiaro”.

Osservò l’abito rosso di Ginger con più attenzione, concentrandosi poi sul suo viso truccato, ed infine scosse la testa.

“Sei ridicola. Sembri pronta per una festa in maschera che per una cena elegante” fu il suo unico commento, ma bastò per far affiorare i nervi alla sua interlocutrice che già continuava a maledirsi mentalmente per avere avuto la brillante idea di bussare alla porta della sua camera.

“Un commento molto sensato da parte di una persona che anziché indossare degli indumenti ha preferito avvolgersi un lenzuolo attorno ai fianchi” commentò a sua volta la giovane sforzandosi di non staccare gli occhi da quelli del giovane uomo; era proprio quella la parte più difficile: non commettere l’errore di abbassare lo sguardo “sentiamo, perché tra noi due sarei io ad essere ridicola?”

“Perché questa non sei tu” rispose il bassista “ti sei vestita, truccata e pettinata in questo modo solo per conquistare David. E sei così disperata che per riuscire nello stupido obiettivo che ti sei messa in testa, vuoi far ricorso ad una stupida scollatura. Vuoi che ti dica come andrà a finire questa serata? Riceverai una bella stangata sui denti che non dimenticherai per il resto della tua vita, Ginger, perché David si è costruito una nuova vita e non rimpiange quella vecchia che aveva con te. Non prova più nulla nei tuoi confronti, ecco perché non cascherà nella tua trappola. Fermati prima di cadere ancora più in basso”.

Ginger s’irrigidì ed avvertì subito il forte impulso di colpire in pieno viso il bassista con la borsetta che aveva in mano, perché quello era troppo per lei, ma riuscì a trattenersi appena in tempo dal commettere un grosso errore: se avesse ceduto al proprio lato impulsivo, avrebbe ottenuto solo di dimostrare a Waters che le sue parole avevano colpito nel segno; doveva essere altrettanto fredda e tagliente a parole, senza abbassarsi a sollevare le mani.

“Credi di essere tanto migliore di me quando, invece, non fai altro che nasconderti dietro una maschera di superiorità perché non sei in grado di accettare la realtà, e ti accanisci su di me per lo stesso motivo. Mi dai della ridicola perché desidero vendicarmi di quella stupida sgualdrina che ha rovinato la mia famiglia, quando il vero ridicolo sei tu perché sei andato a letto con quella ragazza solo perché ricorda vagamente Judith”

“E tu credi davvero che io sia così disperato?” chiese il giovane uomo, inarcando il sopracciglio destro, mostrandosi per nulla toccato dalle insinuazioni forti della rossa “non sarebbe cambiato nulla se quella ragazza avesse avuto gli occhi scuri od i capelli rossi, o castani o neri, perché sarei andato a letto con lei ugualmente. Ti faccio notare un piccolo particolare: se sentissi così tanto la mancanza di Judy, non pensi che avrei accettato la sua proposta di dare una seconda possibilità al nostro matrimonio? E sai perché invece non l’ho fatto? Perché non ne sento affatto la nostalgia, tra noi due è finito tutto, punto e basta, e dovresti accettarlo anche tu. È inutile aggrapparsi con le unghie ed i denti al passato. Non si può né tornare indietro né tentare di rievocare qualcosa che non esiste più. Come vedi, non sono io che mi ostino a non guardare in faccia la realtà e mi sfogo su di te… ma l’esatto opposto”.

Roger rimase in silenzio, e quando non vide Ginger ribattere prontamente con delle parole al vetriolo sorrise compiaciuto.

“Non sai più come controbattere perché ti sei resa conto che sono io ad avere ragione, vero?”.

Questa volta nulla trattenne la giovane dall’assestare un forte schiaffo sulla guancia sinistra del bassista, e non le importava se si trattava di una caduta di stile perché era stanca di essere provocata e perché, effettivamente, ed era dura d’ammettere, non sapeva più cosa dire.

“Sì, a giudicare dalla tua reazione non sai proprio più come controbattere, e questo dimostra solo quanto io abbia ragione”

“Ti sbagli di grosso” sibilò a denti stretti Ginger, puntando l’indice destro contro Roger “non solo quello che hai detto è tutto falso, ma ti dimostrerò che sarà sufficiente la cena di questa sera per riuscire ad ottenere la mia vendetta: ricorda che io e David siamo stati sposati, conosco quali sono i suoi punti deboli”

“Ohh, beh, se lo dici tu” commentò Waters, per nulla impressionato dalla minaccia della giovane “ma ricordati: quando il tuo piano fallirà miseramente, perché è destinato a fallire miseramente, non venire da me in cerca di consolazione perché mi limiterò a dirti te l’avevo detto”.

I due giovani (ex) amanti si separarono in quel modo, in malo modo, senza aggiungere altro: Roger rientrò nella sua camera, dove la ragazza francese lo stava aspettando, mentre Ginger attraversò il corridoio in fretta, raggiungendo in pochi istanti l’altra parte del piano; era troppo agitata per scendere le scale, e decise così di optare per l’ascensore, ed una volta all’interno dello stretto abitacolo metallico, mentre scendeva lentamente e con qualche cigolio provocato dagli ingranaggi, si appoggiò ad una parete ed incrociò le braccia.
La superficie della parete opposta era riflettente e fungeva da specchio, e dinanzi al proprio doppione imbronciato la ragazza si ritrovò inevitabilmente a fare i conti con le parole di Roger; anche se non ci voleva pensare, le frecciatine del bassista iniziarono a ronzarle in testa, tanto che aveva l’impressione di sentire la sua voce che continuava a ripetergliele all’orecchio, e le instillarono dei dubbi nei confronti del piano.

Era davvero così infallibile come continuava a ripetersi oppure stava peccando di presunzione? Sarebbe bastata una semplice cena per far capitolare David od alla prima avance lui si sarebbe tirato indietro, dicendole che era impegnato e che da parte sua dietro quella serata non c’era altro che un semplice tentativo di ricucire i rapporti per il benessere dei bambini? E come avrebbe reagito se si fosse avverata la peggiore delle ipotesi, ed avesse ricevuto un rifiuto?

Ginger guardò il proprio riflesso, soffermandosi sul lungo ed elegante abito da sera che indossava e che mandava dei bellissimi bagliori sotto la luce del neon attaccato al soffitto: più che per una cena, sembrava pronta per sfilare su una delle più importanti passerelle del mondo della moda.

E proprio per quel motivo non poteva fallire, pensò la giovane, riacquistando fiducia in sé stessa, e non doveva permettere alle parole di Roger d’influenzare il suo umore, perché erano le parole di una persona gelosa, anche le sue azioni erano quelle di una persona gelosa: le aveva rivolto quelle frecciatine gratuite non perché erano il suo pensiero, ma per vendicarsi di essere stato scaricato.

E lei, a sua volta, si sarebbe vendicata dimostrandogli che si stava sbagliando, che tra loro due era lui ad avere torto.

La rossa riacquistò definitivamente tutta la fiducia che aveva perso al termine della discussione con Roger non appena arrivò nella hall e vide la reazione di David al vestito che indossava: non solo sul viso del chitarrista apparve un’espressione piacevolmente sorpresa, ma Ginger ebbe l’impressione di vedere i suoi occhi soffermarsi per più di qualche istante sulla scollatura a cuore dell’abito.

“Mamma, sei bellissima così!” esclamò Keith, ammirato; non ricordava più quando era stata l’ultima volta che aveva visto la madre risplendere di luce propria come in quel momento, avrebbe voluto avere con sé un foglio ed i suoi colori a tempera per farle un ritratto che le rendesse giustizia, e quando glielo disse, vide apparire sulle sue labbra un bellissimo sorriso.

Anche i sorrisi come quello non li vedeva da moltissimo tempo e sapeva anche perfettamente da quando, ma non poteva dirlo ad alta voce o avrebbe rovinato l’atmosfera della serata, e non voleva rendere triste la madre, né tantomeno dare spunto a lei ed a David di litigare nuovamente; odiava sentirli litigare, e spesso era arrivato perfino a coprirsi le orecchie con le mani per non ascoltare tutto quello che si recriminavano a vicenda.

“Keith ha proprio ragione” concordò Gilmour, alzandosi con il piccolo Demi in braccio, vestito in modo da essere una versione in miniatura del padre “quel vestito ti sta d’incanto”

“Grazie” rispose lei, senza riuscire a smettere di sorridere “anche tu stai molto bene così”.

Le sue parole erano vere solo in parte: David non stava semplicemente bene con i jeans e la camicia che aveva scelto per la serata, era stupendo; era così stupendo che dal momento stesso in cui i loro sguardi si erano incrociati avvertiva la voglia di buttargli le braccia attorno al collo e salutarlo con un bacio, e la parte peggiore non era che non poteva fare nulla di tutto ciò, no.

La parte peggiore era che da quando i loro sguardi si erano incrociati, si era finalmente resa conto di quanto desiderasse riaverlo indietro nella propria vita e di quanto disperatamente aveva bisogno che il piano procedesse senza alcun intoppo.









Non solo la cena si svolse senza alcun intoppo, come se i due giovani fossero tornati indietro ai giorni in cui erano una coppia felice e sposata, ma una volta ritornati in albergo, dopo aver aiutato Keith e Demi a cambiarsi ed a coricarsi a letto (i piccoli avevano insistito per dormire nella camera di David), Ginger riuscì a convincere senza alcuna difficoltà l’ex marito a concludere la serata bevendo qualcosa al bancone bar della hall; ordinarono un paio di drink e dopo aver parlato ancora un po’, senza mai commettere l’errore di accennare ad argomenti delicati, il chitarrista si offrì di accompagnare l’ex moglie fino alla porta della sua camera.

L’umore di Ginger mutò proprio a quel punto: i muscoli delle spalle s’irrigidirono ed i palmi delle mani s’inumidirono perché il fatidico momento era arrivato, doveva solo decidere quando fare il primo passo; nelle diverse occasioni in cui erano rimasti da soli David non aveva mai tentato alcun genere di approccio più intimo, ma non c’era la certezza che non lo avesse fatto per fedeltà nei confronti della sua nuova compagna: c’era sempre la possibilità che aveva preferito non osare per timore della sua reazione, ma che in realtà la voglia di farlo c’era.

Tutto era ancora possibile finché tra loro due avrebbe continuato ad alleggiare quella bolla d’incertezza.

Alla fine la giovane prese l’iniziativa quando arrivarono davanti alla porta della sua stanza, e ci riuscì anche e soprattutto grazie all’alcol che aveva in corpo e che annebbiava i suoi freni inibitori: prima che David potesse fare qualche commento riguardo la serata trascorsa ed augurarle la buonanotte, Ginger gli passò le braccia attorno alle spalle e lo attirò a sé per baciarlo, per risentire finalmente dopo tanto tempo la consistenza morbida delle sue labbra carnose, e si ritrovò proprio in quel momento a dover fare i conti con la realtà.

L’illusione di aver architettato un piano perfetto si sgretolò in mille pezzi quando avvertì una mano del chitarrista sul proprio petto e la sua voce, confusa, chiederle che cosa stesse cercando di fare con esattezza.

“Sto solo mettendo la ciliegina sulla torta. Non ti sembra che sia stata una serata perfetta?”.

“Sì, è stata una bella serata”

“E non ti sembra anche che manchi ancora qualcosa per renderla veramente perfetta?” Ginger provò a baciare di nuovo Gilmour, ed anche sul suo viso apparve un’espressione confusa quando si vide allontanare per la seconda volta consecutiva “non… Non mi vuoi baciare?”

“No”

“Ohh, andiamo, non serve che fai così” disse la giovane con una risata, anche quella provocata dall’alcol che aveva in corpo “pensi che non mi sia accorta dello sguardo che mi hai rivolto quando mi hai vista con questo abito addosso? Guarda che non sei costretto a trattenerti, tanto qui non c’è nessuno che ci può vedere”.

Pur non avendo detto alcun nome, dal modo in cui aveva pronunciato la parola nessuno, e dal sorriso che successivamente era apparso sulle sue labbra, era fin troppo chiaro che si stava riferendo a Virginia; anche David lo capì, e scosse la testa.

“È innegabile che questo vestito ti stia bene, Ginger, ed il complimento che ti ho rivolto era sincero, ma non nascondeva un secondo fine e non so a quale sguardo in particolare ti stai riferendo. E la serata che abbiamo trascorso insieme è stata bellissima… Ma lo abbiamo fatto per i bambini, non per noi. Non si è trattato di un appuntamento romantico”.

Il sorriso sparì lentamente dalle labbra della rossa, che si ritrovò a fissare il suo ex marito per cercare di capire se stava parlando seriamente; la peggiore delle opzioni si stava trasformando in realtà e non sapeva come comportarsi, anzi: stava rapidamente andando nel panico perché sentiva il controllo della situazione scivolare rapidamente via dalle mani.

E i drink che aveva bevuto al bancone bar, per trovare il coraggio di fare il primo passo, adesso non erano affatto d’aiuto perché le annebbiavano la mente, non le permettevano di ragionare con lucidità e, peggio ancora, stavano facendo affiorare il suo più impulsivo ed animalesco, quello che l’aveva sempre fatta cacciare in molti guai come la sera della Vigilia di Natale.

“Stai dicendo che non desideri baciarmi?” domandò, stizzita, la giovane, lasciando libero sfogo al lato peggiore del suo carattere “che non mi trovi attraente con questo vestito addosso?”

“Ginger, sai che sto insieme ad un’altra persona…”

“Ohh, sì, certo, quella stupida sciacquetta americana!” Ginger non lasciò a David neppure il tempo di terminare la frase prima di fare quel commento sarcastico; ormai stava andando a ruota libera “come fai a preferire quella ragazzina ad una donna adulta? Come fai a preferire lei a questo? Si può sapere che cosa ha di così speciale da riuscire a farti perdere la testa in pochi istanti?”.

La rossa incrociò le braccia spazientita, in attesa di una risposta, ed il chitarrista emise un profondo sospiro.

“Faresti meglio ad andare a dormire, ora, è chiaro che in questo momento non sei tu a parlare ma l’alcol che hai bevuto”

“Ahh, no, ti sbagli di grosso! So perfettamente quello che sto dicendo e non mi muoverò da qui fino a quando non mi avrai risposto. È stata una serata perfetta, siamo stati bene, i bambini stanno dormendo, abbiamo bevuto qualcosa insieme, adesso siamo qui e tu non vuoi mettere la ciliegina sulla torta! Perché?”

“Tu vorresti che adesso entrassimo nella tua stanza a fare sesso mentre i bambini stanno dormendo, da soli, nella mia?” anche il giovane uomo stava iniziando ad alterarsi “ti rendi conto che quello che mi stai chiedendo non ha alcun senso? Sto iniziando a credere che tu abbia voluto organizzare tutto questo solo perché speravi di andare a letto insieme con me, e non per i bambini”

“Ohh, finalmente ci sei arrivato!” esclamò, esasperata, la rossa allargando le braccia “voi uomini siete proprio stupidi in certe occasioni! Certo che l’ho fatto per questo, mi sembra fin troppo ovvio!"

“Sei la madre di mio figlio e per questo motivo preferisco non ribattere. Voglio continuare a credere che stai parlando in questo modo solo perché hai alzato un po’ troppo il gomito”

“E ti ostini a non rispondere alla domanda che ti ho fatto”

“Perché non sei lucida, Ginger, che senso avrebbe rispondere ai tuoi vaneggiamenti? Cosa vuoi che ti dica?” ribatté Gilmour, a sua volta spazientito perché l’ex moglie stava facendo di tutto per fargli saltare i nervi “il nostro matrimonio è finito, ed io sto con Virginia perché voglio stare con lei. Mi dispiace se questa sera ti ho dato, involontariamente, l’impressione di essere ancora attratto da te perché non è così. Non voglio essere crudele o brutale, ma non so in che altro modo dirlo per fartelo capire: io voglio stare con lei e con nessun’altra donna. Punto. Fine della questione. Sono stato chiaro?”.

Ohh, sì, era stato fin troppo chiaro e diretto, e lo dimostravano le labbra di Ginger che tremavano e la voglia improvvisa di piangere, o di rompere qualunque cosa le capitasse tra le mani, che avvertiva; il suo piano era miseramente fallito, come le aveva preannunciato Roger.

Aveva avuto ragione lui, alla fine.

“La tua compagna, l’unica donna con cui vuoi veramente stare, non è affatto diversa dalla ragazza che questa mattina voleva disperatamente parlare con uno di voi, quella che poi se ne è andata con Waters: adesso sta con te perché sei il partito migliore, ma prima o poi ti abbandonerà per passare a qualcuno più ricco, in grado di darle una stabilità economica migliore di quella che tu puoi offrirle. Fammi passare”

“Dove stai andando?” chiese David spalancando gli occhi, quando l’ex moglie lo scostò bruscamente da sé per avviarsi di nuovo verso la parte delle scale e degli ascensori “Ginger, dove stai andando?”

“A fare un giro, ho bisogno di prendere una boccata d’aria… E magari anche a bere qualcosa, visto che ho bisogno di rinfrescarmi un po’ le idee”

“Ginger, non credo che sia una buona idea nelle condizioni in cui ti trovi”

“E cosa vorresti fare?” lo sbeffeggiò la rossa, voltandosi di scatto al centro del corridoio “impedirmelo con la forza? Prendermi di peso e trascinarmi nella mia stanza? Non puoi fare nulla di tutto questo perché sono una persona adulta e perché non hai alcun potere decisionale sulla mia vita. Vai a farti fottere!”.

Voleva essere lasciata in pace e David, suo malgrado, si ritrovò costretto ad accontentare la sua richiesta: lui, dopo aver scosso la testa, ritornò verso la propria stanza per controllare i bambini, mentre lei ritornò verso la zona degli ascensori e scese in fretta le diverse rampe di scale; allo stesso modo, reggendo l’orlo del lungo vestito da sera, attraversò la hall dell’albergo ed una volta fuori prese un profondo respiro a pieni polmoni.

Sentiva la gola secca, un peso opprimente all’altezza del petto che non le permetteva di respirare bene ed avvertiva un senso di smarrimento che mai prima d’ora aveva percepito, causato dal fallimento del proprio piano e dalla terribile consapevolezza di non avere alcun piano B da poter mettere in atto.








Benché non aspettasse alcuna visita notturna, Roger non rimase sorpreso di trovare Ginger al di là della porta della sua camera quando l’aprì, ma piuttosto delle condizioni disastrose in cui la giovane versava: non solo era scompigliata ed aveva la matita nera sotto gli occhi sbavata (come se avesse pianto, cosa molto probabile), ma per reggersi in piedi aveva bisogno di appoggiarsi allo stipite della porta e l’orlo del vestito che indossava era strappato in diversi punti, segno che era inciampata e caduta diverse volte.

Anziché parlare, il bassista incrociò le braccia e fissò in silenzio Ginger: non solo voleva che fosse lei la prima a parlare, ma era anche molto curioso di sapere che cosa doveva dirgli… Anche se immaginava tutto quanto benissimo da sé.

“È andato tutto quanto a puttane e non ho neppure pensato ad un piano B a cui aggrapparmi” farfugliò la rossa con voce strascicata “riesci a credere che abbia rifiutato questo? Stava andando tutto perfettamente fino a quando non siamo rientrati in albergo ed ho provato a baciarlo, è stato lì che ogni cosa è precipitata irreparabilmente: mi ha detto che non era quello che voleva, che la cena di questa sera non nascondeva nessun secondo fine e che quella stupida sgualdrina americana è l’unica donna che desidera avere… Abbiamo litigato, ovviamente, ed io gli ho detto che tanto prima o poi la donna della sua vita finirà per dargli il benservito, perché quelle come lei fanno presto a stancarsi e puntano sempre al pollo col portafoglio più capiente. Non posso credere che sia successo”

“Eppure mi sembra di ricordare che qualcuno aveva provato ad avvertirti fin dall’inizio, ma tu non hai voluto ascoltarlo” commentò il giovane uomo, per poi sollevare le sopracciglia in un’espressione sorpresa perché mentre parlava Ginger lo aveva scostato per entrare nella stanza “si può sapere che cosa stai facendo?”

“I bambini dormono con David, vuoi che passi la notte da sola?”

“Non crederai di trascorrere la notte con me solo perché il tuo stupido piano è fallito, com’era prevedibile, e David ha rifiutato le tue avances, vero? Perché se lo credi per davvero mi dispiace deludere le tue aspettative, ma io sto per uscire”

“Questa è una bugia bella e buona che ti sei inventato solo per ripicca nei miei confronti, perché abbiamo avuto quel piccolo battibecco nello sgabuzzino” tagliò corto la giovane, lasciandosi cadere sul bordo del materasso; si aspettava di essere raggiunta dal bassista e di salvare una serata da dimenticare grazie ad una buona scopata, ed invece lui rimase fermo davanti alla porta ancora spalancata, ancora a braccia conserte “beh, ti decidi a venire qui oppure no? Cos’è, devo forse pregarti? Vuoi che ti chieda scusa in ginocchio? Andiamo, lo vuoi tu quanto lo voglio io, quindi non fare lo stronzo, chiudi quella porta e vieni qui”

“Non ti ho raccontato nessuna bugia, sto per uscire davvero”.

Nonostante la vista annebbiata a causa della notevole quantità di alcol che aveva in corpo, osservandolo con più attenzione, Ginger si rese conto che, oltre ai vestiti, Roger indossava anche un paio di scarpe da ginnastica ed una giacca in pelle nera col colletto in pelliccia; alla vista della giacca, sulle labbra carnose della rossa apparve un sorriso che si trasformò in fretta in una risata.

“Riconosco quella giacca, una volta ci ho vomitato addosso”

“Quella l’ho dovuta buttare proprio perché le macchie non sono più andate via, questa è una di simile e vorrei evitare di ripetere un’esperienza simile” rispose Waters con una smorfia “dal tuo aspetto, direi che hai alzato abbastanza il gomito. Hai bevuto così tanto perché sei stata rifiutata da David?”

“Dove stai andando?”

“Che te ne frega?”

“Allora non sono affari tuoi neppure perché ho bevuto un paio di bicchierini in più del dovuto” alla spiegazione della giovane, la smorfia sulle labbra del bassista si accentuò, perché dal proprio punto di vista, e da quello che vedeva, faceva fatica a credere che si trovava in quelle condizioni per aver bevuto solo un paio di bicchierini in più del dovuto “non mi dire che stai uscendo con quella! Vuoi passare la notte in compagnia di quella bionda della reception?”

“E se anche fosse?”

“Ma per favore!” esclamò, sconcertata, Ginger con una risatina ironica “preferiresti davvero trascorrere una notte con quella piuttosto che con me? Ma tu credi che quella ragazza sia davvero interessata a te? Le interessa solo quello che siete, razza d’idiota senza cervello che non sei altro, e sarebbe stata pronta ad andare a letto con chiunque di voi le si fosse avvicinato. È stata solo una coincidenza che il suo interesse si sia concentrato su di te… Solo ed esclusivamente perché sei stato il primo e l’unico a degnarla di uno sguardo”

“E quindi, seguendo il tuo ragionamento, io dovrei dare buca a quella ragazza, con cui nel complesso ho trascorso una giornata piuttosto piacevole come non mi capitava da diverso tempo, per una persona che mi ha fatto capire, senza mezzi termini, di essere l’ultima ruota del carro e che è tornata da me solo perché è stata rifiutata dalla sua prima scelta?” domandò Roger, fingendo di assumere un’aria pensierosa “beh, mi dispiace Ginger, ma non funziona in questo modo. Ora, gentilmente, potresti andartene, visto che mi stai facendo perdere tempo, o devo essere io a mandarti a fanculo?”

“Ohh, andiamo, sei davvero così arrabbiato con me?” chiese la giovane, alzandosi dal letto e raggiungendo il giovane uomo, certa che sarebbe riuscita a fargli cambiare idea “in fin dei conti quello che è successo nello sgabuzzino non è stata altro che una piccola incomprensione”

Piccola incomprensione? Ma se mi hai scaricato senza tanti complimenti”

“Tutti possono sbagliare… Non posso essermi accorta di avere commesso un piccolo errore anche io?” mormorò Ginger, accarezzando il colletto in pelliccia della giacca del giovane uomo “vieni con me a letto, dai, così possiamo chiarire meglio ogni incomprensione che c’è stata tra noi due. Non c’è nulla che non possa essere risolto con una buona scopata”.

La rossa si aspettava di ritrovarsi sul letto matrimoniale senza più i vestiti addosso, ed invece si ritrovò in corridoio, a bocca aperta, mentre Roger chiudeva la porta della camera; dopo aver sistemato la chiave in una tasca della giacca, il bassista si allontanò verso gli ascensori e lei cercò d’inseguirlo e raggiungerlo senza soccombere agli effetti della sbronza, ma non era affatto semplice provare a correre ed allo stesso tempo restare aggrappata ad una parete per non crollare a terra.

Alla fine, incredibilmente, riuscì a raggiungerlo e ad aggrapparsi a lui davanti agli ascensori, mentre il bassista stava attendendo che le porte metalliche si aprissero.

“Roger, forse non ti è chiaro quello che ti ho detto, quindi cercherò di semplificarti il più possibile la mia domanda: stai seriamente preferendo una completa sconosciuta a me?”

“Sì, hai capito perfettamente” rispose Waters, senza la minima esitazione e guardando la ragazza dritto negli occhi “preferisco passare il resto della notte in compagnia di una ragazza di cui non conosco il nome, e che dopo domani con ogni probabilità non rivedrò mai più per il resto della mia vita, perché non sono lo zerbino di nessuno e perché ho già commesso l’errore di venire a letto con te in condizioni simili a queste… E non ci tengo a commetterlo una seconda volta. È meglio che tu vada a dormire ora”.

Roger congedò Ginger con la stessa frase che anche David le aveva rivolto: entrò nell’ascensore, schiacciò il pulsante del pianoterra e le due porte metalliche si chiusero all’istante, lasciando dall’altra parte la giovane da sola e senza parole.

Mentre l’ascensore scendeva, Ginger si appoggiò con la schiena ad una parete e lentamente si lasciò scivolare, ritrovandosi seduta sulla moquette del pavimento, con lo sguardo fisso nel vuoto e la testa che pulsava dolorosamente.

Non solo il suo piano era fallito miseramente e non aveva pensato ad un piano B, ma nel giro di poche ore aveva anche perso sia l’ex marito che voleva riconquistare che il proprio amante.

Era completamente ed irrimediabilmente sola.

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