*10*

Quattro giorni.

Seduta sul sedile anteriore sinistro della macchina della madre adottiva, coi bambini che facevano un'allegra confusione dai sedili posteriori, chiusa in un silenzio assoluto da quando erano partiti da casa, Ginger continuava a ripetersi quelle parole mentre osservava con uno sguardo assente il paesaggio che scorreva veloce al di là del finestrino della macchina.

Quattro giorni. Si trattava di un viaggio di appena quattro giorni. Doveva resistere relativamente per poco tempo. Poteva farcela. Doveva. Per i bambini.

Poteva... Ma poteva davvero?

Sarebbe stata in grado di andare d'accordo con David e di trascorrere insieme a lui molto più tempo di quello che avrebbe voluto? E come si sarebbe comportata in presenza di Richard? Il suo ex migliore amico avrebbe tentato qualche approccio per ottenere il suo perdono? E per quanto riguardava la faccenda dei sospetti di Nick e Lindy? Loro due cosa avrebbero fatto o detto in sua presenza? Avrebbero tenuto la bocca chiusa o si sarebbero lasciati scappare qualcosa involontariamente?

Sarebbe stata in grado di gestire la situazione o le sarebbe scivolata di mano come acqua tra le dita?

La giovane strinse le mani attorno alla stoffa dei jeans.

Quello non era il momento di lasciarsi andare a simili pensieri, non era il momento del panico. Doveva restare calma, concentrata ed analizzare la situazione da un punto di vista razionale: Nick e Lindy non potevano aprire bocca su quello che pensavano di avere visto proprio perché c'era anche David, nessuno dei due era così stupido da commettere un simile passo falso e dalla loro parte non avevano nulla di concreto.

Nessuno di loro due li aveva sorpresi in atteggiamenti intimi, ergo nessuno di loro due poteva avanzare delle accuse.

Per quanto riguardava Richard, gli avrebbe rivolto la parola solo per lo stretto indispensabile, e se era costretta, e se lui avesse provato ad avvicinarsi, allora gli avrebbe fatto presente, con voce ferma e chiara, e senza fare alcun genere di scenata pubblica, che tra loro due non era cambiato nulla, ed il fatto che partecipava a quel viaggio non significava alcun passo indietro.

David costituiva la parte più difficile, perché con lui doveva fare uno sforzo non indifferente.

Per quattro giorni doveva sforzarsi di essere sorridente e cordiale (solo in presenza di Keith e Demi) nei confronti dell'uomo che l'aveva tradita per una ragazzina più giovane e più avvenente.

Dopo aver fatto quel pensiero, Ginger si concentrò sul proprio riflesso sul finestrino.

D'accordo che si stava avviando verso i trent'anni, ma era già da buttare?

"Eccoci arrivati" annunciò Pamela, parcheggiando la macchina, subito seguita dalle esclamazioni entusiaste di Demi.

"Quello è papà! Quello è papà!" disse il piccolo, battendo le manine e ridendo, riferendosi all'unica persona in piedi sul marciapiede, che si trovava lì perché stava aspettando proprio loro; Ginger si voltò a sua volta verso il marciapiede e constatò che il figlio più piccolo non si era sbagliato... Purtroppo.

Perfetto, era costretta già a dare inizio alla recita.

Perché David era lì ad attenderli? Voleva fare bella figura? Era un tentativo di riscattarsi ai suoi occhi?

Beh, poteva pure lasciar perdere, era solo tempo sprecato.

"Ti senti pronta?" Pam le porse quella domanda solo perché i bambini erano già scesi dalla macchina per raggiungere David (Keith, da bravo fratello maggiore, aveva aiutato Demi ed aveva fatto attenzione che il più piccolo, a causa dell'euforia, non si facesse male), e lei si limitò ad annuire con la testa prima di slacciare la cintura di sicurezza e scendere dalla macchina; non avrebbe comunque potuto dare una risposta differente da quella perché ormai era troppo tardi per tornare indietro.

Ginger avvertì una strana sensazione alla vista di Keith e Demi che saltellavano attorno alle gambe di David mentre lui si occupava di togliere dal bagagliaio i loro bagagli a mano: le sembrava di essere tornata indietro a quando erano sposati e tra loro andava tutto (apparentemente) bene, ma allo stesso tempo sapeva che non era così, che il chitarrista era prossimo a sposare la sua nuova compagna e che stava disperatamente cercando qualcosa che non esisteva più da tempo.

E quella era la parte più dolorosa.

Ma era riuscita a lasciarsi tutto quanto alle spalle per davvero? Odiava David così profondamente per averla tradita o sotto sotto era pronta a tornare tra le sue braccia se le avesse confidato di avere commesso un enorme errore con Virginia e che voleva riavere indietro la sua vecchia vita?

Gli occhi scuri della ragazza si spalancarono.

Forse fino a quel momento aveva valutato il viaggio sotto un'ottica sbagliata, soffermandosi a guardare solo gli aspetti negativi, senza riflettere su quelli positivi.

Che stupida era stata a non averlo capito subito, che grave errore aveva rischiato di commettere e che fortuna che Keith avesse insistito così tanto da spingerla a cambiare idea in proposito del breve soggiorno in Francia: aveva la possibilità di restituire a Virginia tutto il male che lei le aveva fatto, aveva l'occasione di ripagarla con la sua stessa moneta.

Forse finalmente la fortuna stava ricominciando a girare dalla sua parte.

Gilmour scaricò l'ultima valigia e rivolse un cenno di saluto a Pamela per farle capire che poteva partire, anche Ginger salutò la madre adottiva agitando una mano e si concentrò sull'ex marito, che nel frattempo l'aveva raggiunta insieme alle valige ed ai due bambini che non vedevano l'ora di prendere l'aereo.

"Ciao, Ginger, mi auguro che non ci sia stato nessun problema durante il viaggio in auto" David era così in imbarazzo che sembrava quasi essere tornato a quando si conoscevano appena e lui era intenzionato a fare colpo su di lei "sei pronta per andare? L'aereo ci sta aspettando e la partenza è prevista tra non molto".

Ginger si limitò a rispondere con un cenno affermativo del capo, senza proferire parola.

Per il momento non era intenzionata a sbilanciarsi, avrebbe approfittato del viaggio aereo per studiare in modo accurato i dettagli del suo piano, e solo una volta arrivati in Francia lo avrebbe messo in atto.











Keith non era affatto preoccupato di prendere l'aereo per la prima volta, neanche pensava al viaggio che doveva affrontare perché era concentrato su una cosa soltanto: incontrare Gala e trascorrere più tempo possibile con la sua amica d'infanzia che adesso non vedeva più spesso come quando i loro genitori erano amici; ed era così impaziente di vedere la sua piccola amichetta, che una volta arrivato dinanzi alla scaletta metallica dell'aereo privato a loro disposizione, si staccò dalla presa della madre e, ignorando i suoi richiami ad alta voce, salì velocemente i scalini ed entrò nell'enorme mezzo di trasporto.

Una volta dentro, i suoi occhi verdi scandagliarono in fretta i presenti alla ricerca del suo obiettivo e s'illuminarono non appena videro una bambina esile e castana, vestita con accuratezza, seduta composta su un sedile; affianco a lei c'era un posto vuoto mentre su quello di fronte vi era seduto un bambino poco più piccolo, impegnato a disegnare.

"Ciao, Gala, che bello vederti!" esclamò il bambino, sorridendo e ricevendo a sua volta un sorriso dalla bimba più grande, che davanti a tutto quell'entusiasmo era leggermente arrossita.

"Ciao, Keith" rispose lei, timidamente "anche io sono molto contenta di vederti. Come stai?".

L'innocente conversazione tra i due piccoli venne bruscamente interrotta dall'arrivo della mamma del più piccolo, arrabbiata con lui perché era scappato ed aveva ignorato i suoi richiami.

"Keith Anderson!" esclamò Ginger, avvicinandosi al figlio mentre David entrava a sua volta nell'aereo con in braccio Demi Richard che si guardava attorno con un'aria incuriosita "quante volte ti ho già ripetuto che non devi mai allontanarti da me? E sai altrettanto bene che se ti richiamo indietro, tu devi obbedire e non ignorarmi! Avrebbe potuto essere pericoloso, sai? Non deve accadere"

"Scusa, mamma, non riaccadrà più" mormorò il bambino, chinando la testa dispiaciuto, rendendosi conto dello sbaglio commesso; la giovane stava per aggiungere altro, ma venne bloccata dall'intervento di Rick, che fino a quel momento aveva cercato invano il suo sguardo.

"Non essere troppo dura con lui, Ginger, è solo un bambino. Non voleva farti preoccupare".

Se quello era un tentativo di riavvicinamento, Richard era partito col piede sbagliato e la giovane glielo fece capire indirizzandogli uno sguardo raggelante, seguito da parole altrettanto fredde e taglienti.

"Grazie, Richard, ma so benissimo come devo comportarmi con mio figlio. Non ho bisogno di qualcuno di esterno che mi dica quale deve essere l'atteggiamento di una brava madre"

"In effetti con i bambini non si sa mai come bisogna comportarsi, soprattutto col primo figlio... Io ne so qualcosa con Chloe!" intervenne Nick, per evitare che all'interno dell'aereo scendesse un lungo silenzio imbarazzante o, peggio ancora, che le parole di Ginger scatenassero una discussione tra lei e Rick; e per essere certo di distogliere l'attenzione generale su quell'argomento, il batterista si rivolse direttamente alla giovane, con un sorriso che tentava di nascondere l'imbarazzo, ponendole qualche domanda generica di consuetudine "che bello rivederti, Ginger, è da tanto tempo che non ci vediamo... Come stai? Com'è andato il viaggio? Siete tutti e tre pronti per partire? È la prima volta in aereo per i bimbi, vero?"

"Sì... Sì, effettivamente è da un bel po' di tempo che non ci vediamo" rispose lei, prendendo posto su un sedile e togliendosi la giacca per prendere tempo, sistemandola all'interno della cappelliera; perché Nick le aveva rivolto proprio quella domanda? Era una forma di gentilezza od un velato riferimento all'incontro in Grecia? No, non poteva essere una coincidenza... glielo aveva chiesto per vedere quale sarebbe stata la sua risposta. Merda. Doveva essere cauta, ragionare e non dire nulla di avventato che avrebbe potuto ritorcersi contro di lei "stiamo tutti e tre bene, mentre venivamo qui non abbiamo incontrato alcun imprevisto ed i bambini sono particolarmente impazienti di partire... Non è vero, Keith?".

Proprio in quel momento, sentendosi chiamare per nome, il bambino più grande si avvicinò alla madre e le tirò la stoffa del maglioncino che indossava per attirare la sua attenzione; Ginger capì che doveva chinarsi in avanti e Keith le sussurrò una piccola richiesta all'orecchio destro.

"Mamma, posso sedermi vicino a Gala... Per favore?" chiese con uno sguardo speranzoso e supplicante "so di avere sbagliato prima e ti prometto che non accadrà mai più, ma per favore posso sedermi vicino a lei? Ti prego".

Ginger si ritrovò a sorridere perché non riusciva a rimanere troppo a lungo arrabbiata con il suo primogenito e gli accarezzò un ricciolo che ritornò subito a riprendere la sua forma originale prima di rispondere a sua volta con un sussurro, come se si stessero scambiando dei segreti.

"Va bene, per questa volta farò una piccola eccezione, ma devi promettermi che non accadrà una seconda volta, Keith. Ricordati: quando io ti dico di non muoverti o di tornare indietro, tu devi sempre obbedire perché può essere una situazione pericolosa, d'accordo?"

"D'accordo, mamma, scusami" il piccolo, in uno slancio di pentimento, passò le braccia attorno al collo della madre e posò la testolina scura contro la sua spalla sinistra "e scusami ancora per le brutte parole che ti ho detto quella sera a casa, mamma. Non è vero che tu non sei più la mia mamma, sono io che sono stato un bambino cattivo e mi dispiace tantissimo per questo".

Ginger stava per aprire bocca per rassicurare il figlio più grande, ma proprio in quel momento Nick parlò di nuovo, rivolgendosi a qualcuno che era appena entrato nell'aereo.

"Ohh, finalmente sei arrivato! Stavamo aspettando solo te per partire! Che fine avevi fatto, Rog?".

La giovane s'irrigidì all'istante, e per sua fortuna accadde tutto quanto un attimo dopo che Keith aveva sciolto l'abbraccio per raggiungere Gala e sedersi a suo fianco; iniziò a sentire freddo e la gola diventò secca.

Nei giorni precedenti alla partenza si era così concentrata su come avrebbe fatto a sopportare la presenza dell'ex marito e su quanto avrebbe dovuto preoccuparsi di Nick e Lindy, da essersi dimenticata la parte più importante di tutte, la più essenziale: non aveva chiamato Waters per informarlo della propria presenza, in modo da pensare insieme ad una linea comune d'adottare per non essere scoperti.

E adesso era troppo tardi.

Dalla sua reazione tutti i presenti avrebbero capito quale segreto nascondevano.

Era fottuta, per una stupida dimenticanza personale.

"Sarei arrivato prima se non si fossero scaricate le batterie di quella stupida sveglia che mi ritrovo ad avere" commentò il bassista, visibilmente di malumore per l'inconveniente che aveva rischiato di rovinargli la giornata; posò sulla moquette dell'aereo il bagaglio a mano che aveva con sé, si accese una sigaretta per ritrovare il buonumore e notò la presenza di Keith, seduto alla destra di Gala.

Notò anche che David aveva in braccio il piccolo Demi Richard, ed a quel punto girò il viso verso destra, in direzione del posto occupato da Ginger, perché con la coda dell'occhio gli era sembrato di vedere la sua chioma fiammeggiante, ed incrociò i suoi occhi scuri; lei cercò di rimanere perfettamente impassibile e di non tradire alcuna emozione, certa di avere addosso a sé gli occhi di tutti i presenti.

Ed era altrettanto certa che quelli che la stavano osservando con più attenzione non erano solo quelli di Nick e Lindy, ma anche quelli di David.

Roger avvicinò di nuovo la sigaretta alle labbra; a Ginger sembrò passare un'eternità dal momento in cui buttò fuori il fumo a quello in cui si decise a dire finalmente qualcosa.

"Avevo già capito che questa giornata era iniziata male quando la mia sveglia ha deciso di abbandonarmi, ma non immaginavo che avrebbe fatto così presto a trasformarsi da brutta ad orrenda... Credevo che non sarei più stato costretto a vedere la tua faccia, ed invece a quanto pare mi sbagliavo... Come mai sei qui?"

"Roger! Ma ti sembrano cose da dire?" l'esclamazione sorpresa arrivò da Lindy, la prima a riprendersi dalle parole dette dal bassista; era evidente che sia lei che gli altri si aspettavano una reazione diversa da parte sua, e lo stesso valeva per Ginger, così sconcertata che non era riuscita ad evitare di rimanere con le labbra socchiuse.

Alla fine, fu proprio lei la prima e l'unica a giungere alla conclusione di quello che stava accadendo, con il bassista che la stava ancora fissando.

Dal momento che non potevano permettersi di essere scoperti, Roger si stava comportando come aveva sempre fatto nei suoi confronti (prima che la loro frequentazione libera e segreta avesse inizio): come un grandissimo bastardo insensibile.

La rossa richiuse in fretta la bocca, prima che qualcuno potesse insospettirsi dalla sua reazione, e si affrettò a rispondere nel medesimo modo.

"Lascia perdere, Lindy, cosa ti aspetti da una persona che a trent'anni ancora non ha imparato cos'è l'educazione?" Ginger si voltò a guardare l'amica, scuotendo la testa, e poi tornò a concentrarsi sul giovane uomo piegando le labbra carnose in un'espressione di puro disgusto "siamo dentro un aereo, Waters, e se non lo sapessi, dentro un aereo è vietato fumare. Guarda, c'è scritto anche su quel cartello alle tue spalle"

"Sì, vedo cosa c'è scritto su quel cartello, so leggere benissimo. Ma si dal caso che l'aereo non sia decollato e che lo sportello per i passeggeri sia ancora aperto"

"Sì, stupido imbecille che non sei altro, ma qui dentro ci sono dei bambini piccoli se non te ne fossi accorto, tra cui i miei figli. Ti pregherei gentilmente di spegnere quella sigaretta prima che te la infili in gola con la forza... Grazie"

"Roger, spegni quella sigaretta" intervenne David "fa come ti ha detto, per favore".

Il bassista guardò prima la rossa e poi il chitarrista, ed infine distese le labbra carnose in uno strano sorriso che Ginger non riuscì a decifrare, e di cui non sapeva se doversene preoccupare o meno.

"E va bene, d'accordo, come volete voi. Basta chiederlo con gentilezza" disse togliendosi la sigaretta di bocca e schiacciandola sotto la scarpa sinistra, senza preoccuparsi della bruciatura che apparve sulla moquette che ricopriva il corridoio lungo e stretto "è meglio che vada a prendere posto nelle prime file... Ho già capito che qui non tira affatto una buona aria".

Senza più degnare la giovane di uno sguardo, e riprendendo il bagaglio a mano, Roger si allontanò e Ginger rilassò i muscoli delle spalle perché il peggio era passato.

Per il momento, almeno.

Non era riuscita a capire se l'irritazione di Waters faceva parte della messinscena per non creare sospetti o se era davvero furioso con lei per non avergli accennato della sua presenza.












Ginger stava osservando le nuvole al di là dell'oblò quando notò con la coda dell'occhio un piccolo movimento alla propria sinistra; aveva già capito di chi si trattava, ed ignorò la presenza molesta finché i suoi richiami non diventarono così insistenti da costringerla a voltarsi con un'espressione seccata: davanti a lei c'era Richard, con in mano un bicchiere di plastica che conteneva una bevanda calda.

"Che cosa vuoi, Richard?" domandò, bruscamente, la rossa con uno sguardo corrucciato, lasciando già intendere che non aveva alcuna voglia di parlare con lui, e quest'ultimo indicò il sedile vuoto accanto a quello della sua ex migliore amica.

"Posso sedermi qui, per favore?".

Non c'era nessuno affianco alla giovane: Keith si era seduto vicino a Gala, mentre Demi non si era ancora staccato dall'adorato padre; tutti loro avevano occupato dei posti che si trovavano verso l'inizio dell'aereo, Ginger era l'unica seduta a circa metà corridoio.

Aveva scelto appositamente un posto lontano dagli altri per avere più silenzio attorno a sé e per riuscire a riflettere sul piano che era sempre più decisa ad attuare.

Ma a quanto pareva stava già avendo le prime difficoltà: come poteva concentrarsi a studiare i dettagli se non la lasciavano pensare in santa pace, maledizione?

"Non voglio parlare"

"Non ho mai detto di voler parlare, Ginger, ti ho solo portato un the caldo".

Ginger incurvò all'insù l'angolo sinistro della bocca, in un sorrisetto ironico.

"Credi che sia così ingenua da non aver capito quello che vuoi provare a fare? Non voglio parlare con te, e come ho detto a Roger che ero pronta ad infilargli la sigaretta in gola se non l'avesse spenta, se adesso non te ne vai sono altrettanto pronta a prendere quel bicchiere ed a versarti il the addosso. Non sfidarmi, sai che ne sarei capace"

"Sì, lo so benissimo... Sono passati molti anni, ma ricordo ancora molto bene quando hai dato un morso ad un bambino solo perché aveva rovinato il tuo castello di sabbia... Te lo ricordi?".

La giovane s'irrigidì di nuovo.

Ricordava molto bene quel momento legato alla loro infanzia perché con loro c'era anche Jennifer. Il morso a quello stupido bambino glielo aveva dato proprio perché aveva fatto piangere la sua sorellina, oltre ad avere rovinato con un calcio il suo castello di sabbia.

"Richard, smettila subito perché in questo modo non otterrai nulla" disse a denti stretti Ginger "non voglio parlare con te, non voglio ascoltare le tue parole, torna al tuo posto e non costringermi a fare una scenata pubblica. Non voglio dare spettacolo né sull'aereo né in qualunque altro momento"

"Ma se sei venuta qui con David, allora significa che qualcosa tra voi due è cambiato. E se qualcosa tra voi due è cambiato nonostante quello che lui ti ha fatto, perché non puoi ascoltare quello che io ho da dirti? Se sei qui è perché hai deciso di dargli una possibilità, o mi sbaglio? E se l'hai data a lui perché non puoi fare lo stesso anche con la nostra amicizia?" niente, Richard non ottenne altro che un silenzio assoluto come risposta, che lo costrinse ad arrendersi con un sospiro "puoi almeno rispondere ad una sola domanda?".

Ancora silenzio, adesso Ginger aveva perfino girato la testa verso l'oblò.

"Molto bene" mormorò Wright, annuendo con la testa ed abbassando gli occhi sul the caldo "sei stata fin troppo chiara. Direi che a questo punto non c'è nient'altro d'aggiungere".

Ginger rimase perfettamente impassibile mentre il giovane uomo si allontanava, senza mai scostare gli occhi dal vetro dell'oblò: no, non c'era nient'altro d'aggiungere tra loro due, perché non lo avrebbe mai perdonato per il suo tradimento. Chissà che Richard lo avesse finalmente capito una volta per tutte.

Credeva di potersi finalmente concentrare sui dettagli del piano, ma si sbagliava: Rick si era appena allontanato da pochi istanti che al suo posto apparve Lindy; la giovane, senza chiedere niente, occupò il sedile vuoto accanto a quello di Ginger, portando quest'ultima a chiedersi in automatico che cosa diavolo volesse da lei proprio in quel momento.

Desiderava fare una semplice conversazione od era intenzionata ad indagare più approfonditamente su di lei e Roger?

Era meglio prestare attenzione ad ogni singola parola per non commettere l'errore di fregarsi con le proprie mani.

"Va tutto bene?" domandò gentilmente e con un sorriso Lindy; Ginger sorrise a sua volta, per rassicurarla ed annuì con la testa. Come inizio sembrava abbastanza innocuo, ma era ancora troppo presto per capire se Lindy voleva fare una semplice chiacchierata o se nascondeva uno scopo secondario. Poteva essere benissimo semplicemente preoccupata, o poteva anche essere spinta dalla curiosità di capire cosa stava accadendo tra lei e Roger. Era amica di Judith, dopotutto, ed era certa che almeno una volta Roger si fosse lamentato perché ancora non si era arresa all'idea che loro due potessero ricongiungersi in qualche modo... Anche dopo la vendetta personale che lui si era preso "è successo qualcosa tra te e Rick? Mi è sembrato di sentire che..."

"No, tranquilla, è tutto apposto. Gli ho semplicemente detto di non importunarmi più. Voleva parlarmi, ma io non ho nulla da dirgli e non ho alcuna voglia di ascoltare ciò che lui ha da dire a me... Tutto qua. Non c'è proprio altro d'aggiungere"

"Ohh" mormorò l'altra giovane, corrucciando le sopracciglia e restando per un po' in silenzio "per un attimo mi ero convinta che tra voi due si fosse tutto sistemato"

"No, tra noi due è tutto quanto come prima"

"Però mi sembra di capire che sei intenzionata a dare una seconda possibilità a David" commentò la giovane signora Mason, voltandosi per un istante a guardare il chitarrista, seduto in compagnia del figlio biologico, impegnato a chiacchierare con Nick; qualche posto più avanti, Roger stava sfogliando qualcosa, forse una rivista. Ma era difficile capire se stava leggendo veramente o se la sua mente era concentrata altrove "dal momento che sei qui, immagino che le cose tra voi due siano cambiate".

Ginger lanciò a sua volta un'occhiata all'ex marito, facendo ben attenzione a non soffermarsi anche su Roger.

Era certa che ogni sua singola mossa si trovasse sotto la lente ad ingrandimento di un microscopio, proprio come era accaduto quando lei e Waters si erano visti; in quei brevi istanti, aveva percepito l'aria diventare tutto d'un tratto tesa... Neanche voleva sforzarsi ad immaginare le reazioni ad una possibile scoperta della loro frequentazione segreta.

Però... Però da un lato era costretta ad ammettere che quella costante sensazione di pericolo rendeva il tutto ancora più eccitante.

"Ci stiamo provando" prima di continuare, la rossa si ritrovò costretta a deglutire a causa della gola secca. Ora sì che le avrebbe fatto comodo il the caldo che aveva rifiutato da Richard "non ero molto d'accordo con questo viaggio, ho accettato solo per non deludere le aspettative di Keith. È un tentativo, vediamo come andrà... Come puoi immaginare, non sono più così ansiosa di trascorrere il mio tempo in sua compagnia, ma non ci siamo solo io e lui. Ci sono i bambini e sono costretta a stringere i denti proprio per loro"

"Posso immaginare molto bene" si limitò a dire Lindy; vedendola visibilmente in imbarazzo, ed in difficoltà perché non sapeva cos'altro dire, Ginger si affrettò a posare la mano destra sopra quella sua sinistra ed a sorridere per rassicurarla.

"Stai tranquilla, non devi sentirti in imbarazzo con me. Non c'è nessun problema se voi andate d'accordo con q... Con la nuova compagna di David. Mi rendo conto benissimo che siete i primi a trovarvi in una situazione complicata, e non vi chiederei mai di prendere le parti dell'uno o dell'altra... So che ci sono già abbastanza litigi senza che ne nascano altri per causa mia".

Ginger vide Lindy rilassarsi e sorridere; il suo viso si era rasserenato, e ciò la faceva sperare che forse si era avvicinata per parlare di quella faccenda e non di Roger.

Ma non era ancora detta l'ultima parola.

"È solo che..." gli occhi vispi e scuri della moglie di Mason tornarono velocemente su Gilmour, per accertarsi che fosse talmente impegnato a conversare da non prestare attenzione alle loro parole "te lo avranno già detto, ed a questo punto non serve a molto, però mi dispiace che tra voi due sia finita così, Ginger. Credevo che tu e David foste destinati a restare insieme... E poi il modo in cui è finita... Gliel'ho detto, sai? Gli ho detto che penso che sia stato un grandissimo bastardo senza palle, non avrebbe mai dovuto farti una cosa simile. Sarò sincera: se Nick dovesse giocarmi un simile tiro mancino, non sarei in grado di riallacciare i rapporti con lui neppure per il bene delle nostre figlie".

La rossa si limitò a fare un sorriso tirato ed a sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.

Lindy era gentile e premurosa, ma non aveva alcuna voglia di rivangare per l'ennesima volta il tradimento dell'ex marito; ogni volta che ci pensava, ritornava anche la sofferenza, ed era forte come il giorno in cui aveva scoperto per puro caso quel maledetto biglietto nascosto tra le pagine di uno dei suoi libri.

Accadeva lo stesso anche quando le capitava di ripensare a Syd, il suo primo amore: gli anni passavano, ma il dolore restava cristallizzato al primo giorno.

Non era affatto vero che il tempo era in grado di guarire tutti i mali.

Eppure...

Eppure adesso, quando posava gli occhi su di lui, non era certa di sentire solo odio e rancore nei suoi confronti. Ma era una strana sensazione. Una strana sensazione che non riusciva a definire, e che la confondeva.

Capitava sempre più di frequente di sentirsi confusa, la stessa confusione che probabilmente provava chi era costretto ad assumere dei farmaci che annebbiavano la mente come controindicazione.

Di solito erano gli psicofarmaci ad avere quegli effetti collaterali.

Ma perché adesso stava facendo pensieri simili? Perché stava pensando agli psicofarmaci ed ai loro effetti collaterali? Perché i suoi pensieri erano così sconnessi?

Mio dio, proprio come era accaduto a Syd quando aveva iniziato a manifestare i primi sintomi del suo disagio mentale...

"Vedremo come andranno i prossimi quattro giorni... Certo, il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi, ma mi auguro che sia stata solo una piccola parentesi spiacevole da lasciarmi in fretta alle spalle" Ginger decise di fare volontariamente un riferimento indiretto al battibecco avuto con il bassista: dal momento che Lindy non aveva ancora detto nulla a riguardo, era curiosa di vedere cosa le avrebbe detto in risposta.

E se le avrebbe rivolto qualche domanda a trabocchetto.

"Rog non si smentisce mai, ed ho il sospetto che il suo carattere non abbia fatto altro che peggiorare con il divorzio da Judith" commentò la castana, scuotendo la testa e sollevando lo sguardo al soffitto; subito dopo i suoi occhi scuri si posarono su quelli altrettanto scuri della rossa, e sul suo viso grazioso si dipinse un'espressione pensierosa ed indecisa. Ginger capì cosa si nascondeva dietro quella strana espressione non appena la dolce metà di Mason aprì bocca "Ginger, posso farti una domanda un po' particolare?".

Ecco.

Che fosse arrivato il fatidico momento?

La giovane annuì.

"Forse ti sembrerà anche strana ed assurda come domanda, ma... Tra te e Roger c'è qualcosa?".

Sì, il fatidico momento era proprio arrivato. Era giunto il momento della recita. Doveva esibirsi in una performance da grande attrice perché non aveva a propria disposizione un secondo tentativo.

Ma soprattutto, doveva mantenere la calma e non perdere la testa, altrimenti avrebbe rischiato di commettere un passo falso. E commettere un passo falso significava uscire allo scoperto, tradirsi con le proprie e stesse mani.

"Se per qualcosa intendi la voglia reciproca di saltarci alla gola, allora sì: ti confermo che tra noi due c'è qualcosa" Ginger decise di provare a rispondere con una battuta per vedere quale sarebbe stata la reazione di Lindy, e proprio come si aspettava sul viso di quest'ultima apparve un'espressione scettica.

"Dai, avanti, non fingere di non sapere a cosa mi sto riferendo. Judy ha riferito a tutti quanti noi quello che Roger le ha detto l'ultima volta che si sono visti, quando lui si è comportato da emerito coglione nei suoi confronti"

"Io non credo che abbia sbagliato fino infondo con lei in quell'occasione. A conti fatti, l'ha solo che ripagata con la sua stessa moneta. So che tu e lei siete amiche da molti anni, ma lasciatelo dire: Judith è stata proprio una sciocca a pensare che Roger potesse avere qualche ripensamento sulla fine del loro matrimonio"

"Che strano"

"Che strano il fatto che lui abbia reagito in quel modo? Non direi, lo trovo pienamente nel suo stile. Piuttosto, avrei trovato strano se avesse deciso di perdonarla e di dare una seconda possibilità al loro rapporto"

"No, non mi stavo riferendo a quello, Ginger. Trovo strano sentirti spendere delle parole in favore di Rog, come trovo altrettanto strano che tu sia così informata su quello che è successo tra lui e Judith... Chi te l'ha raccontato?" domandò Lindy con un'espressione interrogativa; sulle sue labbra aleggiava uno strano sorrisetto "e sai cos'altro trovo strano? Continui a riferirti a Rog chiamandolo Roger, quando sono certa di averti sempre sentita chiamarlo per cognome".

Pensava di averla fregata? Di averla messa con le spalle al muro? Pensava che bastasse così poco per spingerla, con un sospiro, a confessare la verità? A giudicare dal sorrisetto che aveva sulle labbra, doveva essere proprio così... Peccato che non era un'ingenua, e non si sentiva affatto senza una via d'uscita perché in realtà sapeva già come ribattere in un modo che avrebbe sicuramente allontanato i sospetti.

O almeno era quello che si augurava, perché in caso contrario allora sì che si sarebbe ritrovata in un vicolo cieco.

"Ti sbagli, non sto assolutamente prendendo le sue difese, ma, anche se mi costa ammetterlo, sfortunatamente io e lui abbiamo una cosa in comune, ed è l'essere stati traditi dal proprio partner. E da persona tradita a persona tradita, riesco a capire cosa l'abbia spinto ad essere così bastardo nei confronti di Judith, perché molto probabilmente anche io mi sarei presa una rivincita simile nei confronti di David se mi fossi trovata in una situazione simile con lui"

"Quindi stai dicendo che quello che Roger ha raccontato di voi due è vero? Siete andati a letto insieme?".

La rossa rimase in silenzio.

Che cosa doveva fare riguardo quell'episodio? Mentire o raccontare la verità? Cosa sarebbe apparso meno sospettoso?

Abbassò per un momento gli occhi scuri, per poi puntarli su quelli di Lindy.

"Vuoi sapere come stanno le cose? Vuoi sapere qual è la verità?" chiese con un'espressione di assoluta serietà, affinché le sue parole risultassero ancora più convincenti "è vero: io e Roger siamo finiti a letto insieme, ma non c'è stato nulla di romantico. È successo il giorno stesso in cui ho scoperto del tradimento di David: non so cosa mi sia preso, non so perché sia andata proprio da lui, ma è accaduto. Non si è trattato altro che di uno sbaglio, e non so proprio perché abbia raccontato che avevamo già fatto sesso anni fa, perché non è vero. Forse ha mischiato la verità con un paio di bugie col solo scopo di ferire ancora più profondamente Judith, questa è l'unica spiegazione che mi viene in mente. Riguardo questo argomento non c'è altro d'aggiungere. E per quanto riguarda il come io sia così informata riguardo quell'episodio...".

Ginger si bloccò.

Era arrivata la parte più dura della recita; avrebbe fatto qualunque cosa per non tirare fuori quell'argomento, ma purtroppo era essenziale per la buona riuscita della recita stessa.

"La spiegazione è molto più semplice di quello che tu e gli altri possiate immaginare, e non nasconde nulla di scabroso tra me e lui: durante quel periodo, Roger e Jennifer si sono frequentati. Quando ho saputo della sua malattia, sono stata io stessa a chiedergli se poteva... Se poteva essere gentile nei suoi confronti, ed è finita che tra loro due è nata una vera e propria frequentazione fino a quando..." basta. Adesso poteva fermarsi, non era necessario scendere in altri particolari "lo chiamo per nome perché ho avuto così tanto a che fare con lui per mesi, che ormai mi viene più naturale rivolgermi nei suoi confronti in questo modo"

"Quindi mi stai dicendo che tra voi due non c'è nulla?".

L'insistenza di Lindy strappò un sospiro esasperato alla rossa.

Era un osso più duro del previsto, che altro doveva dire per convincerla delle sue parole?

Bene, allora non restava altra soluzione se non andare sul pesante.

Calcare la mano.

"Ti sembra che io possa avere una relazione con l'uomo di cui mia sorella era innamorata? Pensi che io sia quel genere di persona?"

"No, Ginger, non ti sto accusando di un bel niente e non ti voglio giudicare" si difese l'altra giovane, risentita per come Ginger si era rivolta a lei "ma credo che sia legittimo avere qualche dubbio, visto che tra voi due c'è una situazione poco chiara... E non sono l'unica, qui, ad averli"

"A cosa ti stai riferendo, scusa?"

"Pensavo che Nick si fosse sbagliato quando, a dicembre, era convinto di averti vista nel nostro quartiere, ma dopo avere casualmente incontrato sia te che Roger nei stessi giorni e nella stessa zona in Grecia, anche io mi sono resa conto che era troppo incredibile per trattarsi solo di una coincidenza, non ti pare?" a quel punto la giovane abbassò la voce "guarda che a me puoi dirmelo, sai?"

"Non ho nulla da dirti proprio perché non c'è nulla che debba essere detto a riguardo. Tu e gli altri siete liberi di pensarla come volete, ma le cose stanno così: tra me e lui non c'è alcuna relazione nascosta, sia perché non è il mio tipo e sia perché non potrei mai stare insieme con l'uomo di cui era innamorata mia sorella. Sarebbe come un tradimento nei suoi confronti. Non so Nick chi crede di avere visto, ma quella ragazza non ero io, e ti posso assicurare che in questo caso l'incontro in Grecia non è stato altro che proprio un' incredibile coincidenza. Il mio matrimonio con David è finito da un pezzo, ma non per questo significa che io sia ansiosa di trovare un nuovo compagno... Tuttavia, se fosse il contrario, mi spieghi che senso avrebbe tenere nascosta una nostra relazione? Come il mio ex marito non si è fatto alcuno scrupolo a tradirmi, io posso altrettanto liberamente frequentare un suo compagno di band se solo lo volessi, e lui non potrebbe aprire bocca a riguardo... Ma non è questo il caso, sto parlando solo per ipotesi. Dopo la scena a cui hai assistito prima, sei ancora convinta che tra me e lui possa esserci qualcosa?"

"Beh, sempre parlando per ipotesi, come posso essere certa che voi due non vi siate accordati in precedenza a comportarvi in questo modo per non creare sospetti?"

"Mio dio, allora la vostra è proprio una fissazione! Non avete altro di cui parlare? Perché mi dovete accusare di qualcosa che non esiste? In che modo devo dirti che tra me e Roger non c'è alcuna relazione? Io e lui non stiamo insieme, non siamo una coppia! Non siamo nulla di tutto ciò... E mai lo saremo. Se proprio avete voglia di spettegolare su qualcosa, cercatevi un gossip più convincente, non vi pare?"

"Stai calma, Ginger, nessuno ti sta ac..." la povera Lindy non riuscì neppure a terminare la frase che venne subito interrotta dalla rossa, ormai partita a ruota libera.

"Calma? E come posso stare calma quando stai smuovendo nei miei confronti delle vere e proprie accuse, ed hai pure il coraggio di affermare il contrario? Vorrei vedere come ti sentiresti al posto mio"

"Scusami, io..."

"Non scusarti, le parole non servono a nulla. L'unica cosa utile che puoi fare in questo momento è alzarti, tornare al tuo posto e lasciarmi stare per il resto del viaggio... Grazie" proprio come aveva fatto con Richard per fargli capire che il discorso era terminato, anche con Lindy la giovane si girò di scatto verso l'oblò e tornò a fissare le nuvole sotto di loro; anche se un po' stranita, perché non si aspettava di avere una simile conversazione, alla signora Mason non rimase altro che alzarsi silenziosamente e ritornare dal resto del gruppo con nessuna risposta e più dubbi di prima.

Ginger la seguì con la coda dell'occhio senza farsi notare.

L'aveva convinta? Era riuscita a cancellare i sospetti di Lindy? O aveva calcato un po' troppo la mano? Aveva esagerato? Cosa avrebbe raccontato agli altri appena ne avesse avuto l'occasione? E loro a quali conclusioni sarebbero scesi?

Beh, avrebbe capito se era stata o meno una buona attrice solo nei prossimi giorni, per il momento non poteva fare altro a riguardo, ma su una cosa era certa: nessuno l'avrebbe più disturbata fino al momento dell'atterraggio, e ciò le avrebbe permesso di concentrarsi finalmente sul piano che doveva ancora studiare nei minimi dettagli.

Mentre tutti gli altri conversavano allegramente, e Roger era ancora alle prese con la rivista da sfogliare, Ginger prese una ciocca di capelli fiammeggianti tra l'indice ed il pollice della mano destra ed iniziò a giocherellarci; il suo viso era ancora rivolto verso le nuvole, ma i suoi occhi erano concentrati su un punto lontano ed indefinito.

Aveva l'occasione di restituire a Virginia tutto il male che lei le aveva fatto, questo lo aveva capito... Ma come?

Certo, doveva ripagarla con la stessa moneta, ma non si trattava di un'impresa facile visto che i rapporti tra lei e Dav...

No, un momento.

Non era affatto vero. Stava sbagliando tutto, dall'inizio alla fine.

Non era un'impresa semplice, ma non era neppure così complicata a ben pensarci: se già una volta era riuscita a far colpo su David, involontariamente, perché adesso non poteva farcela una seconda, giocando le giuste carte?

E non era un problema neppure il tempo che aveva a propria disposizione per mettere in atto il piano: se quella stupida sgualdrina americana era riuscita ad ammaliare il suo ex marito in poche ore, lei aveva tutto il tempo necessario per riuscire a farlo nuovamente crollare ai propri piedi in quattro giorni.

Sì... Le avrebbe fatto provare lo stesso dolore lacerante che l'aveva squarciata a metà e condotta quasi nel baratro della follia.

(O ci era cascata in pieno in quel baratro?)

Poteva farcela, doveva solo fare attenzione a non calcare troppo la mano (altrimenti avrebbe rovinato tutto, ed il suo piano avrebbe finito per ritorcersi contro) e riflettere sulla prima mossa da fare.

Qual'era il primo passo da compiere?

La giovane continuò a porsi, incessantemente, quella domanda fino al momento in cui raggiunsero l'albergo; capì quello che doveva fare solo quando, nella hall, stavano aspettando di registrare il proprio soggiorno e di ricevere le chiavi delle camere, ed agì seguendo il proprio istinto: posò la mano destra sul braccio sinistro del chitarrista e, con un cenno della testa, gli fece capire che doveva parlargli privatamente.

David seguì l'ex moglie vicino ad un grande camino acceso che occupava quasi un'intera parete della sala; nessuno degli altri sembrava essersi accorto del loro allontanamento: i quattro bambini presenti stavano osservando le persone che entravano ed uscivano, Lindy e Juliette stavano conversando poco lontano da loro per non perderli di vista, Nick e Richard erano andati al bancone bar per bere qualcosa e Roger si era spostato nella zona fumatori per accendere finalmente una sigaretta.

Ginger non aveva ancora scambiato una parola con lui dal loro battibecco, non aveva idea di quale fosse il suo umore attuale e non ne era preoccupata, perché adesso erano altre le sue priorità, ed avevano tutte a che fare con l'obiettivo che si era messa in testa di raggiungere.

Doveva farcela. Doveva assolutamente farcela. Quel viaggio non poteva essere capitato in quel momento solo per una pura coincidenza.

"Devi dirmi qualcosa?" chiese il giovane uomo; sul suo volto era impressa un'espressione preoccupata perché già immaginava che Ginger volesse discutere su qualcosa che aveva detto o fatto.

Ripensò al viaggio in aereo e non gli venne in mente nulla, anche perché loro due non solo non si erano scambiati una sola parola, ma addirittura si erano seduti a diverse file di distanza l'uno dall'altra.

"Sì... Sì, in effetti ho proprio qualcosa da dirti" quali erano le parole migliori che poteva usare? La scelta delle giuste parole era essenziale per la riuscita del piano intero "durante il viaggio in aereo ho avuto il tempo per riflettere meglio e... E mi sono resa conto di essere stanca anche io di questa tensione continua che c'è tra noi due, non fa bene né a me né a te né tantomeno ai bambini. Basta litigi, vorrei che questa breve vacanza fosse il punto di partenza per riuscire a trovare un nuovo equilibrio".

David inarcò le sopracciglia e sul suo viso apparve un'espressione di totale ed assoluta sorpresa, segno che non si aspettava un discorso simile, e difatti era proprio così: ormai, dopo tutte le volte in cui Ginger gli aveva ripetuto di non essere affatto intenzionata a perdonarla ed a lasciarsi il passato alle spalle, aveva perso le speranze di vedere arrivare quel momento.

"Dici sul serio?" domandò il giovane uomo, dopo aver ritrovato la parola che aveva momentaneamente perduto; era così incredulo e sorpreso che necessitava di una conferma dell'ex moglie per avere la certezza di non essersi inventato tutto o di non aver frainteso il suo discorso.

Per sua fortuna, non si trattava di alcun fraintendimento e lo dimostrò la rossa annuendo con un sorriso.

"Sì, Dave, dico sul serio" la sorpresa del chitarrista aumentò ancora di più quando si sentì chiamare Dave: Ginger non aveva più pronunciato il suo soprannome dal giorno in cui se ne era andata con i bambini, dopo aver scoperto la prova del suo tradimento con Virginia "non avremo mai il rapporto di un tempo, perché niente potrà mai essere come prima, ma voglio cercare di costruire una nuova serenità perché sono stanca di litigare, rinfacciare e portare rancore. Credo sia arrivato il momento di voltare pagina, non sei d'accordo con me?".

Per assicurarsi di essere stata abbastanza convincente, Ginger sorrise di nuovo, e non rimase affatto sorpresa di vedere David sorridere a sua volta, perché tutto stava andando come previsto. Era riuscita a recitare bene la propria parte, era riuscita a gettare le prime basi solide; avvertì solo una piccola stretta al cuore perché il sorriso caloroso apparso sulle labbra dell'ex marito era lo stesso che le aveva rivolto la prima volta che si erano visti nel negozio, poco prima di andarsene col mazzo di rose rosa che successivamente aveva trovato sopra la cassetta della posta quando era rientrata a casa.

Ma così come era apparsa, la stretta svanì con la medesima rapidità, lasciando alla giovane il dubbio se l'aveva sentita veramente o se era stata solo un parto della sua immaginazione.

"Sono contento che tu abbia preso questa decisione, Ginger" rispose infine David, con un'espressione rilassata che era lo specchio del suo nuovo stato d'animo: tutte le sue preoccupazioni erano scivolate via all'improvviso, insieme al timore di ritrovarsi costretto a dover affrontare in qualunque momento uno scoppio di rabbia da parte sua "e mi auguro anche io che questo viaggio rappresenti un nuovo punto di partenza tra noi due".

Mentre ritornavano dagli altri vicino al bancone della reception, la rossa non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto che nascose chinando la testa in avanti, fingendo di dover sistemare una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.

Tutto stava procedendo secondo i piani, e adesso che David aveva creduto ciecamente alle sue parole di riconciliazione, arrivare al suo letto sarebbe stata una strada tutta in discesa.













Ginger era fermamente convinta di essere riuscita a progettare in pochissime ore un piano di vendetta perfetto, non si era soffermata a pensare ai possibili imprevisti perché era altrettanto convinta che non ce ne sarebbero presentati.

Ma si sbagliava, ed il primo imprevisto si presentò quella stessa notte, bussando alla porta della sua camera da letto quando tutti gli altri già dormivano da diverse ore, costringendo la giovane ad alzarsi e ad andare ad aprire prima che Keith si svegliasse ed iniziasse a fare domande strofinandosi le palpebre.

Avrebbe dovuto immaginare che quell'imprevisto in particolare si sarebbe presentato non appena ne avesse avuta l'occasione, ma l'euforia per i primi risultati positivi ottenuti con David le avevano fatto dimenticare completamente di Roger e delle spiegazioni che gli doveva, e rimase perfino sorpresa quando lo vide in piedi in corridoio, con la mano destra appoggiata allo stipite della porta e quella sinistra al corrispettivo fianco.

E l'espressione seria che aveva in volto non lasciava presagire nulla di buono.

"Tu?" Ginger si guardò rapidamente attorno, per essere certa che il corridoio fosse vuoto come sembrava, e chiuse quasi del tutto la porta della camera per non svegliare il figlio maggiore, che era rimasto con lei a dormire; Demi invece, com'era prevedibile, aveva tanto insistito per dormire con il padre che alla fine David aveva acconsentito "si può sapere che cosa ci fai qui? A quest'ora poi! Guarda che potrebbe arrivare qualcuno in qualunque momento!"

"A mezzanotte e mezza?" commentò il bassista, dopo aver controllato l'orologio che portava al polso sinistro "dubito seriamente che qualcuno possa uscire dalla propria camera e scendere in sala a mangiare un sandwiches a mezzanotte e mezza"

"Abbassa la voce, Keith sta dormendo... Ed io non dovrei essere qui fuori a parlare con te. Anche lui potrebbe svegliarsi se dovesse sentirci parlare, e dal momento che si tratta di un bambino fin troppo sveglio ed intelligente... Ohh, senti, torna in camera tua finché entrambi siamo ancora in tempo!"

"No, ho bisogno di parlarti, e devo farlo adesso" replicò Roger, scuotendo lentamente la testa, ed alla giovane non piacque affatto il modo in cui lui pronunciò le parole bisogno, parlarti ed adesso, soprattutto perché dava l'impressione di non essere intenzionato a ricevere un no come risposta.

"Non possiamo farlo qui"

"E non possiamo farlo neppure durante il giorno, mh? Ascolta, non m'interessa proprio un bel niente se non possiamo farlo qui, in corridoio, perché temi che Keith possa svegliarsi, d'accordo? Ho detto che ho bisogno di parlarti in questo preciso momento, e non ho alcuna intenzione di tornare in camera se prima non hai risposto alle mie domande... Oppure posso anche farlo, se proprio è ciò che desideri, ma allora te le farò tutte quante domani a colazione... Davanti a tutti gli altri".

La rossa spalancò gli occhi dinanzi a quella che era a tutti gli effetti una vera e propria minaccia.

"Stai bluffando"

"Ahh, tu credi?" ribatté prontamente il più grande "ne sei così certa? Sei pronta a correre questo rischio? Perché se sei pronta a correre questo rischio, per me non c'è nessun problema: io non ho niente da perdere, d'altronde, ma non mi pare che lo stesso valga anche per te".

Ginger cercò lo sguardo di Waters, ma nella penombra che regnava nel corridoio era impossibile vedere i suoi occhi ed era altrettanto impossibile capire se stava mentendo oppure no.

Lanciò una rapida occhiata alla porta socchiusa alle proprie spalle: non aveva sentito nessun rumore sospetto proveniente dall'interno della stanza, quindi Keith non doveva essersi mosso dal letto matrimoniale che condividevano.

Era una sola la certezza che nutriva in quel momento, ovvero che non poteva correre il rischio che qualcuno o qualcosa mandasse all'aria il suo piano. E Roger poteva rovinarlo, se adesso non assecondava la sua richiesta di avere un confronto.

Ma tutto poteva essere ugualmente rovinato nel caso fossero stati sorpresi a parlare da qualcuno nel cuore della notte, perché a chiunque sarebbe risultato sospetto imbattersi in una scena simile... Una scena che, tra l'altro, coinvolgeva due soggetti attorno a cui ruotavano già numerosi sospetti di una relazione segreta.

Alla fine, la giovane si ritrovò costretta ad optare per il male minore: chiuse la porta della camera, afferrò il bassista per il braccio sinistro e lo trascinò all'interno di una piccola stanza che fungeva da ripostiglio; non era la prima volta che si ritrovavano a dover parlare in un posto simile, ma non era il momento opportuno per soffermarsi su una simile coincidenza.

"Su, avanti, parla allora. Fammi queste domande, ma cerca di essere veloce perché la mia assenza può essere scoperta in qualunque momento, e poi ci pensi tu a spiegare a mio figlio perché sua mamma è sparita dalla loro stanza a mezzanotte e mezza!"

"Stai attenta a come parli perché non sei nella posizione di fare l'arrogante con me. E non provare neppure ad arrabbiarti perché io sono l'unico, qui, ad avere il diritto di essere incazzato" Roger posò le mani sui fianchi; adesso che Ginger riusciva a vederlo bene in faccia, e lo stesso valeva per i suoi occhi, non aveva più alcun dubbio riguardo il suo umore: non era arrabbiato, era furioso "allora? Vuoi darmi qualche spiegazione? Prima di tutto, vuoi dirmi che cosa ci fai qui?"

"È stato Keith a chiedermelo. E quando all'inizio gli ho detto che non ero intenzionata a partire, e che lo stesso valeva per lui e Demi, è rimasto così deluso che non ho avuto altra scelta se non quella di cambiare idea... Tutto qui, non c'è altro d'aggiungere"

"Ahh... Capisco, capisco molto bene, sì... Certo" a Ginger non sfuggì affatto il tono ironico e sarcastico del giovane uomo mentre annuiva con la testa e faceva finta di riflettere sulla spiegazione che gli aveva dato "e dimmi una cosa, Ginger: fino al giorno della partenza non ti è mai passato per la testa, neppure per un istante, di sollevare la cornetta e di farmi una breve chiamata per... Non so... Ecco, per esempio per informarmi che ci saresti stata anche tu?"

"Sono stata così presa dai preparativi che francamente mi sono dimenticata di avvisarti, d'accordo?" ribatté la giovane seccata dall'insolenza di Roger, incrociando le braccia ed appoggiandosi ad una parete; di tanto in tanto lanciava qualche occhiata in direzione della porta dello stanzino per timore che qualcuno l'aprisse, e non era veramente presente mentalmente: tutti i suoi pensieri erano concentrati su Keith, che al momento stava dormendo da solo nella stanza che condividevano "e comunque non ho alcun dovere nei tuoi confronti, quindi la tua reazione non ha alcun senso"

"Non ha alcun senso?" Roger era sbalordito "casomai non ha alcun senso quello che hai appena detto. Visto quanto sei preoccupata che il tuo ex marito possa scoprire la nostra frequentazione senza alcun impegno avresti dovuto eccome chiamarmi subito per mettermi al corrente della tua presenza in aereo, perché col mio arrivo hai rischiato grosso. Se avessi avuto una reazione diversa per la sorpresa, o se avessi detto per sbaglio qualcosa di compromettente, beh... Non sono certo che quell'aereo sarebbe partito"

"Mi stai minacciando? È una minaccia quella che mi hai appena rivolto?"

"No, ti sto solo facendo notare quanto sei stata incredibilmente stupida"

"Bene, perfetto, adesso che abbiamo appurato quanto io sia una stupida e tu un genio senza eguali, possiamo uscire di qui, tornare ognuno nella propria camera e non pensarci più, grazie?" Ginger si staccò dalla parete per avvicinarsi alla porta, ma ancora prima di fare un passo si ritrovò bloccata per un polso e spinta indietro; Waters non era stato violento, non aveva usato eccessiva forza, tuttavia dal modo in cui le stringeva saldamente il polso destro era chiaro che dal suo punto di vista non avevano finito di parlare.

E la giovane già immaginava di cosa volesse discutere.

"Aspetta solo un momento: perché hai così tanta fretta di tornare in camera?"

"Sei sordo o stupido? C'è mio figlio da solo, se te lo fossi dimenticato. Cosa credi che farebbe se dovesse aprire gli occhi e non trovarmi?"

"Già, appunto, che cosa farebbe? Anzi... Che cosa temi che farebbe in quel caso?" domandò il bassista, guardando la giovane negli occhi quasi senza sbattere le palpebre "temi, forse, che possa andare da David?"

"Mi sembra ovvio, non credi? Che giustificazione gli darei in quel caso?"

"Una molto semplice, in realtà: puoi sempre dirgli che sentivi uno strano malessere e sei scesa nella hall per chiedere una tisana calda... Senza alcuna ombra di dubbio risulterebbe molto più convincente della balla che si è inventato quando è sparito per una notte intera per andare a spassarsela con Virginia, non ti pare? Aspetta, non ho finito, c'è un'altra domanda che devo porti" Roger bloccò di nuovo Ginger, dato che aveva tentato per la seconda volta di divincolarsi dalla sua presa per uscire dallo sgabuzzino "hai paura che Keith possa andare da David in caso non ti trovasse a letto, perché temi che esca allo scoperto la nostra frequentazione... O perché vi state riavvicinando?".

La rossa corrucciò le sopracciglia ed esplose in quella che doveva essere una risata ironica, ma che alle sue orecchie risuonò più simile allo squittio di un topo.

"Non essere ridicolo. Noi due non ci stiamo riavvicinando"

"Ahh, no? E perché hai abbassato lo sguardo e sei arrossita come quando sei imbarazzata? E dal modo in cui ti stai sistemando quel ciuffo di capelli dietro l'orecchio sinistro, direi che sei anche piuttosto nervosa. Quindi, se non sei né imbarazzata né nervosa che senso avrebbero queste tue reazioni?" il mezzo sorriso sulle labbra carnose del bassista sparì, sostituito da un'espressione seria "Ginger, questa mattina ho sentito tutto il discorso tra te e David"

"Cazzo, ma non eri andato a fumare? Come hai fatto a sentirci?" a quel punto la ragazza spalancò gli occhi scuri perché un sospetto si era improvvisamente insinuato nella sua mente "non dirmi che quella della sigaretta era una scusa per origliare indisturbato la nostra conversazione perché sarebbe abbastanza inquietante"

"Certo che no, ma non è colpa mia se l'entrata della sala per fumatori era vicina al punto in cui vi siete messi a discutere. Mi sono ritrovato in modo del tutto involontario ad ascoltare la vostra conversazione... Un po' come è successo quando David ha confessato a Rick che avevi un bel paio di corna in testa già da un pezzo"

"Io almeno non ho visto coi miei occhi il mio ex marito a letto con la sua amante" Ginger preferì non soffermarsi sulla spiegazione che non la convinceva affatto (non sapeva spiegarsi il perché, ma era convinta che in quel caso non ci fosse stata alcuna coincidenza, e che in realtà Waters avesse volontariamente ascoltato ogni loro parola dall'inizio alla fine) per assestare una piccola frecciatina al giovane uomo; riuscì anche a scostarlo bruscamente ed a passare, ma lui raggiunse la porta per primo, interponendosi tra essa e la giovane, che ormai stava iniziando a spazientirsi veramente.

"Waters, lasciami passare con le buone o giuro che farò ricorso alle cattive maniere senza farmi alcun problema. Non sto scherzando"

"Anche io non sto scherzando perché non mi piace affatto essere preso in giro, lo sai? Rispondi alla mia domanda: vi state riavvicinando? Perché questa mattina gli hai detto quelle cose, se a me hai sempre ripetuto che non vuoi più saperne di lui, ed in caso dovesse ritornare sui propri passi non saresti così stupida da perdonarlo? Hai cambiato idea all'improvviso o ci stavi pensando da diverso tempo?"

"Si può sapere cosa cazzo te ne frega dal momento che tu ed io non facciamo altro che scopare saltuariamente? Solo perché andiamo a letto di tanto in tanto, ciò non ti autorizza ad intrometterti nella mia vita privata, d'accordo?" esplose alla fine la giovane, perché tutte quelle domande insistenti e mirate erano troppo per lei: Roger si stava comportando come un fidanzato geloso, quando in realtà tra loro due non c'era niente. Proprio niente "e se avessi ascoltato con attenzione tutto quello che ci siamo detti, allora sapresti che tra me e lui non è cambiato proprio un bel niente... Ho solo deciso di mettere da parte il rancore personale per Keith e Demi... Hanno già sofferto abbastanza per colpa del nostro divorzio".

Il bassista non disse nulla né si spostò da davanti la porta; continuò, invece, ad osservare la rossa in silenzio, fino a quando non spalancò gli occhi.

"Ho capito... Adesso ho capito quello che vuoi fare... Come ho fatto a non arrivarci prima?" mormorò, poi, facendo corrucciare le sopracciglia a Ginger, perché adesso gli era tutto più chiaro "tu speri di riuscire a riavvicinarti a lui in questi giorni per vendicarti. Vuoi approfittare dell'assenza di Virginia per ripagarla con la sua stessa moneta".

Ginger socchiuse le labbra, completamente stupefatta dalla perspicacia del bassista.

Come era riuscito a scoprire il suo piano quando aveva prestato attenzione a non lasciarsi sfuggire nulla?

Beh, ormai non aveva alcuna importanza e non aveva neppure alcun senso provare a negare la verità, perché tanto lui non poteva fare nulla per metterle i cosiddetti bastoni fra le ruote.

"Come tu hai approfittato dell'occasione perfetta per prenderti una vendetta personale nei confronti di Judith, io voglio fare lo stesso con David e Virginia" sul volto di Ginger apparve di nuovo un'espressione sorpresa e sconvolta, questa volta perché Waters, senza alcun preavviso, era scoppiato in una fragorosa risata "smettila immediatamente, vuoi che qualcuno ti senta? Si può sapere che cosa c'è da ridere? Cosa ho detto di così divertente?"

"Tutto quello che hai detto è divertente" rispose il giovane uomo, quando riuscì a tornare serio "vuoi un consiglio? Rinuncia al tuo stupido piano finché sei in tempo"

"Perché? Perché dovrei farlo? Cosa c'è di stupido nel mio piano quando tu per primo hai fatto lo stesso?" chiese la giovane, incrociando le braccia, ed il bassista in risposta scosse lentamente la testa.

"No, in questo non potresti sbagliarti di più di così. Le nostre situazioni sono completamente diverse: io sono riuscito a prendere la mia vendetta perché Judith si è presentata davanti la porta di casa mia supplicandomi di tornare insieme, tu non puoi prenderti nessuna vendetta perché David non vuole tornare con te".

Ginger soffocò a malapena ed a fatica la voglia di spaccare tutti i denti con un pugno a Roger.

"Come sono riuscita a farlo capitolare una volta, posso riuscirci benissimo una seconda. Quella puttana ci è riuscita perfino in poche ore. Basterà qualche parola giusta, delle moine ed un paio di bicchieri di vino per farlo capitolare, ed anche io riuscirò ad avere la mia vendetta personale"

"Perdonami se sarò brutale, ma il tuo piano non può funzionare perché David è innamorato veramente di quella ragazza, nulla a che vedere con il sentimento che provava per te. Puoi tendergli tutte le trappole che desideri in questi giorni, e non solo lui non ci cascherà... Ma finirai per farti molto male, Ginger. Per questo ti ho detto che è meglio se rinunci allo stupido piano che ti sei messa in testa finché sei ancora in tempo" Roger aveva fatto quel discorso perché sapeva che qualcuno doveva pur farglielo alla giovane per avvisarla di quello a cui stava rischiando di andare incontro, ma allo stesso tempo conosceva anche la sua testardaggine e non rimase sorpreso di vederla scuotere la testa con una smorfia disgustata.

"Vaffanculo, sai essere proprio un grandissimo stronzo quando t'impegni, te lo ha mai detto nessuno?"

"La verità fa male, vero? Fidati: è meglio fare i conti con una scomoda realtà che illudersi per poi prendere una bella mazzata sui denti. Un pugno allo stomaco non è nulla se messo a confronto con una mazzata sui denti. Lascia perdere, non te lo ripeterò ancora"

"Ahh, e così il tuo sarebbe un consiglio puramente spassionato?" ribatté la giovane ironicamente "e non è che, invece, mi stai dicendo questo perché sei geloso?".

Roger corrucciò le sopracciglia come se avesse sentito qualcosa che non aveva alcun senso.

"Geloso, io? E perché mai dovrei essere geloso?"

"Non lo so... Magari sei geloso perché in realtà non ti basta più quello che c'è tra noi due e vorresti molto di più... E questa spiegazione calza perfettamente con la scenata che mi hai fatto in Grecia. Inizio a pensare che davvero stiamo vivendo questa frequentazione sotto due punti di vista molto diversi, Roger, altrimenti non mi avresti mai chiesto di uscire allo scoperto e non avresti mai bussato alla porta della mia camera, in piena notte, per pretendere delle spiegazioni che non ti devo" disse Ginger a denti stretti per poi aggiungere, dopo essersi sistemata una ciocca dietro l'orecchio sinistro "e queste cose non mi piacciono. Non mi piacciono affatto, come non mi piace affatto la piega che sta prendendo tutto questo. Non è più divertente come all'inizio, perché questi non sono i patti che avevamo concordato, Roger".

Il bassista spalancò gli occhi azzurri, perché adesso tutto gli era più chiaro; Ginger non lo aveva detto apertamente, ma le sue parole, i suoi gesti, ed il suo sguardo improvvisamente sfuggente lasciavano intendere una cosa soltanto.

"Mi stai scaricando?" quelle tre parole gli uscirono dalle labbra sottoforma di un soffio, a causa del nodo che sentiva in gola.

Non riusciva a spiegarsi perché così all'improvviso avvertiva la sgradevole sensazione di avere le corde vocali attorcigliate e lo stomaco sottosopra come gli era accaduto la primissima volta che si era esibito di fronte ad un pubblico... Forse perché era abituato ad essere lui quello che dava un taglio per primo ad un rapporto.

Judith era stata la prima eccezione.

Fino a quel momento.

Ma c'era sempre una piccola possibilità che si stesse sbagliando, e che avesse mal interpretato le parole di Ginger.

"Sì, è proprio così" no, non c'era stato alcun fraintendimento. Quanto era seccante a volte avere sempre ragione "voglio dare un taglio ai nostri incontri. È meglio così... Credimi. È la cosa più giusta da fare".

Un pugno dritto allo stomaco, senza tanti complimenti. O poteva essere vista anche come una pugnalata alle spalle, considerando tutto quello che negli ultimi mesi aveva fatto per lei senza chiedere nulla in cambio.

Ultimi mesi? No, non la stava aiutando solo negli ultimi mesi, ma da molto prima... Per la precisione, da quando aveva scoperto la malattia terminale della sorella minore e lo aveva supplicato di avvicinarsi a lei e di fingersi interessato ad una frequentazione.

Per lei, aveva illuso una povera ragazza che non gli aveva arrecato alcun torto. L'aveva illusa e le aveva spezzato il cuore.

E adesso... Adesso lo stava scaricando su due piedi con la stessa naturalezza con cui una persona si liberava di un indumento vecchio per fare posto per un capo d'abbigliamento nuovo e firmato.

Le labbra del giovane uomo si distesero lentamente in un sorriso che, a poco a poco, si trasformò in una risata che lasciò Ginger sconcertata.

Era vuota, fredda ed aveva perfino qualcosa d'inquietante, anche se la ragazza per prima non sarebbe stata in grado di dire cos'era quel qualcosa.

"Io per te sono solo che un vecchio indumento, vero?".

Ecco, adesso anche le sue parole avevano qualcosa d'inquietante.

"Sì può sapere di che cazzo stai parlando?"

"Hai capito benissimo a che cosa mi sto riferendo, non fingere di non saperlo. Io per te sono solo che un vecchio indumento usato e consumato, che non è più bello da indossare... E cosa si fa quando un bell'abito si trasforma in uno straccio? Lo si butta via, ovviamente, e lo si sostituisce con uno nuovo e sfavillante" rispose il bassista, con un viso inespressivo "ti sei stancata di me ed adesso mi vuoi sostituire con David perché in realtà non lo hai mai dimenticato. No... Non lo hai mai dimenticato, hai solo aspettato il momento giusto per provare a farti avanti di nuovo e nel frattempo ti sei divertita. Io sono stato il tuo passatempo, il tuo giocattolino. Mi hai usato a tuo piacimento, ed adesso che non ti servo più, mi vuoi buttare via senza tanti complimenti, è così? Rispondimi, è così?"

"Roger, per favore" mormorò la rossa con un sospiro esausto, spostando gli occhi altrove; non solo era stanca, ma iniziava a sentire la testa stretta in una morsa dolorosa "non ho alcuna voglia di ascoltare le tue parole senza alcun senso. Spostati da davanti la porta e lasciami passare perché devo rientrare in camera, ed anche io non ho alcuna intenzione di ripetertelo ancora... Domani possiamo parlarne con più calma"

"Perché? Domani potresti cambiare idea?"

"No, ma possiamo discuterne a mente lu..."

"Fuori" Roger si scostò di lato e spalancò la porta; non voleva più parlare con Ginger, non voleva più vederla, desiderava solo che sparisse il più in fretta possibile dalla sua vista visto che l'unico modo che aveva per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per lei era dargli un bel servito coi fiocchi. Tuttavia, quando lei gli passò affianco dopo aver scosso la testa, la fermò saldamente per il braccio sinistro, perché c'era un'ultima cosa che doveva dirle "te la farò pagare. Non so come né quando, ma giuro che te la farò pagare, Ginger. Questo non avresti dovuto farmelo"

"Fottiti" replicò in un sibilo la più piccola, liberandosi dalla presa e rivolgendo al giovane uomo uno sguardo carico di odio "se pensi di farmi paura con una minaccia simile, ti sbagli di grosso. Con me ci vuole altro. E non oserai dire una sola parola, conosco sia te che i tuoi bluff"

"Vedremo se il mio è solo un bluff, Mary Jane".

Ginger si trovava ormai a metà corridoio quando sentì Roger pronunciare ad alta voce quelle parole, e si fermò per un solo istante, per la sorpresa, perché non si aspettava di sentire il proprio nome di battesimo; non si voltò, però, né tornò indietro per chiedergli spiegazioni a riguardo e cos'era intenzionato a fare: proseguì fino alla porta della propria stanza, ed una volta al suo interno si chiuse a chiave, girando per ben due volte la chiave all'interno della serratura.

Una volta al sicuro, appoggiò la fronte contro il legno della porta e prese un paio di profondi respiri per calmarsi; si sentiva senza fiato e con il battito del cuore accelerato come al termine di una lunga corsa, e tutto a causa della minaccia che Waters le aveva rivolto con disprezzo, ed in tono ferito, solo perché aveva deciso di mettere un punto fermo alla loro frequentazione.

Ma era stata costretta a farlo perché stava diventando troppo pericolosa ed era ormai evidente che loro due la vivevano su due piani differenti. Roger poteva anche ostinarsi ad affermare il contrario, ma le sue azioni parlavano da sole e raccontavano una storia ben diversa da quella raccontata dalla sua bocca.

Ma anche la frase sprezzante che le aveva rivolto era stata solo un bluff oppure stava parlando sul serio?

Ginger riaprì gli occhi, che aveva chiuso mentre cercava di calmarsi e di riacquistare il controllo, e girò lentamente il viso verso il letto matrimoniale; quando aveva sentito qualcuno bussare alla porta, aveva acceso una piccola abatjour che si trovava sopra il suo comodino, e si era dimenticata di spegnerla prima di uscire e trascinare Roger all'interno di uno sgabuzzino: la luce calda della lampadina illuminava il viso sereno del piccolo Keith, che dormiva nella stessa identica posizione in cui Ginger l'aveva lasciato, e proprio quel particolare permise alla giovane di tirare un sospiro di sollievo.

Keith non si era svegliato, la sua assenza non era stata notata da nessuno e quella era già una preoccupazione in meno che poteva cancellare dalla mente.

Già, peccato che per un problema che se ne andava ce n'era uno nuovo pronto a prendere il suo posto... Uno nuovo ancora più preoccupante e grande del precedente.

La rossa si allontanò dalla porta, si avvicinò al letto e s'infilò sotto le coperte, accoccolandosi vicino al suo adorato primogenito ed approfittandone per accarezzargli il visetto.

Adesso non aveva alcuna importanza la discussione avuta con Roger, ci avrebbe pensato in un altro momento.

Non avrebbe permesso a quel coglione di rovinarle la notte... Né tantomeno la vacanza, e soprattutto il piano per vendicarsi di David e Virginia.

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