*10*
1974, gennaio.
Quando John Duncan Waters andò ad aprire la porta d'entrata di casa sua, e si trovò davanti al fratello minore, pensò immediatamente che fosse sotto effetto di qualche sostanza stupefacente particolarmente pesante: non solo aveva i vestiti dismessi ed i capelli stranamente scompigliati, ma aveva anche il viso più magro, pallido e tirato; gli occhi erano arrossati ed appena sotto ad essi aveva delle profonde occhiaie scure.
"Mio dio, ma lo sai che hai un aspetto proprio orribile? Si può sapere che cosa hai combinato?" domandò, sconcertato, spalancando gli occhi azzurri; pensò che fosse una fortuna che in quel momento la moglie non era in casa, perché altrimenti non avrebbe reagito bene alla vista del cognato in quelle condizioni pietose.
E di certo non avrebbe voluto farlo entrare in casa.
John, invece, senza che Roger avesse il tempo di chiedergli qualcosa (sempre se fosse stato in grado di formulare una frase di senso compiuto) si scostò subito dalla porta, e lo fece accomodare in salotto; una volta lì, senza tanti giri inutili di parole, andò immediatamente al punto cruciale della questione, ponendo al fratello minore una domanda tanto secca quanto diretta.
"Sei strafatto?".
Proprio quella domanda tanto secca quanto diretta risvegliò finalmente il bassista dallo stato di trance in cui si trovava e che lo faceva assomigliare ad un fantasma vivente: non solo il suo sguardo tornò ad essere vigile e presente, ma subito sul suo viso apparve un'espressione offesa, irritato perché il fratello maggiore aveva avanzato l'ipotesi che avesse assunto della droga.
"Non prendo più nulla da quella volta che mi sono ritrovato bloccato in mezzo ad una strada di New York e non ero più in grado di muovere un solo muscolo. E sono passati quattro anni"
"Hai bevuto ancora?"
"No. Ne ho ancora abbastanza dopo l'esperienza di due anni fa"
"Allora dovresti seriamente guardarti allo specchio, perché hai un aspetto a dir poco spaventoso. Se dovesse vederti nostra madre in questo momento..."
"Ma nostra madre non c'è in questo momento, quindi ti stai ponendo un problema inesistente" Roger bloccò John bruscamente, e prese da una tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette ed uno di fiammiferi; provò ad accendersene una, dopo averla portata alle labbra, ma non ci riuscì a causa delle mani che gli tremavano vistosamente.
John osservò, attonito, i tentativi del fratello minore, finché non decise d'intervenire di persona per porvi rimedio; ed anche se Roger gli aveva assicurato di non aver né assunto droga né bevuto alcol in quantità eccessive, lo spettacolo che aveva davanti ai propri occhi lo lasciava alquanto perplesso e scettico.
"Ti sei cacciato in qualche guaio?" chiese, allora, perché l'altro non aveva ancora aperto bocca riguardo la sua visita del tutto inaspettata; quella era l'unica opzione che gli era rimasta a disposizione, dato che le prime due erano state apparentemente scartate: fin da quando erano piccoli, nonostante il suo profondo orgoglio personale, Roger era sempre corso da lui a chiedergli aiuto quando si ritrovava invischiato in qualche brutta situazione a causa del suo pessimo carattere e della lingua che non riusciva mai a tenere a bada.
Il più piccolo, prima di rispondere, aspirò una profonda boccata di fumo che rilasciò dalle labbra socchiuse.
"No... Non proprio... Non è proprio un guaio, è più un problema... Non lo so... Non so bene come definirlo...".
Anche le sue parole frammentate non contribuivano molto ad allontanare definitivamente il sospetto che fosse o drogato o ubriaco.
"Beh, parlamene, no? Altrimenti come posso aiutarti se non so neppure quello che ti sta succedendo?"
"Ha a che fare con quella conversazione che abbiamo avuto un paio di mesi fa... Quella del favore che mi aveva chiesto quella ragazza, te lo ricordi?"
"Ahh, sì, quella strana storia che ti avevo consigliato di lasciar perdere"
"Sì, proprio quella. Ecco, io... Non l'ho lasciata perdere".
John piegò le labbra in un mezzo sorriso ironico.
Non era affatto sorpreso di scoprire che il fratello minore avesse fatto l'esatto opposto di quello che gli aveva suggerito. Era un classico a cui ormai era abituato da tantissimo tempo.
"D'accordo, e come è andata a finire?"
"È andata a finire che un mese fa è saltato tutto quanto perché siamo stati scoperti" mormorò il bassista, raccontando quello che era accaduto, omettendo però la parte che vedeva coinvolta la sua ex moglie; non sapeva se Judith avesse informato anche John, non era un particolare che ci teneva a conoscere e quindi evitò accuratamente qualunque cenno in merito alla piccola vendetta personale che si era preso e che aveva segnato l'inizio della fine.
Non si era preoccupato delle proprie parole fino a quando tra lui e David non era scoppiata una discussione così violenta che per poco non si era trasformata in una rissa altrettanto violenta; neppure in quell'occasione era riuscito a stare zitto, anche se per colpa della propria lingua aveva quasi rischiato di ritrovarsi con il setto nasale spaccato, perché riteneva che Gilmour avesse ben poco da incazzarsi, dato che per mesi e mesi si era divertito a tenere il piede in due staffe.
E poi, tra lui e Ginger non. C'era. Mai. Stata. Una. storia. D'amore.
Fine della questione.
Il più grande continuò ad ascoltare in silenzio, ed alla fine scrollò le spalle.
"Te lo avevo detto che dovevi tirarti indietro quando eri ancora in tempo perché una storia così strana non poteva che finire male. Spero che adesso tu abbia imparato la lezione"
"Sì, in un primo momento pensavo anche io di essermi tolto dalle spalle un enorme peso, ma poi... Nelle settimane successive... Pensandoci meglio..." Roger prese a giocherellare con uno degli anelli che indossava "Jennifer ha detto che non vuole vedermi mai più, ma stavo prendendo in considerazione l'idea di andare da lei per parlare meglio visto che... Visto che l'ultima volta era così arrabbiata con me che non ha nemmeno voluto ascoltare quello che avevo da dirle"
"E perché vorresti andare da lei? Cosa avresti da dirle? Non pensi di avere già fatto abbastanza casini e che faresti meglio a lasciare quella ragazza in pace?"
"Il problema è che all'inizio l'ho fatto davvero solo come semplice favore, ma quando ho iniziato a conoscerla meglio mi sono reso conto che non mi dispiace affatto trascorrere il tempo in sua compagnia. E adesso mi sono reso conto che mi dà parecchio fastidio la sola idea che pensi che l'abbia presa in giro per più di un mese... Perché non è così"
"Ahh!" John si lasciò scappare quell'unico commento perché in realtà non aveva capito molto delle parole confuse del fratello più piccolo "vorresti farmi credere di esserti innamorato di quella ragazza nel giro di poche settimane? Stai dicendo questo?"
"Io non ho mai parlato d'amore. Ho solo detto che imparando a conoscerla meglio, mi sono accorto che la sua compagnia mi piace... E nelle ultime settimane ho avvertito la sua mancanza... L'ho avvertita molto"
"Sei certo che le cose stiano così?"
"Che vuoi dire?" Roger sollevò lo sguardo dagli anelli metallici e la sua espressione si accigliò maggiormente "pensi che stia raccontando una bugia?"
"Non proprio. Sto dicendo che forse in questo momento non sei del tutto sincero con te stesso"
"Potresti essere più chiaro? Perché ho l'impressione che ci sia qualcosa che non vuoi dirmi... O che stai cercando di farmi capire"
"D'accordo, allora te lo dirò in modo diretto: ho avuto occasione di parlare con Judith e..."
"Ohh, no!" esclamò il bassista, sollevando gli occhi al soffitto e lasciandosi andare contro lo schiena del divano; non poteva credere che anche John fosse al corrente della propria vendetta personale che aveva deciso di prendersi. A quanto pareva, Judy non si era affatto risparmiata a spargere il più possibile la voce in giro "anche tu? Non dirmi che anche nostra madre è a conoscenza di questa storia perché in quel caso potrei andare davvero fuori di testa. Ma cosa spera di ottenere in questo modo Judith? Vuole passare per la parte della vittima? Vuole che tutti quanti la compatiscano? Le avevo detto di non farsi più viva. Io non ho fatto nulla di male, ho solo approfittato dell'occasione che si è creata per prendermi una piccola rivincita... Tu non lo avresti fatto al posto mio, se prima avessi trovato tua moglie a letto con un altro e poi avesse iniziato a darti il tormento per avere un'altra possibilità?"
"Vuoi che ti dica la mia opinione a riguardo? Anche se Judith è stata la prima a sbagliare, ti sei comportato come un vero stronzo. E la parte delle banconote avresti potuto risparmiartela, perché a mio parere è stato un vero colpo basso"
"Se è per questo, lei poteva pensarci due volte prima di andare a letto con un altro uomo per ben sei mesi. Non m'interessa né qual è il tuo pensiero né qual è quello degli altri a riguardo, perché io non sono affatto pentito di quello che ho fatto. Ti dirò di più: se dovessi tornare indietro, rifarei tutto quanto da capo e senza alcun rimorso".
Fu il turno del maggiore di sollevare gli occhi al soffitto: Roger non era affatto cambiato crescendo, era rimasto lo stesso ragazzino cocciuto di un tempo, che andava avanti per la propria strada, anche se era sbagliata.
John preferì non insistere su quella faccenda, anche se rimaneva dell'opinione che Roger avesse esagerato con Judith nel prendersi la sua piccola vendetta personale, per non rischiare di litigare, e si concentrò su quello che la stessa giovane gli aveva raccontato tra le lacrime, nel lungo sfogo telefonico che avevano avuto ancora il mese precedente.
"Quando Judy mi ha chiamato per raccontarmi quello che era successo tra voi due, mi ha accennato ad una relazione che tu le hai confessato di avere avuto con un'altra ragazza di nome Ginger: sbaglio o si tratta della stessa Ginger che ti ha chiesto il favore per la sorella?"
"Ahh... Ho capito dove vuoi arrivare" disse il bassista, emettendo uno sbuffo "Judith non ti ha raccontato altro che una marea di cazzate: tra me e Ginger c'è stato solo del sesso in due diverse occasioni. Nessun sentimento e nessuna storia d'amore. Fine della storia. Anzi: ha dimostrato in più di un'occasione un forte senso d'ingratitudine nei miei confronti"
"E perché, allora, hai accettato questo favore per la sorella?"
"Te l'ho già spiegato una volta. L'ho fatto per aiutarla, perché inizialmente mi dispiaceva per lei... Ginger non c'entra niente. Io e lei non siamo mai andati d'accordo, e con quello che è successo il mese scorso ha detto, a sua volta, di non volere avere più nulla a che fare con me. Non ha gradito le rivelazioni che ho fatto a Judith, ma non è un mio problema: quelle notti e quel bacio ci sono stati, anche se si sono trattati di tre casi isolati, prima o poi sarebbero comunque venuti a galla"
"Mh-mh" John si accese una sigaretta a sua volta per rischiarirsi le idee, e si massaggiò la tempia destra: il problema di Roger era più ingarbugliato di una matassa di lana, ed il più grande continuava a chiedersi come avesse potuto infilarsi in una simile situazione "vuoi che ti dia la mia opinione anche riguardo questo? Penso che hai un talento naturale per infilarti nei guai più assurdi, Rog, e che in questo caso dovresti lasciar perdere queste due ragazze, visto che sono anche sorelle. Sei a malapena uscito da un divorzio burrascoso, e vuoi già buttarti a capofitto in due frequentazioni in contemporanea?"
"Tu non hai proprio capito un cazzo di quello che ho detto: io non ho mai parlato di frequentazioni o di storie d'amore!" esclamò il più piccolo, alzandosi di scatto dal divano ed iniziando a camminare avanti ed indietro per il salotto, perché non riusciva più a stare seduto a causa dell'agitazione e del nervosismo: era agitato e nervoso sia perché il fratello non era d'aiuto e sia perché non riusciva a trovare una soluzione al problema che gli arrovellava il cervello da settimane; si stava struggendo così tanto nell'ultimo periodo, poi, che quasi non riusciva a chiudere occhio durante la notte "pensi che sia così stupido da frequentare due sorelle nello stesso momento?"
"Io mi baso su quello che mi hai raccontato, George, ed è questo: con una sorella sei già andato a letto due volte, e per quanto riguarda l'altra hai capito che non ti è così indifferente come credevi in un primo momento, e te ne sei reso conto adesso perché sei stato scoperto e lei non desidera più vederti. A quali conclusioni dovrei scendere, se non a queste? Ma se sei ancora convinto che non abbia capito un cazzo, allora spiegami di nuovo l'intera situazione da capo, avanti. Sono qui apposta per ascoltarti" lo spronò il più grande, la cui pazienza stava iniziando velocemente a consumarsi; il bassista si bloccò al centro del salotto, aprì la bocca per spiegare di nuovo l'intera storia a John, ma si ritrovò a chiudere le labbra senza aver pronunciato alcun suono.
Non era in grado di spiegare con esattezza la propria situazione a John, perché lui per primo non aveva capito nulla.
Aveva solo che un'enorme confusione in testa, resa ancora più fitta dalle poche ore di sonno delle ultime settimane.
"Non lo so, d'accordo? Non lo so, e sono venuto qui apposta perché... Perché ho bisogno del consiglio di una persona esterna. So solo che tra me e Ginger non c'è niente di niente. Non voglio tornare indietro per lei... Ma per sua sorella"
"Vuoi davvero un consiglio da parte mia? Eccoti, allora, l'unico consiglio sensato che posso darti: lascia perdere tutto quanto visto che quella ragazza non vuole più saperne di te, credimi. È la cosa migliore che potesse capitarti vista la situazione delicata in cui ti eri infilato... E se ora decidi di tornare da lei, rischi solo di infilarti in una situazione ancora più delicata della precedente e d'incasinarti ancora di più la vita. Mi sembra che tu sia già abbastanza stressato da non necessitare di un'altra fonte aggiuntiva di stress" Roger non disse nulla in risposta alle parole di John, e si limitò ad annuire ed a portarsi di nuovo la sigaretta alle labbra; dal suo sguardo, John capì immediatamente che per l'ennesima volta stava facendo di testa propria. Poteva quasi riuscire a vedere il filo dei suoi pensieri, che andavano in netto contrasto con il suggerimento che gli aveva appena dato "George, guarda che non sto scherzando! Per una volta in vita tua, per una sola fottuta volta in vita tua, ascolta un mio consiglio, per favore, perché ci sono tutti i presupposti perché questa storia finisca male. Molto male. Sono stato chiaro?".
John era stato molto chiaro, ma Roger ovviamente, e com'era solito fare, non ascoltò il suo consiglio da fratello maggiore preoccupato e quello stesso pomeriggio guidò fino al tranquillo quartiere di Londra in cui era situata casa Anderson e, prima di poter essere colto da qualunque genere di ripensamento, suonò il campanello.
Sperava che ad aprire la porta fosse la stessa Jennifer, o al massimo Pamela, ed invece, per sua sfortuna, da sotto il portico apparve la più grande delle sorelle Anderson, che lo raggiunse subito davanti al cancelletto e lo affrontò a braccia incrociate, con un'espressione seria e con i muscoli del viso irrigiditi.
Era già pronta allo scontro verbale.
"Tu proprio non riesci a capire quello che ti dico oppure è più forte di te fare l'esatto opposto? Si può sapere che cosa ci fai qui? Perché sei venuto? Jennifer non ti ha forse detto che non desidera più avere nulla a che fare con te?"
"Ho bisogno di parlare con lei"
"Ecco, lo stai rifacendo per l'ennesima volta: fai finta di non sentire una sola delle parole che escono dalla mia bocca. Cosa c'è di così complicato nel capire che mia sorella non desidera più vederti? Non pensi di avere già combinato abbastanza guai? Ci tieni così tanto a rigirare il dito nella piaga?"
"Io avrei combinato tutto questo casino?" domandò Roger, indicando sé stesso con l'indice destro, sconcertato perché la rossa gli stava addossando ogni singola responsabilità quando, invece, in quella storia erano in due "ti sei dimenticata chi è stato a dare inizio a questo brillante piano? Io non ho fatto proprio un bel niente, Ginger, sei stata tu a presentarti a casa mia ed a chiedermi, supplicarmi, di farti questo favore".
"Ma non saremo in questa situazione se tu non avessi deciso di tirare fuori vecchie questioni solo per ripicca nei confronti di Judith: se tu non avessi commesso quella cazzata, io non avrei ricevuto nessuna telefonata da parte di David, non ci sarebbe stata nessuna discussione tra noi due e Jen non avrebbe sentito nulla. Invece, grazie a te, non solo mia sorella ha scoperto tutto quanto nel modo peggiore, ma si è convinta di essere stata presa in giro da entrambi e nell'ultimo mese mi parla a fatica. Ho provato più volte a riavvicinarmi a lei, ma continua a tenermi a debita distanza perché è ancora troppo ferita ed amareggiata... Figurati quale potrebbe essere la sua reazione se dovesse vedere te. Non è un buon momento, faresti meglio ad andartene"
"Peccato che io non abbia nessuna intenzione di andarmene dopo il viaggio lungo che ho fatto apposta per venire qui. Sono venuto per parlare con tua sorella e non me ne andrò fino a quando non ce l'avrò fatta. E non m'importa se tu non sei d'accordo, perché non è una decisione che spetta a te, ma a lei: Jennifer è maggiorenne ed è in grado di prendere le proprie scelte. Spetta solo a lei decidere se vuole ascoltare o meno ciò che ho da dirle"
"E cosa vorresti dirle?".
"Non sono affari che ti riguardano. Vorrei parlare con lei, se non ti dispiace"
"Mi dispiace eccome, invece. E comunque al momento non è possibile perché lei e mommi sono uscite per fare alcune commissioni ed io dovrei rientrare perché i bambini sono da soli in salotto e non oso immaginare quello che potrebbero combinare durante la mia assenza"
"Puoi sempre farmi entrare nell'attesa, e poi si vedrà cosa desidera Jennifer".
Ginger scosse la lunga chioma color fuoco con un sorrisetto ironico sulle labbra.
"Scordatelo, io non ho alcuna intenzione di farti entrare"
"Molto bene, allora aspetterò il suo ritorno in macchina"
"Fai come vuoi, Waters, ma tanto non cambierà nulla. Jen è ancora troppo arrabbiata per perdonare me, figuriamoci se è disposta ad ascoltare le tue parole. Ti accorgerai ben presto di avere fatto un lungo viaggio inutilmente" sentenziò la giovane, voltando le spalle al bassista per rientrare in casa, estremamente convinta delle proprie parole, ed a lui non rimase altro che salire in macchina e rimanere in attesa che la più piccola delle sorelle Anderson rincasasse in compagnia della madre adottiva; quando finalmente, dopo quasi un'ora trascorsa a fumare e ad ascoltare senza alcun interesse la radio, vide madre e figlia apparire da infondo la via, ed avvicinarsi al cancelletto dell'abitazione con in mano delle voluminose buste marroni, scese prontamente dalla propria vettura sportiva e chiamò ad alta voce il nome della giovane, attirando la sua attenzione.
Jennifer si voltò subito verso il giovane uomo, le sue guance cambiarono immediatamente colore, ma quando lui la raggiunse, l'espressione sul suo viso esprimeva tutt'altro che gioia; Pamela, invece, appariva piuttosto sorpresa dall' arrivo imprevisto del bassista.
"Che cosa vuoi?" domandò la giovane, tenendo gli occhi verdi fissi sul marciapiede "perché sei qui? Stai cercando mia sorella? Se cerchi lei, è in casa"
"No, non sono venuto per Ginger, ma per te"
"Ahh!" anche se lo sguardo della mora continuava ad essere rivolto verso il basso, non riuscì comunque a nascondere la propria sorpresa "e perché sei venuto per me quando ti ho già detto molto chiaramente che non desidero avere più nulla a che fare con te? Non penso che ci sia altro d'aggiungere a quello che ti ho già detto in ospedale"
"Io desidero comunque parlarti, perché ci sono delle cose che non ti ho detto"
"Ma io non desidero affatto ascoltare queste cose"
"Per favore, Jennifer, ti chiedo solo qualche minuto, nulla di più! Ginger non ha voluto farmi entrare, ti ho aspettata in macchina, penso di avere tutto il diritto di avere la tua attenzione solo per pochi minuti! Puoi ascoltare quello che ho da dirti e poi decidere cosa fare, ma lasciami almeno la possibilità di parlare" insistette Roger, cercando lo sguardo di Jennifer "ho guidato per quaranta minuti apposta per venire fin qui, non voglio andarmene senza essere riuscito a parlarti"
"Jen, avanti, lascia che entri in casa e dagli la possibilità che ti sta chiedendo" Jen alzò gli occhi per puntarli sul viso di Pamela, che aveva deciso d'intervenire dopo aver ascoltato le suppliche di Roger "è venuto qui apposta per te ed ha aspettato che rincasassi, è giusto che tu gli dia almeno l'opportunità di parlare. E come ha detto lui stesso, poi sarai tu a scendere alle dovute conclusioni una volta averlo ascoltato"
"Esatto" la incalzò nuovamente il diretto interessato "dopo potrai anche cacciarmi di casa e mandarmi deliberatamente a quel paese, ti chiedo solo l'opportunità di essere ascoltato. Solo questo".
Jennifer strinse contro il proprio petto la busta della spesa che reggeva, guardò ancora la madre adottiva e poi commise l'errore di voltarsi e fare lo stesso con Waters; quando vide gli occhi chiari del giovane uomo, e l'espressione supplicante sul suo viso, che appariva così sincera, non riuscì più a dimostrarsi ferma e decisa nei suoi confronti: con un filo di voce, ritornando a fissare il marciapiede, gli disse che poteva entrare in casa e lui, visibilmente sollevato perché era riuscito a compiere il primo passo in avanti, si offrì di portare entrambe le buste della spesa.
Quando il trio entrò in casa, Ginger apparve immediatamente dal salotto con l'intento di raccontare alla madre ed alla sorella adottive quello che era accaduto appena un'ora prima; era convinta che nel frattempo il bassista se ne fosse andato, che si fosse arreso, non si aspettava di vederlo, e di conseguenza spalancò gli occhi e s'immobilizzò.
"Che cosa ci fa lui qui?" chiese in un soffio "gli avevo detto di andarsene perché Jen non è interessata ad ascoltare le sue parole, perché è entrato in casa?"
"Ginger, va tutto bene" intervenne Pam, lanciando un'occhiata eloquente alla figlia adottiva maggiore, mentre Jennifer si toglieva il cappotto e Roger posava a terra le buste della spesa "devono solo parlare"
"No, invece, non va affatto bene!" s'impuntò la rossa, indirizzando uno sguardo carico di odio al bassista, che rispose con uno distaccato "Jen gli ha già detto che non vuole ascoltarlo e che non ha altro da dirgli, quindi la sua presenza in casa non ha alcun senso. Deve andarsene immediatamente. Io non lo voglio vedere qui"
"Ginger, smettila, non sono affari che ti riguardano!" questa volta fu Jennifer ad intervenire, ed a propria insaputa usò le stesse parole che un'ora prima aveva pronunciato il giovane uomo "ti sei già impicciata abbastanza nella mia vita, impara a starne fuori d'ora in avanti! Vieni, andiamo nella mia camera, così possiamo parlare con calma e con la dovuta privacy".
Dopo aver lanciato una frecciatina alla sorella adottiva maggiore, Jen invitò Roger a seguirlo in salotto, lasciando la rossa sconcertata e senza parole; quest'ultima, dato che non poteva più prendersela con loro due, rivolse la propria furia verso Pamela.
"E tu non dici nulla a riguardo? Lasci che accadano cose come questa senza intervenire?"
"Mary Jane, io proprio non ti capisco!" esclamò la donna, posando le mani sui fianchi, sempre più sconcertata "quel giovane ha chiesto a Jen solo la possibilità di parlarle, perché mai avrebbe dovuto dirgli di andarsene senza avere prima ascoltato le sue parole? E perché ti sei rifiutata di farlo entrare, costringendolo ad aspettare in macchina dopo il lungo viaggio che ha fatto? Io proprio non riesco a capire perché assumi atteggiamenti come questo quando si tratta di lui! Cambi completamente!".
Ginger si ritrovò ad aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono, come un pesce, ed infine strinse le mani a pugno e rivolse un'occhiata risentita a Pam.
"Non capiresti" si limitò a dire in un soffio, prima di tornare ad occuparsi dei figli.
Jennifer fece accomodare Roger nella sua camera da letto, chiuse la porta e si sedette sul bordo del letto singolo mentre lui era ancora in piedi ed indeciso se accomodarsi a sua volta o se aspettare che fosse lei ad invitarlo.
"Prima che tu possa dire qualunque cosa, sappi che so tutto quanto sulle mie condizioni di salute"
"Quindi tua madre e tua sorella sono riuscite a trovare il momento opportuno per parlartene?" domandò il bassista, preferendo rimanere in piedi vicino alla porta chiusa almeno per il momento "oppure hai sentito accidentalmente anche questo quel giorno in soffitta? Perché io ho continuato a ripetere a Ginger di raccontarti la verità il prima possibile, prima che tu potessi scoprirla in un modo simile, ma lei non ha mai voluto ascoltarmi... Ha il brutto vizio di non ascoltare mai i consigli che le vengono dati, e finisce sempre per mettersi nei guai con le sue stesse mani"
"Sì, quel giorno vi ho sentiti discutere anche della mia malattia, ma non è stato in questo modo che l'ho scoperto... Avevo già sentito mommi e Ginger parlarne quando sono stata dimessa dall'ospedale dopo il primo malore, ma ho aspettato apposta perché volevo vedere loro due che cosa avrebbero fatto" spiegò la ragazza, intrecciando le mani in grembo per resistere alla tentazione di giocherellare con una ciocca di capelli; riuscì a resistere solo pochi secondi, però, perché la sua mano destra andò in automatico verso la folta capigliatura nera "comunque questo non ha importanza: sei venuto qui per parlarmi e quindi parla, anche se immagino che abbia a che fare con la mia malattia e con quello che mia sorella ha organizzato alle mie spalle. Per curiosità, che cosa ti ha promesso in cambio visto che voi due a malapena riuscite a sopportarvi?"
"Beh, sai, inizialmente voleva firmare un assegno in bianco, ma ho rifiutato la sua offerta perché i soldi non mi mancano affatto e perché sembrava quasi che stessi acconsentendo a prostituirmi volontariamente" Roger voleva fare una battuta per riuscire a strappare un sorriso a Jennifer, ma non ottenne l'effetto desideravo e si pentì subito di non avere pensato a qualcosa di meno penoso "non è mai stata una presa in giro, Jennifer. Tua sorella ha sempre agito con le migliori intenzioni, anche se ha commesso un grosso errore. Lei e vostra madre non sapevano come comunicarti la diagnosi dei medici, e voleva solo che fossi tranquilla e che non avessi alcun sospetto. A modo suo, ha fatto tutto questo per proteggerti"
"Quindi tu non sei stato una presa in giro? Andiamo, Roger, tu non mi avresti mai guardata in qualunque altra circostanza, perché sei abituato ad un genere completamente diverso di ragazze... Un genere a cui io non mi avvicino neppure lontanamente!".
Roger guardò Jennifer e concordò silenziosamente con lei.
No, non aveva proprio nulla a che fare con tutte le giovani disinibite con cui aveva condiviso l'avventura di una notte. E non aveva nulla in comune neppure con Judith.
La conoscenza più approfondita di Jennifer lo aveva portato a confermare quella che era stata la sua primissima impressione: Jen era tutta acqua e sapone, la classica ragazza della porta accanto.
"Ammetto che in un primo momento ho accettato per quello che tua sorella mi ha raccontato, ma ti assicuro che ho cambiato idea in pochissimo tempo. Mi piace trascorrere le ore a chiacchierare in tua compagnia, Jen, lo trovo molto rilassante"
"Però non hai un aspetto molto rilassato"
"Questo perché è da tanto che non facciamo una delle nostre chiacchierate: direi che tutto combacia alla perfezione, non ti sembra?" questa volta non solo la battuta riuscì meglio al bassista, ma ottenne perfino il risultato di strappare un veloce sorriso alla giovane, che fino a quel momento era sempre stata terribilmente seria "hai visto? Hai sorriso, e se hai sorriso significa che mi credi e che non sei più così arrabbiata con me. Vorrei davvero che tu mi credessi, perché non ti sto raccontando una bugia. A te non potrei mai mentire"
"Allora rispondi in tutta onestà ad una mia domanda: sei venuto qui di tua spontanea volontà oppure sei stato ancora contattato da Ginger? È stata una tua libera scelta o si tratta di un tentativo da parte di mia sorella per essere perdonata?" chiese, allora, Jennifer; una parte di lei voleva credere alle parole del giovane uomo, ma l'altra nutriva ancora una profonda diffidenza dopo l'esperienza vissuta in soffitta.
Waters scosse la testa.
"Ti assicuro che tua sorella non c'entra un bel niente con la mia visita di oggi. Io e lei non ci vediamo da quel giorno in ospedale, ed hai visto anche tu quant'era furiosa quando mi ha visto entrare in casa. E non dimenticare che prima del tuo arrivo mi ha costretto ad aspettare in macchina"
"E sei venuto qui, per chiarire tutto quanto, solo perché ti piace parlare con me?"
"Parlare è relativo, mi piace trascorrere il tempo in tua compagnia... Era quello il senso delle parole che ho detto poco fa".
Jennifer sentì le guance diventare calde, ma si ripeté che non doveva perdere la testa.
"E... Per quanto riguarda Judith? Voglio dire... So che si tratta di un argomento delicato e di cui, sicuramente, non vuoi parlare, ma... Voi due avete divorziato da poco, dopo essere stati insieme per tanti anni..."
"Sì, è vero, ma francamente, per quanto mi riguarda Judith è un capitolo chiuso che mi sono lasciato definitivamente alle spalle" affermò il giovane uomo, senza mai vacillare.
Dopo la piccola e personale vendetta che si era preso, per lui Judith Trim non era altro che quello: un capitolo chiuso di un libro che non avrebbe mai più aperto, e lo dimostrava il fatto che ad un mese di distanza non si sentiva affatto pentito di averla trattata per quello che era veramente.
Jen abbassò per un momento lo sguardo, sia per nascondere le guance rosse (odiava arrossire per così poco) e sia per nascondere il sorriso soddisfatto che proprio non era riuscita a ricacciare indietro alla notizia che non c'era alcun pericolo concreto che l'ex signora Waters potesse ritornare a far parte della vita del bassista; tuttavia, anche in questo caso, come poco prima, ritornò subito seria, perché era rimasta ancora una domanda da fargli.
Quella più importante.
E questa volta doveva farla guardandolo negli occhi.
"Roger, tu lo sai che sono malata, vero? Sai che la mia malattia è seria e sai anche a che cosa può comportare una malattia seria?"
"Sì, lo so" rispose lui, senza esitare per un solo istante, continuando a dimostrarsi sicuro come nel caso delle risposte precedenti "ma preferisco non guardare troppo avanti nel futuro e concentrarmi nel presente. E nel presente in cui mi trovo io, adesso, non vedo nulla di preoccupante nel tuo aspetto, e questo mi basta. Ed un'altra cosa che so per certa è che nelle ultime settimane ho pensato a te così tanto da non riuscire quasi più a chiudere occhio di notte, ed è stato questo a spingermi a salire in macchina e guidare fin qui con la speranza di essere ascoltato da te... Ed ora che l'hai fatto, come ti ho detto sei libera di fare tutto ciò che vuoi, compreso, ovviamente, cacciarmi di casa e mandarmi deliberatamente a quel paese"
"Non penso di voler fare nulla di tutto questo. Le tue parole mi sono sembrate sincere, e come tu vuoi concentrarti sul presente e non pensare troppo al futuro, io allora voglio fare lo stesso a mia volta, lasciando perdere il passato. Possiamo dire che quello che è accaduto tra noi due, altro non è stato che un semplice fraintendimento?"
"Sono contento di sentirti dire queste parole, perché per un attimo ho temuto davvero che potessi cacciarmi e mandarmi a quel paese".
Roger sorrise di nuovo, Jennifer non poté fare altro che ricambiare e tra i due scese improvvisamente il silenzio; la giovane lasciò andare la ciocca di capelli che fino a quel momento aveva continuato a tormentare e lui, d'istinto, gliela sistemò, con un gesto delicato, dietro l'orecchio destro, soffermandosi poi sul contorno del viso, che percorse con l'indice sinistro.
Forse non era la scelta migliore da prendere, visto che poche ore prima aveva dimostrato al fratello maggiore di avere solo che un'enorme confusione nella mente, ma il bassista si ritrovò ugualmente ad avvicinare il viso a quello di Jen fino a far combaciare le loro labbra, e lei non oppose alcuna resistenza né si tirò indietro girandosi dall'altra parte; non approfondì il bacio con la lingua, però, perché ricordava che Ginger gli aveva detto che la sorella più piccola non aveva mai avuto esperienze romantiche con il sesso opposto, e non desiderava bruciare troppo le tappe e vederla ritrarsi.
Jennifer aveva un aspetto così delicato, a prescindere dalla malattia, che dava l'impressione di poter essere turbata con la massima facilità.
Il bacio durò nel complesso appena una manciata di secondi: i due giovani si ritrovarono costretti ad allontanarsi bruscamente l'uno dall'altra quando la porta della camera si aprì all'improvviso, senza che la persona dall'altra parte avesse prima bussato per accertarsi di non invadere la loro privay; Ginger s'immobilizzò vicino alla porta, con la mano destra ancora stretta al pomello, e guardò la sorella adottiva minore ed il bassista seduti sul bordo del materasso: lei con lo sguardo rivolto verso la finestra e lui intento a fissare gli anelli che indossava.
"Ero venuta a controllare che tutto andasse bene... Va tutto bene?" domandò, alternando prima lo sguardo tra i due e concentrandosi poi su Jennifer.
"Sì, va tutto bene, non c'era bisogno che entrassi in questo modo. Ti dispiace lasciarci soli di nuovo? Stavamo finendo di discutere" dal tono di voce di Jen, la rossa capì che era meglio accontentare la sua richiesta senza insistere ulteriormente; lanciò un'ultima occhiata ai due, richiuse la porta e, dopo un attimo di esitazione, si avviò verso le scale per tornare in salotto.
Si fermò una seconda volta, però, dinanzi al primo scalino e si voltò a guardare la porta della camera da letto di Jennifer, quella che un tempo era appartenuta a loro due, mordendosi il labbro inferiore.
Forse era stata solo una sua impressione, ma quando aveva spalancato la porta della camera, senza alcun preavviso, le era sembrato di vedere Roger e Jennifer vicini.
Fin troppo vicini, per i suoi gusti.
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