Sai Penelope, per quanto odio ammetterlo e faccio finta che non sia così, non posso fare a meno di sognarti ogni notte.
Sono sicura che riderai di me eppure ciò non mi recherebbe fastidio come tanto tempo fa, probabilmente perché mi darebbe la possibilità di sentire di nuovo la tua risata.

Dal momento della tua scomparsa, ho iniziato a dimenticarmi passo per passo il tuo volto e la tua voce, procurando in me una paura tremenda di scordarti del tutto.
Per questo motivo una fotografia che ritrae noi due, ad essere precisa quella scattata al tuo ultimo compleanno, si trova sul comodino.

Quanti anni saranno passati da allora?

Tenevi ancora quel taglio voluminoso e mosso nella parte finale, per cui spesso ti prendevo in giro perché mi ricordavi le tipiche attrici dei vecchi film holliwoodiani.
La chiamavi l'acconciatura "Like a Lady", come la rivista di moda che con tanta voracità leggevi ad ogni nuova uscita.

Chissà di quale colore ti sarai tinta questa volta i capelli, o quale acconciatura porti adesso. Sicuramente ti donerà, avendo buon occhio riguardo a queste cose, a differenza mia.

La me del passato non avrebbe mai creduto in una scena simile, pensando fermamente che tu, la tua immagine e i ricordi creati in tua compagnia sareste rimasti per sempre nella mia memoria e nel mio presente.

Eppure mi sbagliavo, forse perché come una bambina piccola credevo nella fiaba dal lieto fine, ignorando la possibilità di un finale diverso. Dopotutto mi hai detto che sono molto infantile l'ultima volta che abbiamo parlato: come sempre avevi ragione.

Vorrei raccontarti così tante di quelle cose, dalle più inutili alle più interessanti, solo per trascorrere un po' di tempo con te e, viceversa, sentire ciò che hai fatto durante la tua assenza.

Sei andata a Parigi come tanto desideravi?
Mi ricordo ancora con quanto entusiasmo parlavi dei tuoi sogni, volevi aprire una boutique di moda e vivere lì con me.

Per quanto non l'ho mai dato a vedere, mi rassicurava il fatto che mi immaginavi al tuo fianco nel tuo futuro ideale.
Tu volevi la mia compagnia, scegliendo me tra sette miliardi di persone sulla terra, e non potevo fare a meno di sentirmi felice di essere la prima scelta di qualcuno, almeno per una volta nella mia vita.

Tutt'oggi mi incolpo per come è andata a finire.

Forse non dovevo dirti quelle cose, pronunciate per il terrore che stava lentamente iniziando a prendere il controllo sul mio corpo.

Ora che ripenso a ciò, comprendo i miei sbagli e quanto fossi immatura ma devi perdonarmi, non potevo immaginare che questo sarebbe stato il risultato.

I motivi del nostro litigio li ricordo in modo molto preciso, probabilmente l'unica memoria che ho di te che la mia mente non ha modificato nel tempo.

Volevi sposarmi e scappare via da qui, da questa città piena di occhi e orecchie pronte a sparlare, perché non volevi vedermi soffrire per amore.

Amore che provavo per te e non potevo esprimere.

Una fuga d'amore, una esperienza di cui molte ragazze sognano. La dimostrazione d'amore più bella che qualcuno può fare all'amata.

Eppure avevo paura.

Paura del giudizio altrui, terrore della reazione dei miei genitori e della società di fronte a questo amore anomalo.

Ti prego di perdonarmi per le cattive parole che ti ho rivolto, per i "non ti ho mai amata" e per i "sarebbe meglio se morissi, lasciandomi finalmente in pace".

Non era veramente ciò che pensavo e spero che anche tu lo comprenda.

Non è vero che non ti ho mai amata, mentirei e negherei il mio primo e più grande amore.

Non volevo la tua morte né tantomeno mi avrebbe portato pace, tutt'altro.

Ogni mattina mi spavento, ripensando al tuo letto vuoto nell'altra stanza.

Ma sono sicura che stai bene, non è così?

Lo so che sei ancora viva da qualche parte, a girovagare per il mondo per riuscire a raggiungere il tuo sogno.

Sarai una stilista famosa, ottenendo una boutique a Parigi che avrà dozzine di clienti all'ora.

Io credo in te.

Perciò, ritorna a casa e prendimi con te, per rendermi partecipe del tuo futuro, non lasciando mai più il tuo letto vuoto.