Empire Records
Breve guida ai Character x Reader:
• Y/N: your name (il tuo nome);
• Y/L/N: your last name (il tuo cognome);
• Y/H/C: your hair color (il tuo colore di capelli);
• Y/E/C: your eyes color (il tuo colore degli occhi).
☾
Summer, '76
L'insegna sul tetto del negozio, che riportava a caratteri cubitali la scritta Empire Records, cominciava a mostrare i segni del tempo e del suo scorrere continuo ed eterno.
Il negozio in questione, di piccole dimensioni e stra-fornito di vinili, si trovava all'angolo di una stradina poco distante dal centro di Canterbury ormai da molti anni e, sebbene avesse dovuto fare i conti con una concorrenza feroce svariete volte, Red, il proprietario, era sempre andato fiero del fatto che i clienti non fossero mai mancati, all'Empire Records.
«Spicciati a sistemare quei vinili, ragazzo. Ci sono dei clienti» disse, con un sigaro tra i denti, rivolto a un sedicenne intento a ordinare con cura i dischi dei Queen su una mensola.
Remus Lupin aveva iniziato a lavorare in quel negozietto Babbano alla fine della scuola, per dare il suo contributo all'entrate economiche di famiglia.
Nonostante il fatto che Red fosse un uomo decisamente scorbutico e irascibile, e il fatto che alle volte fosse difficile approcciarsi ai clienti – come alla signora Berg, che aveva dei problemi d'udito, e costringeva il ragazzo a urlare che di dischi di Paul Anka non erano più disponibili –, al giovane mago piaceva moltissimo passare il tempo lì.
Ogni mattina, alle otto in punto, pedalava in bici dalla casupola di campagna dove viveva fino al negozietto, apriva la serranda e aspettava lì, leggendo, che Red arrivasse e gli dicesse cosa sistemare e dove; poi si sedeva nuovamente sulla pila di scatoloni e riprendeva a leggere, fin quando non sentiva la porta aprirsi e si affrettava a servire i clienti.
«Arrivo» rispose poi lui, voltandosi verso l'ingresso del negozio per lanciare uno sguardo ai primi clienti di quella mattina.
Immediatamente, il suo cuore perse qualche battito.
Dalla pesante porta di legno era appena entrata una ragazza che Remus conosceva molto bene.
Aveva visto Y/N svariate volte tra i corridoi di scuola, e spesso i due si scambiavano dei saluti veloci, i quali riuscivano sempre a mettere il ragazzo di buon umore.
Remus sapeva che Y/N amava leggere, perché spesso la trovava rannicchiata nella sua poltrona preferita, in Biblioteca, tutta intenta ad assaporarsi un libro.
In quei momenti, Remus rimaneva in disparte, ben attento a non disturbarla, e osservava, affascinato, come le espressioni di lei cambiassero in modo naturale in relazione a ciò che leggeva.
Più volte avrebbe voluto approcciarsi alla ragazza, anche solo per qualche minuto; magari, avrebbe potuto consigliarle un libro, o prestargliene uno.
Ma, inevitabilmente, la sua timidezza glielo aveva sempre impedito.
E si odiava per questo, davvero, ma Y/N semplicemente gli rendeva le cose difficili, con quel suo sguardo dolce negli occhi e quei suoi modi gentili.
Si rese conto d'essere rimasto a fissarla per qualche minuto, come inebetito, solo quando avvertì una presenza alle sue spalle.
«Ragazzo!» lo richiamò Red, con una forza tale da far sobbalzare il suo dipendente.
«Cosa aspetti?» continuò l'uomo, una volta che Remus si fu voltato verso di lui, «Una cliente è proprio lì, a girovagare! Forse ha bisogno d'aiuto, che dici?» aggiunse poi, indicano Y/N che camminava distrattamente tra gli scaffali di vinili, poco distante da loro ma abbastanza lontana da non sentir ciò che stavano dicendo.
«Potrei... ehm... continuare a sistemare questi?» chiese debolmente Remus, indicando i dischi vicino a lui.
Si sentiva in soggezione e per questo era certo che avrebbe fatto qualche figuraccia, perciò la sola idea di avvicinarsi a lei lo terrorizzava.
Red assottigliò gli occhi e cominciò a farsi sempre più vicino, tanto da costringere Remus a sgranare gli occhi, «E perché mai?»
Il ragazzo continuava a indietreggiare, nel disperato tentativo di trovare qualcosa di intelligente da dire, e nel farlo si ritrovò a sbattere contro lo scaffale da cui Y/N, proprio in quel momento, stava cercando di prendere un disco.
L'urto fu tale che qualche vinile oscillò pericolosamente, ma Red fu abbastanza veloce da impedire che cadesse e, rivolgendosi alla ragazza, sfoggiò uno di quei sorrisi visibilmente bugiardi che riservava solo ai clienti.
«Buon giorno, signorina. Scusi l'imprevisto: a me e al ragazzo, qui» e così dicendo, afferrò la spalla di Remus, il cui volto si faceva sempre più scarlatto, «Piace fare gli scemi. Ora, sono certo che lui possa aiutarla in tutto ciò che desidera.»
E, dopo una particolare raccomandazione in merito ai nuovi giradischi in negozio, lasciò Remus da solo, di fronte a lei, con un fastidioso dolore alla schiena e un imbarazzo sempre crescente.
Y/N sorrise, «Ciao, Remus. Non sapevo lavorassi qui. Anche tu vivi a Canterbury?»
Un unico, grande, pensiero si fece largo nella mente del ragazzo: mi sta sorridendo.
Incapace di pensare ad altro, si limitò a guardarla, senza proferire parola.
Fu solo quando una vocina interiore gli gridò che stava facendo la figura dell'idiota, che si riscosse e rispose, a voce bassa: «No... è che noi ci trasferiamo spesso. Viviamo qui da meno di un anno.»
«Oh, capisco» rispose la ragazza, di rimando.
Per qualche minuto si sorrisero a vicenda, e basta, fin quando Y/N non ridacchiò leggermente e gli sussurrò: «Credo proprio che il tuo capo si stia chiedendo come mai non mi stai mostrando nulla.»
Remus si costrinse a distogliere lo sguardo da lei e a rivolgerlo a Red, il quale, effettivamente, lo fissava con aria diffidente, da dietro il bancone.
«Lo credo anch'io» fece lui.
Y/N si schiarì la gola e, senza abbandonare il sorriso, disse ad alta voce, in modo che Red la sentisse: «Allora, uhm, dove sono i vinili dei Beatles?»
Remus sorrise spontaneamente davanti al suo modo di fare, così naturale, disinibito, e sperò che anche lui potesse essere così; magari, in quel modo, sarebbe riuscito a chiederle un appuntamento tutte quelle volte in cui ne aveva avuto l'occasione, in Biblioteca.
«Di qui, te li faccio vedere» rispose lui, sentendosi molto più a suo agio, con lei.
Così, in uno slancio di entusiasmo, prese qualche vinile per mostraglielo.
Una disinvoltura, la sua, destinata a morire subito: circa due minuti dopo, percependo i suoi occhi addosso e invaso dalla paura di sbagliare qualcosa, provocò la caduta al suolo di qualche disco.
Il tonfo fece scattare Red dalla sedia e Y/N, che se ne accorse, si abbassò immediatamente per raccogliere i vinili ed esclamare: «Oh, mi dispiace! È colpa mia.»
Remus fece per dire qualcosa ma Red glielo impedì: «Non si preoccupi, signorina! Non è nulla!»
«Per fortuna non si sono rotti» constatò poi Y/N, «Comunque, prendo questi due» aggiunse infine.
Remus si recò al bancone e, quando fu certo che Red non fosse a portata d'orecchie, bisbigliò: «Non dovevi prenderti la colpa. Sono io che sono un disastro.»
«Non lo sei, Remus» lo rassicurò lei, «E poi, mi sarebbe dispiaciuto troppo se ti avesse rimproverato. Io, invece, non avrei potuto subire chissà quali conseguenze: il cliente ha sempre ragione, no?»
Il ragazzo non poté far altro che sorriderle.
Dopotutto, con lei sorridere era la cosa più naturale del mondo.
La ragazza prese delicatamente la busta con i suoi acquisti e lo salutò, poi fece per andarsene.
In quell'istante, Remus si sentì invadere da una forza quasi sconosciuta e, davanti alla prospettiva di perderla di vista (una prospettiva terrificante, per lui), esclamò: «Y/N!»
Lei si voltò, «Sì?»
«L'Empire Records chiude alle quattro. Ti va un gelato a quell'ora?» domandò velocemente, quasi per paura di non riuscire a dirlo mai più.
Y/N sorrise per l'ennesima volta, quella mattina, «Mi piacerebbe molto.»
Poi uscì dal negozio con i dischi che non aveva avuto intenzione di comprare... almeno, fino a quando non aveva visto quei due occhi nocciola che tanto l'avevano ammaliata, a scuola.
*****************************
☽ Angolo Moony:
Salve! Innanzitutto, grazie per essere qui.
Okay, so che quello che hai letto molto probabilmente ha fatto schifo, ma sappi che è la prima volta che scrivo una One-Shot "Character x Reader"!
Può essere una giustificazione? No? Okay, ci ho provato.
In ogni caso, mi è venuta l'ispirazione dopo che ho visto il film Empire Records, e dato che pensare ai Malandrini mi viene spontaneo, eccoci qui.
E niente, spero che non sia stato tempo completamente inutile.
Nel caso, ti lascio della cioccolata!
Alla prossima,
Fatto il misfatto
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top