Capitolo 21 ~The Ball of Memory
(In fondo trovate tutte le foto degli abiti/trucchi/pettinature per il ballo)
Il 2 Maggio arrivò così in fretta che tutta la scuola stentò a crederci. Aeline era uscita dall'Infermeria cinque giorni dopo l'incidente con Delphi e, finalmente, era ufficialmente la ragazza di Scorpius Malfoy. Albus si era fatto coraggio e aveva chiesto a Josie McKinnor di uscire con lui e, miracolosamente, aveva accettato. Sfortunatamente a James non era andata altrettanto bene: aveva provato a chiedere a Isabel McKinnor di uscire ma l'aveva rifiutato sulla scia di Adrien Smith, un Corvonero del suo anno.
Il ballo si sarebbe tenuto alle 21:00 nel parco. I prefetti e i caposcuola stavano aiutando gli insegnati con i preparativi. Albus e Aeline stavano sistemando meglio le luci.
Il ballo si sarebbe tenuto presso il Campo di Quidditch che, per l'occasione, era stato colorato di blu scuro. Al centro era sta posizionata una pista da ballo. La location era stata accuratamente pensata nei minimi particolari. Quando gli invitati sarebbero entrati, alla loro destra avrebbero trovato, lungo le tribune, il rinfresco posizionato su lunghi tavoli argentati. Esattamente dalla parte opposta, in fondo a sinistra, era stato costruito un palco che avrebbe ospitato i musicisti. Tra queste, una lunga pista da ballo argentata era stata costruita. Il tutto sarebbe stato illuminato da centinaia di piccole candele che avrebbero illuminato il campo non appena avesse fatto buio.
Durante tutta la giornata, essendo dedicata alla memoria dei Caduti in guerra, sarebbero state annullate ogni tipo di lezione e attività extra-scolastica.
Quel giorno sarebbero stati chiamati diversi protagonisti della guerra i quali avrebbero tenuto dei corsi di approfondimento durante la giornata.
Éméline, insieme a Ginny e Daphne Greengrass, avrebbero tenuto un approfondimento sulle trasformazioni di Hogwarts durante la dominazione dei Mangiamorte.
Harry, Ron e Hermione avrebbero parlato di cosa significava essere dei fuggitivi e ricercati all'epoca e della loro missione di trovare gli Horcrux.
La professoressa McGonagall, il professor Flitwick e il professor Longbottom avrebbero parlato delle difese di Hogwarts e della battaglia.
Draco Malfoy e Pansy Parkinson avrebbero fatto un approfondimento su cosa significasse essere un Mangiamorte contro la propria volontà.
Infine, Fred e George Weasley e Kingsley avrebbero parlato di come l'Ordine della Fenice si fosse evoluto e di cosa essi fecero per combattere Lord Voldemort.
Dopo ore di trattative i prefetti e i caposcuola erano inoltre riusciti a convincere gli insegnanti a coinvolgere nel progetto coloro che erano tornati in vita a causa della Pietra dicendo che sarebbe stato ancora più interessante. Si era quindi deciso che Severus Piton sarebbe stato con Draco e Pansy per parlare del suo doppio-gioco. Remus avrebbe aiutato i gemelli Weasley e Kingsley a parlare dell'Ordine della Fenice e Tonks avrebbe aiutato i professori che descrivevano la battaglia.
Le varie discussioni si sarebbero svolte a partire dalle 8:30 e sarebbero durate un'ora e mezza l'una. Gli studenti avevano, una settimana prima, ricevuto il seguente avviso:
Giornata in onore dei Caduti
2 Maggio 2020: le lezioni saranno annullate e ogni studente dovrà partecipare a tutte le seguenti attività:
Hogwarts sotto i Mangiamorte, tenuto da Éméline Potter, Ginevra Weasley e Daphne Greengrass;
La vita da ricercati e fuggitivi, tenuto da Harry Potter, Ronald Weasley e Hermione Granger;
La battaglia di Hogwarts e le difese, tenuto da Minerva McGonagall, Neville Longbottom, Vitius Flitwick e Ninphadora Tonks;
L'Ordine della Fenice ai tempi della guerra, tenuto da Fred e George Weasley, Remus Lupin e Kingleys Shacklebolt;
Tra le fila dei Mangiamorte, tenuto da Draco Malfoy, Pansy Parkinson e Severus Piton.
Ogni studente dovrà, entro Martedì 27 Aprile comunicare ai propri prefetti in che ordine avrebbe piacere di ascoltare tali interventi.
Sabato 2 Maggio ogni studente dovrà farsi trovare alle 7:30 in Sala Grande per la colazione e per definire i dettaglia della giornata.
Cordiali saluti, la preside Minerva McGonagall.
Fu così che, puntualmente, alle 7:30 di sabato mattina tutta Hogwarts si trovava nella Sala Grande in divisa. Come di consueto ogni studente indossava, al posto della cravatta con i colori della sua casa, una cravatta nera con ricamate due bacchette incrociate in segno di lutto.
Giunti alla fine della colazione, la preside si alzò.
-Molto bene ragazzi. Come tutti sapete, oggi è un giorno molto importante. Esattamente 22 anni fa, molti ragazzi come voi erano seduti in questa stanza per mangiare qualcosa prima delle lezioni. Nessuno si sarebbe immaginato che quella notte, decine e decine di vite di sarebbero spente. Ma è importante ricordare che ogni persona che quella notte ha dato la sua vita, lo ha fatto per garantire un mondo più sicuro e felice in cui far vivere le generazioni future: in cui far vivere tutti voi. Per chi non l'ha ancora studiata o non ne ha mai sentito parlare, quella fu la peggiore battaglia che si consumò tra queste mura. La nostra scuola venne pressoché distrutta. Quella notte, Lord Voldemort fu ucciso una volta per tutte poco prima dell'alba. Un'alba che, per il mondo magico, ha segnato una nuova era. E per questa ragione è importante tenere bene a mente il sacrificio di giovani ragazzi e ragazze, alcuni addirittura di quattordici e quindici anni, che diedero la loro vita per sconfiggere una volta per tutte il male. Per questa ragione, ora faremo un minuto di silenzio, in loro memoria.- disse. Tutta la scuola si alzò in piedi e, con la testa chinata, stette in silenzio. C'era chi rimuginava sulle parole dell'insegnante, chi cercava di immaginarsi come doveva essere stata la guerra e tutto il resto.
Quando il minuto di silenzio passò e gli studenti si rimisero a sedere, la preside continuò.
-Le attività inizieranno alle 8:30 e dureranno un'ora e mezza l'una. Ci ritroveremo qui per il pranzo alle 13:00 per ricominciare alle 14:00. Finiremo per le 17:00. Alle 19:00 verrà servita la cena e infine il Ballo avrà inizio alle 21:30. Per quanto riguarda le disposizioni: "Hogwarts sotto i Mangiamorte" si terrà nell'aula di Trasfigurazione,
"La vita da ricercati e fuggitivi" nell'aula di Astronomia,
"La battaglia di Hogwarts e le difese" nell'Aula di Storia della Magia,
"L'Ordine della Fenice ai tempi della guerra" nell'Aula di Aritmanzia che, per chi non lo sapesse, si trova nella Turris Magnus,
"Tra le fila dei Mangiamorte" nell'aula di Rune Antiche che si trova al sesto piano. L'ordine delle attività che ognuno di voi seguirà è indicato sull'orario che avete in mano.- disse prima di fare un movimento rapido con la bacchetta e far apparire in mano ad ogni alunno un foglio rettangolare con l'orario.
-Andate ora.- concluse l'insegnante e tutti si alzarono.
La mattinata si svolse secondo i piani: ogni studente sapeva dove andare e quando. Le prime tre attività volarono e in men che non si dica giunse l'ora di pranzo. Dopo una splendida esibizione canora del Coro delle Rane tutti i ragazzi e gli invitati si buttarono sul buffet di Hogwarts.
-Come sono andate le prime ore?- chiese Fred a sua moglie.
-Benissimo. Devo dire che mi sono sembrati molto interessati. Hanno fatto così tante domande... per non parlare di Gregory Lewis, hai presente no? Quel ragazzino amorfo che fa sempre domande? Ha iniziato con le domande prima ancora che iniziassi a parlare. A te?- disse Éméline.
-Ovviamente bene come al solito, con il mio fascino posso ammaliare chiunque.- le rispose il marito con uno sguardo malizioso. Quando erano ancora dei ragazzi lei odiava quando lui se ne usciva con quella frase.
-Beh, considerando l'alto numero di presenze alla nostra prima ora direi che ha molto più fascino di te.- intervenne Daphne.
-Ah davvero? Eppure, le lezioni tenute da me e da mio fratello sono quelle in cui si ride di più.-
-Te lo concedo, ma questo vuol dire che non siete abbastanza interessati da avere cento ragazzini che pendono dalle vostre labbra!- continuò Daphne battendo il cinque all'amica. Sopratutto negli ultimi anni avevano legato molto. Anche grazie a Draco avevano iniziato ad uscire quando Ted era ancora piccolo e si erano trovate molto in sintonia anche con Pansy.
-Siete delle cause perse voi donne, non cogliete mai l'ironia...- disse sconsolato Fred.
-Oh no tesoro, sbagli di grosso: io lo colgo benissimo il sarcasmo. È solo che dopo tutti questi anni a volte ne ho proprio sopra i capelli.- gli disse Éméline ridacchiando.
Continuarono a battibeccare per tutto il pranzo, interrotti solo dal coro e dagli interventi degli insegnanti e dei colleghi.
Verso le 13:45 la preside si alzò dicendo che era quasi il momento di iniziare ad andare a sentire gli ultimi interventi della giornata. I vari relatori si alzarono per dirigersi nelle loro aule mentre i ragazzi si accingevano a finire di mangiare e a fare un'ultima tappa bagno.
-Non sapevo che Aeline facesse parte del coro.- disse una voce dietro Éméline.
-Severus. Mi hai spaventata, credevo fossi con Draco e Pansy. Comunque si, lei e Louis sono praticamente gli unici della famiglia che non giocano a Quidditch e che invece fanno parte del coro.-
Éméline si girò verso il suo padrino. Nonostante tutto, erano invecchiati. Non di molto, ma un po' si. Avevano più o meno 16/17 anni in più rispetto a quando erano morti. Faceva molto strano a tutti pensare che, ad esempio, Lily e James Potter (senior) avevano ora la stessa età dei loro figli, o che il loro coetaneo Remus o Severus ora avesse circa cinquant'anni.
Non dissero più nulla, rimasero semplicemente a guardarsi fino a quando tutti gli studenti iniziarono ad uscire per dirigersi nelle varie aule.
Le lezioni del pomeriggio si svolsero al pari di quelle del mattino. Ora però un nuovo spirito alleggiava tra gli studenti. Qualche ora e si sarebbe tenuto il fatidico ballo.
Sera che tutti aspettavano, il Ballo del 2 Maggio era l'occasione perfetta per una dichiarazione d'amore ben fatta... e di amore, ad Hogwarts, ce n'era da vendere. Subito dopo la fine delle lezioni, nella scuola vi era stato un'improvviso calo della popolazione femminile. Quasi tutte le ragazze si erano fiondate nelle sale comuni a controllare i vestiti, a fare una maschera ai capelli o al viso, a provare il trucco e le pettinature per la sera.
Al contrario si potevano vedere tutti i ragazzi sdraiati sul prato o seduti sui davanzali delle finestre intendi a chiacchierare.
Éméline, Ginny ed Hermione stavano tranquillamente passeggiando nel cortile interno.
-Ci pensate? Sono passati ventidue anni...- disse Hermione in un sussurro.
Ginny sorrise appena.
-Già... mi sembra ieri, davvero. Questo giardino era stato distrutto...-
-Io ero venuta qui a parlare con Elena Corvonero qualche settimana prima che arrivaste voi, 'Mione... ci pensate che sono ventidue anni che Remus e Tonks sono morti?- disse Éméline scuotendo la testa.
-Eh già, e questo vuol dire che il piccolo Teddy non è poi tanto piccolo...- disse Ginny guardando l'amica.
-Ti prego, evita di ricordarmi che tra due mesi si sposa perché potrei davvero sentirmi male.- disse sospirando sconsolata per poi ridere con le altre due.
Si sedettero su una panchina mentre guardavano i ragazzi che si godevano il sole.
Una ragazza molto carina dalla carnagione scura era seduta in un angolo mentre parlava con due ragazze di Corvonero.
-Correggetemi se sbaglio, quella laggiù è la Hocke?- chiese Éméline. Le altre due si girarono nella direzione indicata dall'amica.
-Si, mi pare che sia proprio lei. Mamma mia che bei capelli che ha...- disse Ginny con ammirazione. In effetti, aveva lunghi capelli neri tutti ricci che le arrivavano alla vita. Con dei capelli così si potevano fare magie... gli occhi però erano forse la cosa più bella nel suo aspetto. Infatti, erano dello stesso colore del mare in prossimità della spiaggia: un blu intenso ma chiaro. Era davvero una bella ragazza. Poco distante, due ragazze erano sedute a guardare verso il gruppetto della Hocke.
La più piccola sembrava incitare la più grande, ma da quella distanza era difficile a dirsi. Éméline vide la maggiore agitare forte la testa in direzione dell'altra. Poi Ginevra si girò a guardare nella loro direzione.
Sorrise e alzò la mano in segno di saluto. Le due ragazze ricambiarono.
-Scusatemi un secondo.- disse Éméline prendendo qualcosa dalla borsa e allontanandosi dalle sue amiche per dirigersi verso le due figlie.
-Emma, vieni.- le disse semplicemente. Quando Emma le si avvicinò la madre le mise in mano quello che sembrava essere a tutti gli effetti un cofanetto con i trucchi babbani. Emma la guardò perplessa e sua madre la strinse in un abbraccio. Quando Emma ricambiò il gesto, sua madre le sussurrò.
-Usateli bene. Non truccare troppo tua sorella, mi raccomando. E forse... di aiuteranno a fare colpo du Gwen Hocke.-
Sentì Emma irrigidirsi tra le sue braccia.
-Io... ecco...- disse, rossa per la vergogna.
-È tutto a posto, non ti devi vergognare di ciò che provi, mai. Non è un problema per noi. E non lo deve essere neanche per te. È una cosa normale.-
Emma si rilassò un po' di più.
-Si nota così tanto?- sussurrò.
La madre sorrise.
-Per tua madre si, per gli altri... zia Hermione non sospetta nulla quindi direi proprio di no.-
-Sei l'unica oltre a Ted ed Aeline che lo sa... lo dirai a papà?- chiese spaventata. Éméline scosse la testa.
-Non spetta a me dirglielo. Quando ti sentirai pronta, allora lo farai tu.-
Emma le sorrise e, dopo che Aeline ebbe salutato la madre, corsero via per provare il loro nuovo regalo.
-Emma, sono arrivata!- disse Aeline spalancando la porta del dormitorio della sorella. Dominique stava pettinando Claire, o almeno ci stava provando. Isabel si stava truccando e Lisbeth si stava asciugando i capelli. Emma era dalla parte opposta della stanza con un asciugamano intorno al corpo.
-Siediti.- le ordinò la sorella. Soprattutto negli ultimi due anni, Aeline passava molto tempo con le amiche di sua sorella.
-Come va con Scorpius?- le chiese Lisbeth mentre si accingeva a scegliere come legarsi i capelli.
-Oh, benissimo! Non avrei mai pensato potesse essere così dolce... pensate che per chiedermi di venire al Ballo con lui, come se non fosse ovvio, mi ha portata sul lago nero di notte per guardare le stelle e mi ha regalato dei cioccolatini!-
Sua cugina si girò a guardarla. Gli occhi azzurri erano stati messi in evidenza con dell'ombretto di diverse tonalità di blu e del mascara.
-Cavolo... un Malfoy romantico, eh?- le disse guardandola maliziosa.
Aeline alzò gli occhi al cielo: Dominique Weasley non sarebbe mai cambiata.
Emma si era già truccata con dell'ombretto dorato, l'eye-liner e il mascara.
Aeline si sedette sul letto della sorella e alzò la testa in direzione di Emma. L'altra si sedette di fronte a lei e iniziò a truccarla.
La truccò con dell'ombretto viola e bianco, dell'eye-liner e del mascara. Nel frattempo Dominique aveva indossato il suo abito e si stava facendo pettinare da Claire, i cui capelli erano stati semplicemente fermati da un fermaglio bianco. L'abito della bionda era lungo fino a metà coscia ed era blu. Aveva solo una spallina ed era molto morbido ed arioso.
Aeline tornò tutta felice nella sua stanza dove ebbe il piacere di trovare una Rose Granger-Weasley sull'orlo di una crisi di nervi. I capelli rossi erano stati pettinati dalla loro amica Sabine Smith. I riccioli rossi le ricadevano morbidi sulla schiena e i ciuffi fastidiosi erano stati legati in alcune trecce dietro alla testa. La gemella di Sabine, Camille, la stava truccando. Gli occhi azzurrissimi della ragazza erano stati truccati con dell'ombretto bianco, dell'eye-liner e del mascara.
-Aeli! Siediti che ti pettino.- le disse la loro terza compagna di stanza, Suzanne Hills. Aveva gli occhi marroni truccati d'argento e i capelli color pece raccolti in una coda alta. Aeline fece come le era stato detto e la ragazza di mise al lavoro. Dieci minuti dopo i capelli rossi della Weasley erano stati legati in una delicata treccia che lasciava ricadere sulle spalle la massa. Suzanne prese una piastra e iniziò a lavorare per rendere i capelli della giovane mossi. Circa quindici minuti dopo erano tutte pronte. Mancavano 15 minuti all'inizio del ballo e tutte erano state accuratamente pettinate e truccate.
-Bene, è ora degli abiti. Al mio tre, apriamo i sacchi... e vediamo se Rose ha fatto un buon lavoro.- disse Camille, i capelli bruni raccolti in uno chignon ordinato e gli occhi marroni truccati solo con un leggero eye-liner, l'ombretto bianco e il mascara. Sua sorella era truccata allo stesso modo e i capelli erano stati semplicemente resi mossi con la piastra.
Tutte annuirono prendendo in mano i vari porta-abiti contenenti i loro vestiti.
-Uno... due... tre.-
Tutte tirarono fuori un vestito diverso.
Quello di Rose era corto. Rosa antico, era ricamato sulla parte superiore e un piccolo nastro argentato le ornava la vita. La gonna era morbida e formata da più strati.
Quello di Suzanne era bellissimo: era lungo fino al ginocchio e bianco come la neve. In vita era decorato con una cintura argentata che richiamava il suo trucco e il corpetto era decorato da del pizzo.
L'abito di Aeline era lilla: era, come quello di tutte le altre, lungo fino alla coscia ed era molto semplice. Aveva pregato in qualche cosa di sobrio quando aveva scoperto che Rose si sarebbe occupata di prendere gli abiti. Il corpetto era in pizzo e la vita era segnata da una cinta lilla.
Infine, gli abiti di Camille e Sabine erano rispettivamente azzurro e arancione. Entrambi erano lunghi fino al ginocchio ed erano molto morbidi dalla vita in giù. L'abito di Sabine aveva un fiocco in vita ed era formato anche questo da più strati. Infine, entrambi gli abiti avevano una scollatura a cuore senza maniche.
-Wow, ti sei superata Rosie.- le disse Suzanne ammirando ciò che aveva in mano.
-Modestamente ho un talento.-
-Ti conviene non farlo trapelare a casa, altrimenti Victoire di assume per i vestiti del matrimonio.- ridacchiò Aeline sapendo cosa le avrebbe risposto la cugina. Victoire era completamente andata fuori di testa con gli abiti. Voleva assolutamente avere i colori perfetti, le scarpe perfette... un inferno.
-Stai scherzando?! Se ci prova mi do alla macchia.- le rispose la cugina iniziando a infilarsi il vestito. Circa dieci minuti dopo erano tutte pronte.
-Bene. Ragazze, è ora di scendere. Aeline, non riuscirà a staccarti gli occhi di dosso, credimi. Camille, piantala di tirarlo giù perché non si allunga. Sta sera si spacca.- disse Suzanne sorridendo alle amiche. Ricambiarono il sorriso e scesero.
Scorpius e Albus erano in fondo alla scalinata principale ad aspettare le loro dame. Albus non era purtroppo riuscito a invitare Josie e aveva ripiegato su Suzanne Mills, l'amica delle sue cugine. Scorpius invece non stava più nella pelle: voleva vedere la sua ragazza. Era bella come il sole anche con un sacco della spazzatura, figurarsi come sarebbe stata quella sera.
-Solo una cosa Scorp... è mia cugina, quindi vedi di tenere le mani a posto e di fare pensieri normali, chiaro?- gli disse con fare minaccioso.
-Rilassati, solo perché non sei riuscito a portarti la McKinnor...- gli rispose l'altro con un ghigno.
-Ma che razza di amico sei?! Dovresti consolarmi, dirmi che sono bellissimo e che sicuramente cadrà ai miei piedi, non deridermi!- gli disse scocciato. Poi, non ottenendo risposta, lo guardò.
-Scorp?- chiese, ma era evidente che qualcosa avesse catturato il suo sguardo. Albus lo seguì fino a quando non vide Suzanne e Aeline scendere chiacchierando dalla scalinata principale. Okay che non provava niente per la Mills ma... cavolo se stava bene.
Scorpius, al contrario dell'amico, non pensava che Aeline stesse bene. No, per niente... sembrava più una dea scesa in terra. Aveva la bocca aperta e pensò che forse con il completo iniziasse a fare un po' caldo lì dentro. Quando Aeline arrivò davanti al suo ragazzo, lui aveva la bocca semiaperta e non riusciva a proferire parola. Sebbene Albus stesse parlando con la sua accompagnatrice corse in aiuto dell'amico tirandogli un calcio su uno stinco cercando di non renderlo troppo evidente. Aeline ridacchiò.
-Ci vediamo dopo Aeli.- disse Suzanne amicando nella direzione dei due prima di prendere Albus per un braccio e trascinarlo fuori.
-Sei... sei bellissima.- sussurrò Scorpius.
-Anche tu stai molto bene.- rispose Aeline arrossendo appena sulle gote.
Scorpius restò fermo a fissarla con la bocca aperta.
-Scorpius?- chiese lei.
-Oh si, giusto. Andiamo.- disse come risvegliandosi da un sonno profondo e porgendole il braccio destro. Aeline rise mentre si dirigevano fuori.
Il campo era qualcosa di strepitoso... l'atmosfera creata dalle tante candele appese rendevano la location accogliente e romantica.
Scorpius si guardò intorno.
-Cavolo, questa si che è una location degna di questo nome! Non vedevo un'atmosfera così dal matrimonio di mia cugina Sophia!- disse ammirato.
-Oh grazie, lo sappiamo, siamo i migliori.- disse Aeline tutta contenta.
La preside, vestita con una veste blu notte, attese l'arrivo di tutti gli studenti prima di parlare.
-Ebbene, benvenuti a questo ventiduesimo ballo della scuola. Come vi ho gia detto in precedenza all'inizio di quest'anno che ormai è quasi giunto al termine, d'ora in avanti il ballo non si terrà più a Natale ma il 2 Maggio. E visto come vi siete tirati a lucido tutti, direi che non sarebbe saggio tener lontano i nostri cavalieri dal piacere di essere accompagnati da questi meravigliosi abiti. Divertitevi!-
Gli alunni applaudirono e immediatamente dopo partì la musica. Scorpius porse la mano ad Aeline.
-Io.. non sono molto brava a ballare.- disse facendo una smorfia. Il ragazzo le sorrise.
-Non importa, ti guido io. Tu fa quel che dico e andrà bene. Fidati di me.-
Aeline ci pensò su un attimo ma poi annuì e si lasciò condurre in pista.
-Allora: è un valzer. Devi solo seguire il tempo, lo senti? Un, due, tre, un, due, tre. Parti col destro. Ecco. Uno lungo e due più corti.-
Fece come le era stato detto. Provò a muovere i primi passi e si accorse che in effetti non era così difficile.
Ballarono per ore; in lontananza videro James e Emma avvicinarsi alla pista da ballo. Emma aveva un lungo abito rosso scuro con una spallina che le arrivava ai piedi. I capelli erano stati legati delicatamente dietro la testa e le ricadevano sulle spalle. Suzanne ballava con Albus e stavano parlando di qualche cosa che rendeva la ragazza particolarmente vivace.
-Allora, è così complicato?- le chiese Scorpius.
Lei sorrise.
-No, direi di no.-
Le scarpe nere col tacco iniziavano a darle fastidio. James era un ballerino nato (sicuramente tutto ereditato dalla mamma) e aveva voluto ballare con la cugina per delle ore. Grazie a Merlino James era più alto di Emma e quindi riusciva a sostenerla bene, altrimenti si sarebbe ritrovata a terra. Il ballo non era il suo forte. Le piaceva, ma era negata. Per questa ragione aveva deciso di prendersi una pausa e di andare a passeggiare sul lago nero. Il vestito scivolava leggero sull'erba. La notte era meravigliosa, la luna si rifletteva sull'acqua... Emma respirò a pieni polmoni l'aria primaverile continuò a camminare fino a quando non giunse sotto ad un albero. Fece apparire su una coperta sulla quale si sistemò. Si tolse le scarpe per lasciar riposare i suoi doloranti piedi e si mise ad ammirare le stelle.
Quella è la costellazione dell'Orsa Maggiore... quella invece è la Stella Polare., continuava ad elencare i nomi di tutte le stelle che riusciva a scorgere. L'Astronomia era sempre stata la sua materia preferita e appena dopo il matrimonio sarebbe partita per il Giappone per diventare insegnante proprio di Astronomia. Chi l'avrebbe mai detto? Aveva da sempre voluto essere una ricercatrice sul campo fino al suo quinto anno quando, durante il colloquio orientativo con il professor Longbottom, aveva deciso di diventare insegnante di Astronomia. Quando le aveva chiesto cosa avrebbe voluto essere aveva risposto senza esitazioni. Da quel giorno si era messa anima e corpo e aveva imparato tutte le costellazioni.
-Ciao Emma.-
Una voce femminile poco distante da lei la fece sobbalzare. Si girò di scatto verso il punto in cui proveniva la voce e, illuminando la notte con la bacchetta, rivelò il volto della sua nuova compagnia. Il cuore mancò un battito quando vide di chi si trattata.
Ginevra era proprio davanti a lei ed era... semplicemente magnifica. I capelli erano stati raccolti in una ordinata coda e i suoi bellissimi occhi in cui Emma si perdeva erano stati truccati d'oro. Indossava un lungo vestito nero molto aderente e con uno spacco sulla gamba sinistra. Infine, uno scollo a cuore metteva in risalto la sua quarta.
-Ciao Gwen.-
Da quando aveva iniziato la scuola veniva sempre chiamata Gwen da tutti. Era raro che qualcuno la chiamasse Ginevra.
-Pare che abbiamo gli stessi gusti quando si parla di ombretti. Posso?- chiese sorridendo indicando la coperta.
Emma annuì spostandosi per lasciarle spazio.
-Cosa fai? Non balli?- le chiese ancora.
-Ballavo con mio cugino James... ma i miei piedi non hanno retto. A lui non fanno male, non deve camminare con dieci centimetri di tacco.-
Si misero entrambe a ridere.
-Temo sia uno dei tanti punti deboli dei ragazzi... non capiranno mai cosa vuol dire essere donna. Guardavi le stelle?-
Sebbene non fossero grandi amiche, sapeva benissimo che, se si voleva far parlare Emma Weasley, bastava chiedere qualcosa sulle stelle e partiva senza sosta. Infatti, come immaginava Gwen, Emma sorrise radiosa.
-Si! Guarda là, la vedi? Quella è la costellazione del Cigno. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo ed è anche una delle 88 moderne costellazioni. La figura dell'uccello si estende lungo la Via Lattea estiva ed è rappresentata in volo verso sud.
Ci pensi che contiene i più ricchi campi stellari dell'intero emisfero celeste boreale?-
Gwen sorrise. Quella ragazza l'aveva sempre incuriosita. Era bella, intelligente, troppo orgogliosa e insicura per rivelarsi...
-È bellissima... vorrei conoscere la metà degli astri che conosci tu...-
Emma arrossì.
-Oh beh, se vuoi posso imprestarti qualche libro.-
Gwen sorrise mentre la guardava. Stava ammirando il cielo, come sempre. Chissà come sarebbero state le stelle in Giappone.
-Lo hai detto a qualcuno?- le chiese Gwen.
Emma assunse un'aria confusa mentre continuava a guardare il cielo.
-Detto cosa?-
-Che sei bisex.-
Emma trattenne il respiro. Una cosa che lei aveva sempre ammirato di Ginevra era la sua schiettezza e la sua onestà. Non si faceva alcun tipo di scrupolo a dirti la verità in faccia.
-Io... mia sorella, mio fratello e mia mamma. A mia mamma non l'ho esattamente detto... lo ha capito.-
Gwen rise.
-Si, tipico delle madri... tutti sanno che sono lesbica, perdonami per il mio poco tatto. A volte dimentico cosa significhi avere paura di dirlo in giro.-
Emma scosse la testa.
-Non... non ti preoccupare. Dopotutto, sei tu no? Voglio dire: puoi capirmi. Cosa dovrei temere se tu lo sai?-
Si guardarono sorridendo appena, gli occhi incatenati. In quel momento, riuscirono a leggere così tante emozioni negli occhi dell'altra che quasi si spaventarono.
Emma leggeva chiaramente la sicurezza e l'intelligenza che l'avevano fatta smistare in Corvonero. Leggeva tranquillità, una tranquillità che avrebbe contagiato anche lei solo dopo aver bevuto una bella bottiglia di Whisky Incendiario. E no, non era assolutamente una buona idea. Lei non reggeva l'alcool.
Gwen invece vide chiaramente l'agitazione che attanagliava la ragazza. Vide quanta paura aveva di palesarsi per quella che era, di abbattere le barriere che aveva eretto e di rendersi vulnerabile.
-Non ti devi vergognare dei tuoi sentimenti.-
Emma si morse un labbro.
-Sei la quarta persona che me lo dice.-
Gwen le spostò una ciocca di capelli che era sfuggita all'acconciatura.
-Forse perché è la verità. Credimi, so cosa provi.-
Emma annuì, era vero. Finora, Gwen era l'unica che la capiva.
-È difficile?- sussurrò appena abbassando lo sguardo.
-All'inizio, appena decidi che è ora che il mondo lo sappia. Poi no... è tutto normale. Ti senti meglio dopo averlo detto.-
La bruna continuava a guardare la rossa.
-Non puoi parlarne con nessuno. Voglio dire... mia sorella lo ha scoperto perché ha scoperto prima di tutto che mi piaceva una persona. E mia mamma anche. Non voglio che lo scoprano tutti perché capiscono che c'è qualcosa che non va... intendo dire qualcosa che non va nella mia vita amorosa, non dal punto di vista del sesso della persona che mi piace.-
Gwen annuì.
-Beh, il fatto che non pensi che ci sia qualche cosa di sbagliato in te è fantastico. Non tutti la pensano così. Spesso è dura da accettare.-
-Non ho mai detto che sia stato facile.- disse Emma guardandola nuovamente.
-Lo so, però lo hai accettato e ti ami per ciò che sei. Anche mia madre lo ha scoperto perché ha visto che guardavo in modo strano una ragazza... sono anni che la guardo ma non se ne è mai accorta.-
Emma la guardò sorpresa.
-Deve essere cieca. Voglio dire... se sono davvero tutti questi anni che ti piace... perché non ti sei fatta avanti?-
Ora i loro volti erano vicini. Si fissavano negli occhi.
-Per paura. Paura di un suo rifiuto... probabilmente non lo avrei retto.-
Continuarono a guardarsi.
-Credo di capire cosa intendi dire. E chi è la fortunata?-
Gwen sorrise avvicinandosi ancora un po'. Emma non aveva le farfalle allo stomaco, no... aveva più uno zoo tipo quello di Berlino. Enorme, con un sacco di animali che correvano in tutte le direzioni. Si, era la descrizione più giusta per descrivere i sentimenti della giovane.
-Credo che tu già conosca la risposta a questa domanda.- le sussurrò continuando a guardarla negli occhi marroni in cui poteva leggere qualcos'altro: sorpresa, desiderio.
Emma voleva dire qualche cosa ma non riusciva a parlare. Gwen sorrise nel vedere l'impaccio della ragazza. Poi si avvicinò ancora e sfiorò dolcemente le labbra della giovane. Quando si allontanò vide Emma abbassare la testa nel tentativo di nascondere il sorriso che le era nato sulle labbra. Strinse le labbra, assaporando fino all'ultimo quel leggero contatto che aveva appena avuto.
-Hey... è tutto okay? Io.. non volevo essere indiscreta. Mi... mi dispiace.. scusami.- disse in fretta Gwen alzandosi e girandosi per andarsene. Emma si tirò su in fretta e le prese la mano impedendole di allontanarsi maggiormente.
-No, non scusarti. Io... è solo che è tutto nuovo per me. Ma non andare via.- sussurrò con la faccia dello stesso colore dei capelli.
Gwen sorrise.
-Posso?- le chiese avvicinandosi alle sue labbra.
Emma annuì e Ginevra catturò le sue labbra in un dolce e castro bacio. Nessuna delle due voleva allontanarsi e lo fecero durare diversi minuti. Solo quando ormai Emma iniziò a sentire freddo ai piedi per il contatto con l'erba umida separarono le loro labbra e si sedettero insieme a guardare le stelle, mano nella mano.
Dominique:
Emma:
Aeline:
Rose:
Suzanne:
Sabine:
Camille:
Ginevra "Gwen" Hocke:
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