Capitolo 16 ~Again Delphi.
Aeline stava trotterellando lungo il corridoio che portava ai sotterranei. Il giorno prima aveva parlato con sua sorella, e ancora sentiva la farfalle nello stomaco al ricordo... Emma, dopo essere rientrata dalla ronda, l'aveva trovata in pigiama sdraiata su un divano mentre osservava un origami che volava grazie ad un incantesimo.
-Che fai ancora sveglia?- le aveva chiesto.
-Penso.- le aveva risposto. Emma le si era seduta di fronte.
-A qualcuno in particolare?- aveva chiesto dolcemente.
-Come sempre...- aveva sospirato lei.
La sorella le aveva spostato una ciocca di capelli sorridendo. Era da Natale che non pensava ad altro ma negli ultimi giorni era peggiorato. Lo vedeva ovunque. Ogni volta che si guardava intorno nei corridoi e vedeva una testa bionda o un Serpeverde pensava a lui, anche se non era davvero colui che sperava di vedere.
-Dovresti parlargli...- le aveva sussurrato Emma.
-Per dirgli?-
-Quanto ci sei rimasta male a Natale, che vuoi essere sua amica.-
-L'ultima volta gli ho detto che non avevamo nulla da dirci, e lui mi ha dato ragione!-
Non avevano detto altro per circa dieci minuti.
-Non ce la faccio più Emma...- aveva poi sussurrato Aeline.
-Lo so, fa male... lo capisco.-
-Davvero?-
-Certo. Non sei mica l'unica innamorata di qualcuno che non può avere..-
Aeline si era tirata su.
-Sei innamorata e non me lo hai detto?!-
-È una situazione un po' complicata. Mi fido di te però...-
Mai come in quel momento Emma le era sembrata a disagio, quasi come se provasse vergogna. Si era forse innamorata di quel Tassorosso del sesto anno, Daniel Horner? In quel caso era plausibile che non volesse farlo sapere in giro. Assomigliava molto ad una foto che la madre aveva mostrato loro di Dudley da bambino. Biondo, grasso, occhi piccoli, brufoli che non capivi neanche se quello che guardavi era il naso o altro... insomma, il poveretto non era ben voluto come fidanzato.
-Dan Horner?-
-Cosa? No, ma va...- le aveva risposto Emma scuotendo la testa.
-Lo sai che mi puoi dire tutto. Te l'ho già detto sull'Hogwarts Express. Coraggio, fa meno male se lo condividi.-
C'era stato un momento di silenzio.
-Gin...hoc..- lo aveva sussurrato così piano che, nonostante non volasse una mosca, l'altra non aveva capito.
Emma aveva fatto un respiro profondo.
-Gi-Ginevra Hocke.-
Aeline era stata presa in contropiede da quella risposta. Ora capiva perché non lo aveva detto a nessuno ma non sapeva come consolarla.
Erano passati alcuni minuti in cui Emma si era sentita morire.
-Non te ne devi vergognare. Non c'è motivo per vergognarsi di una cosa del genere. Ovviamente, non lo dirò a nessuno, ma tu non devi avere paura di quello che provi.-
-Ha parlato quella sicura di se eh.- aveva detto ridacchiando. Erano scoppiate a ridere entrambe.
-Facciamo così. Io non me ne vergogno, o almeno ci provo, ma tu vai a parlare con lui. Tu gli piaci, Aeli, gli piaci davvero.-
-Va bene, ma se va male vedi pure di consolarmi.-
-Sempre.-
Si erano date la buonanotte ed erano andate a dormire.
E ora, stava andando da Malfoy. Lei stava andando a parlare con Scorpius Malfoy. Da dove tirava fuori quel coraggio non lo sapeva nemmeno lei.
Eccola lì, davanti a lei: la scala che portava ai sotterranei, che portava da lui. Fece un respiro profondo per farsi coraggio e iniziò a scendere le scale.
-Scopa, protezioni, divisa...-
Scorpius stava elencando tutto ciò che serviva per la partita. Preparò tutto ordinatamente prima di fare lo stesso con la roba si Albus e uscire.
-Scorpius!- lo chiamò la voce di una ragazza.
Si girò e vide una figura femminile camminare verso di lui. Quando la riconobbe, si sentì mancare.
Lei no, pensò.
Davanti a lui ora c'era Amy Mackie, Serpeverde del quinto anno bionda scura con gli occhi azzurri e figa da paura. Lo assillava da anni, e lui non la sopportava più.
-Cosa vuoi Amy.- chiese secco.
-È vero che provi qualche cosa per una Weasley?-
-Non mi sembra che si affar tuo giusto?-
-Beh, credo ci siano ragazze decisamente più degne di te che una Weasley.-
-Non spetta a te decidere con chi posso uscire e con chi no, sta fuori dalla mia vita privata Amy.- rispose secco, trattenendo la rabbia.
Sentirono dei passi dietro di loro. Amy sbriciò oltre la spalla del ragazzo e sorrise. Erano anni che andava dietro a quel biondo e lui per anni l'aveva rifiutata sulla scia di qualcun'altra anche se non aveva mai fatto nomi. Ed ora, eccola lì la sua occasione di vendicarsi. Si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò. Un bacio passionale. Di quelli che non possono essere fraintesi. Scorpius era come pietrificato. Non riusciva a muoversi. Aveva la terribile sensazione di star tradendo Aeline e che presto o tardi avrebbe rovinato tutto. Sentì un rumore, come di un'armatura che cadeva e dei passi che correvano via. Quel rumore lo riscosse.
-Ma si può sapere cosa fai?! Sta lontano da me e da lei!-
-Oh tranquillo, ora staremo tutte e due lontano da te. Aeline Weasley ci ha visto.- disse ghignando.
Come aveva potuto credere che sarebbe andato bene? Amy Mackie. Scorpius stava baciando quella vipera. Le lacrime scendevano calde mentre lei correva via, senza una destinazione precisa. Qualunque posto sarebbe andato bene purché fosse stato lontano da lui.
Corse, corse veloce come mai prima di allora cercando di scappare da quel dolore lancinante che le attanagliava il petto. Cercò di separarsi da esso ma non poteva. Non sapeva dove stava andando, sapeva solo che stava correndo, correndo a più non posso.
Quando aveva visto la scena si era sentita morire e, nella fretta, aveva sbattuto contro l'armatura di un vecchio cavaliere. Non sapeva dove stesse andando, gli occhi annebbiati sale lacrime che copiose le bagnavano le guance. Sentì freddo sulla pelle e capì che il suo inconscio l'aveva condotta fuori, nel parco. Corse fino a quando, senza fiato, si ritrovò costretta ad appoggiarsi ad un albero al limitare della foresta. Una sola domanda le occupava la mente.
Perché, perché, perché?
Perché si era illusa di poter fare breccia nel cuore di un Serpeverde?
Perché si era illusa che tra di loro sarebbe potuto nascere qualche cosa?
Perché si era illusa che a Scorpius Malfoy importasse qualcosa di lei?
Si asciugò le lacrime, inutilmente, e fece dei respiri profondi. Si guardò intorno per capire dove si trovava di preciso: era al limitare della foresta ed era ormai il crepuscolo, poi minuti e sarebbe stato buio.
Si accovacciò vicino all'albero, consapevole che sarebbe dovuta tornare dalle sue sorelle. Ma sapeva anche che Scorpius sarebbe andato lì e lei non lo voleva più vedere.
Un rumore la fece sussultare. Era sicura che ci fosse qualcun altro lì con lei. Si alzò in piedi e mosse qualche passo avanti, con la bacchetta alzata. Il cuore le batteva forte contro al petto e una strana sensazione si era impadronita del suo stomaco. Sentì di nuovo un rumore, ma non capì da dove veniva. Iniziò a voltarsi da una parte e dall'altra stringendo forte la bacchetta, la sua unica difesa.
-Chi c'è?- chiese, la voce sicura nonostante la paura e l'insicurezza.
Un braccio le si avvolse dietro al collo e una bacchetta le venne puntata sul fianco destro.
-Molla la bacchetta e stai ferma. Non fare movimenti avventati o ti uccido, Weasley.- disse una voce nel suo orecchio sinistro facendola rabbrividire. Fece come le era stato detto. Alzò piano le mani mollando la presa sulla sua bacchetta. Non aveva bisogno che qualcuno le dicesse di stare ferma, era pietrificata sul posto, come se avesse appena visto il riflesso del Basilisco.
La persona che la stava minacciando raccolse velocemente la bacchetta.
-Ora cammina, sempre avanti.-
Aeline fece come le era stato detto. Iniziò a camminare, spinta dalla bacchetta della sua sequestratrice.
Camminarono per diversi minuti fino a quando non sbucarono in una piccola radura. Gli alberi lasciavano spazio ad una piccola oasi. Al centro vi era un ceppo d'albero e, vicino ad esso, diverse bottigliette erano appoggiate per terra. Da dopo la Battaglia di Hogwarts, a nessuno era più stato permesso neanche avvicinarsi alla Foresta quindi, per fare qualcosa in gran segreto, era decisamente il luogo migliore. Non che nessuno avesse provato ad andarci. Le poche volte che era successo, i trasgressori erano stati espulsi e per questa ragione tutti si tenevano alla larga come se fosse un malato di peste.
Aeline si sentì spingere contro un albero è una corda le si legò intorno ai polsi.
Una ragazza sui vent'anni la superò, dirigendosi verso quello che sembrava essere un giaciglio improvvisato nascosto dietro un albero. Una massa indistinta di capelli argentei le ricadeva sulle spalle e, nonostante non la vedesse in faccia, Aeline capì subito chi aveva davanti. Avrebbe riconosciuto quei capelli ovunque. Delphini Riddle era dimagrita molto dall'ultima volta che l'aveva vista, in una foto sulla Gazzetta del Profeta. Gli occhi infossati erano circondati da profonde occhiaie e addosso aveva ancora le vesti dei carcerati.
-Bene bene bene, Weasley. Effettivamente devo dire che somigli a tua madre, sai?-
Delphi era pericolosamente vicina. Il ghigno sulla faccia, che rifletteva la sua pazzia (ereditata dalla madre, Bellatrix), lasciava intravedere i denti gialli e cariati e gli occhi erano la cosa peggiore che avesse mai visto: non c'era alcun tipo di sentimento in quegli occhi, solo pazzia.
Quando la sentì tremare, il ghignò di Delphini si allargò ancora di più.
Aeline fece un respiro profondo prima di parlare.
-Come... come hai fatto a scappare? E dove.. dove hai preso la bacchetta?- balbettò in un sussurro.
-Rubata ad un Auror in visita. Gli ho lanciato la Maledizione Imperius e l'ho messo al mio posto. Ci hanno messo ore per capire che ero scappata e quando finalmente si sono svegliati ero dall'altra parte del paese. Adoro la smaterializzazione.-
Ma ad Hogwarts non ti puoi materializzare... pensò Aeline prima di chiederle altro.
-E perché proprio Hogwarts?- chiese.
-Perché questo posto è pieno zeppo di bambini stupidi che, se mi vedessero, probabilmente neanche capirebbero che sono io. Sono lontano dagli Auror e a scuola non è trapelata la notizia della mia evasione. E poi, per mio padre significava tanto.-
Cosa voleva dire con quella frase?
La verità la colpì più dolorosa di uno schiaffo, più dolorosa di aver visto Scorpius baciare una ragazza. Tutte quelle persone che erano tornate in vita, nel corridoio segreto, erano state delle prove. Delle prove per riportare indietro suo padre.
Aeline vide Delphini avvicinarsi al ceppo e fare un incantesimo con la bacchetta.
Qualche secondo, poi una bolla azzurra come quelle da cui erano usciti i suoi nonni apparve. Era in uno stato piuttosto avanzato, basandosi su quello che era aveva visto avrebbe tranquillamente affermato che mancavano circa tre ore alla fine del processo.
-Chi.. chi è?- chiese Aeline con la voce tremane.
-La storia è andata a finire male, i Potter sarebbero dovuti morire. E ora, finalmente, moriranno. Ho una loro figlia in ostaggio, non mi faranno nulla, non se io minaccio di ucciderti. E tra qualche ora, finalmente, Lord Voldemort risorgerà.-
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