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Caro Nick,
Il mio simpaticissimo amico mi ha fregato, di nuovo. Mi ha lasciato le due piccole pesti, un blocco di fogli bianchi, due pastelli – marroni – e i soldi per il pranzo, poi ha preso il volo.
I disegni delle sue adorabili figliolette sarebbero di certo degenerati in qualcosa di poco raffinato se non fossi intervenuto. Pensavo mi odiassero, invece non appena mi sono messo a raccontare hanno seppellito i pastelli sotto le loro guance paffute e... Magia!
Se non avessi controllato che i salini erano stati riempiti con il sale, e non con qualcos'altro, avrei giurato fossero state drogate. Ho persino interrogato il cameriere, ma lui mi ha dato la sua parola. E comunque, le patatine fritte me le sono mangiate anch'io.
Forse tu sei l'unico che può capire: non sai recitare, eppure nessuno ti ha mai bandito da Hollywood. Considerato il fatto che io non avevo mai raccontato questa storia ad alta voce e che nessuno era mai riuscito a far stare le due piccole pesti sedute sulle loro seggioline per più di quindici minuti, mi aspetto una lettera dalla Universal al più presto.
Nell'attesa, penso sia arrivato il momento di buttare su carta il mio racconto. Omero tramandava le sue storie oralmente, ma temo che, se continuassi ad affidare questa storia alle orecchie di Nina e Francesca, diventerebbe un "teen drama" con tanto di sirene, criceti parlanti e baci rubati.
Perciò, carta canta: io non ho mai rubato nulla.
O quasi.
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