Un'Amicizia mai Desiderata

Di nuovo quell'uomo. Quel maledetto uomo che mi tormentava ormai da una settimana. Era proprio la settima volta che lo vedevo e il sogno andava ogni giorno avanti di un secondo. In sette secondi ero riuscita a vedere un cambio di inquadratura che mi faceva vedere l'uomo da davanti ( nascondendomi la faccia ). Era vestito con un lungo mantello viola e dorato e sotto aveva un'elegante maglietta rossa.
Il Diario era lì, inerme, senza sapere quanto alto era il suo valore.
Il giorno dopo, mi incamminai verso scuola molto a disagio: non volevo che qualcuno mi vedesse conciata in quel modo. Al mio arrivo, Vanessa si avvicinò a me esterrefatta.
- Ma chi sei? - mi chiese facendo una specie di domanda retorica.
- Elise. - risposi. - Ho deciso di cambiare abbigliamento. -
- Stai benissimo! - mi disse, evidentemente euforica.
- Te se A M A! - mi disse, tamarra.
Io annuì, fingendo di essere a mio agio, quando invece dentro provavo tutto il contrario.
Entrammo insieme in classe e, appena entrata, Bob mi fece il simbolo del l'ok mentre Serena mi deliziò con un occhiolino.
- Sfigati. - esordì Vanessa, riferita a Bob e Serena. - Si sente come non sono ancora pronti. -
- Per cosa? - dissi. Soffermarmi sul discorso che stava per fare mi avrebbe trattenuto dall'urlarle in faccia.
- Per l'adolescenza e per il diventare grandi. Sono bambinetti che fanno i sapientoni senza sapere di cosa parlano. - concluse, facendo la parte della donna vissuta.
Inizia la lezione e mi siedo accanto a Serena.
- Vedo che ce l'hai fatta! - si congratulò in un misto tra rabbia e gioia.
- Si ci stiamo avvicinando all'obbiettivo. - dissi, meditabonda. Serena aveva appoggiato l'idea della finta amicizia per testare la mia fedeltà? Poteva essere. Ma non volevo andare davvero a litigare con lei.
Alla ricreazione andai subito dalla McDirt e ci misimo a parlare di ex. Il giorno prima mi ero preparata sui nomi dei finti ragazzi che avevo avuto nella mia 'lunga' vita passata. Stare con Vanessa me la faceva odiare ancora di più, ma avevo bisogno della sua amicizia.
Sempre quel dannato sogno. Erano ormai otto giorni che sognavo quest'uomo e il secondo aveva aggiunto uno spostamento di inquadratura, ma non si capiva cosa filmasse.
Andai di nuovo a scuola e vidi di nuovo Vanessa che mi aspettava.
- Senti, ti piacerebbe venire alla mia festa di compleanno? - mi chiese lei.
- Si! - risposi io, euforica, ma non per il compleanno, ma perché i miei sforzi erano stati ripagati. Diario, sto arrivando.

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