Il Sogno

Una stanza buia. Un uomo con folti capelli castani ha un quadernetto in mano, ma lo porta con fare solenne, come se stesse per sacrificarlo.
Mi rialzai di scatto, impaurita dal sogno appena fatto. Era esattamente come il bigliettino: difficile da comprendere. Chi era quell'uomo? Perché stava rubando il Diario? E perché lo portava con tanta lentezza, ma nessuno lo fermava?
Erano le tre di notte quando iniziai a escogitare possibili teorie su chi fosse quell'uomo. Inutile dire che non dormii per il resto della notte.
Il giorno dopo mi svegliai, andai a scuola e non mi interessava se Vanessa stava ancora parlando con Marco. Avevo un problema molto più importante da risolvere. Salutai Bob e Serena col fiatone, vista la corsa che avevo appena fatto per raggiungerli in anticipo.
- Come mai questa corsa? - mi chiese Bob, con la sua solita espressione assonnata della mattina.
- Devo assolutamente parlarvi. - risposi.
- C'entra col bigliettino di ieri? - mi chiese accigliata Serena.
- Si - dissi - Ho fatto un sogno in cui c'era un uomo che prendeva il Diario e lo portava con sé. -
- Non c'è nulla di spaventoso. Voglio dire, è una conseguenza di ciò che è successo ieri. - disse Bob, non capendo la gravità della situazione.
- Ciò che mi ha spaventato, è stato come io non sappia chi sia quell'uomo è soprattutto il modo in cui portava il Diario. Lo portava lentamente, quasi come se avesse dovuto sacrificarlo da un momento all'altro. - risposi, leggermente offesa.
- Potrebbe essere un presentimento. Hai paura che il Diario venga usato male. -
- Può essere, ma io credo ci sia qualcosa di più profondo. -
Entrammo a scuola e continuammo a parlarne.
- Secondo te chi è stato a prenderlo? - chiesi a Serena.
- Qualcuno che aveva le tue chiavi -
- Non le ho date a nessuno -
- Allora qualcuno le ha rubate. -
- Chi? -
- Vanessa? -
Non ci avevo minimamente pensato, ma non era un'idea poco plausibile.
- Potrebbe essere, visto che mi odia -
provai a dire rasentando la più completa calma, anche se in realtà il mio stomaco era in subbuglio.
La persona che meno sopportavo conosceva tutti i miei segreti e probabilmente li avrebbe annunciato al mondo.
Al cambio dell'ora andai a parlare a Bob e gli riferii l'idea di Serena.
- È plausibile, dopo tutto. -
- Ma come faccio a risolvere la situazione? -
Alla mia domanda, a Bob venne un'idea fulminea in mente, il viso che si illuminava.
- Tra un mese c'è la sua festa di compleanno. Dovresti andarci.-
- Ma se mi odia (e io odio lei)- dissi sottovoce in modo che nessuno mi sentisse.
- So che è difficile ma dovresti provare a farci amicizia. - concluse Bob.
- Forse ha ragione - infierì Serena.
Io mi girai, senza commentare, e la vidi. Stavo per affrontare una delle peggiori sfide della mia vita.

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