Erika

Quel sabato mi preparai per andare a casa di Marco.
Mi ero ovviamente ripresa dal calo di zuccheri, e ora mi stavo facendo la doccia.
Ci eravamo prefissati di vederci alle 16:00 ed erano ancora le 15:00.
In quei due giorni di scuola non avevo riferito ad anima viva la conversazione avuta con Marco.
Quello che stavo facendo mi destava dei sospetti, perché probabilmente avrei rovinato la mia famiglia.
'Ma d'altronde, suo padre vuole solo un'appuntamento, no? Non vuole sfasciarmi la famiglia' pensai.
Andai a vestirmi e uscimmo con mia madre.
- Sei contenta di andare a trovare Marco? - mi chiese la mamma, ignara.
- Si. - risposi facendo un sorriso quasi realistico.
Marco abitava al sesto piano e non mi andava di fare le scale. Di conseguenza, abbiamo preso l'ascensore.
- Buon pomeriggio.- disse Marco, particolarmente bello quel giorno.
- Ciao. - risposi, guardandolo male. Stavo provando spudoratamente a mascherare il mare in tempesta che si annidava nel mio petto. Continuavo ad essere ammaliata da lui, ma lo odiavo anche a causa del suo comportamento alquanto scorretto e strano.
Mia madre e il padre di Marco si misero a parlare, ma io entrai subito nella stanza del bell'imbusto. Indossava un maglione verde e dei pantaloni blu.
La cosa che più mi colpì furono i suoi occhi, come al solito enigmatici su ciò che provava, e i suoi capelli castani von naturali riflessi rossi.
- Bene, ora puoi ridarmi il Diario. - dissi, puntando dritto al punto.
- Ehm... non credo. - mi rispose lui con un espressione odiosa.
- Ti ho portato mia madre. Dammelo. - ribadii.
- Prima bisogna vedere come finisce l'appuntamento. - mi disse di nuovo, divertito dal tenermi sulle spine.
- Come hai fatto a prendere il Diario? - chiesi, lasciando stare l'argomento 'mamma'.
- Mi avevi dato le chiavi durante i laboratori, ricordi? Devo andare in bagno, puoi tenermi le chiavi dell'armadietto? - scimmiottò.
- Ma non sei riuscito ad aprire il Diario. - dissi. Almeno non era riuscito ad aprirlo, non avendo le chiavi.
- Tu dici? - mi mostrò il Diario, la copertina bruciata.
- Perché!? - chiesi, toccandomi i capelli con la mano. - Non potevi trovare un altro modo per aprirlo!? - chiesi, quasi urlando.
- Mi sembrava il modo migliore per farti del male. - rispose.
- Perché mi odi? Cosa ti ho fatto? -
- Vanessa mi ha fatto capire molte cose riguardo te. Io sto crescendo al contrario di qualcuno. - mi indicò crudele.
Urla provenienti dal salotto. Mia madre era tutta rossa in viso e stava rimproverando a Aleo, il padre di Marco, per atteggiamenti scorretti.
- Come osi toccarmi la coscia? PERVERTITO! -
- E ora andiamo Elise! Non voglio più entrare qui dentro! BUONASERATA! -urlò, completamente impazzita.
Non parlammo durante la strada verso casa, ma discussero ardentemente con papà.
- E tu cosa hai aspettato per urlargli in faccia? - chiese lui.
In effetti mia madre si stava quasi lasciando andare, ma alla fine ha ritrovato la ragione.
Caro Quaderno ( non ti chiamerò 'Diario' perché non te lo meriti e quello vero di Diario sta per tornare), io sono Elise, una ragazzina di 12 anni che si appresta a vivere la sua vita piena di disagi.
Oggi sono andata a casa di A.M.O.( detentore del Diario ),ed è successo un chaos, per non dire un'altra parola. Dice che 'devo aspettare di vedere come finisce l'appuntamento' che è finito decisamente male. Bob aveva pensato a A.M.O. come papabile ladro, ma io non volevo ammetterlo, perché provo ancora qualcosa per lui, nonostante lui mi odi.
Buonanotte,
Elise
Mamma e papà si erano zittiti per un attimo, in quel silenzio teso che contraddistingueva il momento in cui uno dei due cercava ulteriori argomentazioni da gettarsi addosso.
In quel momento, mia sorella entrò nella mia stanza, per stare un po' lontana dalla discussione.
Lei aveva 5 anni in più di me e a volte è un po' antipatica, come a volte è il contrario.
- Scrivi sul tuo Diario? - mi chiese Erika.
- Diciamo.- risposi, triste.
- In che senso? - aggrottò la fronte Eri.
- Il Diario mi è stato rubato. -
- Da chi? - chiese sconvolta.
- Da Marco. - risposi, ormai fingendo tranquillità.
- Cosa?! Sei sicura? -
- Si, me l'ha mostrato lui. - dissi.
- Come hai fatto a scoprirlo? -
- Inizialmente pensavo fosse stata Vanessa, infatti sono stata al suo compleanno per frugare nella sua stanza. Quella sera mi sono dichiarata a Marco e lui mi ha detto di no. Guarda cosa diceva il biglietto che ho trovato nel mio armadietto il giorno in cui ho notato la scomparsa del Diario. -
Le porsi il figlio e lei lesse:
- 'I tuoi segreti ora so,
Ma al vento non li dirò.
So che sei qui per me
ma io non sono qui per te.'- finì di leggere e aggiunse - Certo, tutto quadra. Lui ti ha detto di no ed è ovvio che sia lui ad avere il Diario. -
- Bob ha fatto il tuo stesso ragionamento, ma io fatico ad accettare questa teoria. - mi sfogai.
- Senti, Ely, ti conviene accettarlo. È inutile fare finta che tutto ciò sia finto, perché non lo è. Avvolte i sentimenti ci annebbiano la vista, ma è proprio per questo che esistono gli occhiali, non per mostrarci la retta via, ma per aiutarci a superare quella sbagliata. -

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top