Cartaccie e Brutte Scoperte
- Bob - gli chiesi, con aria fredda, anche se in realtà avrei voluto piangergli in faccia e dirgli che non mi era piaciuto il modo in cui aveva provato a posticipare la conversazione. Ma non volevo che capisse i miei sentimenti, volevo lasciarlo nel dubbio.
- Come dovrei fare a gestire la situazione? - conclusi.
Bob non sapeva come rispondermi: non era mai stato preso in giro.
- Leggi questo - mi disse, sconfortato. Nel tono della sua voce si leggeva come si sentisse in colpa e come stava ancora cercando un modo per gestire Vanessa.
Presi il foglietto e lo lessi in silenzio; leggerlo avrebbe significato attrarre Vanessa e farle iniziare coi commenti.
'Ehila Bob. Ti stai annoiando? Io sì. Volevo dirti che la tua amica è davvero STUPIDA. Nn la sopporto. Avevo BISOGNO di parlarne con qualcuno e lo faccio. Ne ho parlato a Marco e ora ne parlo a te. Nn si sopporta xkè è troppo infantile. Marco dice che si accolla e non gli piace il fatto che sia così appiccicosa. Mi raccomando nn fargli leggere il messaggio. Buona lezione.
Vanessa.'
Volevo piangere. Abbassai la testa e mi scese una lacrima. Quella lacrima conteneva in sé rabbia, frustrazione e delusione. Di Vanessa e del suo essere cretina, mi interessava relativamente, ma la batosta mi è stata data dal commento aspro di Marco. Non me l'aspettavo.
- So cosa c'è in quella lacrima. Sei triste soprattutto per Marco. - mi disse Bob, forse facendo solo finta di capirmi. Lui non aveva mai avuto una cotta per qualcuno e non sapeva neanche cosa volesse dire scoprire che quella persona a cui tanto hai ambito non prova niente per te se non disprezzo.
- Tu non puoi capirmi - dissi singhiozzando, le parole che divenivano difficili da pronunciare.
- Non sai cosa vuol dire essere innamorati. -
- È vero, non so cosa vuol dire. Ma posso provare a capirti. - disse rassicurante l'amico. - Secondo me dovresti chiarire con Marco. Vanessa è molto brava ad immaginare. - mi consigliò, spostandomi una ciocca di capelli biondi cenere che avevo davanti agli occhi colmi di lacrime. Non me ne ero accorta, avevo bisogno di uno specchio. Andai alla finestra e mi resi conto che avevo ancora gli occhiali addosso; li tengo sempre e non sono abituata a toglierli.
- Senti, ho un piano. Tu fai finta di andare in bagno e mi aspetti qui davanti alla porta. Poi anch'io glielo chiedo. Ok? - mi riferì Bob.
- Va bene - dissi con voce fragile e ancora un po' provata.
Uscii quindi dall'aula e vidi il mio armadietto: prima di andare volevo sistemarmi. Era strapieno di cose, soprattutto di gadget di Miraculous. Appena lo aprii trovai attaccato allo specchio un bigliettino, tagliato bruscamente da un quaderno a righe. La grafia della persona che aveva scritto era fine ed elegante, curata; quella scrittura mi sconvolse. La trovavo bellissima ed affascinante e apprezzava molto il contrasto con la brutalità con cui era stato tagliato il foglio. Dopo avere analizzato la sua bellezza, lo lessi.
"I tuoi segreti ora so,
Ma al vento non li dirò,
So che sei qui per me,
Ma io non sono qui per te."
Mi riguardai allo specchio, e altre lacrime caddero dai miei occhi azzurri.
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