Capitolo 7


Fortunatamente riuscì a trovare un po' di giorni per distaccarmi. Infatti sia io che mio fratello dovevamo ancora fare il vaccino, così tornammo in città per un giorno e a causa dei sintomi restai a casa due o tre sere.

Tornare a casa fu stranamente di aiuto, Chiana era una realtà parallela in cui in poco tempo ero precipitata. Ogni cosa era diversa e in un certo senso incomprensibile per me, abituata a vivere in un ecosistema completamente diverso.

Per di più alcuni dei miei amici di ritorno dalle vacanze stavano cercando di organizzarsi per venirmi a trovare, e se ci fossero riusciti sarebbe stato perfetto. Considerato anche quanto mi mancassero.

Insomma alla fine fini per distrarmi con così tanti pensieri da non riuscire a trovare una strategia per come comportarmi con Gabriele. Lui mi scrisse anche su instagram visto che ancora non aveva il mio numero, voleva sapere come andava in vaccino e se ero riuscita a parlare con mio fratello. Sorrisi, forse poteva nascere un'amicizia.

Poi i miei amici non vennero, io mi ripresi e dopo qualche giorno tornai la sera in paese a Chiana.

"Non capisco perché stiamo andando, io sono stanca e stasera non c'è davvero nessuno" mi lamentai con Lorenzo che mi aveva convinto a uscire.

"No dai, non usciamo da un sacco poi ora andiamo a salutare dei miei amici e fra un po' arriveranno Riccardo Giulia e Gabriele" mi rispose insistendo, come se la presenza di quei tre potesse in qualche modo convincermi a restare.

Lo segui verso una piazzetta dove stranamente riconobbi una ragazza conosciuta i primi giorni lì. "Gaiaa, come stai?" dissi andando ad abbracciarla, e allontanandomi da mio fratello che salutava i suoi amici.

"Tutto bene dai, tu? È un po' che non ti vedo" rispose sorridente "Mah tutto apposto, ho fatto il vaccino quindi sono stata a casa e i giorni primi sono stata spesso alla piazza in fondo" lei annuì e continuammo a parlare del più e del meno per cinque minuti.

Poi un messaggio da un numero non salvato mi distrasse: "Ao dove siete?". Aggrottai la fronte e controllai la foto profilo: Gabriele.

Capii subito che doveva aver preso il mio numero sul gruppo creato qualche giorno prima da Alice. Risposi velocemente poi mi scusai con Gaia "Scusa, ma mi hanno scritto per sapere dove siamo. Anzi fra un po' devo andare ma quasi quasi resto con te ahahahaha" risi

"Come mai?" chiese "Non c'è quasi nessuno e non ho troppa voglia di stare sola con un ragazzo di qui" confessai "Cioè mi sta simpatico ma sono un po' a disagio" spiegai.

"Nome?" "Gabriele Bianchi" la vidi sbiancare "Ho capito chi è! Lascia perdere, è un deficiente, so solo che l'ultima ragazza l'ha tradita tipo tre volte" iniziò a raccontare.

Deglutii iniziando a capire che forse le mie preoccupazioni avevano un fondamento poi mi sforzai di sorridere "Ma si infatti, diciamo che ci parlo e basta" poi mi arrivò un altro messaggio "Stanno arrivando, mi sa che devo avvisare Lorenzo" le stampai un frettoloso bacio sulla guancia e poi andai via.

"Ohh finalmente" esclamò Gabriele quando raggiungemmo il parcheggio. Era in motorino e accanto a lui c'era un ragazzo che forse avevo visto ma a cui non avevo mai rivolto parola. Mio fratello tuttavia li salutò entrambi calorosamente.

Rimasi un po' in disparte sentendomi come un pesce fuor d'acqua e visto che l'amico di Gabriele non accennava a presentarsi gli porsi la mano "Piacere Margherita". Lui mi squadrò leggermente per poi stringerla "Mattia" rispose secco come se non gliene fregasse nulla.

"Fra un po' arrivano anche Giulia e Riccardo" mi tranquillizzò Gabriele venendo finalmente a salutarmi "Intanto io devo andare al cimitero perché penso di aver perso un accendino lì, mi accompagni?"chiese. Mi guardai attorno cercando una possibile alternativa ma gli altri due si erano già allontanati a chiacchierare così annuii.

Avevo sempre ritenuto il cimitero di Chiana un luogo particolare. Metteva parecchia inquietudine ma era costeggiato da uno spiazzo è una vietta che portava a campi con pecore e cavalli. In più, era lontano dalla strada e privo di illuminazione, così il buio era interrotto solo dal meraviglioso cielo stellato e dalle candele sulle lapidi. Insomma era effettivamente un luogo lugubre ma mi affascinava.

Mi riscossi dai miei pensieri quando un soffio di vento mi fece rabbrividire "Gabriè?" lo chiamai non trovandolo più. Girai la testa ma non lo vidi da nessuna parte. Leggermente spaventata mi avvicinai al vicolo che portava nel cuore del cimitero e... "Boooooo" gridò qualcuno posandomi le mani sulle spalle.

Sobbalzai, terrorizzata, "Sei un vero deficiente" esclamai tirandogli due inoffensive botte sul braccio "Mi hai fatto paura". Gabriele stava morendo dal ridere e cercava di abbracciarmi "Dai scusa nana, non ho resistito" si scusò "E poi ho trovato l'appiccio!" esclamò

Lo guardai impassibile, mentre cercava di contenere le risate, poi fingendomi offesa mi diressi verso l'uscita. Ma appena giunti fuori, mi imbattei in due figure familiari. "Cosa ci facevate al cimitero da soli?" chiese sospettosa Giulia "Questo scemo aveva perso l'accendino" spiegai alzando gli occhi al cielo.

"Però pensandoci potremmo restare, guardate quanto è bello il cielo stasera!" esclamò Riccardo dopo avermi salutata. Alzai lo sguardo e mi si mozzò il fiato per lo spettacolo che avevo davanti. Abituata all'inquinata città e alle luci accecanti dei lampioni era raro che riuscissi a vedere un cielo tanto stupefacente. Le stelle erano così numerose che le costellazioni si intrecciavano e sovrapponevano, offrendo un scenario unico.

Annuii troppo presa per proferire parola, poi imitando Giulia mi arrampicai sulla cinta del cimitero aiutandomi con una panchina. Incantata dalla magia degli astri riaffiorarono dei ricordi di infanzia che credevo di aver perso crescendo. Ero sempre a Chiana, sul terrazzo della villa, raggomitolata in braccio a mio padre. Tenevo gli occhi spalancati cercando di catturare per sempre le stelle cadenti che segnavano il cielo. Poi lentamente, mentre mia madre mi raccontava i miti greci ancora scritti sulla volta celesta, cadevo in un sonno sereno e imperturbabile.

"Andiamo a sdraiarci in quel vicolo, tanto non ci passa mai nessuno" mi riscosse la voce di Riccardo. Abbassai lo sguardo mugolando "Ma si sta tanto bene qui" protestai "Salite anche voi" li incitai, purtroppo Giulia scese e iniziò ad incamminarsi.

Alzai gli occhi al cielo, un po' per lamentarmi  e un po' per dare un altro sguardo al cielo, quando sentì qualcosa poggiarci sulle mie gambe. "Dai vieni giù" disse Gabriele che, dal basso, aveva posizionato entrambe le mani sulle mie ginocchia e vi aveva lasciato un soffice bacio. Per fortuna il buio nascose la mia espressione e agilmente scesi a terra.

Poco più avanti, proprio dove avevano indicato, Giulia e Riccardo erano seduti per terra, la testa piegata completamente verso l'alto. Da un telefono risuonava una playlist che non rispecchiava esattamente il mio genere ma era adatta al momento, Ultimo e altri artisti forse un po' troppo romantici per i miei gusti.

Non appena ci sedemmo vicino a loro Giulia si sdraiò con la testa poggiata sulle gambe di Gabriele "Amoree mi fai i massaggi alla testa" chiese lamentosa. Lui alzò gli occhi al cielo ma annuì e svogliatamente prese ad accarezzarle la fronte e i capelli.
 
Io invece mi limitai ad alzare lo sguardo verso le stelle, immergendomi nuovamente nel mio pacifico mondo di ricordi. La pace però durò poco, dato che una mano si poggiò su una coscia e iniziò a muoversi dolcemente accarezzandomi. "Gabriele ma hai smessooo" si udì poco dopo Giulia, lui sbuffò in risposta ed io mi intromisi "Dai vieni qui te li faccio io i massaggi".

Alzò le spalle e si posizionò sulle mie gambe, fulminando con lo sguardo la mano che imperterrita non si era mossa di un centimetro. Poco dopo riprese "Anzi ho cambiato idea. Marghe vai a far sdraiare Riccardo e io mi rimetto dove stavo prima" stavo per acconsentire nonostante l'idea non mi andasse molto a genio quando Gabriele si intromise.

"No ao basta, a sto punto cerchiamo un modo per sdraiarci tutti, mica siamo cuscini." lo ringraziai mentalmente e tornai a sedermi accanto a lui. "Se vuoi sdraiarti ho questa" dissi slacciando la camicia a quadri che fino a quel momento avevo tenuta legata in vita. "E tu?" mi chiese, feci spallucce "Forse se la stendiamo possiamo poggiarci le teste entrambi" risposi "Aspe ho un'idea migliore" disse iniziando a sistemarsi.

Riccardo intanto si era sdraiato con le mani dietro la testa ed era perso nella sua musica, mentre Giulia contrariata si era seduta poco avanti a noi. "Apposto, vieni qui" mi richiamò Gabriele dopo pochi secondi. Aveva appallottolato la mia camicia e aveva allargato il braccio in modo che potessi usarlo come cuscino.

Mi appoggiai a lui titubante e lui mi cinse il fianco scoperto dal top con un braccio. Con l'altro prese dolcemente il mio viso, accarezzando i miei lunghissimi capelli. "Comoda?" sussurrò dandomi un bacio sulla fronte "Molto" risposi in un soffio mentre lui stringeva il mio corpo ancora più vicino al suo. "Giu se vuoi puoi appoggiarti alle mie gambe poi" disse a voce più alta, ma la ragazza forse ancora indispettita scosse la testa.

Finalmente alzai lo sguardo e mi godetti lo spettacolo sopra di noi "Guarda lì c'è il grande carro" dissi emozionata e in parte sorpresa di riconoscere le stelle in cielo. Tesi il braccio per indicargliele " E queste tre sono Deneb, Altair e Vega le stelle del triangolo estivo" continuai. Lui mi ascoltava concentrato, poi alzò la mano e spostò leggermente il mio indice puntato in aria "E quella?" chiese "Beh la stella polare" risposi con ovvietà.

"Dai passami il telefono" disse dopo aver riflettuto un po' sulle mie lezioni di astronomia. Glielo passai curiosa senza fare troppe domande e lo osservai mentre apriva la fotocamera e iniziava a cambiare le impostazioni.

"Cosa fai?" chiesi "Una foto al cielo almeno sfruttiamo questo telefono ultima generazione che non sai usare" mi prese in giro. Scattò un paio di volte e poi me le mostrò soddisfatto "Visto?" rimasi stupita era la prima volta che riuscivo a intrappolare la volta celeste in un'immagine "Poi mi insegni" sussurrai mentre lui girava l'inquadratura verso di noi e scattava un selfie. Sfortunatamente sbagliò e fotografò Giulia che era ancora seduta in disparte facendomi ridere.

Ripresi il telefono e mi concentrai solo sul momento: il cielo, la musica, riccardo che stonava e soprattutto le stelle cadenti. In un attimo una scia squarciò la volta celeste ed io non potei fare a meno di sorridere. Trovavo incredibile il modo in cui riuscissero sempre a sorprendermi indipendentemente da quante volte le avessi viste. Da piccola ne rimanevo così colpita che mi dimenticavo di esprimere il desiderio e non riuscivo a decidermi temendo di sprecare una tale magia. Stavolta però strizzai gli occhi "Voglio essere felice" pensai.

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