Capitolo 2

"Eddai Marghe vieni! Stavo scherzando mi fa piacere se ci sei anche tu e al gruppo stai simpatica" insistette per l'ennesima volta mio fratello.

Erano passati un paio di giorni da quando ero uscita con i suoi amici ma, nonostante fosse andata bene, le ultime due sere le avevo passare a casa con mia madre e la nonna a leggere e suonare la chitarra.

Nemmeno io avevo realmente capito il motivo, da una parte non volevo dar fastidio a Lorenzo. Ma forse c'era qualcosa di più profondo, come se un sesto senso mi suggerisse che non era il posto giusto per me.

Poi però tutto a un tratto ricordai la promessa che mi ero fatta per quell'estate. Presi un respiro "Dammi due minuti per prepararmi e arrivo" dissi a mio fratello mentre iniziavo a vestirmi. Jeans a zampa, canotta scollata rossa, un po' di mascara ed ero pronta.

Arrivammo alla piazza principale e rimasi indietro mentre mio fratello salutava un gruppetto di ragazzi che non avevo ancora mai visto. Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, ma a parte qualche presentazione nessuno fece caso a me e si misero a scherzare e fare battute fra di loro.

Mi preparai a passare la serata così quando una ragazza esclamò "Ragazzi così però state traumatizzando la nuova arrivata, poverina" aveva un tono deciso e un atteggiamento sicuro.

"Guarda, vivendo con quel soggetto lì non credo ci sia molto in grado di spaventarmi" scherzai indicando mio fratello. "Allora devo farti i complimenti, ti ammiro per essere sopravvissuta" rispose stringendomi la mano "Comunque io sono Francesca" si presentò "Margherita" sorrisi.

Qualcosa in lei mi ispirava simpatia, si vedeva subito che era energica e spontanea. Il caschetto nero sbarazzino denotava una certa sicurezza di se e soprattutto incuranza dell'opinione altrui.

"Che anno sei?" domandò "2005" risposi causando una sua esclamazione "Oddio, qui non esistono praticamente! Sono tutti o 06/07 come tuo fratello oppure 04 come me. Sei vergine?" chiese schietta lasciandomi spiazzata per la domanda. La conoscevo da appena cinque minuti e in più tutti stavano ascoltando la nostra conversazione.

"Ehm... sì" risposi imbarazzata mentre lei, per niente scandalizzata, diceva "Aww, anche io lo ero fino all'anno scorso. Assurdo comunque, una 05, ancora vergine e così carina è una benedizione unica". Arrossii soltanto ancora intimidita dall'ondata di domande invadenti.

Fortunatamente eravamo ormai arrivati al parcheggio col distributore dove alcuni ragazzi ci aspettavano, così il nostro discorso si interruppe. Fra di loro riconobbi Gabriele, lo stesso ragazzo che qualche giorno prima insisteva per guidare il motorino nonostante non avesse la patente. "Ciao stronzo" lo salutò Francesca abbracciandolo, "è mio cugino" mi spiegò subito dopo.

"Fra' non è che mo che hai conosciuto un'altra della famiglia ti dimentichi di me!" si intromise mio fratello fingendo un po' di gelosia. "Tranquillo Lore, solo che tua sorella è così carina e poi ha un sacco stile, quindi prima di partire deve venire a fare shopping con me" decise rivolgendosi a me, mentre io annuivo felice. "Vabbè se vuoi 10 euro te la vendo" scherzò lui mentre io protestavo "Ma la smetti con questa storia, io valgo minimo 200 euro! E poi come osi vendermi, ingrato?".

"Tranquilla, sto coglione di solito mi da gratis, e sono pure fidanzata" mi tranquillizzò lei indicando il cugino che non mi aveva ancora rivolto la parola. "Guarda se vuoi posso offrì cinque euro pe' te" disse con un marcato dialetto romanesco porgendomi una mano con un sorriso strafottente stampato in faccia.

Il suo gesto mi infastidì semplicemente perché non si era ancora nemmeno presentato e già mi prendeva in giro. Sorrisi falsamente e alzai il dito medio mentre Francesca rideva e commentava "Questa ragazza mi piace".

In quel momento però arrivarono altre persone scortate da due cinquantini e fra loro riconobbi subito Riccardo, Myriam e Alice, che mi salutarono. Gabriele invece andò verso i motorini "Matti' annamo a farce un giro?" chiese a uno dei due che, senza dire nulla, gli porse un casco e riparti.

Da quanto avevo capito, quella notte tre dei ragazzi lì presenti sarebbero dovuti venire a dormire da noi in tenda. Quindi mi sforzai di fare amicizia con tutti e studiare il comportamento all'interno del gruppo. La serata così passò in fretta e tranquilla fra scherzi e risate, finchè non decidemmo di spostarci allo stadio per giocare un po' a palla.

Io mi misi a chiacchierare su una panchina lì vicino con Alice e Myriam. Ma bastò che gli altri dessero un paio di calci al pallone e urlassero qualche parolaccia, che da una casa lì vicino scese una signora particolarmente anziana. "Sono le undici di sera vi sembra normale?!" sbraitò "Le persone riposano non potete fare questo casino, altrimenti dovrò chiamare la polizia"

A quell'ultima parola in molti accorsero a cercare di placarla. A quanto pareva però, non era la prima volta che la vecchietta scendesse a rimproverarli e loro non erano modelli di educazione. Così in breve tempo la protesta si trasformò in lite.

"Io vi ho visto e ve l'ho detto anche l'altro giorno, a voi e pure alla ragazza svestita con quelle gambone" urlò riferendosi ad Alice che diventò rossa di rabbia. Stava per alzarsi, ma mi piazzai davanti a lei e cercai di calmarla. "Shhh tranquilla non ne vale la pena, torna a sederti ci parlo io" dissi accarezzandole i lunghi capelli neri.

"Signora può spiegarci quale è il problema?" chiesi cortesemente facendomi spazio fra le persone urlanti. "Che io non riesco a riposare, è tardi e qui ci sono tante persone malate che hanno bisogno di quiete. Invece ogni giorno fanno rumore, e urlano e vengono anche con quei maledetti motorini a suonare il clacson" iniziò a lamentarsi lei

"Ha ragione ci scusi, ora se ci permette le consigliamo di tornare a casa e noi proveremo a non disturbare spostandoci più in là" presi la parola io con una certa diplomazia. La signora mi guardò colpita da tanto rispetto che, fino a quel momento, non aveva mai ricevuto e mi sorrise grata "Tu sei una ragazza in gamba" rispose.

"A signo' io ce ne ho due di gambe" urlò qualcuno da dietro e facendo ridere tutti, ma la situazione si era decisamente acquietata.

Tirai un sospiro di sollievo quando tutto a un tratto dal fondo della via un motorino blu arrivò strombazzando. Alla guida riconobbi subito Gabriele che gridò "Abbelliii", la vecchietta lo guardò allibita e si preparò a fare un'altra sfuriata, mentre io scuotevo la testa disperata e lo fulminavo con lo sguardo.

Quando si accorse che non era il momento adatto scese dal cinquantino e si avvicinò "Che succede?" chiese. "Ci stavamo tutti scusando per il casino e stavamo riaccompagnando la signora a casa, non è vero?" dissi a denti stretti fissandolo "Ah sì certo scusi" disse fingendo un pentimento.

Lei annui, soltanto parzialmente soddisfatta e torno a casa, mentre tutti tiravamo un sospiro di sollievo. "Sei un coglione stavi per mandare tutto a puttane" rimproverai Gabriele quando fu abbastanza lontana "Ma zitta piccole', non è successo niente" rispose lui provocandomi.

Inarcai il sopracciglio "Come scusa?" chiesi, "Sei piccola per me" spiegò lui con sufficienza.

Lo studiai cercando di indovinare la sua età e non potei fare a meno di ammettere che era sicuramente un bel ragazzo. Aveva due semplici occhi marroni e un ciuffo nero rasato ai lati ma i lineamenti erano affascinanti, il naso alla francese, le fossette sulle guance e la mascella definita era puntellata da un filo di barba. Era un po' più alto di me che sfioravo il metro e settanta e nonostante non fosse palestrato aveva un fisico asciutto.

"Quanti anni hai?" domandai "Quindici, tu?" "Quasi sedici" risposi alzando lo sguardo "Appunto sei piccola" mi prese in giro

"Ma se sono più grande di te" gli feci notare "Si ma io sono abituato a stare con ragazze più grandi, quindi per me sei piccola" rispose
"E chi ha detto che staremo insieme?" lo provocai con un sorriso.

Lui ricambiò con un ghigno e mi guardò prima fisso negli occhi poi abbassò lo sguardo lungo tutto il mio corpo soffermandosi un po' troppo sul mio seno. Iniziai a sentirmi a disagio perciò gli porsi la mano, coprendo in parte la visuale "Comunque Margherita" dissi ricordandomi che ancora non ci eravamo presentati. Lui la strinse e, finalmente, il suo sguardo tornò sui miei occhi "Gabriele".

"Ao Gabrie' te l'ho detto, se vuoi mia sorella devi pagare almeno dieci euro" urlò mio fratello. Io scossi la testa mentre lui rideva "Mi piacerebbe ma sono impegnato" disse prima di salire sul motorino e suonare il clacson. "Bisognoso di attenzioni il ragazzo" commentai fra me e me mentre raggiungevo gli altri.

Guardai l'orologio e decisi che era ora di avviarci verso cosa con gli amici di mio fratello "Lore ci conviene tornare, così avete tutto il tempo di montare le tende" dissi mentre lui annuiva e chiamava Kikko e altri due suoi amici "Dai iniziamo ad andare" li informò.

Ci avviamo verso la piazza tutti insieme ma arrivati lì un motorino ci sbarrò la strada. "Quanto tempo" scherzò Gabriele scendendo e andando a bere alla fontana. "Che fai mi segui?" scherzai quando si avvicinò a me "Comunque mi dispiace ma noi dobbiamo andare" dissi per poi salutarlo con due frettolosi baci sulle guance.

Feci un cenno a Davide, il proprietario del motorino che a quanto avevo capito era fidanzato con Alice. Era un ragazzo molto timido e non ci avevo ancora mai parlato, però Lorenzo mi aveva detto che abitava in un villino accanto al nostro.

"Oh comunque tuo fratello sta facendo stragi" commentò Kikko mentre tornavamo a casa.
"Ha quasi raggiunto i livelli di Gabriele" aggiunse, forse per vedere la mia reazione.

Dai racconti di Lorenzo avevo capito che era Kikko che lo stava aiutando a "mettersi" (per così dire) con Myriam, essendo il suo migliore amico.

"Eh mi è giunta qualche voce" commentai "Tu tienimi informata che devo essere sicura abbia preso dalla sorella" scherzai

" Ti informo su tuo fratello o Gabriele?" mi chiese ammiccando "Direi che a Gabriele ci pensa la sua ragazza" risposi soltanto prima di dare la buonanotte a tutti e andare a dormire in camera mia.

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