🔥Auguri Mamma

Theresa

«Mamma!» corsi verso mia madre e le saltai addosso. «Ehi! Come sta la mia piccola Sofficina?» chiese la donna premurosa «Mamma non chiamarmi Sofficina!» esclamai sbuffando. Mia madre mi sorrise amorevolmente «Hai i capelli tutti spettinati piccola peste» mi sorrise illuminando i suoi occhi verdi uguali ai miei. «Finché sarai la mia piccolina sarai sempre Sofficina» disse stampandomi un bacio sulla guancia. Era sempre bellissimo avere mia madre accanto. Il suo profumo mi riempiva le narici e mi faceva sentire al sicuro e protetta. Mi faceva sentire sempre tremendamente amata. «Ho dieci anni! Non sono piccola» mi lamentai mentre lei mi prendeva per mano e mi portava verso la sua camera. Aveva cucinato lei. Lo voleva fare sempre. «Mangia di più piccola! Sei troppo magra» disse mettendomi un fumante piatto di pasta davanti «Mamma devo seguire le diete della Base...» cercai di dirle. «Ora sei con me. Sono tua madre e voglio che tu mangi tanto!» sbottò lei. Mi limitai ad annuire. «Sì, mamma» Allungai una mano per prendere il sale sollevando leggermente la manica del braccio. Improvvisamente mia madre si fiondò su di me e mi afferrò il polso. Tirò su tutta la manica del maglione rivelando i vari lividi che mi ero fatta il giorno precedete. Mia madre strinse la mascella mentre i suoi occhioni verdi si riempivano di lacrime. Poi mi abbracciò stretta. Affondò il naso tra i miei capelli stringendo sempre di più la presa. Era soffocante ma piacevole. Le diedi delle pacche sulla schiena «Va tutto bene mamma» cercai di dire «È tutta colpa mia» sussurrò questa. «Sono la mamma peggiore al mondo» «Non è vero» affermai. «Io ti voglio bene» le dissi.

Cinque anni dopo

«Dio! Sei la peggiore mamma al mondo!» esclamai. «Non mi rispondere così signorinella! Sei impazzita ad andartene così senza dire nulla a me ed a tuo padre?» esclamò lei. «Mamma saranno stati si e no due ore!» esclamai «E chissà cosa ti poteva succedere in queste due ore!» replicò lei «Certo! Poteva passare Jack lo Squartatore a tagliarmi la gola, potevo essere rapita da una associazione segreta o da pazzi piromani che mi avrebbero bruciata viva! Sì tutto molto plausibile!» esclamai sarcastica. «Tu non hai idea... Sei in punizione!» esclamò «E che vuoi fare? Chiudermi in casa? Ci sto già il 90% del mio tempo dato che posso andare solo a scuola e ad allenamento!» esclamai «Niente cellulare! E niente computer!» esclamò lei «Sai che perdita!» sbottai «Niente libri!» Aggiunse «Niente libri?!» sbraitai «Niente libri!» confermò «Solamente perché sono uscita di casa per due orette ad incontrare dei miei compagni di classe?» esclamai oltraggiata «Perché ci hai fatto preoccupare! Non ci hai nemmeno avvertiti!» esclamò lei. «Su amore... Basta. Lo sai che Sophie è una ragazza diligente. Ha capito. E poi c'è Scarlett che dorme, la sveglierete» intervenne mio padre cingendole i fianchi da dietro «No! Non capisce che non deve farmi prendere i colpi così! E se... E se...» «E se cosa?» chiesi. «Vai in camera tua.» disse scrollandosi mio padre di dosso e dirigendosi nella camera della mia sorellina. «Sophie. Tua madre si preoccupa solo per te... Capiscila» disse mio padre rivolto poi a me. «È soffocante!» esclamai correndo in camera mia. Mi fiondai sul letto, sentendomi in gabbia. Perché mia madre era sempre così iperprotettiva? Che si aspettava? Che venissi rapita da un momento all'altro? Che un meteorite piombasse giù dal cielo e mi schiacciasse? Che un ladro mi derubasse e stuprasse? È assurdo! In piena crisi da adolescente ribelle cercai nell'armadio qualcosa di scuro da mettermi. Presi lo zainetto e ci ficcai dentro la torcia e il telefono. Uscii di soppiatto da camera mia e scappai di casa. Iniziai a vagare per le strade notturne di San Francisco. Ormai scappavo così spesso che quelle strade le conoscevo a memoria. Lo facevo ogni volta che litigavo con mia madre. Tirai fuori la torcia e iniziai a giocarci. Il fascio di luce illuminò una figura nera davanti a me. La figura iniziò ad avanzare a passo lento facendomi indietreggiare. L'uomo mi guardò e in quella notte senza luna illuminata da lontani lampioni, l'uomo sorrise. Il bagliore dei suoi denti bianchi mi fece venire i brividi. Continuai ad indietreggiare mentre i miei arti iniziavano a tremare. Il cuore iniziò a tamburellarmi nel petto per la paura e lo stomaco a stringersi in una morsa quasi dolorosa. Lanciai la torcia contro l'uomo e mi voltai correndo via. Le mie scarpe battevano l'asfalto, il mio petto si alzava e si abbassava velocemente, i miei capelli svolazzavano ovunque e io mio cuore pulsava troppo velocemente. Sentivo i brividi dietro la nuca, sentivo che mi stava seguendo, sentivo i rumori sinistri dei suoi passi. Inciampai caddi a terra. Sentii il ginocchio sfregare contro l'asfalto ed un acuto dolore mi assalì. Mi voltai e la figura oscura era lì. Aprì un palmo della mano e una fiamma comparve dal nulla. Strisciai indietro spaventata. «Vattene via!» esclamai «AIUTO!» gridai. L'uomo lanciò la palla e io d'istinto mi portai entrambe le mani sul volto. Una forte corrente d'aria mi fece svolazzare i capelli. Aprii gli occhi e vidi che le fiamme si erano dissolte. Cos'è successo? «È vero... I tuoi poteri...» disse l'uomo stupito. «Lascia stare mia figlia schifoso Ribelle!» esclamò la voce di mia madre. «Theresa Barker, sei solo una Popolana, non puoi nulla contro di me.» disse l'uomo. Prima che me ne rendessi conto mia madre mi aveva superato e con una mossa da maestra di arti marziali buttò l'uomo a terra in mezzo secondo, bloccandolo in una presa d'acciaio «Come dicevi scusa?» chiese la donna con tono duro. Da nulla comparvero due uomini vestiti di nero. Sembrava una divisa, e al loro braccio avevano una fascia rispettivamente blu e bianca con sopra uno stemma di una stella a quattro punte. «Idioti! È così che proteggete mia figlia?» ringhiò mia madre con un tono che non le avevo mai sentito utilizzare. «Ci scusi» dissero questi. «Mamma ma cosa...» borbottai «Ragazzi il mini Flash» disse mia madre alzandosi per poi assestare un calcio sulla mandibola dell'uomo. «Signorina Hunter?» mi chiamò una di quelle figure. Mi voltai e venni accecata da una luce bianca.

Allison

«Ometto» sorrise la donna al piccolo bambino dai capelli caratani e gli occhi verdemare. Il piccolo bambino si fiondò tra le sue braccia. «Mamma perché hai la pancia così grande?» chiese il piccolo meravigliato. Si chiedeva perché sua madre fosse così cicciona, pensando che la madre avesse mangiato troppo  «Perché qui dentro c'è tua sorella» gli spiegò la madre con dolcezza. Il piccolo fece una smorfia arricciando quel piccolo nasino «Cos'è una sorella?» chiese non conoscendo quella parola nuova  «Una piccola cucciolotta come te. Un'altra persona che mi chiamerà "mamma"» appena il piccolo sentì quelle parole iniziò a piangere «Non voglio una sorella! Mamma è mia!» pianse battendo i piedi «Oh, no piccolo Jay. Non fare così.» affermò la donna bionda mettendo il figlio sulle ginocchia «Tu devi amare e proteggere la tua sorellina. Credimi sarà la tua "Gioia".» disse dandogli un buffetto sulla guancia per poi fargli il solletico. Il piccolo prese ad agitare le gambette paffute ed a ridere «No, mamma basta!» pregò. La madre smise «Mi prometti che ti prenderai cura di Joanne?» «Joanne?» chiese il piccoletto con i suoi occhioni limpidi «Sì, è il nome della tua sorellina» sorrise la donna che fremeva dalla voglia di conoscere la figlia «Mi prenderò cura di lei.» acconsentì il piccolo James.

Ellen

«Mamma come fai?» chiese curioso il bimbo dai capelli castani. Anche Ellen da piccola li aveva di quel colore. Ma man mano che era cresciuta, si erano schiariti sempre di più e sapeva per certo che anche il figlio avrebbe avuto i suoi stessi capelli argentei quando sarebbe diventato grande «A fare cosa Seth?» chiese lei «A riscaldare l'acqua solo toccandola» replicò lui giocando con la piccola navetta nella vasca da bagno «Mamma sa fare molte cose, un giorno ti racconterò tutto. È grazie a questa capacità che ho conosciuto papà» disse la donna iniziando a massaggiare i mobili capelli del figlio «Non voglio saperlo» fece il piccolo «Non voglio sapere come hai conosciuto papà» aggiunse. «Perché no, Seth?» chiese lei divertita «Perché è roba da femmine» disse il giovane con una smorfia di disgusto sul volto. «E invece io te lo racconterò. Ma quando sarai più grande. Quando poterai a casa una bella ragazza che mi lascerai giudicare...» si divertì lei ridendo «Bleah! Che cosa stupida l'amore. I baci fanno schifo» affermò lui facendo ridere ancora la madre «L'amore è la cosa più bella che ci sia.» gli disse.

Mamma di chi?

«Mamma! Guarda cosa ho fatto!» esclamò il piccolo bambino correndo verso la madre. Nell'impresa inciampò e si sbucciò un ginocchio ed appena lo realizzò si mise a piangere a dirotto «Ehi piccolo mio» la donna si precipitò verso il figlio e lo avvolse in un abbraccio caloroso. Poi prese dell'acqua e iniziò a disinfettare il ginocchio del figlio che continuava a tirare su col naso «Cosa avevi fatto per me, piccolo mio?» chiese la donna dopo aver fasciato la bua. Il piccolo allungò la coroncina di fiori che aveva stretto in mano. I petali si erano un po' rovinati dalla stretta del bambino ma per la madre non aveva importanza. «Ma che belli! Mi hai fatto una coroncina di fiori Lucas?» il piccolo annuì. Il sorriso della madre era la cosa più bella agli occhi di Lucas «Sei proprio un bravo bambino.» gli disse «Amy, non lodarlo troppo. Altrimenti come fa a diventare un uomo?» la voce glaciale di un uomo interruppe il momento madre e figlio «Hai pianto di nuovo» constatò guardando il figlio dall'alto in basso con le mani allacciate dietro la schiena. Il piccolo, intimidito, abbassò lo sguardo «Suvvia Robbie! È un bambino! Ha solo cinque anni!» esclamò la madre. «Ed è a questa età che bisogna temprarli» affermò lui. «Non dire sciocchezze.» fece lei. «Vieni, piccolo mio» si rivolse al figlio allungando una mano «Andiamo a mangiarci un gelato e non ne daremo nemmeno un po' a papà» disse sorridendogli illuminando quegli occhi d'oro.

Genitori di Fuoco.

«I miei figli sono Geminus!» esclamò l'uomo con la giacca rossa. «Oscar non urlare!» la rimproverò la bella donna accanto a lui. «È un problema papà?» chiese il giovane dai capelli rossi di fronte a lui «Sì! Cioè no! Non è un problema...» esclamò agitato l'uomo «Ma promettetemi che non ne parlerete con nessuno» disse loro Oscar. I due giovani si guardarono stupiti per poi ritornare a guardare i genitori «Okay papà» replicò la ragazza dai ricci caramello facendo un'alzata di spalle «Alla B.L.C. lo sanno?» chiese preoccupata la donna «Certo che lo sanno Zelda! Sicuramente Barker li starà già cercando!» brontolò Oscar. «Chiudi il becco, uomo! Sto parlando con le mie fiammelle» disse la donna scoccando un occhiata raggelante al marito. I gemelli ridacchiavano all'espressione oltraggiata del padre. «Ah! È così che la mettiamo, eh?» disse l'uomo scavalcando il tavolo della cucina «Santo cielo, Oscar!» gridò la donna. L'uomo non la ascoltò ma si fiondò sul figlio maschio e lo prese per poi avvolgerlo con un braccio, mentre con l'altra mano gli scompigliava i capelli con il pugno «Ahi ahi! Papà no!» si lamentò il giovane. La sorella Opal rise ancora di più ma smise immediatamente quando gli occhi azzurri del padre si inchiodarono ai suoi «Dai papino, sono la tua principessa, no?» indietreggiò la ragazza finché la sedia non di cappottò all'indietro. «Ahi!» si lamentò mentre tutta la famiglia scoppiava a ridere dimenticandosi dell'argomento iniziale. Intanto qualcun altro aveva scoperto l'esistenza dei Gemelli ed era rimasta oltraggiata dalla loro mancata consegna da parte di Torcia ed Ardente.

Angolo autrice

Buona festa della mamma! Ecco tanti piccoli momenti madre e figlio dei nostri cari personaggi in onore alla festa delle donne migliori al mondo! Spero vi siano piaciuti!

E dato che purtroppo sono stata taggata da WhiteLightShine in una challenge, sono costretta a dirvi 13 novità su di me.

Devo devo devo... Al diavolo sono una divergente! Non posso essere controllata! Sono Grifondoro! Non prendo ordini! Sono figlia di Atena e sono io a dare ordini! Ma sono una persona pacifica e quindi lo farò.

Titolo: "Hunger Challenge". Umh... Oppure "Winter S. Black e le 13 fatidiche risposte". O "Maze Challenge" o "13 rotture di "beep"" o... Boh non so.

1) Odio tutte le bibite gassate, bevo solo acqua naturale e succo di frutta all'arancia.

2) Soffro di allergia e quindi odio la primavera.

3) Ho due sorelle maggiori è un fratello minore.

4) Se mi dessero un euro per tutte le volte che sniffo un libro mi potrei permettere lo psichiatra che mi servirebbe.

5) Possiedo esattamente 142 libri cartacei che riordino spesso. Presto saranno 144.

6) odio farmi prestare i libri e le cose in generale. Mi piace essere autosufficiente.

7) Amo i cartacei ma ho un sacco di PDF.

8) Non butto via quasi mai nulla. Colleziono cianfrusaglie come i vecchietti.

9) Ogni volta che mi dovrei concentrare per lo studio, la mia mente si riempie di migliaia di idee per i miei libri.

10) Sono ombrellofobica. Insomma ho paura delle persone che hanno in mano quell'ombrallo che scatta con il pulsante, da quando uno mi è arrivato in faccia. Sì ridere ridete, vediamo come riderete quando vi mando a casa i miei Ignis.

11) Adoro il nero ma il mio colore preferito è il blu.

12) Non so cucinare.

13) Bramo dalla voglia di uccidere un certo personaggio di Elements. Solo che ci vorrà un bel po'.

Taggo (e mi scuso in anticipo):
sofisemmi (l'hai già fatto così risparmio un po'di gente) cri99shadowhunters _green_dragon_ _ary_001 disagiate1 94february01 ChiaraCiatti ciceherondale Cuore-di-scrittrice AlhenaDevon demigodofair FioreDArgento cristixu Imperiumdelfuoco sarahveneruso

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