🌪A.U.: Nei panni

Ambientato alla Base 1, quando tutti i personaggi si trovavano lì, dopo che i Geminus sono stati salvati da James. Avviene prima che Barker perdesse il suo trono e prima che tornasse alla Base.

Appena mi svegliai, capii che c'era qualcosa di diverso. Aprendo gli occhi non riconoscevo la camera. Mi alzai e fissai stranita la coperta blu che mi avvolgeva. Aveva un profumo diverso dalle mie e ovviamente non erano bianche come quando ero andata a letto.
Guardandomi intorno non riconobbi nulla, tranne la fotocamera professionale appoggiata sul comodino, però non mi apparteneva. In giro c'erano tappezzate alcune foto di paesaggi e il tutto era tremendamente ordinato e pulito. Voltandomi a destra fissai il telefono appoggiato sotto la lampada spenta. Non era il mio telefono.
Quella non era la mia stanza, era chiaro. Ma come ci ero finita lì? Mi tolsi le coperte di dosso accorgendomi di avere delle gambe più lunghe e muscolose delle mie.
Cosa?!
Balzai in piedi e corsi in bagno dove mi fissai allo specchio. Ma il riflesso dinanzi a me non era il mio, bensì quello di Aiden. Quel volto regolare e i capelli biondi disordinati dal cuscino. Sulla guancia aveva ancora i segni delle pieghe e gli occhi blu restituivano lo stesso stupore e terrore che sentivo io. Aiden non avrebbe mai fatto quella faccia.
«Cosa significa!» esclamai portandomi le mani sul volto. Il riflesso di Aiden fece lo stesso. Poi mi accorsi che anche la voce era diversa. Mi afferrai il collo, sentendo il pomo d'Adamo. Avevo la voce di Aiden!
Uscii terrorizzata dalla camera, guardandomi a destra e a sinistra.
Senza pensare raggiunsi la stanza di James e la spalancai.
Il ragazzo si stava ancora vestendo e imbarazzata mi voltai dandogli la schiena.
«Ryder. Quale buon vento ti porta qui?» chiese la voce sarcastica di James, del tutto assente della sua solita dolcezza che a me dedicava.
Mi voltai di nuovo verso di lui, rendendomi conto di essere più alta, seppur di pochi centimetri, di lui. Era assurdo essere così alti! Mi sentivo un palazzo, ma come facevano?
Aprii bocca per parlare, ma l'astio che leggevo sul volto del mio ragazzo mi impedì di farlo. Come potevo dirgli che ero Sophie Hunter? La sua ragazza intrappolata nel corpo del suo ex?
«Ti ha mangiato la lingua il gatto?» chiese lui incrociando le braccia al petto.
«Non... Niente... Ci vediamo.» balbettai prima di correre via.
Mentre svoltavo l'angolo del corridoio, scorsi James guardarmi stranito sulla soglia della sua porta.
Non andava bene... Non potevo parlare con James! Allora con chi? Jo? Max? Oh, Aiden! Se io ero nel suo corpo, lui doveva essere nel mio... Oh, santi numi! Accidenti al quadrato! Che cosa imbarazzante!
Mi diressi verso camera mia, nella speranza di trovare Aiden... O me stessa.
«Che ci fai qui?» chiese una voce mentre mi apprestavo a bussare. Jo si avvicinò a braccia incrociate con un sopracciglio alzato. Ancora una volta, mi stupii di essere più alta di qualcuno.
«Busso alla porta?» provai a dire con la voce bassa di Aiden.
«Cosa potresti mai volete da Sophie in mutande e canottiera? A parte questo, che ci fai in giro mezzo nudo?» chiese lei indicandomi.
Agitata com'ero ero uscita senza vestirmi. Dio! Che imbarazzo! Avevo fatto girare Aiden in quelle condizioni?!
«Ti posso spiegare, Jo» affermai alzando le mani.
«Jo? E da quando mi chiami così?» chiese lei corrucciando la fronte.
«Jo, sono io, Sophie! Non so come ma sono finita nel corpo di lui!» esclamai.
«Già, e io sono finito nel suo.» disse una voce. La mia voce. Accidenti, è così la mia voce agli altri? Guardando verso il basso vidi la mia faccia sulla soglia della porta, vestita di tutto punto.
«Mi hai vestita!» esclamai stupita.
«Tu a quanto pare non ti sei presa il disturbo di vestire me.» dedussi io... Cioè, Aiden. Sul mio volto comparve un sorrisetto che sono sicura di non aver mai fatto.
«Aspettate un secondo.» disse Jo avanzando verso di noi e scuotendo la testa.
«Tu sei Aiden?» chiese indicando il mio corpo.
«E tu sei Sophie?» fece indicando me.
«Sì! È quello che ho cercato di dirti!» esclamai. La voce di Aiden non era fatta per squillare. Jo aprì bocca e ci fissò, poi la richiuse.
«Come avete fatto?» chiese la ragazza a bocca aperta.
«Se lo sapessimo sarei nel mio corpo e lei nel suo.» disse Aiden con la mia voce.
«Come hai fatto a vestirti? Mi... Mi hai vista?» balbettai. La voce di Aiden non era fatta per balbettare, nota numero due. I miei occhi verdi mi inchiodarono. Accidenti, che cosa inquietante, davvero sono così?
«Non mi sono approfittato della situazione. Non ho visto niente mentre mi... Ti vestivo.» mi rassicurò Aiden gentilmente. Era una situazione tremendamente imbarazzante. Avevo già detto che era imbarazzante? Nel dubbio... È stato imbarazzante.
«Che ne dici di mettermi prima qualcosa addosso? Poi cerchiamo di risolvere la situazione.» propose Aiden, calmo e riflessivo come al solito.
«C'è un problema» affermai imbarazzata. Tutta quella situazione mi aveva messa in tremenda agitazione.
«Che problema?» chiese Jo.
La guardai, prima di fissare anche me stessa.
«È che dovrei andare in bagno.» mormorai. Probabilmente avevo reso il volto di Aiden rosso.
Il mio volto... Cioè, quello che stava usando Aiden arrossì. Jo sgranò gli occhi quando capì la delicata situazione.
«Entriamo.» propose Aiden ritornando in camera mia. Jo e io lo seguimmo dentro.
«Non mi importa.» disse la mia voce in un sussurro flebile, quasi non udibile.
«No, ascolta Aiden, io non... Non...» balbettai tremendamente a disagio, sentivo il viso in fiamme.
«Allora ti aiuto io mentre chiudi gli occhi?» chiese la mia voce. Mi immaginai la scena.
«No! Io non ti spoglio! Cioè, io non mi spoglio! Insomma, non voglio che il mio corpo spogli il tuo!» esclamai. Jo ridacchiò.
«Non c'è niente da ridere! È una situazione seria!» esclami.
«Ma è tutto così... Assurdo!» continuò a sorridere Jo, finché non scoppiò in una vera e propria risata.
«Accompagnami tu in bagno!» esclami.
«Cosa? Io non spoglio Aiden.» disse categorica interrompendo la risata.
«Ci sono un sacco di ragazze che non vorrebbero far altro.» intervenne la mia voce.
«Modestia a parte, Aid?» scherzò Jo. La mia faccia sorrise.
«Non è il momento! Mi scappa da morire!» continuai.
«Vai in bagno e falla, sono i miei occhi quelli che usi e le mie mani, ed è il mio corpo. Fingi di non essere lì.» disse Aiden.
Non mi restò che arrendermi, mi scappava troppo.
«Sappiate che è una situazione assurda.» dissi prima di fiondarmi in bagno. Ma davanti alla tazza del gabinetto il mondo iniziò a girare e a vorticare così tanto che mi venne da vomitare. Poi i colori si spensero finché la luce non venne inghiottita dal buio.

Quando mi risvegliai ero sul mio letto. Proprio sul mio. Scattai frettolosamente seduta, facendomi prendere da un capogiro. Mi portai la mano alla tempia e attesi che il mondo smettesse di muoversi. Poi sentii tra le dita i capelli, lunghi e lisci, me li portai davanti agli occhi, notando con piacere che erano neri. Mi passai le dita sul volto, sentendo la mia familiare pelle morbida.
«Sono io!» esclamai entusiasta.
Mi guardai nella stanza ma ero completamente sola. Nessuna traccia di Jo o Aiden.
Mi alzai e andai in bagno per assicurarmi che la faccia fosse veramente la mia e vidi il mio familiare riflesso. Indossavo i vestiti che Aiden aveva scelto per me, quindi dedussi che non era stato uno spiacevole sogno. Non me ne capacitavo, come era potuto accadere una cosa del genere?
Uscii dalla stanza soprappensiero camminando per i corridoi e salendo e scendendo scale senza avere una vera e propria meta. Mi ritrovai davanti ad uno degli ascensori. Le porte si aprirono davanti a me, facendo uscire alcuni scienziati. Entrai da sola e fissai i numeri illuminati sulla parete di vetro. Pigiai sul piano terra e immediatamente iniziai a scendere verso il basso, accompagnata da una motivetto allegro.
Quando uscii mi ritrovai davanti Nox che era intento ad entrare.
Il suo volto si aprì in un ampio sorriso.
«Sophie!» esclamò sporgendosi ad abbracciarmi. Okay, questo era strano e non era da lui.
Il ragazzo si staccò e mi tenne stretta per le spalle, mentre io lo fissavo intontita e irrigidita.
Fissandolo meglio notavo altre anomalie. Gli occhi dorati non erano circondati da borse scure e ciò gli donava un'aria stranamente riposata. Poi i vestiti! Erano stirati e gli calzavano bene. Era ordinato e insolitamente elegante. Al posto dei suoi solito abiti smessi e dai colori sbiaditi, indossava la divisa da Imperium del fuoco. Assurdo.
«Nox?» balbettai confusa.
«Hai visto che figo? Sono Nox!» esclamò lui con un tono di voce decisamente non da lui.
«Non pensi che stia meglio così? Riposato e curato? Gliel'ho sempre detto!» continuò lui spingendomi nuovamente dentro l'ascensore.
Ero confusa e senza parole, mentre Nox si trasformava improvvisamente in un fiume in piena.
«Sei Opal?» chiesi dopo un po'.
«Oh! Cara! Non te l'ho detto? Stamattina mi sono svegliata su un albero. Ed ero nel corpo di Nox! Che assurdità, non credi?» ridacchiò. Era strano. Molto strano. Ad Opal e Nox era accaduto la stessa cosa che era accaduta a me.
Non sapevo cosa dire.
Le porte dell'ascensore si riaprirono di nuovo e Nox, anzi Opal iniziò a trascinarmi per il polso.
«Dove stiamo andando?» chiesi.
«Voglio approfittare di questo momento! Non credo che durerà per sempre e voglio divertirmi il più possibile, non è cosa da tutti i giorni diventare un ragazzo così attraente.» ridacchiò Opal con la voce di Nox.
«Ma... Non credi sia meglio cercare Nox e risolvere la situazione?» balbettai confusa.
Riconobbi l'area del corridoio che portava all'area allenamenti.
Nox, cioè, Opal attivò le porte scorrevoli della palestra normale. All'interno c'erano molti Imperium intenti ad allenarsi che ignoravano bellamente la nostra presenza.
Non sapevo come Opal sapesse che James si trovasse lì, perché era chiaramente lui che stava cercando, dato che puntava nella sua direzione. James era intento a sollevare pesi su una panca, ignaro di tutto.
Il ragazzo notò la nostra presenza e appoggiò quel macigno al proprio posto.
«Che ci fate qui?» chiese afferrando la bottiglietta che aveva a terra e mettendosi l'asciugamano attorno al collo.
«Io...» iniziai a balbettare, ma Opal non mi lasciò finire.
«Ti cercavo.» disse la ragazza con la faccia del suo coinquilino.
«Eccomi qua, amico.» disse semplicemente James passandosi una mano tra i capelli leggermente umidi.
«Sei diverso, hai fatto qualcosa ai capelli?» chiese lui avvicinandosi all'amico e piegando la testa per fissarlo da un angolazione diversa.
«Sono più bello.» disse semplicemente Nox.
James sgranò gli occhi stupito, poi ghignò.
«Wow, Noxxy ti è successo qualcosa che non so?» rise divertito.
«Jase, mi sono innamorato.» affermò Nox con tono incredibilmente serio. Mi voltai verso di lui incredula. Che intenzioni aveva Opal?
James era sgomento e inarcò un sopracciglio.
«Ah.» fu l'unico suono che uscì dalle labbra del mio ragazzo. Cercò il mio sguardo confuso, ma io scossi la testa. Ne sapevo quanto lui, più o meno.
«Sì, Jase, sono innamorato di Sophie.» Il mio sangue si gelò, così come il volto di James.
«Scherzi?» chiese lui inarcando un sopracciglio.
«No. Per niente. Sai che non so scherzare.» affermò. Poi si voltò verso di me e venni baciata dal migliore amico del mio ragazzo.
La cosa fu così veloce, inaspettata e scioccante che non me ne capacitai nemmeno quando il ragazzo si staccò da me.
Fissai il volto di Nox sconcertata con la bocca aperta. Dire che ero sotto shock era un eufemismo.
Non osai nemmeno voltarmi verso James che era spaventosamente silenzioso.
Opal sorrise con le labbra di Nox e fissò James, impersonando un ghigno assolutamente non nel repertorio del Nox che conoscevo io.
«Opal!» esclamò una voce femminile. Voltandomi vidi la figura di Opal avanzare agitata verso di noi. Sembrava essersi appena alzata dal letto con la criniera caramello ribelli che le svolazzavano attorno. Non avevo mai visto Opal con la felpa, ma quella mi sembrava proprio una felpa blu extra large con il logo della B.L.C. al centro. Nonostante ciò, era veramente bella.
Opal... Forse dovrei dire Nox, afferrò il suo corpo, in quel momento controllato da Opal, per il polso. Accidenti, che casino assurdo. La ragazza lo trascinò via, prima che James potesse saltare addosso al suo migliore amico. Mi voltai verso James che fissava ancora un punto indefinito davanti a sé, con un inespressività spaventosa.
«Senti, ti posso spiegare.» affermai avvicinandomi a lui.
«A meno che Opal non abbia posseduto Nox, non so cosa mi dovresti spiegare.» disse il ragazzo incrociando le braccia al petto. Le fissai, perché non avevo la forza di incontrare i suoi oceani ed anche perché aveva delle belle braccia.
«In realtà è proprio quello che è successo.» balbettai. Azzardai a guardarlo ma lui mi fissava con scetticismo.
«Sophie, non siamo in un libro.» affermò il ragazzo.
Chiamata per nome intero. Non era un buon segno.
«Ma ti dico che è così! Anche stamattina, mi sono risvegliata nel corpo di Aiden e sono venuta a cercarti, ma tu eri praticamente mezzo nudo e in quel momento mi odiavi perché odiavi la mia faccia che non era la mia, ma poi ho incontrato Jo e me, cioè Aiden, e mi è venuta voglia di andare a fare pipì, solo che mi vergognavo di farla perché il corpo non era mio, ma mi scappava lo stesso, così sono andata in bagno, ma prima di farla sono svenuta e mi sono risvegliata nel mio corpo. Poi volevo cercare Aiden e Jo per avere spiegazioni ma ho incontrato Nox, cioè Opal, che mi ha detto di volersi divertire nel corpo di Nox, quindi mi ha trascinata qui. Ma non conoscevo le sue intenzioni finché non è successo quel che è successo, tra l'altro Nox ha delle labbra veramente morbide, non che le tue non lo siano, ci si intende.
Quindi Nox, il vero Nox, intrappolato nel corpo di Opal, è venuto a riprendersi Opal nel suo corpo, e ora penso che potrebbe succedere la stessa cosa agli altri, ma non capisco quale sia il motivo, capito?» dissi tutto ad un fiato. James parve stordito dal mio racconto surreale.
«Okay.» disse lui voltandosi e guardandosi intorno.
«Non mi credi?» chiesi facendo un passo verso di lui con le mani al petto.
James tornò a posare lo sguardo su di me, poi si passò nuovamente una mano tra i capelli castani.
«Non lo so.» mormorò.
«Parliamone con Jo! Lei sa!» esclamai.
«Già, mi piacerebbe trovarla.» disse la voce di Jo. La ragazza apparve al nostro fianco e ad uno sguardo capii che non c'era più la mia amica dietro quella faccia.
«Joy?» chiese James incerto.
«No, Sharp. Sono intrappolato nel corpo di tua sorella da ben ventisette minuti.» disse Jo gelida con le braccia incrociate sotto il seno. Nessuna emozione sembrava trasparire dal volto della mia amica.
«Seth?» tentai.
Jo mi fissò con uno sguardo tagliente. Sì, era Seth, riconoscibile dietro qualunque faccia, compreso quello della sua ex.
«Ti ho ascoltata.» mi disse. «Come hai fatto a tornare nel tuo corpo?» mi chiese avvicinandosi a me.
«Questo è assurdo, sei davvero Frost?» chiese James inarcando un sopracciglio.
«Da quando ne ho memoria, Sharp.» disse Jo senza guardare James.
«Non lo so.» balbettai confusa.
«È lo stimolo del bagno a riportarti dentro il tuo corpo d'origine o la situazione di estremo imbarazzo da parte di entrambi?» continuò ad interrogarmi la ragazza.
«Non lo so» ripetei leggermente più convita di prima.
«Possibile che tu non sappia mai niente?» chiese Seth inarcando il sopracciglio di Jo.
«Ehi!» esclamai offesa. «Non è certo cosa da tutti i giorni questo!» continuai.
«Sentite. Cerchiamo di riunire tutte le persone coinvolte, ne verremo a capo. Non voglio dover parlare con mia sorella attraverso la tua faccia.» disse James oltrepassandoci. Rabbrividì. «Sarebbe inquietante.» mormorò tra sé.

Dieci minuti dopo ci trovavamo nella Sala Grande. James era davanti al camino a camminare avanti e indietro, immerso nelle sue riflessioni. Io ero seduta sull'unica poltrona davanti al tavolino di legno, Aiden era in piedi dietro di me. Seth, cioè, il corpo di Seth con dentro Jo era rannicchiato sul tappeto a gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla mia poltrona. Dall'altra parte del tavolo c'era un Nox sorridente con le gambe comodamente allungate su tutto il divano e Opal appollaiata scompostamente sullo schienale. Era strano vedere quei due in posizioni invertite. Seth, nel corpo di Jo, era seduto da solo sull'altro divano e fissava i movimenti di James come un avvoltoio.
«Fermati, Jase. Altrimenti mi gira la testa.» disse la voce di Seth.
«Tu non parlarmi. Non chiamarmi Jase. Dio se è strano.» replicò James indicando Seth. Sembrava scosso «Finché non torni nel tuo corpo, Joy.» aggiunse ricomponendosi.
«Magari nei laboratori stanno facendo degli esperimenti ed è finito qualcosa nell'aria, dovremmo chiedere agli scienziati.» intervenne un Nox stranamente rilassato e completamente a suo agio.
«Max ne potrebbe sapere qualcosa.» concordò il vero proprietario del corpo con la sua nuova voce femminile.
«No, ragazzi.» una voce interruppe i nostri pensieri. Una voce sconosciuta, seppur familiare. Ma la cosa mi zittì è che mi parlava dentro la testa.
«La sentite anche voi?» mormorò Aiden appoggiandosi una mano sull'orecchio. Diverse teste annuirono stupite e sconcertate quanto me.
«Sentito chi?» chiese James incrociando le braccia al petto. Lui non la sentiva? Solamente quelli coinvolti in questo strano episodio lo potevano fare?
«Esatto, Sophie. Non volevo coinvolgere James nell'esperimento. Ma è un tassello essenziale per unire tutti.» Ancora quella voce.
«Chi sei?» chiesi al soffitto alzandomi in piedi.
«Come sarebbe "chi sei"?! Non mi riconoscete?» esclamò quella voce, rimbombando nella mia testa. Mi afferrai le orecchie, tappandole.
«Dovremmo?» chiese il vero Seth.
«Nemmeno tu, Nox?» chiese la voce delusa.
La faccia di Opal si trasformò in stupore.
«Umh... Non credo.» mormorò quasi spaventato.
«Ma con chi state parlando?» intervenne nuovamente James.
«Zitto un po', Sharp.» disse gelido Aiden.
«Tu non puoi ordinarmi di stare zitto.» replicò James altrettanto freddamente.
«Zitti tutti e due. Abbiamo problemi più grandi. Una tipa ci sta parlando nella testa, a noi che siamo coinvolti in questo cambio di anime.» spiegai velocemente.
James inarcò un sopracciglio e scosse la testa, poi andò a sedersi sul divano di Seth, il quale lo guardò male. James sembrò rendersi conto che non era la sorella che aveva di fianco, quindi si affrettò ad allontanarsi.
«Ragazzi, io sono l'Autrice.» affermò la voce con tono più calmo.
«L'autrice di cosa?» chiese Jo con la voce di Seth.
«Autrice del vostro destino, se così si può dire.»
«Scherzi, vero?» ridacchiò nervosamente la voce di Opal.
«No, non scherzo. Fate parte di un libro, una trilogia per l'esattezza, e siete figli miei. Posso farvi fare quello che voglio. Avete persino partecipato a delle interviste con me, dove avete ricevuto tante domande da parte dei fan. Ma vi ho cancellato la memoria di questi fatti.» affermò quella voce allegramente. Un brivido mi corse lungo la schiena. Un'ansia assurda mi assalì e venni colpita da un forte mal di testa martellante.
«Che sta dicendo? Sembra che abbiate visto in fantasma.» chiese la voce di James. Ma mi sembrava ovattata in quel momento.
«Perché ci hai fatto questo?» chiese Seth, deformando il volto di Jo dalla rabbia.
«Non ti arrabbiare Seth. Non è bello scoprire, anzi, riscoprire di non avere il controllo su se stessi come hai sempre pensato, vero?» fece quella voce con tono stranamente dolce. Ma quel che aveva detto aveva un che di sadico.
«Rivelati.» ordinò Aiden, l'espressione cupa.
«Non posso. Comunque questo esperimento ha un solo scopo. Far vivere ad ogni persona qui presente, i panni del proprio ex. Volevo solo divertirmi un po'.» affermò tranquillamente la voce.
«Ti diverti così tanto a giocare con le nostre vite?» esclamai furibonda.
«A dire il vero? Sì.» affermò. Barcollai e ricaddi sulla poltrona. Era assurdo. Eravamo nelle mani di una sadica ragazza. Come poteva essere? Lei mi aveva reso così!
«Già, io vi ho reso quel che siete, e mi dispiace. Ma se così non fosse la vostra storia non sarebbe valsa la pena di essere raccontata, no?» continuò.
«Vedete il lato positivo. Vi dimenticherete di questo universo alternativo, così come vi siete dimenticati dell'intervista e del vostro mondo senza B.L.C.» affermò.
«Basta solamente un punto.»
E dopo tali parole tutto si fece buio. Il sipario si abbassò, avvolgendo tutti quanti nell'oscurità. La finzione divenne nuovamente realtà, così come la realtà tornò ad essere finzione. Le maschere abbassate tornarono nei volti dei proprietari e i ricordi scivolarono liquidi nel mare dell'oblio.

Angolo Autrice

Ma quanto posso essere delirante? Questa cosa è proprio totalmente no sense hahaha spero vi sia piaciuta lo stesso. Vi siete divertiti?
Ho preferito regalarvi questa specie di AU invece di pubblicare il nuovo capitolo perché... Voglio che passiate un bel Natale felici!
Comunque sia Buon Natale 🎄 🎁 oh oh oh oh! 🤶🏼🎅🏼🦌🌌🌠
Perché a Natale puooooi, fare quello che non puoi fare maaaaai!
A Natale si è tutti più buoni, yeh! Tranne io, ovviamente 😇.
Qui sotto una foto dei Geminus a Natale! Foto che esiste veramente a casa di Nox.

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