35. Ary: Ti prego, allontaniamoci

Non c'erano morti e non trovammo nemmeno i prigionieri se non quei pochi resti di suicidi.

Una Base era una Base se non era scoperta o se era abbastanza forte da potersi difendere da sola anche se fosse attaccata.

Ma la Base in cui stavamo aveva solo una concezione storica.

Non poteva più essere una Base della B.L.C. nemmeno se ricostruita.

E come predisse il Rubinetto nessuno si fermò un'attimo, nemmeno quando arrivarono i rinforzi.

Una volta che i nuovissimi jet dalle Basi in madrepatria atterrarono sul suolo alpino, vedemmo scendere vari alleati in divisa Imperium e camici da laboratorio.

I feriti vennero scortati per primi e nell'attesa, cercai tra i nuovi arrivati il volto del mio mentore.

Non c'era.

James ci aveva promesso che ci avrebbe raggiunto ma di lui non vedevo e sentivo alcuna traccia da un sacco di tempo.

Inconsapevolmente, il mio sguardo cercava anche qualcun altro. Era diventata un'abitudine da tanto che lo facevo.

Cercare Nick, trovarlo, sorridergli e corrergli incontro senza avere uno scopo in mente. Solo vederlo, ascoltarlo, parlargli.

Ma non potevo più permettermi di farlo.

Quando mi resi conto di chi stessi cercando smisi immediatamente.

Proprio in quel momento, lo vidi uscire dalla foresta.

Una figura che conoscevo bene, ma che non avevo notato mentre mi guardavo attorno poiché non la persona che stavo cercando, gli corse incontro.

Non avevo proprio notato Tiara e mi sentii rivoltare lo stomaco al pensiero.

Entrambi, come se avessero sentito il mio sguardo addosso si voltarono verso di me in contemporanea.

Vidi Nick inarcare un sopracciglio e spostare lo sguardo accanto a me per poi marciare nella mia direzione immediatamente.

Tiara sembrava stesse cercando di dirgli qualcosa che lui evidentemente stava ignorando.

Mi voltai verso il ragazzo al mio fianco che stava parlando con una donna ferita. Mi aveva detto che era la guardia di turno incaricata a tenere d'occhio i prigionieri.

Non gli avevo chiesto come facesse a saperlo. Nathan tendeva a sapere sempre tutto e che conoscesse alla perfezione chi facesse i turni di guardia e quando in ogni zona della Base di tutte Basi sembrava normale per lui.

Non aspettai che finisse di parlare e lo tirai per i vestiti.

«Cos-Ary?!» esclamò mentre iniziavo già a spingerlo fuori dal tendone allestito.

«Ti prego, allontaniamoci» gli bisbigliai con forte urgenza e appoggiando ma fronte alla sua spalla.

Lanciai uno sguardo alle mie notando che Nick si stava avvicinando sempre di più.

«Adesso» sibilai con insistenza alzando lo sguardo su Nathan.

Il ragazzo biondo alzò lo sguardo oltre le mie spalle e individuò la fonte di ogni mio problema.

Un sorrisetto apparentemente gentile comparve sul suo volto.

«È la prima volta che ti vedo scappare così disperatamente» commentò con tono stupito.

«Il non sto...»

«Non è da te. Che siano situazioni pericolose o emozioni nuove le hai sempre affrontate di petto.» piegò la testa di lato e ad un tratto mi sembrò minaccioso nonostante stesse ancora sorridendo.

«Qual è il problema?» aggiunse. Mi toccò delicatamente il mento.

«Testa alta, Ary.» aggiunse con lo sguardo dietro di me.

E capii che era arrivato anche senza il bisogno di voltarmi.

Guardai male Nathan per avermi obbligata ad affrontare Nick. L'Imperium dell'acqua si limitò a sorridermi e basta.

«Ary, posso avere una parola?» sentii chiedere. Ignorò completamente il ragazzo dallo stupido sorriso irritante.

Non ebbi il coraggio di guardare il proprietario della voce che mi fissava.

Nathan mi mise una mano sulla base della schiena e finalmente alzai lo sguardo su Nick e gli dissi con massima serietà:«No»

Tutti mi guardarono con occhi sgranati.

Un'ondata di soddisfazione mi invase, soprattutto dopo aver visto la faccia stupita di Nick, ma non mi diedi il tempo di godermela.

Presi Nathan per il polso e corsi via obbligandolo a seguirmi.

Ci allontanammo dal campo allestito e raggiungemmo i boschi nei pressi dei campi d'allenamento.

Vidi Nathan che aveva le mani alle ginocchia e con le spalle tremanti, una volta che l'avevo lasciato andare.

Mi appoggiai con la schiena ad un albero mentre lo osservavo.

Non stava tremando per il fiato corto, ma perché stava ridendo.

Rideva così tanto che gli angoli dei suoi occhi erano bagnati da lacrime.

«Oh, Ary» risata «Sei fantastica» risata.

«Non è divertente» sbuffai.

Nathan si avvicinò a me e mise una mano sul tronco alle mie spalle.

Chinò il capo e sussurrò al mio orecchio:«Quando ti sei ferita?»

Mi guardava con espressione improvvisamente seria e gli restituii lo sguardo scioccata.

«Pensi che non abbia notato quanto erano rigide mentre correvi?» mi chiese.

«È solo una lieve contusione» protestai allontanandolo da me con le mani al petto.

Sentivo già scaldarsi le orecchie al contatto.

«C'era tanta gente ferita e il personale era troppo occupato... Non volevo disturbare per qualcosa che non faceva nemmeno male» mi giustificai.

«E la mano?» mi chiese mentre la prendeva tra le sue. La stessa mano il mignolo ferito.

«Pensavo ti avessi detto che non avevi il diritto di farti male» mi disse.

Inarcai un sopracciglio.

«Mi fai venire voglia di buttarmi da un dirupo e farmi ancora più male solo per farti un dispetto» replicai.

«Masochista, impazzirei se lo facessi» rise.

«Sei già fuori di testa. Non hai bisogno di un trigger» affermai.

Mi ero calmata e mi stavo abituando a quella intimità permettendomi di scambiare quelle due parole senza agitarmi per niente.

«Non posso darti torto, ma vederti ferita mi fa arrabbiare» sussurrò quasi come una cantilena.

«Non hai visto ancora niente.» dissi «vuoi vedere il livido e curarmi?» proposi alzando lo sguardo e incontrando il suo.

Le sue iridi ebbero un bagliore e il sorriso sulle labbra sembrò tremare di incertezza, prima che l'intera espressione di Nathan tornò ad essere calma.

«Non sai quel che dici» asserì lui dopo un'iniziale pausa, come se quelle parole reclamassero uno sforzo immenso da parte sua.

«Non sono così stupida come credi» gli dissi facendo staccandomi dal tronco e avvicinandomi a lui, ma senza toccarlo.

«O innocente» aggiunsi.

Una mia mano corse verso la lampo della giacca e in quell'attimo si sentì solo il suono della zip che si apriva e il fruscio del vento tra le foglie.

Dopodiché un tonfo venne udito da entrambi e senza nemmeno guardare sapemmo che la giacca pesante della divisa era finita a terra.

Il vento freddo solleticava la pelle delle braccia nude e un brivido mi corse lungo la schiena mentre appoggiavo la fronte sulla sua spalla.

Delicatamente gli presi una mano e la poggiai sul mio fianco destro e l'altra dietro la spalla sinistra.

La fitta di dolore dovuta ai suoi tocchi percorse tutti i nervi, ma li ignorai.

«Entrambe ci sono dall'ultimo scontro contro il tipo dai capelli bianchi. Avevo parato i colpi, ma era stupidamente troppo forte. Che ne pensi? Non mi bastano le tue di cure?» chiesi con un'audacia che non avevo mai avuto con il sesso opposto, ma che avevo sempre voluto provare.

Ma la consapevolezza di essere vista come una bambina e quindi non desiderata mi aveva sempre frenata.

Cosa si provava a flirtare con qualcuno? A provare ad accrescere il desiderio reciproco?

Ero certa di non amare Nathan, ma tutte le ragazze attorno a me assumevano questi atteggiamenti anche senza vero amore.

Avevano esperienza anche se non erano innamorate, quindi era qualcosa che si poteva fare, no? Cedere alle emozioni del momento.

Inoltre, mi ero ufficialmente dichiarata la ragazza di Nathan, quindi potevo provare tutto quello che avevo sempre voluto provare, no?

Ad un tratto mi sentii allontanare rudemente e rimasi un'attimo interdetta.

«Credi che sia fatto di ferro? Notizia flash: potrò essere una macchina senza cuore e indifferente per tutti gli altri, ma tu sei diversa. Dovresti essere sempre, sempre, sempre all'erta» sbottò Nathan mentre mi fissava e con le guance stranamente rosse.

Il sorriso sulle mie labbra si fece ampio.

Ma tu guarda! Questo maniaco del controllo è tutto calmo e seducente quando è lui ad agire, ma se faccio qualcosa io per prima si imbarazza come un innocente bambino!

L'idea era così divertente che avevo voglia di stuzzicarlo e prenderlo in giro ancora di più.

Era piacevole vedere una persona scaltra e furba come lui che si scomponeva in questo modo.

«Eeeeeh? Cosa intendi con all'erta?» chiesi con finta espressione innocente.

Tirai giocosamente l'estremità della sua giacca.

Mi alzai in punta di piedi appoggiandomi al suo petto per mantenere l'equilibrio, ma sussultai e balzai a tre metri da Nathan perché una voce urlò il mio nome.

Mi voltai di scatto per vedere Nick farsi largo tra le siepi per raggiungerci.

«Ma che ca... Ci ha seguiti?!» sbottai pronta a scappare di nuovo.

«Anche se non vorrei, penso che faresti meglio a parlargli. Non puoi letteralmente scappare da lui per sempre. Tieni conto che è pur sempre il tuo Leader» mi disse Nathan ritornato calmo.

«Che fai? Stai dalla sua parte? Non hai paura che mi ricambi improvvisamente e decida di lasciarti?!» sbottai guardandolo male poiché mi stava trattenendo dov'ero per il polso.

«Qual è il problema? Continuerei ad assillarti finché non ti rimetterai con me anche solo per esasperazione» mi disse tranquillamente.

Mi diede un bacio sulla fronte, poi si chinò ai miei piedi, mi baciò delicatamente il dorso della mano ferita con l'altro braccio dietro la schiena, come un galante cavaliere.

Poi raccolse la mia giacca e me la mise sulle spalle.

«Hai già ignorato il mio avvertimento due volte. Lo stesso vale per l'ammalarsi, non ne hai il diritto.» mi disse prima di allontanarsi con un sorriso.

«Non posso credere che lasci che ti tocchi così» fu la prima cosa che mi disse Nick una volta che rimanemmo soli.

Controllai se ci fosse qualcuno alle sue spalle, ma sembrava che Tiara non lo avesse seguito.

«Qual è il problema? Stiamo insieme» dissi voltando la testa di lato per evitare di guardarlo. Incrociai anche le braccia al petto stringendo i lembi della giacca attorno a me.

«Ary, anche se sei arrabbiata con me per... Non ha senso che tu ti lasci... Quello che voglio dire è...»

«Non riesci nemmeno a formare una frase di senso compiuto. Sei molto preparato per essere uno che voleva parlarmi a tutti i costi» gli dissi freddamente.

Volevo ferirlo almeno quel minimo per compensare il dolore che mi aveva provocato.

Poteva sembrare infantile, ma era più forte di me essere rude con la persona che mi aveva ferita.

Attaccare era la mia miglior difesa fin da piccola e stesso valeva per la difesa del cuore.

«Allora te lo dico chiaro è tondo. E sbagliato che tu ti sia messa con Nathan soltanto per quello che è successo a noi. Perché devi torturarti così? Perché Nathan poi?! L'hai sempre detestato!» esclamò.

«Sii ragionevole, Ary...» cercò di continuare.

«Non sono affari tuoi!» esclamai voltandomi verso di lui e spingendolo con tutte le mie forze con entrambe le mani.

Lui fece solo un passo indietro, ma tornò presto a dov'era prima.

«Come sarebbe a dire non sono affarmi miei? Mi coinvolgi quando vuoi tu e mi escludi sempre a tuo piacimento?! Negalo! Nega che ti sei messa con lui soltanto perché non posso ricambiarti come vorresti!» alzò la voce anche lui.

Sussultai e anche Nick si paralizzò come se si fosse reso conto troppo tardi delle sue stesse parole e dell'effetto che ebbero su di me.

«Quello che voglio dire è... Ary, non è giusto bei tuoi e nei suoi confronti quello che stai facendo... Puoi detestarmi e puoi anche desiderare che rimanga fuori dalla tua vita, ma, anche se non come vorresti, tengo a te. Tengo al tuo benessere e alla tua salute e non voglio, che per questa divergenza tra noi due, tu decida di fare qualcosa di cui ti potresti pentire in futuro» continuò vedendo che non ero ancora scappata via.

Avevo il capo chino e i pugni stretti e sentivo più freddo che mai.

Lui non lo sapeva, ma mi stava frantumando il cuore sempre di più.

Come poteva farlo? Sarei stata meglio se avesse semplicemente deciso di ignorarmi.

Quello che sentivo era solo:
Non voglio questo e non voglio quest'altro da te Ary.

Lui già non mi voleva, con che coraggio e diritto veniva da me a dirmi cosa era giusto o sbagliato?

Credeva ancora che fossi troppo stupida per decidere cosa fare di me e per me?

«Non mi pentirò di niente. Sto provando a conoscere Nathan, questo nuovo Nathan che è apparso qualche mese fa. È simile al ragazzo che conoscevamo entrambi e che condivideva un segreto con te... Ma è fondamentalmente diverso. Non so se tu l'abbia notato o sei troppo occupato a pensare a cosa vuoi dagli altri, ma resta il fatto che se voglio avere a che fare con Nathan non sono fatti tuoi.» gli dissi in modo composto e più maturo possibile.

Non gli avrei dato la soddisfazione e altre scuse per trattarmi e vedermi come una bambina.

«È vero. Se tu avessi accettato la mia dichiarazione non l'avrei nemmeno guardato perché sono ancora innamorata di te dopotutto. Ma perché dovrei voltare il capo ad una persona che mi è sincera e che ci sta provando veramente a farsi piacere da me?
L'ho detestato, ho detestato quel bambino che mi faceva sentire la persona più sola al mondo. Ma non sto dando una possibilità al ragazzo che mi fa sentire l'unica al mondo. Almeno, nel suo di mondo.
Perché pensi che questo sia sbagliato?» gli dissi con un tono d'accusa.

La fronte di Nick si corrugò. Solo gli insetti e gli animali sembravano continuare la loro cantilena pacificamente, ignari dell'aura pesante tra i due adolescenti.

«Non voglio obbligarti ad accettarmi o a vedermi come una vera ragazza. Dopotutto non ci hai pensato due volte a scusarti dopo quello che ti avevo detto, è un duro colpo abbastanza significativo» un sorriso amaro comparve sul mio volto.

«E preferirei che non ti dimenticassi della mia dichiarazione e farla passare per una semplice cotta del momento. Ma anche se lo facessi non potrei fartene una colpa.
Però per favore, non ti impicciare nei miei fatti personali. Non penso tu ne abbia il diritto.
Non sono tua figlia, tua cugina o tua sorella.
Non sei diverso da un estraneo per me ora come ora, Leader» terminai con gli occhi fissi nei suoi d'argento.

Vidi un'espressione ferita sul volto solitamente composto di Nick, ma dalle sue labbra non uscirono più parole.

«Non ti preoccupare. In missione mi comporterò adeguatamente e seguirò i tuoi ordini senza battere ciglio.» aggiunsi infine prima di allontanarmi passandogli accanto.

«Aspetta, Ary» mi richiamò.

Mi bloccai involontariamente. Il mio corpo reagiva ancora alla sua voce.

«Perché non mi chiedi di provarci? Posso farlo, posso farlo se è per te»
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Le mie lacrime non poterono più trattenersi e il mio cuore era in ceneri oramai.

«Sei così crudele» mormorai tra me e me.

Dopo tutti questi anni non hai ancora capito che la cosa che detesto di più al mondo è la pietà?!

«Non osare Nick. Non osare darmi speranza e prendermi in giro in questo modo. La tua stupida gentilezza non può far altro che farmi ancora più male e se provi almeno un minimo di rispetto per me, stammi lontano.»

Poi me ne andai veramente, senza più voltarmi.

***

«Ehi, andiamo ad un appuntamento insieme» fu la prima cosa che disse Nathan quando venne a trovarmi nella tenda in cui stavo riposando.

«Mmm? Cosa?» mormorai confusa mentre aprivo gli occhi dal mio pisolino.

Mi voltai di lato per rendermi conto che le ragazze con cui dormivo erano ancora tutte ancora nel loro mondo onirico e la voce che avevo udito apparteneva effettivamente a Nathan.

«Che ci fai qui? È la tenda per le ragazze» gli dissi realizzando la situazione.

«Shhh, non vorrai svegliare tutte, no?» mi disse sorridendo.

«Andiamo, mettiti la divisa, porta armi e il minimo indispensabile. Lascia il Programmatore e il telefono.» mi disse solo prima di gattonare fuori.

In che diamine di appuntamento mi voleva portare con delle armi appresso?

Dieci minuti dopo stavo raggiungendo il nostro punto di incontro cercando di non farmi notare dalle guardie allestite attorno al campo.

Appena vidi Nathan di schiena corsi verso di lui e lo colpii nel centro della schiena.

Il ragazzo si contorse dal dolore come previsto mentre io gli dissi semplicemente un innocente: «andiamo sì o no?»

«A proposito, dove?» chiesi sperando che non mi snocciolasse una delle idiozie dei ragazzi come è un segreto.

Il sorriso del ragazzo si fece più ampio.

«Ah! Volevo fosse una sorpresa, ma sorprendere te non avrebbe molto senso e sarebbe controproducente per l'efficienza del piano. Quindi te lo dico.» disse come premessa.

«Hai voglia di prendere a pugni qualche Resistente?» mi chiese con un sorriso furbo.

Il mio sguardo si illuminò immediatamente.

«Oh! Avevo giusto voglia di picchiare qualcuno! Non so di cosa si tratta, ma puoi già contare su di me» dissi con entusiasmo.

«Vedi, mentre combattevo con uno di loro ho lasciato una ricetrasmittente addosso alla ragazza con il cappuccio. Si è fermata in un punto per stanotte, probabilmente per riposare prima di continuare il suo percorso assieme agli altri.

Se usiamo le moto elettriche nei jet li raggiungiamo in un attimo e silenziosamente.

Per una missione di toccata e fuga, solo noi due bastiamo, non possiamo permetterci di pesare sugli altri. Probabilmente ci direbbero di no senza tenere conto che i miei piani sono perfetti... Comunque sia, ora sono deboli e vulnerabili come noi. È il momento migliore per colpirli» disse Nathan con sinistro divertimento.

Ma era contagioso e quindi approvai senza domande.

«Dove pensate di andare?» chiese una voce ben conosciuta alle nostre spalle.

«Non sono affari tuoi» mi voltai immediatamente senza nemmeno irrigidirmi al suono della sua voce.

Era la terza volta che glielo dicevo in un giorno.

Non ero sorpresa.

Era cliché che qualcosa del genere accadesse dopotutto.

«Ehi, vieni con noi? Credo ci siano abbastanza moto comunque» propose inaspettatamente Nathan con tranquillità.

Entrambi lo fissammo.

«Non sembrate nemmeno delle persone colte sul fatto» sospirò Nick con tono rassegnato coprendosi il volto con una mano.

Nathan fece spallucce e si avviò verso uno dei jet parcheggiati nell'ampia zona di atterraggio.

Non sembrava esserci nessuno al momento.

Lo seguii in silenzio anche io e Nick non poté far altro tallonarci.

Mi stupì che non ci denunciò immediatamente, ma scoprimmo subito il perché quando trovano Tiara sopra una delle moto elettriche.

Aveva già scollegato dai alimentatori per un totale di quattro mezzi su due ruote.

Beh, non che le ruote si vedessero ricoperte da quello che sembrava un pezzo unico di metallo.

«Gli Imperium della terra sono come formicai. Ficcano il naso dappertutto» commentò Nathan anche se non sembrava sorpreso.

«L'originale squadra Élite al completo! Beh, che facciamo di bello?» chiese allegramente la mora.

Angolo Autrice

Hey hey hey! (Leggetelo con il tono di Bokuto, chi conosce Haikyuu capirà)

Come va gente? Avevo detto che avrei pubblicato il 10, ma sono arrivata un po' in ritardo. Sorry.

È un capitolo un po' breve, ma ho trovato soddisfacente scriverlo per qualche strano motivo.

Scusate se siamo ad un punto della storia centrato sul drama, ma è abbastanza necessario per sviluppi futuri 🤔 tanto il drama piace in qualche modo hahaha

Il prossimo capitolo penso sarà dal POV di Nick, Ora ha abbastanza problemi da riempire un capitolo 😂 e verrà pubblicato il 21/10/20

Vi lascio con una domanda:

Se poteste dire una cosa ad uno dei narratori (Ary, Nate, Nick) chi scegliereste e cosa gli/le direste? Ora

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