34. Nathan: Topi in trappola
«Non credo ci stiano più seguendo» disse Abbie.
«Non credi?» commentò Ary inarcando le sopracciglia.
«Zitta! Non voglio certo sentire la predica da te!» sibilò in risposta la ragazza dai capelli rosa.
«Hai intenzione di continuare a farle battibeccare così?» mi chiese Alan raggiungendosi cercando di non farsi sentire dalle due ragazze.
«Silenzio tutti quanti.» dissi mentre mi guardavo attorno. Sì, ci eravamo già passati di qui.
Sorrisi tra me e me.
«Dobbiamo seminarli più di così. Troviamo un posto per nasconderci finché non arrivano i soccorsi.» suggerì Abbie avvicinandosi a me.
«Cosa? No! Dobbiamo cercare Albert!» esclamò il gemello sperduto.
«E gli altri. Sì, ci sono anche gli altri oltre ad Albert sai?» commentò seccata Ary incrociando le braccia al petto.
«Sì, e gli altri che non sono Albert, come volete» aggiunse Alan agitando la mano.
«Ma cosa possiamo fare con quei tizi inquietanti alle calcagna?» si lamentò Abbie, probabilmente in ansia.
Non è che non ne capissi il motivo.
Abbie non era abituata ad essere responsabile di qualcosa neanche dopo essere diventata Imperium. C'era un motivo se non era mai stata selezionata tra i primati tra gli Iniziati.
L'idea di dover stare sempre attenta alle vibrazioni per proteggerci da attacchi improvvisi costantemente era troppo per lei.
Per via delle capacità limitate del loro Imperium di terra la squadra di Ian era poco adatta alle missioni che comprendevano discrezione e furtività.
Però, stranamente erano assai adatti a missioni che necessitavano di infiltrazioni e manipolazione. Erano bravi a stare segretamente in vista, si può dire.
«Vi ho detto si stare zitti.» ripetei con tono più fermo senza alzare la voce.
Gli altri si zittirono e mi prestarono tutti la loro attenzione.
«Scappiamo veramente?» chiese Ary dopo che ebbe notato che non avevo intenzione di parlare.
«Scappare? Quei tipi mi hanno fatto troppo incazzare per lasciare che la passino liscia. Li pugnalerò alle spalle e si pentiranno di averti minacciata» replicai facendo comparire un sorriso sulle mie labbra.
Dall'espressione rabbrividita che vidi sul volto di Alan capii che non era affatto un sorriso rassicurante quello che feci.
«Oltre a volerti rapire» aggiunse Ary.
«Quello non è importante» mi affrettai a passare oltre.
Vidi Abbie accigliarsi e sul punto di replicare, ma venne interrotta da Ary che non le stava prestando attenzione.
«Non uccideremo» mi avvertì.
«Cosa? No! Certo che no! Si faranno semplicemente così male che si pentiranno di non essere morti nella battaglia di ieri» replicai con un sorriso.
Mmm, non sembrano convinti. Eppure mi sono esercitato tanto a sorridere.
Riflettei tra me e me mentre controllavo le loro espressioni preoccupate.
«Fidatevi di me. Nessuno di noi e dei nostri amici si farà male. È questo che conta» affermai appoggiando una mano sulla spalla di Alan che si irrigidì.
«Ho qualche idea su dove siano e perché non riusciamo a trovarli. Quindi la priorità è fermare questi ostacoli» aggiunsi con un tono confidente.
I ragazzi si guardarono tra loro e Abbie fu la prima a rispondermi:«Ti seguirò ovunque tu voglia e farò qualsiasi cosa»
«Dicci il piano» tagliò corto Ary mentre mi guardava con una seducente determinazione negli occhi scuri.
«Farò in fretta, si stanno avvicinando» dissi velocemente.
***
«Senti, perché ci hai fatto buttare i Programmatori e i telefoni?» chiese Ary accovacciata alle mie spalle.
«Mi è venuto il dubbio che ci spiassero in qualche modo. Il tempismo dell'esplosione, la riunione, le informazioni, la presenza di russi che li aiutano... Sono così preparati. Non è improbabile che abbiano qualche marchingegno che li permetta di spiare le conversazioni. Inoltre, mi sembrava strano che abbiamo incontrato quel gruppo di Resistenti poco dopo che abbiamo tentato di contattare gli altri. E sono certo che quella scenetta comica sia una finta da parte loro. Sapevano che eravamo lì ancora prima di arrivare.» spiegai mentre battevo le dita contro il muro mentre riordinavo le idee.
«Oh, facevano finta? Quindi non possiamo fidarci di quello che hanno detto» borbottò Ary toccandosi il mento con l'indice.
«Gli altri probabilmente sono nella nostra stessa situazione e hanno abbandonato i loro Programmatori e telefoni. Non c'è modo di contattarli se non cercarli come abbiamo fatto fino ad ora.» continuai a spiegare mentre attendevano i risultati di ciò che avevo seminato.
«Allora pensi che sia saggio lasciar andare da soli quei due? Sembrano piuttosto pericolosi e senza un Mentore che ci guida...» bisbigliò Ary spurgandosi verso di me.
Venni distratto dal leggero fluttuare delle sue ciglia che sembrava delicato come le ali di una farfalla.
Sotto le ciglia c'erano le sue rosee guance che avevano perso la paffutezza infantile che la caratterizzavano negli anni che avevamo condiviso assieme.
«Non ti preoccupare. Ho detto che li avrei stracciati. Saranno presi in contropiede, tutto andrà secondo il mio piano» dissi. Posai lo sguardo sulle sue labbra. Era veramente molto vicina e mi distraeva.
«Cosa? Perché mi guardi come se mi volessi mangiare?» sbuffò la ragazza, ma non si allontanò.
Per essere una ragazza che asseriva di odiarmi con così tanto vigore, era stranamente avvezza alla mia vicinanza. Non sembrava disturbarle.
Fino a poco prima saltava via come un gatto ogni volta che mi avvicinavo a lei.
«Voglio baciarti» ammisi.
«Adesso? Ora?» vidi le sue guance colorarsi di rosso e le sue pupille tremare visibilmente.
«Adesso. Ora.» risposi sporgendomi di poco e poggiando le mie labbra sulle sue.
Esitai un'attimo, come tutte le altre volte. Una parte di me temeva ancora che Ary mi avrebbe respinto bruscamente.
E chi mi poteva biasimare per ciò?
Ma sentendola solo rabbrividire senza ritrarsi, mi permisi si avvicinarmi ancora di più.
Ary non era ancora abituata ai miei baci. Aveva le labbra serrate e gli occhi chiusi che tremavano incerti. Le sue spalle erano irrigidite e le sue mani stringevano i miei vestiti in una morsa mortale.
Ridacchiai alla sua performance.
«Non ti piace?» chiesi sussurrando al suo orecchio a bassa voce. Il mio fiato smosse i suoi ciuffi di capelli, quelli sfuggiti alla sua coda.
«È imbarazzante in questa situazione» bisbigliò con voce tremante.
Avevo voglia di prenderla in giro. Era così carina quando si imbarazzava in questo modo per un po' di intimità che l'idea di farglielo pesare mi esaltava.
Però era anche probabile che se l'avessi presa in giro non mi avrebbe più permesso di baciala, nel peggiore dei casi.
«Beh, sei comunque già abbastanza bollente.» Lo sguardo di Ary scattò su di me, accigliata, offesa e imbarazzata.
«Intendevo per accendere le tue fiamme. È il tuo turno.» replicai ridacchiando.
Ary distolse velocemente lo sguardo e le sue mani presto assunsero un colore luminescente.
«Se ti sei sbagliato, moriamo tutti» mi bisbigliò di nuovo.
«Non sbaglio mai i calcoli» replicai sicuro di me.
Ary scosse la testa, ma mise comunque le mani sulla colonna portante e in men che non si dica delle crepe di luce si formarono.
L'intera colonna esplose e diverse esplosioni susseguirono.
Il soffitto già crollato non ci venne addosso ma tutto attorno a noi sembrava capitolare.
«Continua» le bisbigliai mentre mi guardavo attorno.
Creai colonne di ghiaccio che ci proteggessero da inutili detriti.
Rumori assordanti continuavano a ripetersi e prima che potessero terminare feci un cenno ad Ary.
Era l'ora di muoversi.
Se la mia percezione non mi aveva tradito improvvisamente, il gruppo che ci aveva attaccato, ora era sicuramente diviso.
Non credevo nella fortuna di averli seppelliti sotto i detriti, quindi avevamo almeno sette persone da affrontare nel peggiore dei casi.
Appoggiai la mano sul muro e dei serpenti d'acqua si allontanarono velocemente da me.
Ary mi diede immediatamente man forte e accese le micce.
Il vapore creato dai due elementi opposti si mischiò alla polvere alzata dai crolli.
Ripensai al mio piano.
Abbie non era brava a dominare grandi quantità di terra e faceva schifo nelle percezioni, ma se era brava in qualcosa era controllare minerali.
Un talento curioso.
Era capacissima di muoversi nella nebbia grazie a quel poco di percezione che aveva e staccare la testa ai Resistenti che avevamo confermato non fossero di tipo terra.
Alan sapeva accendere fiamme ovunque poggiasse lo sguardo, anche se deboli rispetto a quando lavorava con il gemello. Sarebbe tornato utile come supporto per Abbie.
Io e Ary ci saremmo occupati degli altri.
Lanciai una mascherina ad Ary e misi una mascherina anche per me.
Usai di nuovo la mia percezione anche se stava mettendo a dura prova la mia resistenza.
I principi di emicrania si stavano già facendo sentire, ma resistetti.
Percepii una figura muoversi velocemente nel vapore e dissi ad Ary:«Si sta avvicinando ad ore tre»
Ary non esitò e infiammò il suo pugno tirandolo il più violentemente possibile alla cieca.
Ma così non fu.
Un corpo gigante sembrava essere corso volontariamente tra quelle fiamme e venne scaraventato a terra.
Ary non ebbe pietà e lo assalì senza esitazione con le sue violente fiamme blu.
Sarei stato lì ad ammirarla, ma una figura snella incappucciata di era fiondata su di me.
La bloccai, fermano il suo braccio in un globo d'acqua, ma la ragazza si mosse agilmente e mi ritrovai ad un tratto con un cappio al collo.
Tagliai il filo di metallo in fretta con un'affilata lama d'acqua e tirai un calcio allo stomaco della ragazza.
Lei non crollò, ma fece diversi salti mortali indietro.
Non esistano ed esibii le diverse lame che mi ero portato dietro, lasciandogliene contro uno dietro l'altro.
Le sue fiamme le bloccarono e in un attimo mi ritrovai con il suo braccio al collo e il mio bloccato.
«Non sembri bravo nel corpo a corpo» sentii la voce femminile della figura incappucciata dirmi.
«Preferisco usare il cervello» dissi con noncuranza mentre facevo un passo indietro.
Non riuscivo nemmeno ad evocare acqua.
«Di alla tua amica di lasciar andare Hans e ti lascerò in pace» mi disse la ragazza. Non potevo vederla, ma ero certo dalla sua presa salda che avrebbe avuto le capacità di spezzarmi il collo.
«Non credevo che esistesse gente così forte fuori dalla B.L.C.» dissi mantenendo la calma.
Il mio atteggiamento tranquillo doveva apparire strano e sospetto agli occhi della mia avversaria, perché la sentii esitare.
La presa si alleggerì di poco, ma mi bastò per liberarmi di lei.
Appena fui libero, senza aver nemmeno ripreso fiato, gridai:«Ora»
Diverse esplosioni iniziarono di nuovo e nell'esplosione, mentre i miei piedi tremavano e perdevano contatto con il pavimento, allungai il braccio con un'arma impugnata e la tirai verso la mia nemica.
Lei la evitò appena in tempo, ma la lama andò a colpire la figura minuta alle sue spalle.
Sentii gridare, ma non ci badai.
Usai la pistola con la corda dotata di un'artiglio all'estremità e la sparai verso l'alto, oltre il vapore, dove avevo localizzato il punto d'appoggio.
Sapevo che Abbie e Alan erano lì ad aspettarci.
Una figura che aveva utilizzato il mio stesso arsenale volò in aria, con l'aiuto del suo elemento del fuoco e io la seguii con un sorriso sulle labbra.
Arrivammo al piano superiore e appena i miei piedi poggiarono a terra Abbie fece crollare altri detriti e altri ancora.
Alan sparò diverse palle di fuoco per aggiungere ancora più caos e stesso fece Ary.
Ero stanco morto e avevo usato troppi dei miei poteri, ma niente era impossibile con l'Element.
Lo tirai fuori dalla mia tasca e lo strinsi in una mano.
Un flotto di potere si espanse dentro di me e l'euforia invase la mia mente lucida.
Ma avevo ancora il controllo e con quel controllo ghiacciai l'intero piano inferiore ricoperto di detriti.
Passarono diversi secondi prima che tutto si calmasse e lasciai cadere l'Element dalla mia mano.
Ary lo prese al volo ed era pronta ad insultarmi per come avevo trattati un oggetto tanto prezioso, ma sgranò gli occhi quando mi vede crollare a terra.
Alan ed Abbie si affrettarono a sostenermi mentre io dissi loro che stavo bene.
«Pensi che siano ancora vivi?» chiese Alan accanto a me mentre mi prestava una sua spalla.
«Tu saresti riuscito a sopravvivere?» chiesi ad Alan.
«Non ne sono certo. Forse con l'aiuto di Albert?» mormorò lui.
Sorrisi al fatto che non si fosse dato per spacciato se fosse stato lui la vittima.
Significava che era abbastanza sicuro delle sue capacità individuali.
«Allora sono ancora vivi» replicai.
«Ma non abbastanza da volermi ancora sfidare» aggiunsi sorridendo soddisfatto dell'opera luccicante che avevo davanti a me.
Sapevo che le mie parole non avevano una base fondata, ma il mio istinto mi diceva che erano ancora vivi.
Mi erano sembrati speciali e diversi da qualsiasi nemico che avevo incontrato fino a quel momento e confidavo nelle loro capacità.
Il mio sorriso si fece più profondo.
Mi sarebbe piaciuto affrontarli di nuovo.
***
«Nathan Cray» la persona che mi chiamò quel tono pericoloso era Stephen Martin, il Mentore della mia sorellastra, i gemelli Stark e Ian.
Era stato per un breve periodo il mio insegnante nel controllo dell'acqua, anche se ero già ad un livello in cui non c'era più niente da imparare per me.
Era uno di quegli insegnanti che non erano mai contenti di nulla anche se facevi le cose bene, anzi, le superavi.
Ero convinto che facesse grandi favoritismi ad Ian perché era il suo pupillo.
Schioccai la lingua in disapprovazione, ma sorrisi subito dopo in fretta per nascondere il suono, assumendo un'espressione angelica una volta che Stephen Martin si avvicinò a me.
«Vedo che ci avete trovato» dissi con tono gioviale. Diedi un'occhiata alle spalle dell'uomo dai capelli argentei e salutai Ian con un cenno.
Albert e Alan si avvicinarono e si diedero il pugno per poi allearsi dietro a Mr. Martin.
«Difficile non farlo dopo il casino che hai combinato.» Ian balzò oltre alcuni assi crollati tra un masso all'altro per raggiungerci.
«'Grazie per esserti preso cura dei miei compagni di squadra' sarebbe carino» replicai.
«Puoi spiegarmi il perché di tutto ciò?!» chiese Mr. Martin pinzando il dosso del naso.
«Fermare i nemici e attirare l'attenzione degli amici» dissi sicuro della mia efficenza. Essere appariscente era il modo migliore di attirare l'attenzione di tutti.
«Tranquillo, Mr. Martin. Sono certo che quei membri della Resistenza siano ancora tutti vivi. Erano piuttosto abili.» aggiunsi sorridendo.
«Non hai pensato che potevano esserci altre persone?! Hai seppellito un intero piano!» esclamò.
Approfondii il mio sorriso anche se si fece più freddo.
«Certo che ci ho pensato e le assicuro che non c'era anima viva oltre ai nostri nemici. Ho controllato prima di mettere in moto il piano e prima ancora di incontrare i nemici.» odiavo dare spiegazioni di quello che avevo fatto, soprattutto a qualcuno che questionava le mie imprese.
L'importante era la conclusione e non poteva essere migliore di così.
I nemici erano scappati, ma non avevamo comunque le risorse per catturarli ed imprigionarli di nuovo. Tant'è che erano arrivati preparati.
Con una Base scadente come questa era impossibile.
Tanto valeva umiliarli un po' prima di lasciarli andare.
«Dio Santissimo, James non può essere serio a lasciare... Hai usato l'Element senza permesso» cambiò discorso in modo repentino.
Ops.
«Mr. Martin era una situazione di vita o di morte» dissi invece.
«I nemici hanno espresso un particolare favoritismo nei miei confronti. Penso che se non li avessi fermati con tutto ciò che avevo... Probabilmente ora non si starebbe preoccupato di me, ma per me.» affermai.
«Inoltre, ci avete detto di portare l'Element per imparare a mantenere il controllo e io l'ho fatto. Fossi andato oltre il limite questo... disastro non si limiterebbe ad un piano e basta. L'edificio non è crollato, non vede?» insistetti. Non cercavo certo riconoscimento da Mr. Martin, ma sentivo il bisogno di spiegare tutto ciò.
Non sono un mostro.
Era quello che volevo dirgli.
Sentivo che Stephen Martin mi stesse guardando come se fossi la persona più crudele al mondo.
Come può pensarlo lui che ha creduto in Christopher Barker per anni e seguito il programma d'assassinio dei tempi?
Come può dirlo lui che ha conosciuto diverse Guardie Dirigenti, il gruppo di Imperium nato per fare il lavoro sporco della B.L.C.
Sapevo di non essere la persona migliore al mondo, ma sapevo anche che c'era gente ben peggiore di me.
«Nathan Cray, devi smettere di pensare che tutto quello che fai sia ragionevole e giusto. E dato che è tale lo imponi agli altri. È importante che tu impari questo» mi disse Mr. Martin.
C'era una nota di preoccupazione nel suo tono di voce.
Finché è ragionevole è giusto, quindi gli altri dovrebbero di conseguenza accettarlo per il loro bene personale. È il modo più efficiente di fare le cose, dopotutto.
Non lo dissi.
Ero in piedi a schiena dritta anche se non c'era più nemmeno un briciolo di forza dentro di me. Se avessi fatto un solo passo in più, sarei crollato, ne ero certo.
«Ragazzi!» esclamò una voce dall'alto. Si trovava diversi piani più in altro e ci guardava da una scala crollata.
«State bene! Ci stavamo chiedendo cosa fosse stata questa esplosione e ci stavamo preoccupando! Dovevo immaginarmelo che eri tu!» esclamò Rose planando nella nostra direzione.
I suoi capelli castani raccolti nella sempre presente coda di cavallo fluttuarono in modo comico.
«Gli altri stanno bene, anche se alcuni prigionieri sono scappati» ci spiegò subito.
«Siete gli ultimi rimasti nell'edificio» aggiunse appena toccò piede per terra. Un'attimo dopo i suoi piedi si staccarono di nuovo dal suolo e mi saltò addosso per abbracciarmi.
Sembrava una cosa carina da parte di una compagna di squadra preoccupata, ma quello che mi sussurrò all'orecchio mi fece rabbrividire.
«Come osi fare uno spettacolo del genere senza me ed Eloise?» disse in un bisbiglio.
Poi si staccò da me e mi diede delle pacche violenta sulla spalla.
Aveva notato che ero ormai privo di forze, ma non mi diede pietà.
«Così la prossima volta la pianti di fare di nuovo tutto da solo.» mi sorrise in modo sinistro.
«C'erano Ary, Abigail e Alan con me» protestai.
Rose stava per aggiungere qualcos'altro di minacciosamente spaventoso, ma venne interrotto da Mr. Martin che ci ordinò tutti di lasciare l'edificio.
***
Non potevamo uscire dalla porta, quindi salimmo tutti all'ultimo piano passando per le condotte degli ascensori.
Con le corde rimaste appese non era difficile arrampicarsi. Anche se ci dovevamo fermare per me che dovevo riprendere fiato.
Ary mi stava accanto e nonostante fosse quella che si era mossa di più nel nostro gruppo sembrava ancora piena di energie.
Rose mi aiutava con il suo elemento e ad un certo punto mi sentii un peso morto nel gruppo.
Appena fuori dall'edificio, il sole ci accolse normalmente e individuammo degli accampamenti che ospitavano feriti ai piedi dello scheletro che era loro casa.
«Dove sono Eli, Nox e Courtney?» chiese Ary a nessuno in particolare.
«Nox tiene sicuro i dintorni bel caso in cui i fuggitivi ritornino. Mr. Twain sta liberano il bunker crollato per i mezzi.» ci informò Rose sempre fluttuando.
«I mezzi di comunicazione sono compromessi, qual è l'alternativa?» chiesi io.
«Courtney è diretta al paese più vicino per poter comunicare con le Basi negli USA.» intervenne Stephen Martin.
«Mi spiace per loro...» sussurrò a bassa voce Ian alle mie spalle. Il suo sguardo era posato sulle persone con espressioni funeree sotto le tende. Avevano appena perso la loro casa.
Mi guardai alle spalle per osservare dall'alto i resti dell'edificio. Dall'esterno non sembrava poi così mal ridotto.
«Si può rifare» commentai.
«Se un castello crolla si ricostruisce. Disperarsi è una perdita di tempo» dissi tra me e me. Il mio tono sembrò inespressivo anche alle mie orecchie.
Stephen Martin scosse la testa e si allontanò con la squadra di Ian a dar man forte alle altre guardie.
Ary mi rimase accanto, ma vedevo il suo sguardo attento. Stava cercando quel ragazzo.
Nemmeno io lo vedevo tra gli altri e nemmeno Tiara ed Eloise. Molto probabilmente erano ad aiutare Nox e i due neo sposi, considerando che Rose era venuta a cercarci da sola.
«Ti suggerisco di riposare, ora finché puoi» dissi prevedendo già quanto saremo occupati da quel momento in poi.
«Parla per te» sbuffò Ary facendomi sorridere.
«Sei preoccupata per me?» scherzai.
Anche parlare mi stava costando fatica, ma volevo mantenere una facciata sicura.
«Dovresti conoscere i tuoi limiti» mormorò Ary senza guardarmi.
Angolo Autrice
Bene bene gente! Un po' d'azione non fa male a nessuno dico bene?
Non so se ve l'abbia mai detto, ma non mi piace molto scrivere dal POV di Nathan. Perché? Perché Nathan è un personaggio che dovrebbe avere un'intelligenza bel oltre alla media e io non mi sento abbastanza intelligente a seguire il suo percorso di pensieri, mi spiego?
Fino ad ora lo trovo quello caratterizzato in modo più complesso, ma non fa gridare ai lettori "wah! Questo qui è un genio!". Recentemente ho letto diverse storie dove il protagonista possedeva un'acume, intelligenza e leadership oltre la media. E continuavo a pensare "ma è un genio!" e di conseguenza "questi scrittori sono geni!" e devo ammettere che ho avuto seri problemi di autostima a riguardo.
Oh, non fraintendetemi, adoro le mie storie, scriverle e tutto, non sono quel tipo di persona alla ricerca della "storia perfetta", si trattava solo di Nathan come personaggio.
È frustrante volere il personaggio in un certo modo, ma non riuscire a renderlo bene 🤔.
Vorrei incontrare veramente una persona così intelligente e interrogarla e capire come funziona il suo cervello 🧠
E niente, scusate il monologo, ma sapete come sono fatta, amo condividere certi pensieri con voi 😊
Il prossimo capitolo dovrebbe essere di nuovo di Ary.
Perché non Nick che non sta comprendo da un po'? Beh, Ary al momento è la più instabile emotivamente e volevo prima calmare il suo cuore 🤔.
Questo POV di Nathan è necessario per via dell'incontro con la Resistenza e Nick non ha problemi abbastanza grandi da riempire un capitolo 😂
Allora ci si vede il 10/10/20! (Questa data mi piace particolarmente)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top