3. Nick: Cotta

«Dobbiamo andare da Sophie.» dichiarò Arianne.

«Abbiamo un sacco di cose da preparare prima della partenza, perché dovremo andare a trovare Mrs Sharp?» chiese Tiara.

«Non chiamare mia cugina Mrs Sharp, la fai sembrare una cinquantenne.» esclamò Arianne correndo in avanti per precederci e ignorando chiaramente la giusta motivazione di Tiara. Iniziò a camminare all'indietro.

«Non la vedremo per un po' ed è anche possibile che ci perdiamo la nascita del piccolo.» commentò facendo sembrare tutto molto convincente. Che ragazza.

«Arianne, non staremo via sei mesi! Cioè, almeno spero di no! Non ci metteremo così tanto a catturare quel tipo, vero?» mi chiese Tiara con orrore.

«Se tutto va bene ce la faremo in molto meno. Considerando che ci sono Cray e gli altri a darci una mano. Anche io preferirei non passare così tanto tempo con mio fratello.» affermai roteando gli occhi.

«Ma io adoro tuo fratello.» commentò Tiara come se adorare Eli Twain fosse una cosa ovvia e per tutti.

«Tutti adorano tuo fratello.» aggiunse Arianne. Per l'appunto.

«Tutti tranne me.» affermai.

«Non è vero, anche tu lo adori.» disse Arianne sorridendo apertamente e punzecchiandomi.
Insistette finché non mi misi a ridere anche io nonostante le mie proteste.

«Okay, fermati!» dissi bloccandole le mani tra le mie.

Arianne ritirò le sue di scatto e le nascose dietro la schiena, smettendo di infastidirmi.

«Tu adori tutti gli Imperium di terra, sei di parte.» indicai Tiara che arrossì.

«Non è vero!» protestò.

La guardai eloquentemente. Conoscevamo tutti le sue idolatrie verso personaggi di spicco come Frost, mio fratello o anche i caduti come Skyler More.

«E tu non odi nessuno, anche tu sei di parte.» aggiunsi puntando un dito sulla fronte di Arianne.

«Io odio il Rubinetto.» affermò la bionda candidamente.

«Tu non odi, Cray.» disse Tiara scuotendo la testa.

«E invece lo odio.» insistette come una bambina alla quale avevano negato il dolcetto.

«La tua è solo... Non so nemmeno cosa sia. Ti dà solo fastidio che sia migliorato più di te in poco tempo.» disse Tiara con calma.

Era sempre così tra quelle due. Tiara era quella calma e composta, sempre a mente lucida che metteva la ragione in primo piano. Arianne era quella esplosiva e piena di energia che faceva scoppiare le sue emozioni in faccia agli altri come petardi. Era una creatura pazza e incontrollabile.

«Come se mi importasse. Anche Nick mi ha superato e non lo odio.» disse Arianne.
«È sempre un piacere sentirselo dire.» affermai per fermarle.

«Allora ci andiamo?» riprese Arianne facendomi gli occhi dolci. Sbatté le ciglia lunghe che li incorniciavano e si sporse verso di me.

Mi mancò un battito.

È sempre stato difficile per me dire di no ad Arianne. Ma non perché le sue richieste fossero ragionevoli come quelli di Tiara, anzi, tutt'altro. Il motivo principale stava proprio nei suoi occhi. Quando voleva qualcosa mi guardava come un cucciolo ferito e io non riuscivo più a negarle niente. Con Arianne avevo iniziato a capire cosa avesse provato Eli quando da piccolo gli chiedevo di giocare anche se era stanco morto dopo essere tornato dalla B.L.C.

«Va bene, ma poi dobbiamo tornare sui compiti. Anche lo studio Popolano è importante e se anche quest'anno vogliamo essere promossi dobbiamo restare a passo. Questo periodo di assenza sarà come una vacanza forzata e non avremo tempo per dedicare il dovere verso la normalità.» l'avvertii.

Probabilmente non mi sentì nemmeno perché iniziò a saltellare di gioia. Poi mi abbracciò e corse via contenta.

Sorrisi anche io.

«Ma guardala come è felice. Solo perché le abbiamo permesso di vedere sua cugina.» dissi scuotendo la testa.

«È questo il bello di Arianne, no? È gioiosa in tutto. Sono certa che anche a lui piaccia questo di lei.» affermò Tiara tutta sorridente. «Come mi dispiace per lui.» aggiunse con un sospiro.

«Meglio così. Più stanno lontani quei due meglio è.» affermai.

Tiara mi trapassò con il suo sguardo color ghiaccio.

«Voglio davvero sapere cos'è successo tra voi quella volta.»

«Non so di cosa tu stia parlando» mentii.

«Tanto prima o poi lo scoprirò.» commentò lei alzando il mento per poi andarsene.

Entrambe le ragazze salirono con l'ascensore senza nemmeno aspettarmi.

«Prima o poi dovrai dire loro il vero motivo per cui Nathan non è più nella vostra squadra.» disse la voce di James alle mie spalle. In mano giocherellava con un telecomando.

«Perché tu non hai detto niente?» chiesi voltandomi verso di lui.

«Perché io non so niente.» disse facendomi l'occhiolino. Poi mi scompigliò i capelli.

«Andiamo marmocchio. Oggi ci sarà la nostra ultima lezione speciale prima della vostra partenza. Sei lento ad imparare.» affermò James.

Lo seguii con un sospiro.

«Avrei voluto essere normale.» borbottai.
«Che c'è di bello ad essere normali?» commentò James divertito.

***

«Non ci siamo Nick. Tu hai molta più potenzialità di così.» disse James scuotendo la testa.

Lo guardai con sopracciglio inarcato mentre cercavo di riprendere fiato.

James era fresco come una rosa, non aveva nemmeno una goccia di sudore e la sua camicia bianca con le maniche arrotolate sembrava essere stata appena stirata. Eppure ci allenavamo da ore.

«Magari questo è il massimo che posso fare. Non tutti possono essere dotati come te.» sbuffai.

«Ecco che ricomincia» commentò James alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi a me.

«Sei forte, Nick e lo sai. Ti ho già detto mille volte che in mia presenza non devi dire idiozie e sottovalutarti. Sei deprimente.» mi disse.

«E poi perché nessuno potrebbe essere come me?» chiese. Poi ci ripensò.

«Anzi, hai ragione. Nessuno può essere come me. Ma allo stesso modo nessuno può essere come te.» mi puntò un dito sul petto.

«Dovrebbe essere un complimento?» chiesi inarcando un sopracciglio scettico.

«Sì, e io ho sempre ragione, quindi taci e fammi vedere che sai fare.» commentò.

Sospirai e riprovai a controllare l'elemento.

James attaccò e io cercai di creare il campo di forza come mi era capitato in passato. Ma non ci riuscii e il mio vento non fece altro che alimentare le fiamme di James. Caddi all'indietro.

James sospirò.

«Per oggi basta così. Volete salutare Sophie, no? Fatti una doccia e andiamo.» mi disse offrendomi una mano per alzarmi.

Abbassai lo sguardo umiliato.

«Magari tu e Max vi siete sbagliati.» affermai.

James si accovacciò rimandando alla mia altezza.

«Ti ricordi perché sei rimasto con me? Quando la squadra originale si sarebbe dovuta sciogliere, perché sei rimasto tu e non Nathan?» mi chiese. Era una domanda retorica. «Logicamente parlando era molto più utile per lui e per te che mi occupassi io di lui, come suo maestro dell'acqua, e Joanne di te, che controlli l'aria.»

«Perché avete capito che sono un Geminus. E tu sei l'unico Geminus rimasto alla B.L.C. in grado di aiutarmi, nonché il più esperto in materia.» dissi ripetendo per l'ennesima volta la spiegazione.

«Esatto. Sei un Geminus e non dubitare mai di esserlo. Ti ho visto in azione mentre lo dimostravi.

I Geminus tendono ad avere un apprendimento più veloce e nessuno è migliorato quanto te.

Sei ascendente aria, quindi invece di apprendere un nuovo elemento dovrai scavare nei meandri del tuo.

E poi è impossibile sbagliare, hai creato un campo di forza e hai alterato la gravità. Non sono cose che un comune Imperium dell'aria è capace di fare.

È un compito più arduo da un certo punto di vista. È normale che ci impieghi più di quanto voglia, ma l'importante è non demordere. Capito?» chiese.

Annuii.

Mi spettinò i capelli.

«Bravo moccioso. Ora vai a farti una doccia che puzzi. Non entri in casa mia così.» affermò l'uomo rialzandosi e tirando su dal pavimento anche me.

***

Gli Sharp vivevano nella casa appartenente agli Hunter, ovvero quella in cui Sophie Sharp era convinta di essere cresciuta.

Il padre di Sophie si era ritirato in montagna per potersi godere l'aria fresca montanara. Aveva lasciato il lavoro dopo che Sophie e James si erano sposati e si era assicurato che sarebbero riusciti a cavarsela. Così aveva lasciato loro la casa ed era partito con solo uno zaino in spalla.

James parcheggiò dentro il garage che si aprì da solo automaticamente, per poi chiudersi alle nostre spalle.

Entrammo dalla porta dentro e sbucammo in uno stretto corridoio che portava al sottoscala.
«Sono tornato, tesoro mio!» esclamò teatralmente James.

«Non fare l'idiota, Jay. Ci sono ospiti!» la rimproverò la voce della moglie.

Non capii da dove provenisse.

«È proprio perché ci sono ospiti che faccio l'idiota.» affermò il mio mentore dirigendosi in cucina dove c'era Sophie Hunter intenta a scartare i dolci che Arianne e Tiara le avevano portato.

Le mie due compagne erano sedute attorno al tavolo rettangolare della cucina e a malapena si accorsero di me, troppo concentrate a guardare i pasticcini e la torta di panna azzurra.

Erano fameliche.

«Che io sappia sei molto idiota anche senza ospiti.» affermò Sophie «anzi, lo sei sempre. Sei un idiota e basta.»

James si avvicinò e le diede un leggero bacio sulla tempia.

«E sono tuo.» affermò con un sorriso pieno d'amore.

Sophie gli sorrise.

Distolsi lo sguardo.

«Nick! È bello rivedere anche te!» esclamò la padrona di casa accorgendosi di me.

Sì avvicinò per abbracciarmi. Mi irrigidii sul posto, senza sapere cosa fare e dove andare.

Il mio cervello era andato irrimediabilmente in tilt non appena avevo sentito la sua voce.

Registravo solo il battito del mio cuore che continuava ad aumentare. Un treno a vapore avrebbe fatto meno rumore.

«Piacere mio, Mrs Sharp.» affermai cercando di non strozzarmi con la mia stessa lingua.

«Piantala con questo Mrs Sharp, quante volte ve lo dovrò ripetere? Tu e Tiara siete troppo formali.» affermò la donna allontanandosi da me.

Ci rimasi stupidamente male.

«Lo dico sempre anche io!» esclamò Arianne ricordandomi che c'era qualcun altro in quella stanza oltre a Sophie Sharp.

Abbassai lo sguardo sperando di non essere arrossito.

«I ragazzi stanno per partire per un viaggio studio, volevano salutarti, carini no?» commentò James raggiungendo la torta.

«Perché tutto ciò che esce dalla tua bocca sembra derisorio? E tu saresti il dirigente disciplinare?» sbuffò lei.

«In persona, Mia.» Sophie alzò gli occhi al cielo.

«Parlatemi di questo viaggio.» riprese Sophie sistemando la torta sui piattini.

«Andremo in Italia!» esclamò Arianne tutta allegra.

«Quindi ci saranno degli italiani che verranno qui?» chiese la donna appoggiando i gomiti sul tavolo.

«Eh? No. Credo siano russi.» commentò Arianne agitando la forchetta.

Sophie si accigliò.

«Russi? Non capisco, non si trattava di uno scambio? Quindi...»

«Si tratta di uno scambio tra più accademie mondiali. Non è solo tra questi due paesi. In pratica gli studenti si sono mescolati tra loro.» intervenne prontamente James salvando Arianne da una situazione spiacevole.

La mia amica abbassò velocemente lo sguardo, fingendosi improvvisamente molto interessata alla panna del dolce davanti a lei.

«Oh! Capisco.» affermò Sophie sorridendo appena.

Non riuscivo a capire se si fosse bevuta la balla o meno. Aveva un'espressione indecifrabile.

«E quali paesi sono coinvolti?» chiese ancora la ragazza.

«Italia, Russia, Irlanda, Germania e il Regno Unito.» affermò James con sicurezza.

Si era messo a rovistare nel frigo, pur di non guardare sua moglie mentre mentiva.

«Sembra una cosa divertente.» commentò.

«Sì, ma dovremo anche studiare in un paese straniero.» affermò Tiara.

«Però è un'ottima opportunità. Sembra quasi un sogno.» affermò. «Ehi, Jay. Perché non andiamo anche noi oltreoceano? Il tuo testimone di nozze è un gran viaggiatore, no? Puoi farti suggerire da lui qualche luogo.» esclamò Sophie rovesciando la testa all'indietro.

«Nah, i luoghi scelti da Nox non sono mai zone turistiche.» disse James sorseggiando una lattina di coca.

«È questo il bello!» fece Sophie aprendosi in un largo sorriso.

«Magari quando riuscirò a contattarlo mi informerò. Scusate, ma ora mi assenterò per una chiamata.» affermò il nostro mentore. Passò dietro a Sophie e le diede un bacio veloce sulle labbra.

Loro sì che sapevano come mettere a disagio qualcuno. Erano troppo dolci e carini assieme. Da diabete.

«Lavate le posate, marmocchi. Raccogliete ciò che seminate.» ci salutò prima di uscire.

«Non ascoltatelo. Siete ospiti, non vi farei mai lavorare.» affermò Sophie.

«Ma si figuri! Lei è incinta ed è il minimo che potremmo fare per ringraziarla dell'ospitalità.» affermò Tiara diligentemente balzando in piedi.

«Davvero?» chiese Arianne con gli angoli della bocca sporchi di crema.

«Davvero. E tanto che ci siamo possiamo aiutarla anche nelle altre faccende. Una donna incinta non dovrebbe fare forzi.» disse Tiara.

«Lo faremo?» esclamò Arianne stupita.

«Lo faremo!» annuì Tiara.

«Davvero, ragazze, ho solo tre mesi e non sento nemmeno...» iniziò Sophie ma Tiara aveva già tirato Arianne in piedi e l'aveva trascinata via.

La bionda aveva ancora uno sguardo nostalgico verso il dolce non finito mentre spariva dietro il corridoio.

«È inutile. È impossibile far cambiare idea a Tiara quando ha già messo la marcia. È una stacanovista.» affermai scuotendo la testa divertito.

Sophie mi guardò incuriosita con la testa leggermente piegata.

Alcuni ciuffi di capelli le erano scivolati dallo chignon disordinato e le incorniciavano le tempie e il collo bianchi.

Il contrasto tra i suoi colori la facevano sembrare un dipinto fatto dalla mano di un artista traboccante di emozioni represse.

Il mio cuore iniziò a battere un po' troppo non appena incontrai il suo sguardo.

«Sai dovresti sorridere di più Nick.» mi disse appoggiando i gomiti sul tavolo.

«Cosa? Io sorrido spesso.» protestai non riuscendo ad impedirmi di arrossire.

Distolsi lo sguardo.

«Quando fai il serio così mi ricordi una persona che conoscevo. Lui era sempre troppo serio e rigido. Ma sorrideva sempre a beneficio degli altri.» mi disse puntandomi un dito contro per poi sorridere di nuovo.

«Chi era?» chiesi incuriosito.

L'espressione di Sophie cambiò e da sorridente divenne triste e confusa.

«Oh... Chi era?» commentò tra sé. Mi guardò con un sorriso pieno di scuse.

«Umh, non so... Altre volte però mi ricordi James, lo sai?» aggiunse cambiando bruscamente argomento.

Sollevai le sopracciglia.

Che si fosse ricordata di qualcosa?

Ero tentato di chiederglielo, di chiederle se avesse qualche ricordo della guerra, dell'Elements, di Susan Blackwood. Ma la donna passò oltre quel momento di incertezza.

«Quando analizzi le cose e ti concentri su qualcosa. Spesso anche James fa così e comincio a non sapere più che cosa pensa.» ridacchiò agitando la mano, come se niente fosse. Probabilmente lui pensava la stessa cosa di lei.

«Forse è per questo che tiene così tanto a te come suo studente.» affermò.

Come al solito iniziai a sentirmi in colpa per i sentimenti che provavo verso la moglie del mio mentore. Lui che mi aveva sempre aiutato e sostenuto, colui che più ammiravo come persona e alla quale aspiravo.

Mi sentivo come se fossi danneggiato, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me.

Una volta Joanne Sharp mi disse di non soffocare i miei istinti più profondi, i sentimenti e il proprio essere in primo luogo, perché erano quelli che alimentavano il potere dell'aria. Non si poteva imbottigliare qualcosa che era destinato ad essere libero.

Ma io come potevo rivelare niente di me. Se non mi controllavo avrei ferito e fatto sentire a disagio tutti.

Mi vergognavo di quel che provavo.

«Solo perché do tanti problemi.» affermai chinando la testa e ridendo nervosamente.
«Dovresti accorciarti i capelli, ti coprono gli occhi così. Sarebbe un peccato perché sono veramente belli.» commentò Sophie spostandomi una ciocca di capelli scuri che mi erano scivolati davanti agli occhi.

Mi sentii il volto in fiamme e il mio cuore fece una doppia capriola. Poi immediatamente mi sentii male per essere stato contento.

«Sì, ci penserò.» scattai indietro e persi l'equilibrio con la sedia, cadendo all'indietro.

«Che è successo?» Arianne corse in salotto e vedendomi a terra si precipitò ad aiutarmi ad alzare.

«Santo cielo! Nick stai bene?» chiese Sophie.

«Sì, sì, tutto okay.» commentai imbarazzato.

«Come hai fatto a cadere?» chiese Arianne china su di me.

La guardai e notai la schiuma sul suo naso.
Mi misi a ridere.

«Hai sbattuto la testa?» chiese la ragazza inarcando il sopracciglio.

«No, Ary, sto bene.» le dissi levandole la schiuma dalla punta del naso con il pollice.

Le guance di Arianne si colorarono di rosso.

«Credo si sia rotta la lavatrice, Mrs Sharp...» commentò Tiara avanzando del tutto ricoperta dalla schiuma.

Alla sua vista scoppiammo tutti a ridere.

«Ehi! Non sarebbe successo niente del genere se qualcuno si fosse degnato di aiutarmi invece di fuggire via al minimo rumore!» esclamò la mora indignata.

Arianne sorrise colpevole.

«Tranquilla, Tiara. In questa casa si rompe sempre tutto, anche se è nuovo. Chissà perché.» commentò la padrona di casa raggiungendo Tiara.

«Vieni con me, ti presto qualcosa per cambiarti.»

Appena Sophie Sharp si allontanò i nodi che mi serravano la bocca dello stomaco e la gola si sciolsero.

Tiara ritornò con degli abiti nuovi e un sacchetto con gli indumenti bagnati. I capelli erano più crespi del solito e sembravano aver preso vita propria.

«Non commentare.» mi avvertì puntandomi il dito contro non appena mi vide.

«Non ho detto niente!» protestai.

«Ma lo stavi per fare.» affermò toccandosi i capelli nervosamente.

«Dov'è Arianne?» chiese.

«Andata da Sophie.» spiegai «Doveva dirle assolutamente qualcosa prima di partire. Non l'hai incontrata?»

Lei scosse la testa.

Controllai l'ora sul telefono.

«Dovremmo andare. Siamo qui già da troppo tempo e vorrei prendermi del tempo per sistemare le cose prima della partenza di dopodomani.» commentai.

«Già. Perché andiamo sempre di fretta? Non ci potevano avvertire prima?» commentò Tiara.

«A quanto pare no.» sospirai. Ma non dissi nulla di ciò che mi preoccupava di questo viaggio.

Tiara ricevette un messaggio al telefono e sorrise divertita.

«Cray darà uno spettacolo gratuito domani sera. Eloise chiede se gli posso portare Arianne.» rise.

Alzai gli occhi al cielo.

«Perché non la lascia in pace una buona volta?» commentai.

«Se non ti conoscessi penserei che tu sia geloso.»

«Arianne è come una sorella minore per me, ci tengo che nessun cretino le ronzi intorno.» affermai gonfiando il petto e atteggiandomi a grande fratello.

«Io non credo che Cray sia tanto male... A meno che tu non abbia un motivo particolare per essere così diffidente nei suoi confronti...» disse allusiva.

Ecco che ricominciava. Quella ragazza non mollava proprio l'osso.

«Dico solo che Ary merita di meglio.» dissi aggirando le intenzioni Tiara.

La ragazza sospirò e scosse la testa.

«I maschi sono proprio stupidi.» borbottò.

Non chiesi spiegazioni, d'altronde era un chiodo fisso per le femmine il fatto di essere più intelligenti dei maschi.

***

«Cambio di programma, ragazzi. Partirete sta sera.» ci disse James dopo averci richiamato dalla comodità dei nostri dormitori la sera seguente.

«Eh? Cosa?» commentò Arianne sbadigliando.
«Perché mai?» chiese Tiara stringendosi nella leggera vestaglia. Mi tolsi la felpa e gliela appoggiai in testa.

«Prenderai freddo, scema.» la rimproverai.
«Non devi fare da balia anche a me.» borbottò più a se stessa che a me mentre accettava riluttante la mia felpa.

«Imprevisti. Bisogna conviverci.» commentò James.

«James, dicci la verità. Sta succedendo qualcosa di grave?» chiesi guardandolo mentre si appoggiava alla sua scrivania.

«Ultimamente stanno accadendo troppe cose improvvise. E poi tutta questa fretta di cacciarci, il tuo impegno super segreto che ti tiene così occupato da dimenticare le misure di sicurezza da attivare nel tuo studio...» dissi iniziando ad esporre i dubbi mi attanagliavano la mente.

«Quali misure di sicurezza?» chiese Arianne.

«Andiamo, Ary. Pensi veramente che sia sempre stato così facile entrare nello studio di James e ficcanasare nelle sue cose? È di James che stiamo parlando.» affermai.

James incrociò le braccia al petto.

«Non c'è niente che non vi abbia già detto.» ci disse.

«Allora il problema con l'Element e la Resistenza sono molto più gravi di quanto tu voglia farci credere. Insomma... Persino mio fratello è disposto ad aiutare la B.L.C.! Quando ha lasciato l'associazione già da tempo. È tutto così...»

«Strano. L'ho pensato anche io.» concluse Tiara per me stringendosi la mia felpa addosso.

James ci guardò tutti e tre, poi sorrise.

«Avete ragione. La B.L.C. ha veramente molti più problemi di quanto dia a vedere. Dopo che Max è divenuto il capo, la concentrazione dell'associazione è andata più sulle ricerche sperimentali e scientifiche atte al miglioramento della vita umana. In campo militare c'è stato un grande calo di manodopera. Abbiamo pochi Imperium, anche perché molti sono caduti in battaglia, inoltre, i superstiti Ribelli sono molti più di quanto immaginassimo. Sono delle mine vaganti. Per non parlare della questione con la malavita Popolana. Tra la Resistenza e il dovere di mantenere segreta la B.L.C. siamo veramente messi male.» ci disse.

«Ma tutto ciò è risolvibile. A voi è toccato il compito importante di riportarci Bit. È una chiave importante per la riuscita del piano di Steel. Quando arriverete da Frost, lui vi spiegherà meglio cosa dovrete affrontare.» ci preannunciò.

«Non voglio mentirvi. Non sarà facile come pensate. Negli ultimi aggiornamenti abbiamo scoperto che Bit non è solo. Dovrete vedervela con un numero indefinito della Resistenza e noi non abbiamo abbastanza Imperium da mandare in vostro aiuto. Ma faremo il possibile.» disse James serio.

«E questo quando pensavi di dircelo?» sbuffò Arianne.

James le sorrise.

«Volevo dare a Frost il beneficio di darvi queste notizie.»

«Perché mai?» chiese Arianne con espressione indispettita.

«Perché tanto ve le ripeterà comunque durante il vostro allenamento.» affermò.

«Ora andate a prepararvi e, Oh! Ho saputo che Nathan sta dando uno spettacolo. Perché non andate a tirarlo giù dal palcoscenico e partite assieme?» ci liquidò velocemente mentre tirava fuori da sotto la scrivania una valigetta in acciaio.

«Fate buon viaggio.» ci salutò abbandonandoci nel suo stesso studio.

Angolo Autrice

Ehi! Scusate il ritardo settimanale!
Non ho scuse ma devo dirvi che avevo scritto il capitolo dal POV di Nathan e solo ripensandoci ho avuto il bisogno di scriverlo dal POV di Nick per far quadrare meglio le cose.
Comunque sia... Ecco il POV di Nick! Che ne pensate di lui e della sua "cotta"? Era già abbastanza evidente nella storia principale, no?
Il prossimo capitolo dovrebbe essere più immediato dato che l'ho praticamente già scritto 🤔
Sapete, dalle cose che ho in testa non so se questo spin-off sarà corto come vorrei. Ci sono molte idee che sono difficilmente risolvibili in poco tempo. Spero solo di non fare un casino.
Detto ciò, vi saluto con il primo disegno digitale venuto decentemente grazie a Photoshop. Tutto merito di Tiara ⬇️

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