19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
«Ci stiamo allontanando troppo» gli dissi guardandomi indietro.
«Dopo torniamo indietro. Dobbiamo allontanarci da Michela. Se davvero hanno preso anche suo padre... Non abbiamo tempo per le sue domande.» affermò Nathan.
Era nervoso e faceva falcate troppo lunghe per il mio passo breve, un atteggiamento poco da lui. Di solito è un tipo che se la prende sempre con calma. Tutta quell'agitazione era fuori dal suo personaggio.
«Hai paura di Michela?» gli chiesi.
«Cosa?» sbuffò «Paura? Perché dovrei avere paura di lei? Non essere ridicola» esclamò.
«Sai, io credo sia suo diritto sapere qualcosa su suo padre se è veramente scomparso. E poi, anche se non ricordo bene, credo sia protocollo risolvere la situazione dei Popolani se è il nostro mondo ad aver causato loro problemi. Alla fine tanto subiscono il Flash.» dissi tutto ad un fiato.
«Nessuno dice niente a nessuno. Non finché non capiamo cosa sta succedendo. E tanto per la cronaca questo protocollo varrebbe per Gianluca se è stato veramente coinvolto, non per la figlia. E poi non saprei che risponderle dato che non ho risposte. Non rispondo a domande se non ho riposte» affermò il biondino nervosamente.
Fece un'espressione corrucciata e accelerò il passo.
Mi bloccai improvvisamente, colta da un'illuminazione.
«Oh mio Dio! Tu sei un maniaco!» esclamai certa di averci azzeccato.
«Che cosa?» chiese inarcando le sopracciglia. La sua espressione era un misto tra l'offeso e lo stupito, abbastanza comica.
«Sei uno di quei perfezionisti maniaci del controllo! Cioè, hai tutti i requisiti! Preparo sempre tutto meticolosamente e non ti esponi prima di non aver lasciato nulla al caso! E ora, non sopporti di non avere sotto controllo la situazione ora che nulla va come hai previsto! Non sai come affrontare un'adolescente straniera senza averci pensato prima su! Tu non sai improvvisare!» esclamai.
«Se lo avessi capito prima avrei sfruttato tutto questo a mio vantaggio quando ci facevamo ancora scherzi. Sarebbe stato parecchio più divertente. Il tuo sadismo e la tua sfacciataggine hanno mascherato bene questo tuo difetto, non c'è che dire» commentai annuendo. Tutto tornava.
«Ma che stai dicendo? Io improvviso sempre giochi di prestigio per strada! Improvvisare è il mio secondo nome» protestò.
Risi, consapevole di averlo compreso di più.
«Non sono esperta ma so che nessuno spettacolo di magia è improvvisato. Tutti i trucchi hanno bisogno di una preparazione iniziale. Non puoi fare giochi di prestigio senza esserti portato dietro i tuoi arsenali, no?» dissi fiera di me.
«Ma smettila. Non si può non pensare prima di agire» sbottò.
«Nate, ogni tanto anche agire d'impulso è utile. Bisogna sapersi adattare a qualsiasi situazione» commentai.
«Certo, per questo ora penserò ad un nuovo piano per la situazione attuale. Quindi puoi anche smetterla di farmi la paternale.» disse con tono seccato.
Forse si era arrabbiato.
Sorrisi ancora di più.
«Signorsì, Mr Perfezionista» lo presi in giro.
«Sai, sei fin troppo allegra per essere una a cui sono stati rapiti i compagni di squadra» mi rimproverò lui seccato.
«Sono ottimisticamente realista. Insomma, hanno preso Eli e Courtney e loro sono... Be', Eli e Courtney!» dissi ovvia.
«Tu proprio non ti sei ancora resa conto della gravità della situazione, eh?» commentò Nathan con un tono seccato che non mi piaceva per niente.
«Smettila di usare quel tono da superiore con me. Vuoi sottovalutare i veterani? E poi c'è anche Nick. Usciranno da quella situazione prima che ce ne accorgeremo» dissi.
«Proprio perché sono riuscirti a prendere anche Eli e Courtney che mi preoccupa. Ricordi che i membri della Resistenza che abbiamo incontrato stamattina avevano delle pistole? Vanno in giro con le armi, Ary, e non so quanto i nostri poteri siamo più efficaci di un'arma da fuoco. E poi questa storia di Gianluca mi puzza un sacco... E tanto per non dimenticare, il tempismo. Cioè, come hanno fatto ad organizzarsi così in fretta? Stamattina Eloise e Rose si erano pure accertate che quei due della Resistenza si fossero ritirati... In quella base non c'era nessuno! Come...»
Lo colpii sulla nuca.
«Ahi!» esclamò lui afferrandosi la testa.
«Ti stavi agitando troppo.» commentai tranquillamente con un'alzata di spalle.
«Scusa, ho perso un po' della mia lucidità.» disse accarezzandosi ancora la nuca e tendendo lo sguardo basso.
«Ti senti in colpa?» chiesi.
Lui mi guardò sorpreso.
«In colpa?» chiese.
«Sì, insomma, considerando che è colpa tua» dissi con tono piatto alzando le spalle.
«Non è colpa mia!» protestò arrabbiato fermandosi e fronteggiandomi.
«Ah, no? Potevamo catturarli tutti subito e non ci sarebbe stato questo problema! Ma tu volevi fare il grande genio, no?» sbottai iniziando a scaldarmi.
«Il mio piano era migliore e tutti voi lo sapevate, per questo eravate d'accordo! E poi non sappiamo se sono quei due che ho lasciato libero ad avvertire i rinforzi! Potrebbe essere stato...» si interruppe e sgranò gli occhi come illuminato.
«Bit...» sussurrò.
Inarcai le sopracciglia.
«Ma certo! Lui non l'abbiamo preso!» disse battendo un pugno sulla mano aperta.
Un sorrisetto inquietante iniziava a manifestarsi sulle sue labbra.
«Ma resta il fatto che non è possibile che siano arrivati tanto in fretta... A meno che ci siamo sbagliati e la loro base non è in montagna... Ma le informazioni dateci dai ricognitori ci dicono che è da quelle parti... Sono dei perduti riuniti, è impossibile che siano abbastanza intelligenti da riuscire ad organizzare qualcosa di troppo complesso... Non devono avere tante appostazioni strategiche...» borbottò Nathan pensieroso.
Risi al suo monologo e gli misi una mano in testa.
Essendo molto più alto di me dovetti mettermi in punta di piedi e avvicinarmi.
«Sei. Un. Maniaco. Del. Controllo» dissi divertita scandendo le parole.
Lui sgranò gli occhi verdi, stupito.
Mi aspettavo che replicasse in qualche modo come sempre ma lo vidi arrossire piano piano.
Mi allontanai imbarazzata di scatto.
L'espressione che aveva fatto era così... Non da lui. Mi era sembrata quasi sincera e lui non era mai sincero.
Che mi succedeva? Si trattava di Nathan Cray dopotutto. Perché quella sua reazione anomala mi aveva sconvolta tanto?
Non è che dopo che ci eravamo baciati automaticamente tutti i problemi tra noi fossero spariti.
E poi non si trattava solo della sua espressione carina... Anzi, no. Nathan non poteva essere definito carino in alcun modo. Comunque si trattava anche del fatto che non riuscivo più ad arrabbiarmi veramente con lui, lo trovavo persino ragionevole! Ecco, non mi dava più fastidio e questa piccola cosa stava cambiando radicalmente il mio atteggiamento nei suoi confronti.
«Emh, sì, comunque mi stupisce davvero che non ti stia preoccupando per loro. Non credo si tratti solo di ottimismo» affermò lui cambiando argomento.
Mi azzardai a guardarlo negli occhi, stupita che non capisse il mio punto di vista.
«Mi fido di loro, anche se non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Sono tutti addestrati e sanno adattarsi a qualsiasi situazione. Non penso che la Resistenza possa essere peggiore di Susan e i Luogotenenti.» dissi piuttosto sicura di me.
Poi mi voltai.
«Non ci sta seguendo, possiamo tornare indietro» dissi facendo dietro front.
Prima che potessi farlo Nathan mi fermò per un polso. Mi voltai per guardarlo in attesa che mi dicesse qualcosa.
«Ary...» iniziò.
«Sì?»
«Ragazzi! Vi ho trovato!» esclamò qualcuno. Ci guardammo attorno, ma non comprendemmo immediatamente da dove provenisse la voce. Da dietro una macchina parcheggiata davanti una casa comparve Tiara.
Non era ferita, ma la sua espressione e i suoi occhi mi fecero preoccupare.
Aveva ancora qualche accenno di rosso della vernice e i vestiti erano perlopiù rossi, inoltre, erano bagnati. Anche i capelli di Tiare erano bagnati.
Si teneva entrambe le mani al petto e sembrava sul punto di piangere o di scoppiare a ridere. Aveva gli occhi un po' folli e spiritati.
Mi precipitai verso di lei, ma Nathan mi fermò di nuovo per il polso.
«Ma cos...»
«Tiara, hai gli Elements, non è così?» disse il biondo con tono pacato.
Tiara annuì.
«Ce li ho da troppo tempo e al momento sono emotivamente instabile. In questa situazione è complicato tenere così tanto Elements con me» disse la ragazza a denti stretti, ancora con le mani al petto.
Nathan si avvicinò a lei con cautela.
«Posso?» chiese gentilmente.
Capii che temeva che Tiara agisse impulsivamente e scatenasse l'Element, influenzata proprio dal suo potere. Inoltre era chiaramente sotto shock e le era successo qualcosa. Era troppo vulnerabile.
Nathan allungò la mano e Tiara, esitante, si sfilò le due collane con l'Element e le mise in mano a Nathan.
Dopodiché la ragazza si affrettò ad allontanarsi indietreggiando.
A quel punto potei superare Nathan e andare dalla mia amica. Le misi le mani sul viso ed iniziai ad emanare calore per riscaldarla.
«Lascia, faccio prima io.» mi disse Nathan alle mie spalle.
Mi spostai di lato in modo da lasciar campo a Nathan.
Lui allungò una mano e con una rotazione del polso tirò Tiara a sé che, come presa da una fune invisibili fece due passi in avanti.
L'acqua dei vestiti e dei capelli si separarono da lei come un'anima che abbandona il corpo.
«C'è qualcuno con te?» le chiesi non appena la ragazza si fu ripresa.
«No.» disse Tiara affranta.
Scosse la testa e si coprì il volto con entrambe le mani.
«Sarei dovuta essere con loro... Non ho potuto fare niente...» disse.
«Dicci cosa è successo» suggerì Nathan.
Tiara lo guardò.
«Non lo so di preciso... Io stavo facendo il bagno e avevo le cuffie alle orecchie, quando mi accorsi che c'era qualcosa che non andava. Ho usato i miei poteri dal bagno per capire quanti intrusi c'erano e ne ho contati una ventina.
Credo fossero tutti armati pesantemente.»
«È sensato. Un proiettile viaggia in media 800 metri al secondo, è più veloce di qualsiasi attacco usato da poteri Imperium. Però questo non spiega come i nostri siano stati sopraffatti. In base all'esperienza di ognuno avrebbero potuto...» rifletté Nathan.
«No, non hanno potuto. Penso che avessero in ostaggio qualcuno. Una di quelle presenze mi ha dato quell'impressione.» disse Tiara.
«Gianluca probabilmente» intervenni.
«Per questo i nostri non hanno reagito...» commentò Nathan.
«Quindi non li hai visti?» chiesi.
Tiara scosse la testa.
«Quando ho provato ad uscire per vedere se potevo aiutarli è comparso Nick. Anche lui si trovava al piano di sopra e stava cercando di evitare quelli della Resistenza che stavano ispezionando la casa.» disse lei abbassando lo sguardo.
Al nome di Nick il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
«Ci siamo nascosti in camera e Nick mi ha spedita fuori dalla finestra dandomi gli Elements.» concluse.
«Nick... Ti ha fatto guadagnare tempo per scappare» dissi.
Tiara annuì.
«Quindi non sai esattamente cos'è successo. Non hai visto niente.» chiese conferma Nathan.
Tiara annuì di nuovo.
«Dobbiamo tornare indietro» dissi risoluta.
«Sì, potremmo capire cosa è successo effettivamente. Tanto non possiamo inseguirli perché non sappiamo dove sono. Ci conviene analizzare la casa» concordò Nathan avviandosi, i due Elements stretti nel pugno.
Mi chiesi se sarebbe andato veramente tutto bene.
La polizia era andata via e ciò ci permise di entrare senza troppi problemi.
In casa non c'erano effrazioni o segni di lotta.
Trovammo i segni lasciati dai proiettili, ma per il resto non c'erano particolari danni.
Sembrava che gli altri li avessero seguiti volontariamente.
«Lo sapevo! Non c'è!» esclamò Tiara arrabbiata mentre scendeva dalle scale.
«Chi?» chiesi.
«Il nostro ostaggio» replicò.
«È normale. Se lo sono portato via... Peccato, mi sarebbe piaciuto torturarlo un po'» commentò Nathan accarezzandosi il mento.
Gli lanciai un'occhiataccia.
«Scherzavo!» esclamò in difesa.
«Pensi sia possibile rintracciare i nostri usando i loro telefoni o gli orologi della B.L.C.?» chiesi.
«Nah, sono qui.» commentò Nathan svuotando il cestino accanto all'attaccapanni.
Telefoni e qualsiasi dispositivo in dotazione della B.L.C. erano finiti a terra.
«Credo sia ora di chiamare la Base. Non possiamo cavarcela da soli» disse Tiara.
Nathan rimase in silenzio, poi, quando alzò la testa, prese il suo telefono e iniziò a digitare qualcosa.
«Beccati!» esclamò.
«Cosa?» chiesi avvicinandomi a lui.
«L'ostaggio. Gli avevo messo addosso un localizzatore per sicurezza. Non se ne sono accorti, possiamo seguirli» disse.
«Poi abbiamo anche la posizione degli altri due di stamattina.» aggiunse.
«Ben fatto, Rubinetto! Ma che aspettavi a dircelo!» esclamai entusiasta di scoprire che avevamo una soluzione.
«Che vuoi fare? Seguirli?» chiese Tiara mordendosi il labbro.
«Hai ragione, dobbiamo chiamare rinforzi. Ma non resteremo qui ad aspettare con le mani in mano. Ci metteremo avanti, prima di perdere le loro tracce.» spiegò Nathan. «Si stanno dirigendo a nord abbastanza velocemente, probabilmente sono in auto.»
«Dobbiamo prepararci, allora» dissi.
«Abbiamo i zaini e le tende comprate l'altro giorno.» suggerì Tiara.
«Perché dovremmo portarci dietro le tende?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Non si sa mai. Precauzione» commentò lei scuotendo le spalle.
Nathan si affrettò a interromperci prima che la discussione degenerasse:«Va bene essere cauti, non è un problema. Ora dovremmo solo...»
«Rubare una macchina» completai per lui.
«Che cosa? No! Perché dovremmo rubare una macchina?» esclamò Nathan.
«Be', ci serve una macchina» dissi.
«E quindi pensi di rubarla?» chiese lui.
«È il modo più veloce per ottenerla.» replicai pratica.
«Perdonala, passa troppo tempo con James» mi liquidò Tiara.
«Perché? James ruba macchine?» chiese Nathan. Poi scosse la testa:«Anzi, no. Non voglio saperlo»
«Eppure anche tu l'hai avuto come mentore, dovresti conoscere le piccole manie dei suoi tempi andati» commentò Tiara mentre si picchiettava il mento con l'indice.
«No, non ero particolarmente interessato alla personalità del mio mentore. Più che altro cercavo di imparare quel che mi insegnava.» replicò lui.
«Perché non possiamo rubare una macchina?» chiesi ritornando alle questioni importanti.
«Perché è un reato!» esclamarono in coro i due.
«Okay, okay... Niente furti. Che noia...» sbuffai.
«E poi tu non sei un illusionista? Rubare dovrebbe essere facile per te, no?» dissi puntando l'indice su Nathan.
«Gli illusionisti hanno un'etica. Non uso le mie doti per la criminalità. Sono un artista professionista» sbuffò il biondino.
Alzai gli occhi al cielo.
«Allora come li seguiamo?» chiesi.
«Be', chiediamo in prestito un'auto. Mi sembra l'unica soluzione.» rifletté Nathan.
Quindici minuti dopo e tre porte sbattute in faccia -causa: richieste irragionevoli- Nathan si voltò verso di me e disse con espressione sconfitta:«Va bene, rubiamo un'auto.»
«Si sono fermati.» disse Tiara controllando il telefono di Nathan.
«Be', anche noi siamo fermi a quanto pare.» esclamò lui da dietro il cofano alzato della macchina.
Eravamo sul ciglio di una strada e il motore della macchina rubata aveva esalato il suo ultimo buffo di fumo.
«Potevamo rubare una Lamborghini» commentai a braccia conserte appoggiata sulla portiera della macchina.
«Ma no! Dovevamo per forza prendere questo rottame pescato dal meccanico.» sbuffai.
«Be', così il proprietario non ci denuncia e si intasca l'assicurazione. E comunque il meccanico non aveva la minima voglia di controllare questo rottame. Era la scelta più ovvia. Abbiamo creato pure un movente per la sparizione.» disse Nathan mentre trafficava tra i motori.
«E abbiamo incolpato il povero meccanico.» ricordai.
«Lui sa di essere innocente. E gli altri comunque non hanno prove che l'abbia fatta sparire lui. Andrà tutto bene.» disse lui.
«Se solo» diede una botta «questo» un'altra botta «coso» una terza botta «partisse!».
Mi staccai dalla portiera e raggiunsi Nathan che in qualche modo si era sporcato tutta la faccia di nero.
«Dammi un fazzoletto» gli dissi.
«Dove lo trovo?» esclamò irritato.
«Nella manica della tua giacca? Come tutti i prestigiatori? Ne hai un mucchio in teoria, no?» tirai ad indovinare.
«Primo, non sto portando una giacca, ma una felpa; secondo, il trucco dei fazzoletti colorati infiniti è stupido.» però, terminate queste parole, fece comparire un fazzoletto verde foresta dal nulla e me lo tese.
Lo presi e svitai un tappo vicino al motore. Tirai fuori l'asta e ripulii il filo dall'odio nero, poi la rimisi a posto.
«Tiara, prova a far partire!» esclamai.
La ragazza eseguì e l'auto si accese.
Nonostante il rumore del motore sembrasse un vecchio morente di bronchite, l'auto andava.
«Come...» borbottò Nathan impressionato.
«So molte cose di auto, non farmi domande.» dissi pratica.
«Chi sei tu? Che fine ha fatto l'Arianne Barker ignorante che conosco?» esclamò il ragazzo.
Gli diedi un pugno sul braccio.
«Andiamo, colombi innamorati. Smettetela di tubare che i nostri amici ci aspettano!» esclamò Tiara.
«NON STIAMO TUBANDO» esclamammo entrambi all'unisono.
La Resistenza non si era più mossa dal punto in cui si erano fermati così ci diedero il tempo di raggiungerli.
Ci fermammo a quasi un chilometro di distanza, perché, l'area davanti, sembrava piuttosto vuota e deserta e non volevamo attirare l'attenzione con il nostro catorcio rumoroso.
Si trattava di una zona di fabbriche con una grande piazza d'asfalto, creatasi per fare libero spazio ai camion di fare manovra. Infatti, ce n'erano tre parcheggiati al sole.
Le fabbriche avevano i cancelli tirati e le porte serrate, probabilmente erano chiusi quel giorno.
Ci avvicinammo con cautela. Tiara si concentrò per annullare le nostre presenze.
Io e Nathan ci mettemmo io davanti e lui dietro di lei per poterla proteggere.
Ci avvicinammo sempre di più al punto segnato dal localizzatore e il mio cuore iniziava a battere sempre più forte, diventando una colonna sonora di un film d'azione pieno di suspance.
«Non sento le presenza... Anzi, ne sento solo una, ma è improbabile, no?» disse Tiara.
«Magari anche loro annullano le presenze.» dissi. «dopotutto sanno di essere cacciati dalla B.L.C. che sguinzaglierà i suoi segugi Imperium di terra.» affermai.
«Non saprei...»
Non stavamo entrando nella fabbrica.
Il localizzatore ci stava portando sul retro dell'edificio.
«Sono proprio qui dietro, che facciamo?» chiesi schiacciata contro il muro come gli altri due. Ci stavamo nascondendo.
«Li attacchiamo e li cogliamo di sorpresa?» aggiunsi entusiasta.
«Prima che prendano le armi» affermai ragionevolmente.
«Oppure aspettiamo la B.L.C.» disse Tiara.
Nathan invece non parlò. Sembrava riflettere pensieroso, con lo sguardo fisso a terra.
«C'e qualcosa che non va, Nathan?» chiese Tiara.
Nathan si staccò dal muro senza rispondere all'amica. Poi voltò l'angolo.
Mi salì il cuore in gola per lo spavento. Già sentivo i proiettili volare e il tonfo del corpo caduto di lui. Ma non accadde nulla di ciò.
Anche io e Tiara uscimmo allo scoperto.
Mi portai immediatamente le mani alla bocca, scioccata e sconvolta da ciò che vidi.
Rimasi paralizzata.
Una parte di me era già partita in quarta a preoccuparsi per gli altri, per Nick soprattutto. Forse avevo sottovalutato la Resistenza. Anzi, avevo sottovalutato l'intera missione.
Ma quell'uomo morto a terra era vero e mi fece avere la consapevolezza di quanto fossimo tutti in pericolo.
Angolo Autrice
È sono le tre e mezza di notte... Non concepisco bene quindi... Alla prossima.
Oh, il POV del prossimo capitolo lo lascio decidere a voi:
Nick
Ary
Nathan
A voi la scelta!
Qui sotto una scena del capitolo ♥️
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