14. Ary: Ma cosa dici?!

Nick non sembra contento di essere in Italia. Non che fosse uno che sorridesse spesso, però di solito la sua faccia era più un'espressione tranquilla, ma era da quella mattina che sembrava turbato.
Oltre al fatto che per poco non gli avevo rivelato i miei sentimenti.
Il mio problema più grande restava il fatto che non sapevo mai stare zitta. Era come se, a differenza di tutte le persone normali, la mia bocca non fosse dotata di filtro. Quindi ogni mio pensiero concepito nel cervello usciva sempre a go go.
E poi c'era anche tutta la storia dell'Element...
Era stato spaventoso.
Mentre ero sull'aereo accanto ad Eloise che si era appisolata sulla spalla del Rubinetto, avevo sentito le gambe e mani formicolare. Emanavo calore da tutti i pori.
Per distrarmi ero andata a controllare come si calcolasse l'ascendente su internet così da poter sapere in anticipo il mio secondo potere e magari cercare di prevenire fulmini o chissà cos'altro, quando scoprii che serviva l'ora di nascita.
A quel punto mi depressi ancora di più considerando che non ne avevo la minima idea e che l'unica persona al mondo che lo poteva sapere era il nonno. Inoltre mi ricordò nuovamente che probabilmente anche la mia ora di nascita era stata calcolata alla perfezione.
Quando ci furono le turbolenze temetti che ne fossi io la causa.
Far precipitare un'aereo non sarebbe stato affatto carino da parte mia, soprattutto alla vigilia di una delle missione più importanti mai affidateci.
«Purtroppo abbiamo solo due stanze. Considerando i numeri io dormirò con Nick e Nathan in salotto. Gianluca ci ha prestato delle brandine. Voi ragazze potete dividervi tra le due stanze. Solo... Quando Court tornerà lasciate che si sistemi con voi.» disse Eli.
Eloise e Rose si guardarono perplesse.
«So che alla B.L.C. c'è ancora qualcuno che non si fida di lei... Ma Court non è più la ragazza che è stata una Luogotenente...»
«Ma cosa dici?!» esclamai stupita e confusa.
Tiara mi guardò allarmata, come se non si aspettasse che alzassi la voce contro il suo idolo.
«Stiamo in casa vostra, siamo un disturbo. Io adorerei stare con Courtney! Deve essere veramente fortissima! Mi farò insegnare da lei i suoi trucchi più famosi con il fuoco!» esclamai elettrizzata. Poi presi la valigia e corsi su per le scale.
«Ehi, Ary! Aspettami!» esclamò Tiara correndomi dietro dopo che si era scusato con Eli per il mio comportamento.

La stanza che prendemmo io e Tiara era la camera da letto di Eli e Court. Si vedeva che qualcuno ci aveva dato una sistemata.
Ci avevano lasciato un intero comodino libero per metterci le nostre cose e avevano tolto molte cornici, considerando che i chiodi erano ancora lì.
«Oddio! Guarda!» esclamò Tiara richiamando la mia attenzione mentre sistemavo i miei vestiti.
«Cosa?» chiesi raggiungendo Tiara.
La ragazza aveva aperto il cassetto del comodino vicino al letto matrimoniale.
«Non dovresti curiosare nelle cose degli altri.» commentai, ma quando mi avvicinai dimenticai persino come si parlasse.
Tiara teneva in mano la foto di due bambini.
Uno era più grande, forse sui cinque o sei anni, con camice e gilet di lana e i capelli ordinati. Aveva due occhi grandi e chiari, così come il bambino più piccolo di circa un anno che teneva in braccio.
«Sono Eli e Nick da piccoli?» chiesi sorridendo come un ebete guardando il più piccolo.
«Ha dello scotch, forse la teneva attaccata accanto al letto... Solo... Come fa Eli a vederla?» notò Tiara.
«Quella foto ce l'ho da prima che diventassi cieco.» disse la voce del padrone di casa facendo sussultare entrambe.
«Oh, scusate, non volevo spaventarvi.» ci disse sorridendo gentilmente.
«So cosa rappresenta perché me ne ricordo. Poi le pieghe di quella foto me la rendono più memorabile.» fece allungando la mano.
Tiara gli consegnò la foto. Ora che la guardavo meglio era piuttosto stropicciata.
«Scusate, me la sono dimenticato in camera. Comunque ero venuto qui per dirvi che ho ordinato pizza. Le pizze di qui sono dieci volte più buone di qualsiasi cosa io possa fare... Che ci crediate o no, non sono bravo in cucina.» commentò divertito.
Non avevo dubbi.
Fin da piccola non avevo mai capito molto bene l'umorismo nero del fratello di Nick. Come si poteva scherzare così tanto sulla propria cecità?
Qualcuno suonò al campanello. Probabilmente era arrivata la pizza così corsi giù dalle scale.
«È la pizza? Vado io! Non aspetto altro da quando sono atterrato in Italia!» esclamò il Rubinetto facendo ridere le due ragazze della sua squadra.
Ma quando aprì la porta si ritrovò davanti una ragazza della nostra età con un sorriso che le morì sulle labbra.
Raggiunsi il piano terra per assistere meglio alla scena.
«Chi sei?» esclamò la ragazza.
«Nathan, piacere di conoscerti, dov'è la pizza?» replicò il Rubinetto piuttosto sicuro di sé.
«Pizza
«Ma sì, devi conoscerla, circolare e a spicchi con sopra tutto quel che vuoi...»
«Nathan Cray!» esclamò ad un tratto la ragazza come se avesse appena realizzato.
«Tu sei Nathan Cray!» aggiunse in inglese.
«Sì, sono io. Allora parli inglese.» commentò il Rubinetto.
«Come fai a conoscerlo?» chiesi raggiungendoli.
«Oh! Sono una patita del mondo degli illusionisti, seguo molte persone sui social per tenermi aggiornata, sperando che un giorno qualcuno dei miei idoli passi per l'Italia a dare spettacolo.» affermò lei ancora bloccata sulla soglia della porta.
«Perché non la lasci entrare, Nathan?» esclamò Eloise.
«Ma la pizza?» chiesi io.
Il Rubinetto mi sorrise divertito.
«Scusa, ma io non ho nessuna pizza...»
«Michela! Che ci fai qui?» chiese Eli comparendo dalla cucina con il bastone per non vedenti.
«Eli!» esclamò la ragazza superandomi.
«Papà ha detto di passare ad aiutarvi dato che ha detto che tuo fratello era venuto dagli Stati Uniti a trovarti... E dato che Courtney non c'è... Solo che non pensavo che ci fossero tutte queste persone.» disse lei.
«Ah, beh, sono i suoi amici.» replicò Eli.
Intanto anche Tiara e Nick si erano aggiunti a noi.
«Siete in tanti, ci starete? Da noi c'è una stanza libera, se avete bisogno...»
«Figurati Michela, ce la caveremo benissimo.» commentò Eli gentilmente.
«Comunque lui è il mio fratellino, Nick.» disse indicando Nick nel suo punto esatto, anche se era arrivato silenziosamente.
Michela parve non accorgersene.
«Piacere.» sorrise lei.
«Io sono Arianne.» intervenni interrompendoli.
«Piacere di conoscerti. Hai una pronuncia statunitense perfetta.» mi complimentai.
Michela mi sorrise e mi ringraziò.
Mi sentii un po' perfida. In un secondo mi ero fatta tutto un film mentale dove Michela di innamorava di Nick a prima vista e lui ricambiava apertamente.
Dopotutto era carina. Capelli castani che tendevano al biondo sulle punte, scompigliati al punto giusto e un visto dolce e grazioso. Anche gli occhi particolarmente espressivi erano castani. Poi aveva una bella pelle di un colorito unico.
Ma Michela rivolse lo stesso sorriso gentile anche a Tiara, Eloise e Rose quando si presentarono.
«Io sono Michela Serafino, della porta accanto.» disse lei.
«È la figlia di Gianluca. Ogni tanto passa di qui ad aiutarmi quando Court non c'è. Sapete, sono un povero ragazzo cieco...» commentò Eli con la sua solita autoironia.
«E poi le faccio comodo perché così si esercita a parlare inglese.»
«Vorrei fare la interprete un giorno. Per ora sto solo frequentando un liceo linguistico quindi ancora nulla è certo.» affermò Michela.
La campanella suonò di nuovo, ma quella volta fui io ad andare ad aprire
«Sette pizze...»
«Oh! Finalmente!» esclamai prima che il ragazzo alla porta potesse finire di parlare.
Gli presi le pizze dalle mani degustandomi il profumo paradisiaco.
Mi stava già venendo l'acquolina in bocca.
«Che golosona, FireLiz» disse il Rubinetto sfilandomi i cartoni di pizza da sotto le mani con facilità.
Li tenne tutti in equilibrio sulle punta delle dita della mano destra e la portò in alto, fuori dalla mia portata.
«Prima dovresti pagare.» mi disse ammiccando facendo sbucare delle banconote da dietro le mie orecchie.
«Lasciate, ci penso io...» provò ad intervenire Eli.
In quel momento accaddero più cose contemporaneamente.
Il pizzaiolo entrò in casa e Eli nel raggiungerlo venne urtato.
Michela nel tentativo di soccorrerlo urtò me che andai addosso al Rubinetto e di conseguenza le pizze persero contatto con le dita di lui.
I riflessi di tutti furono più che sufficienti per impedire che tutto quel ben di Dio finisse a terra.
Mi tuffai per poter prendere due cartoni e altri due riuscì a prenderli il Rubinetto, ma nel farlo scivolammo entrambi a terra.
Gli altri tre li prese Nick, che era arrivato in un attimo, stoppandone uno con la punta del piede e le altre due con le mani.
«Wow, che riflessi!» esclamarono Michela e il fattorino, mentre Eli ci gesticolava il segno di smetterla dietro loro due.
Nick si ricompose imbarazzato, sistemando le pizze e controllando che non si fossero rovinate.
«Ehi, vuoi mangiare me o la pizza?» chiese il Rubinetto sorridendo a terra.
«Che farnetichi?» sbottai.
«Questa posizione è fraintendibile, FireLiz.» ammiccò.
Quando mi accorsi di essere a cavalcioni sopra di lui mi affrettai ad allontanarmi con un balzo.
Intanto, Eli aveva già pagato le pizze.

La prima serata fu veramente tranquilla e la pizza deliziosa.
Michela si offrì di aiutarci e fine cena e poi venne sequestrata da Rose ed Eloise.
Nick passò tutto il tempo ad evitare suo fratello, ma d'altronde per Eli c'era Tiara a tenerlo occupato con domande sull'elemento della terra.
Il Rubinetto era sparito da qualche parte, non che mi importasse, ma la sua assenza si faceva notare.
Annoiata, mi unii alla conversazione che stavano facendo le ragazze.
Michela stava dando loro qualche lezione di italiano.
«Quando un ragazzo è particolarmente attraente solitamente diciamo che è "figo"» stava istruendo Michela.
«Davvero? Pensavo che si dicesse "bollente" come da noi» commentò Eloise.
«Fantastico! Le tue lezioni sono molto più interessanti di quelle all'accademia!» squittì divertita Rose.
«E come si dice "imbecille"? Penso che mi tornerebbe utile insultare qualcuno nel modo giusto.» mi intromisi mettendomi accanto a lei.
«Oh! Credimi, gli italiani hanno una varietà di insulti ampissima. Forse è la lingua con più lessico offensivo al mondo.» scosse la testa lei.
«Uh! Che invidia!» esclamai.
«Però ditemi un po' di voi. È uno strano periodo per le vacanze. Non avete scuola?» chiese la ragazza.
«Siamo in vacanza studio.» disse immediatamente Eloise.
«È un opportunità che ci ha offerto la nostra scuola. Seguiremo alcuni corsi all'università.» spiegò Rose.
«Wow! Che fico!»
Poi guardò le ragazze e si guardò attorno.
«Ma... Quindi farete uno spettacolo qui?» chiese l'italiana con fare cospiratore.
«Spettacolo?» chiese Rose.
«Ma sì... Nathan si esibirà?» chiese senza riuscire a trattenere l'entusiasmo.
Alzai gli occhi al cielo.
Eloise e Rose risero.
«Non avevamo in programma niente, che io sappia. Non abbiamo nemmeno portato il materiale. E poi dipende tutto da Nathan. Non sappiamo se ha pensato a qualcosa.» disse Eloise.
«Pensavo che voi due foste le prime a saperlo.» commentò la ragazza delusa.
«Se vuoi posso mostrarti qualcosa ora.» commentò il ragazzo sbucando alle spalle di Michela e offrendole una piccola margherita.
«Cosa? Ora? Uno spettacolo solo per me?» chiese lei tutta emozionata.
«Non sarà niente di speciale, solo qualche trucchetto che attiri la tua attenzione.» disse il Rubinetto facendole l'occhiolino.
Mi sembrò quasi che Michela si sciogliesse davanti a lui.
«Volete assistere anche voi, ragazze?» chiese il Rubinetto mettendosi sul divano e avvicinando il tavolo di vetro.
Fece comparire delle carte dal nulla e iniziò a mischiarle.
Certe volte mi chiedevo perché si portasse sempre in giro tutta quella roba.
Mi ricordai che aeroporto era stato costretto a passare praticamente solo in boxer per via di tutti quei trucchi di magia nascosti nei vestiti. Era assurdo quanta roba avesse.
Il poliziotto che lo controllava era fin troppo sconvolto.
«Hai altro lì?» gli aveva chiesto esasperato quando gli avevano fatto togliere persino i pantaloni.
«Gioielli, sono di famiglia.» aveva risposto il Rubinetto senza nemmeno tentennare dal fatto di essere mezzo nudo di fronte ad un vasto pubblico.
«Tirali fuori e passa» aveva risposto il poliziotto con nervosismo indicando il detector.
«Questo non posso farlo. Ho un po' di pudore anche io, sa? E poi sarebbe contro al diritto al buon costume.» ebbe pure il coraggio di fare l'occhiolino al poliziotto totalmente scandalizzato.
Alcuni avevano riso alla sua battuta e alcuni erano rimasti scioccati.
Sta di fatto che dopo quella scenetta avevo desiderato ardentemente di non conoscerlo. Ma non ebbi via di scampo, poiché lui, dopo essersi rivestito, si era diretto proprio verso di me.
Il Rubinetto, in quel momento, fece mescolare le carte.
Non avevo niente da fare, così rimasi anche io a guardare.
«Ora scegline una.» sussurrò il Rubinetto.
Michela ne scelse una.
«Guardala e non dirmi che carta è. Poi appoggiala coperta sul tavolino, brava così» disse il Rubinetto con mezzo sorriso.
«Ora, mescola di nuovo il mazzo e poi dammelo.»
Michela eseguì, mescolando le carte per bene.
«Ora, sceglierò da questo mazzo dodici carte e sono certo che queste carte saranno dello stesso seme di quella che hai lasciato coperta.» disse il Rubinetto.
Lui aprì il mazzo a ventaglio, con le facce rivolta verso il basso.
Pescò velocemente dodici carte, in ordine apparentemente casuale. Poi richiuse il mazzo.
«Ora, volterò le carte una ad una, in ordine crescente, finché non arriverò alla tua carta.» disse il Rubinetto.
«Sei certo di aver scelto il seme giusto?» chiesi io dubbiosa.
«Ora lo scopriamo.» sorrise lui.
Iniziò a voltare le carte.
Il primo era un asso di cuori.
Michela sgranò gli occhi dallo stupore. Evidentemente aveva indovinato il seme.
Il Rubinetto voltò le carte uno ad uno, finché non arrivò al sei.
«La tua carta è il sette, non è così?» sussurrò lui.
«Come...» balbettò Michela.
Infatti voltando la carta di Michela, scoprimmo che il Rubinetto aveva ragione.
Io e lei ne rimanemmo stupite.
Anche il resto delle carte venne girato in ordine corretto ed erano tutti di cuore.
«Quindi sai fare anche trucchetti simili. Pensavo fossi tipo da trucco sfarzoso.» dissi.
«Queste sono le basi della magia. Se non si conoscono queste... Non potresti mai inventare qualcosa di nuovo.» spiegò il Rubinetto rimettendo a posto le carte.
«È stato fantastico! Non è che me lo potresti insegnare eh?» chiese Michela ammirata.
«Ci penserò su.» replicò il Rubinetto.
«Oh! Non vedo l'ora di dirlo ad Angelo!» esclamò Michela balzando in piedi.
«Purtroppo ora devo andare, ma possiamo vederci domani pomeriggio? Vi porto a fare un giro a Milano, è a mezz'ora di treno da qui.» propose la ragazza.
«A meno che non siate occupati.»
Io e gli altri ragazzi ci guardammo. Il giorno seguente avremmo dovuto passarlo a fare ricerche in modo da poter partire immediatamente per le Alpi.
Dovevamo decidere da che parte cominciare e pensare a dove sarebbe potuto essere Bit.
Ma prima che pensassi a tutto ciò, mi ritrovai a rispondere:«Sarebbe fantastico!»
I tre ragazzi mi guardarono.
«Insomma, domani staremo molto impegnati... Vedremo...» intervenne Eloise.
«Perfetto, se cambiate idea sono ad un campanello di distanza.» disse ottimista Michela.
Poi se ne andò dopo aver salutato gli altri.
«A quanto pare FireLiz pensi di essere veramente in vacanza.» commentò il Rubinetto divertito.
«Ma dai! Magari ricaviamo qualcosa uscendo con lei.» protestai.
«Ma certo! Poi potremmo essere così fortunati da incontrare Bit mentre andremo a zonzo per una città come Milano.» affermò il Rubinetto.
«Idiota.» sbuffai allontanandomi offesa.

Il giorno seguente passammo veramente la mattinata a fare ricerche.
Ci facemmo un profilo su dove andare e dove cercare in base alle informazioni forniteci dai ricognitori.
«Qui è dove è sparito l'ultimo ricognitore. Dovremmo iniziare da lì.» disse Nick bellissimo come sempre.
Ogni tanto mi perdevo a guardarlo e non capivo cosa avesse detto tutto il tempo.
«Quindi presumo sia morto.» commentò il Rubinetto a braccia incrociate.
«Non è detto. Se possiamo salvarlo sarebbe meglio...»
«Ma in questa zona non c'è niente.» commentò Eloise dopo una ricerca sul computer.
«Ci sono alcune abitazioni ed un hotel poco più a valle, alloggeremo lì.» spiegò Nick.
«Saranno comunque ore di cammino... Anzi, di scalata.» rabbrividì Rose.
«Sono cose che ci toccano fare. Comunque dovremmo uscire per comprare il necessario per eventuali notti all'esterno, come tende e sacchi a pelo.» disse Nick.
«Potremmo chiedere aiuto a Michela. Dopotutto ieri FireLiz ha accettato il suo invito senza consultare nessuno. Ci indicherà dove possiamo comprare, no?» affermò il Rubinetto.
Gli lanciai un'occhiataccia però non risposi.
«Preferirei non coinvolgere Popolani...» disse Nick.
«Ops, troppo tardi. Le ho già detto di passare.» esclamò Rose fingendo innocenza con il telefono alzato.
«Quando hai avuto il suo numero?» esclamai stupita.
«Faccio amicizia in fretta.» disse Rose facendo spallucce.
«Non è più vietato frequentare Popolani no?» aggiunse.
Scossi la testa.
Nick sospirò e sembrò trattenere il nervosismo.
In attesa dell'arrivo di Michela, preparammo il necessario per la partenza.
«Scusate, ma dov'è Eli?» chiese Tiara ad un tratto.
«È uscito a fare una passeggiata. Comunque sia ha solo il compito di ospitarci, non fa più parte della B.L.C., non è tenuto a sapere i dettagli della missione.» spiegò Nick intento a fare ricerche sul computer e ad appuntare alcune informazioni geologiche e meteorologiche.
A detta sua, Nick aveva dormito malissimo quella notte sull'altro divano letto e quando Nick dormiva male era molto scontroso. Insomma, più del solito.
«Senti, se vuoi ti posso massaggiare le spalle... Per rilassarti.» proposi.
Nick smise di preparare guardare curvo  il computer sul tavolino si voltò con un sopracciglio inarcato, facendomi arrossire.
«Come non detto.» affermai voltandomi per poi darmi della scema.
Forse sono stata fin troppo esplicita?
Gli sarò sembrata perversa? Una che pensa solo a toccarlo?
Molestatrice?
Oh mio Dio!  Perché gliel'ho proposto?
Spero che lo prenda come uno scherzo e...
«Mi servirebbe. Magari smetto di voler insultare chiunque mi parli.» disse Nick prima che mi allontanassi troppo.
Nick si buttò sul divano e chiuse gli occhi.
Mi misi dietro il divano e gli posai le mani sulle spalle.
Nick aveva le spalle larghe e premendo con i pollici e i palmi sui suoi muscoli, notai anche che erano parecchio tesi.
Le mie dita scorrevano sopra la maglietta a maniche lunghe di cotone blu e mi immaginai come sarebbe stato toccare direttamente la sua pelle. Volevo sapere che sensazione c'era a scorrere le mani su di lui e cercare tutti i legamenti dei suoi muscoli ben evidenti sotto pelle.
I suoi capelli scuri mi solleticavano i dorsi delle mani ed gli ero così vicina che avrei voluto infilare le dita tra quei capelli neri. Così scuri e setosi e dall'aria incredibilmente morbida.
«Ary?» chiese lui incerto.
Mi risvegliò dal mio stato di trance e mi fece accorgere che avevo il naso a pochi centimetri dalla sua nuca.
OH. MIO. DIO.
LO STO SNIFFANDO!
Ritirai le mani di scatto.
«Scusa! Cioè mi è sembrato che avessi cambiato shampoo, hai cambiato shampoo? Perché hai veramente un buon odore! Cioè, lo shampoo ha un buon odore, non tu!
Non che tu non ce l'abbia ma... Che shampoo usi? L'hai già detto?» balbettai agitata mentre lui si voltava a guardarmi.
Essere inchiodata da quegli occhi grigio-azzurri mi fece arrossire ancora di più.
Non sapevo se era il mio solito rossore accaldato o questa volta c'entrava anche l'imbarazzo.
«È quello di Eli.» disse.
«Cosa?» chiesi.
«Lo shampoo. Ieri sera ho usato quello di Eli, dato che quello che mi sono portato dietro l'hanno sequestrato all'aeroporto.» disse.
«Oh! Ottimo! Emh, sì, ottima scelta. Spero tu stia meglio perché devo andarmi a preparare per uscire.» dissi in fretta prima di allontanarmi da lui.

Angolo Autrice

Per motivi di lunghezza ho tagliato il capitolo in due parti, ergo, il prossimo capitolo sarà dal POV di Ary, ancora.
Scusate l'assenza ma non è periodo 😭

Comunque sia... Ecco a voi Michela Serafino! Spero che questa ragazza vi piaccia!
Prima impressione? Buona o cattiva?

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