1. Ary: Cosa!

«Ary!»

«Cosa!» esclamai sulla difensiva con la coda di paglia. Mi raddrizzai immediatamente mentre le mie mani sfrigolavano ancora di scintille di fuoco.

«Ricordami perché collaboriamo con i servizi segreti» mi rimproverò lui, la voce più calma, ma controllata appena.

«Perché vogliamo rendere questo mondo migliore, quindi li aiutiamo ad eliminare le minacce da questo pianeta, in segreto» dissi come un robot. Solo quel giorno, l'avevo già ripetuto sei o sette volte. Abbassai lo sguardo fissando la punta dei miei anfibi neri.

«E cosa pensiamo della violenza volontaria?» mi chiese lui con tono duro, obbligandomi a fissarlo negli occhi avvicinandosi a me.

«È assolutamente sbagliata. Utilizziamo le nostre tecniche e gli elementi solo per difesa o in casi estremi» dissi intimidita dal suo sguardo. Non osai nemmeno arretrare.

«Allora mi vuoi spiegare perché quest'uomo ha un ustione di terzo grado per metà faccia?!» scoppiò lui, allargando le braccia e gesticolando con le mani.

«Scusami, Nick... Io» mormorai affranta con un tono infantile.

«Scusa? E adesso che dirò a James?» chiese lui esasperato passandosi entrambe le mani tra i capelli neri, lasciandogli qualche ciuffo scombinato.

«Smettetela voi due. Dobbiamo curare questo uomo» ci rimproverò Tiara abbassandosi e tirando fuori la pomata per le bruciature dalla cintura.

«Ti rendi conto che non basterà, vero?» chiesi alla bruna, senza riuscire a trattenere la mia lingua.

«Sempre meglio di niente, no?» replicò lei con il mio stesso tono.

«È ancora vivo?» chiese Nick chinandosi verso l'uomo, mettendosi di fronte a Tiara.

«Sì, respira» replicò la ragazza guardando di sottecchi Nick e arrossendo leggermente.

E come biasimarla. Nick era un ragazzo tremendamente bello con i suoi capelli neri come la pece, leggermente spettinati sulla fronte e sulla nuca, e un paio di bellissimi occhi del colore del cielo nuvoloso sopra gli oceani infiniti.

Vedere quei due così vicini mi provocò una fitta di gelosia.

Erano anni che io Nick e Tiara formavamo una squadra e in questo periodo di tempo avevo imparato ad apprezzare entrambi, mentre, a quanto pare, loro erano costretti a badare a me come ad una sorella minore fastidiosa.

Tiara era una ragazza con i piedi per terra e non si lasciava intimidire da nulla. Però, allo stesso tempo, aveva un animo dolce e premuroso.

Certe volte la invidiavo anche perché era dotata di una bellezza regale che chiunque avrebbe notato. I suoi occhi di ghiaccio erano affilati e spaventosamente attraenti.

Avevo paura che Nick se ne potesse accorgete. Non avevano mai mostrato di volersi spingere più in là dell'amicizia, quindi, forse, avevo ancora speranza con lui.

Avevo una cotta assurda per Nick Twain da non so quanto tempo, ma non ho mai avuto il coraggio di confessarglielo. Probabilmente nemmeno avrebbe ricambiato.

Ma se continuavo a farlo arrabbiare provocando danni nelle nostre missioni...

Sarebbe stato un po' più difficile. Da una parte, sospettavo che mi vedesse come una sorella minore rompiscatole, dall'altra sapevo di essere carina.

Nick era il ragazzo più testardo, seccante, introverso e saputello che io avessi mai conosciuto. Però, certe volte mostrava quel suo lato altruista e premuroso che mi faceva battere forte il cuore. Non ci potevo far nulla.

Il nostro criminale venne trasportato sul furgone ambulatorio dai dottori della B.L.C. e noi, terminati i soliti controlli generali dell'ambiente, tornammo alla Base 5 per fare rapporto al nostro mentore James Sharp.

James, a differenza degli altri mentori, era molto più giovane, avendo solamente ventiquattro anni, ed era sicuramente il più bello di tutti. Era stata anche la mia prima cotta, anche se tifavo più per mia cugina Sophie che per me. Inoltre era una persona comprensiva. Questo era un fattore importantissimo. Importantissimo per una come me, perlomeno.

Bussammo alla porta del suo studio e aspettammo la sua voce profonda dire "Avanti".

«Ciao, Jase!» esclamai allegra cercando di dissimulare la brutta notizia che stava per arrivare.

Ma James non era solo. Nel suo ampio studio dalle pareti verde prato e i mobili di vero legno di quercia, c'era anche una donna dai capelli castano scuro, lunghi fino alle spalle e grandi occhi del medesimo colore.

Era sua sorella Joanne Sharp e con mia grande sfortuna c'era anche il gruppo a cui faceva da mentore.

Non avevo nulla contro Eloise e Rose, loro erano due Imperium dell'aria dolci e simpatiche, ma il loro leader... Ah, lui non lo sopportavo.

Nathan Cray è in assoluto la persona più insopportabile dell'intero pianeta.

«Ehi, FireLiz» mi salutò con un sorriso sghembo. Per l'appunto. Quel soprannome mi perseguitava da anni e lui non si era ancora stufato di usarlo.

«Rubinetto» replicai guardandolo male.

Era nostra consuetudine comportarci in questo modo. Eravamo nemici. Lui era stato fin dai tempi di Iniziati la mia nemesi. Ci odiavamo ed era un dato di fatto.

«Salve signorina Sharp. Rose. Eloise» salutò Nick educatamente «Cray» si soffermò sul proprietario dell'ultimo nome per poi posare lo sguardo sul nostro mentore mentre Tiara faceva un cenno con la mano a tutti.

«Ciao ragazzi» ci salutò Joanne Sharp con un bel sorriso.

«Va bene, fratellone. Noi andiamo, ci vedremo presto» disse la donna rivolgendosi poi al nostro mentore, facendogli un cenno sbrigativo del mento.

«Ci vediamo, Joy» la salutò James piegando la testa di lato.

«Ah! Quasi dimenticavo.» Joanne fece retromarcia «Verrò a trovarvi a casa vostra tra breve, non vedo l'ora di incontrare la piccola Tess. Sono sicura che si innamorerà subito della sua bella madrina appena verrà al mondo» affermò emozionata.

James sorrise facendo comparire una fossetta sulla guancia sinistra.

«O potrebbe spaventarsi» sibilò divertito il fratello con meschina spavalderia.

«Le tue battute sono vecchie, come te.» disse con noncuranza la donna. Uscì a passo spedito dalla stanza, seguita a ruota dai ragazzi dell'altro gruppo. Ma prima di sparire, Nathan mi afferrò il polso e avvicinò il volto al mio.

«Pare che presto passeremo di nuovo molto tempo insieme, FireLiz» mi sussurrò prima di seguire il suo gruppo. Non ebbi nemmeno il tempo di chiedere a cosa alludesse.

La squadra di Nathan si occupava dei problemi criminali della recente nuova Miami.

Joanne Sharp viveva lì, assieme al suo ragazzo Seth Frost, così come il resto della banda.

Mentre noi ci occupavamo solo e soltanto di San Francisco e California in generale. Ed era un bene per me, poiché vedevo poco quell'antipatico di Cray.

Un tempo la squadra era più ampia. Nathan faceva parte del nostro gruppo ed eravamo tutti gestiti da James. Ma non andavamo d'accordo, non riuscivamo a collaborare proprio perché né Nathan, né Nick volevano farsi da parte. Beh, forse dovrei ammettere che anche io causavo altrettanti problemi, ma era chiaro a tutti, e quindi anche a me, che non avevo la stoffa di una leader.

Comunque sia, ad un certo punto, James aveva detto che non funzionavamo e che era costretto a sciogliere la squadra. In quel periodo, la sorella del nostro mentore, aveva appena superato il grado ed era diventata ufficialmente una competente mentore. Così le venne affidato Nathan e assieme a lui, hanno trovato anche Eloise e Rose.

Le squadre dei Senior, sono solitamente formate da quattro membri ciascuno e ciò comportava che avremmo dovuto trovare un'altro compagno. Il problema era che non vi erano abbastanza Iniziati nostri coetanei o alla nostra altezza, così rimanemmo in tre. Inoltre, era molto più facile muoversi con un gruppo più ristretto.

La nostra sarebbe dovuta essere la squadra d'Élite, ovvero quella migliore tra i Senior della B.L.C., ma con uno come Nathan in giro, era impossibile mantenere il titolo.

«Allora. Sedetevi ragazzi.» disse James allungando la mano sulle quattro sedie davanti alla scrivania.

«Ditemi: Com'è andata la missione? Avete catturato lo spacciatore?» chiese puntando gli occhi verde mare su di noi.

«Definisci "catturare"» tentennai con fare innocente. James capì immediatamente e sospirò.

«Nick, ti prego, dimmi che è ancora vivo» disse James esasperato. Che esagerazione! Non ho mai ucciso nessuno!

«È vivo» confermò il ragazzo seduto accanto a me, guardando ovunque tranne che il nostro giovane mentore.

«Ma?» incitò James.

Nick mi scoccò un' occhiata, ma non rispose. Era carino da parte sua non scaricarmi addosso le mie colpe.

Capendo che Nick non avrebbe risposto, James si rivolse a Tiara e ripeté: «Ma?».

Tiara si morse un labbro per il nervosismo.

«Ma... Ha avuto qualche problema... Tecnico» disse la ragazza nervosamente.

«James. Gli ho bruciato mezza faccia» confessai coraggiosamente per non vedere i miei compagni in difficoltà a causa mia.

«Ti ha attaccata?» chiese James pazientemente. Ma forse solo io sentivo il gelato tono minaccioso.

«No, ma stava scappando!» esclamai sulla difensiva, come sempre. James mi guardò male. 

«Presumo che Nick ti abbia già fatto la ramanzina non sto qui a perdere fiato.» iniziò l'uomo serrando la mascella. Non mi piaceva deludere James, ma certe volte... Ero impulsiva.

Partì una suoneria. James tirò fuori il telefono e attivò la chiamata via ologramma. Un nuovo prototipo di telefono fornito direttamente dalla B.L.C.

Salvata dalla campanella, come il cielo vuole.
Dallo schermo comparve la testa in miniatura di mia cugina Sophie Hunter.

«Ciao, Sof!» esclamai avvicinandomi, veramente felice di vederla. Lei mi avrebbe salvato, lo sentivo. È la mia unica eroina! 

«Ehi, Ary!» esclamò lei.

Mia cugina Sophie Hunter è la donna più bella di questo pianeta. Ed è la persona che più ammiro.

«Sei finita di nuovo nei guai?» chiese con un sorriso di chi la sa lunga.

«Purtroppo... Ti prego! Di a tuo marito di non mettermi in punizione!» le scongiurai facendola ridere.

James e Sophie si erano sposati da meno di un anno. Un po' giovani, forse, ma c'est l'amour! E io ero felicissima per loro!

La donna si voltò e notò anche i miei due amici «Oh! Tiara, Nick! È da un po' che non mi venite a trovare!» disse tutta allegra.

Forse si era dimenticata del vero motivo per la quale aveva chiamato. Meglio così, più lei era presente, meno James sarebbe rimasto arrabbiato.

«Ci piacerebbe ma siamo impegnati con gli studi, Mrs Sharp» replicò Nick educatamente.

«Capisco.» mormorò la giovane donna. «Ma non chiamarmi Mrs Sharp, accidenti! Sophie! Solo Sophie!» proseguì indignata.

«Dai Fi, perché mi hai chiamato? Sono al lavoro.» chiese James seccato attirando la sua attenzione.

«Ah, Jay! Ha chiamato papà per chiederci quando saremmo arrivati per il Ringraziamento»

«Proprio ora me lo devi chiedere?» sbuffò lui.

«E quando se no? Sono una donna incinta, Mr. Sonoimpegnatissimo» sbuffò la donna. Ormai, il fatto che fosse incinta era diventata la sua scusa universale, anche se non c'entrava niente con la situazione.

"È esplosa la cucina perché sono incinta!"
"Il giardino sì e allagato perché sono incinta!" 
"Fuori piove troppo perché sono incinta!"

Erano più o meno queste le sue scuse ogni volta che interrompeva James al lavoro.

«Non lo so Fi... Il giorno prima credo» replicò  James passandosi una mano tra i capelli castano scuro. Un tempo li aveva molto più spettinati e li portava più lunghi, ma nemmeno così stavano male. Ingiustizie.

«Allora prenoto il volo? Non è che fai come l'ultima volta e mi lasci partire da sola?!» chiese con tono minaccioso.

«Non accadrà. Dai che devo andare. Ciao, amore» disse in fretta l'uomo.

Vidi l'ologramma sorridere.

«Ciao. E ciao anche a voi ragazzi»

Replicammo un "ciao" in coro prima che la chiamata di chiudesse.

Sophie era stata l'Imperium più forte di tutti, ma il suo potere era talmente immenso che la stava distruggendo dall'interno. L'unica soluzione è stata cancellarle la memoria, bloccandole così i poteri. In lei scorreva ancora quella forza che ogni tanto sfociava, come quella volta in cui sono andata a trovarla e si era arrabbiata con James, per un motivo che non ricordo, e aveva fatto saltare la corrente a tutta la casa.

Però, il non ricordare impediva ai suoi poteri di manifestarsi completamente. Era come una macchina messa da parte che se non si utilizzava per molto tempo, smetteva di funzionare. Il suo equilibrio era stato distrutto, così la sua sanità mentale era stata salvata.

James era rimasto altrettanto distrutto da questo fatto, costretto a stare lontano da lei per sicurezza, in modo che la sua presenza non scatenasse in lei i poteri appena sopiti.

Ma poi si ritrovarono e ora lui lavorava come un membro effettivo della B.L.C. ed era diventato uno dei pochi mentori rimasti, oltre che il neo dirigente della Base 5.

Gli Iniziati erano diminuiti vertiginosamente, ma ogni tanto c'era qualche nuovo Imperium.

Le procedure di inserimento e di allenamento erano diventante meno rigide e severe, ma comunque impegnative. Tutta l'organizzazione della B.L.C. era stata migliorata sotto la dirigenza del nuovo capo Meng Xu.

James si occupava della collaborazione con gli Servizi Segreti come F.B.I., C.I.A., MI6, MIB eccetera, dato che dopo la sparizione di Susan Blackwood, sembrava che la maggior parte dei Ribelli "perduti" avessero trovato la via della malavita.

Sophie, ignara di tutto ciò, lo credeva insegnate d'arte, nonché coordinatore disciplinale, della Marcey Academy, aka Base 5, per l'appunto.

La Base era diventata veramente una accademia privata per giovani prodigi, mentre i laboratori e le palestre vennero spostate nei nuovissimi sotterranei ultra tecnologici.

Io alla mattina dovevo frequentare gli studi come tutti i giovani della mia età, mantenendo una copertura come tutti i miei amici e il pomeriggio, oltre ad essere mandata in missioni top secret, dovevo studiare per quei maledetti test scolastici e vari esami. Avevo una vita abbastanza piena.

«Bene. Il caso è stato comunque risolto, ora ne stiamo aprendo uno nuovo, per vostra sfortuna.» affermò James con un sorrisetto sul volto.

«Ary, Tiara, mi potete lasciare solo con Nick?» chiese guardandoci.

Non me lo feci ripetere due volte ed eseguii ubbidientemente.

Avevo ragione. Sophie lo addolciva e ora non era più arrabbiato. Meglio approfittarne.

Alla fine scoprii da sola l'allusione di quel Rubinetto. Stupido Imperium dell'acqua perdente.

«Hai sentito del nuovo arrivato dei corsi avanzati?» chiese la ragazza seduta davanti a me voltandosi verso per passarmi il compito.

«No, ieri sono stata un po' occupata.» affermai consegnando il foglio al mio vicino.

«Non capisco, Arianne, hai pure il permesso di vivere nei dormitori e hai una media eccellente, cosa ti impedisce di distrarti e informarti sui fighi della scuola come me? Non puoi studiare sempre» chiese ravviandosi la chioma castana dalla fronte.

Lena Porter, la regina dei gossip. Per qualche strano motivo si credeva mia amica e mi confidava sempre cose che non mi interessavano, inculcando nella mia testa informazioni non necessarie. Ma per gente come me è pericoloso fare amicizia con i Popolani. Quindi mi limitavo semplicemente ad essere cordiale con lei.

«Comunque, è famoso!» disse tirando fuori il telefono e mostrandomi una foto.

Mi cascò la penna di mano e strappai il telefono dalle mani della ragazza, fissando incredula un sorriso allegro di un ragazzo col cilindro.

«Vero che è bellissimo?» sussurro lei divertita dalla mia espressione.

«Signorina Porter, ritorni tra noi.» sibilò la professoressa di economia.

Lena si riprese il telefono e tornò a fissare la professoressa in silenzio, mentre io potevo pensare solo ad un nome.

«Nathan Cray» ringhiai sotto voce.

Così me lo ritrovai nella mia stessa scuola, con grande apprezzamento delle Popolane, circondato da adulatrici che le sbavavano dietro.

Ah, perché tutte queste ragazze che le sbavavano dietro? Forse per i suoi capelli biondi come i raggi di sole mattutini o quegli occhi verde speranza chiari, limpidi e vivi come le piante di un bosco o semplicemente perché nonostante il suo status da Imperium era diventato un prestigiatore di fama nazionale.

Sì, prestigiatore, e aggiungiamoci la giovane età e il carisma. Si ritrovò, così, tutti ai suoi piedi.
Però aveva anche il tempo di affrontare missioni come me. Come lui facesse a stare dietro a tutti questi impegni, non ne avevo l'idea.

Mi disgustava nella sua perfezione perché pareva che solo io notassi che era tutt'altro che perfetto.

Nathan sfruttava il suo essere Imperium per alcuni suoi trucchi di magia, era un bugiardo patentato, imbroglione e falso. Non si capiva mai se facesse sul serio, anzi, non sapevo nemmeno se fosse mai stato serio in vita sua.

Forse ero solo invidiosa, dato che da un momento all'altro, da rivale alla pari era diventato più bravo di me in tutto.

«Ehi, FireLiz!» disse appoggiando una mano sul muro bloccandomi l'avanzata verso la mensa.

«Levati dai piedi Rubinetto» sbottai per nulla sorpresa della sua improvvisa presenza nel mio territorio.

«Ma come siamo ardenti!» scherzò chinandosi verso di me.

Altro fattore importante: era diventato troppo alto.

«Che diavolo ci fai qui?» chiesi indispettita.

«Ci siamo trasferiti. Nessuno te l'ha detto FireLiz? I fratelli Sharp stanno collaborando ad un caso e io e la mia squadra siamo qui per assistere voi» disse con nonchalance.

«Quale caso?» chiesi sorpresa. Poi mi ricomposi in fretta. Lasciavo trasparire troppo facilmente le mie emozioni.

«Ma come?! Nessuno ti ha detto niente FireLiz?» mi schernì di nuovo con crudele divertimento.

Odiavo essere tenuta all'oscuro di tutto.

Normalmente le informazioni venivano passate prima a Nick, in quanto leader e membro più responsabile del gruppo. E solo in un secondo momento ne venivo informata. Normalmente Nick me lo riferiva all'ultimo momento in modo che non potessi far di testa mia in anticipo... ed era capitato spesso che prendessi l'iniziativa senza permesso.

«No! E allora?» sbottai spingendolo via.

«Ehi! Fermati!» mi disse afferrandomi il polso.

«Te lo posso dire io» mi disse allungando l'altra mano sul mio volto, spostando una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio per poi uscirne con... Una rosa rossa? Quella rosa era appena apparsa dal nulla! Lui me la tese sorridendo senza vergogna.

«Solo se esci con me» disse senza tanti giri di parole. Spalancai la bocca.

«Ma ti sei bevuto il cervello?» esclamai accorgendomi solo in un secondo momento dell'allusione al suo elemento.

«No.» disse portandosi entrambe le mani dietro la schiena per poi liberarle entrambe facendo volare una colomba bianca.

Senza parole. Non per la bravura del trucco, ma per la sua sfacciataggine.

«Voglio solo uscire con te» disse di nuovo facendo comparire dal nulla dei coriandoli colorati che mi piovvero addosso.

«Smettila!» dissi infastidita da quella magia da quattro soldi.

«Dove sta l'inganno?» chiesi diffidente.

«Non c'è nessun inganno, FireLiz» disse lui con un leggero sorriso sulle labbra.

«Ma noi due non siamo mai andati d'accordo! Perché vorresti uscire con me?» chiesi sospettosa.

«Perché fai tante storie, FireLiz? Le ragazze farebbero la fila per stare al tuo posto» sbottò il biondo ignorando la mia domanda.

«Allora invita una di loro. Io ne faccio a meno» replicai voltandomi, notando in quel momento Nick con le cuffie alle orecchie e un manga in mano che usciva dall'aula di latino.

Lui era una delle poche persone ancora così antiquariate da leggere qualcosa su cartaceo.
Felice di vederlo, lo raggiunsi ignorando le proteste di Nathan.

Corsi verso di lui e lo affiancai. Gli toccai una spalla e lui si voltò, togliendosi una cuffia, guardandomi dall'alto verso il basso.

«Ary» mi salutò facendo un mezzo sorriso.
Ti amo tantissimo Nick! Sposami! Era quello che volevo dirgli ogni volta che lo vedevo.

«Sapevi che Cray & Co fossero qui?» gli chiesi riprendendomi  dal suo sorriso mozzafiato.

Lui guardò oltre la mia spalla.

«Ora sì» disse guardando il ragazzo biondo che ci aveva ormai raggiunto.

«Sapevo che dovevamo collaborare con loro... Ma che sarebbero stati così invadenti da unirsi a noi a scuola non ne avevo idea» mi disse facendomi sentire sollevata. Ovviamente, ogni volta che usavamo il plurale, ci riferivamo solo al Rubinetto.

«Twain»

«Cray» si salutarono con la loro solita freddezza.

Forse era l'unica cosa che non mi piaceva del loro rapporto. Da non so quando, era diventato Nick l'unico rivale di Nathan e questo mi irritava, come se io non ne fossi all'altezza.

«Allora, FireLiz, accetti?» riprese il biondo senza demordere.

«Accettare cosa?» intervenne Nick alternando lo sguardo tra me e lui.

«Nick, andiamo?» mi affrettai a dire afferrandogli la mano e iniziando a trascinarlo via.

«Lo sai che lui non ti dirà nulla prima del dovuto!» mi gridò dietro Nathan.

«Che vuole?» insisté Nick voltando la testa.

«Vuole che esca con lui per non so quale motivo» mormorai imbarazzata.

«Cosa?» esclamò Nick sorpreso.

Improvvisamente il ragazzo mi tirò a lui, sciogliendo le nostre mani intrecciate e avvolgendomi un braccio attorno alle spalle.

Oh, Santi numi! Mi sta abbracciando!
Beh, quasi!

«Se si avvicina ancora, vieni da me» mi disse.

Vengo volentieri da te, Nick!

Scossi la testa per quei stupidi pensieri.

«Grazie» mormorai ammirando il volto candido del ragazzo.

«Comunque... Non mi dirai di che tipo di collaborazione si tratta, vero?» provai a chiedere.

Nick rise divertito spegnendo la musica dal suo telefono, sempre tenendomi stretta a lui.

«L'ultima volta mi avevi promesso che non avresti fatto niente. Ma quando ti ho rivelato che la notte del 31 dicembre, un paio di contrabbandieri avrebbero venduto delle armi importate illegalmente a dei misteriosi acquirenti, tu hai mandato all'aria il piano che James aveva elaborato e hai attaccato i contrabbandieri. Così ci siamo persi l'opportunità di scoprire chi fossero gli acquirenti. Pensi ancora che ti rivelerò i piani prima?» mi chiese.

«Però abbiamo catturato i contrabbandieri.» protestai con un basso borbottio.

«E se ti chiedessi per favore?» gli chiesi parandomi di fronte a lui e assumendo la mia miglior espressione da innocente cucciola.

Nick strinse le labbra e incrociò le braccia al petto.

«Non attacca con me.» affermò risoluto. Non demorsi e mi avvicinai per appoggiare la mia fronte sul suo petto, per poi tirare le estremità della sua felpa.

«Per favore, per favore, per favore. Sarò bravissima e non cercherò di fare niente senza il tuo consenso, mio unico leader.» lo adulai.

Sapevo che a Nick piaceva essere adulato.
«Ary, ancora uno sgarro e James ti revoca le missioni, lo sai, vero?» mi disse il ragazzo.

Sentivo che stava già cedendo.

«Lo so! Non voglio rimanere in panchina! Per questo non farò niente di niente! Sono solo curiosa! Lo sai quanto sono curiosa!» insistetti ampliando il mio sorriso.

A Nick ne sfuggì uno medesimo. Sospirò. Bingo! È fatta!

«Si tratta di un gruppo di Ribelli. Sono fedeli ancora alla Blackwood, nonostante sia scomparsa. Il problema è che si sono organizzati e si sono mescolati a dei Popolani della malavita molto pericolosi. La C.I.A. sta indagando su di loro, ma non non possiamo permettere che questi Ribelli svelino il nostro segreto. Potrebbero scoprire qualcosa di troppo, dato che per ora sanno solo che siamo un'organizzazione segreta con ideali e strumenti all'avanguardia. Non sanno che abbiamo i super poteri e noi non vogliamo che lo sappiano.» spiegò.

«Si erano stanziati a Miami dopo il disastro ed erano sotto la supervisione di Cray e gli altri, ma, a quanto pare, si sono spostati a San Francisco e non sappiamo il perché.» mi disse prendendo a camminare e a giocare con le pagine del manga che aveva in mano.

«Incompetente, se l'è lasciato sfuggire.» dissi.

«Non dire così. Sembra che siano molto forti questi Ribelli, diversi da quelli che abbiamo affrontato fino ad ora.» mi disse.

«Non saranno mai come la Blackwood, lo Scorpione o lo Yeti, no?» dissi allegramente, felice che Nick si fosse fidato abbastanza di me da raccontarmi tutto.

Eravamo giunti davanti alla porta di matematica avanzata.

«Non fare ricerche per conto tuo, intesi? Siamo una squadra.» mi disse sulla soglia della porta.
«Tranquillo, Nick. Te l'ho promesso.» affermai.

Nick mi fissò con i suoi occhi grigio-azzurri, prima di sospirare e tornare in classe.

La mia pancia brontolò.

«Uh, io volevo andare in mensa.» dissi a me stessa. Feci dietrofront e mi diressi nella verso la Sala Grande.

«Cercherò le informazioni necessarie più tardi».

Angolo Autrice

Ehi Imperium! Vi sono mancata tanto, vero? Cosa ne pensate di questo "futuro"? Perché ve lo chiedo? A me piace e non lo cambierei per nulla al mondo 😂. Mi sento la Clare ad ambientare sei anni dopo la propria trilogia principale e mettere come protagonista una ragazza bionda 😂 (Tutti i riferimenti ad Emma Carstairs sono casuali). Ora che ci penso Arianne assomiglia molto ad Emma fisicamente... Ma vi giuro che quando è nata Ary in Elements non avevo nemmeno letto "Città del fuoco celeste" quindi non pensate sia la sua copia!

Qui sotto ho messo alcuni presta volto dei nuovi "protagonisti" di Elements. NON me li immagino esattamente così però... Mah, chi lo sa?

Annasophia Robb prestavolto di Ary? Mmm non mi convince...

Alexander Watson per Nathan Cray?

Per Tiara Addison ho pensato alla bella Crystal Reed


Gaspard Ulliel per Nick Twain?

Mmm, che altro vi volevo dire? Ah! Buon anno nuovo! Lo scorso anno avevo concluso l'anno con un capitolo di Elements in cui ci sono stati addii significativi... Ma iniziamo il 2018 con il botto! (Viva Ary!)

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