Capitolo Sorpresa: James
Angolo autrice
Volevo farvi un piccolo regalo, e mettere più suspance nell'attesa di scoprire che fine ha fatto James.
Forse vi dovrei dire di che parlerà questo capitolo. Avete appena scoperto che il nostro Jase è innamorato di Sof, qui vi propongo il primo bacio (quello scritto. Non quello misterioso che ho solo nominato) dal suo punto di vista. In più scoprirete piccoli dettagli sul rapporto tra James e Nox. Godetevi questo capitolo.
P.s. Sopra il bacio post dichiarazione... Qualcuno di voi me l'aveva chiesto. Spero che vi piaccia.
«Sul serio Jase, non scherza. La Blackwood fa sul serio...»
«Ne sei sicuro?» chiesi preoccupato passandomi una mano tra i capelli, un gesto che mi aiutava a chiarire meglio le idee «Ma...» provai a contestare «La cosa migliore è raggiungere Phoenix il prima possibile» mi interruppe Nox «Hai ragione, prima di tutto vado da lui...» affermai sconsolato «Inoltre ho saputo che Ellen sta tornando a Las Vegas, l'altro giorno ho visto che l'Ignis che stavo seguendo le consegnava qualcosa. Potrebbe essere il Flash.» annunciò lui cambiando argomento. Era da tempo che pensavo di recuperare il Flash, avrebbe facilitato di molto il nostro viaggio. «Dici? Credi che lo tenga lei? Allora andrò...» improvvisamente il telefono mi venne strappato via dall'orecchio «Pronto? Con chi parlo?» chiese Sophie con il mio telefono all'orecchio, indietreggiando, fissandomi divertita. Come diavolo aveva fatto a soprendere ME?! Non l'avevo nemmeno sentita arrivare! La fissai stupito e veramente offeso. «Oh! Nox!» esclamò con un bellissimo sorriso riconoscendo la voce «Mmm, se ti sto parlando, direi di sì» continuò, senza perdermi di vista. Ma non mi mossi per recuperarlo nonostante fossi arrabbiato, perché era piacevole vederla così divertita.«Scherzi? È da secoli che non tengo un telefono in mano! E questo brutto bastardo ne aveva avuto uno tutto il tempo! Dopo che ha buttato in mezzo alla neve il mio!» esclamò all'improvviso. Essendo stato interpellato in modo negativo non potei far altro che difendermi «Ehi! Guarda che non è perduto. Dovevo lasciare un messaggio a mia sorella» protestai «Sta di fatto che non se lo merita. Sono rimasta indietro con le mie letture per colpa sua. Ora gli sequestro il telefono e mi godo almeno i libri in pdf» Trattenni un sorriso a quella dichiarazione. Anche a me mancava la lettura, non avevo mai avuto molto tempo per leggere, ma quando capitava mi lasciavo prendere troppo facilmente, come con lei, era raro che dedicassi la mia attenzione a qualcuno più del tempo necessario, ma da lei, mi lasciavo prendere troppo facilmente «No, mi dispiace. Ci risentiamo presto» concluse attaccando. Mi guardò con un sorriso soddisfatto che volevo far sparire immediatamente.
«Credi davvero che non riuscirò a riprendermelo?» le chiesi divertito.
Era raro, anche, che incontrassi qualcuno capace di stupirmi o imbarazzarmi, e Sophie è sempre stata una delle poche persone che ci riuscivano, infatti, inaspettatamente, lei si infilò velocemente il mio IPhone in mezzo ai seni «Dimmi che non hai messo il mio telefono tra i tuoi s...» arrossii imbarazzato. Non era la prima volta che pensavo a lei in quel modo, a quant'era diventata bella dall'ultima volta che l'avevo vista, alla delicatezza del suo profilo, a quanto era attraente senza nemmeno che lei stessa lo sapesse, ma era anche ingiusto provocarmi così «Sì, l'ho fatto!» mi sfidò, ricoprendo in due falcate lo spazio tra di noi. Mi guardò con quelle due pietre preziose che aveva al posto degli occhi, da sotto in su, con arroganza, sfidandomi nell'impresa di recuperare ciò che mi apparteneva. Non mi sarei lasciato intimidire da lei così, non poteva battermi nel mio gioco, ero io che avevo sempre in mano la situazione e sapevo come riconquistare la posizione di potere «Mi stai dando il tuo permesso?» chiesi sorridendole con quel sorriso che le faceva aggrottare la fronte in modo carino, come se non vedesse l'ora di darmi un pugno in faccia o baciarmi. Avrei preferito la seconda. Posai la mano sul suo volto e accarezzai la guancia delicatamente, sentendo sotto i polpastrelli la sua candida pelle. L'effetto fu immediato, dal suo volto scomparve l'audacia, sostituita da stupore e confusione, ma non era l'unica a subire gli effetti di quel tocco. Mi avvicinai a lei, facendomi invadere dal suo dolce profumo di rosmarino e vaniglia, un profumo familiare che non era cambiato e che avevo sempre adorato «Se proprio insisti...» sussurrai con voce roca mentre lasciavo scivolare il dorso della mia mano lungo il suo invitante collo, facendola irrigidire ancora di più. Spostai delicatamente i suoi lunghi capelli corvini dietro l'orecchio «...ti accontento» conclusi raggiungendo la pelle scoperta tra la clavicola e il bordo della canottiera, accarezzandola lentamente per poter sentire sotto le dita il sangue che gliela colorava. Sì allontanò da me facendo un passo indietro, rossa ed imbarazzata «Non... Non era un per... Permesso. Se... Se mi tocchi inizio a gridare e ti accuserò di stupro» balbettó dolcemente facendomi scoppiare a ridere «Vedi per caso qualcuno nei paraggi?» la osservai guardarsi intorno, alla ricerca di nessuno, per poi tornare a posare i suoi occhi su di me. Mi piaceva quando mi guardava così. In realtà mi piaceva che mi guardasse e basta. «Smettila di fissarmi!» proruppe «Mi dispiace, non riesco a smettere di guardarti, è più forte di me» mi lasciai sfuggire. Era vero, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei, come avesse fatto Aiden a lasciare una ragazza così, per me sarà sempre un mistero. Feci un passo verso di lei, ne ero attratto come una calamita del polo opposto «Ti avverto James se ti avvicini ancora...» iniziò lei senza convinzione, ma quando le afferrai la mano che teneva alzata come segno di stop, percepii tutto il sangue che pompava il suo cuore, facendolo battere tantissimo, come il mio. La cosa mi fece sorridere come un idiota, mi piaceva l'idea di essere colui che provocava in lei tali reazioni.
«Posso baciarti?» mi lasciai sfuggire, senza poter trattenere quelle parole «Cosa?» chiese lei sgranando gli occhi. Ormai il danno era fatto, così ripetei «Posso baciarti?» il suo volto divenne dello stesso colore delle foglie d'autunno «non puoi chiedere a una persona se la puoi baciare, James!» sbottò scandalizzata e confusa, un espressione veramente carina. Quell'affermazione era come un invito così risposi «hai ragione» sorrisi ancora di più « si fa e basta.» la attirai verso di me, con le mani sulle sue braccia, mi chinai chiudendo gli occhi e appoggiai le mie labbra sulle sue, rosse, morbide e assolutamente invitanti, dopo cinque anni dall'ultima volta. Mi fu subito chiaro che avevo commesso un grave errore, avevo solo alimentato quello che provavo per lei, perché era come drogarsi. Desideravo con tutto me stesso poterla assaggiare, ma avevo paura di esagerare, ero già andato troppo oltre, non mi aveva ancora respinto solo per lo stupore, ma prima che lo facesse, mi allontanai da lei, a fatica, contro ogni fibra del mio corpo. Mi avrebbero dovuto dare un premio per questa mia forza di volontà, insieme a quello della personalità magnetica, quello dell' arguzia, quello della meravigliosità e tutti gli altri. Lei era ancora scioccata che mi fissava con occhi spalancati e tristi, forse quest'ultimo me l'ero immaginato.
«È il mio cappello quello che porti?» chiesi per sdrammatizzare la situazione , accorgendomi che portava il mio capellino verde, che le stava a meraviglia perché risaltava i suoi occhi, e convincere me stesso che non era stato niente, che non desideravo farlo ancora. Lei non replicò «Beh? Hai fame?» continuai senza saper cosa fare per svegliarla da quello stato. Non le potevo permettere di farmi sentire in colpa per averla baciata, così iniziai a smontare la sua tenda, perché avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a distrarmi da lei. Improvvisamente si mise a tastarsi il petto, alla ricerca di qualcosa "Tranquilla, non sei piatta, anzi..." avrei voluto dirle per prenderla in giro, ma non mi sembrava opportuno. Poi capii che pensava che l'avessi baciata per distrarla, in modo da poter recuperare il telefono indisturbato. Mi credeva davvero così subdolo? Non ferirei mai i suoi sentimenti così quell'idea mi ferì più di quanto avessi voluto. Quando constatò che c'era, finalmente parlò «Tu mi hai baciato» disse per esserne certa «Sì, l'ho fatto. E non chiedermi il perché. Non c'è un motivo. Mi andava e basta.» risposi, sperando che non facesse più domande, mentre salivo in macchina. Mi raggiunse. Aspettai che si fosse messa comoda nel sedile accanto a quello del guidatore per poter dire enigmatico «E poi non è stata mica la prima volta.» le feci l'occhiolino lasciandola di nuovo allibita.
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