capitolo 56: Sof
Angolo autrice
Prima di leggere questo capitolo vi informo che è il penultimo, dopo di questo ci saranno l'ultimo e l'epilogo. Oh, e... Tenetevi forte, se avete pensato che gli ultimi due erano il meglio, o il peggio dipende dai punti di vista, allora non mi conoscete abbastanza bene, credo di essere ancora capace di stupirvi, anche giunti alla fine, magari anche piangere ;) Ricordatevi che vi adoro.
Ah ragazzi/e! Non sono più prima T.T ! Ma è stato bello finché è durato haha forse ricapiterà... Chi lo sa U.U. Forse vi state chiedendo di perché questo lunghissimo angolo autrice a inizio capitolo... Leggete e capirete ;)
Jo fece un gesto violento con il braccio, evocando una potente corrente d'aria che spazzò via l'Ignis che intralciava il nostro cammino. «Che diavolo state facendo? Salite subito sull'elicottero!» ci gridò Seth distraendosi, facendosi quasi travolgere da un Ignis grande e grosso come un armadio «Sophie!» sentii mio nonno chiamarmi. Ma non li sentivo. Io vedevo solo il corpo di mia madre, lì, distesa senza vita, ed ero decisa a non lasciarla alla mercé di quella donna. Volevo mia madre indietro, volevo darle una sepoltura nonostante le sue bugie. Perché io amavo mia madre e non sarei mai riuscita ad odiarla per quello che il suo amore incondizionato per me aveva portato, sapevo che mi aveva mentito per amore. Il ricordo della madre migliore del mondo non sarebbe stato rovinato così «Avrò bisogno di concentrazione per farla levitare Sof... Credi che...» iniziò la mia amica «Sì, credo di riuscire a tenerli a bada per un po'» risposi decisa guadando quelle persone odiose, avrei sfogato la mia rabbia e frustrazione contro di loro, come avevo fatto prima. Senza pensare, lasciai che fosse il mio corpo a guidarmi. A quanto pare aveva una memoria più lunga della mia, perché era capace di tecniche di combattimento che il mio cervello nemmeno conosceva. Guidata dall'istinto e dalla mia furia combattiva evocai il vento che mandavano gambe all'aria gli uomini di quella mostruosa donna, quelli che arrivavano troppo vicino li buttavo a terra a suon di calci e prese mortali di cui non conoscevo nemmeno il nome. In un batter d'occhio quelli intorno a noi erano tutti a terra «Wow» commentò Jo con le mani tese verso l'obbiettivo ma lo sguardo stupito su di me «Mia madre Jo» le ricordai, sentii un movimento accanto a me, mi voltai e sorpresi un ragazzo poco più grande di me che si stava rialzando a fatica, ma con tutta l'intenzione di attaccarmi alle spalle. Lo guardai truce facendolo alzare di scatto e scappare via a gambe levate, inciampando ripetutamente. Lo vidi allontanarsi tra i suoi compagni e fermato da Lei. «Di qui non si scappa» cantilenò quella donna, tenendo lo sguardo fisso su di me. Evocò una palla di fuoco e lo premette sulla faccia del suo Ribelle, che aveva le gambe bloccate dalla terra. Il ragazzo urlò dal dolore, anche se i suoi urli erano ovattati dalla mano di lei. Quelle urla strazianti continuarono per parecchio, entrandomi nelle ossa. Guardavo la crudeltà di quella donna con orrore mentre lei mi fissava con quel sorriso compiaciuto, senza che le urla del ragazzo la scalfissero. Mollò la presa e una creatura dal volto rosso crollò a terra senza vita. Mi venne da vomitare. «È questo che succede ai codardi» mimò la donna con quelle labbra sottili colorate dello stesso rosso che le sporcavano le mani. «Andiamo Sof! Si riprenderanno presto!» mi gridò Jo risvegliandomi dallo stato di shock. Vidi che teneva sospeso il corpo di mia madre davanti a sé, con le tempie ricoperte di sudore. «Sì» mormorai proprio mentre i Ribelli che avevo abbattuto iniziavano a riprendersi. Pronti all'attacco. Corremmo verso l'elicottero, dove erano ammassati tutti quanti, i ragazzi stavano perdendo colpi e faticavano a trattenere gli Ignis. Sulla trentina sopravvissuta al mio inferno, ne avevamo abbattuti meno di una decina e i rimanenti combattevano con foga rinnovata dopo lo show mostrato dalla loro padrona. Jo salì sull'elicottero con il corpo di mia madre, io la seguii a ruota. Seth buttò a terra i suoi avversari e prima che si riprendessero salì anche lui «Stai pronto nonno!» lo avvertii. Incredibilmente lui mi sorrise, facendomi arrabbiare. Ma non era il momento, mancavano ancora Aiden e James che mano a mano indietreggiavano sempre di più «Muoviti Aiden! Non li tratterrò per molto!» gridò James. Aiden tramortii i suoi avversari e saltò su anche lui. Nonno Chris iniziò a decollare «Dai Jay! Sbrigati!» James evocò un enorme montagna di ghiaccio direttamente dal terreno, comprendoci la visuale dei Ribelli. Ma quelli non demordevano si sentivano i tonfi e i colpi di fuoco contro quella muraglia fredda «Andate! Sbrigatevi!» non ci pensare nemmeno. Capii che voleva trattenerli per lasciarci fuggire, non gliel'avrei permesso. Mi buttai dall'elicottero e corsi da lui «Muoviti James! Non ti azzardare a mollarmi!» ringhiai mettendomi al suo fianco «Fi, se io mollo la presa sulla montagna loro riuscirebbero a colpirci mentre siamo in volo!» gridò con il sudore che gli colava sulle ferite della guancia. «Non me ne frega niente! Ce la faremo!» insistei cocciuta.
Le pale dell'elicottero giravano veloci, un rumore assordante, con il contributo dei colpi dei Ribelli, era il caos totale e James stava decisamente scatenando il caos anche dentro di me «Vai Fi! Io li trattengo» mi gridò James risoluto «No, Jay io non ti lascio!» risposi, non ce l'avrebbe fatta, lo sapevo, se lasciava la sua posizione, quelli avrebbero attaccato, e il nostro ultimo mezzo di salvezza sarebbe andato «Vai!» gridò ancora. Scossi la testa mentre le lacrime mi scorrevano lungo le guancie. Lui si voltò di scatto, mi prese il volto tra le mani e mi baciò con tanto sentimento da farmi dimenticare dove ci trovavamo, c'eravamo solo noi. Quando si staccò mi guardó intensamente con quegli occhi verde mare infiniti, velati di tristezza e amore «Ti amo, Sophie Hunter, e questa è l'unica cosa che non cambierà mai» il suo sguardo si posò oltre me, non ebbi il tempo di voltarmi per capire cosa stesse guardando che venni trascinata via a forza da due forti braccia «Dobbiamo andare Sof» sentii dire Aiden, ma non lo ascoltai, mi dibattevo e continuavo a chiamare James. «JAY!» strillai dando i pugni sulla schiena di Aiden «Mollami! Non lo lascio! No!» gridai «James!» la mia voce era così acuta e disperata. Il muro di ghiaccio da lui creato crollò, mentre salivo sull'elicottero che decollò immediatamente verso il cielo. Vidi la sua figura allontanarsi, rimpicciorlirsi che continuava a combattere, a trattenere quelle marionette che tentavano di colpirci. E fu come vederlo al rallentatore, lui alzò lo sguardo un ultima volta, incrociò il mio sguardo e sorrise, un sorriso pieno di scuse che svanì subito, perché Lei lo aveva raggiunto con una velocità sonica e l'aveva trapassato con una lunga lama di ghiaccio in mano. All'altezza dello stomaco di James si stava già formando una chiazza rossa. Cadde in ginocchio, crollò a terra e non si mosse più. L'urlo mi morì in gola mentre un lontano "NO" risuonava dietro di me. Una folata di vento evocata da Jo decapitó gli Ignis più vicini. Prima di abbandonarlo lì, lei mi guardò e la sentii dire «Questo è il primo passo per diventare me». Quasi fui felice quando l'oscurità m'inghiottì.
«Uno, due, tre...» sussurrò lei «Sei così amata, tesoro» mi sorrise «Quanta sofferenza riesci a sopportare?» chiese innocentenente «Ricordi lui?» al suo fianco comparve James con lo sguardo vacuo. Volevo raggiungerlo ma qualcosa mi tratteneva «Lui è il tuo occhio del ciclone. Non è così?» chiese ancora «Cosa succederebbe se nel punto più calmo del tornado, ci fosse altro caos?» sorrise. Una lama comparve nella sua mano e la conficcò nel cuore di James che emise un urlo straziante.
«Shhh, buona, buona» mi inniettarono qualcosa nel braccio e mi calmai all'istante. Poi aprii gli occhi e incontrai quelli verdi di nonno Chris. «Puoi andare» disse ad un uomo in camice bianco «Dove mi trovo?» chiesi con voce roca «Nell'infermeria della Base1» rispose lui sorridendomi. Mi sentivo vuota. Non riuscivo a provare alcuna emozione per quell'uomo. «Joanne e gli altri aspettano da tanto il tuo risveglio...» «Voglio stare da sola» replicai impassibile, con una voce che non sembrava più la mia, mancava di quel brio che rendeva quella voce me. «Come vuoi. Li avverto della tua decisione» rispose alzandosi dalla sedia accanto al letto. Prima di uscire l'uomo disse «Avrai un grande futuro Sophie. Usa questo dolore a tuo favore» disse. Qualcosa scattò in me a quelle parole «Mi disgusti» mormorai velenosa senza guardarlo. Il nonno non venne turbato dalle mie parole «Sono comunque fiero di te. Non mi importa quello che pensi di me. Il funerale di tua madre sarà fra quattro giorni» poi uscì chiudendo la porta a chiave. E io feci lo stesso con il mio cuore. Perché se continuavo ad amare... Susan Blackwood mi avrebbe tolto le persone che amavo uno alla volta, violentemente e lentamente, davanti ai miei occhi, per essere sicura che io soffra il più possibile. Strinsi le lenzuola bianche che mi coprivano, chiusi gli occhi e mormorai nella silenziosa infermeria «Mi vendicherò Blackwood, quando ci rivedremo sarò più forte e spietata, ti farò pentire di avermi fatto questo. Per mamma. Per James.».
Ri angolo autrice
Bene. Credo che mi manderete tutti in quel paese volgare nel fondoschiena giusto? Sono felice di non avervi dato il mio indirizzo e... Accidenti ci sono ancora due capitoli! E... Fatto il misfatto. Questa volta me le merito le minacce di morte...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top