Capitolo 54: Sof
Sentii uno strano sentimento nascere nel mio cuore. Delusione. Ero stufa di sentirmi sempre così, ma perché?! Avevo per caso scritto sulla fronte "Mentitemi"?! Inconsapevolmente avevo iniziato a piangere e a scuotere la testa in segno di negazione. Non volevo che anche mia madre fosse una dei tanti che avevano tradito la mia fiducia. Non lei! «Ascoltami, figlia mia. Ascoltami e basta.» disse lei risoluta afferrandomi per le braccia «Perché?!» chiesi solamente con un filo di voce «Oh, amore...» mi accarezzò il volto «So di non avere scusanti... Ma credimi se ti dico che l'ho fatto per il tuo bene» «NO!» gridai scattando in piedi. La terra tremò tutta ma io non ci feci caso, mentre sul volto di Susan Blackwood compariva un sorriso compiaciuto «La dovete smettere! Tutti la dovete smettere di prendere decisioni per me! Non potete decidere cosa è meglio per me!» urlai furibonda facendo alzare il vento «Calmati Sofficina» disse mia madre protendendo le mani «No che non mi calmo! Tu, nonno Chris, Jo, Aiden! Tutti voi! Credete di poter decidere al posto mio! Credete di sapere tutto quel che mi riguarda meglio di me! Ma vi sbagliate!» indietreggiai portandomi entrambe le mani al petto per proteggere il mio cuore ferito, senza smettere di scuotere la testa «Perché... Perché non mi dite mai la verità fin dal principio?! Perché non vi fidate di me?!» gridai «Sophie Chrystal Hunter!» esclamò severa mia madre. Alzai lo sguardo e vidi nei suoi occhi, identici ai miei, una stana espressione determinata che non le avevo mai visto «Ho bisogno che mi ascolti. Alla fine del racconto potrai fare tutto quello che vorrai, ma ti prego, dammi retta» mi supplicò «Voglio solo vivere la mia vita, mamma. Voglio solo la verità, per una volta» piagnucolai «E l'avrai piccola mia. Te lo prometto» mi disse gentilmente allungando una mano. Non l'afferrai, ma decisi di ascoltarla. «Sono cresciuta con mia madre al Rifugio, prendendo lezioni private. All'età di cinque anni fui mandata alle porte del Centro dove mio padre mi riconobbe come sua figlia attraverso il test del DNA. Entrambi i miei genitori volevano fare di me una Imperium, ma io non volevo, non lo volevo con tutto il mio cuore. Odiavo questa gente e odiavo essere come loro. Dopo anni di allenamento, giunta al momento dell'Operazione, mi ribellai a mio padre. Giungemmo ad un accordo. Il più grande errore della mia vita. Ero giovane e desiderosa di libertà, troppo egoista pensare al mio futuro figlio. Non ci pensai due volte a cedereti a loro. Ora crederai che tu non sia veramente un incidente di percorso, che io abbia fatto apposta a rimanere incinta con un uomo molto impegnato. La posizione di tuo padre era favorevole, un marines che non stava mai a casa. Ma io amo veramente tuo padre, non l'ho usato, credimi. Quando ero incinta di te, ero pronta ad odiarti, pronta ad abbandonarti da mio padre per poi raccontare a Silas che avevo perso il bambino e condurre la vita libera che avevo sempre desiderato. Ma la prima volta che ti tenni tra le mie braccia... Eri così bella, così bella...» il suo racconto si interruppe per un singhiozzo tra le lacrime «non sono riuscita a lasciarti... Sei cresciuta con la consapevolezza di essere importante e che avresti ereditato la B.L.C., ne andavi orgogliosa ma lo vedevo che non eri felice. Volevo che fossi felice. Tentai molte volte il Flash, anche se così facendo avrei distrutto la promessa fatta a mio padre, sarei finita nei guai e avrei mandato a monte tutti i tuoi allenamenti, ma non funzionava, non funzionava con te. Alcuni giorni dopo il fallimento della tua Operazione funzionò. Sapevo che non mi avrebbero più permesso di rimanere con te se fossi stata consapevole, così finsi di aver subito anche io gli stessi effetti del Flash. Con mia grande gioia ci lasciarono iniziare una nuova vita senza di loro... Ma mi illudevo... Perché i tuoi poteri si sarebbero risvegliati... E i miei genitori lo sapevano» disse tristemente «Nonostante i miei tentativi di darti una vita felice, spensierata e normale non sono riuscita a strapparti a tutto ciò. Stai sopportando un peso che avrei dovuto sostenere io. È tutta colpa mia. Porti un potere enorme che ti permette di distruggere o salvare il mondo... Ma in entrambi i casi...» «Ora basta» ci interruppe Susan Blackwood alzandosi dal suo trono «Hai detto quello che dovevi dire Tess» mia madre guardò truce la sua, uno sguardo focoso e combattivo che non le avevo mai visto «Vedi dolce Sophie. Come ti ha spiegato tua madre, sulle tue spalle grava una grande scelta. Unirti a me e portare distruzione insieme, così facendo potrai ottenere la libertà desiderata o restare con quelle creature della B.L.C., falsi e manipolatori che ti chiuderanno in una stanza di menzogne che dovrai gestire da sola.» disse la donna pratica «So che ora sceglieresti la B.L.C., non sei ancora pronta nonostante le tue grandi potenzialità, ti ho tenuto d'occhio, ricordi il nostro breve scontro a Vancouver? Mi avevi scambiata per tua madre. Lo leggevo nei tuoi occhi.» continuò «Ma voglio aiutarti. La dose di Element che hai assorbito durante la tua Operazione equivale ad un Element allo stato puro. Chiunque sarebbe morto. Ma tu no, sei riuscita a soppraffarlo, per questo sei degna di stare al mio fianco. Per attivare totalmente il tuo potere devi lasciarti controllare dal suo potere. Solo allora capirai come mi sento. Solo allora sarai come me. Solo allora prenderai la scelta giusta.» «Io non sarò mai come te. Scordatelo. Non sarò come nessuno. Io sono come voglio essere, cioè io!» gridai «Non per molto» sussurrò mia nonna minacciosa. Mi sfrecciò accanto così velocemente che non la vidi ma sentii solo la folata di vento che mi sbatté i miei capelli in faccia. Mi voltai e la vidi che teneva mia madre per il collo con una mano. Quest'ultima le afferrava il polso mentre rischiava di soffocare «Che stai facendo?! Lasciala!!» gridai «Hai bisogno di essere sconvolta. Questo ti rende più forte» spiegò lei «NO! Lasciala! È tua figlia!» la Blackwood piegò la testa di lato come se stesse riflettendo «Sì, una figlia deludente» disse. E le spezzò il collo. Lasciò la presa e mia madre scivolò a terra come una bambola di pezza.
Uno strillo acuto fece alzare in volo tutti gli uccelli colorati, poi mi accorsi della mia bocca aperta e che quel strillo apparteneva a me. Non potevo credere ai miei occhi, doveva essere tutto un brutto sogno, niente era reale... No, no, no, no, no. Crollai a terra distrutta, non poteva essere... «Cosa senti, tesoro? Dolore? Rabbia? Liberalo» ordinò Susan. Il mio potere? Aveva ucciso mia madre per il mio potere? Le faccio vedere io qual'è il mio potere. Un violento tornado s'innalzò con me al centro, e non era tutto, la terra prese a tremare, gli alberi prosciugati dalla loro acqua venivano sradicari e fuoco, tanto fuoco. I tirapiedi erano in difficoltà non sapevano come difendersi ma lei no. Lei era in piedi, davanti a me con un sorriso compiaciuto che mi faceva infuriare ancora di più. Avrei scatenato contro di lei la mia ira, anche a costo di distruggere il pianeta. Gridai di rabbia, facendo aumentare la rotazione del tornado. Tutti gli Ignis vennero spazzati via, tranne quelli che erano nell'occhio del ciclone con me, ma anche loro avevano problemi ad affrontare i miei altri ostacoli. Intorno a me c'era un ciclone di fuoco più piccolo che fungeva da scudo, mi teneva lontano tutti gli altri «Fi fermati!» sentii una voce lontana e familiare. Ma non riuscivo più a fermarmi... Volevo distruggere tutto. «Fi! Ti prego!» il mio stesso potere aveva iniziato a ferire anche me provocandomi piccoli tagli e bruciature per tutto il corpo, ma quel dolore era nulla a confronto di quello che provavo dentro. «Sophie!» qualcuno mi afferrò per le spalle, com'è riuscito a raggiungermi? Lo guardai attraverso le lacrime, dandomi la sua immagine offuscata. Cosa voleva? Creai un'onda d'aria che lo staccò da me. Nessuno mi avrebbe fermata. «Fi! Devi fermarti!» pregò lui. No, che non devo. Io non devo... Lo sentii sulle mie labbra. Il suo calore. La sua sicurezza. Il suo amore. James... Mi stava baciando delicatamente. In quel momento arrivò il flashback, era una situazione simile, i miei poteri erano incontrollati e stavo distruggendo la Base1. Cinque anni fa era stato lui a fermarmi, era stato lui a salvare tutti da me, era stato lui a liberarmi da me stessa, così, con un semplice bacio che prometteva ciò che mi serviva. E ora stava facendo lo stesso. Quando si staccò la tempesta che avevo creato era già scemata, lasciandomi debole e sofferente tra le sue braccia. Lui mi asciugò le lacrime con i pollici, tenendo le mani sul mio volto «Ehi» mi sorrise. Il suo volto era pieno di fuliggine e graffi. Sono stata io? «Come hai fatto a liberarti?» chiesi con voce roca dalle urla e leggermente intontita «I tuoi terremoti» spiegò senza smettere di accarezzarmi la guancia. Mi guardava dolcemente con quei suoi occhi infiniti, mi dava la sicurezza che non avevo, raccoglieva ogni pezzo di vetro del mio mondo fragilmente di cristallo «È bello vederti in te. Ti prego, non spaventarmi più così» sussurrò piano e preoccupato, le sue mani erano macchiate del mio sangue, fuoriuscite dalle mie autolesioni. «Non ce la faccio più Jay» piagnucolai «Non voglio più soffrire... Mia madre... » ripresi a piangere, con il volto nascosto nel suo collo mentre lui avvolgeva le sue forti braccia intorno a me per proteggermi da tutto e tutti.
«Oh, siete così carini che quasi mi dispiace dovervi interrompere» la sentii dire. «Quasi» poi rise come una pazza. Mi irrigidii ma James mi strinse ancora di più a lui, rassicurandomi. «Non l'hai ancora fatta soffrire abbastanza?» ringhiò James «Fammi pensare... No» osservai i danni che avevo causato da sopra la spalla di James. Avevo provocato un danno di almeno cinquecento metri quadrati, gli alberi non c'erano più, solo qualche tronco bruciato abbandonato nella radura di terra smossa, il verde era sparito, alcuni cadaveri di animali e Ribelli erano disseminati ovunque, quelli rimasti, sempre in troppi, ci circondavano minacciosamente con le mani infiammate. «Ho già detto che dovevi essere punito, piccolo Geminus?» chiese con voce odiosamente infantile.
Il rumore della salvezza erano quelle provocate dalle pale dell'elicottero che si stava avvicinando. «Posso unirmi a voi?» sentii esclamare la mia migliore amica. Per la prima volta in vita tua sei arrivata in orario Jo.
Angolo autrice
Bene avete scoperto quand'è stato il primo bacio! E Susan ha ucciso a sangue freddo sua figlia davanti alla nipote... E Sophie sta sopportando decisamente troppo in così poco tempo... Comunque Jo è arrivata! È positivo no? Beh... Positivo fin lì, ora anche lei è in pericolo. Ragazzi mi scuso per lo sclero dell'ultimo capitolo ma era tardi e ne avevo bisogno hahah grazie per il sostegno! Ah, per i lettori maschi, mi scuso se vi scambio per femmine, ma ho la fissa che tutti siate lettrici, non so penso che la mia storia non possa piacere ai maschi ed è una cosa veramente da razzisti verso il sesso Y, forse sono troppo femminista... Ma grazie di esserci! È bello sapere che esistano lettori.
Inoltre vi ricordo che se non rispondo ai commenti, è dovuto alla deficenza di Wattpad ;) al prossimo capitolo che è dal punto di vista di Jo.
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