Capitolo 35: Sof

Angolo autrice

Attenzione! In questo capitolo è obbligatorio commentare! (scherzo, fate quello che vi pare ;))

«Ho fame. So che qui in giro c'è un buon fast food» annunciò James «Prima fatti cambiare le bende. Hai di nuovo iniziato a sanguinare» dissi seria. «Ammettilo. Vuoi solo vedermi senza maglietta» alzai gli occhi al cielo e poi sbuffai, facendolo ridere. James si stava comportando come se le ultime due ore non fossero mai accadute, come se non avesse appena perso il suo obbiettivo di una vita e non avesse provato a baciarmi, ricevendo da me un rifiuto.
Si fermò in un fast food "Fast&Food" ,che nome originale pensai sarcastica, il parcheggio era pieno di macchine e camion, e la nostra si sarebbe persa in mezzo a tante. Lui si tolse la maglietta mentre io recuperavo dal borsone il necessario «Sto uccidendo tutte le magliette» commentò guardandosi quella che aveva in mano con una smorfia. «Allora vai in giro senza» commentai sciogliendo le bende inzuppate «Non vorrei causare qualche infarto» rispose modesto. La ferita sembrava peggiorata, forse infiammata, era più rossa che mai e continuava a sanguinare «James... La tua ferita...» iniziai spaventata «Non ti preoccupare. Stiamo andando da un dottore. E poi non mi fa molto male» rispose. Strinsi le labbra in una smorfia di preoccupazione e iniziai a disinfettarlo. In quel momento il telefono di James vibrò sul cuscotto dell'auto, lui rispose «Ho capito... Grazie amico. Figurati, sono sempre stato così gentile ed educato. Ti richiamo io» poi attaccò. «Nox?» chiesi mentre gli fasciavo la ferita. Lui annuì «Che cosa confabulate?» sussurrai dato che ero molto vicina al suo orecchio. Notai che James aveva dei bellissimi capelli, erano disordinati e le punte prendevano tutte direzioni diverse, ma avevano così tante sfumature di castano scuro e un aria così morbida... James rimase in silenzio, un silenzio così strano che mi fece chiedere «Che hai?» «Senti Sophie... Ti devo dire una cosa» inarcai un sopracciglio «Da quando mi dici che mi devi dire qualcosa? Dilla e basta no?» risposi facendo uno stretto nodo sul davanti dopo averlo obbligato a girarsi, alzai lo sguardo e vidi che lui aveva gli occhi abbassati, sembrava in imbarazzo «Ho intenzione di risolvere tutti i problemi che mi assillano» dichiarò. Non capivo dove voleva arrivare «Non riesco a portare a termine la vendetta, avevi ragione, non è nella mia natura. Quindi... Vorrei recuperare tutto il tempo perduto... Ed anche i legami perduti» disse senza guardarmi «Mi sembra un ottimo obbiettivo» commentai «È tutto il viaggio che ci pensi? Per questo sei stato così stranamente silenzioso?» lo presi in giro. «Sì... E vorrei iniziare con...» «Vuoi trovare Jo?!» lo interruppi entusiasta. Forse i fratelli Sharp si sarebbero chiariti e avrebbero fatto pace. Lui rise «Beh... Se devo essere sincero mi manca da morire il suo affetto... Sarebbe carino se la prossima volta che ci vedessimo non cercasse di uccidermi» disse con un timido sorriso sulle labbra che lo rendeva, non bello, non figo, ma carino. Era tremendamente dolce e carino. «Ehi! Ti perdonerà se gli spieghi tutto, se gli dimostri quanto le vuoi bene. Lei tiene ancora a te, anche se non lo dà a vedere. Siete entrambi due tipi testardi» affermai «Dopo che l'ho abbandonata non vorrà nemmeno darmi ascolto.» «Tu falle capire che non l'hai mai abbandonata.» risposi saccente. Finalmente lui alzò lo sguardo per incontrare il mio, conducendomi nell'infinito del suo verde. «Stasera ti voglio dire una cosa» mi disse «Dimmela ora» replicai, ma lui scosse la testa «Non ci riesco alla luce del giorno, ho bisogno della protezione della notte» rispose enigmatico. «Se è una presa in giro, niente al mondo potrà proteggerti da me» lo minacciai divertita. Era come se mi avesse dato appuntamento. Un appuntamento notturno. In quel momento il mio stomaco brontolò, facendo ridere entrambi. «Io voglio un hot-dog» annunciai scendendo dal SUV «Io una maglietta da mettermi. Non voglio mandare in iperventilazione le cameriere.» annunciò lui «Ti sopravvaluti, bello» dissi. «Il tuo cuore dice il contrario» rispose lui beffardo. Il mio cuore non rispondeva mai ai miei ordini.

«Cara Phoenix, ci rivediamo» disse lui superando il cartello con su scritto "Phoenix". Prima di arrivare in centro città bisognava attraversare un lungo tratto di deserto roccioso, meraviglioso ma così solo. Il sole stava tramontando, colorando il cielo di meravigliosi colori quali rosa, arancione, azzurrino e violetto. Le nuvole sembravano dipinte con acquerelli e le montagne di una meravigliosa sfumatura rossa si estendevano tutto intorno a noi. Improvvisamente James uscì fuori strada, inoltrandosi nel deserto rosso «Che diavolo stai facendo?» sbottai tremando nella strada sconnessa «La città lì! Si vede!» infatti si vedevano alcuni grattacieli di vetro all'orizzonte della strada che avevamo appena lasciato. «Questo posto è troppo bello e tranquillo per non godercelo meglio.» disse. Si fermò in mezzo al nulla, solo quando la strada principale non fu più visibile, ma la città ancora raggiungibile. Scese dal SUV e trascinò fuori i borsoni. Lo seguii «Che fai?» domandai «Ci accampiamo qui» disse come se fosse ovvio «Perché? La città è a pochi metri da qui» «È bello qui» rispose. Tirò fuori dal borsone della legna da ardere (cosa ci faceva della legna nei nostri zaini?) e le tende, per poi iniziarle a montarle «Una mano non guasterebbe sai?» commentò. Mi ripresi dalla paralisi e andai ad aiutarlo. Il tempo di montare le tende e il sole era tramontato, lasciando alle stelle e alla mezzaluna, il palcoscenico scuro. Il blu della notte era il mio colore preferito, per la sua infinità e profondità, un colore che nasconde mille segreti e sentimenti. Quante persone si sono rivolte verso il cielo notturo per poi rivelare quello che provano? Le stelle e la luna erano gli amici di tutti. Amavo questo colore profondo... Finché non ho conosciuto un colore ancora più profondo e intenso. E la persona che portava questo colore pieno di segreti ed emozioni negli occhi aveva appena acceso il fuoco schioccando le dita. Si lasciò cadere davanti al falò incrociando le gambe. In Arizona faceva caldo, molto caldo, nulla di simile allo strano clima di San Francisco, probabilmente non pioveva da mesi, ma nel deserto notturno tirava ugualmente un aria gelida, facendo dimenticare il calore cocente che aveva causato il sole. Mi lasciai cadere alla sua destra, a mezzo metro di distanza. «È notte. Che mi dovevi dire?» «Passi subito al nocciolo della questione eh? Non ti godi nemmeno il paesaggio e la tranquillità che ti regala lo Stato dell'Arizona?» fece per prolungare la mia attesa, torturando la mia curiosità. Mi misi la giacca «Perché aspettare che il sole tramonti?» chiesi curiosa, senza lasciarmi influenzare dai suoi tentativi di sviamento del discorso. James fece un gesto con la mano e spense il fuoco, lasciando che il buio ci immergesse, illuminati solo dalla fioca luce delle argentee stelle.
«Perchè è di notte che tutto si rivela, che non c'è più finzione, che tutti aprono il proprio cuore ed è al buio che si vede la luce» sul palmo della sua mano comparve una piccola fiammella, era vibrante e bruciava di vita e passione. La luce della fiamma si rifletteva nei suoi limpidi occhi verdi facendo risplendere le pagliuzze argentate. «Non ti sei mai accorta che al buio è tutto più facile? È tutto più chiaro? È tutto più vero?» continuò fissando la fiammella tra le sue dita. Era diversa dalle normali fiamme che evocava, potenti e pericolose, quella fiammella era speciale in un modo tutto suo, una fiammella che alla luce del giorno non si sarebbe vista così bene. «Per questo ho aspettato fino adesso. Ho aspettato che fossero le lievi luci delle stelle a guidarmi» spense la fiammella e fece una pausa per riordinare le sue idee «Io amo le stelle, ti ho già detto che da piccoli, io e Joy, non facevamo altro che guardarle per cercare le costellazioni. Era stata mia madre a insegnarmi a riconoscerle.» si distese e mi invitò a fare lo stesso «I nostri poteri derivano da loro, Leone, Acquario, Cancro... Riconosci l'Orsa minore?» annuii, ma poi ricordai che non mi vedeva, quindi allungai l'indice verso la volta celeste e indicai la stella più luminosa di tutte, la Stella Polare «Quel gruppo di stelle che formano il Piccolo Carro, che hanno per coda la Stella Polare» lui rise soddisfatto della mia fragile spiegazione «Riconosci l'Orsa Maggiore?» mi chiese. Spostai l'indice poco a sud, le stelle sembravano tutte uguali ma se passavi tanto tempo a guardarle e soprattutto se avevi la possibilità di vederle così bene potevi riconoscere i disegni che formavano «Lì» mormorai. Lui si avvicinò a me e mi prese delicatamente la mano tesa «Vedi la costellazione che ci passa in mezzo? Quella è la coda» sussurrò aiutando la mia mano a spostarsi verso sud, per poi andare a nord, poi di nuovo a sud, seguendo delle stelle che sembravano in fila, fino a raggiungere quattro stelle molto vicine «E quelle quattro formano la testa. Lui è Draco» disse «Malfoy?» scherzai «La costellazione del Dragone, non un piccolo codardo sopravvalutato» disse «Ehi! A me sta simpatico!» affermai anche se non era vero. A Jo piaceva. Lui rise, essendo appoggiato a me, sentivo le sue vibrazioni ripercuotermi «Stai mentendo solo per contraddirmi» disse semplicemente «ricorda che io lo sento.» fece con voce suadente «Era la costellazione preferita di mia madre. Non per la sua storia. Quella è banale, era solo un guardiano vittima di Ercole» disse «Mmm, sei pure colto nelle mitologie greche?» chiesi ammirata «Veramente è stato grazie alla lettura di Percy Jackson» ammise ridendo. «Anche la mia conoscenza si limita ai libri di Rick Riordan» risposi felice di sapere che avevamo molto in comune. Poi riprese a raccontare «Le piaceva, perché il suo segno zodiacale cinese era il dragone. Sapevi che per loro, il dragone era un animale sacro, saggio e potente da venerare? E non una creatura stupida e spaventosa di cui avere paura? Era il simbolo di potere degli imperatori. Mia madre li ammirava principalmente per la loro saggezza. Si diceva che fossero creature del cielo, i protettori della Terra. Mia madre era affascinata dalle creature mitologiche orientali.» raccontò, si sentiva che aveva voluto molto bene a sua madre e che la ammirava più di chiunque altro al mondo, come ora le mancava allo stesso modo «Il tuo tatuaggio...» «Sì, è in suo onore. Volevo che mi guardasse le spalle» rise timidamente per il doppio senso della battuta. Restai muta. Ero incantata. «Sta sera volevo farmi guidare da loro, quelle luci che di giorno non ci sono per darmi la forza di rivelarmi» disse tirandosi sù a sedere, accendendo di nuovo le fiamme del falò. Lo raggunsi «Ma tu Sof... Tu sei una luce perenne, sei il sole nelle tenebre del mio cuore e io... Io... Non so da quando e non so il perché ma è una cosa che non posso più ignorare e nascondere» rise per sdrammatizzare la situazione «James...» sussurrai Accidenti! Non sta accadendo veramente!
«volevo che tu sapessi che non sono confuso. Sono sicuro di quello che provo. Non cerco in te la Sophie che avevo conosciuto cinque anni fa. Perché io sono innamorato di te. Non di lei, di te, solo di te. Credi di essere molto diversa da cinque anni fa, un'altra persona, ma io amo quello che fa di te Sophie Hunter, non sono solo i ricordi che caratterizzano una persona» Oddio l'ha detto! Io non riuscivo a parlare, i miei sentimenti erano troppo intensi per poterle esprimere a parole. «probabilmente penserai che io stia farneticando e magari le mie frasi non hanno nemmeno un senso logico e... » istintivamente mi sporsi e soffocai le sue parole poggiando le mie labbra sulle sue. Troppe parole, a volte non servono per quanto siano belle e sincere, bisongna solo agire ,perché solo il dimostrare poteva garantire che le parole non fossero vuote, a volte un gesto vale mille parole e poi aspettavo di poterlo baciare da tantissimo tempo, non riuscivo ad attendere un secondo di più, mi bastava la conferma di essere ricambiata. Inizialmente fu sorpreso ma poi sentii il suo corpo rilassarsi, le sue mani che raggiungevano la mia vita e automaticamente le mia braccia intorno al suo collo, le dita tra i suoi capelli come ho sempre desiderato di fare al posto suo, erano veramente morbidi come immaginavo. Migliaia di splendide emozioni iniziarono a compattarsi nel mio cuore che stava gridando di gioia, affermando di essere finalmente completo. Mi feci trasportare, James era affamato e il bacio inizialmente delicato si trasformò in passionale. «Tu non hai idea da quanto tempo desideravo questo momento» sussurrò con voce roca, le labbra rosse dal bacio erano ancora più invitanti. «Hai un sapore... Wow» fu l'unica cosa che riuscii ad affermare, facendolo ridere «Stai baciando James Sharp, stella. Tutto di me è wow» fu la sua risposta. Mi misi sulle sue ginocchia per avvicinarmi di più a lui e lo baciai di nuovo, con più foga «Odio darti ragione» mormorai. Sapevo che di questo passo saremmo arrivati ad un punto di non più ritorno, ma non me ne poteva fregare di meno, lui poteva far di me quello che voleva. Le sue mani scesero dalla vita alle gambe, mentre le mie raggiungevano avidamente la pelle sotto la sua maglietta, accarezzando gli addominali, e non sfiorarli soltanto, come quando gli fasciavo la ferita, forse sarebbe stata la seconda che gli avrei strappato di dosso, solo per un motivo completamente diverso. Il suo corpo reagiva al mio, essendo un ragazzo, era incapace di nascondere la sua eccitazione, ma improvvisamente lui mi afferrò per le spalle e mi allontanò. Dovevo avere lo sguardo perso, confuso e offeso perché di affrettò a dire con un sorriso «Ehi, non fraintendermi» disse con il fiato corto «Solo... Non corriamo troppo. Dovremmo essere maturi in questo campo, e non comportarci come degli animali privi di ragione» disse spostandomi i capelli dietro l'orecchio. Annuii, aveva ragione, e mi spostai da sopra di lui senza poter nascondere una traccia di delusione. Mi misi le mani sulle guancie, sotto lo sguardo di James con un sorriso idiota stampato in faccia, e constatai che erano bollenti. «Piantala di sorridere in quel modo. Sei ridicolo» sbottai, anche se io stessa avevo il medesimo sorriso sul volto. In un azione improvvisa, James mi inchiodò al terreno roccioso, con il suo corpo sopra il mio «Ho detto che dovremmo andarci piano. Non di smettere» disse prima di schiudere la mia bocca con le sue labbra.

Alla fine avevamo montato una tenda di troppo. Mi accoccolai accanto a lui, con una mano sul suo cuore, sentendolo battere all'impazzata, il suo profumo alla colonia di James Sharp che mi riempiva le narici e il suo braccio intorno a me. Il sacco a pelo era un po'stretto per due adulti, ma i nostri corpi si incastravano così perfettamente da renderci un tuttuno che non aveva problemi di spazio. Prima di dormire sussurrai «James?» lui non rispose, probabilmente si era addormentato. Ma lo dissi ugualmente nella sicurezza della notte «Ti amo» ed era la cosa più vera che avessi mai detto.

La mattina seguente non sentii più il corpo di James contro il mio. Non mi preoccupai, avevo capito da tempo che era un tipo mattiniero. Ero felice e di buon umore, convinta che d'ora in avanti sarebbe andato tutto alla grande, ma uscendo dalla tenda constatai subito che il SUV era scomparso. Con lui.

Riangolo autrice

Ooooooh! Che ne pensate? Non è quello che tutti aspettavate? Siete soddisfatti? Mi dispiace niente rimborso! Rispondete a due domande? Cosa vi piace della coppia Japhie? Cosa pensate che succederà? Vi ringrazio in anticipo!

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