Capitolo 19: Jo
«Ecco, sono quelli» dissi. Il ragazzo dagli occhi d'oro mi raggiunse con una mano sul petto, le ginocchia piegate e il fiatone. Mi venne da ridere. Aspettai che si fosse ripreso «Tutto okay emh...? Giusto non so come ti chiami» gli chiesi «Chiamami Nox.» mi fissò e fece un sorrisino «Opal non è veloce come te» disse «Chi?» scosse la testa «Niente. Chi quelli? Quelli che si stanno azzuffando?» disse sbirciando da dietro il muro. In effetti se le stavano dando di santa ragione, il tizio con i capelli lunghi aveva appena dato un poderoso pugno sul volto di quello enorme che aveva buttato a terra un ragazzo dai capelli cortissimi, intanto quello biondo stava per saltare addosso a quello con i capelli lunghi. «Io li trattengo. Tu entri» disse, senza lasciarmi il tempo di ribattere sbucò davanti a loro. «Ehi voi!» disse. Riuscì ad attirare la loro attenzione. «Beh... Venite a prendermi!» si voltò e corse via. Gli Ignis lo seguirono. Era talmente ridicolo ed efficace che mi scappò un sorriso. Corsi davanti alla porta sorvegliata e la spalancai. Lei si voltó verso di me. Dopo tre anni non era cambiata per nulla, stessa chioma bionda e stessi occhi grigi, solo che ora sapevo chi era. «Che ci fai qui? Come hai fatto a superare le guardie?» chiese spazientita «Quegli Ignis incapaci» borbottò. Mi guardai nella stanza e trovai Seth inchiodato al muro, una specie di lancia di ghiaccio trapassava il suo braccio sinistro, ma il freddo rallentava la fuoriuscita di sangue.
Appena mi vide fece un sorrisetto compiaciuto «Che ti avevo detto, madre» disse divertito. «Hai proprio buon gusto, tesoro.» rispose facendo un passo verso di me. Rimasi ferma dov'ero e mi raddrizzai, sfidandola con lo sguardo. «È ancora più carina di quanto ricordassi.» continuò «Non osare avvicinarti ancora» la minacciai. «Altrimenti?» chiese lei divertita piegando la testa di lato per poi scoppiare a ridere. Fece grandi passi e raggiunse il figlio, ancora appeso al muro per il braccio, il sangue era defluito dal suo volto rendendo la sua pelle ancora più chiara, tanto che ormai sembrava trasparente. Gli accarezzò il volto. «Sai tesoro. Ti posso perdonare tutto. Ti perdono persino l'avermi abbandonata. Sai, lei si è arrabbiata molto... E se l'è presa con me.» disse, sul suo volto comparve un espressione spaventata. «Ma tu lo sai, tesoro. Lo sai perchè faccio e sopporto tutto questo, vero? Lo faccio per te.» gli disse. «Siamo una famiglia... Ho già perso tuo padre. Ho bisogno di te» continuò sussurrando. Fece un gesto con la mano e la lancia di ghiaccio svanì in goccioline d'acqua. Seth scivolò per terra e si afferrò il braccio con l'altro, il volto distorto dalla sofferenza. «Seth...» corsi verso di lui e spinsi da parte la donna che non protestò. «Sto... Sto bene» mormorò lui a denti stretti. Se non facevo qualcosa sarebbe morto dissanguato. In quel momento tutto il palazzo prese a tremare. La donna alzò la testa verso il soffitto «Law. Stupido imbecille ritardato» ringhiò. Si voltò verso di noi e guardò suo figlio intensamente. «Ricordati che sei sempre mio figlio» disse. Seth sostenne lo sguardo senza ribattere. Dalla finetra vidi precipitare sue corpi, fu un attimo, potevo essermelo immaginata. Il palazzo fu scosso da violente esplosioni e il bagno di quell'appartamento esplose provocando un enorme buco che portava all'aria aperta. La donna non ebbe esitazioni a creare uno scudo di ghiaccio che poi andò a formarsi attorno a noi richiudendoci in una sfera. «Law, quel folle. Non gli piace perdere. Tuo fratello è proprio in gamba, non c'è che dire» disse la donna «Che aspetti ragazza! Portaci fuori di qui! La sfera non ci proteggerà dall'esplosione!» mi gridò. Esitai. «Sbrigati!» ordinò. Mi concentrai il più possibile cercando di evocare venti più potenti che ci avrebbero portato via da quell'edificio. Ma niente da fare, non ero ancora così brava da sollevare più di una persona. Mi sarei messa a piangere se Seth non mi avesse stretto la mano e mi sorrise incoraggiante. Se lo volevo veramente ci sarei riuscita. Volere e potere. Chiusi gli occhi, ispirai ed espirai lentamente. Eccolo lì, il vento del nord. Percepivo la sua presenza, violenta e scattante, indomabile, uno spirito libero. La sfera si sollevò da terra, in mezzo ad altre esplosioni, ma non mi dovevo lasciar distrarre. Cercai di indirizzaci verso la parete mancante causata dalla precedente esplosione. Nonostante gli scossoni e le perdite d'equilibrio, riuscii ad uscire. A quel punto persi la presa e precipitammo in caduta libera. L'attrito infranse la sfera di ghiaccio e poco prima di toccare terreno, senza farmi prendere dal panico, evocai una tromba d'aria sotto di noi che rallentò la caduta. Il palazzo finalmente esplose e si trasformò in una fontana formato gigante. Intorno a me sentii la sirena dei poliziotti. Mi voltai per cercare Seth e lo trovai svenuto disteso per terra. Di sua madre nessuna traccia. Ci aveva protetti. «Annie! Seth!» Aiden e Sky ci stavano correndo incontro. «È... È ferito!» balbettai. Aiden se lo caricò sulle spalle senza tante cerimonie «Un'ambulanza farebbe comodo» disse correndo verso la folla di persone che guardavano sgomente quella che era stata la loro casa. In mezzo a loro, scorsi un paio di occhi d'oro. Sorrisi, felice di sapere che era sopravvissuto.
«Il vostro amico si riprenderà. Anche se ha perso molto sangue. Fortunatamente abbiamo trovato un donatore volontario che, però, ha preferito mantenere l'anonimato» disse il dottore. «Non potrebbe almeno dirmi se era un uomo o una donna?» lo pregai. Il dottore ci pensò un attimo, ma poi si arrese «Donna» chiuse la sua cartella e se ne andò dopo aver accettato i miei ringraziamenti. «Era sua madre. Io proprio non la capisco...» sussurrai a me stessa. «Cosa?» chiese Sky. Scossi la testa. «Niente» avevo rischiato di svelare il segreto di Seth. Che idiota che ero. Skyler aveva la testa bendata e Aiden sembrava esserne uscito incolume, io, al contrio, avevo centinaia di cerotti per le braccia e le gambe e anche uno enorme sulla schiena che coprivano i tagli causati dai vetri.
L'infermiera ci informò che il paziente era sveglio e ci lasciò entrare in camera. Appena lo vidi mi buttai addosso a lui provocandogli gemiti di dolore «Oddio! Scusami!» esclamai staccandomi «Va meglio?» gli chiesi spostandogli una ciocca di capelli biondi dal viso «Ora che ti vedo? Sì» disse. Arrossii a quelle parole. «Ehi amico. Sono contento che ti sia ripreso» disse Aiden avvicinando una sedia al letto. Skyler si limitò ad annuire. «A fonte di questi eventi...» cominciò Aiden «Sì, sono d'accordo» lo interruppe Seth «Ma non sai nemmeno quello che voleva dire» protestai «Non ce la caveremo da soli. Dobbiamo informare la B.L.C.» rispose «Non è così?» chiese a Aiden che annuii «Non è necessario che informiamo proprio i vertici. Ci rimanderebbero indietro. Ci mettiamo in contatto solo con qualcuno di cui ci fidiamo, che ci possa aiutare a coprire le nostre tracce e che sappia se... Sì, insomma, se siamo nei guai... Qualcuno come...» «Aylen?» chiese Sky con tono falsamente innocente. Aylen era l'ex di Aiden, una ragazza veramente dolce e disponibile a cui lui aveva spezzato il cuore. Nonostante Aiden l'avesse mollata bruscamente, usando la terribile frase "È meglio che restiamo solo amici", è sempre stata ugualmente amichevole e gentile. A volte pensavo che il mio amico avesse un cuore di pietra. «Sì» rispose Aiden impassibile. Assunse un'aria pensierosa, sembrava turbato «Che hai Aid?» chiesi. Lui alzò gli occhi senza vedermi, il suo sguardo era perso, immerso ancora nei suoi pensieri «Eh?» chiese distrattamente «Che hai?» ripetei. Lui sembrò riscuotersi dal suo torpore «Ho... Incontrato qualcuno in quel palazzo» disse lentamente, come se temesse di far scoppiare una bomba ad orologeria. Forse parlava di uno degli amici di Nox. Non avevo ancora parlato a nessuno del ragazzo dagli occhi d'oro. Stavo per dire «Anche io» ma lui disse «Sophie, ho visto Sophie» aprii la bocca per parlare ma la richiusi non sapendo quale delle centinaia di domande fare «Era... Diversa» «Non può essere cambiata molto. È passata solo poco più di una settimana» intervenne Sky. «Era più... Assomigliava più alla ragazzina dodicenne che era un tempo. Non ha più quell'aria spaventata che l'ha caratterizzata finora» continuò ignorando il commento di Sky «Ed è più... Carina» aggiunse riflettendo tra sè e sè. Quasi mi scappò un sorriso, invece dissi seria «E come mai non è qui con noi ora?» Aiden ebbe un sussulto e arrossì, incredibile Aiden Ryder era arrossito! «Ero scioccato, e l'ho lasciata andare. Quando mi accorsi di quello che avevo fatto sono tornato a cercarla, ma era troppo tardi» disse con sguardo basso «Ma era... Cioè, niente Flash vero?» chiesi, scosse la testa sconsolato «No, si ricordava perfettamente di quello che gli ho fatto.» «Ma com'è possibile che... Insomma non era legata? Non aveva un... Che ne so, un collare? Era libera?» Aiden annuii «Era intenta a correre all'ultimo piano. Era agitata e... Preoccupata e bel...» all'improvviso sembrò accorgersi che eravamo seduti lì ad ascoltare il suo resoconto «Mi... Mi ha detto di riferirti una cosa» disse rivolto a me «Cosa?» chiesi piena di aspettative «Di ricrederti e che ti sei sbagliata sul conto di... James» rispose «Eh?» chiesi confusa «Mi ha detto di dirti che devi ricrederti su James» ripetè. «Perché mai lo dovrei fare?» sbottai. Aiden scosse la testa sconsolato. «Sono stato un idiota...» mormorò. Forse non aveva il cuore di pietra dopottutto. «Vado a chiamare Aylen prima che qualcuno della B.L.C. scopra che Seth è ricoverato in questo ospedale» si offrì Sky. Era instancabile quella ragazza. La invidiavo.
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