Capitolo 18: Sof

I ragazzi mi seguirono. Un fiume di persone correva precipitosamente giù per le scale, eravamo decisamente controcorrente. Riuscii a superare la folla ma quando mi voltai avevo perso i ragazzi. Intravidi gli occhi felini di Nox che mimò un "Corri da James" con le labbra. Non me lo feci ripetere due volte.
Arrivò un'altra ondata di persone che mi costrinse ad appiattirmi contro il muro e a prendere le persone in panico a spintoni mormorando «Permesso» o «Fatemi passare».
Stavo percorrendo il corridoio di quello che mi sembrava il settecentesimo piano quando sentii qualcuno chiamarmi «Sophie?» gridò qualcuno sorpreso. Mi voltai e vidi infondo al corridoio un Aiden sbigottito. Mi salii il panico, presi a correre dal lato opposto perché non mi doveva raggiungere. Salii su per le scale e cercai di imboccare il corridoio di quel piano quando qualcuno mi afferrò per un braccio e mi sbatté contro il muro. Aprii gli occhi e incontrai quelli meravigliosi blu di Aiden. Aveva ancora un aria stupita sul volto «Sophie...» sussurrò come se ripetendo il mio nome mi rendesse più vera. Mi accarezzò il volto ma io mi scansai. «Mollami Aid.» gli ordinai. Mi teneva bloccati i polsi sopra la testa e non riuscivo a muovermi. «Cosa... Lascia perdere. Vieni con me.» disse cancellando lo stupore e tornando ad essere il ragazzo determinato che avevo conosciuto. Come si permetteva di darmi ordini? È sempre stato così? Ero troppo infatuata di lui da accorgermene? «Come ti permetti di darmi gli ordini?» sibilai mettendo a voce i miei pensieri. Aiden rimase sbigottito e perse un po' la presa sui polsi ma questa distrazione bastò a liberarmi. Gli pestai violentemente il piede e mi liberai del tutto, lui gridò, potevo dargli un calcio nelle parti basse, se lo sarebbe meritato dopo quello che mi aveva fatto, ma sono sempre stata una persona abbastanza sensibile. Iniziai a scappare ma lui mi gridò «Dove vuoi andare?» chiese. Mi bloccai e mi voltai. Non meritava una spiegazione ma dovevo assolutamente riferire a Jo che James non è quello che crede. «Percorro la mia strada.» risposi «Di a Jo che si deve ricredere su suo fratello, che lei si sbaglia. E vi prego non cercatemi più, perché non verrò con voi.» dissi seria e fuggii prima che Aiden si riprendesse dal suo stato di torpore.
L'incontro con Aiden mi fece perdere di vista il mio vero obbiettivo, ovvero raggiungere James. Per uno strano motivo quel ragazzo era diventato improvvisamente molto importante per me, forse lo è sempre stato, solo che non lo ricordavo. La facilità con cui aveva ricostruito la mia fiducia maciullata era veramente impressionante, quindi ora dovevo fare qualcosa in cambio... No, volevo fare qualcosa in cambio, volevo vederlo sano e salvo. Ero arrivata al penultimo piano dove trovai diversi Ignis appostati davanti ad una porta. Mi venne in mente un'idea folle che James non avrebbe appovato. «Ehi! Voi!» gridai dal fondo del corridoio. Immediatamente attirai la loro attenzione come voluto. «Fermi!» urlai alzando le mani in segno di resa, vedendoli in proncito ad attaccare «Io... Sono Sophie Hunter. Portatemi da Law. Mi sto consegnando» gli Ignis parvero scioccati. Sicuramente pensavano che fosse troppo bello per essere vero. Rimasero interdetti e poi uno di loro, magro e capelli castani lunghi fino alle spalle, si fece avanti piano piano, guardandosi intorno temendo un imboscata. Mi lasciai legare le braccia dietro la schiena e il tizio disse «La porto da Law.» Disse sicuro e prese a spingermi «Sì, e così si prende il merito di avermi catturata» commentai con tono innocente «In effetti sarebbe più plausibile se fosse stato lui» e feci un cenno col mento e quello più muscoloso «A catturarmi» aggiunsi. Quello grosso abboccò come un idiota. «Perché devi essere tu a portarla da Law?» ringhiò contro il mio sequestratore «Non fare l'idiota Marcus! Ti sta manipolando!» disse, io feci una risata infantile «Accidenti grazie! Mi soppravalutate così tanto? Infondo sono solo una ragazzina!» al tizio affianco al bestione pulsavano le vene sulle tempie e stringeva i pugni come se fosse sul punto di perdere la pazienza e colpirmi. Mi sarei dovuta allarmare, invece potevo sfruttare la sua rabbia a mio vantaggio «E... La nipote di Susan Blackwood.» mi affrettai ad aggiungere «Se mi torcete un solo capello lei vi farà fuori» affermai in tutta sicurezza, infondo loro non potevano sapere che a quella donna non importava un fico secco di me. «Smettila di chiacchierare e andiamo» disse il ragazzo dai capelli lunghi spintonandomi «Sapete che sono sotto la custodia di James Sharp, giusto? In realtà io desidero tanto giungere al più presto da mia nonna, per poter ottenere il potere e la gloria che mi spetta al suo fianco ed eliminare per sempre la B.L.C. Solo che in questo lungo viaggio ho bisogno di qualcuno più... Piacevole! James Sharp è un tale arrogante ed è tremendamente noioso e per nulla emozionante! È per questo che oggi mi sono consegnata!» esclamai con enfasi «Mi chiedevo se... Insomma, accomapagnare la nipote di Susan Blackwood da lei... È un grande onore. E lei sarebbe veramente grata... Ma lasciate perdere. Come al solito Law si prenderà il merito e diventerà ancora più ricco di quanto non lo sia già» sospirai. «Dai Capellone cosa aspetti a portarmi da lui?» aggiunsi. Quei quattro ragazzi si guardarono a vicenda. Percepivo la tensione nell'aria. Se avvessero abboccato alla mia sceneggiata... Sarebbero state le persone più stupide al mondo. Ma sapevo per esperienza che gli Ignis volevano solo poche cose. Gloria, ricchezza e potere, desiderio dovuto alla loro autostima maltrattata dalla B.L.C., provai compassione per loro. «Ragazzi. Non ci pensate nemmeno. Questa ragazza vi sta imbrogliando. Consegnamola a Law e basta» disse il capellone. Constatai che non erano tutti idioti. Almeno uno sapeva ragionare. «Però non ha tutti i torti. Sono stufo di seguire gli ordini del vecchio di ghiaccio» protestò il tizio con la vena pulsante, avanzando di un passo. «Perchè non posso essere io a guazzare in una piscina di soldi?» chiese guardando il capellone che mi teneva ferma «Perché sei un imbecille!» rispose capellone «Rimanete qua e continuate a tenere d'occhio lei e il suo pupillo» continuò dandomi una spinta. Avanzai senza protestare. Vena Pulsante attaccò Capellone da dietro le spalle. Mi abbassai appena in tempo e corsi via nonostante le mani legate. Pensai ardentemente al fuoco «Brucia, brucia, brucia» mormorai. Improvvisamente mi ritrovai le mani libere. Non potevo credere di esserci riuscita di nuovo. Allora era vero che spinti con le spalle al muro ti aiutava a riuscire in ciò che dovresti riuscire.
Da dietro quella porta si sentivano forti rumori. Come se qualcuno stesse trasferendo dei mobili pesanti. Spalancai la porta giusto per vedere James che saltava dietro un tavolo di quercia ribaltato, poco prima di essere infilzato da quelli che sembravano coltelli di ghiaccio.
Un tempo quell'appartamento doveva essere bello ma in quel momento era completamente distrutto. Mancava gran parte del pavimento, infatti si intravendevano i tubi dell'acqua aperti che mandavano zampilli d'acqua che i due usavano come arma; i muri presentavano grosse crepe e tra la cucina e il bagno non c'era più nulla a dividerli, i mobili dall'aria antica erano ridotti ormai a legna da ardere, mancava una parte del soffitto e infine tutte le finestre non avevano più il vetro. I due non si erano minimamente accorti della mia presenza. James sembrava molto affaticato e presentava molti tagli che sanguinavano ancora ma il suo avversario non era ridotto meglio. Quello che un tempo doveva esser stato un completo molto costoso, era in brandelli e presentava ancora volute di fumo causate da bruciature evidenti. Finalmente James si accorse di me. Sgranò gli occhi e mi gridò «Cosa fai qui?! Vattene!» ovviamente dopo quel commento anche Law si voltò verso di me e dovetti dire addio all'attacco a sorpresa.
«Bene, bene. Guarda chi abbiamo qui! Non sapevo che fossi così stupido da portartela dietro. Soprattutto ora che non è in grado di capire i suoi poteri» lo schernì, intanto i pugnali di ghiaccio che aveva creato erano tornati nuovamente allo stato liquido. Se parlava perdeva la concentrazione, ergo, dovevo farlo parlare. «Chi ti dice che non li comprenda?» esclamai con voce leggermente troppo stridula «Ora sono completamente padrona di me stessa» dissi sicura. Allungai il braccio verso l'apertura rotta del tubo e ordinai all'acqua di ghiacciarsi. Non successe niente. Ci riprovai. Niente. Evidentemente mi ero sopravvalutata. Law scoppiò a ridere ed evitai accuratamente di guardare James temendo una sua faccia delusa o peggio derisoria. Mi schiarii la voce e superai l'umiliazione che mi ero autoinflitta. «Cos'hai da ridere vecchio» ringhiai con tutta la dignità che mi era rimasta «Non hai nemmeno idea di quello che ti succederà ora!» avevo iniziato a dire cose senza senso. Era un guaio. Dietro la testa di Law luccicarono cristallini di ghiaccio che stavano formando un martello sospeso a mezz'aria. Con la coda dell'occhio vidi un movimento nella zona di James. Non potevo far altro che continuare a trattenere l'attenzione di Law che in quel momento mi schernì «Ah sì? E cosa? Cosa mi farai con i tuoi inesistenti poteri? Sono nettamente superiore a te ragazzina. Dalla mia parte ho anni di esperienza!» «Sei solo un folle con manie di grandezza» dichiarai «E ora perderai» in quel momento James fece un movimento brusco con il braccio e il martello colpì violentemente la nuca di Law che stramazzò a terra, anche il martello si infranse in tante schegge di ghiaccio. «Tu.» James si voltò verso di me e mi raggiunse a grandi passi. Aveva l'aria talmente furibonda che automaticamente indietreggiai di un passo. Ma poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Mi abbracciò, mi strinse forte a lui e mi affondò il volto tra i capelli «Non hai idea del rischio che hai corso, ma... Grazie» sussurrò. Anche questo non me l'aspettavo «Ovviamente non avevo nessun problema a gestirlo da solo. Potevo sconfiggerlo da un momento all'altro, ma tu mi hai facilitato le cose. Ho sempre detto che parla troppo... Beh con me non lo fa.» disse staccandosi da me. "Sì, come no" avrei voluto dirgli, ma la sua vicinanza mi distraeva e non riuscii a prenderlo in giro «Beh... Era tutto calcolato ovviamente» balbettai ancora scossa dall'abbraccio. James rise. Vidi oltre la sua spalla Law che si stava rialzando improvvisamente tutto il pavimento prese a tremare. Temevo che stesse per far esplodere tutte le tubature del palazzo. Presi James per mano e lo guardai negli occhi, chiedendogli di fisarsi di me. Lui sorrise in risposta. Lo trascinai verso la finestra del corridoio e insieme ci buttammo nuovamente fuori dalla finestra. Solo che questa volta l'altezza era triplicata.

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