Capitolo 12: Jo

Nel giro di pochi mesi sono stata rapita due volte. Due volte! La prima, ero stata rinchiusa in quella maledetta stanza grigia priva d'ossigeno e ora in una cantina ammuffita di un enorme grattacielo, legata e imbavagliata come un salame, con i miei amici a pochi centimetri di distanza, nella mia stessa situazione. Odiavo i Ribelli. Che senso aveva catturare me per arrivare a mio fratello? Era chiaro che a lui non importava niente di me. E perché rapire anche gli altri? Mi guardai intorno, alla ricerca di qualcosa di tagliente ma ovviamente non c'era nulla. Seth si mosse e io istintivamente mi appoggiai a lui. Con lui mi sentivo forte anche se ero debole, saremmo riusciti a liberarci in qualche modo o magari quel Ribelle avrebbe capito che a James non fregava nulla di me e ci avrebbe liberati... Impossibile al massimo ci avrebbe uccisi. La B.L.C. non poteva far niente. Non sapevano dove eravamo. Sembrava una situazione priva di soluzione. No. Saremmo riusciti a trovare una scappatoia in qualche modo. Seth intanto mi confortava silenziosamente, condividendo i miei stessi pensieri, é sempre stato così, anche nei momenti più difficili.

Seth era dentro da due ore. Con quella rossa. Skyler, per dare rapporto.
Uscirono e incrociai il suo sguardo, lui fece un cenno a Skyler di proseguire senza di lui, lei annuì docilmente e se ne andò, senza dengnarmi di uno sguardo. Non mi importava, non avevo bisogno della sua attenzione. Lui si appoggiò al muro di fronte al mio, gambe e braccia incrociate, in attesa. «Sei qui per restare?» mi riferivo al Centro. Scosse la testa. La delusione doveva essermi scritta in faccia perché lui si affrettò a dire «Nemmeno tu rimani qui» disse. «Perché?» sorrise «Mr. Barker ti aspetta nel suo ufficio. Ti spiegherá tutto» e mi abbandonò. Lo guardai allontanarsi, si era alzato di molto, ora mi superava di vari centimetri quando eravamo sempre stati alti uguali, le spalle erano più larghe e i capelli ancora più chiari. Sentii una stretta al cuore ma la scacciai subito. Mr. Barker in persona voleva parlarmi.

A San Francisco? Abbandoniamo tutto e andiamo alla Base 5? Mi ci voleva proprio un bel cambiamento. «Seth!» lo chiamai. Lui si voltò verso di me in ascolto. Diglielo Joanne. Sono due anni che non vi vedete! «Sono... Sono contenta che potremo lavorare di nuovo insieme» dissi Stupida! Dovevi abbraccialo e digli che ti è mancato da morire! Lui piegò la testa di lato e mi guardò «Anche io» rispose semplicemente. Non lo ricordavo così... Silenzioso, distante e cupo. Lo ricordavo come un ragazzino sorridente che non aveva paura di dire quello che pensava. Ovviamente non potevo pretendere di tornare nuovamente ad essere la sua migliore amica dopo che avevo rifiutato le sue chiamate e le sue visite per sei mesi... Alla fine era chiaro che aveva rinunciato a cercarmi. Forse aveva addirittura una ragazza... Skyler forse. Mi venne un moto di rabbia.

Seth venne a prendermi il primo giorno di scuola. Non riuscivo più a torgliermi quel sorriso idiota dalla faccia. «Che ti sei fatta ai capelli?» chiese lui appena mi vide «Non vedi? Sono tinti» gli risposi «Ma perché?» feci un alzata di spalle «Nuovo luogo, nuovo look» dissi. «Allora com'è lei?» risi «Una stronza» «Quindi andate d'accordo» disse pratico. Non mi offesi, aveva ragione. Annuii sorridente, felice di sapere che non era cambiato molto. «Anche io voglio un cambiamento» affermò, si voltó verso di me «Mi accompagni?» mi fece un sorriso disarmante. Non stava flirtando con me vero? Cioè, io non sono una qualunque che cade ai piedi di un bel sorriso! Insomma sono cresciuta con Aiden Ryder!!! «Guarda che i tuoi capelli stanno benissimo così» affermai. Lui non rispose.

Seth ora aveva un pircing d'argento sul sopracciglio sinistro. Quando il tizio gli aveva bucato la pella non aveva nè fiatato nè sussultato, nemmeno un gemito o una smorfia, niente. Sbalorditivo. Al tizio che gliel'aveva fatto non è importato nemmeno che avesse solo quattordici anni, si è intascato i soldi e basta.

Stavamo tornando alla Base quando un idrante esplose. Rimasi interdetta per un po' ma mi ripresi immediatamente «Un Ignis?» chiesi seria. Vedendo che non rispondeva lo guardai, era sbiancato. «Torna alla Base e non voltarti» mi ordinò «Non mi seguire» mi avvertì e corse via. Normalmente rispetto il volere delle persone (bugia), soprattutto di quelle a cui voglio bene (bugia), ma in quel momento non potei fare a meno di seguirlo (verità). Seth era in un vicolo e stava parlando con una donna incappucciata «Novità?» chiese lei «Nessuna» rispose lui con voce atona. «É per quella ragazza, vero? Se intralcia i nostri piani va eliminata» disse con tono spaventosamente dolce «Lei non c'entra niente!» rispose Seth troppo in fretta «E comunque, ha l'immunità del suo cognome» «L'immunità non vale se intralcia i nostri piani. E lo sai» rispose la donna con tono di rimprovero.
Quella conversazione non aveva un minimo di senso, chi era quella donna? Volevo scoprirlo ma il buon senso mi diceva che avrei fatto meglio a rimanere nascosta. Ma sanno tutti che io non possiedo il buon senso. Prima che potessi fare un' entrata in scena spettacolare, come scendere dal cielo controllando i venti, anche se non ne ero ancora capace, la donna si accorse di me «Ma guarda un po' chi c'è» cantilenò. Uscii allo scoperto, Seth sgranò gli occhi ma non mi sentii minimamente in colpa per averlo seguito. La donna si era tolta il cappuccio, mostrando una bellissima chioma bionda e dei freddi occhi grigi, era bella e affascinante ma mi sembrava di averla giá vista da qualche parte...
Mostrò gli artigli, letteralmente, le sue unghie erano dieci aghi di ghiaccio di quindici centimetri ciascuno, prima che me ne rendessi conto mi attaccò. Un muro di terra si frappose tra me e la donna. «Non ho bisogno della tua protezione!» gridai «Allontanati!» mi ingnorò lui.
«Ma sentitevi! Litigate come una coppia di sposi!» ci scherní la donna. Feci una capriola e superai il muro, sfilai i pugnali che tenevo sempre nei miei anfibi e attaccai la donna, non mi importava chi era, sapevo solo che era una nemica, l'avrei scopreto dopo averla uccisa. Sarebbe stata la mia prima vittima... Mmm no, la mia prima giustiziata. Ecco questo suona meglio.
Evidentemente mi ero soppravvalutata perché gli affondi della donna erano molto più veloci e violenti dei miei, faticavo a combatterla e dal suo sorriso capii che non faceva nemmeno sul serio. Se non fosse stato per i muri evocati da Seth sarei già stata fatta a fettine. «Po... tresti... An.. che... Aiut...armi!!!» dissi schivando un colpo dopo l'altro. «Fermatevi tutte e due!» gridò Seth. «Ma come caro? Mi sto divertendo!» non aveva neppure il fiatone! Per schivare un colpo finii a terra, in quel momento le forze mi abbandonarono, lei mi stava per colpire il volto con quelle unghie di ghiaccio affilate, era finita. Chiusi gli occhi, pronta a ricevere il colpo ma improvvisamente sentii un peso su di me. Aprii gli occhi e mi ritrovai il volto sofferente di Seth a pochi centimentri. «Non lei» bisbigliò. La donna aveva ancora gli artigli infilati nella schiena del mio amico. Era visibilmente sotto shock «Tu sei impazzito!» strillò la donna. Si ritrasse e indiettreggiò barcollando. La vidi rimettersi il cappuccio e correre via. «Seth» bisbigliai. Lui mi guardò con gli occhi tristi «Mi dispiace» sussurrò, fece una smorfia di dolore «Zitto, hai bisogno di aiuto».

Mi ero addormentata sulla sedia accanto al suo letto, la testa era appoggiata sul letto e gli tenevo la mano. «Ciao» disse la sua voce roca. Mi svegliai, felice di sentire la sua voce «Ciao» replicai «che ci fai qui?» mi chiese «Mi assicuravo che tu avessi qualcosa di bello da vedere al tuo risveglio» dissi. Lui rise. «Grazie. Ne avevo bisogno» rispose. Arrossii non mi aspettavo quella risposta, normalmente mi prendeva in giro per la mia assenza di modestia. Almeno così era due anni fa. «Non mi dovresti ringraziare. Sei tu che mi hai salvato la vita» dissi stringendo la sua mano. «Ma eri in pericolo per colpa mia» si sciolse dalla mia presa e si voltò dall'altra parte. «Chi era quella?» gli chiesi gentilmente. In realtà non mi importava sapere chi era. Avevo una curiosità limitata, vedevo le cosa o in bianco o in nero. Per me quella donna era malvagia e andava eliminata. «Lascia perdere Annie.» mi arrabbiai «Credo di avere il diritto di saperlo! Mi devi parlare Seth!» «Come hai fatto tu negli ultimi due anni?» disse freddamente. Mi fece male. Molto male. Mi alzai dalla sedia e me ne andai in silenzio.

La porta della cantina si aprii. Scese l'uomo dagli occhi freddi che ci aveva catturato prima, portava un completo grigio impeccabile, somigliava ad un imprenditore imbroglione di grande successo. Era seguito da due scagnozzi. «Bene, bene. Sembra che il tuo fratellone stia arrivando, e si porta appresso pure la ragazza!» rise. James stava arrivando? Per me? «Tranquilli. Fra mezz'ora vi libero per farvi magiare e per scaricare. La mia cantina non deve mica puzzare!» continuò «Ora mi serve Seth Frost. Prendetelo» i due si mossero e tirarono su Seth che si lasciò trascinare verso le scale senza protestare «C'è qualcuno che vuole vederti mio giovane Frost» disse. E se ne andò.

Angolo autrice

Salve gente, spero che la storia vi stia piacendo e che non sia troppo noiosa per i vostri gusti! Comunque volevo informarvi che d'ora in poi ci saranno più capitoli dal punto di vista di Sophie che di Jo, fin'ora ho cercato di creare una stessa quantitá di capitoli in modo che i tempi combacino e che le storie susseguano parallelamente. Ma come vedete Jo è nei guai e non può fare molto nella sua posizione. Se voglio proseguire parallelamente non potró più dividere equamente il numero di capitoli.
Riguardo all'immagine del capitolo precedente, invece, molti mi hanno riferito che non si vede. Sicuramente è un problema tecnico di Wattpad che non aggiorna le modifiche. Suggerirei di togliere la storia dalla biblioteca a risalvarla, teoricamente così la storia si ripresenterà con le nuove modifiche.
Ora non vi rompo più i boccini d'oro! Godetevi la storia ;)

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