capitolo 1:Sof

«È illegale» protestai «Infatti» commentò lui continuando ad armeggiare con la serratura della porta senza prendersi la briga di voltarsi. Si sentì un clik e la porta si aprì. «Oplá» esclamò il ragazzo. Varcò la soglia poi si voltò per guardarmi, in attesa «Non entri?» «Non entro in casa di qualcuno che non è in casa, perché entrare in casa altrui così è un reato!» dissi a braccia incrociate «Hai intenzione di ripetere la parola "casa" ancora una volta? Forse così ti sentirai meglio» non risposi «Sicura? Guarda che ormai il danno è fatto, la porta è aperta» continuai a tacere «Vedila così... C'è una doccia...» mi fiondai dentro prima che terminasse la frase. Erano tre giorni che non mi facevo una doccia, mi sentivo disgustosamente sporca, tre giorni di viaggio, a piedi! Avevo camminato per tre giorni! Colpa di un ragazzo di mia conoscenza che, dopo avermi rapita, mi voleva trascinare al cospetto di mia nonna, una pazza che vuole radere al suolo la razza umana, lunga storia. Perché non scappavo da lui? Perché lui era capace di attirarmi... Letteralmente. Non nel senso che era figo, con una personalità incredibile, intelligente e pieno di risorse... Ma che aveva qualche strano trucchetto che mi impediva di allontanarmi da lui, lunga storia anche questa e per spiegarla dovrei risalire a tre giorni fa.

«Mollami!» gridai «Zitta» mi ordinó «Non ho intenzione di farmi trovare» «Tu. Come osi...» iniziai ma il ragazzo mi chiuse la bocca con del nastro adesivo per imballaggi, stesso fece legandomi le braccia dietro la schiena e caviglie. «Così stai zitta e ferma» disse. Si guardò intorno, ci trovavamo ancora nelle foreste dell'Alaska con il freddo pungente che mi penetrava fin sotto la pelle. «Dovremmo trovarci un riparo» «mmm» protestai. Mi prese in spalla e mi ritrovai con il mondo sottosopra, se avessi avuto qualcosa nello stomaco avrei vomitato tutto. Giunti in quello che mi sembrava il punto più fitto della foresta mi appoggiò di nuovo a terra accompagnato dai miei insulti soffocati.
Allungò un braccio sollevando un turbine di neve che si condensò in un' igloo. Sì, un' igloo, la casa degli eschimesi. Spalancai gli occhi per lo stupore e lui rise divertito. Creò un'altra igloo. «Ho i miei trucchetti» spiegò, si avvicinò a me e mi tirò via bruscamente il nastro dalla bocca «Ahi!» mi lamentai, quando mi strappò il nastro dai polsi fece una cosa che non mi aspettavo, mi sentì il polso, come per controllare i miei battiti cardiaci. «Questa è la tua tenda, entri e ci dormi, domani mattina ripartiamo» continuò dopo avermi liberata. «non crederai davvero che non cercherò di scappare!» gli ringhiai contro. «oh! Io sono SICURO che tu cercherai di scappare» sorrise, con quel suo sorriso arrogante da IO SO QUALCOSA CHE TU NON SAI «il problema è che potrai provarci, uno, due, tre, cento volte, ma non ci riuscirai» concluse soddisfatto. Non capivo come potesse esserne tanto sicuro, ero convinta che stesse bleffando, convinta che sarei riuscita a fuggire da lui. «Mi sottovaluti, me ne andrò e tu non te ne accorgerai nemmeno» promisi. Lui ,in tutta risposta scoppiò in una fragorosa risata «oh si! Dai vai.» distese la mano verso il bosco come per invitarmi a dirigere in quella direzione «vai e ti dimostrerò la tua impotenza» scattai verso la direzione indicata, più per curiosità delle sue capacità che per un tentativo di fuga. Non feci nemmeno dieci metri che il mio corpo si irrigidì all'improvviso. Del tutto fuori controllo, mi voltai e tornai al punto di partenza finché non mi sentii sciolta, libera dalla corda. James aveva un aria trionfante, quel ragazzo non era proprio capace di nascondere le proprie emozioni e ciò mi dava ancora più sui nervi. «Vedi? Io ho i miei trucchetti».

Stavo dicendo che dopo tre giorni di cammino ero tutta indolenzita e sporca e avevo un gran bisogno di una doccia ristoratrice anche se questo significava entrare in casa di sconosciuti.

Restai sotto il getto dell'acqua per ore e quando terminai mi accorsi di non avere un cambio di vestiti, non avevo intenzione di rimettermi quelli di prima, sono sempre stata abbastanza schizzinosa. Bussò alla porta del bagno e d'istinto mi coprii con il telo della doccia «Non entrare!» lo avvertii, lo sentii ridere «Certo che non lo farò. Passami i tuoi vestiti» «Perché?» «Li vuoi indossare sporchi?» «Allontanati. Li lascio fuori dal bagno» lo sentii ridere di nuovo in seguito all'allontanarsi dei suoi passi. In un millisecondo avevo già buttato fuori i miei vestiti dal bagno e richiuso la porta a chiave. Nei dieci minuti seguenti mi godetti ancora il getto di acqua calda della doccia finché James non bussò di nuovo. Recuperai i vestiti dopo essermi accertata che si fosse allontanato. «Come hai fatto a pulirli così in fretta?» chiesi uscendo dal bagno annusando il dolce profumo di vaniglia della felpa. «Ho buttato tutto in lavatrice, e... Con qualche trucchetto ho velocizzato la processione» sentii la sua voce proveniente dal salotto. «E come...» James era sdraiato sul divano a leggere un libro (notai subito il titolo in caratteri cubitali :Sherlock Holmes) con solo i jeans addosso. Accidenti «Ci hai messo un eternità» commentò chiudendo il libro e alzandosi in piedi. Mentre rimetteva il libro sullo scaffale voltandosi di schiena ebbi un sussulto, perché un enorme dragone nero si estendeva da sotto la nuca fino alla cintura dei pantaloni. Il drago era del genere orientale, ovvero un lungo rettile attorcigliato su se stesso senza ali, gli occhi feroci spuntavano tra le scapole, e gli artigli sulle zampe erano lunghi e dall'aria letale, la punta della coda terminava appena prima dell'elastico dei boxer... In quel momento mi venne in mente che quel ragazzo mi aveva lavato la biancheria intima! Arrossii violentemente. Distolsi lo sguardo prima di notare i perfetti muscoli scolpiti del suo corpo. Non era il caso di ammirare il fascino del mio rapitore, soprattutto se quest'ultimo ha intenzione di trascinarti dalla tua pazza nonna, dovevo guardare oltre l'aspetto fisico mozzafiato, anche se James mi ispirava fiducia, ed è strano perché dopo i tradimenti della mia migliore amica, del mio presunto ex ragazzo e del nonno non riuscivo più a fidarmi di qualcuno che non fosse il mio istinto, in più James non è il tipo di persona che ispira fiducia, la prima impressione che da è quella di un bugiardo patentato, criminale, piromane e tanti altri titoli assolutamente negativi, sarebbe veramente il colmo che la persona meno fiduciosa si fidi proprio di quella meno affidabile che ci sia. Prima che James si chiudesse in bagno gli dissi «Necessito di compere, se il viaggio sarà lungo» come al solito rispose con un sorriso irritabilmente sghembo che faceva comparire una fossetta sulla guancia sinistra.

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