40. Jase: Amichevole
Varie guardie fiondarono dentro con fucili in mano. Fucili? E ci accerchiarono. Zach alzò entrambe le braccia in alto in segno di resa e una vite cadde dal suo nuovo braccio meccanico che emanava nelle strane luminescenze, che gli impedivano di mimetizzarlo con la sua pelle. «Andiamo! È nuovo di zecca!» sbuffò. Mr. Steel si fece largo tra loro. Aveva una lunga ferita che partiva dal naso, passava per la guancia e finiva sul collo e i vestiti martoriati. Dietro di lui seguì un Ryder con le mani bloccate dietro la schiena da due guardie. Zoppicava leggermente e aveva un labbro spaccato. Guardò Sophie in segno di scuse proprio mentre sia Coral che Eli venivano trascinati dentro «Ehi, ehi buoni, non vedo dove metto i piedi» esclamò Eli con la sua solita autoironia. «Dov'è Mr. Barker» disse l'uomo albino guardando la nipote del nominato con sguardo severo. «Dov'è giusto che stia» intervenni al posto suo, con un istinto di protezione. «Prendeteli» ordinò Steel «Fermo» lo bloccò Sophie. Il suo sguardo divenne determinato e sicuro, la sua voce aveva un tono che non sentiva obiezioni come talvolta accadeva e che mi lasciava spesso interdetto. Lei non se ne rendeva conto, ma aveva l'animo di una leader che nemmeno Ryder o persino me potevamo eguagliare. Le guardie esitarono. «Mr. Steel. Lasci andare i miei amici» ordinò con tono imperioso. «Non lo ripeterò, signorina Hunter. Dov'è Mr. Barker» replicò invece Steel. «Ha dato le dimissioni. E prima che tu possa dire qualunque cosa ti informo che non tornerà. Almeno non tanto presto.» affermò sicura «E tu mi vorresti far credere che in un momento tanto delicato, con Susan Balckwood alle porte del Centro, Mr. Barker si sia ritirato?» chiese scettico Steel inarcando le chiare sopracciglia. «No. Sto dicendo che ha dato le dimissioni. Non ho mai detto che lo abbia fatto di sua completa volontà. Però così è stato. Se n'è andato, e per quanto tu te la voglia prendere con noi, lui non tornerà. Fatica sprecata catturarci e cercarlo» affermò la ragazza. «Anche se Mr. Barker non dovesse tornare sarei comunque io a prendere le redini della B.L.C.» affermò l'uomo. «E quindi detto ordine» continuò. «E qui si sbaglia di nuovo.» disse la ragazza. Era incredibile. Tutti gli altri rimanevano zitti, affascinati da questo incontro. Tra uno degli uomini più temuti della B.L.C. e la nipote di Christopher Barker e Susan Blackwood. «Credi davvero che tu, ragazzina appena diciassettenne, possa prendere il comando? Chi ti darebbe ascolto?» quasi ringhiò Steel. «Non ho mai detto questo» affermò la ragazza ostentando sicurezza. «Sono consapevole di non essere adeguata a questo ruolo. Ma sono anche molto consapevole di avere una certa influenza su tutti i membri della B.L.C., una influenza positiva, che mio nonno non aveva per nulla, dato che lo seguivano più per timore che altro. E con tale influenza, posso garantire di riuscire a convincere le persone a scegliersi da soli un candidato migliore.» affermò Sophie. «Qualcuno che sappia cosa è giusto e cosa è sbagliato. Qualcuno di cui la maggior parte dei veri membri della B.L.C.,e non parlo di Imperium.» Sophie strinse le mani a pugni per prendere coraggio. «Parlo di coloro che mandano veramente avanti la B.L.C., ovvero gli studiosi, dottori, scienziati, tecnici... Qualcuno di cui tutti loro si fidano.» disse. «Meng Xu è stato scelto da loro per poter dirigere la vera B.L.C. e io, come erede di Christopher Barker, acconsento a tale decisione.» disse tutto ad un fiato. «Non puoi.» affermò Steel. «Oh, sì che posso.» Sophie frugò dentro la tasca interna della sua giacca tirando fuori un foglio piegato. «Sa che cos'è questo? Il testamento di mio nonno» disse «Mr. Barker non è morto» replicò Steel. «Io, Christopher Barker, nel pieno delle mie facoltà mentali e fisiche, dichiaro che in caso di morte, dimissioni, sparizioni o qualunque fatto che mi obblighi ad allontanarmi a tempo indeterminato, dichiaro che tutto il mio patrimonio, i miei titoli e la Brain Limitless Company, passeranno nelle mani della mia erede Sophie Hunter.» lesse. Steel parve scioccato.
Sophie lo sapeva. Lo sapeva che suo nonno le avrebbe lasciato tutto. Per quanto crudele, privo di sentimenti e bastardo, Christopher Barker teneva a Sophie. A sua detta, aveva sacrificato tutto per ottenere la perfezione in sua nipote. Sapeva che per quanto avesse sbagliato nella vita, suo nonno le avrebbe dato infinite possibilità. Sapeva di essere l'unica cosa a cui teneva quell'uomo. E aveva sfruttato se stessa, l'unica sua debolezza, a suo favore. Quel documento... Capivo cosa avesse cercato per tanto tempo Ryder. Steel, essendo il vice, aveva la possibilità di accedere ai dati personali di Barker e ovviamente anche del testamento, in modo che fosse facile da trovare in caso di morte di quest'ultimo. E Ryder, essendo la persona più vicina a Steel, ha avuto più probabilità di ciascuno di noi per prenderlo. Anche perché agli occhi dell'uomo Ryder era l'affidabilità in persona, colui che rispettava le regole e che non lo avrebbe mai tradito. Chi l'avrebbe mai detto che per amor di Sophie avrebbe mentito così al proprio mentore. Non conoscevo il piano completo, Sophie e Max non me l'avevano voluto rivelare pensando che avrei potuto agire a loro insaputa. Cosa altamente possibile. A parte Sophie, Max e quel dottor Spencer, nessuno sapeva il piano completo. E ora che mi era chiaro tutto... Mi sentivo strano. Non era mia abitudine restare all'oscuro di qualcosa. E ciò mi provocava un leggero fastidio. Repressi tali sentimenti e tornai ad ascoltare Sophie. «Ma siccome io non ho né l'età, né le capacità per dirigere tutto ciò, ho deciso di lasciare tutto nelle mani più competenti di Meng Xu.» concluse. «E non ci potete fare niente» aggiunse. «Ora lasciate andare i miei amici.» la guardia che teneva Ryder fissò i due che trattenevano Coral ed Eli, cercando conferma. Poi fissò Steel, ma dato che questo non dava segni di vita decise di lasciare il ragazzo. Ryder si massaggiò i polsi così come lo seguirono Coral ed Eli. Sophie avanzò verso la porta d'ingresso ostruita dalle guardie, i quali si spostarono intontiti per lasciarla passare. La seguii a ruota, senza essere fermati. Sophie continuò a camminare finché non giunse davanti alle porte dell'ex ufficio di Barker. Si voltò e mi fissò negli occhi. Poi scoppiò a piangere tuffandosi tra le mie braccia, già aperte per accoglierla.
Continuò a singhiozzare e io la lasciai fare, restando in silenzio, accarezzandole i capelli e la schiena, lasciandole dei baci sulla cute per farle capire che c'ero, e che ero con lei.
Piano piano il pianto scemò. Sophie si staccò da me per poi stropicciarsi gli occhi ormai rossi. Le passai i pollici sotto gli occhi umidi di pianto «Va meglio?» sussurrai come se temessi che qualcuno ci potesse sentire. Lei annuì «Ragazzi. È ora di dare l'annuncio» ci sorprese una voce dietro di noi. «Max! Ci hai fatto prendere un colpo» esclamai. «Scusa.» si fermò accanto a noi. Davanti alla porta «Sophie. A te l'onore» Sophie abbassò lentamente la maniglia per poi varcare la soglia a passo sicuro. L'ufficio non era cambiato per nulla dall'ultima volta che vi ero entrato. Ma ora sapevo che il proprietario era diverso. Guardai l'insegna in ottone con il nome del nonno di Sophie. Allungai una mano e con il calore delle fiamme le fusi. Max si sedette dietro la scrivania. Premette un dito sulla liscia superficie della scrivania e immediatamente comparve un microfono. «Sophie, avvicinati» la invitò Max. La ragazza eseguì. Max premette un pulsante nero, toccò il microfono facendo rimbombare il tocco in tutti gli altoparlanti. Ero certo che anche nelle altre basi si fosse attivato questo messaggio. «A tutti i membri della B.L.C., io sono Meng Xu. Molti mi conoscono come il legittimo inventore del Flash, o più semplicemente, come l'ex medico fidato della famiglia Barker» annunciò «Sono qui, per dirvi che Christopher Barker non sarà più il capo della B.L.C., e il suo posto verrà preso da me.» disse «So cosa state pensando. Che abbia preso il potere con la forza, con ingiustizia che non mi meriti questo ruolo» disse solennemente «E io rispondo che non sono qui per me. Sono qui perché mi avete scelto voi. Il settanta percento dei membri della Brain Limitless Company mi ha voluto seduto qui, chiedendo giustizia, chiedendo la vera B.L.C. Tra questi, c'è anche Sophie Hunter che mi ha permesso di coprire questo ruolo finché lei non sarà idonea a prenderlo.» continuò «Spero solo che possiate tutti fidarvi di me e che insieme potremo arrivare ai nostri obiettivi prefissati. Ci siamo allontanati, ma non è mai troppo tardi per avvicinarsi di nuovo. Non è mai troppo tardi per riprovare. A te la parola Sophie» disse Max alzandosi dalla sedia. Sophie prese il posto titubante. Si schiarì la voce. «Posso confermare la versione appena dichiarata da Mr. Xu. E perché voi siate tutti certi passerò personalmente in ciascuna base per darvene conferma e aiutarvi a iniziare di nuovo.» affermò. Seguì un lungo silenzio. Sembrava che avesse terminato il suo discorso ma la ragazza continuava a tenere premuto il bottone nero e teneva lo sguardo fisso nel vuoto. Poi riprese a parlare «Mio nonno vi aveva preparati ad una guerra. Una guerra inevitabile, mi duole ammetterlo.» disse seria. Piano piano la sua voce si fece sempre più sicura. «Ma non c'è solo questa. Vincere non è la cosa più importante. Noi batteremo Susan Blackwood perché vogliamo qualcosa oltre lei, non la sua sconfitta. È questo che ci darà più forza che la sola vittoria.» dichiarò «E Susan. So che mi stai ascoltando. Non aspetterò che tu mi venga a prendere. La prossima volta che ci vedremo non mi porterai via nessuno, anzi, sarò io a portarti via tutto quello che ti rimane.» sussurrò determinata ed a bassa voce. Staccò il dito dal pulsante e crollò sul sedile. «Oddio, ho appena minacciato Susan Blackwood!» disse portandosi le mani sulla bocca sgranando gli occhi. «Sì, l'hai fatto bambina» sorrise Max. «Ma è meglio così» disse enigmatico. «Devi partire, no? Che aspetti? Su su! A fare le valigie! Vi aspetta una lunga vacanza!» esclamò euforico Max. «Qui lasciamo tutto a te, allora» gli disse Sophie affiancandomi «A noi, Sophie. Non lavorerò da solo» replicò Max. «A presto.» lo salutò Sophie «Ciao Max. Stammi bene» dissi io. «Anche voi ragazzi».
Sophie aprì la porta della sala degli Iniziati. Tutti i giovani ragazzi si girarono. Joy la raggiunse correndo e la stritolò in un abbraccio «Sei stata così coraggiosa» le sussurrò «Esageri» replicò la ragazza. Intanto anche i marmocchi si erano avvicinati «Sophie...» mormorò Arianne richiamando l'attenzione della cugina. «Noi che faremo?» chiese disorientata. «Quello che volete Ary. Tutto ciò che più desiderate» replicò «Non siete più obbligati a rimanere qui se non volete.» disse sorridendo ai ragazzini «Dov'è nonno Chris?» le chiese Arianne alzando lo sguardo. Il sorriso sul volto della cugina sparì. «Gli hai fatto qualcosa?» gridò la bambina. «Ary, sei ancora troppo piccola...» cercò di intervenire Joy. «Non sono piccola! Piantatela! Nonno era l'unica persona che si è presa cura di me! È l'unica che non mi ha mai lasciata sola e...» «Ed è la persona che ti ha dato questa solitudine» intervenni. Lei mi guardò con gli occhi castani lucidi di pianto. Mi abbassai al suo livello «Sei consapevole di che genere di persona è tuo nonno?» le chiesi duro. La ragazzina abbassò lo sguardo. Lo sapeva. «Ary ascoltami.» dissi appoggiandole le mani sulle spalle. «Non sei sola. Finché avrai gli amici a sostenerti non sarai mai sola. Non verrai mai trascurata, mai più, okay?» le dissi a bassa voce. Le guance della bambina di colorarono di un rosa acceso. «Io... Io...» una ragazzina dai capelli mori le strinse la mano e le sorrise. Se non mi sbagliavo si chiamava Tiara. «Stiamo tornando alle Basi. Volete tornare a casa?» chiesi. I ragazzi si guardarono tra loro pre poi scuotere la testa in comune accordo. «Allora, arrivederci.» li salutai indietreggiando, affiancato da mia sorella. Sophie si chinò ad abbracciare la cugina per poi sussurrarle qualcosa.
«Perché anche lui è qui?» sussurrai a Sophie «Perché sì» replicò lei. «Ma non poteva starsene al Centro?» sbuffai «Jay, Aiden è stato indispensabile in questa operazione, cerca di trattarlo meglio.» mi rimproverò la ragazza. Sbuffai. Il Jet atterrò nel bunker della Base di San Francisco. «Casa dolce casa!» esclamò Joy levitando allegramente giù dal jet. «Terra» sentii mormorare Frost che scendeva velocemente anche lui. «Benvenuta Signorina Hunter» sentimmo dire una delle guardie appena varcammo la soglia. Là ragazzo sorrise. Alcune persone in camice da laboratorio ci stavano aspettando con il sorriso stampato sul volto «È vero? È tutto vero?» chiese una donna dai biondi capelli dorati «Sì, l'annuncio era reale» affermò la mia ragazza orgogliosa. «È meraviglioso!» esclamò eccitata voltandosi verso l'uomo affianco a lei. «Mr. Steel?» chiese un Imperium avanzando verso di noi «Credo che tornerà presto a dirigere la Base 5, è questa casa sua.» rispose Sophie.
Mentre tutto gli altri si sistemavano nelle rispettive camere, Sophie aveva chiesto di vedersi con il capo delle guardie Imperium di quella base, seguita da Aiden. Non mi aveva permesso di andarle dietro e ciò mi provocò un leggero fastidio.
«Sa che ne hai passate tante, magari non vuole caricarti anche dei suoi problemi» mi disse Nox mentre ci allenavamo in una delle palestre. «Ma i suoi problemi sono anche i miei.» dissi parando un colpo. «Oooooh, quand'é che vi siete sposati?» scherzò Zach «E come mai io non sono stata invitata?» continuò Opal ridendo. Alzai gli occhi al cielo mentre i gemelli se la ridevano alle mie spalle. All'improvviso Opal sussultò «Ehi, tutto okay?» chiese il fratello che di colpo perse l'ilarità. «Hai ripreso le sedute con il Dr. Spencer?» chiesi io interrompendo l'allenamento con Nox. «Ragazzi! Non vi preoccupate. Non è qui il mio problema» disse picchiettando la tempia «So gestirmi, okay? Non vi preoccupate. Fidatevi di me!» ci disse la ragazza. Zach la guardò preoccupato. L'espressione supplichevole della sorella lo stava mettendo in serie difficoltà. «Ne parliamo dopo» decise. «Eccoti qua Jase!» mi chiamò Joy. «Avevi bisogno?» le chiesi «No, mi annoiavo.» fece raggiungendomi. Fece un cenno di saluto ai ragazzi. «Credo che non ci abbiano mai presentato come si deve» disse Zach alzandosi dalla panchina «Io sono Zach» disse galante con quella punta di malizia che non avrebbe mai lasciato la sua persona. «Ma smettila Zach, non hai speranze» disse Nox prima che potessi intervenire. «Che coraggio, davanti a Jase poi» rise Opal. «Io sono Opal comunque.» disse la ragazza «Joanne» replicò la ragazza sorridendo. Era particolarmente allegra. «Perché così di buon umore?» le chiesi «Come sarebbe a dire perché?» si imbronciò immediatamente. Inarcai un sopracciglio, sentendo già il pericolo nell'aria. «Umh...» Joy mi diede un punto sul braccio. «Sophie se n'è ricordata nonostante i suoi problemi e tu no?» esclamò. Cosa? Cosa mi sono scordato? Io non mi scordo mai nulla! «James Andrew Sharp! Pensavo che stamattina facessi finta di non sapere!» esclamò indignata. Continuai a fissare il volto adirato di mia sorella in cerca di soluzioni. «Sei il peggior fratello sulla Terra!» sbuffò voltandosi di scatto e andando via pestando i piedi. I miei amici mi fissarono. «Che c'è?!» sbottai «È strano vederti scordare qualcosa» disse Nox «Cerca di farti perdonare, le sorelle arrabbiate sono la cosa peggiore al mondo» affermò Opal «Posso confermare» annuì col fare esperto Zach «Ma non so nemmeno cosa ho dimenticato!» esclamai «Boh, non so, magari oggi è un giorno speciale in cui le hai promesso qualcosa» ipotizzò Nox «Giorno?» ripetei mentre una lampadina si accendeva nella mia mente. «Che giorno è oggi?» chiesi scuotendo per le spalle il mio amico «Umh, non so... Non sono un calendario» borbottò questo. «Venti giugno» disse Opal guardando dal telefono. «Oggi è il compleanno di Joy.» dissi passandomi nervosamente una mano tra i capelli.
Uscii alla ricerca di mia sorella, vagando alla cieca finché non girai l'angolo del corridoio e captai la sua voce. «Cosa vuoi?» stava gridando lei. «Cosa ti fa credere che voglia qualcosa?» replicò l'inconfondibile tono odioso di Frost. «Allora levati di torno» sbuffò Joy. Sbirciai da dietro l'angolo. «Sei impossibile.» borbottò il ragazzo. Poi le lanciò qualcosa che Joy prese al volo all'ultimo secondo. «Buon compleanno» mormorò prima di superarla e dirigendosi nella mia direzione. Non trovai un luogo per nascondermi quindi ci ritrovammo faccia a faccia. Frost mi fissò per poi superarmi senza dire niente. Sbucai dal mio nascondiglio «Joy» la chiamai. Mia sorella di voltò di scatto e portò le mani dietro la schiena. «Jase!» esclamò con aria colpevole. Poi si ricordò «Che vuoi?» mi riprese brusca «Auguri?» tentai sorridendo. «Te ne sei ricordato, vedo» brontolò. Sorrisi ancora di più per poi andarle incontro, afferrarla per la nuca ed abbracciarla. «Ti voglio bene, sorellina. Sei sempre stata il regalo più bello che i nostri genitori mi abbiano mai fatto» sussurrai sinceramente. Joy mi strinse per la vita «Non farmi commuovere, brutto scemo» replicò lei con la voce soffocata. La allontanai da me. «Beh? Che ti ha regalato Frost?» chiesi «Tu!» esclamò arrabbiata «Io!» risposi. Joy abbassò lo sguardo e rilassò l'espressione. Guardò il pacchetto regalo che aveva in mano. Una scatolina grande abbastanza da stare in un palmo della mano con un fiocco rosso. Il colore preferito di Joy. Joy aprì la scatola e quasi mi aspettai un anello. Invece dentro c'era una specie di borchia di acciaio. Joy inarcò un sopracciglio «Vedi anche tu una borchia?» chiese lei tirandolo fuori dalla scatola. «Sì» risposi. «Ma cosa...» Joy si zittì e sgranò gli occhi. «Oh...» mormorò. «So di essere incredibilmente intelligente, ma ti dispiacerebbe chiarire?» chiesi notando uno strano sorrisetto sul volto. «Non è niente» disse lei. «Il mio paio di anfibi preferiti aveva perso una delle sue borchie e... È stato stupido, vero?» rise nervosamente. «Non ha mai capito che è il mio paio preferito perché li avevo comprati con lui...» mormorò. Mia sorella e quel Frost erano tremendamente innamorati l'uno dell'altra. Ma erano entrambi troppo testardi per perdonarsi e tornare insieme.
Frost non mi è mai piaciuto particolarmente. Condividevamo la stessa stanza all'epoca degli Iniziati, ma non avevamo mai legato, anzi, io non ho mai voluto legare. «Joy...» dissi chiudendo la scatoletta. «Sai, noi Sharp abbiamo un sacco di qualità.» le dissi «La modestia non è tra queste» rispose lei con un sorriso. «Ma anche dei difetti» aggiunsi. «Parla per te, fratellone» sbuffò lei. «E l'orgoglio è uno di questi» le dissi ignorando i suoi commenti. «Lo ammetto, per me è difficilissimo fare un passo indietro, e, anche se non ti sto accanto da più di quattro anni, sono certo che lo stesso valga per te» le dissi facendole inarcare un sopracciglio. «Ma farei qualsiasi cosa per le persone che amo, anche ammettere di aver sbagliato.» conclusi. «Dove vuoi arrivare, Jase?» mi chiese lei. «Solo che, se ami veramente Frost...» «PERCHÉ PENSATE TUTTI CHE ABBIA SBAGLIATO IO?» ringhiò. «Joy...» ma la ragazza si era già voltata ed allontanata. Meno male che ero venuto per fare pace.
Tornai nella palestra e la prima cosa che notai era che c'era Sophie. Poi anche Ryder e la sua squadra. Avvicinandomi mi accorsi anche dell'assenza di Nox. «Che succede qui?» mi annunciai. Sophie si voltò raggiante e mi abbagliò con il suo sorriso. A volte penso di essere troppo dolce e mieloso. «Voglio organizzare una specie di torneo amichevole. Insomma, è utile per allenarci e a Jo piace un sacco battere la gente e dato che oggi è il suo compleanno ho pensato fosse una buona idea» disse tutto ad un fiato. «Così magari fa pace anche con Aiden e Seth!» di tutta la faccenda pensai solo che non faceva altro che nominare Aiden. Ultimamente si vedevano troppo spesso. Potevo accettare che fosse il suo insegnate dell'acqua ed anche che era un elemento indispensabile per l'accesso ai dati della B.L.C., ma ero convinto che lui se ne approfittasse. «Oh, parlando del diavolo... E dico davvero, Seth è il diavolo» esclamò Sophie. Infatti in quel momento il ragazzo stava facendo il suo ingresso. Sophie lo raggiunse «Non ti avevo detto di portare qui Jo?» gli chiese «Cosa ti fa credere che ti abbia ascoltato» replicò Frost. La fortuna volle che mia sorella arrivasse di sua spontanea volontà, ma appena incrociò il mio sguardo e quello di Frost, fece dietro front. «Jo!» esclamò Sophie raggiungendola e afferrandola per un braccio. «Sto organizzando un torneo» disse la ragazza «Un torneo?» «Sì, un torneo. E tutti qui parteciperanno, anche tu. Pensa! Potresti pestare a sangue tuo fratello!» esclamò Sophie troppo entusiasta «Come prego?» chiesi inarcando un sopracciglio «Insomma, ha dimenticato il tuo compleanno...» Sophie si voltò verso di me e strizzò un occhio. «Sof...» tentò di sbuffare Joy «Non farti pregare Jo» pregò Sophie sbattendo le ciglia. Joy alzò gli occhi al cielo. Sophie sorrise vittoriosa e tornò da Opal e Zach che erano chini su una panchina a bordo campo. «Finito ragazzi?» chiese «Sì, ma manca il caro Nox» disse Zach «Dov'è finito? Era qui un attimo fa» esclamò Opal. «Vado a cercarlo» si offrì Joy. La guardai uscire nuovamente dalla stanza, inarcando un sopracciglio. «Intanto possiamo iniziare.» Sophie attaccò il tabellone provvisorio di carta su un macchinario. «Iniziamo io e Zach» disse Sophie portandosi ad un lato del campo di terra. Gli altri smisero di riscaldarsi e andarono a raggiungere lo spalto. Raggiunsi il posto libero accanto a Opal e restai a godermi l'immagine della mia ragazza a prendere a pugni uno dei miei migliori amici. Considerando che era solo un amichevole l'incontro non era molto movimentato, più che altro Zach si offriva di dare qualche dritta sul controllo del metallo. «Okay, ora facciamo sul serio, chi esce fuori dai confini ha perso» dichiarò Sophie passando all'attacco. Dopo due minuti Zach finì con il sedere a terra. Rise. «Okay, Angelo, hai vinto tu» disse alzandosi «Ma non ti sei nemmeno impegnato!» brontolò Sophie. Raggiungendomi e sedendosi sulle mie ginocchia nonostante ci fosse posto. «Ehi» le dissi stringendole la vita «Perché questa stramba idea?» scherzai. Sophie si incupì mentre Coral prendeva posto. «Devo imparare a dominare meglio tutti i miei poteri Jay» sussurrò. «Io... Davanti a mio nonno non sono riuscita a fare quasi nulla e... Come posso affrontare la Blackwood? Ho bisogno di allenarmi» mi rivelò mentre Opal raggiungeva saltellando il campo. «Sophie, non devi pensarla così. Tuo nonno ha sempre avuto una grossa influenza su di te. È per questo che hai avuto più difficoltà ad attaccarlo, non lo volevi veramente ferire. Sei una ragazza incredibile che al momento giusto fa la cosa giusta.» le dissi sempre sussurrando. Intanto Jo era tornata con Nox che si trascinò annoiato verso di noi. «Che mi sono perso?» chiese. «Ho sconfitto Zach» disse Sophie «E Opal sta per scontrarsi contro Coral.» aggiunse. Nox prese il posto lasciato libero da Opal. Le mani di Opal si accesero di fiamme incandescenti di una sfumatura azzurrina. Realizzai in quel momento di non aver mai visto Opal utilizzare le fiamme, essendo lei più propensa a fulminare. La ragazzina di nome Coral si mise in guardia, strinse i pugni e attese che Opal la attaccasse. Lo sguardo determinato sul volto della giovane mi stupì. In un primo momento l'avevo presa per una ragazza timida e un po' svampita, ma a quanto pare mi sbagliavo. Opal attaccò creando sfere di fuoco che l'altra puntualmente schivò. Era uno scontro di fuoco, letteralmente. Fiamme azzurre e rosse di scontravano, mescolavano in una danza pericolosa. Non capivo perché Opal avesse scelto di combattere con le fiamme. Non era nel suo stile. Opal girò su se stessa per creare un vortice che distrasse l'altra ragazza. Fece un salto mortale e la colpì allo stomaco. Coral si trascinò indietro. Senza cedere, ricaricò. La mia amica, colta di sorpresa, si costrinse a indietreggiare uscendo però dallo spazio disponibile. Aveva perso. Opal si mise a ridere «Complimenti» disse allegramente spostandosi un ricciolo di capelli da davanti gli occhi. L'altra la fissò stupita. «Sei molto agguerrita» le fece l'occhiolino prima di tornare da Zach che le sussurrò qualcosa. «Adesso tocca a te Jo» esclamò allegra Sophie. «Bene! Chi devo prendere a pugni?» esclamò la ragazza emozionata. Sophie sorrise in modo eloquente. Avevo già capito chi era il fortunato. «Io» disse Seth avanzando. Il sorriso sul volto di Joy scomparve. «Sophie Hunter sei morta» disse puntando l'indice accusatore sulla mia ragazza. «È solo un torneo» fece lei innocentemente. «Hai paura di perdere, Annie?» intervenne Frost incrociando le braccia sul petto e fissandola intensamente. «Non ho mai paura di perdere, lo sai» sussurrò lei minacciosa.
Lo scontro iniziò e Joy partì subito all'attacco sfidando la gravità. Seth rimase fermo finché non parò ogni colpo di Joy evocando pareti rocciose. Joy sfruttò come catapulta un attacco del suo ex per poter lanciarsi in aria e tirare un calcio in picchiata. Il ragazzo afferrò al volo la gamba, ma come se Joy l'avesse previsto girò su se stessa per utilizzare l'altro arto cercando di colpire il volto del ragazzo. Era uno scontro alla pari dove nessuno prevaleva. Era come se tutti e due prevedessero le mosse dell'altro e si conoscessero così bene da non saper come sorprendere l'altro. Capii prima degli altri che Joy stava perdendo la pazienza. Levitò verso l'alto e l'aria nella palestra iniziò a farsi fredda e pungente. I capelli di Sophie mi volarono in faccia e le luci a spegnersi ed accendersi. Frost chiuse gli occhi tenne una mano allungata verso il terreno e nel momento in cui un turbine d'aria dall'aria letale gli puntò contro, Seth evocò una sfera di terra che lanciò in aria a cui poi diede un calcio. La sfera venne infranta in tanti pezzi dalla punta d'aria ma continuarono il loro percorso verso Joy. Lui stava per venire colpito. Lei stava per venire colpita, ma poi tutto si fermò. Le schegge di terra rimasero a fluttuare a pochi centimetri da lei e il turbine si bloccò davanti a lui, scompigliandogli semplicemente i capelli biondi. Joy iniziò a precipitare all'improvviso, perdendo il controllo dei suoi poteri. Il ragazzo non ebbe esitazioni e corse a raggiungerla sul suo disco di terra fluttuante. La afferrò al volo e piano piano la riportò a terra con lei che gli stringeva il collo. Seguì un silenzio stupito. Poi Opal iniziò ad applaudire, seguita da Zach, Coral, Eli e Sophie. L'applauso parve rianimare i due che si stavano fissando. Seth mollò la presa facendo cadere Joy di sedere e se ne andò via. Ero sicuro che Joy avrebbe iniziato a dare di matto, ma, inspiegabilmente, si alzò e tornò a sedersi al proprio posto. Fissando il campo in trance.
«Adesso toccano ad Eli e Nox» ruppe la tensione Sophie, controllando la tabella provvisoria.
Nox si alzò annoiato e si stirò come un gatto. Si trascinò verso il campo, raggiunto in fretta da Eli. Si misero in posizione.
Eli attaccò per primo con un sorriso sul volto. I suoi movimenti erano incredibilmente eleganti per essere un Imperium della terra e non me lo ricordavo nemmeno così forte e preparato. Infondo erano passati solo due anni dalla prima volta che l'avevo intravisto. Sophie mi aveva riferito che era un Geminus con ascendente della terra, per questo era particolarmente forte. Nox dal suo canto era veramente molto agile e riusciva a schivare come un Imperium dell'aria gli attacchi dell'avversario. Ad un certo punto Eli si bloccò. Guardò a destra e a sinistra come se... Beh... Se fosse cieco. «Come...» esclamò stupito. «Eli, sarai pure migliorato ma hai ancora molto da imparare.» disse Nox avanzando verso di lui. «Come hai fatto?» chiese stupito. Come ha fatto cosa? «La prossima volta te lo posso insegnare» disse Nox. Eli sorrise «Mi arrendo» disse. «Che è successo?» chiese Joy ad alta voce confusa «È un trucchetto per Imperium della terra che si impara con il mestiere» disse Nox «Rendere vane le percezioni dell'Imperium di terra avversario» disse Eli tornando al suo posto. Nox si mise accanto a lui e iniziarono a parlare. I due andavano incredibilmente d'accordo. Era come se Eli vedesse in Nox il fratello maggiore che non ha mai avuto mentre Nox... Beh, Nox è così disponibile con tutti, ma sembrava che cercasse di essere ancora più gentile con il ragazzo. Dubitavo fosse per pietà.
«Che aspetti Sharp?» non mi ero nemmeno accorto che Ryder fosse già in posizione nel campo, in attesa che lo raggiungessi. Ghignai. Sophie si alzò per lasciarmi andare. «Questa vittoria la dedico a te» dissi voltandomi verso di lei «Quanta arroganza» mi sorrise lei divertita. «Conosco le mie potenzialità» replicai rubandole un bacio. «Come ai vecchi tempi, Ryder» dissi allargando le braccia «Ti sono mancato?» ghignai divertito dallo sguardo omicida che dedicava solo a me. «Fossi in te non mi gaserei così tanto. Faresti solo una figuraccia quando ti avrò steso» replicò Ryder stringendo i pugni davanti a sé. «È questo il punto Ryder. Tu non sei me» dissi beffardo. Mentre mi mettevo in posizione scoccai uno sguardo verso le ragazze e incrociai i vigili occhi verdi di Sophie. Le feci l'occhiolino facendole alzare gli occhi al cielo. Risi perché la sua reazione era troppo prevedibile.
Non sentii nemmeno il via che Aiden mi si era già fondato addosso, tirandomi un calcio allo stomaco che mi fece volare a diversi metri. Altro che amichevole, questo qui fa sul serio! Prima che lui potesse preparare un attacco con l'acqua ricavata dal macchinario dietro di lui, infiammai i pugni e mi fiondai su di lui. Non ho mai detto che Ryder non fosse forte. Ho sempre ammesso che era capace e potente. Il suo controllo del suo elemento, nonostante si limiti allo stato liquido è più notevole di molti Imperium dell'acqua che ho conosciuto. L'ho sempre considerato un degno rivale e anche se ai tempi, mi dava fastidio che continuasse a sfidarmi, accettavo perché apprezzavo la sua determinazione. Ma ciò non toglie che io sia migliore di lui. Lo scontro continuò con colpi forti e ben assestati. Evitavo di usare l'acqua perché era sempre stato così. Lui acqua. Io fuoco. Mentre combattevo iniziavo a provare uno strano sentimento positivo. Quasi mi rividi più giovane, ambizioso di vendetta, sempre pronto a detenere il ruolo di migliore Iniziato. Mi voltai verso Sophie, e lei era lì come è sempre stato. Ed anche lì gancio destro di Ryder era lì. Finii a terra. Rotolai via prima che mi colpisse, ma lui mi bloccò con le mani dietro la schiena e la guancia premuta a terra «Continuo a pensare che tu non la meriti» ringhiò sottovoce. Infiammai le mie mani, costringendolo a mollare la presa. Lo bloccai in una presa, serrandogli la trachea. «Tu men che meno. Mettiti il cuore in pace» sussurrai minaccioso. Una corda d'acqua mi tirò per il collo facendomi lasciare Ryder. «Già fatto. Ma non posso fare a meno di chiedermi perché te» disse svettando su di me. Tirai un calcio alla sua gamba destra, facendolo cadere. Mi fiondai su di lui e gli strinsi il collo con entrambe le mani. Stesso fece lui. A quel punto fu una gara a chi resisteva di più. «Ehi, pagliacci!» esclamò la voce di Joy. «Se n'è andata.» disse raggiungendoci. Il volto ormai rosso di Ryder cambiò espressione. Lasciammo entrambi la presa e con le mani sul collo prendemmo a tossire convulsamente. «Ha dichiarato questo incontro "patetico" perché era venuta ad imparare, ed invece... Ha trovato due pagliacci che si volevano mettere in mostra.» disse allungando una mano per aiutarmi ad alzare. Accettai di buon grado. Lanciai lo sguardo verso le panchine e notai che se n'erano andati tutti. Ryder si alzò, pronto ad andarsene. «Dove vai?» le chiese Joy. «Sono un mentore ora. Ho di meglio da fare» replicò con voce roca prima di andarsene. «Usciamo?» chiesi a mia sorella «Una giornata fratello e sorella?» le chiesi sorridendo. «In giro per San Francisco» dissi. «Offro io per farmi perdonare» «E con quali soldi, scusa?» replicò lei sorridendo.
«Dovrei ancora avere il mio conto aperto. Ho risparmiato un bel po'di soldi e nonostante sia sempre stata Susan Blackwood a riempirlo, non può mica togliermelo» affermai. «Solo noi due? Non offenderti fratellone, ma sarebbe noioso» disse lei «Non credo tu conosca così bene San Francisco e sarei costretta a farti da guida» sbuffò «Bene, chiediamo anche a Sophie di venire con noi.» Joy inarcò un sopracciglio «Per fare la terza in comodo?» chiese «Ed anche Nox» aggiunsi. Joy sorrise. «Per me va bene» disse allegra mentre camminavamo per il corridoio. «Perché così felice?» chiesi inarcando un sopracciglio «Nox è simpatico» replicò lei entrando in camera sua e afferrando la borsa.
Sophie era con Nox. Si trovavano nel bosco a sorseggiare bevande gassate. «Ma quindi la Natura parla?» stava chiedendo lei. «Non esattamente. È come per i religiosi che sentono la presenza di un Dio.» affermò. «Ehi» li salutai «Avete finito di giocare?» chiese Sophie alzando gli occhi al cielo. «Mi avete rovinato il torneo» brontolò. «Sono qui per rimediare» replicai. «Venite a fare un giro per questa fantastica città?» chiesi. A Sophie gli si illuminarono gli occhi. «È da un sacco di tempo che non giro qui!.» esclamò entusiasta. Poi il suo volto si incupì «Ma io... Insomma, sono ufficialmente scomparsa e...» disse. «Sai che un paio di occhiali da sole fanno miracoli?» dissi retoricamente, mentre Joy le porgeva i suoi. «Se vuoi possiamo andare a procurarci una parrucca» disse Joy «E dove la prendi una parrucca?» chiese. «Credimi, ti stupiresti di scoprire che c'è in questa Base» rise Nox. Sicuramente l'aveva esplorata tutta.
Mezz'ora dopo, eravamo in giro per le strade di San Francisco. Sophie era così eccitata e leggevo negli occhi una certa nostalgia. Ogni tanto si passava le dita nei nuovi capelli biondi e ricci nervosamente, spostandoseli sul volto in modo da coprirlo.
Era strano andarsene in giro come un normale gruppo di ragazzi. Era una sensazione piacevole. Senza pensieri e con l'unico desiderio di divertirsi. Ma purtroppo sapevo che non era così. Ogni tanto mi chiedevo come sarebbe stata la nostra vita senza la B.L.C. probabilmente non li avrei mai conosciuti.
Sul volto delle ragazze ritornarono i sorrisi. Rimasi indietro con Nox che mi camminava affianco. «Immagina un giorno, in cui possiamo andare in giro così, felici e spensierati. Senza poteri, senza nemici da combattere, senza responsabilità, senza pensieri...» dissi guardando il marciapiede affollato. «Non saremmo più noi» rispose Nox. «Giusto.» mormorai abbassando lo sguardo. «Non saremmo più noi» ripetei. «Joanne?» chiamò una voce. Sophie si bloccò di colpo, come raggelata. Joy si fermò assieme all'amica che aveva abbassato lo sguardo, in modo che la frangia le coprisse meglio il volto. La raggiunsi e le cinsi la vita. «White» disse Joy con calma. «Perché hai smesso di venire a scuola?» chiese quel ragazzo dall'aria snob con i capelli biondo cenere. La sua voce mi suonava stranamente familiare. «Io...» «Il fatto che Sophie sia sparita non dovrebbe nuocere anche a te.» disse il ragazzo avvicinandosi. «Ho cambiato scuola» si affrettò a dire. «Con Ryder? Appena arrivato e se n'è andato subito, che tipo snob» esclamò. All'improvviso mi venne un lampo di genio. Quello era il tizio che si era dichiarato a Sophie al telefono. Mi era quasi dispiaciuto interromperlo. «Io sono James» dissi allungando una mano e ghignando. Il ragazzo inarcò un sopracciglio e mi prese la mano, mentre Sophie mi stringeva il fianco nel panico. «Eric White» rispose. «Mi chiamano Nox» si presentò anche il mio amico. A questo punto gli occhi di White puntarono su Sophie «Tessa» disse con un falsetto. Tossì e si schiarì la voce. «Chiamami Tessa» aggiunse. «Non ci siamo già visti da qualche parte?» chiese lui. «Ehi, amico. Non ci starai provando con la mia ragazza, spero. È il trucco peggiore del mondo» intervenni stringendo Sophie a me. «Oh, no!» esclamò il ragazzo imbarazzato. «Comunque... Dov'è che ti sei trasferita?» chiese a Joy. «Alla Marcey Academy» sparò il nome in incognito della Base 5. «E ti hanno accettato? Mia madre ha fatto richiesta d'iscrizione un sacco di volte ma non ha portato a nulla. È strano perché, insomma... Il denaro non ci manca» affermò. «Ecco...» iniziò Joy «Il fatto è che è una scuola ereditaria. Non è aperta a tutti» intervenne Nox. «Senti, amico. Ci piacerebbe molto intrattenerci, ma avremmo appuntamento con altri nostri amici. Non ci concedono spesso di lasciare l'Accademia. Se non ti dispiace...» disse Nox in segno di scuse. «Certo, capisco» replicò il ragazzo capendo di esser appena stato liquidato. Appena fummo lontani dal tizio scoppiai a ridere «Che hai da ridere! Ci mancava poco che mi riconoscesse! Meno male che è tonto!» esclamò Sophie arrabbiata. «Mi sono ricordato che l'ho sorpreso nella sua dichiarazione alla Romeo e non ho potuto resistere» dissi «White ti si è dichiarato? Non me l'avevi mai detto! Pensavo che avesse una cotta per me» intervenne Joy. «Non me lo ricordavo neanche» ammise Sophie.
Mezz'ora dopo eravamo di ritorno alla Base. Nox e Joy andavano incredibilmente d'accordo, così ne approfittai per rimanere indietro con Sophie. Le circondai le spalle con un braccio. «Non ti sta male il biondo. Ma i tuoi capelli sono più belli» dissi. «Grazie, Jay» sorrise «Ti ho mai detto che ti trovo bellissima?» sussurrai. Notai il volto di Sophie diventare rosso. «Jay, piantala di fare lo sdolcinato» disse lei dandomi una gomitata scherzosa tra le costole. Risi. «È la verità» gli dissi. «Anche tu non sei male» mi concesse lei con finto tono altezzoso. «Io sono un figo da paura» replicai ghignando «Montato» replicò lei roteando gli occhi. «Oh! Un chiosco dei gelati! Voglio un frullato» esclamò Sophie notando un furgoncino bianco. «Signorina Hunter?» ci interruppe una voce. Sophie si voltò verso un uomo vestito con la divisa da Imperium. «Ha chiamato la direttrice della Base 3. Cercava lei.» disse. Sophie annuì. «Jay, me lo prendi tu il frullato?» mi sorrise incamminatosi con la guardia. Sbuffai ma annuii. Mi voltai alla ricerca di Joy e Nox ma erano spariti. Rimasto ormai solo mi diressi verso il gelataio e ordinai due frullati.
Camminavo allegro lungo il corridoio con i due frullati in mano, alla ricerca della mia ragazza. Passai davanti ad un laboratorio aperto dove c'erano Nox e Joy che si stavano baciando, cercando di non far rovesciare le due bevande, forse è meglio berne... Aspetta! Chi ho appena visto baciarsi? Camminai all'indietro per guardare con occhi sgranati la scena. Joy era aggrappata al collo di Nox mentre questo le accarezzava la schiena e la parte in fondo con possesso, entrambi esploravano la bocca dell'altro con una voracità da mettere in imbarazzo chiunque. «Che state facendo?» esclamai mentre loro si staccarono come se l'uno avesse bruciato l'altro. «Stavi baciando mia sorella!» ringhiai contro il mio amico che aveva assunto una tonalità troppo rossa per la sua pelle «Ma è l'obbiettivo della tua vita farti le sorelle dei tuoi amici?!» esclamai facendo rovesciare metà frullato, ripensando alla sua breve "storia" con Opal. «Per gli dei dell'Olimpo... Ho bisogno di una sedia. Mi sta venendo un attacco di cuore» dissi mezzo confuso bevendomi quello che rimaneva di uno dei due bicchieri. Poi mi tornò in mente la scena di loro due e sputai a fontana quello che avevo in bocca in faccia a Joy, che si passò una mano in faccia per pulirsi con perplessità. «Va bene Jase, capiamo il tuo stupore, ma non c'è bisogno di farne una questione di Stato, no?» chiese Nox cercando di tranquillizzarmi. Lo fissai negli occhi, senza muovere un muscolo «Hai ragione.» dissi facendolo sospirare sollevato. «Nox?» lui alzò la testa e io gli buttai in faccia il contenuto dell'altro bicchiere. Lui schiuse gli occhi e si passò lentamente una mano sul volto, con le labbra serrate, cercando di trattenersi «Bisogna farne una questione mondiale!» urlai contrariato. «Jase!» esclamò Joy «Non credo siano affari tuoi!» mi diede una spinta sul petto «Mia sorella e il mio migliore amico si sono baciati e non è affar mio?!» le ringhiai addosso «Oh, grazie. Mi fa piacere avere un ruolo tanto importante nella tua vita, Jase.» intervenne Nox scherzando, capendo che stava per arrivare il finimondo «Tu vai a letto con la MIA migliore amica, ma non ti dico niente!» ribatté lei furiosa «E tu ci vai a letto!» sottolineò facendomi avvampare «Ma questo è diverso!» esclamai sempre più arrabbiato. «Va bene... Che ne dite di calmarvi entrambi?» chiese Nox mettendo una mano per una nostra spalla. «ZITTO!» gli urlammo contro contemporaneamente io e Joy, facendolo indietreggiare con i palmi alzati. «Wow... Beh... Io... Mi dileguo» balbettò prima di scappare. A questo punto io e mia sorella continuammo ad accanirci a vicenda «Cosa ci sarebbe di diverso?! Fai sesso con la mia migliore amica mentre io non posso nemmeno baciare il tuo? Qual'è il problema? È dolce e carino, cosa me lo impedisce?!» «Io Sophie la amo! Tu stai solamente cercando di distrarti da Frost! Ma ti sembra giusto? Non che a Nox dispiaccia poi! E poi, diamine, quello lo chiami baciarsi? Probabilmente se non fossi intervenuto io saresti già incinta, miseriaccia!» risposi a tono «Chi ti dice che non mi piaccia veramente?!» protestò «Perché sei innamorata di Frost, idiota! Pensi che non veda i tuoi occhi desiderosi quando lo guardi?! Altro che lasciarsi tutto alle spalle!» ringhiai «Quindi per piacere non slinguazzarti il mio amico come una disperata peccatrice di lussuria!» «Jay!» mi voltai per vedere Sophie che mi guardava con rimprovero «Che avete da urlare tanto?!» chiese nervosa. Dietro di lei c'era Nox visibilmente più rilassato vedendoci zittiti «Hanno limonato, Fi!» mi giustificai come un bambino «Nox! Questo l'hai ommesso!» disse lei scandalizzata voltandosi verso il ragazzo che arrossì di nuovo «Ma Jay, non è un motivo per prendersela tanto! Sono adulti, non servi tu per fare loro il terzo grado.» disse più calma. «meno male che esiste qualcuno con del buon senso» borbottò Joy alzando gli occhi al cielo. Le scoccai un'occhiata assassina, ma Sophie mi poggiò una mano sul petto mentre con l'altra intrecciò le dita alle mie, per poi avvicinarsi a me. Si spinse in punta di piedi per baciarmi l'angolo della bocca, facendomi rabbrividire di piacere «Lasciali stare. Jo se la sa cavare da sola e lo sai che Nox non è il tipo di persona che si approfitta di qualcuno. Non ti impicciare, okay? Mi devi ancora un frullato, oltre che la bici ovviamente» mi sussurrò facendomi sorridere. Le permisi di trascinarmi via a comprare altri due frullati.
«Comunque preparati, dobbiamo andare in Kansas City. Dovremmo restringere i tempi di soggiorno in ciascuna Base» mi disse. «Viene anche Ryder?» chiesi in automatico. Alzò gli occhi al cielo. «Sì, viene anche lui. È il rappresentante della B.L.C., deve per forza.» mi disse. «Ah» dissi per nulla felice della notizia.
Angolo Autrice
Sono tornata! Vi sono mancata? Non chiedetemi com'è andata la maturità, non ne voglio più sentire per il resto della mia vita 😤. Sono tornata per farvi sorridere con questa storia! Anche se il capitolo è lunghissimo non è per nulla emozionante haha.
Angolo riflessione: beh, cosa ne pensate della Joseth? Riusciranno mai a rimettersi insieme? Perché Jo ha baciato Nox? O è stato viceversa? Comunque Sophie sembra si stia rilassando... È davvero così? Tenete d'occhio anche "Segreti", perché ci saranno delle dietro le quinte che i nostri protagonisti non hanno potuto assistere, ma che io trovo importanti!
Domanda della settimana:
Se voi faceste parte di Elements... Che ruolo avreste? Inventatevi la vostra storia in questa trilogia! Forza!
(es. Sorella ipotetica di Nox, una Ribelle pentita, una fiamma di Seth, ex ragazzo di Sophie, ex di Aiden, amico di James... Boh, quello che volete!)
Partecipo ad un sacco di cose, lo so. Ma ultimamente mi sono anche iscritta al progetto dei "Personaggi Spinosi", dove fanno conoscere i vari personaggi non stereotipati delle storie di Wattpad. Ho partecipato con Nox! Andate a dare un'occhiata alla mia scheda!
Link:
http://my.w.tt/UiNb/BjcH75yAmu
Per ulteriori informazioni cercate sul profilo di CactusProject .
Sopra a settembre con Skyler More!
Sotto ancora vi dedico una scenetta
Fanart di Chiara
Seth e Sky mi ricordano Jace e Clary haha Chiara, Sky ha gli occhi grigi 😅 e Nox i capelli neri, ma sono bellissimo lo stesso.
Viva Aid!
E NoxxyDoxxy!
Probabilmente d'ora in poi pubblicherò più spesso... Umh, più o meno ogni cinque giorni... Non vi so dare una data definitiva. Quando avrò tempo presumo. Comunque il prossimo capitolo ha come titolo "Gelosia" dal POV di Sophie ❤️.
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