39. Sof: La caduta
A.a.: Avvertenze! Capitolo moooolto lungo.
«Lucas» disse l'uomo albino avanzando verso di noi. Nox non si muoveva. «Mr. Steel... Cosa ci fa qui?» chiesi avanzando di un passo. Ma l'uomo continuava a tenere i suoi gelidi occhi sul ragazzo alle mie spalle. «Sono qui a fare le veci di Mr. Barker. Si è lasciato condurre da Michael McEwan nei vari Rifugi sparsi per gli Stati Uniti» spiegò l'uomo senza guardarmi tenendo la schiena dritta, il mento alto e le braccia allacciate dietro la schiena. Steel avanzò e mi superò senza troppe cerimonie, ponendosi poi di fronte a Nox. Nox era poco più alto di Steel e teneva lo sguardo basso. Con una mano teneva i lembi della giacca della guardia stretti e l'altra mano era appoggiata mollemente al fianco. La posizione di Nox non tradiva nemmeno ansia e timore che aveva dimostrato quando l'uomo era sceso dall'elicottero. Era come se avesse indossato una maschera. Anche il volto, era perfettamente rilassato anche se il suo sguardo era basso e i ricci neri gli coprivano gli occhi. «Lucas...» l'uomo alzò una mano verso il volto del figlio. «Ti sbagli» disse Nox alzando lo sguardo e fissando il padre negli occhi gelidi. Argento e oro si incontrarono. «Io mi chiamo Nox» disse senza nemmeno vacillare. «Credi che non sappia riconoscere mio figlio?» chiese Steel con un sussurro. «Tuo figlio è morto» disse Nox. La mano ancora alzata di Steel scattò in avanti e colpì il volto del ragazzo. La testa saettò di lato e lui rimase in quella posizione mentre dalla mia gola sfuggì un urletto. «Ma è impazzito?!» esclamò James allontanando Steel e frapponendosi tra l'amico e l'uomo. «Scansati James Sharp. Non sono affari tuoi» disse rigido. Non me lo sarei mai aspettata da Steel. Mi era sempre sembrato un uomo a posto, anche se rigido e freddo. Non avrei mai immaginato che avrebbe alzato le mani sul figlio che credeva morto, sul figlio che non vedeva da almeno dieci anni. «Se si tratta dei miei amici sono affari miei eccome!» esclamò James fulminando l'uomo con lo sguardo, tenendo una mano dietro di sè come a fare da scudo all'amico, che non si era più mosso dopo il colpo. Steel fece un passo avanti, facendomi rabbrividire. La situazione stava degenerando e io non sapevo cosa fare. James era già sul piede di guerra, ma venne bloccato. Nox gli afferrò il braccio facendo voltare il suo amico alla ricerca di spiegazioni. Il volto di James diceva "fammelo prendere a calci!". Nox si pose di nuovo di fronte al padre. «Non sono tuo figlio.» disse risoluto. «Non so chi tu sia e tu non sai chi sono io. Non abbiamo alcun legame.» chiarì. «Cosa ti fa pensare di poter riconoscerlo a prima vista dieci anni dopo? Tu che non l'hai mai guardato?» riprese calmo ed inespressivo. «Sei uguale ad Amity» disse inaspettatamente l'uomo albino. Sentivo una leggera dolcezza nel suo tono di voce, una dolcezza che non avrei mai pensato potesse uscire dalle sue labbra. «Ti sbagli» replicò semplicemente Nox con una freddezza che non si addiceva ai suoi caldi occhi. Si voltò e avanzò a passo sicuro verso la Base. James fissò Steel per un breve istante e seguì l'amico, cosa che feci anche io, affrettandomi a raggiungere i due ragazzi.
Ci fecero entrare in silenzio e sentimmo le guardie accogliere il loro vice capo. Scortammo Nox fino alla camera nella quale era ricoverato dove lui si buttò sul letto e si coprì con la coperta fin sopra la testa, rannicchiandosi in un fagotto. James rimase appoggiato sulla soglia della porta, in silenzio. «Resto» disse improvvisamente Nox «Resto finché non mi riprendo.» disse. «Resti finché sarà tutto finito» replicò James. «Resti per Max, per Zach, per Opal, per me.» continuò James sicuro. Nox non ripose. Rimase infagottato nel suo bozzolo di coperte. «Mi tocca» disse dopo un lungo silenzio.
Steel aveva preso le redini della Base ed era troppo occupato per poter dar fastidio a Nox. Avevo condiviso il mio piano con tutte le persone di cui mi fidavo. Jo, che si era dimostrata particolarmente entusiasta ed orgogliosa di me. Aiden che aveva acconsentito a raccogliere le informazioni più difficili. Era stato facile convincerlo. Dopo che eravamo tornati dalla stanza di Nox per andare verso quella di Max, spiegai il mio piano ad Aiden che mi guardava con espressione particolarmente seria, quasi temetti che mi avrebbe negato il suo aiuto. «È una cosa grande» disse pensieroso «E... Sbagliata.» tentennò «Se non vuoi posso capire!» mi affrettai a dire «Solo... Potresti non dirlo a nessuno?» chiesi «Certo che voglio.» disse senza badare allo sguardo di James «Non mi aspettavo che avresti accettato. Tu. Fedele animale della B.L.C. che trasgredisci alla tua e tanto amate regole per fare un'insurrezione?» intervenne James con il suo solito tono da stronzo. «Lo faccio per Sof» disse tranquillamente prima di voltarsi verso di me. «Puoi fidarti» disse sorridendomi.
Avevo reso partecipi anche Seth, Coral ed Eli. Seth non aveva avuto alcuna reazione. Si limitò a dire «Beh, era ora». Coral mi aveva guardata con occhi pieni di ammirazione ed aveva esclamato eccitata che sarebbe stata dalla mia parte in qualsiasi caso, cosa che aveva fatto scappare una risata ad Eli che mi disse che si fidava di me. Ovviamente anche i Gemelli vennero a sapere dei piani. Zach aveva già subito l'amputazione e stava attendendo che il suo nuovo braccio venisse terminato. Opal era sempre al suo fianco, facendogli da braccio sinistro. Rimanevano rilegati nella zona di riabilitazione, senza andare da altre parti, ricevendo solamente le mie visite, quelle di James e Nox, assieme a quelle dottori, inventori, meccanici ed infermiere. Opal aveva insistito a fermare la propria terapia per stare sempre accanto al fratello dicendo che era la sua terapia migliore. Zach aveva perso un po'della sua vecchia allegria e non si era dimostrato particolarmente entusiasta del piano. Sperai vivamente che si sarebbe ripreso con l'automa nuovo. Abituandosi col tempo. Nox si trovava sempre nella Serra che quasi si trasferì lì. Quell'angolo di paradiso e le stanze dei gemelli erano gli unici luoghi che frequentava e ogni tanto spariva in luoghi sconosciuti. Non si faceva mai vedere in giro e non lo incontravo spesso. Sembrava un ombra che si muoveva silenziosamente per i corridoi della Base. Desiderava partecipare anche lui, contribuire a questa grande mossa azzardata. Comunque io non avevo il tempo materiale da passare con loro e accertarmi della loro sicurezza e benessere. Mi rinchiudevo sempre in laboratori con Dott. Spencer e Max ad ascoltare piani su piani e Mr. Steel aveva ricevuto il mio programma da seguire del nonno. Avevo gli occhi delle sue guardie addosso, quindi non potevo sottrarmi ai miei allenamenti e studi intensivi. James si era allontanato, dicendo che mi voleva lasciare lo spazio che meritavo ma mi sentivo abbandonata da lui, anche perché non era particolarmente motivato durante le nostre lezioni nel dominio del fuoco. Ero ancora profondamente instabile con quell'elemento e sembrava non ci fossero speranze nel miglioramento se non continuare ad alimentare le fiamme con il dolore. A lezioni concluse, James andava a trovare i suoi amici, stava con loro assicurandosi che stessero bene e che avessero tutto ciò che serviva. Nonostante fossimo sotto lo stesso tetto ci vedevamo così poco che sentii molto la sua mancanza.
«Sophie? Stai ascoltando?» mi richiamò Max. «Sì! Cosa?» esclamai colta in fragrante. Cosa stava dicendo? Di che stiamo parlando? Mi sentii come nei miei vecchi giorni a scuola quando mi distraevo dalle lezioni e venivo ripresa dai professori. «È tardi, forse è meglio che tu vada a dormire. Ne riparliamo domani»
mi disse gentilmente Max. «Lo so, ma oggi sono stata trattenuta tutto il tempo negli allenamenti e...» provai «Tranquilla. La copertura è importante. Vai» mi rassicurò Max. Gli sorrisi e gli augurai la buonanotte. Arrivai nella mia stanza e mi tuffai nel letto. Mi girai e rigirai senza riuscire a dormire temendo qualche incubo. Ero troppo sotto stress. Quel giorno non avevo nemmeno visto James... Jo mi aveva detto che aveva passato tutto il tempo nella riabilitazione di Zach. Mi alzai dal letto e indossai una vestaglia sopra la maglietta larga che usavo da pigiama e uscii nei corridoi. Controllai che non ci fossero guardie e mi diressi verso la stanza di James. Nei corridoi continuai a guardarmi circospetta intorno, sperando di non essere beccata. Prima di svoltare verso il corridoio della stanza di James mi voltai per controllare un' ultima volta, per zittire il senso di inquietudine che mi faceva credere che ci fosse qualcosa dietro di me. Arretrai ma la mia schiena andò imprevedibilmente contro qualcosa di solido e caldo. Mi voltai di scatto, pronta ad attaccare e trovai James nella mia stessa posizione di allerta. Ci rilassammo entrambi. «Sei uscita a cercare me?» mi sussurrò divertito «Tu sei uscito a cercare me» affermai avanzando verso di lui. «Non passiamo un po' di tempo da soli da un po'» dissi premendo il mio corpo contro il suo. Le sue braccia mi avvolsero senza esitazione «Vero, chissà come hai fatto a resistere» scherzò lui «Chissà come hai fatto tu a resistere» gli sussurrai sulle labbra «Io non resisto» mormorò prima di appropriarsi della mia bocca. Avvolsi le mie gambe attorno alla sua vita e le braccia attorno al suo collo, facendogli sostenere tutto il mio peso. In breve tempo i nostri respiri si fecero entrambi affannosi ma in un modo ritmico. Il nostro nucleo di passione venne interrotto dai passi di una guardia. Ma invece di allarmarci, ci spostammo semplicemente verso l'ombra del fascio di luce in lontananza «Camera tua o mia?» mi sussurrò mordicchiandomi il lobo dell'orecchio. Ormai troppo presa dalle sensazioni e dal calore mormorai un "tua" confuso, mentre lui mi portava in braccio in direzione sconosciuta. Eludemmo la guardia tra baci e carezze e finalmente sentii la porta della sua stanza contro la schiena. James faticò a aprirla, ma quando ci riuscì fece appena in tempo a chiuderla con un calcio. Non ebbi nemmeno il tempo di vedere la sua stanza che mi ritrovai sul letto con il suo corpo sopra il mio. Successe molto più velocemente della prima volta, ma non fu meno intenso e bello. Non c'era più la timidezza della prima volta, la lentezza, la delicatezza, ma solamente pura sensualità e passione. Non sentii nemmeno dolore, presa com'ero.
Mi accoccolai tra le sue braccia e lo strinsi a me, con il terrore che se ne andasse di nuovo come l'ultima volta. Lo volevo con me, lo volevo così disperatamente e avevo così paura che mi lasciasse, che se fosse stato necessario, gli avrei messo le manette ai polsi. Mi strinsi ancora a lui appoggiando la mia guancia sul suo petto nudo e sentendo distintamente il suo cuore battere forte e velocemente. La sua mano mi accarezzava delicatamente i capelli scompigliati mentre l'altra correva su e giù per la schiena. «Non mi lasciare» sussurrai ispirando il suo dolce profumo indefinito. «Non lo farò» replicò lui. Alzai lo sguardo per cercare il suo «Dico sul serio. Non promettermelo a vuoto. Non mi lasciare più, non me ne frega dove devi andare e quanto pericoloso possa essere, tu mi porterai con te. Non mi lasciare mai più indietro.» gli dissi seria. «Fi...» tentò di farmi ragionare «James» dissi duramente «Lo capisci che soffro di più senza di te che davanti al nemico con te?» gli dissi «Non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa...» «Perché?! Pensi che io mi riuscirei a perdonare se ti accadesse qualcosa di nuovo? Non sei meno importante di me Jay» esclamai spostandomi sopra di lui. «Ti ho già detto che il mio posto più sicuro è stare accanto a te, no?» mi sporsi in avanti e gli sfiorai delicatamente le labbra con e mie. «Ti amo così tanto che sono disposto pure a farmi odiare da te.» disse stringendomi «Se mi ami veramente dovresti volere la mia felicità e non solo la mia sicurezza» replicai seria. «Non dubitarne mai» disse fissandomi intensamente. «Cosa?» «Non dubitare di quello che provo per te» disse più precisamente «Ma io...» protestai. Ma lui mi zittì capovolgendo le posizioni facendomi finire sotto di lui e riprendendo a baciarmi con vigore. Alla fine non ero riuscita a strappargli quella promessa. Lui si sarebbe comunque sentito il diritto di lasciarmi per il mio bene. E io avrei convissuto con la paura di vederlo andarsene.
La mattina seguente il mio orologio interiore mi svegliò prima del solito. Anche perché le abitudini mattiniere di allenarmi all'alba di Seth mi avevano contagiato. James dormiva ancora accanto a me, con un braccio piegato dietro la testa ed uno allungato su cui ero appoggiata io. Il petto scoperto si alzava e abbassava a ritmo del suo respiro. Dormiva con le labbra semiaperte e le ciglia lunghe gli tremavano leggermente. Mentre dormiva sembrava così indifeso, pacifico e tranquillo. Mi avvicinai al suo volto, sentendomi un' approfittatrice e allungai il dito per percorrere il profilo del suo volto senza toccarlo. I capelli castani scuro che di solito gli coprivano la fronte, erano spostati in diverse direzioni, lasciando il suo volto libero. Le mie dita giunsero sulle spalle dove c'erano alcune cicatrici bianche ormai datate. Ogni cicatrice aveva la sua storia e lo rendevano ancora più bello. La sua pelle aveva un aspetto così marmoreo che mi chiesi se non fosse stato scolpito da un dio. Un dio che aveva aggiunto appositamente delle imperfezioni per renderlo ancora migliore. Era bellissimo svegliarsi accanto a lui, ancora meglio se lo facevo prima io, per poterlo ammirare in un momento cosi speciale. Senza preavviso lui apri gli occhi e si alzò di scatto. La sua fronte sbatté rumorosamente contro la mia, facendo rimbombare tutto. Mi afferrai la testa ed esclamai dal dolore, stessa cosa che fece lui. «Dannazione! Che testa dura che hai!» si lamentò «Sei tu che ti sei alzato all'improvviso!» protestai massaggiandomi la fronte dolorante. Non sentendo la sua risposta arrivare, mi voltai verso di lui e trovai il suo sguardo inchiodato su di me. Realizzai che mi stava vedendo come madre natura mi aveva creata e in un atto di imbarazzo mi coprii con le coperte. «Beh... Alla luce del mattino è decisamente diverso...» ghignò lui dopo averlo visto deglutire. «Scemo!» esclamai rifilandogli un calcio che lo fece ruzzolare giù dal letto dato che non era largo come il mio.
Consapevole di dover andare in palestra a seguire le lezioni con Seth, raccattai in fretta i miei vestiti e mi fiondai nel bagno del ragazzo, intenta a farmi una doccia. Il bagno sapeva di lui, nonostante non vivesse in quella stanza da molto tempo. Non mi feci problemi ad utilizzare il suo shampoo e il suo bagnoschiuma, quando all'improvviso l'acqua divenne gelata, facendomi strillare. Sentii ridere oltre la porta. Bastardo! Uscii dalla doccia e mi avvolsi nel suo accappatoio. Domai l'acqua, caricandone la forza. Aprii la porta del bagno e individuai James appoggiato contro il muro con le braccia incrociate in attesa. «Finalment...» non riuscì nemmeno a finire che si ritrovò zuppo. «Non sono stata carina? Ti ho aiutata a fare la doccia.» dissi innocentemente. Prima che me ne accorgessi una mano d'acqua mi aveva tirata dentro la vasca da bagno accanto al lavandino e mi ritrovai di nuovo zuppa assieme all'accappatoio. «Non sono stato carino? Ti ho aiutata a fare il bagno» mi imitò lui con un sorrisetto strafottente sul volto. Prima che iniziasse una guerra d'acqua. Qualcuno bussò alla porta. James andò ad aprire, facendo intanto evaporare il bagnato. Sbuffai e lo feci anche io, cercando di non tirarmi troppo i capelli mentre l'acqua si accumulava in una bolla davanti a me. Era incredibilmente utile essere un'Imperium dell'acqua. Non si aveva nemmeno bisogno del phon.
«Zach?» sentii la voce di James «Ti prego amico! Nascondimi! Non sopporto più Opal! Mi tratta come un poppante! Troppo, troppo, troppo premurosa!» disse. «È normale che si preoccupi per te...» sentii dire James. «Sì, ma noi ci prendiamo cura a vicenda allo stesso modo. Non deve diventare mia madre» disse esasperato il rosso. «Mi nasconderò nel tuo bagno se lei viene a cercarmi.» annunciò «Ehi! No! Aspett...» cercò di frenarlo James ma la porta del bagno si aprì e Zach mi trovò in accappatoio seduta sul bordo della vasca da bagno. «Ah, Jase!» fece il ragazzo sorridendo malizioso. «Eri occupato allora!» rise. «Ciao Angelo» mi salutò facendomi l'occhiolino «Ciao Zach» replicai sorridendo. Zach aveva attaccato al braccio sinistro lo scheletro di quello che sarebbe stato il suo futuro braccio meccanico ed era abbastanza inquietante. I suoi begli occhi azzurro cielo erano contornate da ombre scure come quelle di Nox, ma sembrava più in forma dell'ultima volta che lo ero andato a trovare. «Ti dispiace se resto in bagno con te?» mi chiese sorridendomi malizioso facendomi ridere. Qualcuno bussò alla porta. «Zachary Day! Lo so che sei là dentro!» sentimmo gridare da fuori. «Merda!» Zach spiccò un salto e si tuffò nella vasca da bagno dietro di me per poi accovacciarsi. «Io non sono qui» sussurrò. Risi ed uscii dal bagno richiudendo la porta dietro di me, mentre James apriva nuovamente quello della camera. «Opal» la salutò stancamente mentre questa si fiondava dentro. «So dove sei!» ringhiò prima di notarmi. «E hai pure disturbato Jase e Sof mentre facevano sesso?!» esclamò. «Umh, noi non...» esclamai, ma la ragazza non mi stava più ascoltando. Si fiondò a passo sicuro in bagno. La sentimmo urlargli contro e stesso faceva Zach, ma presto si calmarono e Zach seguì docilmente la sorella fuori dalla stanza di James. «Continuate pure» ci sorrise Opal prima di chiudersi la porta alle spalle. «Beh... Non è una brutta idea» buttò lì James. «È una brutta idea. Sono già in ritardo per gli allenamenti di Seth. È un miracolo che non ci siano già le guardie a prelevarmi» esclamai mentre raccattavo i vestiti.
Seth mi stava aspettando. Nell'attesa, si era messo ad allenarsi. Appena arrivai mi rimproverò «Sei in ritardo» «Sì, scusa ma...» provai a spiegare «Cominciamo» affermò interrompendomi «Fra un po' dovrebbe arrivare Eli.» mi disse «Ho organizzato un piccolo incontro per testare le tue abilità nella percezione.» afferma il ragazzo. «Mettiti questa» mi disse senza guardarmi lanciandomi una fascia. «Vedrai come Eli» ghignò il ragazzo alzando finalmente lo sguardo su di me. Avevo la vaga sensazione che quel ragazzo si divertisse nel torturarmi. Mi misi la fascia sugli occhi, avvolgendomi nell' oscurità. Immediatamente sentii come se mi mancasse qualcosa, il mio equilibrio ed il mio orientamento vennero a mancare. Mi sentivo indifesa e debole e quando sentii Eli salutarci realizzai che lui, inizialmente, era rimasto con la consapevolezza di non poter più vedere e di dover rimanere nell'oscurità per sempre. Quando io potevo semplicemente togliere la benda per tornare come prima. Provai un moto di empatia per quel ragazzo che al momento stava discutendo con Seth. «Sei pronta Sophie?» chiese. Mi voltai verso la sua voce e mi misi in posizione. «Pronta» dissi. Improvvisamente qualcosa mi colpì allo stomaco e mi fece cadere. «Non ci siamo. Devi sentire le vibrazioni del terreno. Solo così potrai prevedere le mosse.» mi disse la voce di Seth. Annuii e mi rialzai. Cercai di diventare un tutt'uno con il terreno come quando lo dovevo evocare, ma senza farlo realmente. Improvvisamente sentii la presenza di qualcuno. Come una mano appoggiata sul braccio. Percepii il movimento e scartai di lato, ma non fui abbastanza veloce. Qualcosa mi colpì alla spalla facendomi girare su me stessa, ma con l'aiuto delle mani mi rimisi in equilibrio. Sempre all'oscuro di tutto, tentai di sentire il terreno. «Sophie!» esclamò la voce di Eli «Non esiste solo la terra. Hai altri senti, udito, tatto, olfatto. Usali. Senti i spostamenti d'aria, il terreno non è tutto» mi rimproverò. Cercai di concentrarmi il più possibile, seguendo i suoi consigli, ma avevo costantemente una sensazione di vuoto. Senza la vista mi sentivo più debole ed insicura. Come se fossi ad un passo da un precipizio. Qualcosa mi colpì la schiena e contemporaneamente il terreno ai miei piedi si spostò. Caddi di schiena e sospirai. «Ho fatto schifo, vero?» chiesi sempre con la benda stretta sugli occhi, mentre allargavo le braccia e il mio petto si alzava e abbassava velocemente per prendere fiato. «No.» fece la voce atona di Seth. «Hai fatto più che schifo» disse tanto per motivarmi. «Ora alzati. Riproviamo.» mi incitò. «Eli, sei pronto?» chiese il ragazzo antipatico a quello dolce. «Perché? Non dovrei?» scherzò l'interpellato. Eli ripartì all'attacco e io cercai di impegnarmi il più possibile, ma in meno di cinque secondi finii di nuovo a terra. «Sei veramente scarsa, eh?» mi schernì il mio premuroso maestro del controllo della terra. «Va al diavolo, Seth. Perché non mi affronti tu invece?» ringhiai saltando in piedi «Perché io non mi so dosare, non sono capace di non dare il tutto e per tutto. Eli è più delicato e non sta nemmeno usando un quarto delle sue capacità» rispose la voce di Seth. Mi strappai la benda dagli occhi. «Vi sfido. Tutti e due.» esclamai. «Non fare l'offesa e riprendiamo» disse Seth. «Non sono offesa. Voglio solo vedere se faccio veramente così schifo.» dissi convinta. Seth guardò Eli che però non ricambiò lo sguardo. Ovvio. «Sophie... Sappiamo tutti e tre che nel dominio della terra non ci eguagli» provò Eli. «Sì, ma io ho anche altri elementi» affermai. «È qui che ti sbagli» intervenne una voce che mi raggelò. Mi voltai per incontrare lo sguardo di mio nonno. «Mr. Barker» risposero in coro i due ragazzi. Il nonno fece un cenno a loro. «Quando sei tornato?» chiesi stupita. Non ero pronta. Non eravamo pronti. «Poco fa.» «Michael...» provai a dire «È dove deve stare» minimizzò il nonno. «I ragazzi hanno ragione. Al momento i tuoi poteri, presi singolarmente, non eguaglierebbero nemmeno uno di loro. Devi essere la migliore in tutte le discipline. Non puoi basarti sul fatto che hai altri assi nella manica. Su questo punto devi battere Susan.» mi disse severo. «Per questo devi migliorare in ciascuno di loro. Ho sentito che i problemi più grandi stanno nel fuoco e nella terra» disse «Sono gli insegnati a non essere competenti?» chiese. «Cosa? No! Sono i migliori in circolazione! Sono io che... L'aria e l'acqua mi vengono più spontanei perché sono rispettivamente il mio segno e il mio ascendente» dissi abbassando lo sguardo «Allora sei tu che non ti impegni abbastanza» disse il nonno. Il nonno aveva il potere di farmi sentire un inetta, e sentivo costantemente la sensazione di essere inferiore a lui. Ma non volevo. «Chris» un'altra voce conosciuta interruppe l'ennesimo discorso. Nonno Chris si voltò e rimase scioccato per la prima volta in vita sua. Probabilmente. «Meng?» chiese stupito «Sono proprio io» affermò allargando le braccia l'uomo orientale. «Pensavo ti avesse ucciso...» mormorò Chris «È quello che ha fatto credere a tutti» replicò il dottore avanzando. Era strano vedere il nonno senza parole. «Mi avevi tradito. E hai tradito pure lei» disse all'improvviso il capo della B.L.C. «Ho solo compiuto le scelte più ragionevoli.» rispose l'uomo impassibile. «Eri la persona di cui mi fidavo di più» mormorò il nonno con voce atona «Anche tu. Pensavo non avessimo segreti... Ma a quanto pare ci sbagliavamo entrambi» affermò Max. «Tutti sbagliamo» «Giusto». Seguì un silenzio carico di tensione nella quale i due uomini si fissarono intensamente. «Bentornato a casa» ruppe la quiete il nonno, con freddezza. Poi se ne andò. «A me sapeva di minaccia» esclamò all'improvviso Eli. «È molto probabile che mi farà cadere accidentalmente una trave di metallo in testa» scherzò il dottore. «Ti ho visto mentre combattevi, ragazzo» aggiunse poi rivolto ad Eli. «Sei molto forte» aggiunse. «Grazie signore» replicò educatamente il ragazzo «Non era un complimento» disse Max passeggiandogli intorno ed esaminandolo come se fosse stato un pezzo da museo. «Il tuo amico lì è forte per essere un Imperium della terra. Significa che si è dato molto da fare. Non che tu non abbia fatto lo stesso ma sembri troppo forte» cerca di spiegarsi Max rimbambendo tutti. «Cosa intende?» chiese Eli confuso. «Posso fare un'esperimento?» chiese Max conducendo Eli verso un macchinario. «Hai mai provato a controllare il metallo?» gli chiese «Umh, no signore. Non credo di esserne capace» affermò il cieco. «Appoggia una mano sul macchinario» Eli eseguì confuso. «Riesci a distinguere ogni parte della macchina, vero?» gli sussurrò «Sì...» mormora Eli. «Riesci a sentire i minerali del metallo nonostante sia stato lavorato una moltitudine di volte» affermò Max. «Max, che stai cercando di dire?» mi intromisi. «Vedi Sophie. Ci sono tre tipi di Imperium che riescono a controllare il metallo alla perfezione» iniziò a spiegare «Il primo, è il Geminus con i domini del fuoco e della terra. I Geminus hanno la possibilità di dominare elementi fuori dalla natura. Sappiamo benissimo che fuoco e terra fa soltanto della terra bruciata. Ma certe reazioni chimiche li rendono versatili a determinati elementi...» «Aspetta Max, stai divagando e non ci sto capendo niente» lo interruppi terrorizzata «Scusa, stavo dicendo che i Geminus come Zach hanno questo dono di poter controllare il metallo come se fosse un terzo elemento, qualcosa di facile, percepibile e naturale.» ci spiegò «Il secondo tipo di Imperium capace di controllare il metallo, è quello come tuo nonno o come questo ragazzo qui» disse dando una pacca sulla spalla a Seth che fece una smorfia inquietante, come se stesse pensando di tranciare o meno il collo di Max. «Sono Imperium della terra molto allenati che percepiscono i minerali dei metalli. Per questo per loro è molto ma molto più difficile dominarlo. Diciamo che percorrono una strada più lunga per arrivare al dominio del metallo.» disse. «Ma cosa c'entra Eli?» chiese Seth «Eli? È così che ti chiami?» chiese Max rivolto al ragazzo. «Eli Twain, signore» risponse l'interpellato. «Mi è familiare questo nome...» sussurrò «Ma da quanto tempo non ci vedi?» chiese «Oh, beh, circa due anni» rispose a disagio. «Vedete? È questo il problema! Avevo ragione!» esclamò esaltato. Io e Seth incrociammo i nostri sguardi confusi perché evidentemente nessuno dei due aveva capito qualcosa. «Non ci arrivate?» chiese Max guardandoci pieno di aspettative. «No, Max» risposi «Qualunque Imperium della terra impiegherebbe decenni per arrivare al livello di questo ragazzo e lui, ha impiegato solamente due anni per conoscere tutte le arti del dominio della terra» spiegò. Inarcai un sopracciglio «Semplicemente è un ragazzo dotato che si è impegnato» intervenne Seth «Sì, sì! Ovviamente l'impegno c'entra, ma c'è di più!» gesticolò il dottore facendolo sembrare un pazzo. «Ragazzo, scommetto che tu riesci a percepire non solo la presenza di determinati individui, ma anche il muovere delle loro labbra, sentire il battito cardiaco, sentire persino le emozioni dei presenti. Non hai difficoltà a percepire su terreni asfaltati e hai una visione più ampia di ciò che ti circonda rispetto a noi» affermò rivolto ad Eli. «In effetti sento molte cose...» rispose il ragazzo intimidito. «Non vi è ancora chiaro, ragazzi?» esclamò Max. Mi sentivo decisamente una stupida per non esserci ancora arrivata. Di che parlava? Fissai nuovamente Seth che mantenne un' espressione impassibile «Eli è un Geminus» disse questo. Aprii la bocca per replicare ma poi ci ripensai. «Io sono cosa?» chiese Eli «Tu, ragazzo mio, sei un Geminus... Più o meno» rispose Max felice perché qualcuno era riuscito a seguire il suo folle discorso. «Molto probabilmente hai un ascendente della terra. E ciò ha intensificato i tuoi poteri. In passato ho già incontrato Imperium come voi... Che purtroppo sono... Hanno subito le peggiori delle sorti» mormorò Max più serio. «Vi spiego, non esistono solo Geminus con due elementi diversi come James, i Gemelli e Nox, ma anche quelli come questo ragazzo che hanno ascendenti del suo stesso elemento. Quelli come lui, terra e terra, hanno una percezione delle cose superiore alla media degli Imperium della terra, sono precisi e non sbagliano mai. Se volesse, imparerebbe in questo preciso istante a dominare il metallo solamente perché è più veloce dei normali Imperium. È come un corridore. Rispetto agli altri corridori è più agile e veloce, anche se fisicamente non è più dotato degli altri.» si esaltò di nuovo il dottore. «Sono come dotati di un super sesto senso.» continuò «Ho conosciuto anche alcuni Geminus dell'acqua, anche se il plurale di Geminus sarebbe Gemini ma sono dettagli insignificanti dato che non dovrebbero nemmeno esisterne. Comunque oltre a dominare tutti gli stati dell'acqua, che è già difficilissimo in sé, hanno la possibilità di... Come dire, rendersi impermeabili ad essa o anche addirittura respirare sott'acqua, non sentire la pressione o cose così... Ovviamente arrivati ad una certa profondità la sentirebbero anche loro. Ne ho conosciuta una che era capace di utilizzare le proprietà curative dell'acqua, ho creato un sacco di medicinali grazie a lei. Sono una rarità anche quelli dell'aria, capaci di sospendersi senza gravità o addirittura solidificare l'aria, in sostanza fare dei campi di forza. Però non ho mai conosciuto un Geminus del fuoco e non so proprio cosa possano fare. Penso che se Chris li avesse lasciati in vita avrei potuto scoprirlo...» straparlava Max. «Max, Max, Max» lo interruppi «Non è la cosa più importante, bene, abbiamo scoperto che Eli è speciale, ma ciò non cambia nulla, il punto è che mio nonno è tornato e noi...» Max scosse leggermente la testa per interrompermi. Inarcai un sopracciglio confusa e offesa, prima di realizzare che probabilmente qualcuno ci stava ascoltando ora che il nonno era tornato.
«Ah, Sophie cara, tieni agli amici!» esclamò teatrale prima di andarsene. Seguì un minuto di silenzio. «Beh, continuiamo» dichiarò Seth rompendolo.
Aiden mi aspettava nella solita palestra. «Ciao, Sof» mi sorrise «Che si fa oggi?» chiesi massaggiandomi la spalla ancora dolorante per la secessione dell'elemento della terra. «Stanotte» disse semplicemente prima di attaccarmi all'improvviso. Attutii il colpo deviano l'acqua. «Non sono pronta...» dissi tra un colpo e l'altro «Non importa, non possiamo aspettare, altrimenti rischiamo di venire scoperti» replicò il ragazzo. Il mio cuore iniziò a battere forte anche per l'agitazione «Sophie, andrà tutto bene» mi consolò il biondo. Sorrisi riconoscente, ma lui sfruttò il momento di distrazione per colpirmi con un proiettile d'acqua allo stomaco e mandarmi a gambe all' aria.
Non avevo detto nulla a James. Mi sentivo in colpa ma sicuramente si sarebbe inventato qualcosa per intervenire. Al contrario, l'avevo riferito a Nox che mi aveva rassicurato che lo avrebbe tenuto d'occhio per me oltre ad un "buona fortuna". Poi si era dileguato come al solito, in modo che nessuno lo trovasse nemmeno per sbaglio. Tantomeno il padre, che si trovava ancora alla Base. Jo si sarebbe occupata della salvaguardia degli Iniziati, in caso le cose fossero andate male.
Mi feci forza e tirai un sospiro prima di bussare alla posta dell'ufficio di mio nonno. «Avanti» lo sentii dire. Appena varcai la soglia, mi ricordai della prima volta che lo feci. All'epoca non sapevo ancora nulla ed ero arrivata per ottenere spiegazioni che ora avrei preferito non conoscere mai. «Nonno Chris» dissi. Il nonno alzò lo sguardo dai fogli davanti a sé. «Che ci fai qui? Sono molto occupato, Sophie. Ho una marea di lettere a cui rispondere, che c'è?» chiese l'uomo «Volevo assicurarmi delle cose...» iniziai «Se è per tuo padre sto ritardando il suo risveglio perché è comunque un periodo duro e tu non si pronta per tornare da lui. Se lui si svegliasse ora dovresti affrontare nuovamente il lutto di tua madre e sarebbe una grossa perdita di tempo». Un macigno di senso di colpa mi si appesantii sulle spalle. Ero stata così presa negli ultimi tempi che avevo nuovamente scordato mio padre. Ma forse era meglio così, non ero pronta a vederlo soffrire per mia madre. «Non mi riferivo a lui...» avanzai «Io parlavo della sicurezza di Max e degli amici di James» dissi. L'uomo tornò a fissarmi «Cosa intendi dire?» «So che un tempo eliminavi i Geminus.» dissi seria «E so che hai già scoperto che loro non sono semplici Imperium. È impossibile tenertelo nascosto» continuai «Perché credi che siano ancora vivi sotto il mio tetto? L'ho fatto per te. Non ti preoccupare» mi zittì tornando sui suoi fogli «Perché li uccidevi?» chiesi sinceramente curiosa. Stavo ritardando pericolosamente il tutto ma dovevo ottenere risposte. L'uomo sospirò «Non ne possiamo parlare un' altra volta?» mi chiese spazientito «No» replicai gelida «Perché tu non eri pronta e non desideravo che qualcun altro potesse essere superiore alla media. Solo tu potevi essere la migliore, mi capisci? Erano d'intralcio, erano pericolosi e incontrollabili. Non posso permettere che sotto la mia direzione ci siano persone con le carte in regola per ribellarsi. Ci sarebbero altre Susan e a quel punto avremmo perso tutto quanto.» mi disse. Ero orripilata da quella rivelazione. Volevo tanto rispondere a tono, cercare di farlo ragionare, ma sapevo che sarebbe stato totalmente inutile. Dovevo semplicemente seguire il piano. «Capisco...» mormorai abbassando lo sguardo. «Perdonami, nonno.» sussurrai. In quel momento scattarono gli allarmi e tutte le porte vennero sigillate. Mio nonno si alzò di scatto e uscì dalla stanza in fretta e furia, intento a capire l'origine del problema. Lo seguii. In corridoio si sentiva la voce metallica femminile che ripeteva "evasione" ripetutamente. Mio nonno non perse tempo e si diresse velocemente verso l'ascensore. In men che non si dica ci ritrovammo alle porte delle prigioni contrassegnato con la lettera F, spalancate con le guardie di turno a terra svenuti. «Cos'è successo?!» esclamò. Un gruppo di Imperium di guardia arrivarono in quel momento. «Mr. Barker» annunciò il capofila. «Avete sigillato il portone? Chi è scappato?» chiese il nonno incredibilmente calmo. «È questo il problema, Mr. Barker. Non é fuggito nessuno» disse l'uomo. «E loro?» indicò i due uomini a terra. «I medici sono spariti, non riusciamo a trovare qualcuno che si occupi di loro...» continuò la guardia. «Ma che diamine sta succedendo?» sussurrò il nonno entrando nella prigione. Lo seguii a ruota e stesso stava per fare la guardia di prima. Ma lo bloccai appoggiandogli una mano sul petto. «Resti fuori» dissi perentoria. Appoggiai la mano sullo scanner che sigillò la porta, lasciando le guardie chiuse fuori. E me bloccata dentro. Per sicurezza, mandai in cortocircuito il macchinario bruciandolo con scariche elettriche. «Che stai facendo?» chiese la voce gelida di mio nonno. Strinsi i pugni e gli occhi per prendere coraggio. Poi mi voltai per affrontarlo. «Nonno Chris. È finita» dissi decisa «Che stai dicendo?» chiese lui guardandomi con quello sguardo che mi incuteva sempre timore. Presi un profondo respiro e raddrizzai la schiena, alzai la testa per assumere una postazione più sicura. Ma in confronto alla sua rigidità e imponenza, io sembravo solo una bambina che giocava a fare l'adulta. «Credi nel sbagliato nonno» affermai. Il nonno sorrise «Credo nella sopravvivenza. Nella vita domina il più forte» replicò. Scossi la testa «È questo che sbagli. Tra gli animali, forse, domina il più forte. Ma non siamo esseri umani e non ci possiamo permettere di calpestare chiunque.» dissi «Ma non è forse quello che vuoi fare tu adesso? Battermi?» mi chiese lui con un filo di orgoglio nella voce. «Ti sto chiedendo di ritirarti e lasciare spazio a qualcuno che possa garantire i veri ideali della B.L.C.. Ideali altruistici e non tirannici come i tuoi.» «Conosci già la risposta, Sophie» disse lui. Abbassai lo sguardo «Purtroppo sì» sussurrai. Caricai l'energia sulle mani e lasciai andare una scarica elettrica verso il mio nonno. Lui lo schivò con incredibile agilità, non potendo avvalersi dei suoi poteri. Avevamo scelto le prigioni della Base non a caso. In quel luogo gli Imperium non avevano modo di utilizzare i propri elementi è quello della sezione F era dedicato ai prigionieri Imperium della terra. Era un luogo interamente rivestito di un materiale artificiale molto resistente in modo che Imperium della terra o del metallo non potessero sfruttare le doti. Mi fiondai su di lui continuando ad evocare scariche elettriche che lui continuava ad evitare indietreggiando. Era molto più veloce di quanto mi aspettassi. Quando credetti di averlo messo con le spalle al muro qualcosa mi sto se la gamba e mi trascinò indietro, facendomi sbattere il mento a terra. Un filo d'acciaio comparso dal pavimento stava salendo su per la mia gamba. «Conosco questo posto come le mie tasche, Sophie. Non riuscirai mai a battermi.» disse l'uomo sovrastandomi. Strattonai la gamba che venne interamente graffiata dal fil di ferro. Rivoli di sangue e stoffa nera macchiavano il lucido pavimento e la mia pelle bruciava come il mento doleva. Ma mi rialzai e mi preparai a combattere di nuovo. Diedi sfogo alle mie arti marziali, attaccandolo in un corpo a corpo, cercando di fulminarlo a distanza ravvicinata. Ma fu un grosso errore, perché lui era molto più forte ed esperto di me. Mi colpì al collo mentre ero distratta a tirare un pugno. Crollai in ginocchio, ma un calcio alla spalla mi fece cadere all'indietro. Dio Max! Quanto manca! Non ce la farò a lungo. Pensai disperata mentre cercavo di rialzarmi. Il pavimento non era un conduttore elettrico, non potevo nemmeno sfruttarlo. Iniziai ad indietreggiare mentre evocavo elettricità a raffica che lui prontamente evitava. Mio nonno era tremendamente forte, non ero lontanamente al suo livello, come potevo credere seriamente di riuscire a tenergli testa? «Non sei ancora pronta.» disse lui avanzando «Sei debole» aggiunse. Quelle parole mi provocarono un abbattimento emotivo. «Ora basta fare i capricci» sussurrò lui alzando il braccio. Dietro di lui serpenti di metallo comparvero da sotto il pavimento e puntarono contro di me. Strinsi gli occhi, sapendo di non poter evitare l'attacco... Che non arrivò. Alzai lo sguardo e vidi il nonno inarcare un sopracciglio. I serpenti si erano bloccati in aria e non si muovevano più. Una scarica elettrica arrivò da destra è puntò sul nonno che agilmente lo schivò. All'improvviso in tutta quell'ala della prigione si respirava aria migliore. Una fiammata improvvisa allontanò definitivamente il nonno da me. Mentre osservavo stupita il nonno alle prese con nemici nascosti una mano mi afferrò il braccio e mi aiutò ad alzarmi. In men che non si dica mi ritrovai tra braccia familiari e sicure. «Jay» sussurrai «Stai bene?» mi chiese lui staccandosi da me. «Sì... Credo di sì» dissi mentre lui mi aggiustava una ciocca di capelli «Non dovresti essere qui...» gli dissi guardandolo. «Ormai ci sono» affermò lui «Per te» aggiunse. Poi passò lo sguardo sull'uomo che stava cercando di individuare il nemico. «Dove sono Aiden e gli altri? Mi avrebbero dovuta raggiungere prima...» dissi «Se la stanno vedendo con Steel. A quanto pare aveva capito qualcosa e sta cercando di fermarci.» disse quasi noncurante James. «Il piano sta andando storto... Lo sapevo» sussurrai «Può ancora funzionare» disse James mettendosi in posizione di attacco. Poi scattò verso il nonno, nello stesso istante anche gli altri Geminus spuntarono dai loro nascondigli e attaccarono insieme. Il nonno teneva testa a tutti e quattro. Opal combatteva con molta più furia di me, le sue scariche le circondavano il corpo come un luminoso scudo protettivo. Nox combatteva per difendere gli altri da attacchi ciechi. Zach aveva il braccio nuovo che glielo vedevo mutare in armi più adeguate. James attaccava come se non ci fosse un domani. Come un drago inferocito dalla forza illimitata. Quei quattro insieme stavano riuscendo a indebolire il nonno. Ma stavo cantando vittoria troppo in fretta. Piano piano, l'uomo stava riuscendo a respingere i loro attacchi. Improvvisamente Zach si bloccò e il suo braccio sinistro andò a colpire la sorella «Sciocco. Combattermi con il metallo?» sussurrò l'uomo. Zach afferrò il braccio meccanico per fermarsi ma quello andò a colpire anche Nox. Mi alzai in piedi per intervenire, correndo verso il gruppo prima che la cosa degenerasse. Spiccai un salto e tirai un calcio verso il padre di mia madre che lui deviò facilmente. Una luce distrasse i presenti, mentre un cerchio nero compariva sul pavimento. Un cilindro di vetro spuntò fuori dal pavimento. Poi tutto si fermò. Era il via di Max.
«Jay, spostati» esclamai correndo verso di loro. Caricai una un turbine d'aria e mirai verso l'uomo. Con le forze che mi rimanevano attaccai ripetutamente il nonno, senza lasciargli tempo di reazione. Come avevo previsto, passò in fretta al contrattacco obbligandomi ad indietreggiare verso il cilindro. A pochi metri da esso finii a terra. Nuovi serpenti di metallo mi puntarono contro. «Nonno, ti prego» sussurrai guardandolo. Il capo della B.L.C. si bloccò, così come i serpenti. Esitò quel tanto che bastò ai ragazzi a buttarlò dentro il cilindro. Quello di sigillò, oscurando i vetri per poi sprofondare di nuovo nel sottosuolo. Il pavimento ritornò liscio e lucido mentre noi venimmo sommersi da un silenzio assillante, interrotto presto dalla porta che veniva spalancata.
Angolo autrice
Angolo riflessione: questo è il capitolo della grande svolta. È stato importantissimo per me. Christopher è sempre stato un punto molto problematico per Sophie. È suo nonno. Dovrebbe far parte dei buoni. Lui comunque tiene a lei e Sophie sente verso di lui un legame particolare. In pratica, in passato, l'ha cresciuto lui e lei aveva questa paura di non deluderlo mai, di vederlo come una persona da rendere orgogliosa e da accontentare. Come ho sempre spiegato, il Flash non cancella tutte queste sensazioni, per questo, Sophie sembra quasi arrendevole verso di lui, nonostante non provi questa grande simpatia. Sophie non ricorda, ma sente. In un certo senso si fida di lui ma sa anche riconoscere che genere di persona è. Fino ad ora, Chris è stato sia un freno che lo stimolante per rendere Sophie più combattiva e forte. Ora che Chris è "fuori gioco", finalmente, per la prima volta, si sentirà che non c'è nessuno che detiene i fili di questa lotta. Si sentiranno più liberi, ma avranno anche più responsabilità. Cercheranno un nuovo modo per sconfiggere Susan, anche perché il 4 luglio è alle porte! Vedremo cosa succederà!
E voi? Che ne pensate? Commentate questo capitolo e date le vostre opinioni filosofiche! Cosa vi immaginate per il futuro?
P.s. Perdonate la parte diabetica, ero in vena di dolcezza in quel momento...
Finalmente ad Agosto abbiamo l'unico e inimitabile James Sharp! Okay, non esageriamo.
Ho voluto anche riproporre un' alternativa per Febbraio con Sophie, siccome le ultime due non sono venute tanto bene 😅.
Qui sotto mi sono divertita a disegnare i ruoli invertiti dei miei cari personaggi.
Alcune spiegazioni sui nomi:
John: Mi piace il nome John, anche se non è esattamente il maschile di Joanne ho tenuto questo haha. Jo è rimasto.
Selene: Dato che Seth è il nome del dio egizio del caos, mi sembrava giusto mantenere il nome di una creatura immortale da adorare. Selene è stata una titanide della Luna greca prima che Artemide prendesse il suo posto.
Solomon: Volevo mantenere le prime due lettere SO, e Solomon è il nome di un personaggio molto figo e intelligente di un libro che amo tanto. Inoltre mi piaceva il diminutivo "Sol".
Jade: Sempre mantenendo le prime due lettere è quello che assomigliava di più a James, inoltre Jade West è un personaggio di una serie TV. È una ragazza molto tosta che mi ha sempre ispirata... Sì, non c'entra niente lo so.
Sixtus: Trovato per caso sul dizionario. Ho mantenuto solo la S di Sky e cercavo qualcosa che si abbreviasse con tre lettere che significassero qualcosa, così come Sky significa cielo. Mi piaceva come veniva abbreviato in Six. Sia Six che Sky portano consonanti "straniere" e... Beh, sono strana lo so.
Ada: foneticamente assomiglia molto ad Aiden. Eda ed Eiden. Boh a me suonano simili.
Lucrece: assomiglia molto a Lucas foneticamente. Lumos è l'opposto di Nox ovviamente.
Oswald: Come per Opal ho scelto un nome che non mi ispirava per niente. Mi sono immaginata pure una versione maschile di Opal che odiasse il suo nome è che preferisse che la gente lo chiami Wald così come Zach odia essere chiamato Zachary.
Zoe: mi piace il nome 😂
Elizabeth: Eli è un nome cortissimo, il suo opposto doveva avere un nome lunghissimo. E poi la pronuncia iniziale è identica, almeno, nel mio dizionario è così. Entrambi si pronunciano "Ilai".
Cornelius: Semplicemente perché iniziava con "Cor".
Phoebe: si legge "Fibi" e assomiglia a Philip.
Curtis: Foneticamente assomiglia a Courtney.
Ora passiamo alle fan art!
La cara Ovis_Chan ha riproposto i ruoli invertiti dei ragazzi... Cioè, delle ragazze... Cioé, dei ragazzi diventate ragazze su modello della mia idea, dato che l'avevo proposto prima ai fan del gruppo su Facebook.
La ormai conosciuta BlueGleidis, che non si stanca mai di fare fan art su questa bislacca storia, ci presenta John Sharp e Zachy Day. Anche lei membro della nostra famiglia di pazzi Imperium di face.
Opal, non solo è diventata uomo, ma anche una macchina! Nox è diventato Lux che sarebbe un miscuglio di Nox e Lucas (insomma, se voleste shippare Nox con lui stesso, sapete che nome mettere) e Thes... È tipo un anagramma di Seth 😂.
Aida ovvero Associazione Italiana Donazione Aiden (Preso spunto da AIDO).
Kyle è decisamente un bel nome. Cioè, meglio della mia idea di Sixtus 😂
Lia è la figlia minore dei Malavoglia... Un nome che si addice molto alla controparte maschile 😂... Okay, sono cattiva.
@_wearebooks_ si è ispirata alle copertine di Elements e ha creato un capolavoro!
@ginxwea propone una pagina di nomi!
Ultima, ma non da ultima, abbiamo sofisemmi che ricambia il favore delle mie fanart su Sean 😂. Ehi, fa vedere a tutti Sean con il codino!
Gente! Questo è un capitolo lunghissimo! Perché? Perché non ci sentiremo per un bel po' di tempo. Come sapete, miei cari, ho gli esami, la temuta maturità e bla bla bla... Sinceramente avrei dovuto sospendere le pubblicazioni molto tempo prima, ma per voi ho continuato a scrivere in ogni secondo libero. Però ora basta. Ho pochissimi gironi per ristudiare tutto il programma!!!! Che ansia! La mia tesina non è nemmeno finita e... Panico! Però non ve ne frega niente. Vi informo che ci risentiremo dopo i miei orali. Mi farò sentire a luglio!!! Ci sentiamo! E non mi dimenticate, intesi? 😉
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