30. Jase: Lei

Ciao piccolo Jamie,

Se ti stai chiedendo se l'ho veramente scritta io, non ti disturbare, perché l'ho scritta veramente io. Non ne sei sicuro? Solo io so che è successo alla cara Fenice dopo che ha fatto quel che ha fatto, deludendomi profondamente... Fa niente. Ho già risolto. Quel che non mi è andato giù è che tu sia riuscito a sfuggirmi, ovviamente potevo prenderti subito ma perché non divertirmi un po'? Poche ore prima della tua fuga ho incontrato un vecchio amico. Ah, io e Meng non facciamo una conversazione simile da tanti anni... E sai qual è la cosa divertente? Grazie a lui ho conosciuto finalmente i Geminus superstiti dalla strage del mio amato Chris. Non è una cosa meravigliosa? Ora sono qui con me a tenermi piacevolmente compagnia. Perché non vieni anche tu ad intrattenermi assieme alla mia nipotina? Ho sentito che ve la intendiate molto nonostante ti avessi detto che non avrebbe potuto funzionare. Ci tengo molto alla tua presenza, perché non sono sicura che ai tuoi amici piaccia stare qui... Per confermarti che non sto mentendo ho lasciato qualcosa della tua bella amica nella busta. Assomiglia veramente a Zelda, bellissima come lei. E il ragazzo dai capelli rossi? Focoso come il caro Oscar. Se non vuoi che facciano la fine dei loro genitori devi affrettarti!

A presto piccolo James

«Li ha presi, li ha presi tutti» mormorai con il panico che mi stava assalendo «Chi?» chiese Mia sorella confusa, spaventata dalla mia reazione. Accartocciai la lettera con rabbia e le diedi fuoco. «I ragazzi... I Geminus vero? I capelli sono di Opal» comprese Sophie con orrore «Anche Max» mormorai dandomi dello stupido. Il giorno in cui mi avevano salvato, ne stavano parlando, parlavano della sparizione di Max... E io sono stato così egoista da pensare solo a me... Avrei potuto evitarlo, ed ora sono nelle mani di quella donna «Devo andare a salvarli» dichiarai risoluto «É una trappola Jase» mi avvertì Joy «É sicuramente una trappola» confermai «Ma devo salvarli, so gestire la Blackwood, sono riuscito a scappare una volta, posso farcela una seconda» cercai di infondere nelle mie parole più sicurezza di quanto ne sentissi «Sí certo, mezzo morto peró» puntualizzò Joy «Non ti lasceró andare da solo, non ho intenzione di perderti di nuovo» intervenne Sophie afferrandomi il braccio «Sono anche amici miei, vengo con te» mi disse fissandomi intensamente negli occhi. Il suo volto determinato e la postura fiera mostravano che non avrebbe accettato il contrario. La presi per le spalle e tentai di farla ragionare sulla sua folle decisione «Non capisci? É questo che vuole. Ha perso la sua esca migliore, il suo giocattolino, ovvero io. Quello che lei vuole, sei tu, solo tu. Avendo me avrebbe potuto raggiungere te. Ora che sono fuggito se l'è presa con loro sapendo che sarei andato a salvarli e con un po'di fortuna saresti venuta anche tu» lei non cedette «Non sono la stessa persona di tempo fa. Sono diventata più forte, ora ho il controllo dei miei poteri, posso farcela, possiamo farcela insieme.» insisté stringendomi le mani e pregandomi con gli occhi di non abbandonarla di nuovo «Non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa» le dissi con tono spezzato «Non preoccuparti di questo» si liberò dalla mia presa «Perché non mi succederà niente» disse alzandosi dal divano come per sottolineare che era pronta a tutto. La sua sicurezza mi rendeva instabile, era tornata ad essere la ragazzina determinata e coraggiosa che avevo conosciuto. Avrei voluto crederle, credere che tutto sarebbe andato nel verso giusto, che avremmo avuto un lieto fine. Ma conoscevo i fatti, conoscevo la situazione, e sopratutto conoscevo la Blackwood, non sarebbe stato come nei libri, non sarebbe stata una vittoria trionfale. «Dovremmo preparare una squadra di pochi, veloci, prefebilmente ex Ribelli e Imperium di terra.» dichiarai. Sophie sorrise, i suoi occhi si illuminarono facendomi sentire in colpa per quella bugia, ma mi ripetei che era per il suo bene. «É tardi andiamo a mangiare» annunciai. «Io non vado a mangiare a comando» disse lei con un sorriso. Se non ci fosse stata tanta gente l'avrei baciata in quel preciso istante. Chi se ne frega della gente. Le afferrai il polso e la trascinai tra le mie braccia bramoso delle sue labbra.

Stavo progettando la mia fuga mentre mangiavo in mensa con gli altri. Ogni tanto mi voltavo verso Sophie e tutta la mia voglia di andarmene svaniva. Non volevo lasciarla di nuovo, ma era per il bene dei ragazzi. Li avrei salvati anche a costo della mia vita. Forse non eravamo destinati io e lei... «Sophie» Ryder ci raggiunse prendendo posto sulla sedia accanto a lei «Non ci puoi andare» le sibilò «Aiden non iniziare...» iniziò a sbuffare lei «Ma...» protestò «Ryder. Posso parlarti?» lo chiamai ottenendo uno sguardo rabbioso da lui. Ma alla fine annuì e mi seguì in corridoio.
Mi appoggiai di schiena contro la parete infilando le mani in tasca mentre lui se ne rimaneva in piedi con le braccia incrociate. «Sei veramente fuori di testa. Non ti permetterò di portarla a suicidarsi...» «Taci Ryder una buona volta» sbottai «Credi davvero che la metterei in pericolo così? Portarla veramente nella tana del lupo? Per chi mi hai preso?» dissi severo. Ryder mi guardò con interesse rinnovato «Tu non mi piaci Ryder e nemmeno io ti piaccio...» lui rise sprezzante «Proprio adesso fai il modesto? Io ti odio, è diverso Sharp» disse «È bello sentirselo dire vecchio mio. Comunque dicevo che anche se non mi piaci, sei l'unico a cui posso affidare Sophie nel mio periodo di assenza. Non permetterle di seguirmi. Partirò stanotte.» dissi serio «Tienila d'occhio per me» gli chiesi guardandolo «La terrò d'occhio per me.» mi rispose. Nonostante quelle parole mi provocassero irritazione non potevo far a meno di essere sollevato sapendola al sicuro «E... Prenditi cura anche di Joy» «L'ho sempre fatto» replicò «Come tu non ci sei riuscito negli ultimi quattro anni» aggiunse. Aveva ragione... Sorrisi e iniziai ad allontanarmi «Sharp» mi richiamò. Mi fermai senza voltarmi «Ritorna. Lei ti aspetterà, non farla soffrire, non voglio più vedere quell'espressione tormentata sul suo volto».

Bussai alla sua porta a tarda sera. "Avanti" la sentii dire. Entrai e la trovai sul letto a leggere. Eravamo in piena crisi e lei trovava il tempo di leggere. La cosa mi fece sorridere «Non puoi proprio rimanere indietro con le lettute vero?» «Assolutamente» rispose senza alzare gli occhi dalla pagina. Portava una canottiera verde militare e dei pantaloncini da corsa in tinta. Non potevo far a meno di notare la forma della clavicola, i capelli neri che le incorniciavano il viso per poi cadere morbidamente su una spalla, le gambe lunghe e pallide distese lungo il letto e la forma del... Okay, ero un ragazzo di diciassette anni, quasi diciotto, sì ,un genio indiscusso ma ero comunque un adolescente in pieno sviluppo ormonale, e per giunta non ero cieco, non potete biasimarmi perché faccia certi pensieri. «Che c'è?» chiese lei alzando quei meravigliosi smeraldi dal libro «Non startene lì impalato come un idiota» si spostò di lato facendo spazio sul letto e battè la mano sul posto libero invitandomi a raggiungerla. Cosa che feci senza esitazioni. Appoggiò la testa sulla mia spalla, come se fosse la cosa più naturale al mondo e continuò a leggere. Appoggiai il naso sui suoi capelli e ispirai il suo profumo. Sapeva di rosmarino e vaniglia, un profumo che mi faceva sentire a casa. «Ti amo» le sussurai. Lei chiuse di scatto il libro e lo appoggiò sul comodino, mi afferrò per la collottola della camicia e mi baciò con trasporto. Non mi sarei mai stancato della sensazione delle sue labbra sulle mie e del mio senso di completamento ogni volta che eravamo insieme. Se la perdessi sarebbe stato come se una parte del mio cuore venisse a mancare mandando in tilt tutto il mio organismo. Il suo sapore era ancor meglio del suo profumo inebriante. Quando ci staccammo avevamo entrambi il fiato corto.
Mi spostai sopra di lei, senza pesarle, e iniziai a baciarle il mento, la mascella, la parte delicata della pelle sotto l'orecchio, facendola sospirare di piacere, mentre scorrevo una mano curiosa sotto la canottiera e le sue si infilavano e intrecciavano tra i miei capelli. Aveva la pelle morbida e liscia, un vero piacere per il tatto, volevo scorrerle ovunque per memorizzarla del tutto. Anche le sue mani iniziarono ad armeggiare con la mia camicia che mi aiutò a sfilare, così feci lo stesso con la sua canottiera. Una campanella di ragione iniziò a lampeggiarmi nella mente, avvertendomi che se ne stava per andare in vacanza e che dopo non sarebbe più riuscito a fermarmi. Sapevo che dovevo smetterla di baciarle il collo, sapevo che non avrei dovuto cercare di toglierle i pantaloncini, ma le sue mani sulla mia schiena, le sue labbra sulla mia pelle e le gambe avvinghiate attorno alla mia vita non aiutavano per niente. «Fi...» sussurrai il suo nome con tono lamentoso avvertendola. «Sta zitto Jay, non rovinare tutto» bisbigliò per poi riappropriarsi delle mie labbra. «Fi...» riprovai. Però lei mi costrinse a guardarla negli occhi. Lo voleva veramente? Oddio... «Lo vuoi veramente?» chiesi per sicurezza «Non darei la mia prima volta a nessuno se non a te, Jay» disse senza imbarazzarsi. Le sorrisi malizioso e a quel punto arrossì violentemente. Recuperai la bustina dal portafoglio che tenevo nei pantaloni mentre lei scoppiava a ridere «Che hai da ridere?» l'accusai «Non pensavo tu fossi quel genere di ragazzo che lo tiene sempre nel portafoglio... Per ogni evenienza Jay?» ridacchiò anche se sembrava nervosa «Veramente l'ho recuperato di recente alla Base 5» le dissi «E prima come facevi?» incalzò «Prima?» le chiesi «Insomma... Con le altre» balbettò senza guardarmi. Improvvisamente capii cosa intendesse. Lei credeva che avessi avuto chissà quali rapporti con altre ragazze e questo la rendeva nervosa. Non il fatto che probabilmente l'avremmo fatto di lì a poco. «Con quante ragazze credi sia andato a letto?» le chiesi bloccandola sul letto obbligandola a guardarmi «Non voglio saperlo Jay» mi disse con stizza. Posai delicatamente le labbra sulle sue «Con nessuna Fi» le rivelai «Nessuna?» disse stupita «Sei vergine?» esclamò sempre più stupita «Problemi? Volevi darla ad uno con più esperienze?» la presi in giro «No! È che tu sei così...» ma si fermò «Così come Fi?» le chiesi divertito «Fai battute a sfondo sessuale ogni cinque secondi... Sei molto... Apprezzato dal mondo femminile e... Davvero non l'hai mai fatto? Pensavo che i ragazzi non resistessero ai propri ormoni» balbettò. Scoppiai a ridere «Evidentemente sono speciale.» dissi senza vergognarmi di essere ancora vergine a diciassette anni. «Oh Cielo! Quindi sarei la tua prima volta?» realizzò diventando ancora più rossa. Risi di nuovo, per nervosismo o per alleggerire la tensione «Tu sei stata, sei e sarai la prima di molte cose per me» le sussurrai dandole un bacio sulla tempia «Sei stata il mio primo bacio» le mie labbra scorsero dallo zigomo all'angolo delle labbra «Sei stata la mia prima cotta» mi gustai il suo labbro inferiore, sentendo il suo respiro accelerato «Sei il primo dei miei pensieri al mattino» passai le labbra su tutta la mandibola giungendo sotto l'orecchio «Sei al primo posto nel mio cuore» sussurrai con voce roca mordicchiandole il lobo dell'orecchio «Sei stata, sei ora, sarai in futuro, il mio primo e unico amore, Sophie Hunter» le baciai il collo accarezzandole nel frattempo la coscia «Jay...» mormorò lei commossa e alterata dalle sensazioni che le stavo provocando «Non dire niente. Lascia che sia per te la prima volta, così come tu lo sei per me» la guardai negli occhi, cercando qualche forma di dubbio, di incertezza o altro. Ma ormai sapevamo entrambi che era giusto così, chiedere conferma sarebbe come non conoscersi abbastanza. Invece noi eravamo entrambi coscienti di noi stessi, dei desideri e delle sicurezze dell'altro. Non avevamo bisogno di chiedere il permesso.
Quella sera lei divenne un'altra mia prima volta. Finalmente anche io, anche noi, capivamo la bellezza di unirsi a qualcuno, nell'anima e nel corpo oltre che nel cuore. Raggiungerlo insieme, in due ma come uno solo, un unico amore.
«Wow» era stato il suo commento. E «Wow» era stata la mia risposta, troppo emozionato anche solo per replicare con la mia arroganza, capacitandomi solo in quel momento di aver fatto l'amore con Sophie Hunter.
In quel buio pieno di emozioni lei mi sussurrò «Ti amo Jay» stringendosi a me, sotto le coperte, senza più niente a separarci. Le baciai delicatamente la cute dei suoi capelli «Ripetilo» sussurrai, estasiato da quelle parole, da quel sogno che era diventato realtà «Ti amo James Sharp» mi accontentò «Anche io ti amo, Fi, e questa è l'unica cosa che non cambierà mai, ricordatelo» sussurrai.

La sua testa era appoggiata al mio petto e le braccia mi cingevano la vita. Mi feci forza e mi preparai mentalmente a tornare in quel luogo a salvare i miei migliori amici. Piano piano mi liberai dal suo abbraccio. La osservai attentamente. Volevo imprimermi nella mente ogni dettaglio di lei. Era bellissima e sarei stato lì a guardarla per ore senza mai stancarmi, ma dovevo andarmene in fretta, Nox e gli altri non avrebbero resistito a lungo. Sapevo che lasciarla era la cosa giusta, qui sarebbe stata al sicuro, più di due persone non sarebbero riuscite ad eludere la sicurezza della Blackwood. Io si. «Mi dispiace» le sussurrai. Le posai le labbra sulla tempia e le misi a posto i capelli spostandole dietro l'orecchio. Se fossi rimasto ancora un po' non sarei più riuscito a lasciarla. Uscii furtivamente dalla sua stanza richiudendo la porta con cura. «Era ora» disse una voce nell'ombra. Sussultai e Jo si avvicinò in modo che potessi metterla a fuoco. «Che ci fai qui?!» bisbigliai arrabbiato «Vengo con te fratellone, mi sembra ovvio»  rispose lei candidamente «Tu non vieni da nessuna parte. Torna a letto» le ordinai «Non se ne parla. Stai partendo per una missione suicida, non ti lascerò solo. Hai bisogno di qualcuno di scaltro e veloce al tuo fianco e io sono la persona più qualificata.» rispose sicura «Come facevi a sapere che volevo partire di nascosto» chiesi «Beh sono tua sorella, legame fraterno?» ipotizzó lei. Alzai un sopracciglio «E va bene! Hai ceduto troppo facilmente e non é da te, e soprattutto non dopo la tua reazione alla scoperta del rapimento dei tuoi amici... E poi ho ascoltato la tua conversazione con Aiden» rispose. «Non riusciró a convincerti a rimanere qui per proteggerla?» chiesi pur conoscendo la risposta, facendo un cenno alla porta. Non avevo tempo di rimanere qui a litigare con lei e poi era vero che Joy aveva più esperienza, e soprattutto non era Sophie. La Blackwood cerca solamente lei. « No. Aveva ragione, è diventata molto più forte, è capacissima di difendersi da sola. Quindi andiamo» disse incamminandosi concludendo la conversazione. Non mi restò che seguirla. Era bello aver fatto pace con mia sorella. Mi era mancata un sacco. Trovavo confortante le sue minaccie perchè mi davano la conferma che teneva ancora a me. Era meglio una sorella che cerchi di salvarti la vita che una che cerchi di ucciderti.
Mentre mi adoperavo con il jet pensai comunque ad un modo di mollare mia sorella a terra.  Ma la mia mente non era abbastanza lucida per ideare qualche piano... Riuscirò a proteggerla? «Ti ha chiesto di nuovo di dormire con lei?» chiese all'improvviso «Tu vuoi fare conversazione sempre nei momenti meno opportuni» dissi «È che ha avuto spesso gli incubi...» mi spiegò ancora «Ha gli incubi?» questa era una novità «Sì.» mormorò mia sorella. Abbassai lo sguardo reprimendo la voglia di correre dalla mia Fi ancora felicemente ignara della mia partenza. In quel momento realizzai con orrore una cosa. Joy era inspiegabilmente comparsa fuori dalla porta di Sophie... Come se mi avesse aspettato tutto il tempo «Da quanto tempo eri davanti alla porta?» chiesi dosando le parole. Lei mi guardò senza capire «Non da molto. Controllavo la tua di porta, finché non sono entrata in camera tua senza trovarti» mi disse «Ho avuto paura che fossi già partito. Ma prima di andare nel panico ho voluto controllare la camera di Sophie. Coincidenza ha voluto che sentissi qualcuno muoversi là dentro. Così non sono entrata. E qualche minuto di silenzio dopo sei uscito come pensavo» disse «Definisci qualche minuto...» dissi nervoso «Qualche minuto è qualche minuto» replicò lei infastidita. Rimasi in silenzio, riflettendo sul fatto che non poteva averci sentiti «Sai, sei diverso...» fece di nuovo Joy facendomi sbuffare «Joy... Stiamo tentando di essere furtivi. Potresti non parlare?» chiesi e dal mio tono di voce mi accorsi che assomigliavo spaventosamente a Nox quando faceva il polemico. «Oh, mio Dio!» esclamò portandosi le mani alla bocca «Cosa?» chiesi irritato «L'avete fatto. Oh Madonna, avete fatto sesso! Oh cazzo, hai fatto sesso con lei e la stai abbandonando! Oh Cielo, quando torneremo ti farà fuori a meno che non ci uccida sua nonna!» misi una mano sulla bocca di Joy per tappagliela «Ora tu te ne stai buona buona a guardarmi mettere in moto il jet. Altrimenti ti stendo» la avvisai. La ragazza annuì e io la mollai la presa. Attivai il cancello dopo aver disattivato gli allarmi e feci partire il jet. Avevo portato abbastanza averi per un viaggio lungo da più persone in caso dopo aver salvato Nox e gli altri avessimo perso il jet. «Sei pronta sorellina?» chiesi preparandomi ad alzarmi in volo. Fortunatamente tra i Ribelli insegnavano molte cose tra cui pilotare un aereo e un jet non era poi tanto diverso. «Sì fratellone» replicò lei. «Perché le persone devono prendere sempre mezzi volanti?» chiese una voce dietro di noi. Mia sorella sobbalzò mentre io riuscii a mantenere il controllo del mezzo e partire in volo ugualmente prima che qualche guardia notturna si accorgesse che avevo rubato un jet. «Che ci fai tu qui?!» ringhiò Joy contro il suo ex ragazzo. Invece di rispondere sentii Frost muoversi a cercare qualcosa freneticamente e vomitare. «Oh, no! Per favore!» esclamai esasperato «Te ne rimanevi alla Base!» sbottai anche se ormai era troppo tardi per riportare quei due indietro. Cacciai indietro la paura di non uscirne vivi da quella situazione, e mi concentrai sul fatto che sarebbe stato più facile liberare i miei amici... Ma chi volevo prendere in giro? Non ero abituato a lavorare in squadra, nemmeno con Nox e gli altri. Lasciavo che loro si occupassero di altro mentre io affrontavo da solo il problema maggiore e i piani non erano mai completi. Mia sorella e Frost invece erano abituati a indicazioni precise. «Tieni.» Joy offrì delle pillole al ragazzo che le ingoiò in fretta «Perché ti sei portata dietro le pillole per il mal d'aereo?» le chiese il ragazzo «Ce le avevo a portata di mano» rispose lei con noncuranza. «Se non fosse per il fatto che non possiamo tornare indietro avrei già chiesto a Jase di buttarti giù» disse la ragazza. Alzai gli occhi al cielo. Se avessi potuto avrei buttato giù anche lei se questo fosse servito a non farmi seguire e a metterla al sicuro. Ma dovevo mettermi in testa che quei due sapevano i fatti loro e che non mi dovevo preoccupare. «Rilassati. Ormai sono qui» disse il ragazzo biondo in un modo che mi ricordò tremendamente la madre. Ellen. Non ho mai osato considerare Ellen come una seconda madre, non era lontanamente paragonabile a Allison Sharp. Ma la stimavo, le ero grato per quello che mi aveva insegnato e provavo una gran pena per quella donna che aveva dato tutto per un amore perduto. Si è lasciata sopraffare dalla vendetta, cosa che rischiavo pericolosamente anche io. Per questo andavo d'accordo con lei. Se non fosse stato per Sophie e Nox... Misi il pilota automatico dopo aver impostato le coordinate sul luogo in cui mi incontravo con Nox e mi voltai verso quei due. «Esiste solo una regola con me. Fare a modo mio» dissi «Non voglio essere intralciato in alcun caso e voi dovrete ascoltare le mie indicazioni. Sono serio. In quel luogo un passo falso è sinonimo di morte e non voglio perderti Joy. Chiaro?» mi voltai verso il suo ex «Se muori... » pausa ad effetto «Te la sei cercata» dissi semplicemente «È sempre un piacere parlare con te, Sharp» disse sarcastico. «Ora preparate le armi. Poche e leggere, non avremo terra a disposizione e l'aria è insufficiente in quei tunnel. Non è saggio nemmeno usare il fuoco.» dissi «È pieno di sensori quindi dovremo stare attenti a dove mettere i piedi.» li avvertii «Non posso fornirvi una mappa dettagliata ora, per cui restate accanto a me. In ogni caso.» precisai «Sarà un miracolo anche solamente entrare.» li guardai tutti e due «Siete sicuri di voler rischiare? Posso atterrare immediatamente per permettervi di tornare indietro» dissi «Jase» mia sorella mi afferrò il braccio «Sei tutto ciò che mi resta» sussurrò «La mia unica paura è perderti di nuovo.» mi disse. Annuii. Mi sporsi verso Frost e gli sussurrai all'orecchio «Se mi succedesse qualcosa. Portala via a qualunque costo».
Dormimmo per il resto del viaggio. Ne avevamo tutti bisogno, finché il rumore che mi avvertiva che era ora di atterrare mi destò dal mio sonno leggero. Feci atterrare il jet mentre anche quei due si svegliavano. Appena il motore si spense rimasi impalato a riprendermi dalle emozioni cercando di lasciarli indietro, promettendomi di ritornarli a prendere. «Andiamo Jase?» chiese mia sorella. Annuii e mi preparai ad affrontare le trappole dalla quale l'ultima volta ero miracolosamente scappato.

Angolo autrice

Okay, so che mi volete fare fuori, ne sono consapevole... Diamine autrice! Si sono appena uniti! In tutti i sensi! E boom! Ecco che fai sparire di nuovo questo ragazzo?! Sorpresi del fatto che anche James fosse vergine? Dai ammettete che stentate a credere che un ragazzo come lui non abbia esperienza a diciassette quasi diciotto anni. Però lo trovo molto dolce... Stop alle solite banali coppie dove almeno uno dei due è una specie di divinità del sesso (spesso è il ragazzo) perché non possono essere entrambi inesperti? Comunque... Come reagirà la nostra Sophie al risveglio? Fossi in lui non tornerei a casa...

Comunque ci tenevo a dire che mi sono imbarazzata un sacco a scrivere questa parte... Non so se avete capito ma sono una persona abbastanza casta. È vero, potevo benissimo non inserire una scena del genere ma non so... Credo fosse necessario e naturale, anche significativo per loro due... Alla fine sono una coppia che si ama molto e sentivo che ne avessero bisogno. Mi vergogno nel dire che è una delle prima parti da me concepite del terzo libro, ma è così. Dovete sapere che il momento in cui ho completato questa parte mi trovavo in un ristorante e... Boh non so se ci abbiate mai provato ma è imbarazzante, mi sentivo in colpa in mezzo a tanta gente hahaha Però esiste anche una versione più integra e dettagliata di questa parte, anche se vi giuro che è comunque più casta di certe storie qui su Wattpad e anche di certe veramente pubbliche, sicuramente nulla in confronto a quella roba chiamata 50 Sfumature. Ma sono troppo timida ed imbarazzata per pubblicarlo veramente. Forse un giorno lo condividerò con voi. Scusate per l'angolo autrice chilometrico ma avevo bisogno di condividere il mio disagio 😅. Ora ditemi che ne pensate senza insultarmi e magari ditemi se ho fatto bene o male 😂 (ovviamente vale solo per la scena intima, il fatto che siano partiti rimane e rimarrà.). E voi che credevate che avrei ucciso qualcuno in questo capitolo Hahahah 😂... Posso farlo benissimo anche fra due capitoli 😉.
Il prossimo capitolo è dal POV di Fi 😂 con il titolo di "Con le spalle al muro".

Comunque non sono riuscita a terminare le interviste... Mi manca solo quella di James che santo cielo è veramente troppo lunga. Quindi scusatemi veramente se non sono riuscita a mantenere la promessa.

Sopra James Sharp e sotto Sophie Hunter

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