24. Jase: Tentativo di fuga

«Ahi!» esclamai «Sta fermo James!» mi rimproverò Courtney mentre mi agitavo al cambio delle fasciature. Bruciavano da morire e non era uno scherzo. Facevo fatica persino a muovermi, era come se mi avessero staccato uno strato di pelle versandoci sopra il sale. «Credimi. Non ho mai voluto essere così tanto alla B.L.C. come ora» ammisi «Lo sai... Abbiamo i migliori tecnici e architetti che ci hanno aiutato a costruire questa fortezza mimetizzante. Ma non dottori. Susan non li vuole più dalla scomparsa di Meng Xu.» disse «Lo so...» «Quindi accontentati dei comuni metodi di guarigione» fissai la ragazza che mi stava medicando. Aveva la frangia bionda che le copriva gli occhi e le labbra sottili colorate di un rosso ciliegia erano serrata in una smorfia di concentrazione. Mi ricordai le sue parole che avevo udito nella semi coscienza. La sua non era una semplice cotta o ossessione verso di me. Perché? Non l'ho mai trattata con i dovuti riguardi, non dovrebbe pensare a me con termini così profondi. «Court...» «Finito!» esclamò lei allegra. «Non ho mai usato tante bende in vita mia!» borbottò «Non avrei mai immaginato che Susan avrebbe potuto fare questo...» «Ehi, non è colpa tua» dissi gentilmente. Lei alzò lo sguardo e mi fissò con intensità. Notai il suo sguardo abbassarsi sulle mie labbra, dove rimase per un lasso di tempo troppo lungo. Sapevo che voleva baciarmi. «Umh...» mi scostai «Grazie per avermi medicato» dissi. «Sì, prego» sussurrò delusa. «Devo riposare.» dichiarai. Mi distesi di nuovo sul letto e riflettei. Comunque ridotto in quelle condizioni come potevo fuggire? Il giorno era arrivato, in sette ore sarei dovuto fuggire e raggiungere il luogo di ritrovo di Nox. Purtroppo le ferite mi avrebbero rallentato in situazioni come queste dove serve agilità e forza per respingere le guardie. Se non mi fossi presentato all'appuntamento, Nox e gli altri avrebbero pensato che mi fosse successo qualcosa e avrebbero cercato di entrare nel Rifugio, rischiando di venire catturati e torturati fino alla morte da quella donna. Non lo potevo permettere. Dovevo agire immediatamente.
Sentii la ragazza uscire dalla cella. Scattai in piedi troppi in fretta sentendo la pelle creparsi dal dolore. Soffocai il lamento e tirai su la gamba con la palla al piede. Era ora. Notai la telecamera. Presi la mira e sparai un colpo che la fuse, immediatamente la palla alla caviglia prese a bruciare. Ci versai sopra il bicchiere d'acqua in quel preciso istante e lo ghiacciai. Percepivo la forza del ghiaccio e sentii il metallo creparsi. Poi finalmente ero libero. Incredibile che fosse stato così facile. Già in quel momento avrei dovuto insospettirmi, ma con l'ansia di fuggire non ci feci caso. Però mi sarei messo a saltellare di gioia per essermi liberato di quella stupida palla, mi sentivo leggerissimo. Ma non era il momento di rallegrarsi. Fusi senza problemi il metallo della porta e tramortii le due guardie appostate nel corridoio. Lo sforzo probabilmente mi aveva riaperto le ferite facendomi piegare in due e ispirare profondamente per riprendermi. Stringi i denti James Sharp. Mi ripetei nella mente. Seguii il percorso sotterraneo meno popolato, veloce e silenzioso, evitando le telecamere. A metà strada però, partì l'altoparlante. «James, James, James» la sua voce risuonò per la galleria, con tono di rimprovero materno. Mi passò un brivido lungo la schiena «Non credere di riuscire a sfuggirmi. Questo luogo mi appartiene, so dove sei, so quando sei scappato dal momento esatto in cui ti sei liberato dalle catene» dovevo immaginarlo che non poteva essere così facile. Era dotato di allarme quel coso. Maledizione. «Stanno arrivando, piccolo James» non potevo lasciare che mi intimidisse, così iniziai a correre ignorando il dolore. Arrivato infondo alla galleria mi appoggiai contro la parete perché ormai le forze mi stavano abbandonando e la pelle bruciava «È qui!» merda. Ripresi a correre, se mi facevo raggiungere sarei stato spacciato. Arrivato ad un bivio presi con sicurezza la strada a destra, conoscendo bene il posto in cui avrebbe portato, ma era bloccato. Molti Ribelli erano appostati lì ad attendermi e dietro ne stavano giungendo degli altri. I passi frenetici ne erano la prova. Porco Snow. Sì, è sempre colpa del presidente Snow, siccome vivo come in una edizione degli Hunger Games. Se non fossi ridotto così male, non sarebbe così difficile abbattere quelli davanti a me. Strinsi i pugni e mi misi in posizione, dovevo almeno tentare di sconfiggere i Ribelli davanti a me prima che giungessero quelli dietro. «Belli miei. Non siete minimamente alla mia altezza» dichiarai arrogante schivando delle colonne di terra spuntate dalle preti. Rotolai, che però mi provocò fitte di dolore alle ferite della schiena. Cercai di riprendermi in fretta ed evocai le fiamme per attaccare oltre che difendermi. Infondo l'attacco è la migliore difesa. Mi bloccai di nuovo per il dolore e mi lamentai, perché mi stavo sforzando decisamente troppo. Annaspai mentre sentivo il corpo urlare dal dolore. Una colonna di terra mi arrivò dritto in faccia facendomi cadere di schiena. Mi scappò un altro gemito. I passi si fecero più vicino, ma appartenevano ad una sola persona. Mentre mi rimettevo in piedi arrivarono due fiammate. Cercai di coprirmi il volto incrociando le braccia davanti a me, ma nulla mi colpì. Il fuoco era diretto verso i Ribelli. Una figura mi superò e si diresse verso i Ribelli, sconfiggendoli uno ad uno con la rapidità di un uccello predatore. Courtney combatteva con grazia e forza, danzando tra le sue stesse fiamme. In poco tempo atterrò tutti. Intanto in lontananza si sentivano altre guardie accorrere. «Sbrigati James! Ho già disattivato le trappole, durerà solamente dieci minuti prima che se ne accorgano! Li trattengo io» disse tirandomi sù. «Court» mormorai leggermente scioccato «Non è il momento. Se non scappi ora non lo potrai fare mai più» mi gridò contro spingendomi leggermente. Mi voltai per correre via, ma cambiai idea fermandomi per poi voltarmi di nuovo verso di lei «Court. Vieni con me» dissi allungando la mano, incitandola a seguirmi. Courtney era una brava ragazza, solamente non ha avuto accanto qualcuno che la mantenesse sulla strada giusta, poteva cambiare, poteva migliorare, poteva tornare felice. Lei scosse la testa con un sorriso timido sul volto, il sorriso che l'aveva sempre caratterizzata un tempo «No, James. È questo il mio posto. Non tornerò mai alla B.L.C.» disse con un sorriso malinconico «Court ma se rimani dopo avermi aiutato...» Provai a spiegarle preoccupato «Lo so James.» mi interruppe categorica «È questa la mia decisione.» disse risoluta. Sapevo che era un addio, che non ci saremmo mai più rivisti. Però speravo ugualmente che sopravivesse che avesse il buon senso di fuggire da Lei. «Grazie Courtney. Sei la migliore» le dissi indietreggiando perché ormai sapevo che il tempo stava scarseggiando «Me lo puoi ripetere?» mi chiese con le lacrime agli occhi «Sei la migliore Court. Hai il cuore e la bellezza di una vera Fenice» le dissi «Ora vai» mi sussurrò abbassando lo sguardo, con un sorriso soddisfatto e rassegnato, prima di voltarsi ad affrontare i Ribelli che avevano appena voltato l'angolo. Feci lo stesso e corsi verso quello che speravo fosse libertà.

Arrivato all'esterno dell'edificio, sbucando da una botola nel terreno, dove in teoria mi sarei dovuto trovare nell'area di un duecento metri quadrati pieno di trappole. Ma grazie a Courtney di questo non mi dovevo più preoccupare. Forse ero stato troppo duro con lei, non si meritava questo. Doveva essere veramente molto innamorata da sacrificarsi per me... Scossi la testa. Non era il momento di pensarci, avevo bisogno di concentrazione. Iniziai a correre a perdifiato cercando di stare attento ai punti in cui sapevo che c'erano telecamere. Intanto mentalmente facevo il conto alla rovescia dei dieci minuti prestabiliti, prima che le trappole rientrassero in funzione, speravo vivamente di farcela in tempo ad uscire dal campo d'azione dei laser. Sì, laser. Infatti in quel preciso istante una luce rossa mi sfiorò di striscio. Rabbrividii. Altre luci rosse partirono da un punto indefinito, mi voltai e visi solamente piante verdi, nonostante avessi fatto pochi passi dal rifugio. L'edificio doveva essere lì da qualche parte, con il suo scudo mimetizzante, quindi anche le armi dovevamo essere lì da qualche parte. Prevedere da dove sarebbero arrivati i colpi era praticamente impossibile. Partì un altro colpo ed io evocai una fiammata per respingerlo, né partì un altro e un altro ancora. Parai e schivai, indietreggiando verso la foresta e passando nei punti dove non avrei attivato altre trappole mortali. Ovviamente non conoscevo tutte le loro locazioni a memoria, ma speravo nella fortuna. Un raggio laser mi colpì la gamba, facendomi cadere in ginocchio. Purtroppo la sfortuna volle che attivassi una trappola, preannunciata da un spaventoso click. Un masso enorme ed infuocato comparve dal nulla e venne lanciato a tutta velocità verso di me. Tentai di schivarlo ma mi colpì la spalla. Rotolai a terra, ansimante dal dolore mentre un'altra trappola si attivava. Il terreno ai miei piedi si spaccò in due, permettendo alla gravità di trascinarmi giù. Fortunatamente riuscii ad aggrapparmi al bordo con il braccio sano, che iniziò a tremare per lo sforzo. Vedevo il mio sangue sgorgare dalle fasciature, inzuppandole tutte. Guardai di sotto e vidi solamente il nero, e dei strani rumori che provenivano da quel buco. Mi vennero i brividi. Iniziai a dondolare le gambe e mi lanciai sopra, atterrando sull'erba alta. Questa volta non si attivò niente di nuovo, ma i laser e i massi infuocati andavano in tutte le direzioni. Mi appiattii al terreno e iniziai a strisciare utilizzando le braccia. Il dolore pungeva e tentava di richiamare la mia attenzione ma io ero concentrato sul lasciare quel campo minato. Nessuno è mai riuscito ad entrare grazie a queste trappole. Ad uscire non si sa. Comunque io sarei stato il primo. Court mi aveva dato un grande vantaggio disattivandoli per un po' di tempo, permettendomi di evitare le peggiori. Ero io che con le ferite ero stato troppo lento. Ignorando il mio corpo dolorante, mi feci trasportare dall'adrenalina finché non riconobbi un luogo con alberi alti e familiari. Sì! Finalmente fuori dall'area! Mi alzai in piedi e mi feci largo tra la fitta vegetazione, che ad uno sguardo più attento di un esperto capirebbe che quelle piante non potevano crescere in quel luogo. Seguii le piante e mi ritrovai nei pressi di una piccola sorgente d'acqua. Nemmeno la forza di guardarmi intorno alla ricerca di Nox che cascai a terra. Però qualcuno mi sorresse. Fa che sia Nox. «Jase! Che diamine ti è successo?!» esclamò il ragazzo. Tirai un sospiro di sollievo e mi lasciai sorreggere da lui. «Abbassa la voce. Siamo ancora troppo vicini al Rifugio. Zach e Opal?» «Adesso andiamo da loro. Ce la fai a camminare?» mi chiese tenendomi in piedi a forza «Sì» bugia. Infatti appena lui mollò la presa le mie gambe cedettero «Jase, hai perso parecchio sangue» mormorò il mio amico preoccupato «Portami da lei» dissi ignorando la sua preoccupazione, prima di svenire.

Mi risvegliai sull'auto «Perché non risponde?» era la voce di Opal «Richiama» replicò Nox «Nox, ho chiamato quindici volte! Credi che gli sia successo qualcosa?» chiese la ragazza preoccupata «Max se la sa cavare.» replicò il ragazzo incerto. «Dobbiamo andarlo a cercare. Potrebbe essergli successo veramente qualcosa» disse Zach preoccupato e la sua voce era molto più vicina. «E Jase? Non possiamo trascinarlo in queste condizioni ovunque. Se davvero a Max è successo qualcosa... Jase rischia la vita.» mormorò Nox. «Portiamolo alla B.L.C.» disse Zach «È l'unico modo» insistette «Zach, Jase è comunque un Ribelle per loro, lo odiano!» esclamò Nox. «Portiamolo da lei. Da Sophie.» Nox rimase in silenzio «Tranquillo Nox. Lo portiamo noi. Così non rischierai di incontrare tuo padre di nuovo.» «Quindi ci tocca rubare un elicottero presumo. Dato che non possiamo portarlo all'ospedale.» «Esatto» esclamò Opal eccitata. Sorrisi nel mio dormiveglia e mi lasciai cadere nuovamente tra le braccia di Morfeo, contando sul fatto che liberatosi di me sarebbero andati a cercare Max.

Nel mio sonno irrequieto mi svegliavo solo ogni tanto per ascoltare il rumore del motore che produceva il veicolo su cui ero trasportato. Diventavo sempre più debole ormai, ma gli incoraggiamenti dei miei amici che mi invitavano a tenere duro funzionavano, soprattutto le minacce di morte di Opal. «Se muori Jase, friggo il tuo corpo con scariche elettriche» mi minacciava la ragazza «Non morirà Opal, piantala» interveniva Nox «Infatti, sorellina, se muore non potrà portarsi a letto Sophie Hunter» se solo fossi stato in forze gli avrei tirato un pugno. Ma non riuscivo nemmeno alzare un dito, quindi era meglio reprimere questi impulsi omicidi. I ragazzi mi avevano curato alla ben e meglio, con le loro conoscenze basi, ma a quanto pare le mie ferite erano troppo gravi, completamente fuori dalla loro portata.
Sentii l'elicottero perdere quota e Zach sorreggermi successivamente «Ci serve aiuto» disse il ragazzo «Chi siete?» sentii la voce di un uomo. «Oh, mio Dio! Ma quello ferito è James Sharp?» esclamò una ragazza «Ti starai sbagliando...» intervenne la voce di prima. «Che succede qui?» intervenne una terza voce. Questa la riconoscevo «Ma tu sei... Il ragazzo che abbiamo salvato perdendo Skyler» disse l'inconfondibile voce tagliente di Seth Frost «E tu sei il ragazzo della sorella del mio migliore amico mezzo morto qui presente. Ti spiace andare a chiamarla?» «James?» fece lui. «Andate a chiamare un dottore. Presto!» gridò il ragazzo a qualcuno. Qualcuno mi aiutò a distendermi sul prato mentre il mormorio di una folla riempiva le mie orecchie. Socchiusi gli occhi e notai tanti volti in controluce postati sopra di me, lasciando poco spazio al cielo azzurro sopra. In lontananza le pale del l'elicottero che ancora giravano «È vivo. Ma dobbiamo curarlo subito! Ha perso troppo sangue.» disse la voce di un uomo «Prendetevi cura di lui» sentii la voce di Zach allontanarsi. Grazie ragazzi. Sapevo che l'elicottero si era alzato di nuovo in volo mentre io venivo trasportato in barella «OH DIO! JASE» sentii l'inconfondibile voce di Joy prima di svenire di nuovo.

Angolo Autrice

Beh... Allora che ne dite? Troppo poco emozionante? Però c'è riuscito! È libero!! E Sophie? Chissà dov'è? Sarà già partita? Ammetto che è un po' corto e forse non è come ve lo aspettavate... Mi spiace. Mi farò perdonare 😅

Sopra Eli Twain! Se volete proporre voi degli attori vi invito ad unirvi al gruppo di Facebook chiamato "Gli Imperium di Elements" altrimenti ci sono anche su Instagram col nome di "Iamaimperium"!
Il prossimo capitolo è molto molto molto interessante! Con il titolo di "Inaspettato" dal POV di Sophie vi aspetto la prossima settimana! Sabato! Che sia chiaro!!

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