19. Sof: l'amore di Aiden
«Il buon giorno si vede dal mattino!» canticchiò Jo appena mi vide entrare furibonda in mensa, sotto gli occhi indagatori degli altri membri. «Alzati» le ordinai «Cosa?! Sto mangiando!» «Jo, non lo ripeto un'altra volta. Alzati» dissi categorica. La ragazza sbuffò e mi seguii controvoglia. La trascinai in camera sua e esclamai «Mi nascondete qualcosa?!» lei strabuzzò gli occhi «Cosa?!» replicò seriamente stupita «Allora perché Aiden si comporta così?!» «Così come?!» iniziò a gridare anche lei dall'esasperazione «Ha tentato di baciarmi!» Jo ammutolì scioccata. «Non può averlo fatto...» mormorò sospirando «Ma che ha nel cervello quel ragazzo?!» esclamò «Ora perché ti stai arrabbiando anche tu?!» «Perché il mio migliore amico è un coglione!» «Okay, smettiamola di gridare» dissi più calma «Cosa state tramando? Non potete acquistare la mia fiducia cercando di farmi innamorare di lui!» affermai decisa «Ti giuro che non è nulla di simile. Io voglio esserti solo amica. E anche Aiden» giurò «Sappiamo che per te c'è solo James» disse tristemente. Voleva così bene al fratello. L'aveva perdonato nonostante non sapesse nemmeno perché lui l'avesse abbandonata. Mi sono sempre chiesta se Aiden e gli altri sapevano il vero utilizzo del Flash, loro che sono cresciuti al Centro, e quindi i diretti beneficiari dell'oggetto. «È tutto okay?» mi chiese, vedendomi paralizzata. «Sì, è che... Non so ancora affrontare questo argomento» ammisi tentennante. Lei mi sorrise «Quando vuoi, io ci sono. Ho sempre voluto chiederti com'è che è successo. Quando sei scappata ero sicura che lo odiassi.» rise, provocando un sorriso sulle mie labbra. Ero egoista, lei non sapeva che tipo di persona era diventato suo fratello. Io ero l'unica persona che glielo poteva spiegare, ma troppo debole per essere forte per lei. Ispirai e presi coraggio. «Jo... Se vuoi... Te lo racconto» avevo tutta la sua attenzione «Però prima. Devo spiegarti la funzione del Flash» lei inarcò un sopracciglio, e in quel momento notai una certa somiglianza con il fratello.
Le spiegai come funzionava, le spiegai su chi veniva usato, le spiegai come si poteva fuggirgli e lasciai che ci arrivasse da sola. Jo si portò le mani alla bocca e sbatté più volte le ciglia, troppe informazioni per metabolizzarle in un solo momento. «Jase...» sussurrò mentre i suoi occhi si inumidivano «Non sono morti in un incidente aereo, non è così?» sussurrò scioccata e confusa. Le afferrai una mano e la strinsi per dare conforto «Dimmi, ci avrebbero lasciato nella menzogna o prima o poi ce lo avrebbero detto?» chiese con tono rotto «Credo che lo dicano quando la persona è abbastanza riflessiva e adulta da non dare problemi» risposi «Quindi probabilmente Aiden e Seth lo sanno... Io invece sono troppo impulsiva, non è così?» affermò con rabbia «È poi si chiedono perché sono così in tanti ad unirsi ai Ribelli... Capisco le scelte di mio fratello» Jo si stava agitando «Jo. Che hai intenzione di fare?» le domandai cauta. Lei mi fissò per dei lunghi secondi «Io sto con te Sof, dove andrai tu verrò anche io. Ho sempre saputo che disprezzavi la B.L.C., ma non ne capivo il motivo, ora lo so. Ma tu sei qui. Sei qui per migliorare te stessa e hai la possibilità di migliorare tutto il resto. Di fermare queste ingiustizie. D'ora in poi seguirò solo te» disse stringendomi le mani. La ragazza aveva preso la situazione molto meglio di quanto pensassi «Non posso credere che tu non voglio distruggere tutto. Andare da Mr. Steel e spaccargli la faccia» ammisi. Jo sorrise. «Credimi, ho voglia di distruggere tutto, ma ormai è questa la mia casa... Mr. Steel è stato come un padre per me... E nonostante tutto sento che tutto ciò sia parte di me. Ad essere sincera non ricordo molto i miei genitori, non come James almeno. Ho avuto la possibilità di voltare pagina» «Mentre lui no.» sussurrai comprensiva «Per lui era diventato l'obbiettivo di una vita...» Jo mi mise una mano sulle spalle «No, Sof. Sei tu il suo unico obbiettivo. Non ricordo bene il periodo prima del Flash, ma quello dopo, alla Base1 sì. Lui non era felice nemmeno con me, ma con te... Con te rideva, con te si sentiva bene, con te non pensava a tutte le cose negative che lo caratterizzavano in quel periodo. Tu hai avuto la fortuna di conoscere la parte migliore di mio fratello, Sof.» Jo mi passò una mano sul volto, asciugandomi una lacrima solitaria sulla guancia, di cui non mi ero nemmeno accorta. «Non piangere.» mi ammonì «Che scema che sono. Dovevo essere io a consolare te, invece ci siamo invertite le parti» commentai asciugandomi le lacrime che non la smettevano di sgorgare. «Siamo amiche. E ci aiutiamo a vicenda» rispose prima di abbracciarmi.
In quel momento suonò l'allarme. Le finestre iniziarono a sigillarsi come la prima volta e io e Jo ci fiondammo fuori dalla porta, alla ricerca della causa. Non fu difficile, un altro attacco dei Ribelli. Da una delle finestre che si stava sigillando, riuscii a scorgere la figura di un uomo robusto e calvo, con un grosso tatuaggio che gli ricopriva gran parte del cranio, e che sapevo continuava per tutta la schiena. Valentin Santos. Era ora di vendicare Sky.
Il cortile della scuola era nel caos. Le guardie Imperium della Base5 riuscivano a tenere testa i tirapiedi di Santos, impedendogli di avanzare dentro la Base. «Eccoti!» Philip mi afferrò per il polso e iniziò a trascinarmi «Che fai?» esclamai «Ti devo proteggere!» replicò lui. «No! Tu devi solo assistermi! Andremo a combattere! Se sei capace riuscirai a guardarmi le spalle.» ringhiai strattonando il braccio e tornando di corsa da Jo che si era già tuffata in battaglia «Ricordi cosa ti ho insegnato?» mi chiese colpendo un volto anonimo «Sempre» replicai con un sorriso, fiondandomi sui Ribelli con il controllo dell'aria. Creai una corrente che spazzò via qualcuno al mio passaggio e atterrai molte persone senza nemmeno rendermene conto. Durante gli allenamenti con Jo, avevamo capito entrambe che il mio livello di apprendimento era alto e che diventavo ogni giorno più forte. Forse perché i miei vecchi allenamenti ritornavano a galla, dopotutto ero stata preparata appositamente per accogliere al meglio questo poteri. Infatti ormai superavo il penultimo livello delle simulazioni d'aria. Me ne mancava solo uno per essere considerata una Imperium dell'aria abile e capace. Jo mi guardò con orgoglio, come se fosse tutto merito suo, mi fece un sorrisone che ricambiai. Ma svanì immediatamente perché un ombra avanzava dietro di lei. Usai il Ribelle che mi stava venendo addosso come trampolino, una capriola in aria e atterrai l'assalitore della mia amica. «Grazie» sorrise lei come se non avesse rischiato grosso. Non le risposi perché notai un'altra figura lottare i modo agguerrito. Coral Caine era una furia umana, e ad ogni suo attacco seguiva un grido di battaglia. Non sembrava nemmeno la timida ragazzina che avevo conosciuto. Creava vortici di fuoco che tenevano a bada alcuni Ribelli piuttosto bravi. Ma nonostante ciò, aveva serie difficoltà. Mi buttai in suo soccorso e atterrai un ragazzo che la stava per attaccare dall'alto «Me la so cavare da sola!» gridò lei orgogliosa, stupendomi «Lo so, ma l'aiuto non fa mai male» replicai, insegnandole qualcosa che avevo imparato di recente. Sentii una presenza dietro di me e tirai una gomitata al mio assalitore. «E io che ti stavo per aiutare» sentii dire Philip «Mi sento piuttosto inutile» commentò «Aiuta gli altri e smettila di starmi alle calcagna» replicai. Una palla di fuoco si diresse verso di lui e d'istinto creai una bolla attorno, soffocando le fiamme a pochi centimetri dalla sua faccia «Mi... Mi hai salvato» disse con gli occhi sgranati «E che avrei dovuto fare? Lasciare che ti colpisse? Sveglia Phil» «Ecco, ora mi sento ancora più inutile.» commentò. Feci per replicare ma una voce tuonante richiamò la mia attenzione «Sophie Hunter!» Valentin Santos si trovava in cima ad una montagna di terra, che avanzò verso di me con i suoi poteri, finché non fui costretta a guardarlo da sotto in su. «È bello... Rivederti... L'ultima volta la tua piccola compagnia ha distrutto ma mia dimora» disse tranquillamente. Non mi presi nemmeno il disturbo di rispondergli che mi alzai in volo e gli lanciai un turbine d'aria. L'uomo scoppiò in una grossa risata «Non sei curiosa di sapere cosa ci faccio qui?» mi chiese mentre eresse un muro di terra per difendersi. Non potevo batterlo con l'aria. «Sophie!» sentii gridare. Mi voltai giusto in tempo per vedere un grosso masso volare verso di me. Oddio fu l'unica cosa che riuscii a pensare. Incrociai le braccia davanti a me, in attesa dell'impatto che non arrivò. Il masso aveva cambiato la sua traiettoria ed era andato addosso a Santos che lo frantumò senza fatica. «Santos, ci rivediamo» disse la voce che mi aveva avvertita. In realtà non mi sarei mai aspettata che fosse lui, insomma, Seth era tra i buoni era ovvio che si fosse preso il disturbo di salvarmi, ma per qualche strano motivo mi sembrava... Strano. «Non ricordo di te biondino» ammise Santos accarezzandosi la barbara. Invece di offendersi e prenderlo a botte, Seth sorrise «Sono solo la persona che ti eliminerà dalla faccia della terra. Disse prima di battere un piede per terra e far crollare la montagna di Santos. Mi allontanai in fretta, controllando le correnti d'aria. Seth prese a lottare contro Santos, ma era chiaro il netto vantaggio di quest'ultimo. Santos era veramente forte. Attaccai anche io. Avendo imparato bene solamente l'aria, utilizzai solo quel elemento. «E questa sarebbe la famosa forza di Sophie Hunter? Susan ne rimarrà delusa... Come ha fatto quel portento si James Sharp a innamorarsi proprio di una nina patética come te?» mi schernì l'uomo facendomi distrarre e permettendo a un masso di colpirmi violentemente lo stomaco. Volai indietro e buttai giù qualche membro della B.L.C. che attutirono la caduta. Mi rimisi in ginocchio tenendo una mano premuta sulla pancia dolorante. Alzai lo sguardo rabbiosa e in quel momento percepii la presenza dell'umidità nell'aria. Profumo di pioggia. Alzai lo sguardo e vidi le nuvole accumularsi sopra la battaglia. Non ero un Imperium dell'aria. Io potevo controllare più elementi. È vero, non ero capace di controllare la terra e tantomeno il fuoco. Ma Aiden mi aveva insegnato a controllare l'acqua. Mi alzai in piedi e chiusi gli occhi. Tesi le braccia e buttai la testa indietro. Sentii l'umidità intorno e il vento scompigliarmi i capelli. Il vento continuò ad alzarsi e l'aria si fece sempre più fredda «Che succede?» sentii sussurrare a molte persone. Senza lasciarmi distrarre aprii gli occhi e mi ritrovai davanti ad una distesa bianca perlacea. Nebbia. Tanta nebbia fredda che oscurò la vista a tutti. I suoni delle battaglie scemarono, sostituito da tanti bisbigli confusi e ombre che si muovevano disorientati nella coltre di densa nebbia. Qualcuno mi afferrò la mano. Mi voltai di scatto e tirai un pugno che cozzò contro un muro di terra. «Ah!» esclamai agitando la mano per il dolore «Scusa» mormorò una voce familiare «Eli?» «Ragazza misteriosa. Sei stata tu a fermare la battaglia?» chiese sorpreso. Annuii, ma ricordandomi che non ci vedeva dissi «Sì» «Come hai fatto?» «Li ho reso ciechi. Come hai fatto a trovarmi?» che domanda idiota. Me ne accorsi solamente dopo averla formulata, lui viveva nella cecità e si orientava col terreno. Se ne accorse e sorrise «Non ci vedi più nemmeno tu. Qui, a parte gli Imperium di terra, nessuno ci vedrà, ma sono tutti confusi. Io non ho percepito nessun cambiamento siccome non ci vedo comunque» disse «Aiutami a trovare Santos. Seth non se la caverà a lungo contro di lui» gli dissi ricordandomi di Seth «Seguimi» affermò senza fare domande «Si buttò nella nebbia, schivando agilmente le figure che comparivano all'improvviso. Faticai a stargli dietro. Santos e Seth stavano ancora lottando, come pochi ancora. Riconobbi l'ombra grossa di Santos e lo attaccai fulminea. Lui non se ne accorse nemmeno. Non riuscendo a vederci gli era impossibile vedere gli miei movimenti, soprattutto mentre fluttuavo veloce e scattante. «Ritirati Santos, finché sei in tempo. E di una cosa a Susan Blackwood. Non la temo.» gli dissi prima di colpirlo violentemente dietro la nuca. Mentre cadeva una colonna di terra spuntò da nulla che lo colpì sotto il mento. L'uomo cadde a terra ansimante «Hombres! Retiro!» allargai le braccia e ruotai i polsi verso l'esterno. Poi distesi le braccia e la nebbia si diradò immediatamente. Ci furono urla di vittorie mentre i Ribelli fuggivano «Arriveranno. Uno ad uno per tormentarti, tutti i Ribelli» disse Santos «Per far sparire tutto ciò che ti rende felice. La mia non è stata una battaglia persa, i tuoi incubi dopo oggi aumenteranno» affermò l'uomo prima di voltarsi «Perché non chiedi a tuo nonno come se la cava con i prigionieri. Scommetto che anche questo ti nascondono» e se ne andò.
Perché ogni volta che arrivavano i Ribelli lasciavano dietro una tale distruzione? Riconobbi una figura che si stava medicando un braccio e la raggiunsi in mezzo a tutti gli altri feriti «Coral?» lei alzò lo sguardo e arrossì «Miss Sophie! Io non volevo gridarle contro...» «È tutto a posto, e non darmi del lei» mi limitai a dire «Sei stata brava... Ci tenevo a dirtelo» ammisi. Non sapevo come farmi perdonare per averla trattata in malo modo, soltanto perché era troppo vivace e aveva un aspetto ispanico. «Lei... Cioè tu ti stai complimentando con me?» chiese incredula «Non farmi pentire di averlo fatto» maledetta acidità, è più forte di me «Mi scusi...» mormorò «È stata, cioè, sei stata incredibile, quella coltre di nebbia... È stato Wow! Ma come hai fatto? Nessun Imperium dell'aria è in grado di fare una cosa simile!» «Se sei anche in grado di controllare l'acqua è tutto più facile» mormorai «Vorrei tanto essere come te. Sicura e forte. Determinata e potente...» «Non sono quella che credi Coral, trattami come un essere umano, non come divinità.» le dissi stanca, sedendomi accanto a lei «Sei una brava combattente. Cosa ti ha fatto lasciare veramente i Ribelli?» chiesi. La ragazza iniziò a giocherellare con il ricciolo di capelli accanto alla tempia «Tu» rispose «Impossibile che fossi solo io» replicai «Chi era il tuo luogotenente?» lei si morse il labbro e abbassò lo sguardo. Gli occhi le si fecero lucidi «David Law» rispose.
Law, Law era scappato. Santos aveva detto che dovevo chiedere al nonno dei prigionieri e Law è l'unico che mi interesserebbe. «Che ti ha fatto?» perché non poteva essere scappata se lui non le avesse fatto niente. La ragazza non rispose e mano a mano capii che le era successo. «Dimmi che non è quello che penso io» mormorai schifata «Se quello che pensi è essere una delle tante bamboline di quel lurido scimmione... Sì è così» a quel punto scoppiò a piangere. L'abbracciai e le accarezzai i capelli come facevo con Scarlett quando era triste. «Forse non sono quello che tutti volete, ma ucciderò Susan Blackwood, e con lei tutti i suoi Luogotenenti» «Non puoi fare solo questo» «Questa è l'unica cosa che voglio, Coral.» attirai l'attenzione di un medico e le consegnai Coral mentre io andavo alla ricerca di Steel, per sapere quante altre cose mi stavano nascondendo.
«Sì, è scappato» rispose l'uomo impassibile «E perché nessuno si è degnato di dirmelo?» chiesi pacata anche se dentro andavo in fiamme «A che le sarebbe servito?» mi chiese fissandomi freddamente «Alla mia determinazione. Volete che impari a controllare bene i miei elementi no? Allora ogni motivo è buono per motivarmi» replicai pronta. Sul volto dell'uomo passò un'espressione sorpresa. Non si aspettava una mia replica. «Vedremo di aggiornarle di tutto» mi congedò e uscii a testa alta dall'ufficio, proprio mentre Aiden stava per bussare. Il ragazzo aveva i capelli biondi arruffati e un livido sul suo viso perfetto, con gli abiti trasandati. Ma tutto ciò gli donava maledettamente bene. Mi sorrise e io replicai di riflesso «Stai bene?» mi chiese preoccupato, facendomi ridere «Ha parlato lui, ti sei visto ultimamente allo specchio?» la sua risata roca si unì alla mia «In effetti non devo essere un granché. A differenza tua, hai i capelli un po' sparati ma sei splendida. La nebbia di oggi l'hai causata tu, vero? Fammi indovinare aria e acqua insieme?» mi chiese puro come l'acqua cristallina, senza influssi maliziosi o parole celate. Schietto e diretto. «Non mi fare i complimenti» dissi imbarazzata abbassando lo sguardo «Perché...» «Aiden, che ci fai ancora sulla porta?» chiese Mr. Steel dalle mie spalle «Vi lascio soli» dissi e lui mi fece passare prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Quella notte mi girai e rigirai sul letto, ripensando alla giornata e riuscendo ad ammettere finalmente quanto mi avesse turbato l'attacco di Valentine Santos e soprattutto, le sue rivelazioni. Tra pensieri tormentati mi addormentai per sfinimento. Ma l'incubo a cui venni sottoposta era ancora più sfiancante.
«Lasciami schifoso scimmione!» cercai con tutte le forze di spingere David Law lontano da me, mentre con le mani mi teneva inchiodata a terra. Dal terreno accanto spuntò la testa rasata di Santos che rise come un maniaco e iniziò a cantare una canzoncina spagnola. Il suo corpo emerse e le sue forti braccia mi afferrarono per le braccia, bloccandomi del tutto. Ellen Frost spuntò dal nulla e mi bloccò le caviglie, permettendo alla luride mani di Law di armeggiare con il bottone dei miei jeans. Iniziai a gridare aiuto mentre Michael McEwan se ne stava in un angolo ad osservarmi. «Nessuno ti può sentire» disse. Ma la sua bassa voce venne interrotta dall'acuta risata di una ragazza «Appena diventerai dello Yeti come tante ragazze, James potrà essere di nuovo mio.» canticchiò Courtney Young «Non è così?» James comparve accanto a lei con un'espressione indecifrabile sul volto «È per questo che mi hai lasciato morire? Per lui?» chiese prima di prendere Courtney per la vita baciarla e andare in fiamme. Intanto Law era riuscito a togliermi i pantaloni e iniziava con i suoi...
Non mi accorsi nemmeno di star urlando finché Aiden non spalancó la porta di camera mia, seguito a ruota da Jo. «Ehi ehi shhhh calmati» sentii dire. Qualcuno mi abbracció per consolarmi e dal profumo di rose dedussi che fosse Jo. Dopo un po'riuscii a calmarmi. «Ispira ed espira» mi suggerii l'amica. «Tutto okay?» mi chiese Aiden preoccupato. Annuii soltanto, perchè il sogno era ancora così vivido che temevo che se avessi aperto bocca avrei ricominciato ad urlare. «Ehi Jo. Torna a dormire. Sarai stanca dopo oggi. La guardo io» promise Aiden. «okay» sussurò lei effettivamente esausta. «Se hai bisogno non esitare a chiamarmi» mi disse dolcemente, poi uscì dalla stanza. Dopo qualche minuto di silenzio riuscii a riprendermi del tutto, consapevole di essere ridicola a spaventarmi così per qualcosa di irreale. Se andavo avanti di questo passo rischiavo di impazzire... Questo è il primo passo per diventare me, ricordai le parole di mia nonna. Mi vennero i brividi. «Sto bene Aid. Torna a dormire» lo rassicurai. «Preferisco tenerti d'occhio. Non voglio vederti di nuovo così.» «Sul serio Aid hai bisogno di riposo pure tu. Non voglio essere la causa della tua notte insonne» insistetti «Non ti preoccupare, anche se mi addormento vedrei ugualmente te» rispose schietto. Arrossii, cosí mi metteva a disagio. «Come... Come siete arrivati tanto in fretta?» chiesi per distrarmi «Eravamo qua fuori. Ora dormi Sof. Resto finchè non ti addormenti. Caccio via io i tuoi brutti sogni» erano le stesse parole di un tempo... Quando avevo avuto una cotta tremenda per lui. Sembra assurdo che sia passato solo qualche mese...
Sono successe così tante cose da allora.
Mi obbligò a distendermi e mi rimboccó le coperte. Si mise seduto sul letto e iniziò ad accarezzarmi i capelli... Era così confortante... «Aid?» lo richiamai, mi sentivo così sola e spaventata in quel momento, sentendomi debole e vulnerabile dall'incubo. Nel mio sogno nessuno mi aiutava e io avevo bisogno di più aiuto possibile. Gli feci spazio sul letto. All'inizio era perplesso, poi, però, accettò l'invito. Mi accoccolai sul suo petto e ispirai il suo dolce profumo di caffè e menta, lasciandomi confortare, lasciando che vedesse la mia fragilità. Dopo un po sentii qualcosa premermi contro la coscia... Oddio. Mi agitai per l'imbarazzo. Il suo petto vibró per una risata silenziosa. «Scusa» sussurrò. «emh... Forse é meglio che mi sposti» dichiarai, mi mossi per allontanarmi ma lui mi trattenne. «Ignora» sussurrò. Facile a dirsi. Ero profondamente a disagio. Semplicemente non potevo accettarlo. «Aid non dovresti... Io non... Non dovresti eccitarti con me.» cercai di spiegare inutilmente perchè le parole mi uscirono sbagliate. «Sof, è una cosa che non controllo» lo sentii dire divertito, ero contenta che fossimo al buio, perchè così non avrebbe notato il rosso del mio volto. «E perchè non dovrei? Sei una ragazza splendida. A quale ragazzo non succederebbe se una ragazza come te gli dorme accanto?» mi misi seduta, colpita da un moto di trisrezza. Le sue parole mi ricordarono quelle di James... Oh James... Le lacrime mi scesero automaticamente. «Ehi... Scusami... Ho detto qualcosa che... Mi dispiace Sof ma è la verità.» mi voltai verso di lui anche se non potevo vederlo al buio. Si distingueva solo la sua sagoma. «Aid, non... Smettila ti prego. Non posso. Devi capire che sono innamorata di James» gli dissi senza tanti giri di parole che non riuscivo nemmeno a formulare. James aveva ragione. Al buio, di notte era era più facile rivelare le cose, non sarei mai riuscita ad essere così diretta con la luce del giorno. James aveva sempre ragione. «Sof... Dovresti superare la cosa... James...» «Non continuare» lo interruppi. Mi prese la mano. «Lo sai cosa provo per te. Vorrei farti capire che... Che farei di tutto... Non ho mai provato questa cosa... Io ti...» «No Aid.» lo fermai spaventata, ritirai la mano di scatto. «Perfavore, esci» gli dissi. Stavo ferendo i suoi sentimenti ma non potevo accettare il suo cuore, avevo quello di James e lui aveva il mio. Bastava e avanzava. «Vorrei solo che mi dessi la possibilità di farti battere il cuore nuovamente» disse quasi pregando «non posso darti ciò che non ho» risposi senza guardare la sua espressione delusa «il mio cuore non c'è più, è perduto... Con lui» sul volto di Aiden comparve un'espressione ferita. Sentii solo la porta richiudersi dietro di lui e guardai la buia stanza. E passai la notte in bianco nel mio stato confuso e spaventato.
Angolo autrice
Sopra Coral Caine. La vostra sospettata!
Come ho scritto nell'altro libro, vi invito a vedere "noi e la scrittura" che troverete nel mio elenco lettura "qualcosa su di me", dove ci sono alcune informazioni su di me ed Elements. Se vi può interessare ^^.
Ammetto che questo capitolo non è dei migliori, però accidenti, ha utilizzato la sua prima combinazione che fino ad ora non abbiamo mai visto in nessun Geminus! Che ne pensate? Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di James e il titolo sarà "Lo scimmione". Fate i vostri dibattiti, mi divertono ^^. Al prossimo sabato ;)
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