12. Jase: Sono un Geminus

Iniziavo a sentire la solitudine a stare da solo in quella stanza, dopotutto, mi mancava la presenza assillante di Courtney. Non veniva più lei a portarmi da mangiare o a scortarmi in bagno, ma dei volti assolutamente anonimi. Chissà perché non è qui a rompermi le palle?Da quanto tempo ero rinchiuso in quella stanza? Quattro settimane? O forse di più? Sarà passato il compleanno di Joy? Ho voglia di farmi una doccia. «Ehi! C'è nessuno?» gridai «Cosa vuoi» chiese un Ribelle irritato attraverso la fessura che si apriva nella porta di metallo «Senti amico. Inizio a puzzare, non è che mi scorteresti in bagno?» la guardia tentennò «Solo "la Fenice" è autorizzata a scortarti al bagno» disse in crisi «Sul serio? Ma che mondo pervertito è? Sono quasi certo che mi spii mentre mi faccio la doccia, non può accompagnarmi sempre lei!» dissi facendo scappare un sorriso alla guardia «Quindi non posso andare in bagno finché non torna? E dov'è scusa? Inoltre dovreste dare una ripulita a questa cella, ed anche al tubo di scarico laggiù» dissi «Non sono autorizzato a chiacchierare con il prigioniero» alzai gli occhi al cielo «ma non ti impedisce di ascoltarmi, o sbaglio?» lui ci pensò un'attimo «credo di no» «Da quanti anni sei qui?» chiesi inducendolo a parlare proprio perché non era autorizzato «Non credo che te lo ricordi ma sono stato il tuo primo sfidante nella prova iniziale. Mi hai bruciato le caviglie, giovane Geminus» mi disse gioviale. Sorrisi. «Sì, giusto.» anche se in realtà non me lo ricordavo. La prima prova dei Ribelli... Sono passati tanti anni da quando sono entrato a far parte dei Ribelli, ed allora ero soltanto un seguace di Ellen.

Tutti gli altri Iniziati erano particolarmente elettrizzati mentre salivano sul Jet privato della Blackwood. Mi misi in disparte e feci una smorfia all'idea di dover passare gran parte del tempo con quegli idioti.
Il viaggio fu abbastanza lungo, ma nel frattempo mi ero concesso qualche ora di sonno per rilassare i nervi tesi.
Rimanemmo tutti a bocca aperta appena scendemmo dal jet, mentre Susan Blackwood ci guardava con occhi scintillanti di eccitazione. Ci trovavamo in una radura circondata da alti alberi, da una parte vi erano percorsi all'aperto con alcune capanne in stile antico ed edifici moderni che li circondano, dall'altra, invece, c'erano centinaia di piccole capanne grandi quanto una stanza. Tutto ciò era circondato da un'altro edificio che faceva da muro e cornice a tutto quello che vedevo. «Benvenuti a casa, giovani» disse «Questo è il Campo dei Ribelli, qui vi allenerete per diventare migliori e vi sfiderete per scalare la classifica. L'edificio che vedete intorno non serve per imprigionarvi, ma per proteggervi, tutto questo è il Rifugio principale. Sapete che siamo sparsi per tutti gli Stati Uniti come tante mine pronte ad esplodere vero? Quando... Sarete promossi potete girare dove vi pare e piace, e se vorrete potete tornare qui quando volete, sarete sempre i benvenuti se mi restate fedeli. Non ci sono regole, dovete solo dimostrare di essere capaci. Chi ci riuscirà potrebbe entrare tra le mie personali grazie.» disse contenta. Mentre parlava si erano avvicinati due donne, una con dei lunghi capelli biondo platino e freddi occhi grigi e scrutatori, l'altra con una chioma di ricci neri e occhi castano scuro e la pelle del colore del cioccolato; con loro c'erano, quattro uomini, quello più vecchio aveva una barba tagliata in modo curioso e un tatuaggio sulla sua testa rasata, intuivo che fosse la coda di uno scorpione, l'altro aveva i capelli rosso scuro e due occhi azzurri particolarmente vivaci e luminosi, quasi infantili, quello più giovane era biondo e aveva sul volto un'espressione altezzosa che mi diede immediatamente fastidio, oltre che priva di alcun sentimento; infine, c'era un ragazzo, aveva un'aria tranquilla e mite, era il più giovane tra loro, avrà avuto al massimo ventitré anni e gli occhiali poggiati sul naso gli davano un'aria erudita e per nulla da immagine di Ribelle che mi ero fatto negli ultimi anni. Infatti avevo l'idea che fossero tutti... Beh, più simili a quell'uomo pelato. «Loro, ragazzi, sono i miei più fedeli seguaci, coloro che sono riusciti ad attirare la mia attenzione in un modo o nell'altro. Verrete sottoposi ad un periodo di prova, e durante questo periodo i miei luogotenenti decideranno chi di voi aggiungere alle loro schiere. Chi non verrà scelto... Beh, che si trovi da solo un modo per ottenere la mia attenzione.» a questo punto sorrise soddisfatta e ci lasciò nelle mani di quelle persone «Hola Chicos, io sono Valentin Santos, chiamato anche "lo Scorpione" e sono un Imperium di terra.» si presentò quello pelato. «Ellen Frost, "Vedova di ghiaccio", acqua» dichiarò fredda la donna dai capelli biondi con un mezzo sorriso sulle labbra. Frost? Aspetta, Frost? Come quel Frost che sta sempre appiccicato a mia sorella? «Siccome i miei colleghi qua hanno dato anche il loro soprannome, vi dico che mi chiamano "Torcia", ovviamente sono un Imperium del fuoco come la maggior parte di voi. Il mio vero nome è Oscar Day e questa è mia moglie Zelda» dichiarò l'uomo dai capelli rossi prendendo per la vita la donna di colore. Si sorrisero guardandosi intensamente negli occhi «anche lei Imperium del fuoco» continuò «Ovviamente anche io ho un soprannome stupido» disse la donna con una voce che rilassava parecchio «mi chiamano "Ardente"» disse scuotendo la testa «secondo me ti si addice, cara» replicò il marito baciandole la tempia «Sì, sì piccioncini. Diamo ai ragazzi quelli che vogliono veramente sapere, ovvero chi sono io.» disse quello antipatico alzando una mano verso la coppia «io sono "lo Yeti"» un risatina generale si diffuse nel gruppo facendo irritare l'uomo che alzò un braccio e fece gelare le labbra a tutti... Quasi, perché appena sentii il freddo pizzicarmi le labbra evocai una fiamma e allontanai il gelo. L'uomo mi scoccò un'occhiata «Sono David Law e controllo perfettamente l'elemento dell'acqua» dichiarò tenendomi d'occhio, facendo un gesto con la mano per liberare gli Iniziati agitati. A quel punto puntammo tutti lo sguardo sul giovane che fece un'alzata di spalle e disse «Mi chiamo Michael McEwan, sono un Imperium dell'aria che guadagna da vivere facendo lo scrittore. Prendo il mio soprannome dalla mia prima opera "L'Orfano"» disse. Spalancai gli occhi e lo fissai con adorazione. Avevo davanti a me lo scrittore di uno dei libri più belli che avessi mai letto, un libro che ha ossessionato me e Fi per un periodo molto lungo. Se spettasse a noi scegliere con chi di loro andare, avrei seguito lui anche se non ero un Imperium dell'aria. «Bene giovani! Perché non iniziamo subito con la prova principale per vedere il vostro livello?» proruppe Oscar.

Premetto che sono sempre stato il tipo che accetta qualsiasi tipo di sfida, non mi tiro mai indietro e le cose che mi spaventano al mondo sono poche. Questa mia determinazione e sicurezza mi ha portato a farmi odiare dalla maggior parte degli Iniziati, Aiden Ryder primo in classifica, ma anche a spingere gli altri a guardarmi con una specie di adorazione mista ad invidia. Quindi quando ci trovammo in una specie di ring e chiesero se ci fossero volontari, tutti si voltarono a guardare me. Non c'è bisogno di avere paura di qualcosa che non si conosce, prima o poi bisogna affrontarla ed è sempre meglio togliersi l'impiccio nell'immediato, ovviamente  se si conosce ciò che si dovrà affrontare è meglio, ma non indispensabile. C'è qualcosa di eccitante nel'emozione di competere contro qualcosa che non si conosce. O forse sono pazzo e scambio tutto queste emozioni che in realtà rappresentano la paura.
Salii sul ring e mi posizionai al centro guardando Oscar Day in attesa «Bene ragazzo. La sfida è semplice. Affronterai Ribelle dopo Ribelle finché non crollerai. Non ci sono regole, puoi abbatterlo come più preferisci, sarebbe meglio se non li uccidessi, sai, ci servono. Ovviamente anche loro tenteranno di non uccidervi. Se venite battuti dal primo Ribelle... Siete automaticamente fuori. Non sarete in grado di sopportare i nostri allenamenti. Tutto chiaro?» dovrò combattere finché non sarò stremato? Un gruppo molto numeroso di Ribelli adulti si affollò intorno. «Inizio io! Adoro divertirmi con i novellini» si offrì un ragazzo pelle ed ossa facendo ridere un altro ragazzo dai capelli biondi «Che hai da ridere?» «Con quel giovanotto non si scherza» mi disse guardandomi con sguardo complice. Realizzai che quello doveva essere il Ribelle che mi aveva portato nella Sala Comune, dopo che l'avevo abbattuto. Il ragazzo pelle ed ossa lo ignorò e salì spavaldo sul ring. Partì immediatamente all'attacco, cogliendomi leggermente di sorpresa, a quanto pare non c'erano fischi di inizio. Mi colpì in pieno volto con un calcio facendomi perdere l'equilibrio, ma prima che toccassi terra, lo recuperai con una spinta delle mani. Il ragazzo rise e corse sicuro verso di me evocando delle fiamme. Immediatamente presi a correre verso di lui con decisione, lasciandolo interdetto, evidentemente si aspettava che scappassi. Arrivato abbastanza vicino, scivolai tra le sue gambe, evocai le fiamme su entrambe le mani e afferrai le sue caviglie, per poi tirarle mentre scivolavo. Il ragazzo cadde a faccia per terra. Mi rialzai e attesi che lui facesse lo stesso ma si stava afferrando le caviglie, lamentandosi per il dolore mentre dal naso colava copiosamente il sangue. Bah, che delusione. Venne immediatamente portato via e quasi subito, mentre l'istinto mi permise di percepire una presenza alle mie spalle. Mi spostai di lato velocemente, giusto per vedere piombare un uomo grosso sul punto in cui ero io. Il terreno sotto i miei piedi tremò prima di far spuntare colonne di terra. Li evitai con agilità, ma non potevo scappare in eterno così sfruttai una delle colonne per spiccare un salto, fare una capriola in aria per atterrare sulle spalle dell'uomo. Con le gambe gli cingevo il collo mentre le braccia erano occupate a soffocarlo, facendolo barcollare e dimenare per disarcionarmi. «Arrenditi o ti brucio i capelli» lo avvertii. Ma lui continuò nei suoi tentativi. Così appiccai il fuoco sui suoi capelli per poi saltare giù. L'uomo corse via battendo le mani sulla testa, e gridò agitato. Mi sarei messo a ridere per la scena abbastanza comica, cosa che fecero gli altri, ma qualcuno mi buttò a terra facendomi lo sgambetto. Era una donna dalla chioma ramata e lo sguardo tagliente. Evocò una folata di vento che mi fece strisciare sul terreno. Mi rimisi in piedi più in fretta possibile, in modo che la tizia non passasse di nuovo all'attacco. I suoi movimenti erano meccanici e prevedibili, permettendomi di avanzare spedito verso di lei, schivando i suoi turbini, talmente vicino da assestarle un pugno allo stomaco che la fece piegare in due.
Dopo di lei salii sul ring un altro ragazzo, più giovane degli altri e dall'aria più agguerrita. Io iniziavo già a mostrare i segni di stanchezza e a cedere al dolore provocato dagli altri sfidanti. Quando il ragazzo attaccò capimmo entrambi che i miei movimenti erano diventati più lenti. Lui sorrise compiaciuto e iniziò a colpirmi con delle fiammate. Non mi farò battere nel mio territorio. Non posso perdere adesso! Devo ottenere un punteggio alto per avere più possibilità di realizzare la mia vendetta! E con questo pensiero fisso, mi montò una rabbia omicida che mi caricò di adrenalina. Le mie emozioni caricarono le fiamme che mandarono al tappeto il ragazzo. Mi piegai in due, sostenendomi sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Sentendo i passi mi voltai giusto in tempo per vedere salire una donna abbastanza formosa. Si mise in posizione attendendo che riprendessi fiato. Mi rimisi dritto e attesi che attaccasse, ma invece iniziammo a squadrarci l'un l'altra in attesa che fosse l'avversario a fare la prima mossa. Era carino da parte sua concedermi del tempo per riprendermi, ma avevo bisogno di dimostrare il mio valore, quindi per una volta attaccai io per primo. Proseguì una parità assoluta, seguita da colpi ripetuti sempre parati. Non mi accorsi che un flusso d'acqua mi aveva circondato, e questa da dove viene? E prima che potessi elaborare la cosa una bolla d'acqua di abbatté su di me, riscoprendomi la testa. Era come avere la testa dentro una tinozza d'acqua e non riuscire a toglierla. Barcollai nel tentativo di levarmela di dosso ma stavo soffocando... Anzi affogando. Iniziai a farmi prendere dal panico e questa emozione non aiuta il potere del fuoco, impedendomi di evocarlo. E anche se ci fossi riuscito non mi sarei mai sbattuto una mano infiammata in faccia, perché sicuramente la donna aveva intenzione di lasciare la presa non appena l'avessi fatto, facendomi auto eliminare. Quando i polmoni iniziarono a bruciare e la testa a girare una scena mi balenò in mente. Il momento in cui ero riuscito a superare lo scudo di Sophie, quando ero riuscito a far evaporare l'acqua. Mi era sembrato che seguisse i miei ordini, che si fosse sottomesso al mio potere... Era assurdamente ridicolo, io non sono un Imperium dell'acqua, ma valeva la pena provarci, infondo ero disperato. Tentai di concentrarmi sulla massa d'acqua che avevo per casco e gli ordinai di dissolversi, di attaccare lei invece che me. Improvvisamente l'aria ritornò nei miei polmoni e la massa d'acqua si abbatté sul petto della donna con la forza di un proiettile, facendola finire tra il gruppo di Iniziati. Ispirai ed espirai profondamente, avido di aria e tossii un paio di volte. Sbattei le palpebre ripetutamente e mi passai una mano tra i capelli bagnati. Me la sono vista brutta. Quando rialzai lo sguardo vidi che tutti mi fissavano a bocca aperta, stupiti. «Un Geminus» mormorò Law avanzando verso di me. Salì sul ring e iniziò ad avanzare verso me. Non mi mossi da lì, determinato a non mostrare alcun tipo di cedimento. «Cos'è un Geminus?» chiesi con voce ferma. Nonostante tutto, la mia curiosità prese il sopravvento «Un Imperium capace di controllare due elementi, moccioso. E tu sei uno di loro. Controlli il fuoco... E a quanto pare anche l'acqua» disse con un ghigno sul volto, prima di darmi un pugno che mi fece piegare in due. Seguì immediatamente un colpo alla schiena e una ginocchiata sul naso. Caddi a terra dolorante, stringendo i denti nel tentativo di rialzarmi. «David! Ma sei impazzito?!» esclamò la voce rilassante di Zelda «questo ragazzino mi sembrava troppo sbruffone per i miei gusti. E comunque ne ha già sconfitti cinque da solo, quando normalmente la maggior parte ne batte al massimo tre, ha dimostrato abbastanza il suo valor...» si bloccò perché mi vide alzare «E tu sarai il sesto» dichiarai stringendo i pugni e rimettendomi in posizione d'attacco. Law partì all'attacco ma un uomo di frappose tra noi. Bloccò il braccio di Law e gli diede un pugno allo stomaco per poi allontanarlo con una fiammata «Fermo David» disse Oscar minaccioso. «Decidiamo chi si prende il Geminus?» chiese cambiando espressione tornando ad essere gioviale «È comunque un Imperium del fuoco. Dovrebbe venire con noi, Oscar» propose Zelda «Ha anche l'età dei nostri figli, mi piacerebbe molto...» continuò «Dai Zelda, fatti da parte. Quel ragazzo è un guerriero desideroso di combattere e ha anche l'aria di uno che sa come divertirsi, tra le mie schiere sarebbe perfetto» intervenne il pelato «Fermi tutti. Lo voglio io il Geminus, sapete che ho una passione per gli Ignis» intervenne Law rimettendosi in piedi come se niente fosse successo «Non per interrompere il vostro litigio. Ma siccome siamo tutti così interessati a questo ragazzo, potremmo lasciare a lui la scelta.» intervenne Michael fissandomi curioso «Come ti chiami?» mi chiese «James, James Sharp» dissi sostenendo il suo sguardo «Bene James. Vogliamo che sia tu a decidere, ma prima di ciò voglio dirti che sei un ragazzo speciale, non prendere la tua scelta alla leggera, hai appena scoperto di essere un Geminus dell'acqua, fa quello che è meglio per il tuo futuro.» «Se mi unisco a uno qualsiasi di voi mi promettete che mi aiuterete a migliorare?» si guardarono tra di loro «Ragazzo, noi potremmo aiutarti a dominare in modo perfetto il fuoco» disse Oscar circondando le spalle della moglie con un braccio. No, sono già abbastanza bravo e lo sapete. «Se vuoi imperare a dominare l'acqua, la tua unica scelta sono io. Hai grandi potenzialità, sei giovane e sembri uno che impara in fretta. Sono disposta a insegnati l'arte dell'acqua in tutte le sue sfumature. Sei già molto potente con il fuoco, l'abbiamo visto tutti che lo controlli con la maestria di un adulto. Ti aiuterò ad essere altrettanto capace con l'acqua. Se vai con David, lui non ti insegnerebbe niente, è abituato ad essere il più forte.» intervenne la donna che non aveva parlato fino ad ora. Sostenni il suo sguardo gelido, immergendomi in quelle schegge grigie che aveva al posto degli occhi, riuscendo a vedere nella durezza del suo volto, il mio ex compagno di stanza. «Bene. Allora vengo con te» risposi sicuro avanzando verso di lei. Ma scendendo dal ring, le mie gambe cedettero per la stanchezza, ormai privo di adrenalina crollai nel buio.

Quando aprii gli occhi, realizzai che mi trovavo disteso per terra, con le ferite non curate, poco lontano del ring. Ma che gentili. Vi ringrazio per esservi preso cura di me. Pensai sarcastico. Non ero abituato a svegliarmi dolorante. Alla B.L.C. se uscivi ridotto male da qualche prova, venivi curato immediatamente con tutti quei medicinali super evoluti.
Gli incontri erano ancora in corso e quando mi rialzai, l'ultimo iniziato mi piombò affianco dolorante.
Feci mente locale e vidi che c'erano un paio di Iniziati accanto a ciascun Luogotenente, tranne che per Ellen, e un gruppo rimasto emarginato a leccarsi le ferite. «Bene. Ognuno di noi ora vi porterà con sé nel proprio territorio. Quelli che non sono stati accettati rimarranno qui al Campo e inizieranno subito i loro addestramenti.» disse Oscar incitando i suoi nuovi Ribelli a seguirlo. Mi avvicinai alla donna bionda «Sono il tuo unico allievo?» «Sembrerebbe di sì, giovane Geminus» rispose lei «Ora andremo a Las Vegas, ragazzo. Casa mia. Ecco come funzionerà la cosa. Resterai da me per il tempo necessario per imparare a dominare l'acqua e renderti abbastanza potente da essere rispettato da tutti. Conoscendo le tue capacità penso che basteranno due o tre mesi. In seguito verrai rimandato qui al Campo, per seguire gli allenamenti generali di qui, non pensare che trascurerò i tuoi studi scolastici, matematica e letteratura saranno incluse nelle tue lezioni. Quando tornerai qui ci saranno ugualmente lezioni da seguire. Tutto chiaro?» «perché devo tornare qui?» «perché Susan vi tenga d'occhio personalmente. Così avrai l'opportunità di attirare la sua attenzione. E chi lo sa, magari un giorno diventerai un Luogotenente come me.» disse procedendo verso un magazzino pieno di jet «Riponi una certa fiducia in me. Non mi conosci nemmeno» dissi. A quel punto lei si arrestò «Ti ho osservato bene, James Sharp. Dalle tue fiamme al tuo sguardo vedo il mio stesso riflesso. La voglia di combattere per qualcosa di importante. Tu desideri la vendetta, una vendetta che ti logora da tempo e sei qui per imparare ad essere un nemico temibile.» disse soppesandomi  attentamente «È vero. Io voglio vendetta» dissi risoluto facendola sorridere «E l'avrai» promise salendo sul jet «Inoltre, siccome ora sei sotto la mia guida, ogni tanto ti manderò in missione» non vedo l'ora.

«Non sei autorizzato a parlare con il prigioniero» sentii chiara la voce di Courtney «Mi scusi Signorina Young» si sentì il suono delle serrature che si aprirono e Courtney entrò in tutto il suo splendore, con il naso arricciato «Non avevo ordinato di passare a pulire tutti i giorni in mia assenza?» chiese lei alla guardia «No, signorina» «Scusami James. Me ne sono scordata» cinguettò verso di me «Non c'è problema, per essere un prigioniero sono trattato piuttosto bene, e in gran parte è merito tuo.» le dissi con noncuranza «mi stai lodando?» chiese stupita «forse» ammiccai facendola sorridere «poco fa ho chiesto di fare una doccia ma me l'hanno negata. Mi hanno detto che sei tu l'unica incaricata.» dissi alzandomi «Sì, vieni».
Attraversammo il familiare corridoio sotterraneo per giungere alle docce, trascinandomi quella maledetta palla al piede. Finché rimarrò attaccato a quella non riuscirò mai a scappare. Attraversai la soglia e iniziai a liberarmi dei miei indumenti. Rimasto a torso nudo e arrivato al bottone dei jeans, mi voltai «ti dispiace?» dissi a Courtney con un sopracciglio alzato «per niente» disse lei senza togliermi gli occhi dal mio corpo.
Premettiamo che so di essere bello, ma in genere mi dà fastidio che le persone mi fissino, a meno che non abbiano gli occhi del colore del smeraldo e i capelli neri come l'ebano, in quel caso possono guardarmi quanto gli pare. Normalmente li ignoro, ma non sono ancora pronto a farmi vedere mentre mi faccio la doccia, quindi Courtney doveva andarsene «Okay, ma non mi puoi guardare mentre faccio la doccia» dissi con stizza «Non ti facevo un timidone» scherzò lei «Courtney» la minacciai. Lei alzò le mani in segno di resa e si chiuse la porta a chiave. Tanto sapeva che nemmeno lì c'erano vie d'uscita. Era tutto rivestito di titanio e c'erano solo dei buchi sulla parete che facevano girare l'aria.
Mi liberai del resto dei indumenti a fatica, perché i jeans non facevano passare quella stupida palla di ferro, e mi misi sotto il getto caldo dell'acqua. Sentii l'acqua scorrermi sul corpo e rivitalizzarmi, come sempre, avevo la sensazione di diventare puro, lavando via ogni parte negativa di me. Godendomi le gocce battermi suo volto mi passai le mani tra i capelli, abbassai lo sguardo che cadde su quella maledetta palla al piede, e osservai affascinato l'acqua scorrergli sopra. Immediatamente mi venne un lampo di genio. Sapevo come liberarmi di quell'arnese. Mi serviva solo qualche giorno di organizzazione.

Angolo Autrice

Sorpresa! Sì ho pubblicato anche oggi, non so perché ma avevo voglia di farlo. Ora lodatemi e ditemi quanto mi amate.
Sopra una possibile Jo? Mmm boh. Lo so ragazzi che non a tutti piacciono questi modelli, ma mi sto divertendo a cercare persone a caso come miei personaggi anche perché non riesco a mantenere la promessa di fare i disegni di scene dei libri precedenti, perché non ho tempo a sufficienza. Ovviamente voi continuate ad immaginarveli come preferite. Io ripeto che personalmente non li immagino così.

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