24. Beccate

«Lo capisci ora perché non posso accettare di vedere la debolezza? Soprattutto in te?» mi disse.

«Cosa intendi dire? Perché dovrei essere forte? Sono una Popolana.» affermai confusa.

«Tu... Tu ci trascinerai giù. E io non posso permettertelo.» affermò rimettendosi in piedi.

«Ho ucciso con le mie stesse mani un uomo che avevo amato perché era un traditore. Non pensare che avrei pietà di te se solo farai del male alla mia squadra.» disse.

«Vado in ricognizione.» affermò la ragazza allontanandosi. La vidi portare una mano al viso, forse per asciugare le lacrime.

Capii che questa volta non avrebbe più aggiunto altro.

Non comprendevo le parole di Skyler, ma mi stavano torturando. Cosa intendeva che li avrei trascinati giù?

Perché ai suoi occhi ero così insignificante che proteggermi sarebbe costato loro la vita?

Era una probabilità, conoscendola.

Rimasi in silenzio, senza chiederle niente.

Compresi che era già molto che avesse deciso di riaprire la ferita per me, ulteriori domande potevano essere troppo da sopportare, così la lasciai a piangere le sue silenziose lacrime.

Una strana e fastidiosa sensazione cominciò ad annidarsi nel mio cuore, era pesante e continuava a mantellare nel mio petto. L'avevo già provata. Era il senso di colpa, ma non era per la mia richiesta... Era come se tutto quello che le era accaduto potesse essere a causa mia, ma ciò non aveva senso.

Skyler aveva detto di aver ucciso un ragazzo perché li aveva traditi... Skyler aveva solo la mia età. Mi chiedi se anche gli altri Élite avessero le mani sporche.

Anche Jo? Aiden?

Mi sembrava qualcosa di così assurdo.

Quei ragazzi avevano le capacità di assassini professionisti e io passavo la maggior parte del tempo con loro.

Ciò rendeva i Ribelli delle persone ancora peggiori se erano veramente i cattivi.

In che diavolo di situazione mi ero cacciata?

Quella non era la mia battaglia.

***

Un rumore nella boscaglia attirò la nostra attenzione.

Skyler sbucò da dietro un cespuglio e si guardò attorno, vigile, nonostante gli occhi rossi e lucidi dal pianto.

Posò l'indice destro sulle labbra intimandomi di restare in silenzio, poi appoggiò una mano per terra, pronta ad attaccare chiunque avesse provocato quel rumore.

Sentivo i rami rotti da passi che si avvicinavano lentamente. E il mio cuore prendeva un ritmo molto più veloce del normale.

Tenni gli occhi puntanti nella direzione dalla quale avevamo udito i rumori, in particolare modo il cespuglio di rosmarino davanti a noi.

Attendevo con il cuore in gola che qualcosa venisse fuori da lì. Ma la mia attenzione era mal riposta.

Una testa bionda sbucò da dietro un albero, i suoi occhi si posarono immediatamente su di me e sul suo volto comparve un'espressione stupita mista ad una furia trattenuta.

Skyler rilassò le spalle e si lasciò andare di nuovo contro l'albero.

«Ah, sei tu Aid» disse con un sospiro, chiaramente sollevata.

«Sì, sono proprio io» disse Aiden voltandosi verso di lei, tutt'altro che tranquillizzato.

«Ma che ti salta in mente! Perché diamine l'hai portata qui?!» la rimproverò.

Skyler lo guardò stupito e strinse le mani a pugno.

«Ma senza di lei Joanne e Seth saranno in pericolo!» protestò lei.

«Non è un buon motivo per rischiare un'altra vita! La sua di vita! E per la cronaca sono già in pericolo, per questo ci sono degli Imperium professionisti laggiù» indicò un punto indefinito in mezzo al fogliame.

«Per fortuna si sono accorti che li stavi seguendo altrimenti avresti fatto un gran casino!» disse Aiden furioso.

«Ma non te ne frega niente degli altri?!» ribattè a sua volta la ragazza agitando le braccia.

Sembrava particolarmente ferita dall'atteggiamento del suo leader e non sembrava voler ammettere alcun errore. «Certo che mi importa di loro!» disse Aiden cercando di mantenere la calma.

« Ascolta Sky, quegli Imperium non saranno Élite come noi, ma fanno parte di una squadra scelta dal Capitano Fullen. Pensi veramente che non riescano a salvarli?! Ora che abbiamo i rinforzi possiamo organizzare un piano. Anzi, ce l'abbiamo già un piano.» le disse Aiden professionalmente razionale.

«Sky, tu sei un' Élite, non dovresti farti prendere dalle emozioni in questo modo. Devi dare l'esempio agli altri, anche a coloro che sono più grandi di te. Facciamo parte di una squadra prescelta e non permetterei mai di perdere qualcuno di noi.» garantì il ragazzo.

Skyler si morse il labbro, stringendo ancora più forte i pugni e distolse lo sguardo da quello di Aiden.

«Portarla qui è stato un errore.» affermò ancora. La ragazza annuì.

«La smettete di parlare come se io non ci fossi?» sbottai offesa.

«Tu non ci dovresti essere qui! É questo il problema!» mi urlò contro Aiden, perdendo nuovamente la calma.

Aveva il volto rosso di rabbia e la fronte corrucciata.

Non mi piaceva come stavano andando le cose.

Dopo quasi un mese che non ci vedevamo, non mi aspettavo certo che mi avrebbe accolto in questo modo. Non che pretendessi un altro bacio favoloso.

«Ma ci sono! Sono qui per salvare la mia migliore amica, ho la possibilità di farlo e lo voglio fare» dissi cocciuta.

Sapevo che aveva ragione. Ero stata un'incosciente a seguire il mio istinto, partire in quarta verso una missione da me ingestibile.

Ero stata presa dalla preoccupazione e questo non aveva permesso né a me né a Skyler di riflettere bene.

Ma nessuna delle due poteva restare alla Base 5 con le mani in mano.

«Non potevo rimanere in attesa! Dovevo fare qualcosa!» insistetti dandogli le spalle per non fargli vedere la mia espressione colpevole.

«Non ti credevo così stupida da fare un gesto così sconsiderato!» esclamò senza lasciarmi tregua.

Quel particolare commento mi diede parecchio fastidio, innervosendomi ancora di più.

Non mi piaceva essere insultata, nemmeno quando avevo torto marcio e tanto meno da un ragazzo con un bel faccino che si credeva il leader di tutti.

Era la prima volta che litigavo con Aiden e la cosa mi rendeva triste, oltre che arrabbiata.

«Ma chi sei tu da permetterti di farmi la predica!» ringhiai furiosa stringendo i pugni.

Mi stavo voltando di nuovo, per affrontarlo, quando con la coda dell'occhio notai un movimento rapido alla mia destra e il secondo dopo Aiden era disteso per terra, svenuto. A cavalcioni sopra di lui c'era una donna con un bastone ancora sollevato sopra la testa.

Mi voltai di scatto verso Skyler, preoccupata di vedere crollare anche lei, proprio nel momento in cui un uomo grosso, muscoloso e calvo le metteva una mano sulla bocca.

Lo shock mi impedì di scappare immediatamente permettendo ad un sacco di iuta di calarmi sopra la testa.

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