Capitolo VII
Due grandi porte in legno scuro si stagliavano davanti ai tre ragazzi.
Era impossibile vedere ciò che vi fosse dietro, perché erano circondate da grandi mura di pietra completamente bianche.
Ai lati di ciascuna porta erano attaccate due bandiere che raffiguravano i quattro elementi.
«Questa sarebbe l'Accademia?» chiese Liam guardando Thomas.
«Sì, è questa» rispose «dobbiamo aspettare ancora un po' prima che le porte si aprano».
Una lunga fila di ragazzi li raggiunse dal sentiero che avevano appena percorso e si fermò davanti a loro.
Il ragazzo biondo a capo della coda prese parola: «Guarda chi si vede: Thomas Fish! Il figlio del re della tribù dell'acqua!»
«Chi è quello?» sussurrò Liam a rivolto a George che, impassibile, osservava la scena con la mano appoggiata leggermente la custodia del pugnale.
«Eliseo Grant, fa parte della tribù del fuoco, è uno dei migliori qui all'Accademia».
Eliseo avanzò verso Thomas con un sorriso sghembo: «Vediamo cosa sa fare il piccolo principe» disse spingendo il biondo per terra.
Thomas si alzò in fretta e si lanciò contro l'altro, ma il suo pugno non colpì il bersaglio. Eliseo sferrò un calcio nelle costole dell'avversario, costringendolo a piegarsi sulle ginocchia per tenersi il fianco sinistro.
Questo non fu abbastanza per fermare l'orgoglio di Thomas, che provò a colpire un'altra volta Eliseo, mancandolo di nuovo e sfrombolando sul terreno.
Questa volta fu il padrone del fuoco ad attaccare, colpendo ripetutamente il biondo, fino a lasciarlo stremato e sanguinante ai piedi della porta.
George sfilò il coltello dalla custodia e lo puntò verso il ragazzo, ma quest'ultimo emise una fragorosa risata: «Che cosa vorresti fare con quello ricciolino? Pensi forse di potermi anche solo ferire?
Con la coda dell'occhio, Liam vide che nella mano del biondo era apparsa una piccola fiamma rossa, che diventava sempre più grande e luminosa
Prima che George potesse attaccare, il castano gli afferrò il polso scuotendo la testa.
Non conosceva quasi nulla di quel mondo, però sapeva che se George avesse fatto un altro passo, sarebbe stato arrostito su due piedi.
Il combattimento fu interrotto dall'apertura delle porte, dietro le quali apparve una giovane donna bionda, vestita interamente di bianco.
Gli occhi della donna erano celesti come il cielo, e un piccolo diadema, dello stesso colore del vestito. era posizionato sulla sua fronte.
«Cosa sta succedendo?» chiese con voce pacata, non sembrava per nulla irata o sorpresa, trasmetteva solo calma e tranquillità.
Eliseo era arretrato di qualche passo, fino a mimetizzarsi tra la folla.
La donna si avvicinò a Thomas, ancora dolorante e lo prese tra le braccia, portandolo fino a un grande castello, seguita dai ragazzi: «Potreste portarlo dentro? Troverete un uomo alto con i capelli molto lunghi e luminosi, affidatelo a lui» sorrise a Liam e George, che accompagnarono l'amico oltre le alte mura, dove speravano di trovare l'uomo di cui parlava la signora.
Non fu molto difficile: un uomo identico a quello descritto poco prima, era appoggiato al grande acquario posizionato sul lato destro della sala d'entrata, intento ad ammirare i pesci rossi che nuotavano velocissimi in ogni parte della grande scatola di vetro.
I due ragazzi spiegarono all'uomo l'accaduto, il quale prese Thomas con sé e lo accompagnò al di là di una delle tante porte della sala, scomparendo dalla loro vista.
La grande sala in cui erano entrati era illuminata da un grande lampadario fissato sul suoffito, e da numerose torce appese lungo le pareti.
Molte poltrone erano posizionate da tutte le parti, divise in base ai quattro elementi.
Sul lato destro della sala vi erano le sedie dell'elemento del fuoco, nere come l'ossidiana e decorate con un paio di spuntoni sullo schienale.
Vicino a quelle del fuoco, vi erano le sedie dei padroni della terra, più simili a delle poltrone in pietra, avvolte da lunghe strisce di vegetazione.
Le postazioni dei dominatori dell'acqua erano anch'esse simili a poltrone, ma erano completamente blu, tranne per delle piccole parti in oro che riflettevano la luce delle torce.
Ai padroni dell'aria spettavano invece delle vere e proprie nuvolette fluttuanti.
La lunga fila di ragazzi che avevano incontrato fuori stava cominciando a prendere posto nella sala, ciascuno nel proprio posto.
Una parte di loro, i più giovani, raggiunse Liam e George sotto le grandi scalinate che portavano a un grande trono bianco, decorato con dei luccicanti fiori d'argento. Ai lati del trono vi erano altri quattro piccoli troni, su cui erano sedute quattro persone adulte, probabilmente gli insegnanti dell'Accademia.
La donna che aveva fermato la rissa fuori dalle mura risalì le scalinate e prese posto sul grande trono centrale.
Dopo aver osservato attentamente tutti i ragazzi seduti nella sala, si alzò e prese parola: «Benvenuti e ben tornati qui all'Accademia, prima di cominciare, vorrei presentarvi i quattro ragazzi che saranno a capo di ciascun elemento».
Da dietro un grande tendone viola uscirono quattro ragazzi, sembravano tutti di età diversa e si posizionarono ai lati della donna.
«Ci sarà solo una ragazza quest'anno a capo di uno dei quattro elementi, il suo nome è Aislin Grant!» esclamò fiera, indicando la giovane ragazza dai capelli rossi in piedi al suo fianco.
La ragazza sorrise solare, i capelli e le labbra rosse con il fuoco, ma due occhi blu come il mare più profondo.
La donna presentò anche gli altri capitani: il padrone dell'aria era un ragazzo alto, i suoi occhi erano grigi e i capelli scuri e molto corti; il capitano dell'acqua era un ragazzo magro e portava una folta capigliatura riccia e rossa, anch'egli aveva gli occhi azzurri come la ragazza presentata poco prima; infine, il capitano della terra, era un ragazzo serio e muscoloso, la pelle era scura come l'ossidiana con cui erano costruite le sedie dei dominatori del fuoco, gli occhi, portava una corta barba scura e una lunga chioma riccia e castana.
I quattro presero posto vicino ai loro compagni, restando comunque in prima fila, davanti alle scalinate da cui erano appena scesi.
«Com'è possibile che quella ragazza sia capitana?» chiese Liam «sembra molto più giovane rispetto agli altri tre».
«Qui all'Accademia gli studenti non diventano capitani in base alla loro età o al tempo che hanno trascorso qui, dipende tutto dall'abilità dimostrata dai ragazzi» rispose George.
«Non ha molto senso, perché lasciare tutto il gruppo nelle mani di uno studente arrivato solo da un anno, quando ci sono persone più mature che possono svolgere quel compito meglio?»
«Hai ragione» acconsentì George «però, di solito, solo gli studenti più grandi diventano capitani, perché sono più addestrati e abili. Lei è la prima da secoli a ottenere quella posizione dopo solo un anno di allenamento, deve essere veramente capace per essere stata scelta sopra a tutti i suoi compagni».
Liam osservò la ragazza rossa, seduta davanti a tutti i padroni del fuoco, trasmetteva molta determinazione e i suoi occhi, seppure azzurri, brillavano come se il fuoco stesse danzando all'interno di essi.
La donna tornò a sedersi sul trono poi, con un battito di mani, fece riaprire le grandi porte che erano state chiuse dopo l'ingresso di tutti gli studenti: «I quattro capitani accompagneranno i loro compagni verso il giardino dove effettueremo la spartizione dei nuovi arrivati, i quali sono pregati di seguire il gruppo.
Tutti i ragazzi uscirono in massa dalla grande sala, fino a un ampio giardino vicino a un fiume.
Lì si ergevano quattro grandi statue raffiguranti i quattro elementi: quella del fuco era rappresentata da una donna, mentre le altre tre erano tutte figure maschili, proprio come i quattro capitani.
I nuovi arrivati furono messi in fila davanti alle quattro grandi statue, mentre tutti gli altri rimanevano in disparte, circondandoli.
Fu solo allora, che Liam si rese conto che, intorno alle quattro statue, vi era un grande cerchio disegnato sul terreno.
Un giovane ragazzo castano entrò dentro al cerchio, mentre tutti gli altri rimanevano all'esterno. Pochi secondi dopo, dai contorni del cerchio si scaturirono delle alte fiamme rosse, che si spensero poco dopo. Sulla statua della giovane donna comparve un marchio a forma di fiamma. Lo stesso identico simbolo rimase sul braccio del ragazzo, che esultò vittorioso e corse verso i padroni del fuoco, i quali lo abbracciarono calorosamente.
Altri ragazzi entrarono nel cerchio, a turno, e il meccanismo rimaneva sempre lo stesso: Dal cerchio fuoriusciva uno dei quattro elementi, fatta eccezione per la terra, che si manifestava tramite delle forti scosse di terremoto. Ogni volta, un simbolo si illuminava sul cuore delle statue, poi si replicava sul braccio del ragazzo scelto. Tutto questo serviva a suddividere i ragazzi appena arrivati nei quattro gruppi.
«H già detto che tutto questo è inutile? Sì l'ho fatto» affermò una voce alle spalle di Liam.
Thomas era finalmente ritornato, non c'era più nessuna traccia di sangue, sembrava rinato, come se nulla fosse successo.
«Cosa sono quelle facce?» chiese rivolto ai due giovani, che lo osservavano stupiti «non mi è successo nulla di strano, mi hanno solo fatto fare un bagno. Sono il figlio del re della tribù dell'acqua, penso che sia sufficiente per affermare che l'acqua ha effetti curativi su di me».
«Ha effetti curativi su tutti i padroni dell'acqua» affermò secco George «non solo su di te».
«Ah, davvero?»
«Sì, davvero» ribatté George.
«Magnifico! Ogni giorno si imparano cose nuove, vero Liam?» chiese il biondo rivolto al ragazzo, che però aveva rivolto la sua completa attenzione al rito di spartizione. I suoi occhi erano fissi sul grande cerchio che circondava le sculture. Cosa sarebbe successo quando sarebbe venuto il suo turno? Si sarebbero resi conto che era un impostore e che non aveva alcun potere legato agli elementi. Forse avrebbe dovuto rifiutare l'offerta dei due ragazzi e cercare un modo per tornare a Meburn, adesso era in un pasticcio da cui non poteva ritornare indietro. Probabilmente non sarebbe più tornato a casa, lo avrebbero rinchiuso lì nel grande palazzo, oppure affogato nel fiume, o peggio, le statue lo avrebbero incenerito per le sue menzogne. Aveva sempre desiderato di andarsene da Meburn, lasciare per sempre quella triste e cupa città, ma solo ora si rendeva conto di quanto fosse importante per lui quella casa, dopotutto lì era al sicuro.
«Pensi di fissare il terreno tutto il giorno?» chiese con voce sprezzante un ragazzo dietro di lui. Era la solita voce fastidiosa di Eliseo Grant, che lo fissava qualche metro dietro di lui «sei l'ultimo rimasto, cosa stai aspettando?»
Liam si guardò intorno: tutti lo osservavano con sguardo percuisitorio, si era fatta notte, e ore la luce proveniva dalle lunghe torce che tenevano in mano un paio di ragazzi. Il momento che più temeva era arrivato, ma non poteva assolutamente mettere piede lì dentro, avrebbero scoperto tutti la verità, doveva fuggire, doveva fare qualcosa per andarsene da quel posto, non poteva rimanere lì.
Prima che potesse pensare a qualunque strategia di fuga, seppur fosse impossibile scappare, la mano di Eliseo, ormai scocciato, lo afferrò per il bordo del colletto e lo spinse nel cerchio.
Liam, in preda alla disperazione, si alzò di scatto e cominciò a correre verso l'uscita del cerchio, ma quando sembrava essere a un passo dal confine, delle grandi nuvole scure si addensarono davanti a lui, impedendogli di vedere qualunque cosa lo circondasse.
Si trovava completamente immerso nel buio, persino la terra sotto i suoi piedi era scomparsa, e gli pareva di fluttuare.
E se questa fosse la punizione per coloro che, come me, sono entrati senza alcun permesso?
Mentre il ragazzo cercava di trovare un uscita da quella grande massa di materia scura che pareva infinita, una voce impetuosa tuonò alle sue spalle: «Benvenuto, Liam Norris».
ANGOLO ME
Finalmente sono entrati nell'Accademia! Purtroppo Liam si è cacciato di nuovo in un bel guaio... come pensate che ne uscirà? O meglio, dove pensate che si trovi? A chi apparteneva la voce nel finale?
Tutte le risposte nel capitolo VIII, che uscirà almeno tra una settimana.
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