Capitolo VI
Liam si risvegliò, sdraiato sul terreno.
Non sapeva che luogo fosse o come ci fosse arrivato.
Dietro di lui non c'era più la casa dei suoi nonni, ma solo un fiume, le cui acque scorrevano veloci.
Il sole era alto in cielo, quindi di sicuro non si trovava a Meburn.
Davanti a lui vi era un albero piuttosto grande, simile a una quercia, ma più imponente.
Sui rami del grande albero spuntavano dei graziosi fiorellini bianchi, intorno a dei grandi frutti viola.
Un gruppo di ragazzi stava parlando poco lontano dal punto in cui si era risvegliato Liam, costui non poteva sentirli, ma solo vederli attraverso le grandi foglie della vegetazione che si stagliava davanti a lui.
Il ragazzo, desideroso di sapere dove si trovasse, decise di attraversare rapidamente il sentiero che avevano percorso le persone che vedeva discutere, così avrebbe potuto ottenere qualche informazioni.
«Ciao, ragazzi» esordì «dove state andando?»
«Stiamo andando all'Accademia, oggi è il primo giorno, tu no?»
Il ragazzo era un po' confuso, perciò preferì mentire e stare al loro gioco, per vedere come sarebbe andata la faccenda: «Penso di sì, ma temo di non ricordare bene cosa si faccia in questa accademia»
I due ragazzi si guardarono stupiti, ma subito uno dei due rispose: «Nell'accademia ci addestrano per imparare a controllare i nostri poteri, tu di quale elemento fai parte?»
Poteri? Elementi? Di cosa stanno parlando?
Liam non riusciva a comprendere se i due si stessero prendendo gioco di lui, i loro sguardi erano seri, non avevano sorrisi beffardi tipici di Marcus.
«Io... non lo so» ammise «Voi?»
«Noi veniamo dal popolo dell'acqua, è il nostro primo anno, sicuro di non ricordare nulla dell'accademia o da dove vieni?»
«Vengo da Meburn».
«Meburn? Dove sarebbe? Non ho mai sentito parlare di quel posto. Tu George?»
George era un ragazzo alto e moro, la pelle era più pallida di un cadavere, portava una lunga sacca lungo tutto il fianco destro, e un piccolo pugnale nella fodera attaccata alla parte destra della cintura.
«No, mai sentita Thomas» ammise.
«Che ne dici se ti accompagniamo noi all'Accademia? Una volta lì ricorderai qual è il tuo elemento» propose allora l'altro.
Era un ragazzo biondo, gli occhi erano azzurri come il cielo in piena estate. Non sembrava avere oggetti con sé in quel momento, ma portava un bracciale d'oro con segni simili a quelli che aveva visto sul pugnale. Forse era sulla strada giusta, o almeno, così sperava.
I tre ragazzi si incamminarono lungo il sentiero che portava all'accademia, mentre George e Thomas spiegavano al castano il modo in cui funzionava l'Accademia.
La scuola, così come il loro mondo, era suddivisa in quattro parti, corrispondenti ai quattro elementi: Fuoco, Acqua, Terra e Aria.
Ciascun elemento aveva la propria tribù, che viveva isolata dalle altre, a causa dei rapporti poco amichevoli che avevano stretto nel corso dei secoli.
Nell'accademia potevano entrare solo i ragazzi al di sotto dei diciotto anni, e venivano smistati nei rispettivi elementi tramite quattro grandi statue in pietra.
I due ragazzi, che Liam aveva capito facessero parte della tribù dell'acqua, definivano questo sistema inutile, in quanto i ragazzi finivano sempre nel loro elemento naturale, non avvenivano mai casi strani in cui una delle statue scelse qualcuno appartenente a una tribù diversa.
Thomas cercò di spiegare le caratteristiche delle tribù, che accumunavano tutti i ragazzi che ne facevano parte: i padroni del fuoco erano abili guerrieri, spesso risolvevano la situazione combattendo ed erano spavaldi e amanti della guerra; i padroni dell'Aria erano calmi e saggi, e spesso preferivano passare il loro tempo volando intorno alle montagne, piuttosto che rimanere insieme agli altri; i dominatori dell'Acqua vivevano in uno splendido fondale marino, ed erano rivali ai padroni del fuoco da sempre; i padroni della Terra erano silenziosi e riservati, non a caso la loro tribù viveva in un luogo sconosciuto che nessuno aveva mai trovato.
Liam ascoltava in silenzio, chiedendosi se le parole del giovane biondino fossero tutte barzellette per prenderlo in giro, o se stesse parlando sul serio.
Ma allora, in quel caso, la domanda era: Come poteva essere possibile?
Non aveva mai sentito parlare di dominatori del fuoco, dell'acqua o robe simili, effettivamente non si era mai allontanato da Meburn, ma notizie del genere sarebbero arrivate anche nella sua piccola città.
Possibile che nemmeno Marcus ne sapesse qualcosa? Lui aveva viaggiato in giro per il mondo insieme a suo padre, quindi si sarebbe reso conto dell'esistenza di queste cosiddette "tribù".
«Cosa può fare un dominatore dell'acqua» chiese, cercando di scoprire se Thomas stesse dicendo la verità.
«Può controllare l'acqua?» chiese l'altro con un sopracciglio alzato «cos'altro dovremmo saper fare, scusa?»
«Fammi vedere» insistette il ragazzo.
«Io e George non siamo stati addestrati» ammise «mi serve una fonte d'acqua per usare i miei poteri».
Liam si guardò intorno, finché non ebbe trovato ciò che stava cercando: poco più in là, si sentiva chiaramente il rumore dell'acqua che scorreva contro le rocce.
«Là» disse indicando il punto in cui si trovava il fiume fatemi vedere».
I tre raggiunsero il fiume in pochi minuti e, una volta arrivati, Thomas si inginocchiò sulla riva, premendo il palmo della mano destra sul terreno e chiudendo gli occhi.
Una piccola porzione d'acqua si staccò dal fiume, scivolando sulla terra umida fino alla mano immobile del ragazzo.
La scia d'acqua risalì lungo il braccio di Thomas, entrando da una manica, finché non uscì dell'altra e ritornò dentro al fiume.
Il biondo riaprì gli occhi e si voltò verso Liam, aveva un grande sorriso trionfante sulle labbra, e si avvicinò al castano per chiedergli se adesso era sicuro che stesse dicendo la verità.
Ma Liam aveva la testa da un'altra parte, troppi pensieri si stavano facendo strada nella sua mente.
Quello che aveva visto era impossibile, non poteva crederci. Nessuno poteva essere in grado di attirare l'acqua su di sé come aveva fatto quello ragazzo.
E se quello era tutto ciò che riusciva a fare un novellino, chissà fin dove arrivavano le capacità di un uomo adulto.
La sua mente era divisa in due parti: la prima gli diceva di andare all'accademia, per scoprire di più su quel mondo, l'altra gli diceva che sarebbe stato meglio tornare indietro, in qualunque modo, perché lui non aveva nessun potere, e non sarebbe stato accettato.
Non aveva neppure modo di difendersi da individui del genere, se fosse andato, i padroni del fuoco lo avrebbero usato per fare una grigliata.
Liam ripensò all'incontro con l'uomo misterioso, quando aveva rifiutato la sua proposta.
E se quello in cui si trovava in quel momento fosse il mondo di cui parlava l'uomo? Forse era la sua seconda possibilità, avrebbe davvero voluto sprecarla?
Il ragazzo frugò nelle sue tasche e trovò proprio ciò di cui aveva bisogno: una pipa di legno scuro, liscia come se fosse stata costruita dal miglior falegname del mondo.
Forse aveva ragione quel vecchio: la speranza non muore mai, può sempre essere trovata.
Magari aveva davvero ricevuto un'altra occasione.
In più non sapeva nemmeno come tornare a casa, visto che si era svegliato direttamente nella foresta e non aveva di quale fosse la strada per Meburn.
Aveva sempre desiderato viaggiare intorno al mondo e, ora che ne aveva la possibilità, voleva davvero tornare indietro e abbandonare tutto?
Alla fine decise di lasciarsi guidare dalla curiosità, acconsentendo a seguire i due ragazzi fino all'Accademia, dove sarebbe iniziata la sua nuova avventura.
ANGOLO ME
Lo so, questo capitolo è più corto rispetto agli ultimi due, però doveva essere più lungo.
Sono stato io a dividerlo in due parti, perché penso che questa parte si già sufficiente: compaiono due nuovi personaggi molto insoliti e illustra il funzionamento della società nel loro mondo.
Se avessi lasciato il capitolo completo sarebbe risultato pesante e noioso...l'ingresso nell'accademia lo vedrete un'altra volta :)
NOTE
Come vedete, il nome "Accademia" è scritto con la maiuscola, in quanto è proprio un nome per loro.
L'unico dialogo in cui non compare con la maiuscola è quello di Liam, in quanto lui pensa sia una normale scuola.
Questo passaggio serve a far notare questa differenza.
Quando invece dicono i nomi dei quattro elementi, sono tutti in maiuscolo (vedrete più tardi il perché)
Se ci si riferisce al padrone di un elemento (padrone del fuoco per esempio) questo va con la lettera minuscola.
Spero di essere stato chiaro.
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