Prologo
Come disse un volta l'attrice Joan Crawford: "L'amore è fuoco. Ma non sai se scalderà il cuore o brucerà la tua casa." Ecco, una frase molto poetica, stupenda, vero? Però, cosa diamine dovrebbe significare? L'unica sfumatura che il mio cervello riesce a cogliere, e non per vantarmi, ma avendo per madre Hermione Granger la mia materia grigia è molto sapiente, è che bisogna stare attenti, perché il proprio ipotetico partner potrebbe essere un piromane.
Ma immagino che per rispondere alla domanda sopracitata, sia necessario possedere un bagaglio culturale diverso da quello che ho io, il quale è dato principalmente da libri e riviste di ogni genere, forma, dimensione e funzionalità. Per esempio, posso elencare con precisione ventinove tipi di alghe marine senza andare minimamente in confusione, mentre, allo stesso tempo, scrivo con la mano sinistra i nomi dei modelli di intimo più belli di PlayWizard, perché sono argomenti che rientrano nel mio campo e perciò, se qualcuno dovesse mai chiedermi chi è l'uomo più bello secondo il Settimanale Delle Streghe, io lo saprei.
D'altro canto, e questo spiega perché io non abbia le basi adatte per rispondere allo stupido quesito che mi sono posta, nel mio valigione culturale non sono assolutamente compresi i libri d'amore. Il mio cervello, infatti, non li tollera e si rifiuta di leggerli. Però ne ho molti, per carità, non si restituisce mai un regalo della propria famiglia, soprattutto se questa è composta da individui di natura esponenzialmente permalosa, solo che la loro funzione varia da poggiapiedi a carta da lettere.
Penso molto, lo ammetto, ma mai mi era passato per la testa che la mia vita avrebbe potuto prendere una piega così inaspettatamente rosa, anche perché, diciamocelo, quello è forse uno dei tanti colori che stona in maniera incredibile con i mei capelli, e che d'un tratto il destino, anche chiamato il diversamente cortese, mi avrebbe catapultata in un universo in cui la protagonista con gli occhi a forma di cuore, non sono altro che io. La mia però, a differenza delle altre storie, inizia così:
«Rose, perché la tua faccia è viola?»
«Bella domanda»
•••
Gli esseri umani sentono l'impellente bisogno di attaccare etichette su qualsiasi cosa, persino su loro stessi. Ne avevo una anche io metaforicamente parlando, era grande, nera ed indelebile. C'era scritto: Scorpius Malfoy è il figlio di un mangiamorte. Lo leggevo ogni mattina, guardandomi allo specchio, e me lo sentivo sussurrare alle spalle quando camminavo per i corridoi del castello. Ho faticato per staccarmelo di dosso, per dimostrare che io non sono come mio padre: il segreto è fare qualcosa che distolga l'attenzione dal mio cognome. Sono diventato "il cattivo" "il poco raccomandabile" il meglio del peggio, per intenderci. Quell'appellativo però, brucia ancora come me lo avessero tatuato con il fuoco sulla pelle, perché d'altronde è questo il significato di indelebile.
Poi ho incontrato una persona: una ragazza sfacciata, pazza e innamorata della libertà, che mi ha insegnato cosa significa vivere, vivere davvero, ed io le devo tutto, perché mi ha trascinato fuori dalla bolla di oscurità che aveva iniziato a soffocarmi.
Hogwarts
I raggi del sole filtrano attraverso le tende scarlatte della mia camera da letto, illuminando il baule mezzo aperto al centro della stanza, protagonista di una scena a dir poco imbarazzante: me medesima, me stessa ed io che tentiamo di chiudere il mio bagaglio saltandoci sopra. Dominique mi osserva con un sorriso divertito sulle labbra, lo stesso di chi non ha alcuna intenzione di schiodare il suo didietro taglia trentotto dal materasso.
«L'ho baciato cinque volte e lui non si è ancora trasformato in un principe!» piagnucola Roxanne, riferendosi alla rana che abbiamo inspiegabilmente trovato nella doccia e che io, da quanto mi disgusta, lancerei volentieri fuori dalla finestra.
«Puoi mettere via quell'essere viscido?» chiede giustamente Dom.
«Si chiama Mister Divano Giallo, ti assomiglia sai? Avete la stessa espressione da "ti spacco la faccia a testate"»
Decido che ignorarle, al momento, è la scelta più saggia da fare se non voglio ritrovarmi coinvolta in una rissa tra cugine come l'ultima volta - non sono stata io a iniziare, a differenza di quello che sostiene mezzo dormitorio femminile: il maglione di Dominique mi è caduto nel water per sbaglio.
Faccio forza sulle braccia, premo un gomito sul coperchio ed emetto versi agonizzanti, a dirla tutta sbotto anche quale imprecazione. Atteggiamento che non si addice affatto al nomignolo principessa con cui mio padre mi ha etichettata, e con il quale continua a chiamarmi fin dal mio primo anno di nascita.
In inverno, ad Hogwarts, il sole non si fa mai vedere. Infatti la maggior parte delle persone che ci vive può vantare di avere una splendida tintarella lunare, perciò, le poche volte che quella palla infuocata decide di sbucare fuori dalle nuvole e degnarci della sua stellare presenza, bisogna cogliere l'occasione al balzo. E oggi, dopo settimane di pioggia e neve, è quel giorno.
Roxanne non capisce, perché la sua pelle è ambrata e lucente tutto l'anno e perciò non ha la costante preoccupazione di sembrare una mozzarella con le lentiggini se indossa abiti bianchi. Non a caso se ne sta appollaiata sulla scrivania con la sua rana tra le mani, deridendomi con lo sguardo mentre cerco di fare le valige - che avrei dovuto avere già pronte da giorni, visto che questo pomeriggio torneremo a casa per le vacanze di Natale e la maggior parte della mia roba è ancora disseminata sul pavimento.
Tuttavia, il mio sforzo di provare ad essere una persona veloce ed efficiente per poter correre ad abbronzarmi, si risulta vano. Mi accascio sfinita sul pavimento.
La porta della stanza si spalanca, ma non me ne curo siccome ho l'affanno e sollevare la testa mi costerebbe uno spreco di energia troppo elevato.
«Buongiorno cugine» esclama Albus, vivace. So perfettamente che si tratta di lui, così come so che alle sue spalle c'è la sua immancabile metà platinata e che entrambi sono riusciti a salire nel dormitorio femminile grazie alle loro Nimbus.
«Rose, perché la tua faccia è viola?» chiede Albus, squadrandomi.
Sto sudando per chiudere uno stupido baule, razza di idiota, mi sembra piuttosto normale che il mio viso perfetto ne risenta. Vorrei dirgli, ma mi limito a portarmi un braccio davanti agli occhi con fare drammatico. «Bella domanda»
«Weasley» dice l'individuo, chiamato anche idiota, testa di zucca, catarifrangente per auto e Azzurro di Shrek dei ricchi. «Per quanto mediocre resti pur sempre una strega, te lo ricordi? Puoi fare i bagagli con la magia»
Dominique ride, quasi cinguetta. «Aspettavamo che se ne rendesse conto»
Per un attimo mi sento una stupida, anche a causa della bacchetta infilata nella tasca posteriore dei jeans che mi sta bucando la schiena, ma, appunto, è solo un attimo.
«Lo so chi sono» sbotto subito inviperita, sia perché non mi piace che le mie amiche facciano comunella con il nemico, sia perché la sola testa abbagliante di Malfoy è in grado di farmi saltare i nervi. «Volevo solo farlo alla babbana, è più divertente»
«Carine le mutande con i pinguini» replica lui in risposta, adocchiando con certa ilarità la mia biancheria che penzola fuori dal baule.
«Grazie e vaffanculo»
Roxanne mi fulmina, mimando con le labbra qualcosa che ignoro perché senza ombra di dubbio non mi interessa. Lei ritiene che io diventi troppo acida e bisbetica quando Malfoy è nei paraggi, e che dovrei provare ad essere più gentile perché tutti meritano una possibilità e bla bla bla. A volte mi domando se sia sorda oppure se l'oggettiva bellezza dell'idiota l'abbia stregata al punto di farle perdere la ragione.
Scorpius Malfoy sicuramente non è un ragazzo ordinario, è evidente. Spicca in mezzo alla folla non solo per i suoi capelli di un biondo tanto chiaro da sembrare bianco, per la sua altezza imponente e il fisico scolpito, ma anche per via del suo atteggiamento altezzoso, spesso sprezzante, per la sua capacità di ottenere tutto ciò che vuole con un sorriso smielato quanto falso. Spicca perché è un blocco di marmo tra tanti corpi caldi.
Al alza gli occhi al cielo, ciuffi incasinati di capelli neri gli ricadono sulla fronte. «Potete piantarla?» domanda esasperato, ed io gli farei presente che non c'è un bel niente da piantare visto che la conversazione tra me e Malfoy è stata appena sepolta nelle profondità della mia mente e dimenticata per sempre. Un po' come la sua dignità quanto per sbaglio si è dato fuoco alle sopracciglia. «Rose, avevi promesso che, prima di partire, ci avresti aiutato a organizzare la festa per il compleanno di James. Andiamo?»
Gli tiro un calzino ma lui riesce a schivarlo prontamente. «Non so se l'hai notato, Severus, ma sono sommersa da vestiti. Guarda quanti dannati maglioni ho, dove dovrei metterli? Ma soprattutto perché nonna Molly continua a spedirmi maglioni come se dovessi morire congelata da un momento all'altro?»
«Coraggio Rose, vai con loro» Dominique si alza in piedi, i boccoli biondi che le ricadono sulle spalle. «Ci penso io, tu però promettimi che organizzerai la festa migliore del secolo, James se la merita»
«Così mi offendi, non stai mica parlando con una novellina»
Ehilà gente.
Eccomi tornata con una nuova Scorose, vi informo che non sarà lunga come le altre, ho in mente qualcosa di un pochino più breve e meno complesso, ma spero che vi piaccia comunque.
Baci,
Ele💋
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