22. "Hai l'espressione da idiota"

Scorpius

Un piccione si schianta contro la finestra, ed è in quel momento che mi sveglio. Apro gli occhi con calma, flebili raggi di sole penetrano attraverso le tende, creando deboli linee di luce sul pavimento di legno; è l'alba.

I capelli di Rose, stretta contro il mio petto, mi solleticano il mento. Dovrei spingerla via, allontanarla da me, perché la sua sola presenza mi fa sentire estremamente vulnerabile. Odio come riesca a leggermi dentro senza sforzo, a guardare oltre la patina di neutrale indifferenza nel mio sguardo. Mi sono sempre tenuto tutto dentro e ho paura che presto lei si renda conto che sono troppo problematico, troppo rotto, una causa persa.

Odio anche i suoi dannati capelli rossi, il suo profumo, i suoi occhi scuri, perché sono la prima cosa che non posso fare a meno di cercare ogni volta che entro in una stanza. Odio la strana sensazione che provo all'altezza del petto quando la guardo, la voglia irrefrenabile di stringerla tra le braccia e di risentire il calore delle sue labbra sulle mie. Odio che mi faccia stare bene e che il mio buonumore dipenda da lei, perché ho sempre avuto l'eccezionale talento di saper controllare le mie emozioni.

Non sono il tipo di persona a cui piacciono i cambiamenti, le novità mi terrorizzano. E dal modo in cui inizia a battermi forte il cuore quando lei si stringe a me con più forza, capisco che quello che sento è qualcosa di decisamente nuovo, destabilizzante, piacevole. Qualcosa che non odio affatto.

Scaccio via i pensieri, mettendo in muto la voce nella mia testa. Chiudo gli occhi e stringo lievemente la presa attorno alla vita di Rose per sentirla più vicina, perché momenti come questo vanno goduti in silenzio.

•••
Albus

Ho sempre pensato che dormire con la persona per cui hai perso la testa sia un'esperienza unica e magica, perché pressappoco è quello che i film ti fanno credere: il protagonista apre gli gli occhi e si ritrova ad un palmo dal naso la mistica visione della sua amata con i capelli perfettamente in piega, che lo abbraccia stretto ma non troppo, senza invadere in modo esponenziale il suo spazio vitale. Ecco, non esiste cosa più falsa, e parlo per esperienza personale.

Il fatto che nel mio caso le mistiche ragazze siano due è irrilevante, perché quello in cui siamo sdraiati è un letto a due piazze e mezze e secondo la scienza non dovrebbe esserci alcun problema di spazio. Naturalmente la scienza di sbaglia, poiché se avesse ragione allora io non mi ritroverei con il corpo in bilico sul bordo del materasso mentre Cassie occupa il novanta percento del letto e della coperta. A Molly, stesa alla destra di mia moglie, sembra non dare alcun fastidio dormire con una gamba e un braccio a penzoloni — immagino che condividere il letto alla tana con Roxanne e Lucy l'abbia preparata a situazioni del genere — e perciò ronfa tranquilla con tutti i capelli davanti alla faccia.

Io, invece, che durante il corso della mia vita ho dormito solo con Scorpius, il quale si addormenta in una posizione e resta così, immobile come una mummia per tutta la notte, non sono affatto preparato.

Vorrei spostarmi un pochino più verso il centro del letto, perché sono sicuro che potrei finire con il culo sul pavimento da un momento all'altro, però il corpo minuto ma estremamente invadente di Cassie non me lo permette.

La mia mente acuta e geniale offuscata dal sonno, si attiva velocemente alla ricerca di una soluzione semplice ed efficace. Allungo le mani per dare una leggera spintarella a mia moglie e spostarla di qualche centimetro, solo che uso appena un po' troppa forza.

Spalanco la bocca in un silenzioso grido d'orrore quando sia Cassie che Molly volano dritte per terra.

Ops.

•••
Scorpius

Alle otto, a svegliarmi è il trillare della sveglia che neanche mi ricordavo di avere impostato. La spengo con un gesto infastidito mentre Rose borbotta qualcosa che non ha senso ma che io interpreto come un'imprecazione, perché imprecare di prima mattina è esattamente qualcosa che lei farebbe.

Per quasi cinque minuti non muovo un muscolo, abbandonare il tepore e il profumo in cui sono immerso sarebbe davvero una mossa da idioti. D'altro canto poi mi ricordo che il mio fisico scolpito non resta tale da solo, soprattutto dopo che la suprema nonna Weasley mi ha riempito il piatto di cibo contro la mia volontà per almeno cinque volte, perciò lentamente, cercando di non svegliarla, mi alzo dal letto.

Ovviamente la mia intenzione di imitare un silenzio ninja va in fumo quando scivolo sulla gonna che Rose si è tolta e ha scalciato via durante la notte. Sono costretto a piantare le mani su una delle colonne del letto per evitare di caderle addosso, ma ormai lei ha già sollevato le palpebre e mi osserva corrucciata.

«Dove vai?» chiede in un sussurro.

«A correre» dico piano, la voce ancora assonnata‌ e gli occhi che non possono fare a meno di osservare inteneriti il fagotto di coperta in cui è avvolta.

«A correre?» affonda la faccia nel cuscino e borbotta. «Sei matto, è mattina»

«Vuoi venire con me?»

Lo strano verso indignato che emette mi fa intuire che la risposta sia un secco e categorico no.

Le sistemo il piumone su una spalla e inizio a prepararmi.

***

Il cortile è avvolto in una fastidiosa nebbia densa e il prato è ricoperto di pallido nevischio, ma non sono sorpreso, al Manor il sole non c'è quasi mai. Continuo a correre, i muscoli delle gambe indolenziti e la felpa che inizia ad incollarsi alla pelle mentre qualche goccia di pioggia mi tamburella sulla testa.

L'imponente fontana di marmo posta non lontano dal gazebo che un tempo era bianco è spenta, l'acqua sporca ristagna sul fondo e rampicanti di spine ed erbacce ne circondano la base. Lì accanto c'erano delle aiuole di fiori, una volta, adesso solo terra morta.

Mio padre non ha più alcuna voglia di prendersi cura di una casa tanto grande, perché è quasi sempre vuota. Quando c'era la mamma ogni cosa brillava di vita, persino il sole sembrava risplendere dietro spessi strati di nuvole scure, lei però ora non c'è più, e ha portato la luce via con sé.

Quando ormai ho perso il conto dei giri che sto facendo, sollevo lo sguardo e noto una figura imbacuccata con tanto di paraorecchie e sciarpa gigante, che mi fissa da sotto un albero.

«Al?» domando, leggermente affaticato, ma so che si tratta di lui, perché solo il mio migliore amico potrebbe mai indossare dei pantaloni militari blu.

«Hyperion, che bello notare che non hai perso le vecchie abitudini» sogghigna, poggiando le spalle contro il tronco. Lo imito per poter riprendere fiato.

«Cosa hai fatto?» gli domando curioso, sollevando le sopracciglia dopo aver esaminato accuratamente la sua faccia, o almeno, quello che la sciarpa, il paraorecchie e il berretto lasciano intravedere. «Hai l'espressione da idiota»

«È la mia espressione normale» realizza ciò che ha appena detto. «Insomma, non in quel senso, hai capito. E poi anche tu hai l'espressione da idiota, stai sorridendo senza motivo da almeno mezz'ora»

Restiamo per un attimo in silenzio, il frusciare del vento come unico rumore. Poi Albus prende un grande respiro ed esclama. «Sono andato a letto con Cassie e Molly»

«Ho baciato Rose» replico.

«Beh, almeno siamo rimasti in famiglia»

Ci fissiamo per una lunga frazione di secondo, poi, entrambi, scoppiamo a ridere.

•••
Rose

Quando Scorpius torna in stanza io sono ancora sepolta comodamente sotto le coperte, mezza assonnata. Mi osserva in tralice, nascondendo un sorriso sotto un primo strato di espressione rilassata. «Buongiorno» esclama prima di sfilarsi la maglietta e offrirmi la visione niente male dei suoi addominali contratti. Mugugno una risposta, chiudendo gli occhi per evitare di fissarlo spudoratamente e lui ridacchia, sparendo in bagno per farsi la doccia.

Più tardi — non so esattamente quando, visto che credo di essermi riaddormenta — lo trovo scompostamente seduto alla scrivania, con indosso un paio di jeans neri, una felpa del medesimo colore e i capelli ancora bagnati, intento a sfogliare svogliatamente il libro di Trasfigurazione. Immagino che stia soppesando l'idea di iniziare a fare i compiti o aspettare che qualche membro secchione della mia famiglia glieli faccia copiare. Ha poggiati sul naso un paio di occhiali che gli conferiscono un aria da intellettuale affascinate, che non gli avevo mai visto portare prima.

Mi stiracchio, mettendomi seduta. Il suo sguardo saetta subito su di me. Stira un sorriso scanzonato alla vista delle mie gambe nude.

«Non sapevo che portassi gli occhiali» gli confesso, alzandomi in piedi e infilando una mano tra i capelli per cercare di dargli un senso.

«Per leggere»

Il mio cervello ancora non è connesso con il resto del corpo, perciò mi lascio scappare una frase che non avrei mai voluto pronunciare ad alta voce. «Credevo che Mister perfezione non avesse difetti»

«Credi che io sia perfetto?» sfoggia un sorrisetto sfrontato, uno di quelli che non presagisce niente di buono. Con poche falcate si avvicina e si piega su di me, avvicinando il viso al mio.

Trattengo il respiro e non posso fare a meno di notare che la reazione istantanea del mio corpo alla sua vicinanza, lo renda estremamente compiaciuto di sé.

«Non è quello che ho detto» esclamo cercando di apparire ferma e risoluta, ma i miei occhi che lo osservano si soffermano con particolare attenzione sulle sue labbra mi tradiscono. «E smettila di fare quella faccia»

Il suo respiro mi solletica il viso; lui continua a sogghignare come se avesse tutto completamente sotto controllo, ma in realtà è evidente dal suo petto che si alza e abbassa in modo irregolare che la situazione non gli sia indifferente. Assottiglia lo sguardo con aria di sfida, provocandomi silenziosamente.

So esattamente quale è il modo migliore per cancellargli quell'espressione compiaciuta, perciò reclino il viso verso l'alto, sollevandomi per stampargli un bacio sulle labbra che mi scombussola lo stomaco.

Mi guarda profondamente sorpreso, con le pupille dilatate e la bocca socchiusa. «Stai provando a distarmi per farmi dimenticare che pensi che io sia perfetto?» esclama, la voce roca che mi procura una scia di brividi lungo la schiena.

«Funziona?»

Sorride. «Si»

Protende il viso in basso, poggiandomi una mano sulla nuca e affondando con una piacevole irruenza le labbra tra le mie. Avverto un vago senso di vertigini che mi porta ad aggrapparmi a lui, come se d'un tratto le mie gambe fossero diventate gelatina.

Mi afferra per la vita, attirandomi contro il suo petto mentre le mie mani scorrono tra i suoi capelli umidi. Mi lascio sfuggire un sospiro particolarmente rumoroso che lo fa sorride, giusto il tempo di riprendere fiato prima di tornare a baciarmi con foga.

Sussulto sorpresa quando mi prende per le cosce e mi solleva come se non pesassi niente. Gli bastano pochi passi per raggiungere il letto. Le molle cigolano quando mi ritrovo intrappolata tra il suo corpo e il materasso.

Le sue labbra si sono appena poggiate sul punto più sensibile del mio collo quando bussano alla porta e la voce di James rimbomba per il corridoio. «Scorpius, posso usare il tuo spazzolino?»

















Beccatevi questo aggiornamento, spero che il capitolo vi piaccia.

James è uno dei mei preferiti ma al momento vorrei metterlo alla forca, scommetto che non sono l'unica.

Baci,
Ele💋

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